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PANINO CON LAMPREDOTTO PIU' GRANDE DEL MONDO
Ecco il panino al lampredotto più grande del mondo: 70 kg per un metro e 20 di diametro
In occasione della Giornata nazionale delle Tradizioni Popolari
Appuntamento sabato alle 16 alle Murate
1,20 metri di diametro e 70 kg: è il panino al lampredotto più grande del mondo. Una bontà da guinness dei primati che sabato 26 ottobre, alle 16, verrà preparata e soprattutto mangiata alle Murate, al Caffé Letterario. Una festa del lampredotto da non perdere per chi ama lo street food fiorentino, organizzata dall'associazione culturale Bang, il Quartiere 1 e realizzata grazie alla collaborazione con Conad, La Buticche di' Lampredotto di San Frediano, MegaMagie del Pane e Bambi-Tripperia Fiorentina.
L'occasione è la Giornata nazionale delle Tradizioni Popolari e non poteva esserci modo migliore di festeggiare che realizzare un panino mai visto prima, da mangiare tutti insieme e gratis.
"Il lampredotto è il simbolo della cucina povera da strada - commenta Mirco Rufilli, consigliere comunale e ideatore della festa - ma è soprattutto condivisione, è l'essenza di una fiorentinità autentica. Un valore identitario a cui non rinunciamo e che anzi intendiamo valorizzare. Per questo sarebbe importante realizzare finalmente un consorzio del lampredotto, una struttura cittadina che sia in grado di rafforzare la tutela del prodotto e promuovere questa tradizione in maniera capillare e organizzata"
“Quando la nostra tradizione gastronomica si sposa con eventi come questo non possiamo che esserne al fianco - ha detto l’assessore alle Attività produttive Federico Gianassi, che sabato sarà alle Murate - Street food fiorentino per eccellenza, il panino con il lampredotto questa volta sfida se stesso con questo mega panino. Sarà una bella occasione per valorizzare uno dei nostri più gustosi piatti nella giornata dedicata alle tradizioni popolari”
Clara D'Acunto
APERTE LE ISCRIZIONI PER GRANDI LANGHE 2020
IL 27 E 28 GENNAIO AD ALBA SI DEGUSTANO LE NUOVE ANNATE DELLE DOCG E DOC DI LANGA E ROERO. L’EVENTO DEDICATO AGLI OPERATORI DI SETTORE E FIRMATO DAI CONSORZI DI TUTELA SI PREPARA ALLA QUINTA EDIZIONE
Sono aperte le iscrizioni per partecipare a Grandi Langhe 2020, la due giorni di degustazione delle nuove annate di Docg e Doc di Langhe e Roero in programma il 27 e il 28 gennaio ad Alba. Da questa edizione, la quinta, l’evento diventa annuale e sarà sempre a fine gennaio, diventando di fatto il primo appuntamento nell’eno-calendario delle anteprime del vino in Italia. In regia due Consorzi di tutela: il Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e il Consorzio Tutela Roero.
Dal 2013, Grandi Langhe è un evento riservato agli operatori professionali: l’edizione 2019 ha registrato oltre 2000 ingressi di buyers, ristoratori, enotecari, sommeliers, da oltre 30 paesi europei ed extra europei. Parteciperanno 200 cantine con oltre 1500 etichette in degustazione. Quest’anno si potranno assaggiare le nuove annate di Barolo 2016, Barbaresco 2017 e Roero 2017, e delle altre denominazioni di Langhe e Roero.
«Grandi Langhe è un evento imperdibile ed essere i primi sul calendario delle degustazioni ci porta indubbiamente dei vantaggi. Spostare la manifestazione a fine gennaio e renderla annuale sono state senz’altro scelte vincenti» ha dichiarato il Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani Matteo Ascheri.
«Nel 2020 poi, dopo aver ‘giocato in casa’ con Grandi Langhe, presenteremo le nuove annate di Barolo e Barbaresco a New York. Con il Barolo & Barbaresco World Opening – BBWO porteremo infatti 200 produttori nel cuore di Manhattan per una grande degustazione dedicata alle Menzioni Geografiche Aggiuntive».
«La grande forza del nostro territorio risiede anche nella capacità dei Consorzi di fare squadra come accade per Grandi Langhe. Come Consorzio del Roero, il nostro focus per il 2020 sarà l’Italia: il 5-6 aprile i nostri produttori saranno alla Reggia di Venaria per i Roero Days», ha aggiunto il Presidente del Consorzio Tutela Roero Francesco Monchiero.
Anche nel 2020, Grandi Langhe si allea e segue a ruota Nebbiolo Prima, l’anteprima organizzata dall’Albeisa - Unione Produttori Vini Albesi per la stampa specializzata, «facilitando la partecipazione della stampa estera ad entrambe le manifestazioni» ricorda il direttore del Consorzio Barolo Barbaresco Andrea Ferrero.
Grandi Langhe sarà in un'unica location, il Palazzo Mostre e Congressi, e gli spazi espositivi saranno suddivisi in base ai Comuni di provenienza delle cantine. Un’occasione per cogliere a fondo il valore delle Menzioni Geografiche Aggiuntive (MeGA) di Barolo, Barbaresco, Roero, Dogliani e Diano e di conoscere gli altri vini del territorio. Alle MeGA saranno anche dedicati dei seminari di approfondimento, condotti da Alessandro Masnaghetti.
È possibile accreditarsi direttamente sul sito www.grandilanghe.com. L’ingresso è riservato agli operatori professionali.
Ufficio stampa Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani:
Ilaria Bertini – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 3938132901
Ufficio stampa iShock
Fiammetta Mussio – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 339 7552481
Franco Aliberti Chef del Tre Cristi Milano Miglior Green Chef 2019
Da Weekend Premium a Golosaria, passando per Food & Travel Italia: festeggia un periodo di premi
Felicità e soddisfazione per il Tre Cristi Milano che negli ultimi due mesi ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua cucina
Il raggiungimento di risultati e traguardi è sempre frutto di un lavoro costante ed entusiasta: così al ristorante Tre Cristi Milano lo chef Franco Aliberti e il suo team portano avanti ogni giorno un’identità culinaria fatta prima di tutto di principi etici e sostenibili. Una filosofia continuamente in crescita e in perpetua evoluzione per stare al passo con un mondo che sempre di più ha bisogno di impegni green ed eco-friendly. La squadra del Tre Cristi Milano non si tira indietro e accetta la sfida con grande determinazione, cercando di sensibilizzare i suoi ospiti attraverso un gusto ricercato ed elegante che parte da materie prime semplici, fresche ed utilizzate nella loro totalità.
Un approccio che nell’ultimo periodo è stato decisamente apprezzato e che ha portato numerosi riconoscimenti.
Per questo motivo il 2 ottobre, nel corso dell’evento Weekend Premium Green Awards 2019, lo chef Franco Aliberti ha ritirato il premio come Miglior Green Chef 2019, consegnato da Roberta Schira, food specialist del Corriere della Sera e Raffaello D’Argenzio, Direttore Di Weekend Premium. Un riconoscimento che riempie d’orgoglio e gratificazione il ristorante Tre Cristi Milano. Commenta così lo chef: “Green non è solo la natura che ci circonda, ma anche un’etica, una coscienza, una sorta di responsabilità verso una cucina attenta che si approccia con rispetto alla materia prima”.
Due giorni dopo, Franco Aliberti si è recato al Forte Village Resort a Santa Margherita di Pula, in Sardegna, dove per la seconda edizione degli Awards di Food & Travel Italia sono stati consegnati i riconoscimenti alle eccellenze italiane ed internazionali che si sono contraddistinte per la loro qualità e i loro servizi. In questo caso Franco Aliberti è stato premiato come chef emergente dell’anno, con una particolare menzione alla sua cucina attenta all’ambiente ed ecosostenibile, che permea il menu dinamico del suo ristorante.
Si arriva così a Golosaria, uno degli eventi più importanti del panorama enogastronomico italiano, che si terrà a Milano dal 26 al 28 ottobre e che ha scelto il Tre Cristi Milano come Miglior Tavola di Milano 2019. Un riconoscimento rilevante che viene visto non come punto di arrivo, bensì quale stimolo per proseguire con passione un percorso difficile, ma al contempo gratificante e soddisfacente.
La cucina:
La parola chiave è cucina attenta all’ambiente ed ecosostenibile: ogni piatto esalta le singole materie prime, presentate in diverse consistenze e utilizzando tutte le parti commestibili di frutta e verdura. Una innata curiosità e voglia di sperimentare: Franco Aliberti si avvale delle più moderne tecniche di cottura ma predilige un ritorno all’uso di cucina ancestrale, materica, come quella della griglia, che diviene garanzia di una cucina personale e decisamente creativa.
“Sotto i riflettori il singolo ingrediente, bilanciato al massimo da altri due di supporto, perché amo colpire con la semplicità più che con la complessità, reinterpretando anche un semplice broccolo con una vena giocosa, senza perdere di vista la sostanza del piatto” racconta Franco Aliberti.
Sorpresa, divertimento e un gioco sensoriale che viene esaltato da una studiata linea di oggetti di design che vede lo skyline e la tradizione milanese come fonte ispiratrice: un piccolo tram, come nell’immaginario collettivo di una Milano anni ’50, sarà il veicolo che vi accompagna fino all’ultima puntata.
“Ho una visione da pasticcere: tutto deve essere calcolato al millimetro, per essere perfettamente replicabile in ogni momento e da ognuno. Un esempio: la pasta al pomodoro, è la classica ricetta non scritta. Per me deve essere scritta anche quella, con tutte le possibili variazioni. Questo è un pensiero da pasticcere” racconta lo chef.
I piatti
Due i menu firmati dallo chef:
“In Città”: 8 portate che sono un omaggio di piatti a Milano, dedicati non solo ai prodotti della tradizione ma anche alle persone che hanno arricchito e hanno presentato un cambiamento nella città. (€ 70 a persona- € 110 con vini in abbinamento, a persona)
“A Due Passi da Milano”: 10 portate per un menu attento al cambio delle stagioni che raggruppa tanti piccoli produttori di nicchia, segnalando per ogni piatto gli ingredienti e la distanza dalla città. (€ 90 a persona- € 150 con vini in abbinamento)
C’è anche la possibilità di scegliere un menu a 2 portate (comprensivo di antipasto o primo o secondo e dolce) a 35 € o il menu da 3 portate (comprensivo di antipasto o primo, secondo e dolce) a 50 €.
Le esperienze dello chef
Tra le esperienze più importanti dello chef- pasticcere quella da Massimo Spigaroli all’Antica Corte Pallavicina, poi presso Massimiliano Alajmo a Le Calandre di Padova dove ha la possibilità di confrontarsi con professionisti del calibro di Gianluca Fusto, quindi è la volta di Gualtiero Marchesi prima ad Erbusco, poi a Milano, con cui collabora anche all’apertura del Marchesino. A seguire, l’esperienza pregnante presso il ristorante Vite di San Patrignano, per il progetto di centro della proposta educativa della comunità. Nel 2012 entra a far parte della brigata di Massimo Bottura all’Osteria Francescana, mentre nel 2014 apre il suo ristorante a Riccione, EVVIVA, dolci e cucina a scarto zero, sua cifra stilistica. Ultima tappa del suo percorso prima di Milano, ha affiancato lo chef Gianni Tarabini a La Preséf all’interno dell’Azienda Agricola de “la Fiorida” a Mantello, in Valtellina.
Per informazioni e prenotazioni presso il ristorante
Via Galileo Galilei, 5
angolo via Marco Polo
20124 Milano
tel. 02 29062923
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Ufficio stampa & Comunicazione Mediavalue
World Cheese Awards (WCA) di Bergamo premiato Il Fiorino
Al World Cheese Awards di Bergamo il caseificio maremmano conquista 9 medaglie
Il Fiorino continua a vincere. Pioggia di premi per i formaggi maremmani nel più importante evento internazionale dedicato all’arte casearia
Due medaglie d’oro, quattro d’argento e tre di bronzo. Il Fiorino torna dal World Cheese Awards (WCA) di Bergamo con “un bottino” di medaglie che conferma il caseificio maremmano tra le realtà casearie più importanti a livello internazionale. Il WCA, che per la prima volta si svolgeva in Italia, è il più importante evento mondiale dedicato ai formaggi, dove si confrontano solo prodotti di eccellenza. Domenica 20 ottobre si è svolto l’ultimo atto di una sfida, che ha visto confrontarsi oltre 3800 formaggi di 2500 aziende, provenienti da 41 Paesi. Da domani, venerdì 25 ottobre a domenica, sarà possibile conoscere e assaggiare i formaggi de Il Fiorino all’Italian taste experience, in programma a Braccagni, negli spazi di “Grosseto Fiere”.
I premi. La giuria internazionale, composta da 235 esperti, ha ribadito l’eccellenza dei prodotti de Il Fiorino: la Grotta del Fiorini e il Fior di ricotta di pura pecora hanno conquistato la medaglia d’oro, poker di medaglie d’argento con il Pecorino al tartufo stagionato, il Pecorino stagionato biologico, la Riserva del Fondatore e il Cacio di Caterina. Il Fior di natura semistagionato biologico con caglio vegetale, il Pecorino al tartufo e il Pecorino Toscano DOP si sono posizionati al terzo gradino del podio.
Una storia di successi. Il Caseificio maremmano, guidato da Angela Fiorini e Simone Sargentoni, è ormai stabilmente tra i protagonisti della scena casearia internazionale. Prima dei successi del WCA 2019, erano arrivati riconoscimenti importanti: nel 2015 a Londra, secondo posto assoluto con la Riserva del Fondatore, nel 2016 a San Sebastian, in terra spagnola, con due Super Gold, due medaglie d’oro, una d’argento e una di bronzo. Nell’edizione di Londra 2017 arrivano due medaglie d’oro, due d’argento e due di bronzo. Il 2018 a Bergen, in Norvegia, Il Fiorino viene premiato come miglior azienda italiana e si classifica quinto assoluto con la Riserva del Fondatore. Dalla Norvegia arrivano anche due super Gold, per la Riserva del Fondatore e la Grotta del Fiorini, la medaglia d’oro per il Fior di Natura semi stagionato biologico con caglio vegetale, argento per il Pecorino Toscano DOP stagionato e il bronzo per il Pecorino di Bartarello a latte crudo, il Pecorino Toscano DOP fresco e il Pecorino al pesto genovese.
“Dietro i successi più difficili – spiega Angela Fiorini, proprietaria de Il Fiorino – ci sono ingredienti semplici: la qualità del latte, l’esperienza, la passione per il nostro lavoro. Se intorno a questi valori riusciamo a costruire una squadra motivata i risultati arrivano. I premi di Bergamo, come tutti quelli conquistati in questi anni sono uno stimolo per fare sempre meglio, per noi e per il nostro territorio”.
DAZI USA CONTRO IL PARMIGIANO REGGIANO
Dazi USA: il 25% dell’impatto sull’agroalimentare sarà sul Parmigiano Reggiano che accuserà il colpo più duro.
Nasce l’hashtag #iostocolparmigiano: diverse le testimonianze di solidarietà nei confronti del Re dei Formaggi che nulla ha a che fare con la disputa Airbus-Boeing e che si trova a pagare un dazio ingiusto per una questione che non riguarda affatto l’agroalimentare italiano.
Una vigilia carica di tensioni per il Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Se Donald Trump, ieri - durante l’incontro con il presidente Mattarella a Washington - ha annunciato che “gli USA ‘valuteranno attentamente’ le rimostranze dell’Italia che ritiene di essere penalizzata eccessivamente dagli annunciati dazi”, ha poi anche sostenuto che i dazi non sono una ritorsione, ma un risarcimento: “Non ci possono essere rivendicazioni perché questa è una guerra che è iniziata proprio dal trattamento ingiusto dell’Unione Europea nei confronti degli Usa. Quindi coi dazi andremo a pari: i miliardi di dollari che ci sono stati tolti dall’Unione Europea verranno dati indietro ai contribuenti americani” ha replicato in modo secco il tycoon dallo Studio Ovale.
Nel frattempo sono state diverse le testimonianze di solidarietà nei confronti del Parmigiano Reggiano che andrà ingiustamente a pagare una bolletta salata, pur non avendo nulla a che fare con il Consorzio Airbus (del quale l’Italia non fa parte), né ovviamente con l’industria aerospaziale che è il motivo della disputa tra UE e USA che ha spinto Trump ad applicare i dazi come risarcimento per i danni subiti.
La Ministra Bellanova ha inviato a Trump un tweet con una foto di uva e Parmigiano Reggiano, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, con tutta la sua giunta, si è fatto immortalare indossando la t-shirt “Io Sto col Parmigiano”, su instagram e facebook migliaia di consumatori hanno testimoniato affetto e solidarietà nei confronti della gente del Parmigiano Reggiano postando immagini accompagnate dall’hashtag #iostocolparmigiano. Un comparto che dà lavoro a 50 mila persone e che si trova colpito nel suo secondo mercato export, dove ogni anno si vendono oltre 10 mila tonnellate di prodotto.
E se i prodotti italiani saranno colpiti da un dazio aggiuntivo di circa 117 milioni di euro (fonte: ICE), sarà la DOP Parmigiano Reggiano ad accusare il colpo più duro, in quanto il 25% dell’impatto complessivo Italia andrà a ricadere proprio sul Re dei Formaggi.
Il dazio sul Parmigiano Reggiano passerà dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo. Se oggi il costo del formaggio è pari a circa 40 dollari al chilo, da domani a scaffale sarà ben oltre 45 dollari al chilo. Difficile, al momento, prevedere quali saranno gli effetti immediati delle tariffe.
“Siamo amareggiati perché si va a colpire ingiustamente uno dei settori più forti della nostra economia. L’Italia si trova a pagare una bolletta veramente insensata. A questo punto servirà un piano di intervento straordinario dell’Unione Europea – un sostegno per assorbire il colpo rilanciando azioni di sviluppo – per evitare che gli effetti dei dazi diventino traumatici per la nostra filiera” commenta Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
“Chiediamo l’aiuto e il sostegno del Governo e dell’Unione Europea, sia per riallocare il prodotto che non verrà venduto negli USA, sia per le spese legali che continuiamo a sostenere per difendere le Dop dagli attacchi delle multinazionali che vogliono mettere le mani sul business dei prodotti a indicazione geografica – continua Bertinelli. Proprio qualche giorno fa, un documento della National Milk Producers Federation (l’Associazione dei produttori di latte che produce più dei due terzi del latte americano) ha reso esplicita la volontà del Governo Americano di fare guerra alle indicazioni Geografiche Europee. È chiaro per quale motivo nell’elenco dei prodotti soggetti a dazio aggiuntivo del 25% ci siano solo determinate indicazioni geografiche italiane, come il Parmigiano Reggiano. I dazi non sono altro che una ripicca perché l’Europa tutela le DOP registrate: i formaggi americani (come il Parmesan, ma anche l’Asiago o il Gorgonzola, la Fontina made in USA) non possono pertanto entrare all’interno dell’Unione Europea. Le pretese del governo americano sono assurde: noi non permetteremo mai agli americani di vendere il Parmesan in Europa. Altrimenti, non saranno solo le aziende italiane a subire un danno, ma i consumatori stranieri che vengono ingannati perché acquistano un fake nella convinzione di acquistare il vero Parmigiano Reggiano” ha concluso il presidente Bertinelli.
Fabrizio Raimondi