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CITTÀ DEL VINO CREDE NEL RILANCIO DEL NOVELLO, RADICA: “PUÒ AVVICINARE NUOVI CONSUMATORI, GIOVANI E DONNE”
Il presidente Città del Vino si congratula con l’azienda che ha vinto il concorso per “il miglior novello”, proprio nei Castelli Romani territorio Città Italiana del Vino 2025. Produzione da 20 milioni (anni ’90) a 3,5 mln nel 2024
“Rilanciare il vino novello in Italia, un prodotto che può avvicinare i consumatori più giovani e donne, ad un consumo consapevole con il vino, in una fase in cui i vini rossi più strutturati sembrano rallentare sul mercato. Città del Vino crede nel rilancio del vino novello”.
A sottolinearlo è Angelo Radica, presidente Città del Vino, a margine della 18esima edizione del Concorso nazionale "Miglior novello d'Italia" organizzato dal Nuovo Istituto nazionale del vino e dell'olio novello diretto da Tommaso Caporale nell'ambito della manifestazione Excellence Food Innovation, che si è tenuta alla tribuna Autorità dello stadio Olimpico di Roma.
“Città del Vino – ricorda Radica – che ha aderito Nuovo Istituto nazionale del vino novello, proprio perché crediamo che il rilancio di questa produzione, oggi di nicchia possa essere importante per molte aree vitivinicole italiane”.
Concorso che si è concluso con l'affermazione delle Cantine Volpetti di Ariccia (Roma), con il novello "Note d'Autunno" che ha avuto la meglio sui 25 campioni di novello provenienti da tutte le regioni italiane e giudicati dalla giuria tecnica composta da Daniele Lombardi, enologo, Ilenia Canino, sommelier Ais e Gianluca Marchesani giornalista sommelier ambasciatore Città del Vino.
Città del Vino si congratula con la cantina vincitrice del Concorso del novello, “azienda che esprime una alta qualità e che opera proprio ai Castelli Romani, che sono Città Italiana del Vino 2025, territorio che sarà assoluto protagonista nei prossimi mesi”.
Rilancio del Novello - “Modificare e aggiornare le percentuali di vino ottenuto con macerazione carbonica – sottolinea il presidente Città del Vino, Angelo Radica - come proposto dall’Istituto nazionale del Novello (creato e presieduto dal sommelier Tommaso Caporale), è sicuramente un modo per rilanciare la produzione e la diffusione del novello. Una produzione che in passato fa conquistava il gusto e l’attenzione di importanti fasce della popolazione, ma che da molti anni sta vivendo un momento di difficoltà commerciale. Una crisi dovuta ai bassi profitti di qualità e ottenuto realmente con vino nuovo e con macerazione carbonica”.
La produzione di vino novello è passata da circa 20 milioni di bottiglie prodotte negli anni 90 a poco più di 6 milioni nel 2022, a circa 3,5 milioni nel 2024 (in lieve aumento rispetto al 2023).
“Oggi in un momento storico in cui il consumo del vino e soprattutto dei rossi si riduce, il novello vino fresco, morbido e identitario, puoi avvicinare segmenti di popolazione come i giovani e le donne che si approcciano più lentamente al vino e hanno difficoltà a consumare vini importanti e strutturati”.
E’ stato ricordato al ministro dell’Agricoltura lo sforzo delle piccole cantine, che ancora producono vino novello con il 100% di macerazione carbonica, “affinché - ha detto Tommaso Caporale, dell’Istituto novello - possa accogliere la nostra mozione di revisione delle norme, innalzando la percentuale minima ferma solo al 40% e inserendo un ulteriore livello di certificazione per chi la utilizza nella totalità della vinificazione”.
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