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I PREZIOSI CONTRASTI DEI VINI DELL’ALTO ADIGE A VINITALY 2019
Nel padiglione 6 saranno presenti ottanta cantine del territorio mentre altre quattro parteciperanno all’interno dell’area Vinitalybio. Nell’info-point centrale del Consorzio Vini Alto Adige, stand C2/D2 nel padiglione 6, ogni giorno si alterneranno degustazioni libere delle migliori produzioni enologiche altoatesine.
Il Consorzio Vini Alto Adige si prepara a prender parte alla 53° edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati in programma a Verona dal 7 al 10 aprile. L’offerta enologica del territorio avrà una degna rappresentazione in fiera: nel padiglione 6, su una superficie di 1.600 mq, saranno ben ottanta le cantine altoatesine presenti con un proprio stand, in aggiunta ad altre quattro realtà del territorio che esporranno all’interno dell’area Vinitalybio.
Per chi desiderasse avere una panoramica dei vini del territorio prima di approfondire i temi di interesse con le singole aziende, nel punto informativo presidiato dal Consorzio, in posizione C2/D2 nel padiglione 6, si susseguiranno degustazioni tematiche ad accesso libero, che permetteranno di scoprire ogni giorno una selezione rappresentativa di 20 diversi vini del territorio, proposti a rotazione. In particolare, quest’anno, i veri protagonisti saranno i contrasti che caratterizzano l’Alto Adige, terra delle grandi altitudini ma anche delle dolci vallate, con la presenza di piccole famiglie produttrici ma anche di grandi cooperative vitivinicole, capace di dare origine a vini dalla trama fresca e scattante così come di interpreti più strutturati e bisognosi di tempo per dare il meglio di sé.
"L'Alto Adige è un territorio molto particolare: in una superficie vitata di appena 5.500 ettari, siamo in grado di esprimere caratteristiche molto diverse sia in termini di altitudine - con vigneti da 200 a 1000 metri - che in termini di terreni ed esposizione" ha commentato Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige. "Con il nostro calendario di degustazioni a Vinitaly ci proponiamo di raccontare questa ricchezza di sfaccettature, che consideriamo uno degli elementi caratterizzanti della nostra produzione: un quadro a tinte variegate, in cui ciascun colore contribuisce a rendere l'immagine armoniosa e distintiva".
Questo il programma delle degustazioni libere previste durante la quattro giorni veronese:
- ïDomenica 7 aprile, “Tra sottigliezza e densità: focus su Schiava e Lagrein”. Due anime autoctone dell’Alto Adige a confronto: il Lagrein da una parte, rosso generoso, ricco di colore e frutto e dall’altra la Schiava, con la sua trama delicata e un registro olfattivo e gustativo più sottile.
- ïLunedì 8 aprile, “Tra tensione gustativa e generosità aromatica: focus su Pinot Bianco e Gewürztraminer”. Due vitigni bianchi spesso considerati emblema del territorio, uno dall’estrema versatilità e leggerezza, dai sentori floreali e fruttati e dalla bevibilità infinita, l’altro dall’intensa aromaticità, sempre ben riconoscibile.
- ïMartedì 9 aprile, “Tra collina e montagna: gli straripanti bouquet di Sauvignon e Kerner”. Da un lato una varietà bianca diffusa anche a livello internazionale, che trova nelle medie altitudini il proprio habitat ideale, dall’altro un vitigno tipico delle quote alpine.
- ïMercoledì 10 aprile, “Tra eleganza e potenza: focus su Pinot Nero e rossi bordolesi in Alto Adige”. La raffinatezza e l’eleganza del Pinot Nero accostate alla potenza e alla struttura di Merlot e Cabernet.
Facendo visita agli stand delle aziende altoatesine nel padiglione 6 sarà possibile scoprire la grande qualità dell’annata 2018, rivelatasi molto soddisfacente, specialmente per i rossi e per i bianchi vendemmiati alle altitudini più elevate. “Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Sauvignon, Gewürztraminer e Sylvaner, giunti a maturazione perfetta, colpiscono per le note fruttate assai spiccate e diversificate, per la loro freschezza e struttura” commenta Maximilian Niedermayr, Presidente del Consorzio. “I rossi non sono da meno: se Cabernet, Merlot, Lagrein e Pinot Nero incantano con la loro eleganza, forza e corposità lasciando intravedere un grande potenziale evolutivo, la Schiava di quest’anno è raffinata, fresca e invitante”.
L’appuntamento con i vini dell’Alto Adige è quindi a Vinitaly, dal 7 al 10 aprile, presso il padiglione 6.
Alice Camellini E. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. T. 340-6576207
A VINITALY E’ #OVADAREVOLUTION
“2019 Anno del Dolcetto” Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG, un Anno da protagonista
Nell’’Anno del Dolcetto’, il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG è in prima linea per affermare il ruolo di questo vitigno piemontese.A Vinitaly, martedì 9 aprile alle 14.00, il racconto dell’Ovada Revolution con una degustazione di annate recenti e longeve dell’Ovada DOCG: un viaggio nel tempo nell’arco di tre decenni, fino al 1991
L'onda nuova dell'Ovadese avanza con passione per riportare il Dolcetto al suo prestigio originario, oltre i luoghi comuni. Ne è protagonista il sorprendente Ovada DOCG in occasione del Progetto "2019 - Anno del Dolcetto” lanciato dalla Regione Piemonte per riportare alla ribalta la potenzialità di un vitigno storico tra i più tipici del Piemonte e coltivato diffusamente in tutto il territorio regionale.
Il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG – Pad 10 stand H3 isola 1 - ha fatto squadra con l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato e con le diverse realtà e istituzioni pubbliche e private del territorio ovadese per dare luogo a una piccola rivoluzione, anche di comunicazione.
“Per troppo tempo considerato un vino facile, "di pronta beva", – sostiene Italo Danielli, Presidente del Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG – “il Dolcetto è un vitigno che invece ha potenzialità intrinseche per stare al fianco dei grandi rossi piemontesi famosi in tutto il mondo. Con il nostro Ovada DOCG vogliamo dimostrarne la grande versatilità”.
L'appuntamento è martedì 9 aprile alle 14 nell'Area Istituzionale Regione Piemonte - Pad. 10 Area G2 dove, con la conduzione di Fede & Tinto di Decanter e in collaborazione con i Sommelier AIS Piemonte, avrà luogo una ‘degustazione narrativa’ cui parteciperanno i diversi protagonisti, tra cui la Regione Piemonte con l'Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero; Piemonte Land con il Presidente Filippo Mobrici; il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG e l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, rispettivamente rappresentati dai Presidenti Italo Danielli e Mario Arosio. Si illustreranno le sinergie attivate per promuovere l'Ovada DOCG, puntando a fare sistema e rilanciare l’economia del territorio partendo dal vitigno che vi affonda le radici, all’insegna della qualità e dell’accoglienza, quindi in prospettiva all’Enoturismo.
In prima linea la nuova generazione di Produttori dell'Ovada DOCG, costituitasi in Consorzio nel 2013 e che partecipa a Vinitaly per la prima volta, con un viaggio nel tempo nell’arco di tre decenni, degustando le produzioni più recenti datate 2017 e 2016, passando per agli anni 2011 e 2004, fino a bottiglie datate 1998 e 1991.
“I produttori dell’Ovadese, la zona più vocata per i vini Dolcetto “di struttura” – afferma Daniele Oddone, Vicepresidente del giovane Consorzio - “negli ultimi decenni hanno privilegiato una produzione con vendita a breve termine, a pochi mesi dalla vendemmia. Ma il vitigno Dolcetto ha caratteristiche tali da poter produrre vini eccellenti e longevi”; ed è per perseguire questa strada che una trentina di Produttori, principalmente rappresentati dalle nuove generazioni di viticoltori del territorio, hanno deciso di costituirsi in Consorzio e avviare l’Ovada Revolution.
“Abbiamo unito le forze e gli sforzi -il vitigno Dolcetto non è semplice da coltivare-” - conclude Oddone – “e ne abbiamo fatto un grande vino, ricco di piacevoli sorprese”.
L’Ovada Revolution è espressione di una sinergia a tutto campo, come evidenzia Mario Arosio – Presidente dell’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato: “L’Anno del Dolcetto è un’occasione unica e importantissima, l’ovadese ha la possibilità di far conoscere tutte le sue eccellenze e di presentarsi ad una platea ampia e qualificata. Lavoreremo per far sì che il territorio viva questo appuntamento come fossero le nostre Olimpiadi, non ci fermeremo ad includere solamente il mondo vitivinicolo. Tutto l’ovadese dovrà sentirsi partecipe e riscoprire l’orgoglio dell’appartenenza e l’Ovada DOCG può davvero essere la nostra bandiera. Le Enoteche Regionali in Piemonte hanno una funzione strategica molto importante ed in particolare quella di Ovada. Questi enti non devono essere incentrati solamente sulla vendita dei vini ma svolgere una funzione essenziale nel progettare, insieme ai territori, nuove strategie volte alla promozione e valorizzazione del settore turistico e più in generale dello sviluppo locale. L’Enoteca Regionale di Ovada rappresenta ventuno comuni e una cinquantina di Soci produttori, una rete ampia e qualificata che dovrà assumere un ruolo sempre più strategico, anche grazie al decisivo supporto della Regione Piemonte”.
LE CARATTERISTICHE DELL’OVADA DOCG
Le specifiche caratteristiche dei terroir dell’Ovadese e il particolare microclima della zona danno vita a un vino di notevole struttura, caratterizzato da robustezza e forza - più alcol, più tannini - e non di rado da più acidità. Dal sapore concentrato e persistente, proprio per la maggior struttura l’Ovada DOCG è caratterizzato anche da una spiccata attitudine all’invecchiamento. Il vento marino che soffia dalla Liguria attraverso i filari arricchisce l’uva di profumi mediterranei, di sapidità e mineralità. Ha un colore rosso rubino intenso, con tonalità di mora. Esprime percezioni vinose e fruttate, soprattutto in fase giovanile, con sentori di prugne e ciliegie nere, a volte quasi con ricordi di cacao. Poi evolve progressivamente verso una notevole complessità, con sentori di spezie, mandorle e cioccolato amaro.
Caratteristiche che si sposano perfettamente anche con la cucina stellata di Tommaso Arrigoni, Chef di “Innocenti Evasioni” di Milano (1 stella Michelin), che propone l’Ovada DOCG come abbinamento ottimale al suo ‘agnello al succo di ciliegie’, in carta nel menu di Pasqua. Arrigoni sostiene che “Il Dolcetto è un vino che va usato, al contrario di quello che si può pensare, per accompagnare piatti ‘di struttura’ che hanno bisogno di un vino in grado di supportarli ed esaltarli, come guancia brasata, carni rosse pregiate e appunto la carne di agnello”.
“… Non ha veramente nulla [il Dolcetto a Ovada] del Dolcetto delle Langhe. Lo si distingue da maggior profumo, maggiore gradazione, maggiore densità e una maggiore possibilità di invecchiamento.”
Mario Soldati, Vino al vino
Ufficio Stampa Consorzio Tutela Ovada DOCG
The Round Table - Milano
Chiara Fossati / Mob: +39.347.7362313 / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.