2013: Un Grande Vinitaly

Di Alessia Cotta Ramusino

 

Sono già trascorsi una quindicina di giorni da  quando

si è conclusa la 47esima edizione della fiera del vino a

Verona... eppure me ne  occorrerebbero  altrettanti

per mettere a posto, riordinare  e dare  un  senso  a

tutte le immagini, i colori, i profumi,  gli  argomenti, i

volti, i nomi, le etichette, gli stand...  insomma  sono

ancora trasognante ed ebbra!

 

Era la prima volta che venivo accreditata in qualità di giornalista free lance ad una manifestazione così importante sui vini.... i giorni precedenti l'evento ero trepidante e durante l'altrettanto trepidante viaggio in treno che da Genova mi conduceva sino a Verona... la trepidazione diventava emozione...

 

Finito l'accredito in sala stampa entro dall'accesso riservato ai giornalisti, un po' angusto e tortuoso una specie di biscione di plastica rosso porpora poco illuminato ad effetto tunnel, al termine del quale mi ritrovo all'aperto su un enorme piazzale fra giganteschi scatoloni colorati e intitolati alle diverse regioni italiane...

 

Sono veramente spaesata... ora capisco come si è sentita Alice nel paese delle meraviglie... mi guardo attorno, scatto qualche foto ed osservo il frenetico via vai di persone che evidentemente, al contrario di me, sanno esattamente cosa fare e dove andare... ed io? Cerco qualcosa di familiare, che mi dia il sapore ed il conforto di casa. Mi dirigo senza indugi verso il padiglione del SOL&AGRIFOOD dove sapevo di trovare un pezzetto della mia terra: eccolo, che sollievo... Roberto Panizza, tutt'intento a spalmare il suo delizioso pesto su piccoli tozzetti di pane disposti nei piatti per le degustazioni fugaci dei passanti.... sorride e mi accoglie con grande gentilezza ed entusiasmo... anche lui si sente un po' solo per la scarsa presenza di colleghi in rappresentanza della cultura culinaria ligure.... accanto al suo stand infatti quello del pastificio Zanier di Socchieve in provincia di Udine... che confeziona non solo uno dei prodotti più amati e noti del bel paese ma ne accentua e ne rimarca l'origine con le lasagne tricolore.

Dopo un rapido tour in questo padiglione fra stand di gnocchi serviti fumanti e porchette arrosto, vado a poggiare il piede in un altro avanposto ligure... : lo stand dell'enoteca regionale ligure, dove ho occasione di fare la prima degustazione in compagnia di Rossana Zappa titolare dell'azienda VisAmoris che mi propone una novità assoluta del primo spumante Metodo Classico Millesimato 2009, di sole uve pigato. Mi spiega come da un piccolo vigneto a Imperia, dall'amore per questa terra aspra ma generosa è nata una grande storia legata al pigato, il vitigno ligure declinato per la prima volta in sei insolite versioni e che giunge al culmine nella veste più elegante del metodo classico con rigorosa fermentazione in bottiglia, 24 mesi sui lieviti, sboccatura febbraio 2012, 100% uve Pigato delle vigne aziendali su terreni di natura argillosa....

Marco Rezzano, sommelier delegato Ais La Spezia, mi fa cenno di accomodarmi nella saletta delle degustazioni per assistere alla presentazione degli Sciacchetrà delle cinque terre... naturalmente raccolgo l'invito e mi incanto ad ascoltare la narrazione di questa viticultura eroica che dà vita a questo vero e proprio nettare degli dei.

Dopo questa sosta in patria mi allontano di poco e affronto il Piemonte, gli stand sono letteralmente presi d'assalto... curiosi, golosi, oziosi, viziosi, riottosi nel contendersi un bicchiere di vino. Tra le soste quella che più mi rinfranca il palato e l'anima è al Castello di Gabiano (FOTO 018), lo stand è elegantemente arredato ed io mi lascio sedurre dal racconto del marchese Giacomo Cattaneo Adorno, che conduce sapientemente la degustazione sino alla sua doc Gabiano fra le più antiche e piccole d'Italia, di cui assaporiamo “a Matilde Giustiniani” Gabiano Riserva, da uve barbera 95% e Freisa 5% con una resa per ettaro di 50 q. li ottenuti con un accurato diradamento. È affinato per il 70% in barriques e 30% in botte grande poi 2 anni e sei mesi in bottiglia.

Si è fatta sera ed io colgo l'occasione di dare un'occhiata al materiale raccolto in modo da farmi un piano di battaglia per il giorno dopo.

La mattina seguente la dedico ad Americana, il winechallenge della rivista Euposìa che compie un viaggio fra le bollicine americane, dai vigneti sulla costa orientale degli Usa, Long Island, sino a quelli della Patagonia alla "fin del mundo".

Vini che raramente arrivano in Italia e che, quindi, rappresentano una stupenda novità per i winelovers italiani. La degustazione è condotta da diversi relatori tra cui Patricia Guy (giornalista Decanter), Beppe Giuliano (titolare della rivista Euposìa), Guido Favaro, Guilherme Carpeggiani e Federico Bruera che presentano i vini spumanti: Domaine Ste Michelle, Washington, Usa Schramsberg & J. Davies Vineyards, Napa Valley, California, Usa J Vineyards and Winery, Russian River, California, Usa Cave Geisse, Benito Goncalves, Brasile Miolo, Valhe dos Vinhedos, Brasile Bodega Cruzat Cuvèe Resèrve Extra Brut. Familia Zuccardi, Tupungato-Mendoza, Argentina Bodega Familia Schroeder, Patagonia, Argentina. Una delle storie che più mi ha colpito è quella della Patagonia dove ci è spiegato che i primi insediamenti umani avvennero nel 1920. Furono impiantati alberi di mele e pere che tuttora dominano tra le colture, forse questo il motivo per cui nel vino si sentono nette le note di questi due frutti...?!

Terminata la sfida americana mi unisco al gruppo dei sommelier genovesi dell'Ais e insieme al suo delegato Antonio Del Giacco, assistiamo alla presentazione del 47esimo congresso nazionale di Ais che si terrà a Firenze il prossimo 16 e 17 novembre

Grande, importante e nuova mission annunciata dal presidente Antonello Maietta, quella che si propone Ais di affiancare alla diffusione della cultura del vino anche quella dell'olio.

Sì, Vinitaly 2013 è stato pieno di nuovi fermenti, grandi produttori, sfide ambiziose e  senza dubbio tra le conferenze cui ho assistito quella proposta dall'Associazione Le Donne del Vino si è dimostrata anticipatrice di nuove opportunità e tendenze con una grande capacità di interpretazione della società presentando una ricerca etnografica mai realizzata prima nel mondo del vino. Il convegno portava il contributo di esperti di livello internazionale sul tema della comunicazione del vino attraverso i nuovi mezzi destinati a diventare in un prossimo futuro un elemento fondamentale per la diffusione della cultura enologica.

A conclusione del dibattito mi ha colpito in particolare l'intervento di Farinetti e della sua vision della macchina del futuro: “Penso al cavallo, lo chiami ed arriva a prenderti, riconoscendo la tua voce, quindi comodo ed affidabile, lo nutri con fieno e foraggio e lui ti restituisce letame che ti serve come fertilizzante e anche per la produzione di gas pulito, biomasse, poi si riproduce dandoti un puledro che lo sostituirà quando lui non sarà più in grado di trasportarti. La macchina del futuro? Io me la immagino che risponda alla mia voce e che quindi mi venga a prendere sotto casa, che emetta non più sostanze nocive alla salute bensì riutilizzabili per produrre nuova energia e che si riproduca quando è troppo vecchia. Il significato e la morale di questo esempio è che al di là di ogni sofisticazione e invenzione futuristica, l'uomo è alla continua ricerca di una perfezione che la natura ha già in sé e quindi è imprescindibile per lo sviluppo futuro la preservazione della terra e dei suoi frutti.

Concludo così il mio viaggio, più semplice di quello di Mario Soldati in quanto a distanze da percorrere, ma pur sempre ricco, intenso e complesso come il suo “vino al vino”.

Alessia Cotta Ramusino