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SPRECO ALIMENTARE, FIPE PREMIATA A ROMA PER IL PROGETTO RIMPIATTINO
Il consigliere Citterio: “Abbiamo evitato che il cibo di 15mila pasti
finisse tra i rifiuti”
“La battaglia contro lo spreco alimentare è prima di tutto culturale e gli oltre 110mila ristoratori italiani sono pronti a diventare dei formidabili educatori sul territorio. Grazie al progetto Rimpiattino, realizzato insieme a Comieco, siamo riusciti a evitare che la quantità di cibo di circa 15mila pasti ordinati e non consumati venisse gettata tra i rifiuti, come purtroppo accade troppo spesso. Le cosiddette doggy bag, molto diffuse specie nei paesi anglosassoni, finora hanno faticato a prendere piede in Italia, ma grazie a questa iniziativa speriamo di aver messo in moto un processo virtuoso. Essere stati premiati da un'eccellenza quale è l'associazione Last Minute Market, la prima a sollevare in Italia il problema dello spreco alimentare, è per noi motivo di grande orgoglio e ci spinge a diffondere in maniera sempre più capillare il Rimpiattino”.
Così Rodolfo Citterio, consigliere di Fipe - Federazione italiana dei Pubblici esercizi, commenta il riconoscimento ricevuto oggi pomeriggio a Roma, presso il ministero dell'Ambiente, nell'ambito della 7° edizione del premio Vivere a Spreco Zero.
Il progetto Rimpiattino è stato ritenuto il migliore nella categoria “Imprese”. Un progetto cui la Fipe ha cominciato a lavorare in seguito all'entrata in vigore della legge 166, la prima sullo spreco alimentare, che ha visto come prima firmataria l'on. Maria Chiara Gadda e che è divenuto realtà nel corso del 2019, prima a Firenze e poi nel resto d'Italia.
“Gli ultimi dati testimoniano che non sono i ristoranti il luogo in cui si spreca la maggior quantità di cibo – sottolinea Citterio –, ma questo non significa che anche i ristoratori non debbano dare il loro contributo. Nel corso dell'anno abbiamo distribuito 35mila rimpiattini in 875 ristoranti di 22 città e la risposta dei clienti è stata straordinaria. A questo progetto si accompagna il manifesto per una cucina a spreco zero e un lavoro per rendere sempre più sostenibile la ristorazione italiana, che è un'eccellenza che tutto il mondo ci invidia. Ora anche di più”.
Andrea Pascale – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 3938138965
ONAV GENOVA: CENA DEGLI AUGURI
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TASTING NEL REGNO DEL TIMORASSO
di Virgilio Pronzati
Foto di Claudia Paracchini
Claudia Paracchini, amica, sommelier professionista e collaboratrice ai miei stessi siti Tigulliovino e Enocibario, circa due mesi fa mi ha coinvolto in un viaggio enologico nel Tortonese alla ricerca del Timorasso, con tappe nelle cantine di tre produttori: Luigi Boveri, Claudio Mariotto e Walter Massa. Ma prima di passare al tasting dei vini dei produttori citati, parliamo un po della zona.
Luigi Boveri con i figli
Sino a vent’anni fa, il Tortonese era considerato la Cenerentola del Piemonte vitivinicolo. Tra le cause, la mancanza di grandi e blasonate cantine, i prezzi più bassi sia delle uve che dei vini rispetto alle altre zone produttrici, la gran vendita di vini sfusi in damigiane e taniche e, la mancata citazione di questi vini sulle riviste cosiddette specializzate o un certo disinteresse da parte della stampa di settore.
Uno dei vini di Luigi Boveri
Oggi fortunatamente le cose sono cambiate. Il merito di ciò va in primis al viticoltore Walter Massa che, col suo Timorasso, ha richiamato l’attenzione su di se, facendo non solo parlare e scrivere del territorio, ma stimolando altri produttori a produrre vini di pregio. Oggi la qualità dei vini dei vari produttori è certamente di buon livello. Così anche il loro numero. Dai pochi produttori del passato recente, oggi sono più di cinquanta, di cui oltre trenta associati al Consorzio di Tutela Colli Tortonesi.
Claudio Mariotto
Strumento creato con le finalità di fornire alle aziende vitivinicole associate, i mezzi tecnici per migliorare non solo nel vigneto ed in cantina per produrre così vini di qualità, ma anche – fattore tra i più importanti – per promuoverne l’inserimento nei vari segmenti del mercato e diffondere e valorizzare l’immagine delle cinque valli, Curone, Grue, Ossona, Borbera e Scrivia. Da alcuni lustri i vini Doc tortonesi di vari produttori, sono inseriti sulle più importanti e seguite guide nazionali di settore.
Uno dei vini di Claudio Mariotto
Il Tortonese è terra di confine, crocevia strategico di antichi popoli, dove la vite è coltura millenaria. Il comprensorio viticolo D.O.C. tutelato dal Consorzio Colli Tortonesi presieduto da Gian Paolo Repetto è costituito da quarantasette comuni, aventi tutti un denominatore comune: la predisposizione geologica e climatica ad ospitare una viticoltura di elevata qualità. La superficie vitata è di circa 300 ettari con un milione di bottiglie commercializzate, di cui 170 ettari di Timorasso da cui derivano circa 500 mila bottiglie dell’omonimo vino.
Walter Massa e Claudia Paracchini
I Vitigni
La coltivazione della vite nel Tortonese risale ad oltre 2000 anni fa. Tortona, l’antica Derthona fu città dei Liguri, poi occupata dai Romani. Sin da quei tempi, arroccata in collina, la vite era presente. Quindi la sua vocazione viticola può stare alla pari di altre di maggior notorietà. I vitigni coltivati maggiormente sono il cortese e il barbera, in minor misura il dolcetto, chiamato in loco nibiò o nebiò, il riscoperto timorasso, e altri a bacca bianca e nera, raccomandati e autorizzati nella provincia di Alessandria.
Alcuni vini di Valter Massa
I Vini
La Doc Colli Tortonesi comprende 30 comuni con epicentro Tortona, in provincia di Alessandria. Undici vini che con indicazione aggiunta diventano ben 21 tipologie di vino. Quindi un ventaglio di vini per accompagnare molteplici piatti.
I vini “Colli Tortonesi” D.O.C.
“Colli Tortonesi” Bianco
“Colli Tortonesi” Bianco frizzante
“Colli Tortonesi” Cortese
“Colli Tortonesi” Cortese Frizzante
“Colli Tortonesi” Cortese Spumante
“Colli Tortonesi” Cortese Riserva
“Colli Tortonesi” Favorita
“Colli Tortonesi” Timorasso
“Colli Tortonesi” Timorasso Riserva
“Colli Tortonesi” Moscato
“Colli Tortonesi” Chiaretto
“Colli Tortonesi” Chiaretto frizzante
“Colli Tortonesi” Rosso
“Colli Tortonesi” Rosso frizzante
“Colli Tortonesi” Barbera
“Colli Tortonesi” Barbera Superiore
“Colli Tortonesi” Barbera Riserva
“Colli Tortonesi” Dolcetto
“Colli Tortonesi” Dolcetto novello
“Colli Tortonesi” Freisa
“Colli Tortonesi” Croatina
Nella medesima Doc sono previste le sottozone Monleale (un vino) e Terre di Libarna (4 vini).
DOC del 1973 con modifica del disciplinare nel 7 ottobre 2011 (G.U. n°253 del 29 ottobre 2011 e 2012). “Nell’87 - ci dice soddisfatto Gian Paolo Repetto - di Timorasso c’era solo mezzo ettaro. Oggi gli ettari sono ben 170 (non tutti in produzione), mentre la produzione di vino è di quasi 500.000 bottiglie."
Da sinistra: Virgilio Pronzati, Gian Paolo Repetto e sua moglie Marina
Il Tasting
Prima tappa alla cantina Boveri Luigi di Costa Vescovado. Un’azienda a carattere famigliare diretta dal nipote del fondatore, che si estende su una superficie complessiva di 15 ettari coltivati a Barbera, Timorasso, Cortese, Croatina e Moscato. Dal 1992 Luigi Boveri, abbandona altre colture indirizzandosi verso una viticoltura specializzata. Dalle uve selezionate e vinificate nella nuova cantina costruita nel 1997, Boveri realizza vini di buon livello qualitativo. Ecco i Colli Tortonesi degustati. Filari di Timorasso 2017: floreale-vegetale, fruttato ed ampio al naso; sapido, minerale, caldo, di gran corpo e persistenza in bocca. Derthona Timorasso 2017: sentori varietali e floreali al naso; sapido, fresco e minerale, di buona struttura e continuo in bocca. Vignalunga Barbera 2015: intenso, fruttato e speziato al naso; caldo, di gran corpo e persistenza in bocca. Sensazioni Croatina 2016: vinoso e fruttato al naso; caldo, leggermente tannico e pieno in bocca.
Uno dei vini di Gian Paolo Repetto
Seconda tappa da Claudio Mariotto di Tortona. La cantina Claudio Mariotto è un’azienda a conduzione familiare che si trova a Vho, a pochi chilometri da Tortona, fondata dal bisnonno Bepi nel 1920, è gestita ora da Claudio Mariotto. Dai 26 ettari vitati di proprietà con viti di oltre cinquant’anni, in particolare Barbera e Timorasso, Mariotto produce vini di grande spessore, personalità ed armonia. I vini Colli Tortonesi degustati. Tre Derthona Timorasso 2017: Cavallina, Bricco San Michele e Derthona. Tre vincenti alfieri del Timorasso, che al naso spaziano dalle note composite vegetale-floreali al deciso bruttato. Al sapore sono di molta ma equilibrata struttura e persistenza. Una testimonianza della longevità del Timorasso: Il Derthona 2007 è godibile ancor oggi. Il Barbera Vho 2015 oltre l’indubbia impronta varietale, promette di migliorarsi nell’arco di un lustro.
Paolo Ghislandi mentre presenta i suoi vini
Terza tappa un bar trattoria di Monleale, poi la cantina di Walter Massa. Infatti essendo già in notevole ritardo, Walter ci aspetta con l’inseparabile Pigi, il presidente del Consorzio di Tutela Colli Tortonesi Gian Paolo Repetto e sua moglie Marina, ed altri amici ad un tavolo dove troneggiano bottiglie, salumi e formaggi. La famiglia Massa coltiva vigneti sin dall’800. Un retaggio storico invidiabile. Ma è nella storia recente che Massa ottiene unanimi consensi ed importanti riconoscimenti. Negli anni Ottanta, Walter intuisce le potenzialità dell’antico vitigno Timorasso e, sperimentando tecniche diverse in vigneto ed in cantina, ottiene vini compositi e col tempo complessi, che possono competere con i blasonati bianchi nostrani ed esteri. Non solo: Risolleva l’immagine e la qualità del Barbera locale e fa da traino all’intera zona produttiva, creando nel contempo altri bravi produttori.
Uno dei vini di Paolo Ghislandi
Ecco i vini Derthona assaggiati. Sterpi 2017: sentori intensi di resine boschive, nocciola e mandorla secche; in bocca e secco, sapido e minerale, pieno e continuo. Costa del Vento e Montecitorio 2016. Il primo è floreale-vegetale, di molta persistenza al naso. Secco, molto sapido, minerale, di gran corpo e continuità. Il secondo ha sentori floreali e di erbe officinali e agrumi; in bocca è decisamente secco, sapido, minerale, di buon corpo e persistenza. Di seguito, il Derthona Timorasso 2017 dell’Azienda Agricola Repetto Gian Paolo: intensi sentori floreali e di agrumi, in bocca spiccano sapidità e mineralità.
La zona di produzione dei vini Colli Tortonesi DOC
Altri vini da citare, quelli della Cascina I Carpini di Pozzol Groppo. Paolo Ghislandi il patron dell’azienda, essendo stato assente nel nostro tour di assaggio, ci ha inviato i seguenti cinque vini. Timox Vino Bianco da uve Timorasso: sentori floreali-fruttati di fiori d’acacia, pesca selvatica e mandorla amara. In bocca è molto secco e sapido, minerale, caldo, pieno e persistente. Colli Tortonesi Timorasso 2017: al naso fiori d’acacia e narciso e umori boschivi. Secco, caldo e sapido, minerale con lieve percezione tannica, pieno e continuo.
Spumante di Qualità (uve Timorasso) con perlage fine, discretamente fitto e continuo. Intenso al naso con netti sentori di limone verde, acacia e umori boschivi. Fresco, sapido, minerale, di buon equilibrio al salire. Colli Tortonesi Timorasso Rugiada del Mattino 2017: Naso intenso e persistente, con sentori di limone, melissa, salvia e pesca bianca selvatica. Secco ma equilibratamente morbido, sapido, leggermente minerale, di buon equilibrio. Colli Tortonesi Timorasso Riserva Brezza d’Estate 2012: fine, complesso e persistente con sentori di fiori di campo, d’acacia e mentastro un pò appassiti. In bocca è decisamente secco, sapido e minerale, caldo, pieno e persistente.
Grappoli di Timorasso
Il Timorasso: Un vino un po’ fuori dagli schemi, di molta personalità, con sentori vegetali-fruttati, di netta e piacevole mineralità, pieno ma snello e, per un bianco, di non comune longevità. Caratteristiche organolettiche riscontrate con percezioni variabili in tutti i Timorasso. Ovvio, che quelli più giovani marcavano sentori fruttato-vegetali, sapidità, freschezza e mineralità. Quelli di 3-4 anni, hanno evidenziato sentori più compositi, struttura equilibrata e buona persistenza. Di più anni, hanno espresso sentori più complessi (fiori d’acacia appassiti, frutti bianchi e agrumi quasi maturi e un po’ piacevolmente avvizziti, mentre in bocca erano secchi ma discretamente morbidi, sapidi e minerali, caldi, pieni e continui, con fondo minerale-amarognolo. Un filo conduttore che unisce terroir e produttori. Segno distintivo della vocazione del Tortonese.
SVELATA OGGI LA MAXI COSTRUZIONE DELL’UOMO VITRUVIANO UN UNICUM NEL SUO GENERE
Sul grande palco di Piazza del Comune è stata svelata la maxi costruzione dell’Uomo Vitruviano realizzata interamente in Torrone dal maestro pasticciere Mirco della Vecchia.
La maxi scultura di Sperlari, che come ogni anno realizza un’opera d’arte in occasione della Festa del Torrone, quest’anno in omaggio al Genio del Rinascimento, Leonardo da Vinci “questa opera d’arte – spiega Piergiorgio Burei Ceo di Sperlari - rappresenta l’equilibrio delle proporzioni del corpo umano, noi abbiamo voluto farne una struttura a grandezza umana affrontando una grande sfida. E’ un unicum nel suo genere e vorremmo regalarla alla città di Cremona, - prosegue Burei - e portarla in giro per l’Italia perché pensiamo che possa testimoniare una cosa unica nella sua specie”.
Non solo bella ma anche buona, “per realizzare questa maxi scultura – spiega Mirco della Vecchia - abbiamo utilizzato 600 kg di torrone ma la vera sfida è stata sicuramente l’umidità di questi ultimi giorni che ci ha messo a dura prova, ci sono voluti 15 giorni di intenso lavoro ma siamo assolutamente molto soddisfatti del prodotto finale, un uomo vitruviano di 2,20 metri di altezza, decisamente imponente e non poteva essere altrimenti visto che l’omaggio è al genio di Leonardo da Vinci”.
Il torrone utilizzato è assolutamente fondamentale e Sperlari mantiene ferma la tradizione Italiana, “mandorle, nocciole, miele e albume, - spiega Burei - gli ingredienti alla base della nostra produzione”.
Info su www.festadeltorrone.com
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Alessia Testori
346 6165338
Valentino Tesi Miglior Sommelier d'Italia 2019
Si chiama Valentino Tesi il vincitore dell’edizione 2019 del concorso “Miglior Sommelier d’Italia Premio Trentodoc”. Il sommelier della Delegazione di Pistoia ha battuto in finale il molisano Carlo Pagano. Al terzo posto ex aequo il bergamasco Stefano Berzi e il bresciano Artur Vaso, superati nella semifinale.
LA SINERGIA TRA AIS E ISTITUTO TRENTODOC. “La finale del premio – ha dichiarato Antonello Maietta, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier – ha dimostrato il livello qualitativo della scuola di formazione messa in campo da AIS e la condivisione dei valori di un territorio di grande pregio come quello del Trento Doc”.
“La collaborazione dell’Istituto Trento Doc con AIS – secondo il Presidente Enrico Zanoni – prosegue proficuamente da alcuni anni, così come la partnership del premio Miglior Sommelier d’Italia, che coniuga l’eccellenza della professionalità e competenza dei soci AIS con la costante crescita qualitativa e di reputazione della produzione dei nostri associati”.
L’ENOTURISMO PER PROMUOVERE I TERRITORI. Al centro del Congresso si è dato spazio a due interessanti tavoli sul rapporto fra l’AIS e il turismo enogastronomico e sul ruolo del sommelier come figura di riferimento in quest’ambito, un esperto a cui sono richieste sempre più competenze interdisciplinari affiancate alle più tradizionali abilità professionali. Il convegno di apertura, inoltre, ha messo in rilievo la trasformazione del terroir in vera e propria destinazione turistica. Numeri significativi sono quelli che giungono dall’Università di Bergamo, che in uno studio del 2018 ha evidenziato, nella scelta di una destinazione, l’importanza della presenza di un’offerta enogastronomica per il 63% degli italiani e per il 49% degli stranieri intervistati. Il sommelier può promuovere le tendenze crescenti del benessere e della sostenibilità, puntando sulla capacità di offrire accoglienza e di divulgare attraverso il vino i temi della cultura e del bello.
COMPETENZA PROFESSIONALE E SOLIDARIETÀ. Durante la tre giorni di Verona si è svolta anche l’Assemblea dei Soci, in cui i vertici associativi hanno tracciato i prossimi progetti in cantiere. L’incontro è stato anche l’occasione per celebrare la settima edizione del Premio Surgiva, ideato dal Gruppo Lunelli e consegnato quest’anno da Camilla Lunelli. Tra le delegazioni di Agrigento, Comuni Vesuviani e Genova ha vinto la solidarietà del capoluogo ligure, premiato dalla giuria per la sensibilità dimostrata con la realizzazione di iniziative benefiche in sostegno della Fondazione Ghirotti, di Save the Children e delle attività produttive colpite dal crollo del Ponte Morandi nell’estate 2018.
ALLA SCOPERTA DI VERONA E DINTORNI. La manifestazione ha dato la possibilità ai congressisti e ai loro accompagnatori di scoprire le ricchezze di un territorio denso di storia e di tradizioni legate al cibo e al vino. Dalla Valpolicella ai Colli Berici, dall’area del Soave ai Colli Euganei: escursioni, visite alle cantine e degustazioni sono state al centro del programma congressuale. “Siamo orgogliosi di aver offerto una serie di banchi d’assaggio – ha dichiarato Marco Aldegheri, Presidente di AIS Veneto – con ben 100 aziende della regione selezionate tra quelle con i migliori risultati sulle Guide Vitae e Vinetia 2020, che a breve saranno inviate alle sedi diplomatiche italiane nel mondo”.
LA FORMAZIONE PROFESSIONALE SEMPRE IN EVIDENZA. Tre sono anche i vincitori delle borse di studio offerte dalla distilleria Bonaventura Maschio nell’ambito del Master di specializzazione sulle acquaviti d’uva dal titolo “La Ricerca dell’Eccellenza”: Graziano Pietragalla titolare de La Goriziana Club a Rionero in Vulture (PZ), Andrea Galantini impiegato presso la Wineria di Arezzo ed Eros Cattapan, professore dell’IPSSAR Giuseppe Maffioli di Castelfranco Veneto (TV). Un appuntamento che si rinnova ormai da tempo, a beneficio dei nuovi sommelier, con l’auspicio di ritrovarli tra un anno sul palco di Bologna, sede del prossimo Congresso Nazionale.
Ufficio Stampa Associazione Italiana Sommelier
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