DALL'INTRODUZIONE DI IVANO ASPERTI
(...) Dipendentemente dalle annate, sappiamo di essere tra il primo e secondo posto per la quantità di vino prodotta al mondo. Così mi sono chiesto quanti fossero i vitigni di cui possiamo vantare la produzione, poiché anche per questo aspetto primeggiamo. Troppe notizie e non sempre confermate, così ho voluto prendere come unico ed incontrovertibile riferimento ufficiale il Registro Nazionale delle Varietà di Vite (RNVV), istituito nel 1969 (dpr 24/12/1969 n. 1164). Il Registro è da allora affidato all’Istituto Sperimentale per la Viticoltura, ora Centro di Ricerca per la Viticoltura del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (Cra-Vit). Il Registro riunisce in un unico luogo, riprese da molte fonti differenti, sia le informazioni obbligatorie relative alle caratteristiche morfologiche e fisiologiche, che consentono di distinguere fra di loro le varietà, sia quelle di carattere amministrativo. Vengono anche rese disponibili ulteriori informazioni sul settore vitivinicolo: dati relativi alla classificazione delle varietà di viti, loro utilizzo nelle DO (Denominazioni d’Origine) e IG (Indicazioni Geografiche), schede descrittive sintetiche dei cloni e dati statistici sulla produzione di barbatelle. (...)
Quindi basandosi sui questi dati, si può dire che ad agosto 2020 sono complessivamente 589 le varietà di uve da vino riconosciute, di cui 21 neo aggiunte a giugno 2020, 76 ancora non classificate, 17 varietà che sono solo in osservazione ed i 18 vitigni PIWI, che si stanno inserendo. Visto il notevole numero di vitigni, ho voluto dedicare ricerca e approfondimento su quei vitigni che sono antichi, rari, poco diffusi e specifici del territorio. Si è così fatto riferimento all’ultimo censimento ISTAT effettuato, nel 2010, per verificare la reale superficie vitata di ogni varietà, in modo da determinarne l’incidenza e rilevanza. È pur vero che in un decennio le cose possono essere un po’ cambiate per alcuni vitigni, ma sostanzialmente le linee guida hanno dato una chiara indicazione. È così che tra 0 e 10 ettari vitati si sono rintracciati 74 vitigni; tra 11 e 50 ettari 80 vitigni; tra 51 e 100 ettari 45; tra 101 e 200 ettari 33 vitigni e maggiori di 200 ettari 29 varietà. Questa fotografia mostra l’enorme varietà che abbiamo sul territorio, però la curiosità che ho voluto approfondire è stata quella di vedere e capire con quale valenza ogni varietà mostra la sua essenza. Ci sono vitigni che sono addirittura chiamati “reliquia”, ossia rarissimi a trovarsi e ancor di più ad esser vinificati. Altri esistono solo ed esclusivamente perché maritati ad altre varietà o per concorrere all’assemblaggio di storici vini, che venivano, ed ancor oggi continuano ad essere, prodotti nello stesso antico modo. Ed ancora quei vitigni che sono baluardo di un territorio e magari non escono da quelle zone, diventando piccola gemma e vanto locale, non sempre con enorme pregio, bensì come valenza storico-culturale. (...)
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