Home
L’OCCHIO MAGICO DI CARLO MOLLINO
Walter Guadagnini, Direttore di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, ha scelto per l’avvio della stagione espositiva del 2018 una mostra insieme molto torinese e altrettanto internazionale, dedicata a Carlo Mollino.
“L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973”, a cura di Francesco Zanot, sarà a CAMERA (Torino), dal 18 gennaio al 13 maggio 2018. L’esposizione attraversa l’intera produzione fotografica di Carlo Mollino, in un percorso di oltre 500 immagini tratte dall’archivio del Politecnico di Torino. Questa iniziativa fa seguito alla mostra "Carlo Mollino. In viaggio", tenutasi presso CAMERA nella primavera del 2016, a testimonianza del rafforzamento della collaborazione tra Politecnico e CAMERA, anche grazie a un accordo di collaborazione siglato nell'aprile di quest'anno.
L’attività di CAMERA è realizzata grazie a Intesa Sanpaolo, Eni, Reda, Lavazza, in particolare la programmazione espositiva e culturale è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo.
“Mi rallegro che la mostra nasca da una collaborazione proficua con il Politecnico di Torino - dichiara Emanuele Chieli, Presidente di CAMERA - a dimostrazione della sempre più forte capacità di CAMERA di dialogare con le istituzioni locali e di trarre da questo dialogo progetti che uniscono rigore scientifico e motivi di interesse e curiosità per il vasto pubblico. Il rapporto con la città è da sempre al centro dell'attenzione di CAMERA, così come l'attenzione al più vasto mondo della cultura internazionale. Carlo Mollino condensa nella sua straordinaria e polimorfa figura entrambi questi aspetti: torinese di nascita e sempre attivo nel capoluogo piemontese, Mollino è divenuto negli ultimi decenni una figura apprezzata ben al di fuori dei confini cittadini e nazionali, maestro eccentrico della cultura del XX secolo”.
Tra i più noti e celebrati architetti del Novecento, Carlo Mollino ha da sempre riservato alla fotografia un ruolo privilegiato, utilizzandola sia come mezzo espressivo, sia come fondamentale strumento di documentazione e archiviazione del proprio lavoro e del proprio quotidiano. Questa esposizione, la più grande e completa mai realizzata sul tema, indaga il rapporto tra Mollino e la fotografia evidenziandone l’unicità e le caratteristiche ricorrenti, a partire dalle prime immagini d’architettura realizzate negli anni Trenta fino alle Polaroid degli ultimi anni della sua vita. Sulle orme del padre Eugenio, ingegnere e appassionato fotografo, Carlo Mollino si è avvicinato a questo linguaggio espressivo fino dalla gioventù, sviluppando non soltanto un vasto corpus di immagini a metà tra il canone della tradizione, di cui aveva consapevolezza profonda, e lo slancio della sperimentazione, ma anche una peculiare coscienza critica che lo ha condotto a pubblicare nel 1949 “Il messaggio dalla camera oscura”, volume innovativo quanto fondamentale per la diffusione della cultura fotografica in Italia e la sua accettazione tra le arti maggiori. Questa mostra si propone così di approfondire la straordinaria complessità e fecondità della riflessione di Carlo Mollino sulla fotografia, situandolo definitivamente nella storia di questa disciplina attraverso un percorso che alterna grandi classici a opere del tutto inedite e mai precedentemente esposte.
Superando qualsiasi classificazione tra generi, incompatibile con la stessa natura molteplice e sfaccettata di Carlo Mollino, che porta avanti contemporaneamente progetti e interessi molto diversi facendoli inevitabilmente confluire tra loro, la mostra è suddivisa in quattro sezioni tematiche, ognuna intitolata con una citazione tratta dagli scritti dello stesso autore.
Nella prima sezione, “Mille case”, sono raccolte le immagini relative al tema dell’abitare, che caratterizza ovviamente una porzione fondamentale del lavoro fotografico di Mollino: oltre alle immagini degli edifici (Mollino è tra i pochi architetti che, dopo averle realizzate, reinterpretano con la fotografia le proprie costruzioni), compaiono qui still-life di oggetti domestici, ritratti ambientati nei celebri interni progettati da lui stesso, e una serie di istantanee riprese durante i suoi viaggi come annotazioni visive di architetture più o meno note, dalle case in legno e paglia della campagna rumena al Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright a New York, dai mulini olandesi alla Chandigarh di Le Corbusier.
La seconda sezione, “Fantasie di un quotidiano impossibile”, è centrata sull’atmosfera e le ispirazioni surrealiste che pervadono una parte della produzione fotografica molliniana. È il capitolo più libero e imprevedibile dell’intera mostra. Include fotografie molto diverse tra loro, sempre tese a mettere in discussione la realtà rappresentata: ci sono immagini di vetrine che ricordano quelle riprese a Parigi da Eugène Atget, fotografo prediletto da Man Ray, oggetti isolati nell’inquadratura e caricati di una vita misteriosa, specchi che nascondono e moltiplicano ogni cosa, fotografie di altre fotografie, fotomontaggi di progetti architettonici realizzati a partire da modelli di piccole dimensioni, fino a una selezione di preziose immagini tratte dalla pubblicazione “Occhio magico”, del 1945.
“Mistica dell’acrobazia” è il titolo della terza sezione, interamente dedicata a un altro interesse molto speciale di Carlo Mollino, quello per la velocità, il movimento e la dinamica. Sono qui riunite fotografie sul tema del volo, che Mollino praticava da provetto pilota acrobatico, dell’automobilismo, con particolare attenzione alla vicenda del Bisiluro, automobile da lui progettata (insieme a Mario Damonte ed Enrico Nardi) e con cui aveva partecipato alla “24 ore di Le Mans” nel 1955, e dello sci, con una selezione di fotografie di linee tracciate dagli sciatori sulla neve, sinuose come i profili del design del genio torinese.
La quarta sezione, “L’amante del duca”, la più ampia della mostra con oltre 180 fotografie selezionate, è infine dedicata al tema del corpo e della posa. Qui sono messi a confronto tra loro due soggetti fondamentali dell’intero corpus fotografico molliniano: i ritratti femminili (oltre alle celeberrime Polaroid, sono esposte numerose stampe originali in bianco e nero e a colori) e gli sciatori. Entrambi sono il frutto di una meticolosa operazione di messinscena di Mollino, che dimostra una particolare attenzione per il controllo della posa, riprendendo ossessivamente gli stessi gesti. Gli sciatori sono colti in posizioni che individuano la perfezione del gesto tecnico (direttore della commissione delle scuole e dei maestri di sci, Mollino pubblica nel 1951 il manuale “Introduzione al discesismo”), mentre le donne, reminescenti della statuaria antica, replicano senza sosta atteggiamenti simili, sullo sfondo degli stessi scenari e vestite nei medesimi abiti.
La mostra si completa infine con alcuni documenti, tra cui lettere, manoscritti, dattiloscritti originali (relativi in particolare alle successive stesure de “Il messaggio dalla camera oscura”), e una serie di cartoline collezionate da Carlo Mollino in ogni angolo del mondo che evidenziano, oltre a un atteggiamento di costante ricerca e curiosità, l’interesse vivo per la fotografia in ogni sua declinazione ed espressione.
Tutti i materiali in mostra, salvo alcune eccezioni opportunamente indicate, provengono dalle collezioni del Politecnico di Torino, Archivi Biblioteca Gabetti, Fondo Carlo Mollino.
“Con gran piacere, la sezione Archivi della Biblioteca Centrale di Architettura ‘Roberto Gabetti’ ha accolto la proposta di CAMERA di dedicare una mostra di ampio respiro alla produzione fotografica di Carlo Mollino - ricorda il professor Sergio Pace del Politecnico di Torino - DAD (Dipartimento di Architettura e Design). - A tale attività il grande architetto torinese, lungo tutto l'arco della propria carriera, ha rivolto un’attenzione straordinaria, così lasciando ampia testimonianza non solo della propria attività progettuale, ma anche e soprattutto degli interessi vastissimi e delle passioni anche inconsuete che l’hanno reso una figura unica nel panorama culturale italiano. Migliaia sono gli scatti, realizzati con tecniche differenti e spesso ritoccati a mano su negativi e/o positivi: dal negativo su lastra a quello su pellicola, dal bianco e nero al colore, dal fotomontaggio, realizzato insieme all’amico fotografo Riccardo Moncalvo, fino all’uso della polaroid per gli scatti più privati, gli archivi del Politecnico custodiscono un fondo prezioso per comprendere non soltanto un maestro inconfondibile, ma anche un capitolo essenziale della storia della fotografia nell'Italia del Novecento. Anche in virtù dell'ampiezza di tali orizzonti, è importante sottolineare che la mostra si avvale anche dei primi esiti di un progetto di digitalizzazione dei negativi di Carlo Mollino, cofinanziato da Regione Piemonte”.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da Silvana Editoriale e contenente tutte le riproduzioni delle opere in esposizione oltre ai saggi di Francesco Zanot, curatore della mostra, Enrica Bodrato, Fulvio Ferrari e Paul Kooiker.
“L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973”
Dal 18 gennaio al 13 maggio 2018
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 - Torino www.camera.to |Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orari di apertura (Ultimo ingresso, 30 minuti prima della chiusura)
Lunedì 11.00 - 19.00_
Martedì Chiuso_
Mercoledì 11.00 - 19.00
Giovedì 11.00 - 21.00
Venerdì 11.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 19.00
Domenica 11.00 - 19.00
Biglietti
Ingresso Intero € 10
Ingresso Ridotto € 6, fino a 26 anni, oltre 70 anni
Soci Touring Club Italiano, Amici della Fondazione per l’Architettura, iscritti all’Ordine degli Architetti, iscritti AIACE, iscritti Enjoy, soci Slow Food, soci Centro Congressi Unione Industriale Torino, possessori Card MenoUnoPiuSei._Possessori del biglietto di ingresso di: Gallerie d’Italia (Milano, Napoli, Vicenza), Museo Nazionale del Cinema, MAO, Palazzo Madama, Borgo Medievale, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna, Forte di Bard, MEF - Museo Ettore Fico
Ingresso Gratuito
Bambini fino a 12 anni
Possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card
Visitatori portatori di handicap e un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria
Servizio di biglietteria e prevendita a cura di HYPERLINK "http://www.vivaticket.it/" \\t "_blank" Vivaticket.
Contatti
CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 - Torino
www.camera.to | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ufficio stampa e Comunicazione
Giulia Gaiato
HYPERLINK "Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.\"';document.getElementById('cloak5973353b01632b90b0df8961f6c825be').innerHTML += ''+addy_text5973353b01632b90b0df8961f6c825be+'<\/a>'; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
tel. 011 0881150
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. 049 663 499
KISEN TRIPLICA
A pochi mesi dall'apertura di Busto Arsizio, la famiglia Kisen si allarga e questa volta in pieno centro, accanto alla fermata Turati a Milano, in via della Moscova 10. Apertura: 14 dicembre, perfetto per chi vuole festeggiare un Natale alternativo, a base di sushi. 300 mq su due eleganti livelli che ricordano la natura giapponese con pietra, legno e canne di bambu.
La Storia: Il primo Kisen è stato tra i primi giapponesi di qualità a Milano, aperto 13 anni fa. La sede storica è in Via Gian Giacomo Mora al 9, zona Colonne di San Lorenzo. Gli ingredienti per tutti i Kisen sono la cucina creativa, l' ambiente raffinato ed elegante della nuova sede è studiato ad hoc da un architetto giapponese e la selezione degli ingredienti di qualità con cui creare il menu “Feeling Excellence” è vigorosissima, creata da uno chef giapponese di Osaka che ogni sei mesi torna per formare i cuochi dei tre Kisen. Ogni piatto è creato al momento partendo da una materia prima freschissima e curato con attenzione seguendo i dettami dell'estetica giapponese, ricca di intagli e tagli precisi quanto armoniosi.
La Cucina: Feeling Excellence” è un menu giapponese creativo realizzato con il miglior pesce che si trova sulla piazza di Milano, comprato giornalmente al mercato ittico più importante in Italia. Si può scegliere tra i dim sum con pasta alla barbabietola, al the verde, al nero di seppia, allo zafferano e ala gambero; le dieci tartare (iconico il White, di capasante, seppie, chips di barbabietole su letto di riso al nero di seppia o ancora il Kisen, identificativo del locale, con gamberi crudi, capasante, branzino, polvere di miso e riso venere); i dodici gunkan, le cruditee, i carpacci, quattordici tipi di California maki, dodici tipologie di temaki (iconici quelli al foie gras, al sakè e al riso allo zafferano in onore di Milano), special rolls, dragon balls, sushi, sashimi e chirashi, nigiri, ramen, udon, ampia selezione di teriyaki cucinati sull'apposita piastra, ma anche tempura, riso, insalate e zuppe.
Il Design: Un design che ricorda la natura orientale con maestose canne di bambu in entrata, pietra, legno, ferro e luci che ammiccano a Madre Natura per i con giochi ottici eleganti e moderni, tra vetrate- cascate e pavimenti che disegnano giardini giapponesi, giochi di onde alle pareti e un arredamento che si tinge di grigio, marrone e nero. Un gioco suggestivo di specchi e luci, le perfette simmetrie della scala centrale sono gli elementi che accompagnano i clienti dal piano superiore all'inferiore, dove è possibile cenare seduti ai due ampi tavoli tatami, secondo i dettami della più autentica tradizione giapponese.
Drink e aperitivo: Per esaltare il gusto dei piatti, il Kisen propone, oltre ad una vasta selezione di vini, spumanti e champagne, anche un menù di cocktail studiati ad hoc da Franco Tucci Ponti, esperto mixologist che ha combinato elementi e ingredienti nipponici ai classici italiani, che potranno accompagnare la cena o essere sorseggiati tout court o per aperitivo dagli 8 ai 15 euro, accompagnati da creazione create ad hoc dai maestri giapponesi del Kisen.
La Proprietà:
Kisen nasce dallo spirito imprenditoriale di un gruppo di giovani ristoratori milanesi e bustocchi, tra i primi a portare la vera cucina giapponese a Milano. Christian Zaccaro ha iniziato 13 anni fa con il suo primo ristorante all'età di 25 anni, ma nella sua visione di sono altri Kisen.
Contatti:
Kisen
Via Moscova 10
Tel 3333911343
Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orari:
Da lunedì al sabato dalle 12 alle 14.30 e dalle 19 a mezzanotte
Domenica dalle 12 alle 14.30
Camilla Rocca
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
392. 0531233
THE STAGE: UN CAPODANNO STELLARE
Ristorante di Fine Dining e Vip Room: questa la formula di The Stage per festeggiare al meglio la notte più sfavillante dell’anno
«Chi ben comincia è a metà dell’opera»: niente di più vero, soprattutto se si tratta del Capodanno. Una serata che tutti aspettiamo per lasciare indietro tutto quello che non è andato nell’anno trascorso e per affidarci ai buoni propositi, una serata che merita di essere festeggiata alla grande.
Quest’anno The Stage propone un’esperienza gastronomica unica che vuole rispondere ai desideri di una clientela attenta e esigente. Ristorante di Fine Dining e Vip Room saranno a disposizione – ognuno con uno speciale format ideato dall’executive chef Fabrizio Albini e atCarmen per l’occasione – per brindare all’anno nuovo e lasciarsi sedurre dalla magia dell’anno nuovo.
Una notte ricca di suggestioni: una cena classica in cui scoprire i grandi classici della cucina delle feste – dal foie gras alle lenticchie – realizzati dallo chef Albini oppure una serata privata nella Vip Room con vista sulle luci di Milano. E dopo la mezzanotte musica e drink all’Octavius Bar dove i cocktail di Francesco Cione saranno l’accompagnamento perfetto per concludere al meglio la serata.
IL RISTORANTE – Tra luci soffuse, legno e divanetti in pelle il Ristorante The Stage diventa il set perfetto per una cena ricercata e intrigante in cui gli ospiti saranno coccolati e stupiti mentre attendono l’arrivo dell’anno nuovo.
«Non mancheranno le lenticchie, il primo cibo da assaggiare allo scoccare della mezzanotte – spiega lo chef Fabrizio Albini –, ma anche il tartufo e foie gras, ingredienti magnifici per iniziare al meglio il nuovo anno, con un augurio di prosperità».
Si parte con un benvenuto a base di caldarroste, spinaci, tè verde, nocciole e passion fruit «per accogliere gli ospiti dal freddo invernale nella nostra sala rivestita di legni caldi e pregiati», dichiara Fabrizio Albini. Un benvenuto per stuzzicare il palato e introdurlo lentamente ai piaceri della serata. E poi ancora raviolo di noci alla zucca affumicata e spezie, filetto di manzo con scaloppa di foie gras, mandarino alla brace con mousse al kefir: sapori tipici nella migliore tradizione del cenone di Capodanno, con un tocco innovativo e coinvolgente.
Costo della serata – 150 € bevande escluse.
LA VIP ROOM – Una festa privata con vista mozzafiato sulle mille luci di Milano per la serata più sfavillante dell’anno: questo è quanto offre la Vip Room di The Stage.
La sala, organizzata per ospitare un massimo di 18 persone, sarà seguita attentamente dal personale di The Stage, per far vivere agli ospiti una serata indimenticabile. Il menù sarà quello del ristorante al primo piano, con in più la possibilità di personalizzare alcune portate secondo i gusti del tavolo.
Costo della serata 3.000€ per la VIP Room e il menù di Fabrizio Albini, bevande escluse.
The Stage
Piazza Gae Aulenti, 4 - Milano
+39 02 63793539
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Eleonora Alverà Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
TORNA IL NATALE FIRMATO BRANCA
Per Fernet-Branca la nuova Collezione 2017
ispirata al potere delle erbe
Fratelli Branca Distillerie festeggia il Natale con pack natalizi e la nuova confezione regalo di Fernet-Branca.
La speciale Collezione 2017 di Fernet-Branca, disponibile in due colori, celebra il potere delle erbe! A fare da sfondo ai preziosi ingredienti ci sono i 4 continenti da cui provengono, che insieme vanno a creare la formula segreta che si tramanda da cinque generazioni. Lo storico motto di Branca “Novare serbando” trova qui espressione in uno stile contemporaneo, che non si dimentica della tradizione da cui ha origine Fernet-Branca e la sua immutabile qualità.
Camomilla, tiglio, china, mirra, aloe e poi lo zafferano, il rabarbaro, la cannella e la zedoaria, ecco alcune delle erbe e spezie al centro della grafica delle nuove confezioni che rendono Fernet-Branca inimitabile e amato in tutto il mondo. Colori, profumi, sapori! Il gift pack da collezione ci porta così alla scoperta delle loro incredibili proprietà.
Ma non finisce qui. Si vestono per le feste anche Caffè Borghetti, il liquore di vero caffè espresso ottenuto dalla ricetta originale creata da Ugo Borghetti nel 1860, Candolini, la Grappa morbida ed elegante preferita dagli Italiani e Stravecchio Branca, il distillato d’eccellenza della tradizione italiana!
Branca ha pensato a pack esclusivi per tutti coloro che vogliono condividere momenti speciali con i propri cari.
Le special edition di confezioni natalizie di Fernet-Branca, Caffè Borghetti, Candolini e Stravecchio sono disponibili al prezzo di una normale bottiglia nelle principali insegne della grande distribuzione italiana e sono, inoltre, disponibili nello Shop Branca presso la Collezione Branca a Milano.
Maggiori informazioni su Branca
La Fratelli Branca Distillerie è un’affermata realtà imprenditoriale italiana operante nel settore spirits. Fondata 172 anni fa a Milano, l’azienda è da sempre controllata e guidata dalla famiglia Branca, oggi giunta alla quinta generazione sotto la guida del Presidente e Ad Niccolò Branca. L’evoluzione dell’azienda ha inizio con la creazione nel 1845, da parte di Bernardino Branca, dell’amaro diventato famoso in tutto il mondo: il Fernet-Branca, la cui formula unica e segreta è rimasta immutata nel tempo. Qualità e innovazione nel rispetto della tradizione hanno contraddistinto da sempre la crescita aziendale, che da Fernet-Branca è passata attraverso altri prodotti “storici” dell’azienda come Stravecchio Branca e Brancamenta, sino all’ampliamento del portafoglio prodotti, che ora vede tra i principali brand: Fernet-Branca, Brancamenta, Stravecchio Branca, Caffè Borghetti, Grappa Candolini, Punt e Mes, Carpano Classico, Bianco e Dry, Antica Formula, Sambuca Borghetti, il distillato premium Magnamater, la vodka Sernova, i vini Chianti Classici Villa Branca e spumante Bellarco. Fratelli Branca Distillerie distribuisce in Italia anche i prestigiosi brand del gruppo francese Rémy-Cointreau, la Tequila Sierra del gruppo tedesco Borco, lo champagne Tsarine, di Chanoine Frères e il liquore Southern Comfort del Gruppo Sazerac.
I COLORI DEL SACRO
Protagonista della nona edizione de “I Colori del Sacro” (Padova, Museo Diocesano dal 3 febbraio al 24 giugno 2018) è il corpo
Il corpo inteso nei suoi aspetti fisici, nel rapporto con ciò che lo circonda, con l’ambiente, con le persone ed anche con il Sacro; nel rapporto e nel confronto con la diversità e la disabilità.
Il corpo è carne, ossa, muscoli, ma anche cervello e cuore, pensiero e sentimenti. Quello che si vede esternamente è solo una parte del tutto. Materialità e immaterialità, quindi. Percezione di sé e relazioni. Anatomia e significati archetipici.
“I Colori del Sacro” è da sempre un’occasione di esplorazione, di confronto e di dialogo: il linguaggio dell’illustrazione è per sua vocazione universale, abbatte le barriere e arriva dritto al bersaglio, alla sensibilità di chi osserva; è in grado di trasmettere informazioni e emozioni, a tutti, con immediatezza.
La visita alla mostra nelle intenzioni degli organizzatori è concepita e organizzata come un momento formativo e di crescita, di divertimento e di godimento estetico ed infine di sperimentazione attraverso laboratori ed esperienze di gruppo. Tante le attività progettate appositamente per le scuole, per le famiglie, per i gruppi di giovani e di adulti. Un centinaio gli illustratori invitati e selezionati che ci racconteranno la loro personale visione del corpo, tra questi Martin Jarrie (Francia), Gabriel Pacheco (Messico), Javier Zabala (Spagna) e gli italiani Anna Castagnoli, Giovanni Manna, Simone Rea
In occasione della mostra Topipittori nella collana PIPPO (Piccola pinacoteca portatile), di recente insignita del Premio Andersen 2017 per il miglior progetto di divulgazione, ha pubblicato “Essere Umani. Il corpo nell’arte, dalla Preistoria ad oggi” album illustrato da Sylvie Bello con i testi di Andrea Nante: un libro prezioso che vuole avvicinare i più giovani ai grandi protagonisti dell’arte, coinvolgendoli nel rielaborare con il proprio segno le opere d’arte, offrendo spunti e approfondimenti attraverso la dinamica del quaderno attivo, da usarsi sia a scuola sia in famiglia.
La mostra ha originato il progetto “Un diSegno per il Corpo”, realizzato in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Padova: in due plessi scolastici della città Antonio Panzuto, curatore del progetto, ha guidato e fatto lavorare delle classi di bambini sul tema del corpo e della sua rappresentazione. Le opere dei bambini con le loro voci, le loro paure i loro desideri ci invitano a fermarci e a farci riflettere: piccole opere d’arte che saranno valorizzate nell’allestimento della mostra.
Questa grande mostra-laboratorio, unica in Italia per dimensione e modello culturale –racconta Andrea Nante direttore della rassegna – sarà arricchita da eventi, iniziative dedicate al mondo dell’arte, della danza e della musica. Il mio desiderio è l’apertura alla città e la creazione di sinergie che possano fare sentire il pubblico al centro della nostra progettazione culturale.
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo. Tel. 049663499