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15° EDIZIONE DEL RANKING DELLE AZIENDE QUOTABILI DEI SETTORI FASHION, BEAUTY, DESIGN E WINE
In diretta streaming da Palazzo Mezzanotte su Summit.Pambianconews.com
Pambianco – società di consulenza strategica che opera nei settori lifestyle – ha celebrato la 15° edizione del premio “leQUOTABILI20” con un’esclusiva premiazione trasmessa in diretta streaming da Palazzo Mezzanotte.
L’analisi si pone l’obiettivo di individuare le società italiane dei settori Fashion, Beauty, Design e Wine che possiedono le caratteristiche economiche, finanziarie e di posizionamento, per essere quotate in Borsa con successo in un orizzonte temporale di 3/5 anni.
La 15° edizione del premio, oltre alla modalità in streaming resa necessaria dalla contingenza sanitaria, è caratterizzata da alcune importanti novità: l’introduzione nei ranking anche delle aziende vinicole e, per la prima volta, l’inserimento della categoria delle small cap (con fatturati inferiori ai 50 milioni di euro) che si affiancano ai ranking abituali dedicati alle aziende con fatturati superiori ai 50 milioni di euro.
Per quanto riguarda la metodologia utilizzata, Pambianco prende ogni anno in considerazione i bilanci delle aziende non quotate dei settori di riferimento e le ordina in un ranking secondo il modello di valutazione della quotabilità sviluppato da Pambianco sulla base dei seguenti 8 parametri:
crescita % (2019-18-17)
ebitda % medio (2019-18-17)
notorietà del marchio
dimensione
export
controllo della distribuzione (DOS + e-commerce)
indebitamento
fascia di mercato (alta, media, bassa)
David Pambianco, CEO di Pambianco Strategie di Impresa, commenta: “Siamo orgogliosi di poter presentare la 15° edizione di questa pubblicazione che, oggi, è considerata un punto di riferimento importante per gli operatori dei settori analizzati. Sempre di più, infatti, aggiudicarsi il premio Pambianco leQuotabili significa per le imprese avere una certificazione della propria capacità di produrre valore. Quest’anno, inoltre, abbiamo voluto ampliare la ricerca andando ad analizzare anche le small cap, raccolte in ranking dedicati. Questa innovazione vuole ulteriormente valorizzare la capacità del nostro Paese di dare spazio anche a aziende che, seppur piccole in termini dimensionali sanno esprimere eccellenza e carattere.”
L’analisi per l’edizione 2020 ha selezionato 40 aziende del Fashion, 10 aziende del Beauty, 20 aziende del Design e 10 del settore Wine oltre ad aver dato spazio alle 5 migliori small cap di ciascun settore considerato. Creatività, eccellenza, intuito e innovazione si sono affermate ancora una volta come le qualità fondamentali per le società del Made in Italy. I mercati azionari hanno dimostrato di credere fortemente nelle storie imprenditoriali italiane contraddistinte da una forte spinta alla crescita, all'internazionalizzazione e all'innovazione e sono in attesa di nuove opportunità di investimento.
VINCITORI 2020
Federico Bonelli, Partner Retail, Fashion & Luxury Leader Strategy & Transactions MED di EY, premia il vincitore del settore Fashion che vede sul “gradino più alto” del podio Golden Goose, che scalza il brand Stone Island sceso in seconda posizione. Il terzetto di testa è completato da Ermenegildo Zegna.
Fra le “piccole” si classificano in prima posizione MC2, seguita da Ciesse Piumini e da Save the Duck.
Tra le aziende del Beauty, premiate da Lorenzo Cotti, Amministratore Delegato di Integra Fragrances ai primi 3 posti risultano: Euroitalia al primo posto, al secondo posto Sodalis e Davines che conquista la terza posizione in classifica.
Nella nuova categoria per le aziende con fatturati sotto i 50 milioni di fatturato, si posizionano invece in prima posizione VeraLab (Estetista Cinica), seguita da Officina di Santa Maria Novella e da Nashi Argan.
Tra le aziende del Design premiate da Barbara Lunghi, Head of Primary Markets di Borsa Italiana: conquista la prima posizione Design Holding che si scambia nuovamente con Minotti sui gradini più alti del podio, mentre Poltronesofà si posiziona al terzo posto.
Nel ranking Small Cap l’azienda Lago conquista il gradino più alto del podio seguito da Edra e da Henge che chiude il terzetto di punta.
Il podio del settore Wine, al suo esordio nella ricerca, è stato premiato da Walter Ricciotti, Managing Partner di Made in Italy Fund e vede al primo posto Antinori, al secondo posto Frescobaldi e Santa Margherita che conquista la terza posizione in classifica.
Fra le “piccole” del Vino italiano troviamo San Guido in prima posizione seguito da Carpineto e da Berlucchi a chiudere il terzetto di testa.
Ai premi di categoria, previsti per il Top Performer di ciascun settore sia nel ranking delle big che delle small cap, è stato affiancato anche quest’anno un “premio speciale” all’azienda che è stata considerata più attenta in termini di Sostenibilità. Artemide si è aggiudicata questo importante riconoscimento introdotto da Fabrizio Negri, Amministratore Delegato di Cerved Rating Agency, partner di Pambianco nella definizione di questo specifico ranking.
L’evento è stato reso possibile dal supporto di Borsa Italiana, Cerved Rating Agency, EY Ernst & Young, Integra Fragrances, Made in Italy Fund, McArthurGlen, Plotini Allestimenti e 18 Montenapoleone.
La premiazione sarà trasmessa in diretta anche sui canali social IG, FB e Youtube di Pambianconews.
Pambianco Strategie di Impresa
PAMBIANCO è una Società di Consulenza che assiste le Aziende lifestyle nella impostazione e attuazione dei loro progetti di sviluppo.
La Società è stata costituita nel 1977 da Carlo Pambianco, dopo un'esperienza manageriale di alcuni anni presso importanti Gruppi della Moda. Da allora Pambianco lavora a fianco delle Aziende e le segue nelle loro scelte più importanti. Interpreta le nuove esigenze dei mercati. Verifica le strategie, il posizionamento competitivo e le strutture organizzative. Segue i cambiamenti di cultura e di gestione delle Aziende. Pianifica tempi e modi di attuazione dei loro progetti di sviluppo. La sede della Società è a Milano, in Corso Matteotti 11, nel cuore della Moda, del Lusso e del Design.
Lucia La Porta
RADICI DEL SUD: APPUNTAMENTO A GIUGNO 2021 CON IL SALONE DEI VINI E DEGLI OLI DEL SUD ITALIA
La XV edizione della manifestazione si terrà dal 9 al 14 giugno 2021 a Sannicandro di Bari (BA). Oltre 120 aziende già confermate ma proseguono le iscrizioni
Radici del Sud conferma la sua XV edizione e si prepara a riportare al Castello di Sannicandro di Bari (BA) il meglio del vino e dell’olio del Sud Italia. La manifestazione, in programma dal 9 al 14 giugno 2021, vede già confermata la presenza di oltre 120 aziende, ma è possibile iscriversi fino ad esaurimento dei posti sul sito www.radicidelsud.it, dove sono indicate tutte le modalità di partecipazione.
La manifestazione di giugno sarà anticipata in primavera da una tre giorni in cui due giurie di giornalisti italiani ed europei testeranno e premieranno i vini presentati dalle aziende per l'edizione 2020, poi saltata a causa dell'emergenza sanitaria. I partecipanti alla nuova edizione potranno invece inviare i vini delle nuove annate al concorso di Giugno.
“L’entusiasmo dimostrato dalle aziende ci riempie di orgoglio – commenta Nicola Campanile, organizzatore dell’evento – Mancano ancora svariati mesi all’edizione 2021 e, nonostante il difficile anno che abbiamo alle spalle, cantine e frantoi hanno già riservato quasi tutti i posti disponibili per partecipare a Radici del Sud. È davvero un bel segnale sapere quante realtà credono fortemente nella nostra manifestazione e ci auguriamo che questa possa essere l’occasione di rilanciare i vini e gli oli del Sud Italia e i loro produttori, dopo questo periodo così duro”.
La XV edizione di Radici del Sud coinvolgerà per la prima volta anche produttori provenienti da Sardegna, Abruzzo e Molise, assieme a quelli già presenti nelle precedenti edizioni di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia.
Le giornate del 12 e del 13 giugno saranno dedicate al Concorso: i vini del Sud Italia, suddivisi per vitigno, saranno giudicati da quattro diverse giurie composte da giornalisti, influencer, buyer internazionali, esperti del settore enologico e addetti ai lavori. Contemporaneamente nelle altre sale del Castello si svolgeranno gli incontri BtoB tra produttori e importatori. Nei giorni precedenti, il 10 e 11 giugno, si terranno invece i wine tour alla scoperta del territorio, dove i produttori incontreranno buyer e importatori provenienti da Paesi europei ed extraeuropei come Svezia, Danimarca, Norvegia, Gran Bretagna, Olanda, Germania, Russia, Polonia, Corea del Sud, Canada e Stati Uniti.
La giornata di apertura al pubblico con il Salone del vino e dell’olio è in programma invece per lunedì 14 giugno, quando operatori di settore e appassionati potranno partecipare ai banchi d’assaggio negli spazi del Castello per incontrare le aziende e degustare i vini e gli oli del Mezzogiorno. È previsto inoltre anche quest’anno un padiglione di vini artigianali, che sarà animato da degustazioni e tavole rotonde dedicate al settore.
L’evento, patrocinato dal Consiglio Regionale e dal Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, da Unioncamere e dal Comune di Sannicandro di Bari si terrà nel pieno rispetto delle misure anti Covid in vigore.
RADICI DEL SUD 2021 - Salone dei vini e degli oli del Sud
Dove: Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari (BA)
Apertura al pubblico: 14 giugno 2021
Orario: dalle 16.00 alle 22.00
Ingresso: kit di degustazione €15 (comprensivo di bicchiere, sacca portabicchiere e quaderno di degustazione)
Parcheggio: disponibile
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.
Carlotta Flores Faccio
FEM: VENDEMMIA 2020 IN TRENTINO
E’ stata una vendemmia difficoltosa per il tempo perturbato di fine agosto e settembre che ha complicato le operazioni di raccolta dell’uva, ma lo sforzo dei viticoltori è stato premiato da una buona produzione (+5,27% rispetto al 2019) e da una qualità dei vini, sia rossi che bianchi, che si presenta buona e al di sopra delle aspettative. In questo quadro emergono due punti di forza della filiera viticola trentina: la vocazionalità del territorio e la vendemmia manuale che ha permesso di raccogliere i grappoli sani con una attenta selezione.
E’ quanto emerge dalla 13esima giornata tecnica della vite e del vino, aperta dall’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli, e dal presidente Mirco Maria Franco Cattani, durante la quale oggi pomeriggio è stata fatta la tradizionale valutazione della vendemmia 2020 e il punto sull’andamento stagionale e fitosanitario dell’annata. Altri tematiche affrontate sono state le varietà resistenti con le prime quattro varietà selezionate da FEM, la gestione del suolo in viticoltura, l'odore di cimice in mosto e vino con le prime evidenze dell'evoluzione della trans-2-decenale. L’incontro organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico è stato moderato dal dirigente Claudio Ioriatti.
Nei saluti iniziali l’assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli, ha puntato l'attenzione sull'importanza della formazione come elemento di crescita per i giovani agricoltori, ma ancora di più come elemento di formazione continua per l'implementazione dell'attività imprenditoriale agricola. E' stato toccato il tema delle fitopatie e l'esigenza di un lavoro di squadra tra ente di ricerca e aziende stesse, nonché ha portato all'attenzione gli importanti risultati raggiunti dalla ricerca FEM in stretto raccordo con altre realtà, in particolare la recente registrazione di quattro varietà tolleranti alle principali patologie della vite, oidio e peronospora, “che va nella direzione di una viticoltura sempre più sostenibile”.
Il presidente Mirco Maria Franco Cattani ha evidenziato l'importanza di questo incontro, giunto alla sua 13esima edizione, che risulta ormai consolidato nel calendario eventi della Fondazione Mach e molto atteso dal mondo vitivinicolo trentino, un'occasione di incontro e aggiornamento per tecnici e viticoltori per fare il punto sull’andamento stagionale e fitosanitario dell’annata, ma anche per una valutazione sulla vendemmia e sulla qualità dei vini.
Andamento stagionale e fitosanitario 2020
Maurizio Bottura ha spiegato che i mesi di marzo, agosto, settembre, ottobre e dicembre sono risultati più piovosi della media, e questo ha determinato una vendemmia con qualche criticità. Dal punto di vista fitosanitario, le preoccupazioni si sono concentrate nelle prime due decadi di giugno con continue piogge che hanno determinato attacchi di peronospora. La comparsa del fungo è stata veloce e solo un’attenta e precisa difesa fitosanitaria ha contenuto le problematiche. Nella fase estiva ingenti sono stati gli attacchi a carico delle foglie delle femminelle. L’oidio non ha destato particolari problemi.
La botrite e/o il marciume acido si è presentata sulle cultivar soprattutto dopo l’ultimo fine settimana di agosto caratterizzato da intense piogge. Le zone più tardive hanno risentito meno della problematica marciumi. Il mal dell’esca è stabile su valori medio elevati. La problematica che sta preoccupando maggiormente i viticoltori è quella dei giallumi. Si conferma un trend in crescita della presenza di viti sintomatiche che necessitano di estirpazione immediata della vite sintomatica e di un’attenta difesa insetticida per abbassare il vettore Scaphoideus titanus, presente in quantità elevate. Le produzioni sono medie con un aumento del 5,7% rispetto al 2019.
La vendemmia 2020: valutazioni e prospettive
Mario Malacarne e Luciano Groff hanno spiegato che l’evento meteorologico cruciale è stata la perturbazione del 29-30 agosto: sull’intero Trentino sono caduti oltre 90 millimetri di pioggia. L’esagerata quantità di acqua caduta ha aperto ad una successiva fase critica per la situazione sanitaria portando a concentrare la vendemmia. Nella seconda decade di settembre ci si è trovati a dover raccogliere quasi simultaneamente tutte le varietà presenti nel panorama viticolo provinciale, anche le più tardive,obbligando nella quasi totalità dei casi a concludere le raccolte rapidamente ad
inizio ottobre. Per contro, la trasformazione si è svolta senza particolari problemi, salvo il ricorso a più consistenti interventi di arricchimento dei mosti. Fermentazioni molto regolari con un‘ottima fermentescibilità dei mosti e produzione limitatissima di acidità volatile, “potremmo spingerci a dire -dicono i tecnici - come mai visto”. Aspetto che non è facilmente spiegabile: lo si può far derivare probabilmente dalla maggiore presenza nelle uve di fattori di crescita dei lieviti attribuibile ad un andamento climatico eccezionale per la regolarità delle precipitazioni, che non ha mai esposto la vite a stress idrici; oppure la limitata presenza di residui di fitofarmaci dilavati dalle abbondanti piogge che hanno assicurato uve particolarmente pulite.
La qualità dei vini è al di sopra delle aspettative, con profili aromatici di tutto interesse e con buona tenuta delle acidità. Nei vini rossi il colore e la dotazione tannica è ottimale, le macerazioni si sono avvantaggiate di una buccia comunque molto matura e fragile che ha permesso di ottenere buone estrazioni dei composti fenolici. Non si osservano particolari criticità legate all’insorgenza di note riduttive-solforate sgradevoli. Il limite maggiore sembra riscontrarsi nella struttura dei vini non sempre ottimale, ma confidiamo che l’attenta gestione sul deposito feccioso fine possa permettere di recuperare sufficientemente il volume del vino desiderato.
Gestione del suolo in viticoltura
Roberto Zanzotti e Raffaella Morelli hanno evidenziato che l’inerbimento costituisce un importante elemento del sistema vigneto. Il suo contenimento e la sua gestione su filare ed interfilare risultano importanti per evitare concorrenza di risorse, in primis acqua ed elementi nutritivi, per controllare lo sviluppo di infestanti e, non ultimo, per favorire le operazioni colturali.
Nell’areale trentino è imprescindibile la gestione con inerbimento permanente in quanto le condizioni meteo-climatiche ne consentono un regolare sviluppo, evitando una diretta competizione con la vite. L’inerbimento ha molteplici obiettivi tra i quali limitare l’attività erosiva, modulare i processi di evapotraspirazione del suolo e ridurre il rischio di compattamento. La produzione di biomassa vegetale, unitamente all’input di lignina derivante dai tralci di potatura, contribuiscono in una certa misura a tamponare le perdite di sostanza organica annuali. I risultati di prove di confronto gestione a lungo termine condotte nei vigneti FEM hanno permesso di verificare che dopo 7 anni di sperimentazione, nei filari interessati da sovescio, è stato registrato un aumento del 29% della componente stabile della sostanza organica. La pratica del sovescio rappresenta un valido approccio per contribuire all’accumulo di sostanza organica nel suolo e di conseguenza all’aumento della sua fertilità.
Le varietà resistenti, una opportunità: le prime quattro varietà selezionate da FEM
Marco Stefanini ha spiegato che nel 2020 dopo diversi anni di valutazione del comportamento di alcuni genotipi resistenti si sono registrati quattro nuove varietà provenienti dall’attività di miglioramento genetico di FEM. Le varietà sono Charvir (Merzling X FR 946-60) adatto come base spumante mantenendo elevato il tenore acidico e bassi livelli di pH; Valnosia (Nosiola XBianca) varietà a bacca bianca con note di nocciola e aromi che richiamano a note tioliche. A bacca nera sono stati iscritti Termantis e Nermantis entrambi ottenuti dall’incrocio (Teroldego X Merzling) con caratteristiche di fruttato e floreale simili al Terodego e livelli di diglucosidi abbondantemente al disotto degli attuali limiti previsti dalla legislazione vitivinicola.
Queste prime varietà tolleranti verso peronospora e oidio sono le prime iscrizioni al Registro Nazionale delle Varietà da Vino, e l’attività nei prossimi anni vedrà la selezione di varietà con geni di resistenza tra oltre 200 genotipi scelti tra i semenzali risultati resistenti alla valutazione fenotipica fatta in celle dove si possono controllare le condizioni di temperatura e umidità in modo da rendere l’ambiente di selezione con condizioni ottimali per lo sviluppo dei funghi. Successivamente questi semenzali sono valutati in pieno campo per le loro caratteristiche produttive. L’attività di valorizzazione di questi genotipi è realizzata dal Consorzio Valorizzazione Vite (CIVIT) realizzato da FEM e AVIT (Associazione Vivaisti Viticoli Trentini).
L'odore di cimice in mosto e vino: prime evidenze dell'evoluzione della trans-2-decenale
Nell’intervento di Mauro Paolini, Loris Tonidandel, Tomas Roman, Sergio Moser, Adelaide Gallo, Roberto Larcher è emerso che in ambito vitivinicolo la presenza delle cimici sui grappoli d’uva, seppur non determini gli stessi disastrosi effetti, ha creato un certo allarmismo a causa dei liquidi fisiologici rilasciati dall’insetto stesso durante la fase di raccolta, pigiatura e spremitura. Tali liquidi, infatti, sono caratterizzati da un odore particolarmente sgradevole che potrebbe in qualche modo compromettere le caratteristiche organolitiche dei prodotti finali. La molecola responsabile della sgradevole nota olfattiva è la trans-2-decenale, un’aldeide insatura caratterizzata da un pungente odore di coriandolo con una soglia olfattiva molto bassa, dell’ordine di qualche µg/L.
Per poter dare una risposta concreta a tale quesito, il Dipartimento Alimenti e Trasformazione del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach ha avviato uno studio sperimentale mirato a valutare i rischi associati alla presenza della cimice, andando a monitorare la stabilità chimica/biochimica e la possibile evoluzione di tale composto in mosto e vino.
I risultati preliminari evidenziano come la molecola responsabile dello sgradevole odore tenda a degradarsi velocemente durante il normale processo di trasformazione da uva a vino. Inoltre, a fine fermentazione e durante la fase di affinamento il processo degradativo continua ma è caratterizzato da una cinetica molto più lenta soprattutto a basse temperature. Sono attualmente in corso ulteriori indagini per cercare di comprendere meglio i processi di degradazione chimica e biochimica che vedono coinvolta la trans-2-decenale nelle matrici enologiche e per identificarne i possibili sottoprodotti.
■ Intervista a Maurizio Bottura – Centro Trasferimento Tecnologico FEM
https://www.youtube.com/watch?v=35zNK5jJtus&feature=youtu.be
■ Sono a disposizione le sintesi tecniche
Silvia Ceschini
SI RIAFFACCIA A CAMOGLI IN LARGO LUIGI SIMONETTI “LA NATIVITÀ” DA SABATO 19 DICEMBRE A GENNAIO
Strategicamente incastonata fra il Dragun (la famosa imbarcazione a remi e a vela simbolo della tradizione marinara di Camogli) che per l’occasione sarà pavesato a festa e la “vecchia” padella della Sagra del pesce, la Natività di Camogli, che tanto successo ebbe negli anni passati in calata Porto, dalla Mancina, maestoso emblema del porticciolo e sotto i piccoli portici del caratteristico vicolo, quest’anno trova casa in Largo Simonetti.
Lo slargo, via di accesso al lungomare, diverrà così non più una semplice via di passaggio ma un punto di attrazione turistica per le tante icone cittadine presenti e qui la Natività di Camogli porterà un tocco di magia.
ASCOT Camogli è orgogliosa di aver accolto anni fa l’idea di Giulia Pirchi e Lorenzo Ghisoli che con la collaborazione del Falegname Andrea Costa interpretarono artisticamente la Natività dandole quel carattere tipico ligure: semplice, lineare e stilizzata, con i colori che sembrano presi in prestito dalle facciate delle caratteristiche case di Camogli. Giuseppe e Maria ed un pastore osservano con trepidazione il miracolo del piccolo nato appena giunto, protetti da una grande Stella Cometa hanno ai piedi i sassi della spiaggia del borgo, inconfondibili. E sono attesi anche i Re Magi, con i loro carichi preziosi.
Illuminata a festa dalla ditta Verdina, anche quest’anno la Natività sarà meta di visitatori, quasi un pellegrinaggio, per salutare la nascita di Gesù ed augurarsi Buon Natale, a Camogli, in Largo Simonetti.
Daniela Bernini
ANCONA NELLA SHORTLIST DELLE CITTÀ CANDIDATE A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2022
Il dossier sul tema La Cultura tra l‘Altro per la corsa al titolo
e la piattaforma dedicata Ancona2022.com
Ancona è tra le dieci città finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022. Delle 28 città che si sono proposte per ottenere l’ambito riconoscimento, la Giuria incaricata dal MiBACT ha decretato la rosa dei 10 progetti di candidatura migliori: Ancona; Bari; Cerveteri (Roma); L’Aquila; Pieve di Soligo (Treviso); Procida (Napoli); Taranto; Trapani; Verbania; Volterra (Pisa).
Una di queste città, entro il 18 gennaio 2021, si vedrà attribuire il titolo.
L’articolato progetto che ha portato Ancona a distinguersi tra le finaliste ha come tema La cultura Tra l'Altro.
Il gruppo di lavoro che ha partecipato al Dossier di Candidatura è composto da chi negli ultimi anni ha contribuito a tracciare i percorsi culturali della città: aziende, enti, associazioni pubbliche e private, istituzioni del territorio che, assieme a un team di giovani, hanno sviluppato 84 progetti originali, cui si aggiungono iniziative di artisti e pensatori della cultura nazionale che hanno deciso di scommettere sulla città dorica. Un percorso di collaborazione corale e sinergico con l’intento di avviare un progetto per il territorio, nel quale la cultura ha un ruolo da protagonista nella metamorfosi della città e delle zone limitrofe. La candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2022 significa, per Ancona, la costruzione di una grande rete partecipata, pubblica e privata, destinata a crescere nel tempo e che affida alla leva culturale le grandi trasformazioni sociali, economiche ed urbanistiche in atto.
Il gruppo ha individuato nell’incontro, nel rapporto con l’Altro, il tema della candidatura.
«Essere finaliste è un onore e una responsabilità, nei confronti soprattutto del territorio regionale» dichiara Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona «Vogliamo essere al servizio di tutta la comunità, come è giusto che sia. Tre cose sono certe: il fatto che la nostra corsa è una corsa di tutto il territorio; il fatto che abbiamo lavorato con concretezza, senza fare il passo più lungo della gamba, e siamo pronti a realizzare tutto quello che abbiamo scritto nel dossier; e infine, il fatto che il lavoro svolto sino ad oggi per la candidatura ha accelerato tante dinamiche e tanti processi culturali da fornire un grande slancio per il domani, comunque vada».
«Per candidarci abbiamo scelto il tema dell'Altro» commenta Paolo Marasca, assessore alla cultura del comune di Ancona «Un tema che è fondamentale per la cultura di ogni tempo, ed è vitale per una città come Ancona, nata, cresciuta e quasi distrutta per mano dell'Altro. Un tema, anche, che oggi assume una valenza ulteriore, e con il quale ci mettiamo a disposizione del Paese per trovare risposte nell'universo complesso delle relazioni, dei legami, degli incontri, ma anche della diffidenza e della distanza. La città ha partecipato con grande impegno e creatività, sviluppando progetti unici e originali, generativi. Sappiamo quanto ve ne sia bisogno».
Nel Dossier
L’altro è l’espressione di un mondo possibile. G. Deleuze
Il processo partecipato della candidatura di Ancona prende il via dalla consapevolezza che oggi più che mai la cultura ha un ruolo sociale: l’identità, l’inclusione, l’uguaglianza, la coesione sociale, la difficoltà insita in ogni forma di relazione sono i temi delle arti e del pensiero contemporaneo e la cultura è la membrana attraverso cui i cambiamenti, gli avvenimenti e le risposte fornite dalla tecnica sono filtrati e guadagnano così un senso, per migliorare l’individuo e la collettività. Il tema dell’Altro è il sistema di legami, relazioni, conflitti, traumi che si compiono tra uomo e uomo, tra uomo e pianeta, tra uomo e tecnica.
Ad Ancona, città di mare, ciò è quanto mai evidente: partenza e approdo, scambio e mercato, viaggio ed esplorazione sono nel DNA di Ancona, che è profondamente segnata, in positivo e in negativo, dal rapporto con le altre genti. La città sorge sul mare, su un promontorio a forma di gomito: da qui viene il suo nome, attribuitole dai Greci di Siracusa, che la fondarono nel 387 a.C. Il promontorio protegge naturalmente il più ampio porto naturale dell'Adriatico centrale, segnando il destino della città: sede di un grande porto romano; rivale di Venezia e Ragusa in Adriatico; Repubblica marinara, assediata, controllata da imperatori, papi, eserciti e mercanti; roccaforte militare dopo il Risorgimento; focolaio anarchico; repubblica indipendente.
Ma l’incontro con l’Altro è stato anche, più volte, ingovernabile: nei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, nel disastroso terremoto del 1972 e nella frana del 1982.
Il tema dell’Altro è declinato in tre grandi sezioni nel Dossier: Altro come Incontro, Altro come Trauma, Altro come Cura.
L’Altro come Incontro racchiude progetti che mettono al centro la relazione e la scoperta dell’altro nell’esistenza individuale e collettiva: mostre, occasioni sociali, concerti, spettacoli con grande interazione con il pubblico, pensati da grandi personaggi della cultura italiana, tra i quali Marco Baliani, Manuel Agnelli e Mauro Ermanno Giovanardi.
L’Altro come Trauma riflette sulle cicatrici, i conflitti, le complessità, le intrusioni che, sempre, derivano dall’incontro con l’Altro. Trauma è conflitto, ma anche gestione del conflitto, confronto che permette a una comunità di crescere, nella coscienza della differenza: tra i pensatori che porteranno i loro contributi, il filosofo Federico Leoni.
L’Altro come Cura comprende i progetti animati da un forte spirito sociale, che si impegnano per la riqualificazione di spazi e che cercano di ricucire un tessuto sociale sfibrato, animati da personalità come lo psicoanalista Massimo Recalcati. Prendersi cura – dell’Altro, della comunità, della propria città, del Pianeta – è ciò che determina una civiltà.
La città si prepara
Ancona si immagina Capitale della Cultura progettando non solo una città, ma un sistema culturale nuovo. Questo impianto progettuale si lega al Piano strategico pluriennale, ideato nel 2013 per aiutare la città a uscire dalla crisi, attualizzato per monitorare la sostenibilità in modo coerente con l’Agenda ONU 2030, e articolato attorno a tre punti focali: Città-Mare, che valorizza la sua posizione nell’Adriatico e l’elemento naturale che le è proprio; Città-Mole perché ad Ancona si trova uno dei più affascinanti complessi monumentali del Paese, la Mole Vanvitelliana, dell’architetto Vanvitelli; Città-Capoluogo, per rivendicare un ruolo centrale nel territorio.
La crisi del 2020 colpisce, dunque, un’Ancona in trasformazione, impegnata in un cambiamento a livello sociale, economico e urbanistico, che affida alla cultura la costruzione di significati nuovi nel tessuto sociale.
Una Capitale di cultura deve interrogarsi sui tre grandi temi emersi con la pandemia: il ruolo della Città oggi, in un’epoca di radicale trasformazione delle relazioni sociali e personali; il ruolo del Corpo e dell’incontro tra corpi, oltre la mera prospettiva tecnico-scientifica; il ruolo della Cultura. Per rispondere a questi interrogativi, Ancona ospita già dal 2021 un processo di formazione biennale a Palazzo Camerata, nel cuore del centro storico: enti di formazione, festival, soggetti scientifici e culturali danno vita ad un centro estemporaneo di formazione per giovani, con incontri, workshop, percorsi didattici e laboratoriali di filosofia, scienza, tecnologia digitale, scienze sociali, arte, per dare un senso e un’intensità al percorso di candidatura e alle iniziative in programma per il 2022.
E, assieme alle persone, anche la città prosegue il suo cammino di preparazione, con importanti interventi di rigenerazione urbana: si concluderà il restauro della Mole Vanvitelliana, con l’apertura di una nuova ala di 6.000 mq, che porta il complesso monumentale a raggiungere i 22.000 mq totali.
Anche lo spazio esterno della settecentesca Mole si trasforma, per l’anno della cultura: i vecchi binari in disuso saranno coperti dal prato e da allestimenti e il mare e le barche ormeggiate nello specchio d’acqua che circonda il monumento diverranno scene per attività ed eventi e per la comunità. Si riallaccia così il legame tra Ancona e il Porto Antico, che diventerà la grande arena per spettacoli all’aperto. La linea della costa torna ad essere unita, in un paesaggio che parla di arte, di archeologia, di lavoro, di scambio e confine: una realtà unica, pedonale e ciclabile, collegata attraverso mezzi pubblici sostenibili, protesa nel mare eppure allacciata senza soluzione di continuità al centro cittadino.
Accanto a questo grande centro di cultura lungo il mare, si lavora in parallelo per rivitalizzare, attraverso la cultura, le periferie: le istituzioni, i festival, le associazioni e i grandi progetti urbanistici ricostruiscono le identità e gli spazi di incontro, riconnettendo le periferie al centro città.
E ancora: il progetto di Ancona si estende oltre i suoi confini. Sono stati rafforzati legami virtuosi e sviluppate idee con altre città marchigiane, a sostegno della candidatura del capoluogo: Loreto con la Santa Casa; Macerata, città del celebre Sferisterio; Recanati, città di Leopardi; Senigallia; Camerano e anche Fano, candidata anch’essa a Capitale della Cultura e pronta ora a lavorare con Ancona per il territorio marchigiano.
La piattaforma Ancona2022.com
Per raccontare e divulgare l’ampio e articolato progetto e dare notizia in tempo reale delle iniziative è stata ideata la piattaforma www.ancona2022.com.
È uno strumento pensato per condividere con cittadini e visitatori come, concretamente, il piano strategico e culturale anima la candidatura di Ancona e ridisegna la geografia culturale della città, fino a comprendere la periferia, le altre città vicine e l’intera Regione.
Fondamentale, in questo senso, il ruolo della mappa, che mostra lo spostamento del baricentro culturale, normalmente focalizzato sui canonici luoghi della cultura, che ora si apre per includere un intero territorio e accogliere anche persone che normalmente non abitano i luoghi culturali.
La piattaforma restituirà tali contenuti attraverso una narrazione immersiva fatta di voci, suoni, immagini e pensieri che insieme racconteranno il tema della candidatura a Capitale, le varie proposte progettuali che sono nate, la ripartenza di una città.
Il dossier di candidatura di Ancona è consultabile QUI
La candidatura di Ancona a Capitale Italiana della Cultura è promossa dal Comune di Ancona con: Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale; Università Politecnica delle Marche; Marche Teatro; MIRA Musei in Rete Ancona; Fondazione Teatro delle Muse; Fondo Mole Vanvitelliana.
Il dossier è a cura del Comune di Ancona, Assessorato alla Cultura, con: Sabrina Maggiori; Carolina Mancini; Andrea Mangialardo; Massimo Pigliapoco; Alessio Ruta.
Ufficio stampa: Delos 335.6769803 – 338.2862620