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CONOSCERE LA TOSCANA TRA PAESAGGI, ARTE, VINO E CIBO
ALLA PRESENTAZIONE A FIRENZE DI VISITTUSCANY.COM, NUOVO STRUMENTO MULTIMEDIALE PER SCOPRIRE LA REGIONE E LE SUE ECCELLENZE PROTAGONISTI ANCHE I VITIGNI AUTOCTONI E LE PIETANZE DELLA TRADIZIONE
Presentata ieri a Firenze all’Istituto degl’Innocenti di Piazza Santissima Annunziata Visittuscany.com, il nuovo sito progettato dalla Regione Toscana e realizzato da Fondazione Sistema Toscana con la collaborazione di Toscana Promozione Turistica. Proposte di viaggio, spunti e approfondimenti tematici, 310 località per quasi 1.700 attrazioni, specialità enogastronomiche e artigianali, eventi e itinerari da scaricare sul proprio smartphone e da percorrere a piedi, in bici, in moto o in auto, a seconda delle stagioni, dei propri interessi o alla posizione geografica, per un totale di ben 9.300 contenuti dedicati alla grande ricchezza culturale e ambientale della Toscana.
Un nuovo strumento dunque per conoscere e vivere la Toscana dal di dentro, facendosi deliziare l’occhio con gli splendidi paesaggi che gli ha regalato Madre Natura e i monumenti nelle città d’arte che l’hanno resa nota in tutto il mondo, ma anche il palato, attraverso i sapori e i profumi di una regione che vanta una tradizione culinaria dalle radici molto profonde, fortemente identitaria e legata ai territori.
La perfetta combinazione dunque tra arte, natura ed enogastronomia del territorio, i principali driver di sviluppo turistico del territorio: Visittuscany.com è anche questo ovvero raccontare questa terra attraverso il cibo e i vini, le ricette di piatti storici e i vitigni autoctoni. Tante sorprese tra le ricette da scoprire e - soprattutto - da riscoprire, tra le pagine virtuali di Visittuscany.com: dai piatti di origine antica come il Peposo alla Fornacina - nato nella zona del Chianti intorno al 1400 - o il Bordatino, le cui origini sono riconducibili alla cucina di bordo dei velieri nel 1700 e collocabili verosimilmente nel livornese anche se il piatto è ampiamente diffuso anche a Pisa e Lucca.
O ancora, piatti poveri della tradizione contadina come la Pappa al Pomodoro, così come povero – ma solo apparentemente – era considerata la Trippa alla Fiorentina le cui origini sono più che note. Avvicinandosi ai giorni nostri nel sito si trovano altresì la ricetta del Baccalà alla Livornese o i Cantuccini di Prato da inzuppare nel Vinsanto. L’immenso e inestimabile patrimonio enogastronomico della Toscana tuttavia comprende anche una grande e storicamente rilevante componente vitivinicola: grandi rossi e ottimi bianchi sono la migliore espressione di vitigni autoctoni che hanno trovato nel microclima e nelle caratteristiche della terra di questa regione l’ambiente ideale per dare il meglio di sé.
Dei 355 vitigni autoctoni censiti a livello nazionale, la Toscana vanta il primato di 127 vitigni iscritti a repertorio e ognuno di essi si fa portatore di altrettante storie da raccontare: storie della nostra terra, legate al mondo, antico e nuovo, dei vignaioli, della ricerca e della civiltà del bere. Dai più celebri a quelli meno conosciuti a quelli eroici, il viaggio tra di essi è entusiasmante e ricco di tante sfaccettature: per accompagnare i selezionati piatti della cucina tradizionale toscana riportati nel sito ma soprattutto serviti dai sommelier di AIS Toscana in occasione della presentazione di esso, infatti Fondazione Sistema Toscana, in collaborazione con Vetrina Toscana, ha scelto di puntare su vitigni caratteristici della costa e delle Isole.
Partiamo da nord con la Pollera Nera, vitigno autoctono della Lunigiana coltivato nei pressi della via Francigena e il Vermentino Nero, vitigno molto raro che dona al vino una speziatura insolita che richiama le note di pepe nero, per poi scendere verso l’Arcipelago Toscano e la Maremma, altri due territori che esprimono vitigni di grande spessore. Come il Vermentino, l’Ansonica e l’Aleatico, autoctoni tipici delle isole Elba, Gorgona e Giglio. Ha caratteristiche che richiamano la coltivazione insulare ma anche della costa il Ciliegiolo, che deve il nome alla sua forma rotonda e al colore che richiama quello delle ciliegie e che viene coltivato sull’Isola di Capraia ma più in generale in tutta la Maremma, così come il Colorino che condivide con tutti i vitigni finora citati la coltivazione “eroica” su terrazzamenti affacciati sul mare. Tipico della Maremma e non solo è altresì il Pugnitello, un antico vitigno così chiamato per la forma del grappolo che ricorda un piccolo pugno e che è stato riscoperto solo di recente.
Vitigni che nella maggior parte dei casi trovano sublimazione in purezza, come il Vermentino e l’Aleatico Lazzarus di Valle di Lazzaro dell’Isola d’Elba, l’Ansonica Senti oh! de La Fontuccia dell’Isola del Giglio, il Pugnitello Terigi e il Ciliegiolo Poggio Curzio de Il Sassone di Massa Marittima, la Pollera Nera Durlindana e il Vermentino Nero Pepe Nero di Casteldelpiano a Licciana Nardi in Lunigiana. Ma che altresì si prestano a suggestive unioni per dare prova della loro versatilità, di cui i sommelier di AIS Toscana hanno servito ieri due eccellenti esempi: lo Zenobito La Piana dell’Isola di Capraia che ha messo insieme Ciliegiolo e Colorino, e il Gorgona di Frescobaldi, un bianco che unisce Vermentino e Ansonica, frutto di una collaborazione con l’Istituto di Pena dell’Isola che gestisce attraverso i detenuti del carcere il vigneto in coltura biologica.
Ufficio Stampa AIS Toscana
Marte Comunicazione snc di Morganti e Tempestini
LA FORMAZIONE PER LA NAZIONALE DEI CUOCHI ITALIANI 2017 SI PRESENTA AL BOSCOLO HOTEL EXEDRA
Si presenta al Boscolo Hotel Exedra la Nazionale dei Cuochi Italiani pronti per la Coppa del Mondo in Lussemburgo, la Culinary World Cup 2017, il più alto riconoscimento internazionale culinario. A fare gli onori di casa a prestigiosi colleghi ed autorità sarà Niko Sinisgalli, resident executive chef del Boscolo Hotel Exedra che ospita l’evento, che ha realizzato un primo piatto ed un dessert per una calorosa buona fortuna ai colleghi che si confronteranno con 34 nazioni in gara: risotto mantecato con mele, curry e polpettine di n'duja e un crumble di anice stellato con mele annurca, gelè di Calvados e crema di mascarpone.
All’Exedra Boscolo Hotel di Roma, Fic e Nic hanno organizzato un Gourmet dinner show per presentare la Nazionale che parteciperà alla competizione culinaria capitanato da Gaetano Ragunì della Nic (Nazionale italiana cuochi), emanazione ufficiale della Fic (Federazione italiana cuochi).
La Nazionale italiana cuochi 2017
L’appuntamento è la conclusione delle numerose sessioni d’allenamento già svolte in tutt’Italia dai cuochi Junior e Senior della Nic, con l’obiettivo di perfezionare nei dettagli la preparazione e i programmi delle competizioni che li vedranno protagonisti, insieme ai campioni uscenti delle trascorse Olimpiadi di Erfurt e a tanti team nazionali che da ogni parte del mondo parteciperanno al concorso.
I numerosi e selezionati ospiti della serata, personaggi delle istituzioni, del mondo del gusto e della cultura, tra cui Roberto Giacobbo di Voyager, Giuseppe Ruocco Direttore Generale Ministero della Salute, Alfonso Pecoraro Scanio, Gimmy Ghione, hanno apprezzato nel percorso gourmet la ricerca creativa di questi cuochi che difenderanno all’estero i colori della nostra grande tradizione gastronomica. Ad accoglierli i vertici della Federcuochi e il presidente Cuochi Lazio Alessandro Circiello.
«È un’occasione per incontrarsi ma anche per avvicinare e far comprendere un mondo, quello dei concorsi internazionali, forse lontano da quanti non abbiano specifiche competenze tecniche sulla cucina», ha dichiarato il presidente Fic Rocco Pozzulo. «Un mondo ed un contesto che non è affatto trascurabile - ha ribadito il cuoco siciliano Seby Sorbello, che organizza l’evento come responsabile commerciale della Federcuochi - se solo pensiamo a quale importante veicolo di promozione e diffusione d’innovazione e prodotti siano state queste vetrine internazionali nel mercato globale».
Una serata all’insegna dell’alta cucina utilizzando il meglio i prodotti made in Italy.
Camilla Rocca
PRESENTAZIONE NAZIONALE DELLA GUIDA VITAE 2018
Sarà nuovamente il The Mall, a Milano, a ospitare la presentazione della Guida dell’Associazione Italiana Sommelier
Sabato 21 ottobre, attesa come ogni autunno, torna la Guida Vitae. Seguendo un percorso editoriale in continua evoluzione, quest’anno la forza evocativa è suggellata dalla liason cromatica del bianco e del nero: codici espressivi del chiaroscuro immortalano immagini di una quotidianità, ora ordinaria ora celebrativa, dalla spiccata tensione narrativa.
Questa quarta edizione sottolinea il grande lavoro sotteso a ogni bottiglia, a ogni calice, a ogni sorso dei moltissimi vini raccontati all’interno del volume. Si tratta di un’opera di selezione che ha messo sotto la lente di ingrandimento circa 30.000 vini, tutti degustati rigorosamente alla cieca.
I numeri sono sempre altissimi: più di 15.000 le referenze selezionate e 2.500 le aziende recensite.
“Il settore vitivinicolo si dimostra sempre più sensibile nei confronti della sostenibilità ambientale. È un tema coinvolgente e di grande attualità”, dichiara il Presidente Nazionale Antonello Maietta. “Anche quest’anno nella scansione delle pagine appare nitido l’orientamento sempre più green del vino italiano, non più legato a calcoli di marketing o di comunicazione, come poteva accadere in passato, ma attuato come scelta responsabile. A noi dell’AIS la questione sta particolarmente a cuore e mettiamo in campo tutte le nostre energie, anche attraverso la guida, per affrontarlo e comunicarlo.”
Nel corso della giornata, alla presenza del Presidente Maietta e dei vertici istituzionali, si terrà la cerimonia di premiazione dei 22 produttori insigniti dell’ambito “Tastevin AIS”, sigillo che certifica il vino più rappresentativo della regione di appartenenza. Saranno inoltre celebrate le oltre 500 etichette che hanno meritato il punteggio massimo, le “Quattro Viti”.
Dato l’apprezzamento ottenuto, tornano i simboli introdotti lo scorso anno: la Freccia di Cupido, a simboleggiare quell’emozione che alcuni vini sanno suscitare al primo sorso, e il Salvadanaio, che identifica una spiccata qualità in rapporto alla tipologia e al territorio, con un occhio attento al prezzo di vendita.
Il volume cartaceo sarà nuovamente replicato in versione digitale, disponibile negli e-store, che completerà il corredo di strumenti a disposizione dei soci AIS e degli appassionati.
Info e aggiornamenti: www.aisitalia.it
Elisa Braccia
LA STORIA DELLO CHEF ANTONIO SALVATORE E IL SUO MENU COL TARTUFO
Dal paese delle case in pietra a Montecarlo, la storia dello chef Antonio Salvatore del Rampoldi e la sua scelta di un menu a base tartufo
Da Guardia Perticara, il paese delle case in pietra nel pieno della Lucania alla sfarzosa Montecarlo, a capo di Rampoldi, storico ristorante, istituzione da oltre 70 anni nell’ambiente monegasco, tra i preferiti del Principe Alberto; per lo chef Antonio Salvatore il salto è stato notevole.
Dopo diverse stagioni in Italia Antonio Salvatore sbarca a Londra per lavorare al ristorante Cini a Leicester City, poi alle Canarie per gestire la ristorazione di diversi ristoranti del gruppo Monkey, poi viaggia molto in medioriente come chef personale di uno sceicco arabo. E’ la volta della Spagna dove si concretizza l’esperienza più importante, quella dallo stellato Juan Pablo Felipe del El Chaflàn a Càdiz, dove lo chef vive la massima sperimentazione e creatività, seguendo le orme di Ferran Adrià. E’ la volta della Russia dove Antonio Salvatore è chiamato dall’ambasciatore italiano per seguire la ristorazione della delegazione, poi segue la start up di Neskuchny Sad, un elegante ristorante sull’acqua del Volga a Mosca, per poi preferire la cucina gourmet del ristorante Semifreddo- Mulinazzo a fianco del patron Nino Graziano. Infine l’ultimo salto al Rampoldi, tra i più preziosi ristoranti del Principato di Monaco.
Una cucina fatta di esperienze di vita, di influenze francesi, spagnole, arabe, ma dal profondo cuore italiano. Piatti puliti, semplici, raffinati, oggi Antonio Salvatore ricerca il gusto e l’essenza degli ingredienti. Il menu di Rampoldi è un invito al viaggio, alla delicatezza di sapori, alla condivisione di esperienze e dispensa emozioni rare.
Tra i must della cucina di Antonio Salvatore troviamo la terrina di foie gras della casa (marinata nel porto e rum, impanata in una granella di semi di zucca caramellati con zucchero moscovado), le capesante con purè di cavolfiori bianchi e crema di funghi, la guancia di manzo brasata al Barolo e il filetto alla Rossini con foie gras e spezie, tanto apprezzato quanto richiesto dai monegaschi.
Per l’autunno è il tartufo bianco che trionfa nella cucina del Rampoldi con una proposta vasta quanto golosa: 120 euro per due portate, un menu che dura fino agli inizi di gennaio, quando la stagione del tartufo terminerà.
Uovo al tegamino con tartufo bianco
Insalata di valeriana con porcini saltati, crema di formaggio e tartufo bianco piemontese
Tartare di manzo al coltello con tartufo bianco piemontese
Tagliolini con crema al Parmigiano e tartufo bianco piemontese
Risotto con tartufo bianco piemontese e fondo di manzo
Filetto di rombo con crema di patate, salsa mousseline e tartufo bianco piemontese
Filetto di Angus di Aberdeen e tartufo bianco piemontese
Il restyling nel segno della Belle Époque rivisitata
La renovation degli ambienti ha abbattuto i confini tra cucina e sala, così da far sentire gli ospiti partecipi del processo creativo dei piatti.
I commensali sono immersi nell'atmosfera di gran fascino della sala principale, ispirata alla Belle Époque: i toni caldi dei rivestimenti in marmo e legno, le decorazioni dei soffitti, le arcate a specchio alle pareti e le comode sedute in pelle color tortora hanno attualizzato il design del ristorante, senza perdere l'inconfondibile charme del vecchio Rampoldi.
Un’ampia terrazza davanti al ristorante, prolungamento della sala a tutti gli effetti, è arricchita dalla vista sulla splendida cornice del Principato.
Nel dehors, riscaldato e allestito con la stessa ricercatezza degli interni, le prelibatezze dello chef sono servite tutti i giorni dell'anno; unica eccezione il mese di maggio, in cui la terrazza viene smontata per permettere il passaggio del Grand Prix.
D'inverno, invece, il cocktail bar interno al ristorante è il punto di incontro elitario per sorseggiare drink in un clima di grande convivialità.
Lo chef e la filosofia di cucina
L'executive chef Antonio Salvatore, classe 1986, è stato scelto per elevare a livelli di raffinata eleganza la vena mediterranea, con accenti italiani e francesi, che da sempre rappresenta il marchio distintivo del brand Rampoldi.
Oggi, la cucina di lusso dello chef è fatta da ingredienti selezionati personalmente da produttori locali, valorizzati attraverso l'armonia degli accostamenti più che dalla manipolazione. Tartufi, funghi, asparagi, ma anche gamberi di San Remo, ostriche, caviale dispensano emozioni di rara purezza alle papille gustative degli ospiti.
Un must l'interpretazione della tartare di manzo "Le Rampoldi", guarnita con condimenti sfiziosi, tabasco e caviale Royal Premium.
La figura di Antonio Salvatore vanta la giusta solidità per tenere le redini di questa ambita meta gourmet: prima di approdare nel cuore del Carré d'Or, lo chef ha maturato un invidiabile bagaglio di competenze lavorando in ristoranti di livello italiani, spagnoli, inglesi e russi.
Fumoir e music lounge
La rinnovata filosofia dell'ospitalità di Rampoldi mette al centro il cliente, quell'élite economica ad altissima qualità di spesa che vive a Monaco o vi approda in yacht come turista. A questo bel mondo internazionale Rampoldi riserva una cucina raffinata, un servizio di livello impeccabile e ambienti privati che danno la sensazione di essere unico e privilegiato: una novità assoluta in città.
Al piano interrato sono stati aperti al pubblico due nuovi spazi: il fumoir e il music lounge.
Corredato da un centinaio di box di proprietà, il cigar club è accessibile esclusivamente ai membri, per godere dei piaceri del tabacco in una dimensione intima e riservata.
Il concetto di elegante club per soci domina anche il music lounge, oscurabile da vetrate per permettere l'immersione nella piacevolezza delle serate musicali dal vivo.
Ufficio Stampa Mediavalue- Camilla Rocca- Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.