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TENUTA ALOIS LAGEDER A MAGRÈ SULLA STRADA DEL VINO IN ALTO ADIGE
Ecco i suggerimenti della Tenuta Alois Lageder, i cui vini sanno far emergere al meglio la varietà dell’Alto Adige.
Un’alimentazione sana con molte verdure è importantissima per mantenersi in forma e in salute. Sono finiti i tempi in cui le verdure erano considerate solo un contorno. "Esiste una varietà di deliziosi piatti di verdure. ll GRANDORTO - nostro orto in mezzo ai vigneti - è fonte d’ispirazione per i miei piatti", racconta Alessandro Miragoli lo chef del ristorante Paradeis con certificazione biologica collocato all’interno della
La cucina vegetariana combina in modo raffinato diversi tipi di verdure. Ma a un certo punto sorge la domanda: quale vino può essere abbinato? Soprattutto con le verdure crude, scegliere il vino giusto è una piccola sfida. Ecco allora qualche suggerimento! La barbabietola, detta anche rapa rossa, è ricca di vitamine, ferro e antiossidanti; il suo sapore terroso ma dolce - mangiata cruda come carpaccio - si armonizza con il Lagrein Rosé di Alois Lageder, dal profumo aromatico e fruttato, in bocca è mediamente corposo, morbido e fresco, più intenso di un normale rosé. Se con la barbabietola cuciniamo un risotto magari con pecorino, gli aromi diventano più complessi e quindi è necessario optare per vini acidi, che puliscano il palato come il Mimuèt Pinot Noir della Tenuta che con la sua splendida freschezza e acidità crea un perfetto equilibrio tra la dolcezza della barbabietola e il riso.
Il pomodoro è invece la verdura acida per eccellenza e perciò più difficile da abbinare; se il pomodoro fa compagnia ad altre verdure e viene preparato come piatto alla griglia insieme a melanzane, zucchine e cipollotti, un Alois Lageder Pinot Grigio è un ottimo accompagnamento, grazie alla sua bassa acidità. Mentre verdure verdi come le bietole con delicati aromi vegetali richiedono vini leggeri e non aromatici, come Il Pinot Bianco: la giusta dose di freschezza è l’asso nella manica come abbinamento vegetale che va a compensare per esempio la cremosità nel caso del flan di bietole.
In generale le verdure hanno una grande affinità con il vino bianco ma in alcuni casi scegliere un vino rosso risulta l’abbinamento migliore. Naturalmente la scelta dipende dalla preparazione. Un Lageder Vernatsch - Schiava (vitigno autoctono dell’Alto Adige da cui si ricava un vino che si distingue per freschezza, leggerezza e morbidezza tannica) raffreddato e poco acido si sposa molto bene con la melanzana arrostita. La melanzana grigliata con i suoi aromi invece, si abbina a vini poco tannici e lineari come la cuvée rossa Al Passo Del Leone (Merlot, Schiava, Petit Verdot, Cabernet). Ad ogni verdura il suo vino! Les jeux sont faits !
IL PIGNOLETTO DIVENTA DOC “EMILIA ROMAGNA” SPRINT FINALE PER IL RICONOSCIMENTO DELLA DENOMINAZIONE
Il Pignoletto si lega definitivamente all’Emilia-Romagna: l’assemblea dei soci del Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna, dopo un lungo dialogo con Regione, Ministero e Commissione Europea, valorizza così l’appartenenza regionale di uno dei vini più rappresentativi del territorio.
È il vino che unisce idealmente l’Emilia e la Romagna, con il territorio di produzione e imbottigliamento che si estende da Modena a Forlì, e ora lo diventa anche “nel nome”: il Pignoletto diventerà, a disciplinare approvato, l’unica tipologia della DOC “Emilia Romagna”, grazie alla condivisioni di obiettivi tra il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna e Ministero delle Politiche Agricole. Un progetto che sancirà la tutela europea di quella che è la seconda denominazione enologica più importante della Regione dopo il Lambrusco e che, con 14 milioni di bottiglie, rappresenta un’importantissima fonte di reddito per i viticoltori del territorio.
Dal 2021, quindi, il nome “Pignoletto” si affiancherà, in modo esclusivo, al riferimento geografico dell’Emilia-Romagna – una protezione comunitaria legata al territorio regionale che consentirà a questo vino di avere un riconoscimento ancora più importante sia a livello nazionale che internazionale.
“Con il voto assembleare di oggi si definisce un percorso intrapreso da tempo con gli Enti preposti, che legittima e riconosce il vino che unisce l’Emilia alla Romagna, mantenendo inalterato il territorio, come oggi, a tutela dei suoi produttori. Il Pignoletto rappresenta il vino che negli ultimi anni ha registrato i trend più importanti di crescita a livello nazionale e che al momento, nonostante la pandemia, ha fatto registrare una crescita del 10% nelle vendite in GDO nel primo semestre” sottolinea Carlo Piccinini, Presidente del Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna.
“Con questa proposta, all’apice della piramide qualitativa troveremo la DOCG “Colli Bolognesi Pignoletto”, una denominazione che include un territorio collinare molto ristretto posto a sud di Bologna, mentre la DOC “Pignoletto” diventerà DOC “Emilia-Romagna” e sarà riservata esclusivamente alla tipologia Pignoletto” commenta Giacomo Savorini, Direttore dei Consorzi che oggi tutelano il vino Pignoletto, ossia Consorzio Pignoletto Emilia Romagna e Consorzio Vini Colli Bolognesi -. Il territorio di produzione ed imbottigliamento rimarrà lo stesso, ma in questo modo riusciremo a comunicare ancora meglio la differenza dei territori tra DOCG e DOC mantenendo ed evidenziando le caratteristiche di ciascuna realtà, in modo da valorizzare i pregi dell’una e dell’altra”.
“Siamo contenti che la sinergia tra il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna ed il Consorzio Vini Colli Bolognesi abbia portato il Pignoletto ad essere la seconda denominazione dell’Emilia-Romagna - aggiunge Ivan Bortot, Vicepresidente del Consorzio. - Dobbiamo ora continuare a lavorare perché a tutti i viticoltori sia riconosciuta la redditività del lavoro che svolgono, dando la stessa dignità a produttori di collina e di pianura”.
“Il Pignoletto merita questo riconoscimento, il nome della regione a lui dedicato - conclude Marco Nannetti, Vicepresidente del Consorzio. - È un’operazione che guarda al futuro, che riconosce alla DOCG l’eccellenza produttiva e alla DOC Emilia-Romagna il compito di aprire nuovi mercati. Ringraziamo l’assessorato agricoltura regionale ed il Ministero per l’impegno e per la disponibilità a mettere in gioco il nome della Regione per il vino Pignoletto. L’entusiasmo dovrà essere pari alla serietà che tutti gli attori del progetto dovranno mettere per far sì che questo prodotto meriti i palcoscenici più importanti dell’enologia internazionale”.
Dopo il voto assembleare di ieri inizierà l’iter stabilito dalla normativa. L’auspicio è di veder pubblicata la nuova denominazione e di poterla etichettare dalla prossima campagna vendemmiale.
Luciana Apicella
VINO (ASSOENOLOGI, ISMEA, UIV): VERSO UNA “BUONA” VENDEMMIA
pREOCCUPAZIONE PER TENUTA MERCATI. SERVE CONCERTAZIONE PER PIANO NAZIONALE DI PROMOZIONE
3 SETTEMBRE (ORE 11), CONFERENZA STAMPA ON LINE PRESENTAZIONE DATI UFFICIALI CON MINISTRO BELLANOVA
Si annuncia una vendemmia buona sotto il profilo qualiquantitativo un po' in tutto il Paese ma rimane la preoccupazione dei produttori sul fronte prezzi e tenuta dei mercati. Il quadro di sintesi sulla situazione pre-vendemmiale fornito da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv) alla vigilia della prossima raccolta conferma un contesto congiunturale difficile dove è necessario lavorare per recuperare gli spazi di crescita che si profilano all’orizzonte.
Il settore vino vive un momento decisivo di una stagione complessa: se infatti sul piano climatico e vegetativo al momento si prevede una vendemmia interessante, con uve sane e un ciclo vegetativo che prospetta una raccolta leggermente anticipata, tra i produttori permane un sentiment di incertezza. A pesare, la visione nel breve periodo relativa agli ordini provenienti sia dalla domanda interna che estera, mentre sono migliori le attese di un ritorno ai livelli economici pre-Covid nel giro dei prossimi anni.
Una situazione generale che deve stimolare un rinnovato confronto tra Ministero e filiera per definire strumenti in grado di rilanciare la domanda, con nuove strategie di promozione concertate insieme alle aziende e alle organizzazioni rappresentative per riposizionare presenza e prestigio del vino italiano nel mondo. Servono azioni di rilancio che vadano oltre l’aiuto alla distillazione, il cui impatto sul calo delle giacenze - alla luce dell’esito del bando - sarà molto limitato, e le misure sulla riduzione delle rese, i cui effetti reali non si vedranno prima della conclusione delle operazioni vendemmiali e della presentazione delle dichiarazioni di produzione.
Sul fronte dell’andamento climatico, aprile e maggio hanno riportato temperature miti e piovosità scarsa, diversamente da giugno e in buona parte luglio in cui le condizioni termiche rilevate sono state lievemente inferiori alla norma, con piovosità abbondante e ondate di calore limitate agli ultimi giorni del mese. Sul piano fitosanitario, i vigneti si presentano sani, con pochi focolai di infezioni a macchia di leopardo lungo la Penisola. Solo in alcune zone del Trentino e del Friuli la peronospora ha causato danni, anche se la situazione è sotto controllo, mentre l’oidio è stato rilevato con maggior presenza in Romagna, Toscana e Abruzzo. Una condizione positiva, nella consapevolezza che tutto è ancora in gioco: le prossime settimane saranno determinanti per le basi spumante e i prossimi mesi per gli altri vini.
I dati ufficiali della vendemmia saranno resi noti giovedì 3 settembre (ore 11.00) nel corso di una conferenza stampa online a cui parteciperà il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova. Le modalità di partecipazione e il link di collegamento saranno comunicati al più presto.
Benny Lonardi
TEDESCHI: I SUOI TRE CRU, MONTE OLMI, LA FABRISERIA E MATERNIGO
Una passeggiata alla scoperta della natura della Valpolicella
L’azienda Tedeschi promuove passeggiate e degustazioni guidate alla scoperta dei vigneti di proprietà della famiglia. Un'occasione enoturistica unica per comprendere e apprezzare lo stile e l’eleganza dei vini della Valpolicella, area da sempre vocata alla produzione di grandi espressioni vinicole.
Tre sono gli itinerari proposti: il primo è dedicato al Monte Olmi, storico vigneto che appartiene alla famiglia dal lontano 1918. È da questa accurata selezione d’uve che ha origine uno dei primi cru di Amarone della Valpolicella, il Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella DOCG Classico Riserva, vino rappresentativo dell’azienda e del territorio. Questa prima passeggiata prevede un’immersione nella natura della collina di Pedemonte con arrivo a Monte Olmi, dove sarà possibile degustare il vino tra le terrazze dei muri a secco, tipici della zona.
Il secondo è riservato alla scoperta de La Fabriseria, vigneto in alta collina della zona classica, tra i comuni di Sant’Ambrogio di Valpolicella e Fumane, per conoscere le caratteristiche dei suoli e avvicinarsi ai princìpi della viticoltura. Qui la vista toglie il fiato: dalla Valpolicella si arriva a scorgere il Lago di Garda. Durante questo secondo tour sono in programma assaggi in vigna del cru La Fabriseria Valpolicella DOC Classico Superiore e un’interessante sosta a San Giorgio della Valpolicella, uno dei borghi più belli d’Italia, con la sua caratteristica Pieve romanica dallo straordinario valore architettonico e artistico. Per questo tour è richiesto il trasferimento con la propria auto dall’azienda al vigneto.
Al rientro in azienda è prevista una degustazione di altri cinque vini rappresentativi di Tedeschi e del territorio, incluso l’Amarone della Valpolicella Marne 180 abbinato a piccoli assaggi di prodotti di gastronomia locale.
Per il terzo itinerario ci si sposta nella Tenuta Maternigo, un’oasi naturale circondata dal bosco con 84 ettari di terreno, di cui 33 a vigneto, tra i comuni di Tregnago e Mezzane di Sopra; siamo in alta collina, con esposizione prevalentemente Sud e Sud-Ovest, ad una altitudine che varia dai 290 ai 480 m s.l.m.. Si parte da Mezzane di Sotto con direzione Maternigo, un luogo particolarmente vocato, dalle singolari caratteristiche del terreno. Tra i filari, la degustazione del cru Maternigo Valpolicella DOC Superiore. La visita enogastronomica continua presso Villa de Winckels (Via Sorio 30, Tregnago) per gustare i piatti tipici della tradizione veronese accompagnati da altri prodotti dell’azienda.
Tre esperienze uniche, dai tratti eccezionali, alla scoperta di una Valpolicella autentica, capace di raccontare la storia di un territorio ricco di tradizione, cultura e persone.
Info: https://visit.tedeschiwines.com/it/5ece5eb49e82f735b9133451?lang=it
Lucia Boarini
PER IL FORMAGGIO PIAVE LA RIPARTENZA È “DOP
Le sue caratteristiche nutrizionali incontrano le nuove esigenze dei consumatori che premiano l’origine made in Italy, la qualità delle materie prime e l’assenza di glutine e lattosio.
Salute, italianità e qualità sono le chiavi del Food post Coronavirus, e il Piave DOP soddisfa pienamente tutte e tre le condizioni. L’inaspettata e improvvisa pandemia Covid-19 ha istantaneamente ridefinito equilibri e gerarchie di valori e preferenze, rafforzando alcune tendenze o imponendone di nuove. I dati dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy 2020, recentemente presentati, confermano l’importanza dell’origine e dell’italianità, raccontata da vari cliam, primo su tutti il marchio DOP. I prodotti a marchio DOP hanno generato nel 2019 l’1,2% delle vendite del paniere alimentare dell’Osservatorio e sono stati tra i più performanti dell’anno, con un incremento del +7,1%. Il formaggio Piave è un vero e proprio ambasciatore dei valori di questo marchio, anche grazie al progetto europeo “Nice to eat EU” di cui è protagonista che è interamente incentrato sull’educare il consumatore a riconoscere i prodotti a marchio di tutela, aumentando sia il livello di consapevolezza in termini di sicurezza alimentare, autenticità e tracciabilità sia il loro consumo. Il trend di crescita dei prodotti DOP non dovrebbe subire battute d’arresto, anzi: il periodo del lockdown ha portato a un incremento dei consumi di qualità e i prodotti DOP ne hanno beneficiato.
Anche i prodotti senza glutine e senza lattosio sono particolarmente ricercati e apprezzati dai consumatori: i “gluten free” superano il 14% del totale delle vendite food mentre quelli dichiarati in etichetta come senza lattosio hanno evidenziato un trend molto positivo (+3,6% rispetto al +2,9% del 2018) che ha portato questo paniere a toccare il 4,5% di quota sulle vendite complessive del comparto alimentare dell’Osservatorio Immagino. Il Piave DOP, oltre ad essere senza glutine, è naturalmente privo di lattosio, nelle stagionature Mezzano, Vecchio, Vecchio Selezione Oro e Vecchio Riserva, poiché il lattosio viene degradato grazie al tradizionale processo di produzione e stagionatura. “Oggi la scelta di un prodotto si base sempre più sulle informazioni riportate in etichetta, che arricchiscono di nuovi contenuti il processo decisionale del consumatore che vuole sapere molte più cose su ciò che compra e consuma – afferma Chiara Brandalise, Direttore del Consorzio di tutela del Piave DOP -. In questo momento di crisi per l’intera economia mondiale saranno proprio le nostre caratteristiche più autentiche a segnare la strada per la ripartenza. Ora più che mai i prodotti DOP riescono a garantire qualità e sicurezza”. L’orgoglio dell’essere interamente “made in Italy”, il valore della tradizione e di una storia sedimentata nei secoli, la promessa di un’esperienza gastronomica eccellente e i suoi valori nutrizionali, rendono il formaggio Piave DOP un alimento particolarmente adatto a rispondere alle nuove richieste dei consumatori.
Risponde bene anche alle aspettative di salute e benessere poiché le modificazioni biochimiche che intercorrono durante la stagionatura rendono grassi e proteine facilmente assimilabili. È inoltre un prodotto genuino, costituito solo da latte fresco bellunese, fermenti lattici, caglio e sale e completo sotto il profilo nutritivo perché contiene aminoacidi essenziali, calcio e fosforo. Disponibile in 5 tipologie, a seconda dei tempi il Piave DOP (www.formaggiopiave.it), è prodotto con latte che proviene esclusivamente dalla provincia di Belluno e, per almeno per l’80%, da tre razze bovine tipiche della zona: la Bruna italiana, la Pezzata Rossa italiana e la Frisona italiana.
Fra gli obiettivi principali del Consorzio di Tutela vi è la promozione del marchio formaggio Piave DOP e la divulgazione di corrette informazioni sulle specificità del prodotto, oltre alla comunicazione on e offline per favorirne la conoscenza e ampliarne il consumo; è possibile seguire il Consorzio e il progetto Nice to Eat EU su Instagram @nice_to_eateu, Facebook @NiceToEatEU (FB) e YouTube (all’omonimo canale) e con l’hashtag ufficiale #Nicetoeateu, oltre che sul sito www.nicetoeat.eu
Blancdenoir Communication Agency