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I MAESTRI DEL LIEVITO MADRE SBARCANO A CIBUS
Rappresentano l’Italia per quanto riguarda il lievitato dolce più famoso del mondo, il Panettone, e si riunisco a CIBUS per aprirsi a mercati internazionali
“Insieme per promuovere l’eccellenza della pasticceria artigianale italiana” è con questo spirito che sei Maestri del Lievito Madre, Luigi Biasetto, Salvatore De Riso, Claudio Gatti, Alfonso Pepe, Attilio Servi e Vincenzo Tiri, si sono uniti e hanno deciso di approdare alla 19a edizione di CIBUS dal 7 al 10 maggio 2018. L’appuntamento è presso il padiglione 6 (stand J 064) e a supporto di questa squadra e dei valori che diffondono, saranno presenti gli sponsor Agugiaro&Figna Mulini, Moretti Forni e Giuso.
L’iniziativa prosegue il grande lavoro svolto durante la manifestazione “Notte dei Maestri del Lievito Madre” arrivata alla quarta edizione e che si pone l’obiettivo di far incontrare a Parma, città creativa UNESCO per la gastronomia, i più grandi Maestri pasticceri provenienti da tutta Italia, per promuovere il consumo del panettone tutto l’anno, destagionalizzando un prodotto troppo relegato all’immaginario natalizio.
Il punto di forza di questa nuova avventura è proprio il gruppo costituito dai migliori pasticceri che propongono al Salone internazionale dell’alimentazione il meglio dei lievitati oltre al classico panettone che è il cavallo di battaglia di ogni pasticceria. A questo si aggiunge il tocco personale e territoriale che ogni Maestro decide di tramettere nelle proprie creazioni.
È il caso di Salvatore De Riso che, mutuando dal Nord l’arte dei lievitati, ha saputo arricchirli con alcuni dei migliori prodotti del Sud: dalle Nocciole di Giffoni Valle Piana ai limoni di Sorrento e di Amalfi. Dalle mele Annurche alle albicocche del Vesuvio e tanti altri prodotti IGP.
Tra i grandi Maestri del Lievito Madre non poteva certo mancare Luigi Biasetto che, nel suo L’Atelier a Padova, conduce un continuo lavoro di ricerca sui prodotti e sulle lievitazioni, che gli consente di realizzare lievitati apprezzati in tutto il mondo. Accanto al Panettone, frutto di una lievitazione condotta con un lievito madre centenario, ci sono anche il Pandoro, la Focaccia Veneziana e la Ciambella al cioccolato.
In rappresentanza delle terre Parmensi ci sarà Claudio Gatti della Pasticceria Tabiano caratterizzata da specialità sempre legate e dedicate al territorio, come i Dolci della Via Francigena e i Dolci della Duchessa. La sua Focaccia è ormai entrata nel mito e a CIBUS la proporrà nelle versioni grani antichi della Food Valley e con zuccheri naturali e integrali Bio, oltre al panettone tradizionale di Parma e quello Bio.
Il Maestro campano Alfonso Pepe è riconosciuto in tutta Italia per i suoi deliziosi lievitati avendo ricevuto nell’ultimi 10 anni numerosi premi dalle maggiori riviste di gastronomia e per ben due volte il Miglior Panettone d’Italia secondo Gazza Golosa. Quest’anno a CIBUS presenta la novità del babbà in vaso cottura, ma anche la pastiera lievitata e panettoni al limoncello, all’albicocca e all’aglianico e frutti rossi.
Attilio Servi è pasticcere e lievitista che riassume, nei suoi prodotti sorprendenti ed equilibrati, tradizione artigianale e innovazione. Di fatto è riuscito ad apportare una piccola rivoluzione essendo stato il primo a puntare sulle varianti “salate” introducendo la sapidità di alcuni ingredienti nell’impasto. Le sue novità lievitate artigianali del 2018: il Panettone "PanDiMele" e l'ultima Focaccia salata "Regina".
Il tour italiano dei dolci lievitati si chiude in Basilicata con Vincenzo Tiri il quale propone, oltre al panettone tradizionale, quello al caffè e cioccolato bianco e quello con mele, calvados e cannella. I suoi prodotti prevedono tre fasi di lavorazione e tre lunghe lievitazioni: tre giorni per realizzare un prodotto unico e inimitabile.
Il Salone internazionale dell’alimentazione sarà quindi l’occasione ideale per trasmettere i valori di professionalità, sostenibilità e condivisione che caratterizzano questi Maestri, ricordando che l’eccellenza della pasticceria artigianale nasce dalla sapienza di chi lavora e dalla scelta di ingredienti di qualità.
Camilla Rocca
ALTA SCUOLA ITALIANA DI GASTRONOMIA LUIGI VERONELLI
Il Seminario Permanente Luigi Veronelli, associazione senza scopi di lucro fondata nel 1986 dal padre della critica gastronomica contemporanea, e la Fondazione Giorgio Cini, polo culturale internazionale che ha sede sull'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, luogo di elevato valore storico e artistico, danno vita all’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli.
Con la partecipazione di esponenti di spicco nell'ambito della cultura materiale, l’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli nasce con l'obiettivo di offrire a un pubblico di operatori l’opportunità di perfezionare al più alto livello la conoscenza del nostro patrimonio vitivinicolo e alimentare. Nel solco del pensiero veronelliano, infatti, l'approfondimento del cibo e del vino in quanto opere di cultura costituisce una premessa necessaria per dare futuro al sapere della terra e della tavola, ma anche per trasmettere appieno il valore delle produzioni italiane d'eccellenza.
Il progetto sarà presentato in conferenza stampa giovedì 17 maggio, alle ore 11.00, presso la Sala Lab della Triennale di Milano, con gli interventi di:
- Marco Edoardo Minoja, Segretario Regionale per la Lombardia del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
- Angela Maculan, Presidente del Seminario Permanente Luigi Veronelli
- Alessio Fornasetti, Consigliere del Seminario Permanente Luigi Veronelli
- Pasquale Gagliardi, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini
- Arturo Rota, Rappresentante della Famiglia Veronelli
- Michele Seghizzi, Responsabile della Direzione Comunicazione e Relazioni Esterne di Banca Generali
- Alberto Capatti, Presidente del Comitato Scientifico dell'Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli
Modera Aldo Colonetti, Comitato Scientifico dell'Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli
In allegato l'invito.
A disposizione per ulteriori informazioni, ringrazio per la preziosa attenzione e resto in attesa di un cortese cenno di partecipazione.
Emanuela Capitanio
SEMINARIO VERONELLI E VINIDEA: A MAGGIO DUE NUOVI INCONTRI TECNICI DEDICATI AI VINI SPUMANTI
Il Ristorante Ezio Gritti di Bergamo sarà la sede dei corsi Vinidea che il Seminario Permanente Luigi Veronelli ospita in esclusiva per tutta la Lombardia con vantaggi speciali riservati agli associati
Gli appuntamenti:
«La viticoltura per i vini spumanti (metodo classico e Martinotti)»
Sabato 12 maggio, dalle ore 9 alle ore 17,30
«Elaborazione e degustazione degli spumanti metodo classico»
Martedì 15 maggio, dalle ore 9 alle ore 17,30
Ristorante Ezio Gritti
Piazza Vittorio Veneto 15 - Bergamo
Nuovi appuntamenti a maggio per gli incontri di aggiornamento tecnico di Vinidea che il Seminario Permanente Luigi Veronelli, associazione per la cultura del vino e degli alimenti, organizza a Bergamo in esclusiva per la Lombardia grazie ad una partnership siglata ad inizio 2018. A partire da questi nuovi incontri, i corsi si terranno nell’esclusivo Ristorante Ezio Gritti di Bergamo, che per la prima volta apre le sue porte a un’iniziativa didattica.
I seminari, in programma per il 12 e 15 maggio prossimi, saranno condotti da docenti esperti di Vinidea, realtà di riferimento internazionale per tecnici e professionisti del vino e verteranno entrambi sui vini spumanti.
l primo appuntamento - sabato 12 maggio, dalle ore 9 alle 17,30 - ha per titolo La viticoltura per i vini spumanti (Metodo Classico e Martinotti). Obiettivo dell'incontro è fornire ai partecipanti indicazioni utili a produrre uve da destinare all’elaborazione di vini base di qualità. Indipendentemente dal metodo utilizzato per la presa di spuma, infatti, la creazione di uno spumante va attentamente progettata sin dall’impostazione del vigneto.
A condurre l'incontro sarà un docente internazionalmente noto come Guillaume Berlioz, titolare di Sarl Berlioz, già responsabile viticolo del gruppo Moët & Chandon in Champagne e di Hennessy a Cognac.
Ai soli vini rifermentati in bottiglia è dedicato, invece, l’incontro Elaborazione e degustazione degli spumanti metodo classico, programmato per martedì 15 maggio dalle ore 9 alle 17,30. Saranno illustrati i principali aspetti tecnici rilevanti per questa famiglia di prodotti: in primis la maturità delle uve, la pressatura, la gestione dell'ossigeno, la moltiplicazione dei lieviti e la tappatura.
Il corso sarà arricchito da un focus sulla degustazione degli spumanti, in particolare dei Metodo Classico. D'alto profilo anche il docente di questo secondo appuntamento: Christophe Gerland di Intelli’Œeno, già direttore tecnico della Station Œnotechnique de Champagne.
I seminari saranno entrambi ospitati dall’esclusivo ristorante dello chef bergamasco Ezio Gritti, da cui prende il nome. Aperto nel dicembre del 2016, il Ristorante Ezio Gritti si trova nel cuore di Bergamo bassa, in piazza Vittorio Veneto, affacciato su Porta Nuova e il Teatro Donizetti. Grazie all’attenzione che lo chef Ezio Gritti riserva da sempre al “mondo Veronelli”, i corsisti avranno il privilegio di approfondire le proprie competenze enologiche in uno dei locali più prestigiosi della città, con la possibilità di unire al piacere della conoscenza quello di una proposta gastronomica d’eccellenza e accessibile per il pranzo.
Gli Associati del Seminario Veronelli, in entrambe le occasioni, beneficeranno di condizioni economiche agevolate, con uno sconto del 25% sulla tariffa ordinaria.
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COSTI E CONDIZIONI. Corso del 12 maggio: La quota ordinaria di iscrizione al corso è di 240 euro (IVA inclusa). Agli associati al Seminario Veronelli e alle altre associazioni convenzionate è riservata la quota speciale di 180 euro (IVA inclusa). Corso del 15 maggio: La quota ordinaria di iscrizione al corso è di 270 euro (IVA inclusa). Agli associati al Seminario Veronelli e alle altre associazioni convenzionate è riservata la quota speciale di 203 euro (IVA inclusa). È possibile acquistare in un'unica soluzione i due corsi al prezzo speciale di 290 € (IVA inclusa). Termine iscrizione a esaurimento posti. Contatti: Segreteria SV Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE: L’iscrizione può essere fatta tramite l’apposito modulo reperibile sul sito del Seminario Veronelli (www.seminarioveronelli.com), da inviare debitamente compilato a Vinidea via fax al numero 0523 876340 o e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. L’iscrizione sarà ritenuta valida solo se inviata entro il termine indicato e se accompagnata dal pagamento della quota, secondo le modalità richieste.
UFFICIO STAMPA SEMINARIO VERONELLI
Emanuela Capitanio
MONTALBERA, INSIEME A TUTTI I PRODUTTORI DI RUCHÈ, RACCONTA LA STORIA DI QUESTO ANTICO VITIGNO AUTOCTONO ALLA FESTA DEL RUCHÈ DI CASTAGNOLE MONFERRATO
L’Associazione Produttori Ruchè di Castagnole Monferrato in collaborazione con il Comune di Castagnole Monferrato, l’Associazione Go Wine e il Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato, organizzano l'undicesima edizione della “Festa del Ruchè”, banco d’assaggio che promuove e divulga la conoscenza del Ruchè, vitigno autoctono del Monferrato – Piemonte.
L’appuntamento è per venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 maggio 2018 nello scenario della Tenuta “La Mercantile”, splendido edificio del tardo settecento. Alla presenza diretta dei produttori si potrà degustare il Ruchè ed assaggiare piatti tipici del territorio. Un weekend di festa e di confronto in cui il Ruchè sarà il protagonista esclusivo di importanti degustazioni.
Montalbera porta alla Festa del Ruchè le sue etichette, frutto di tanta passione, di studio e impegno costante che hanno portato un nuovo Tre Bicchieri alla denominazione Ruchè e, in particolare, quest’anno, al Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG LACCENTO 2016, oltre ai 99 punti dell’Annuario dei Migliori Vini Italiani di Luca Maroni che l’ha definito “Miglior vino rosso in assoluto 2018”.
“Per noi è un onore poter partecipare alla Festa del Ruchè, vera kermesse degustativa di questo prezioso autoctono del Monferrato. Montalbera è il primo anno che partecipa ufficialmente in veste di consorziata dell’Associazione Produttori Ruchè di Castagnole Monferrato e del Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato” dichiara Franco Morando, direttore generale di Montalbera. “È un momento importante anche per condividere insieme agli altri produttori le magnificenze d’espressione qualitativa che ogni singolo brand porta grazie alla passione e al quotidiano lavoro di ogni vigneron”.
Etichette Montalbera in degustazione: Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG LACCENTO 2016 e Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG LA TRADIZIONE 2016
VINO ITALIANO. QUANDO IL VALORE DELLA MARCA CONTA
Ernesto Abbona (UIV): “L’efficacia di penetrazione nei mercati del brand privato deve saldarsi con la garanzia e credibilità offerta dalle denominazioni”
“Il vino italiano ha vinto solo in parte la sfida del valore: se dal 2008 ad oggi l’export è cresciuto da 3,7 a 6 miliardi di euro e la graduale ripresa dei consumi interni è guidata più dall’aumento dei prezzi che non dai volumi acquistati, il trend virtuoso che ha portato alla crescita del vino a ‘Denominazione di Origine’ ed all’apprezzamento delle nostre migliori produzioni sui mercati deve trovare un suo consolidamento. In questa prospettiva gioca un ruolo determinate la dinamica, non sempre sinergica, tra marchi d’impresa e marchi collettivi. L’agilità ed efficacia di penetrazione nei mercati del brand privato deve incontrare e saldarsi con la solidità del messaggio, la garanzia e credibilità offerta dalle denominazioni. In Italia non abbiamo aziende in grado di competere, in termini di dimensione e investimenti promozionali, con i colossi mondiali del vino, ma vantiamo un sistema di ‘Denominazione di Origine’ unico al mondo per rigore di regole e serietà dei controlli. È qui la nostra forza che dobbiamo mettere a sistema con la grande capacità e intelligenza manageriale dimostrata dagli imprenditori italiani. Uno sforzo che coinvolge direttamente anche le istituzioni e la politica, che devono impegnarsi a difendere e a ben utilizzare gli strumenti messi a disposizione dall’OCM per favorire la competitività delle imprese”.
Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, ha aperto la tavola rotonda, organizzata da UIV e moderata da Chiara Giannotti, "La creazione del valore: identità, reputazione e crescita del made in Italy", tenutasi al Castello di Nipozzano (FI), ospiti del vicepresidente di UIV Lamberto Frescobaldi.
Il tema, particolarmente attuale e di grande importanza per il comparto, viste le implicazioni sul mercato interno ed estero, è stato approfondito da Tiziana Sarnari - ISMEA, che ha fotografato “La crescita del valore del vino italiano esportato negli ultimi anni”; Brunella Saccone - ICE Agenzia con un focus su “Il vino: un benchmark nell’export italiano”; Andrea Rea - Wine Lab Bocconi che ha approfondito “Il valore del vino tra brand privati e territoriali”.
La qualità del prodotto e il prezzo sono leve insufficienti per posizionare il vino, che nel frattempo ha acquisito elevati valori simbolici – ha commentato Rea. I nuovi consumatori in realtà, attraverso il vino, vogliono acquistare esperienze: conviviali, di scoperta, memorabili. Oggi nel vino esistono almeno 3 distinti mercati e quindi tre diverse tipologie di esperienza - un mercato Trendy legato alle mode, un mercato Fine motivato dall’esperienza del territorio ed un mercato Icon che richiede prodotti di assoluto prestigio, più vicini al consumo di prodotti di lusso. Il vino italiano è leader internazionale e deve, quindi, crescere nelle competenze di management per sostenere la sua crescita. Lavorando sulle tecniche di architettura di brand è possibile superare dannose conflittualità e sviluppare in armonia marche aziendali e di territorio, senza rinunciare al valore indiscutibile del brand Italia”.
Uno degli obiettivi che si prefiggono le aziende del settore del vino è infatti quella di consolidare, in alcuni mercati, e costruire, in altri, una solida e riconosciuta reputazione che, conferendo al prodotto identità in quanto made in Italy, sia in grado di generare valore, soprattutto nei mercati internazionali ed elevare i prezzi medi.
“È sul fronte export che l’Italia, chiaramente, gioca un ruolo fondamentale – sottolinea Tiziana Sarnari – con la sua seconda posizioni tra i paesi fornitori sia in volume, dietro la Spagna, sia in valore, dietro la quasi irraggiungibile Francia. Nel 2017 l’Italia ha raggiunto il traguardo dei sei miliardi di euro di export, in linea con le previsioni elaborate da Ismea, nel primo trimestre del 2018 le cose sembrano iniziate bene, con aumenti sia in Usa che in Cina, e appare sempre più vicino quello dei 6,5 miliardi previsto prima del 2020. Ma nel risultato 2017 vanno letti anche segnali di delusione da parte degli operatori che auspicavano una maggior accelerazione delle esportazioni italiane e, soprattutto, un aumento della quota di mercato su alcuni mercati target. Per l’Italia resta, quindi – continua Sarnari – da una parte il gap con i prezzi dei vini francesi, mentre dall’altra non si riacquista abbastanza competitività sulla fascia bassa per incrementare la vendita di prodotto di massa e riconquistare la leadership mondiale in volume. È proprio il segmento delle Dop ferme che rappresenta un altro punto critico dell’attuale quadro delle esportazioni italiane. Nel 2017, infatti, hanno perso il 3% a volume ed è già da qualche anno che questo ramo non offre i risultati sperati”.
All’interno dell’indubbio successo del vino italiano sono infatti diversi i punti critici da esaminare, per poi elaborare strategie diversificate a seconda del prodotto e del Paese di destinazione.
“L’Italia è tra i leader mondiali nella produzione di vino non solo per quantità, ma soprattutto per l’altissima qualità e l’ampia biodiversità – conclude Brunella Saccone. È un messaggio che come Sistema Paese dobbiamo comunicare con forza e sempre maggiore incisività perché si diffonda una conoscenza più approfondita dei nostri prodotti, insieme a una vera e propria cultura del vino italiano e del suo necessario e fondamentale contributo che può dare alla costituzione identitaria del nostro Paese nell’immaginario straniero”.
A conclusione della Tavola rotonda tre grandi imprenditori del vino italiano (Lamberto Frescobaldi - Marchesi Frescobaldi, Sandro Sartor - Ruffino e Enrico Viglierchio - Banfi, in un confronto con Stefano Campatelli - già direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino e oggi alla direzione del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano) hanno raccontato le loro best practice sul campo e come, negli anni, abbiano accolto le sfide del mercato creando valore per la propria marca, nella dialettica con i brand di territorio, dandole identità, brand awarness ed esportando il made in Italy all’estero con successo.