NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo

Viaggio nel mondo del Moscato d’Asti, del Barbaresco e del Dogliani

tra gastronomia e Turismo

Di Pietro Bellantone

 

101a edizione Fiera Nazionale del Bue di Carrù

Il collega Luciano Scarzello, nei due giorni previsti dal suo progetto

d’itinerario enogastronomico ( 2 e 3 dicembre 2011), ci ha fatto la

bella sorpresa: pranzare al mitico ristorante “Moderno” di Carrù

(all’interno della seconda fase della 101a edizione Fiera Nazionale

del Bue di Carrù), vero e proprio tempio del bollito misto.

 

 

Il locale, famoso a livello nazionale e internazionale, ha iniziato la sua attività intorno agli anni ’50 ed è soprattutto specializzato nel campo del bollito di carni di Razza Piemontese, scelte e cucinate con maestria dagli chef.

Della Fiera che è annuale, si ha traccia a partire dal 1635, anno in cui il duca Vittorio Amedeo I, per decreto, concesse alla comunità carrucese la possibilità di realizzare annualmente una fiera, da farsi dopo ogni 4 novembre, festa di San Carlo, per una durata di tre giorni consecutivi: ma la prima fiera del bue grasso si tenne il 15 dicembre 1910 e fu creata per desiderio dell'Amministrazione Comunale e del Comizio Agrario di Mondovì. Ciò per tentare di contrastare la grave insufficienza di animali da macellare e al conseguente rincaro dei prezzi della carne.

Attualmente è divenuto un tradizionale e importantissimo appuntamento commerciale ma anche folkloristico. Lo scopo è quello di promuovere il consumo delle carni, che sono di ottima qualità, prodotte dagli allevamenti dei bovini piemontesi. Per questo motivo sono ammessi alla Fiera, che si svolge ogni anno il secondo giovedì che precede il Santo Natale, solamente bovini da macello di razza piemontese, buoi, manzi, vitelli e tori.

Il Gran Bollito del Moderno

E il Gran Bollito misto ha trionfato al ristorante “Moderno” di Carrù, per il piacere dei partecipanti: sono stati serviti molti vassoi con differenti tagli di bollito misto, testina, magro, lingua cotechino, caramella, gallina e coda, accompagnati da succulente salse (i “bagnet”) e soprattutto dai vini della Cantina Clavesana, in particolare l’ottimo Dogliani Docg (ma Clavesana produce altri vini Docg e Doc come: Roero Arneis, Nebbiolo d’Alba, Langhe Nebbiolo, Piemonte Barbera, Barbera d’Alba e Superiore, Barolo e Moscato d’Asti). Da ricordare anche un sublime piatto di carne cruda battuta al coltello e di gustosissimi agnolotti in brodo di bue.

La Cantina Clavesana

La Cantina Clavesana, che unisce 350 famiglie di viticoltori ed è alla sua 52.ma vendemmia ha promosso, in collaborazione con la Regione Piemonte, Comune e Pro-Loco di Carrù e altri Enti, la Fiera del Bue di Carrù, e ne è lo sponsor ufficiale. Ha anche offerto questa sorta di apoteosi, glorificazione del Bollito, inserita nell’Educational, elaborata e realizzata magistralmente dal dott. Luciano Scarzello. Hanno partecipato, oltre ai giornalisti presenti, Anna Bracco e Giovanni Bracco, rispettivamente Direttrice e Presidente (dal 1987) in Clavesana, l’Assessore alla Cultura del comune di Carrù Antonio Morra, Tessa Donnadieu (PR con l’Estero di Clavesana), Katia Mampreso, vice presidente della Pro Loco di Carrù e Valter Rivetti proprietario e gestore del bellissimo “Casa Forte Alba”, Bed & Breakfast di Mango.

Nel corso del pranzo, sono stati offerti dall’assessore Morra il libro “Carrù: appunti di storia rurale” di Celestino Lubatti e con la presentazione della ex-Sindaco, Maria Paola Marabotto ed ancora, un importante catalogo della Cantina. Lo stesso Presidente ci ha poi condotti (io, in particolare, ero felicemente “stremato” dalle prelibatezze degustate) a vedere quella che diventerà la nuova “Scuola di Dolcetto”, acquistata dalla Cantina con lungimiranza, a fine novembre 2011, ad un'asta pubblica indetta dal Comune. L’edificio che ospitava una Scuola elementare, è situato, in località Surie in una posizione dominate e panoramica.

La Scuola del Dolcetto

Un investimento culturale vero e proprio, quello condotto con efficacia da Giovanni Bracco e da Anna Bracco, che ospiterà esperti internazionali, in grado di sostenerne l’attività. Questa operazione, accanto al progetto avanzato sulla mappatura dei vigneti, attraverso un sistema informatizzato che permetterà di verificare e controllare in tempo reale ogni singola vigna (e intervenire in caso di criticità), danno il senso di come la Cantina Clavesana abbia virtuosamente operato per costruire una prospettiva di lavoro sempre più significativa. E, questa iniziativa, da quanto risulta nella rassegna stampa, è stata inaugurata con uno spettacolare lancio, dalle colline circostanti, di 350 Lanterne volanti accese (una per ogni viticoltore associato), che sono state liberate in volo verso il cielo delle Langhe.

foto: Scuola Del Dolcetto

L’azienda Massimo Rivetti

Alla sera, l’amico e collega Luciano Scarzello, ci ha condotto, come programmato, all’Azienda vinicola Massimo Rivetti di Neive, nelle colline vitate della Bassa Langa. I venti ettari, tutti lavorati a vite, sono articolati in tre cascine distinte: Froi, che è il centro aziendale, con cantina e dodici ettari con i crus Rivetti e Serraboella, che danno origine al Nebbiolo da Barbaresco, Barbera d’Alba, Moscato d’Asti e Cabernet Sauvignon.

La seconda cascina è Garassino, che fa capo al comune di Mango, che produce, nei quattro ettari che la costituiscono, Merlot, Pinot Nero, Langhe Nebbiolo e Langhe Arneis. Infine, La Palazzina, nel comune di Alba, che abbraccia anch’essa quattro ettari vitati con varietà tradizionali come: il Nebbiolo d’Alba, il Barbera d’Alba e il Dolcetto d’Alba.

È da evidenziare la calorosa accoglienza e ospitalità avuta dai coniugi Rivetti. In un clima conviviale si è avuta la possibilità di degustare dell’ottimo Barbera e Dolcetto d’Alba. Tipici e invitanti il Nebbiolo d’Alba, il Langhe Arneis e Rosso. Molto validi il Barbaresco ed il Moscato d’Asti. Tutto questo, durante un’ottima e ricca cena preparata dalla signora Rivetti.

foto: Massimo Rivetti

La Cantina Vallebelbo

L’ultimo giorno è stato dedicato alla visita di due Cantine molto importanti: Vallebelbo e Francone. La Cantina Vallebelbo, nata nel 1956, presente sul mercato non solo come produttrice di materia prima da consegnare all’industria ma anche come imbottigliatrice, è una delle più considerevoli aziende cooperative italiane, con un’estensione di circa 600 ettari di vigneti DOC, inseriti nelle Langhe. Produce la più grossa quantità di Moscato d’Asti, con una vendemmia annuale di 60.000 quintali di uva. I vigneti crescono rigogliosi, al confine tra le province di Cuneo ed Asti, sulle Langhe Nord orientali. Colline care agli scrittori Cesare Pavese e Beppe Fenoglio nati, rispettivamente, a S.Stefano Belbo e ad Alba. Entrambi hanno trovato fonte di ispirazione ai loro lavori letterari, proprio in quelle Langhe. E proprio a Cesare Pavese la Cantina Vallebelbo ha dedicato una Linea Selezione con i vini Moscato d'Asti D.o.c.g., Dolcetto d'Alba, Barbera d'Asti, Roero Arneis, Barolo e Barbaresco. Su tutte le etichette delle bottiglie, è rappresentata l’effige del Grande Scrittore.

I viticoltori associati alla Cantina Vallebelbo sono attualmente 250 e producono più di un milione e mezzo di bottiglie di ottimo vino. L’accoglienza e la visita guidata del mattino sono state condotte con professionalità e cordialità dal Presidente della Cantina Vallebelbo, Romano Scagliola. E’ stata presentata, lungo un percorso interno, l’intera filiera di produzione terminante in un’avanzatissima linea di imbottigliamento. Al termine, un rinfresco offerto presso il grazioso punto vendita della Cantina, situato in Via Sabotino, a Santo Stefano Belbo.

foto: Romano Scagliola

La piccola stazione ferroviaria di S. Stefano Belbo

Successivamente, la nostra guida, ci ha portato a fare una breve visita alla piccola stazione ferroviaria di Santo Stefano Belbo, tanto cara a Cesare Pavese (una targa all’esterno, ne ricorda un pensiero - Itinerari pavesiani - La Stazione: ….”sentivo tra i peschi arrivare il treno e riempire la vallata ….” – da “La luna e il falò”). Devo dire che, per un attimo, guardando i binari fino all’orizzonte, mi ha colto un’emozione molto forte. Un po’ come se, nell’aria, si cogliessero segnali, sfumature della trascorsa presenza dello Scrittore.

L’azienda Francone

Nel pomeriggio, con i colleghi Scarzello e Pronzati, il nostro tour tra i vini di Langa, si è concluso a Neive, presso l’azienda “Francone”, contornata da colline vitate e vicina a Barbaresco. Siamo stati accolti da Maurizio Francone, nipote del grande Giovanni Battista che, con i figli Mauro e Silvano, ha dato vita a quello che era il suo sogno. Una grande cantina, ancora oggi sede dell’Azienda. Nella famiglia Francone la passione per la viticoltura e per il vino, si tramanda di generazione in generazione. I vini più significativi della loro produzione sono il Barbaresco, Barolo, Nebbiolo, Barbera e Dolcetto d’Alba, Roero Arnesi, Langhe Rosso e Chardonnay e Moscato d’Asti. Durante il percorso guidato abbiamo avuto la possibilità di poter visitare, oltre che la grande cantina, lo scenografico museo permanente che contiene strumenti storici utilizzati nel tempo per la lavorazione e la trasformazione dell’uva prodotta. Infine la sosta nell’ampia e funzionale sala di degustazione, ci ha consentito di degustare, in un clima ottimale, alcuni vini dell’Azienda come il Barbaresco e il Barbera d’Alba. Molto interessante anche l’idea di coniugare con l’ambiente, una particolare mostra espositiva d’installazioni artistiche realizzate da alcuni virtuosi maestri (Alessandra Morra, Marco Torchio, Barbara Fantaguzzi, Marco Brillante e molti altri).

foto: Fabrizio Francone

Cena di congedo

Le due giornate enogastronomiche hanno trovato un adeguato finale all’hotel- ristorante “Cà del Lupo” di Montelupo Albese, collocato in una costruzione degli anni 70 dal design moderno (l’architetto Bremer ne ha curato la trasformazione da abitazione privata), in una zona assolutamente suggestiva e panoramica. Al ristorante, tra le varie specialità e golosità assaporate, un ottimo risotto con tartufo bianco d’Alba e uno squisito coniglio cotto con fuoco a legna con contorno di patate. Interessante la proposta di buoni vini piemontesi, ma si trovano anche spumanti, champagne e vini d’altre regioni ed esteri. Dalla cantina interrata, realizzata in mattoni, è possibile vedere attraverso alcuni oblò, tutto il fondo della piscina.

foto: Cà Del Lupo

Ringraziamenti

Infine un doveroso e sincero ringraziamento alla famiglia Cerrino per la squisita accoglienza. Per tutta la nostra permanenza nelle Langhe, siamo stati ospitati nel loro agriturismo “Finestre di Langa” di Trezzo Tinella, inserito nell’azienda agricola circondata dai vigneti di proprietà. Comode e belle camere con vista mozzafiato ed abbondanti colazioni con tipiche golosità del posto. Una suggestiva struttura ricettiva, comprendente una bella e funzionale cantina, che mi sento di consigliare a quanti desiderino passare serene vacanze e week end. Non solo, anche il piacere di assaporare in una confortevole sala di degustazione, i buoni vini del patron Sergio Cerrino. Tipici e molto validi i vini prodotti: Moscato d’Asti, Dolcetto d’Alba, Langhe Chardonnay, Langhe Nebbiolo, Langhe favorita e il Barbera d’Asti ed il Moscato Passito. Tutti dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.

foto: Famiglia Cerrino

2024 © Enocibario P.I. 01074300094    Yandex.Metrica