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ULTIMA SETTIMANA PER LE SERATE GASTRONOMICHE RECCHESI 2019
Ultima settimana per le
Serate gastronomiche recchesi 2019
in ricordo di Gianni Carbone
Con il patrocinio di Regione Liguria e Comune di Recco, Camera di Commercio di Genova, FIPE Liguria, Confcommercio Genova e FEPAG Genova, e la collaborazione di Food Liguria e Slow Food Genova – Giovanni rebora, Ascom delegazione di Recco, CIV Recco e Pro Loco Recco
Con le due cene dedicate ai Presìdi Slow Food e i Mercati della terra
Mercoledì 17 aprile Vitturin e Giovedì 18 aprile La Baracchetta.
Arhiviato il primo ciclo delle “Serate” dedicate alle più famose “Cucine di Strada” d’Italia (che hanno visto arrivare a Recco dall’Abruzzo gli arrosticini di pecora-spiedini di carne ovina cotti alla brace sulla “canalina” portati da Maurizio della “Bracevia” nei ristoranti Da Lino e Alfredo; dalla Puglia le bombette della Val d’Itria, deliziosi involtini di capocollo fresco di maiale ripieni di canestrato pugliese, formaggio tipico, infilzati dagli spiedi e cotti alla brace-servite con il pane tradizionale dell’Alta Murgia nei ristoranti Vitturin e Da O Vittorio; dalla Sicilia l’arancina, il pani ca’ meusa, panelle, i cazzilli e i mitici “cannoli” alla Baracchetta di Biagio con “Gusto sicilano” di Agrigento e alla storica Focacceria della Manuelina le famiglie “Alaimo & Conticello” già fondatori dell’Antica Focacceria di Palermo), proseguono le Serate dedicate ai “Presìdi Slow Food e ai Mercati della terra” con menù che raccontano di territori, uomini, tradizioni e sapori rari di quelle micro produzioni agroalimentari che che oggi abbiamo la fortuna di poter avere nei nostri ristoranti grazie al grande lavoro di conservazione di Slow Food.
I Presìdi Slow Food (16 in Liguria), sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall’estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta. Oggi, oltre 550 Presìdi Slow Food nel mondo che coinvolgono più di 13.000 produttori. La commercializzazione dei prodotti dei Presìdi è svolta direttamente dai produttori ed anche per le Serate recchesi, il contatto diretto con i ristoratori ha fatto nascere conoscenze ed amicizie portando questi prodotti di nicchia protagonisti dei menù. A fianco dei Presidi anche i Mercati della terra, rete internazionale di mercati, produttori e contadini coerenti con la filosofia Slow Food. Luoghi dove fare la spesa, incontrarsi e scoprire prodotti locali e di stagione presentati solo da chi produce quello che vende. Per la Liguria due i Mercati della Terra, quello Sarzana (SP) e di Cairo Montenotte (SV). In collaborazione con Slow Food Liguria e Condotta di Genova - Giovanni Rebora.
Dopo quelle al Ristorante Lino, Da O Vittorio, Manuelina e Alfredo, questa settimana in programma le ultime due “Serate” dedicate ai Presìdi Slow Food e i Mercati della terra.
Mercoledì 17 Aprile
Ristorante Vitturin 1860 – Tel 0185 720225
Prodotti del Mercato della terra di Cairo Montenotte (Sv)
Spritz con panissa
Pane di patate di Pignone (Mercato della terra)
Fagottini di prosciutto cotto alle erbette (Mercato della terra)
e robiola del Beigua (az. Agr. Cascina Giacobbe).
Bresaola di vitellone e lardo (Mercato della terra) con schiacciatina all’origano
Paglia e fieno con granella di salsiccia (Mercato della terra) e rosmarino
Entrecote di manzo di Ponteinvrea (Mercato della terra) con purea di rapa rossa
Il paciugo del Golfo Paradiso
Amaretti del Sassello
Vini in abbinamento
Caffè
€ 40,00 a persona tutto incluso
Giovedì 18 aprile
La Baracchetta di Biagio – Tel. 0185 720658
Focaccetta fritta al gorgonzola, torta di riso
Bruschetta di Pane Toscano quello sciocco con Lardo di Colonnata e Fagioli bianchi di Sorana
Minestra di Farro della Garfagnana con Fagiolo Antico Rosso di Sorana IGP
I Fagioli Bianchi di Sorana IGP cotti al Fiasco con salsiccia toscana
Castagnaccio con la farina di castagne e fico secco di Carmignano
Caffè
€ 30,00 incluse bevande a scelta
in collaborazione con l’Associazione dei Piccoli Produttori del Fagiolo di Sorana IGP “Il Ghiaretto” ONLUS
e il Ristorante "Da Carla" Ponte di Castelvecchio, per la preparazione dei piatti.
… E per brindare nel nome delle Serate recchesi
Il calice da vino timbrato “Serate gastronomiche recchesi”
I clienti delle “Serate” riceveranno il bellissimo calice timbrato “Serate gastronomiche recchesi”
con inciso il bozzetto che fu l’emblema della prima edizione 1976,
per brindare anche a casa nel nome delle Serate gastronomiche recchesi.
DA NON PERDERE, è BELLISSIMO!
p. Consorzio Recco Gastronomica
Daniela Bernini
Dimensione Riviera Promozioni
Recco (GE) via XXV Aprile 14
Tel.: 0185730748 - 3357274514
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STELLE E CALICI: VIAGGIO GOURMET TRA I SAPORI DELLA LIGURIA
Di Virgilio Pronzati
La Liguria geograficamente si divide in due Riviere. Ponente e Levante. Entrambe ricche di panorami incantevoli: soffici spiagge e scogliere sul mare, castelli e borghi medievali nell’entroterra. Oltre a distinguersi per preparazioni gastronomiche, quella di Ponente vanta da sempre più ristoranti stellati. Segno che non è solo la sua vicinanza alla Francia, ma una costante ricerca e genialità dei cuochi che operano nel Savonese e Imperiese. E parlando di cucine e chef stellati, non si può non citare la manifestazione Stelle & Calici: Viaggio Gourmet tra i sapori della liguria, creata da Vite in Riviera (gruppo di produttori di vino e olio del Ponente Ligure) col sostegno della Regione Liguria ed altri enti ed aziende.
Al centro Tommaso Arrigoni con Massimo Enrico Presidente di Vite in Riviera, i suoi collaboratori e i sommelier
Un viaggio programmato in quattro tappe di gusto che, riscuotendo un grande successo, di ogni tappa c’è stato il bis. Quattro grandi chef di notorietà non solo nazionale, ne hanno siglato le rispettive tappe. Congeniale e carismatica anche la sede degli incontri golosi, essendo l’Enoteca Regionale della Liguria ad Ortovero. Ogni cena era realizzata con sceltissime basi reperite stagionalmente nell’ambito ligure e da presidi Slow Food, di cui ogni piatto era abbinato ad un vino Doc e IGT dei produttori di Vite in Riviera, scelto e servito da professionali sommelier Fisar e Ais delle Sezioni di Savona e Imperia.
Il noto chef stellato Igles Corelli
La prima serata, svoltasi nel mese di novembre 2018, ha visto all’opera lo chef Tommaso Arrigoni del ristorante Innocenti Evasioni di Milano (1 Stella Michelin), che ha proposto agli ospiti il seguente menù a 70 euro.
Antipasto: Trancetto di Pesce Spada, Funghi Porcini alle Erbe e Porro fritto con Riviera Ligure di Ponente Doc Vermentino 2017. Primo: Riso Carnaroli Aquerello, Mantecato con Zucca Gialla, Stoccafisso e Fave di Cacao con Riviera Ligure di Ponente Pigato Doc 2017. Secondo: Pescato dei Pescatori di Noli*, Purea di Castagne Essiccate* all’aglio di Vessalico* e Broccoli all’Olio Extra Vergine di Oliva DOP Riviera Ligure di Ponente con Riviera Ligure di Ponente Doc Pigato Superiore 2016. Dessert: Crostata, Crema di Limone, Pera, Cioccolato e Cialda al Cappero con Ormeasco Passito (*Presidi Slow Food Liguria).
Lo chef Gian Piero Vivalda due Stelle Michelin
Seconda tappa a gennaio 2019 con il pluristellato Igles Corelli ideatore della “cucina circolare” del ristorante romano Mercerie, col seguente menu a 70 euro: Antipasto: Baccalà mantecato, Cono croccante, Crema al Basilico Genovese DOP, in abbinamento con Riviera Ligure di Ponente Vermentino Doc 2017. Primo: Risotto Gazzani con Fagioli di Conio*, Patate e Gelato di Prescinseua , in abbinamento con Riviera Ligure di Ponente Doc Pigato 2017. Secondo: Stinco e Pancia di Cabannina a maturazione spinta© alle visciole selvatiche e morbido di Sedano rapa in abbinamento con Ormeasco Doc Superiore 2016. Dessert: Bignè fritti e caramellati con salsa Chinotto di Savona* in abbinamento con il Passito di Pigato (*Presidio Slow Food).
Al centro Marco Sacco con Paolo Massobrio. Ai lati Virgilio Pronzati, Massimo Enrico, Marco Rezzano, Augusto Manfredi e Luigi Filippi
Terza tappa del viaggio gourmet a febbraio 2019 con lo chef due stelle Gian Piero Vivalda del rinomato ristorante Antica Corona Reale di Cervere col questo menu a 85 euro: Antipasto: Martini di seppie del Golfo Ligure, carciofi spina d’Albenga e gamberi rossi di Oneglia con il Riviera Ligure di Ponente Pigato Doc 2017. Primo: Ravioli al plin di coniglio grigio, carciofi spina d’Albenga e tartufo nero della Val Pennavaire con Rossese di Dolceacqua Doc 2016. Secondo: Capretto di Roccaverano allo spiedo d’ulivo, Caponata d’inverno alle olive taggiasche e la sua finanziera con Riviera Ligure di Ponente Doc Granaccia 2016. Dessert: Mousse di cioccolato bianco e chinotto di Savona* con Passito di Pigato (* presto Slow Food).
Uno dei tanti piatti d’autore presentati a Stelle & Calici
Ultima sosta golosa a marzo 2019 con lo chef pluristellato Marco Sacco del ristorante Piccolo Lago, artista dei piatti di pesce d’acqua dolce, con il seguente menu a 85 euro: Antipasto: La zucchina trombetta cotta a freddo, gel della sua acqua e caviale di trota in abbinamento con Riviera Ligure di Ponente Doc Vermentino 2017. Primo: Bottoni di zucchina trombetta e spuma di Bettelmatt in abbinamento con Riviera Ligure di Ponente Doc Pigato 2017. Secondo: La trota, salsa di ribes e prato d’asparago violetto d’Albenga* con Riviera Ligure di Ponente Doc Pigato e Vermentino. Dessert: L’asparago violetto d’Albenga*
.. diventa dolce in abbinamento con Riviera Ligure di Ponente Doc Moscatello di Taggia Passito* (*Presidio Slow Food Liguria).
Stelle e Calici è sicuramente vincente. L’apprezzamento dei clienti delle otto serate è stato più che soddisfacente. Iniziativa lodevole che valorizza l’intero territorio della Riviera di Ponente.
Due parole su Vite in Riviera: una realtà unica del panorama ligure: nata con la sottoscrizione del Contratto di Rete, vede riunite ben 25 aziende vitivinicole ed olivicole, ubicate tra le provincie di Savona ed Imperia, con la Cooperativa Viticoltori Ingauni quale capofila.
I VINI DELLA CANTINA DEL NOTAIO ALL'ENOTECA 33 ROSSO
Il 18 Marzo 2018 ho avuto il piacere e l’onore di conoscere il Dottor Gerardo Giuratrabocchetti, titolare dell’Azienda Vitivinicola Cantine del Notaio, che ha presenziato alla serata organizzata in Enoteca e ci ha guidato nella degustazione “Le Versioni dell’Aglianico del Vulture”. Gerardo è una persona speciale che dona grandi emozioni, è immenso il legame che ha con il suo territorio e trasmette a tutti.
Il 23 Novembre 2018 ci ha onorato nuovamente della sua presenza con un’altra interessante e bellissima degustazione “Aglianico del Vulture, il ritorno di nuove emozioni”. Serate indimenticabili, che hanno lasciato il desiderio di continuare a degustare i suoi meravigliosi vini e di rivederlo presto!
Anita col marito, clienti e amici
L’Azienda Vitivinicola Cantine del Notaio, è stata eletta “Cantina dell’Anno - Gran Vinitaly 2018”. L’Azienda nasce nel 1998, quando Gerardo laureato in scienze Agrarie, coltiva l’Aglianico del Vulture nelle proprie vigne ereditate dal nonno, unendo tradizione, innovazione, passione, storia e cultura del territorio e valorizzando un vitigno autoctono a bacca nera noto sin dai tempi dell’antica Grecia.
Anita con Gerardo Giuratrabocchetti
La natura vulcanica dei terreni fertili ricchi di sostanze minerali e il microclima particolare danno vita a questo vino meraviglioso, prezioso, dai profumi complessi e inconfondibili, fine ed elegante.
Anita con amici e clienti
Nel luglio scorso ho visitato la sua azienda in Rionero e sono rimasta affascinata dalla sua professionalità, ma anche dalla sua simpatia, nelle cantine sotterranee scavate nelle grotte di tufo, pregne di una magica atmosfera ho provato grandi emozioni che rimarranno per sempre nel mio cuore.
Anita mostra due bottiglie della serata
Anita Manichedda
Enoteca 33 rosso
Via Paolo Anfossi, 33 r
16164 GENOVA
CERETTO: CINQUE CRU DI BAROLO 2015 BIOLOGICI
Nei vigneti delle Cantine Ceretto si conclude il percorso di conversione in biologico
Vendemmia 2015: cinque cru di Barolo, 100% biologico
Le aziende Vitivinicole Ceretto presentano con l’annata 2015 dei loro Barolo i cinque cru, 100% biologici (Bricco Rocche, Brunate, Cannubi San Lorenzo, Prapò e il nuovo Bussia).
Le aziende Vitivinicole Ceretto, fondate nel 1937, sono tra le maggiori proprietarie di vigneti del Piemonte che si sviluppano su oltre 160 ettari situati nelle aree più pregiate delle Langhe e del Roero, comprese le DOCG Barolo e Barbaresco. I fratelli Bruno e Marcello Ceretto furono i primi a intuire l’importanza di salvaguardare i cru autoctoni intraprendendo negli anni ‘60 un percorso di valorizzazione dei vigneti langaroli, diventando pionieri di quel vino celebrato in tutto il mondo quale il Barolo. Oggi la terza generazione prosegue quel percorso di eccellenza raccontando le caratteristiche del territorio attraverso le 18 etichette di produzione.
Nel 2010 su intuizione di Alessandro Ceretto, enologo fortemente sostenuto dalla famiglia, è stato adottato il modello biologico, su tutta la superficie vitata, ottenendo con la vendemmia 2015 la Certificazione. 160 ettari che rappresentano un sistema di coltivazione e di sviluppo sostenibile che ha cambiato positivamente la storia dei vini di famiglia favorendo il ritorno ad una terra sana, rigogliosa, forte e in pieno equilibrio con l’uomo. Un metodo di coltivazione che rispetta il terreno del vitigno impiegando solo sostanze naturali ed escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi).
“L’agricoltura sostenibile è stata per noi un nuovo punto di partenza, che ci ha portato a risultati entusiasmanti, producendo un vino sano, buono e capace di esprimere al meglio questo territorio in termini di sfumature non convenzionali.” - Dichiara Roberta Ceretto - “Proteggere la terra è per noi un lavoro quotidiano e un atto di responsabilità verso tutti, per diffondere un modo diverso di fare vino, una cultura concreta della sostenibilità, una via percorribile per la nostra azienda che a tutti i livelli è sempre più radicata nelle Langhe.”
Un lungo percorso completato con i Barolo 2015 (Bricco Rocche, Brunate, Cannubi San Lorenzo, Prapò e il nuovo Bussia) che, con il Moscato I Vignaioli di Santo Stefano annata 2018, uscito a novembre, rende tutta la produzione delle Cantine Ceretto certificata bio.
Il millesimo 2015, da molti considerato semplicemente come “mediterraneo”, necessita di una lettura più profonda in relazione all’andamento climatico disomogeneo che ha segnato l’iter agricolo di tutta la Langa, soprattutto con una stagione estiva discontinua (caldo eccessivo alternato a notti fresche e mancanza di piogge) normalizzatasi tra agosto e settembre, riequilibrando una vendemmia che altrimenti sarebbe stata da annoverare fra le più “tropicali” degli ultimi anni. L’epoca di raccolta, in ogni caso, è stata anticipata, concentrandosi tra la fine di settembre ed i primi giorni di ottobre. Il raccolto è stato di ottima qualità e discreto dal punto di vista quantitativo.
Il 2015 è anche l’annata di esordio per il Barolo Bussia, prodotto da una piccola parcella nel cuore della Bussia Soprana (appena 7.000 mq per 3.500 bottiglie e 200 magnum prodotti). Bussia, al suo debutto, si propone nel bicchiere in tutta la sua tipicità territoriale: potente e cremoso, è allungato sul finale da una splendida acidità. Peculiare nel suo incedere micro-territoriale, riporta alla mente i grandi classici generati da questa parcella e si dipana sfoggiando il suo carattere terroso, punteggiato da rimandi di sottobosco, fiori blu, arancia amara. Un vino di stoffa, pieno e profondo, capace di ammaliare in fase giovanile per la disponibilità aromatica e ritagliarsi uno spazio nel futuro grazie alla sua rimarchevole struttura e al raffinato profilo tannico.
Anna Gilardi
INSETTI COME CIBO
I consumatori europei più disponibili a cibarsi di insetti sono giovani, maschi e di buona cultura
E’ quanto emerge da un articolo pubblicato sulla rivista Food Research International da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa
Giovani maschi e di buona cultura, ecco gli europei più propensi a consumare gli insetti come cibo. L’identikit emerge da un articolo pubblicato sulla rivista “Food Research International” da un team del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa guidato dalla professoressa Gisella Paci e composto dai dottori Simone Mancini, Roberta Moruzzo e Francesco Riccioli. I ricercatori hanno messo insieme e confrontato i dati provenienti da una quarantina di studi pubblicati dal 2012 ad oggi per capire quali categorie di persone più disponibili ad accettare gli insetti nel proprio piatto.
“Gli uomini fra i venti e i trenta anni sono i consumatori più interessati, soprattutto per una questione di curiosità – spiega Simone Mancini che sta svolgendo alcuni progetti di ricerca sul tema degli insetti edibili – e questo vale sia al livello italiano che europeo, come indicano le ricerche svolte sulle fasce di popolazione più giovani come ad esempio gli studenti universitari”.
Fattore curiosità a parte, dalla rassegna condotta dai ricercatori dell’Ateneo pisano emerge che le persone preferiscono comunque consumare gli insetti come ingredienti piuttosto che interi. Il disgusto provocato dal vederli gioca infatti un ruolo fondamentale, soprattutto perché nella cultura occidentale sono spesso associati all’idea di sporco e di contaminazione. Se invece gli insetti edibili sono trasformati in “polvere” e addizionati come ingrediente a un prodotto noto, la repulsione scende notevolmente.
“Gli insetti fanno parte della dieta tradizionale e sono storicamente consumati come animali di allevamento e di cattura in Asia, Africa, Sud America e Centro America – sottolinea Gisella Paci – la sfida è di capire come anche in occidente si possa accettare culturalmente questo nuovo cibo”.
A favore del consumo degli insetti giocherebbero infatti molti fattori. Numerosi studi scientifici per esempio evidenziano il loro alto valore nutrizionale come fonte proteica, di lipidi, minerali e vitamine, caratteristica che unita alle ridotte richieste di superficie, ha spinto le agenzie spaziali a studiarli come possibile cibo nelle missioni spaziali. Ma considerata la questione dell’impatto ambientale, gli insetti si candiderebbero come nutrimento del futuro anche per il nostro pianeta. Non a caso le Nazioni Unite li hanno individuati come una possibile risposta al crescente bisogno di proteine dovuto all'incremento della popolazione umana stimata in 9,7 miliardi nel 2050.
“L’interesse verso gli insetti ci riguarda direttamente dato che nei prossimi anni, specie dopo la direttiva europea sul novel food in vigore dal gennaio del 2018, troveremo sicuramente questi prodotti negli scaffali dei supermercati come già accade nel nord Europa, Belgio e Olanda in primis, e fuori l’Unione europea, nella vicina Svizzera – conclude Gisella Paci - in questa ottica sarà quindi necessario pensare ai processi di allevamento e di trasformazione in termini di investimento e di nuove strategie gestionali, il tutto unito ad un imprescindibile impegno informativo e comunicativo per aumentare l'accettabilità degli insetti nella cultura occidentale, che faccia leva sugli aspetti economici, ambientali e sociali”.
Dott.ssa Marina Caterina Magnani