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Il Brunello in favore delle donne

La dedica di Linda Laura Sabbadini a Montalcino.

La vincitrice del Premio Casato Prime Donne 2013  e paladina delle donne ferite fisicamente e psicologicamente, descrive il vino come <<sigillo d’amore, mai di odio e  violenza, offerto a tutti dalle mani sapienti delle donne>>

 

Rimarrà per sempre  nella cantina al femminile di Donatella Cinelli Colombini a Montalcino, il messaggio di Linda Laura Sabbadini, Prima Donna 2013, scelta come simbolo del contrasto alla violenza che uccide, umilia, degrada 10 milioni di donne in Italia.  Il 93% in più rispetto ai casi denunciati, una moltitudine sofferente su cui il Premio Casato Prime Donne 2013 ha cercato di riaccendere i riflettori, chiedendo norme di prevenzione più efficaci e una campagna di sensibilizzazione che sostenga le vittime  e le spinga a  denunciare la violenza.

Ecco il testo dettato dalla Direttrice ISTAT che, nel 2006, provocò uno choc nel nostro Paese diffondendo i numeri delle donne abusate.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Montalcino è un luogo di elevata civiltà italiana, culla di una tradizione millenaria di convivenza armoniosa, di quell’intesa fra l’opera dell’uomo e la natura di cui le donne sono depositarie e maestre, e il vino un simbolo pacifico e festoso. Che il vino sia dunque sigillo d’amore, mai di odio e  violenza, offerto a tutti dalle mani sapienti delle donne, come l’augurio perfetto che risuona nei versi della poetessa Mariangela Gualtieri: Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo...

da “Bestia di gioia”

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Accanto alla dedica di Linda Laura Sabbadini è stata realizzata da Carlotta, Giuditta e Annibale Parisi un’istallazione artistica dal titolo emblematico “Punti di vista”  che sviluppa, in forma metaforica e onirica, il tema della diversa percezione del mondo da parte delle donne.

Il Casato Prime Donne, la cantina che organizza il premio assegnato quest’anno a Linda Laura Sabbadini, è  interamente al femminile. Un caso unico in Italia, un esempio e un monito al mondo del vino dove le donne hanno ancora scarse opportunità di carriera.

2008-2009 Donne, lavoro e ricatti sessuali Per approfondire: ISTAT “Le molestie sessuali

 

Metà delle donne in età tra i 14 e i 65 anni (10 milioni 485 mila, pari al 51,8 per cento) hanno subito, nell’arco della loro vita, “ricatti sessuali sul lavoro o molestie in senso lato come pedinamento, esibizionismo, telefonate oscene, molestie verbali e fisiche”

 

L’ambiente lavorativo, dopo la strada, è al secondo posto tra quelli in cui le donne rischiano di subire molestie.

 

I ricatti sessuali sul posto di lavoro riguardano 842 mila donne, il 5,9 %, di quelle fra 14 e 65 anni. I ricatti sono avvenuti all’assunzione (247mila donne) o per mantenere il posto o avanzare di carriera (243 mila donne). Il 31,2 % delle donne interessate da casi di prepotenza e abusi, ha subito vere e proprie molestie mentre il restante 68,8 % della casistica è stato ricattato sessualmente.

 

488mila donne cui all’ingresso nel mondo del lavoro è stata chiesta una “disponibilità sessuale. Le vittime hanno prevalentemente un titolo di studio elevato, fra i 35 e i 54 anni e spesso vivono sole.

 

L’81,7 % delle donne che subisce un ricatto sessuale non ne parla con nessuno. Solo il 18,3% di coloro che hanno subito ricatti nel corso della vita, ha raccontato la sua esperienza ad amici e familiari o ai colleghi sul posto di lavoro (10,6 %).

 

Quasi nessuna delle vittime ha denunciato l’episodio alle forze dell’ordine, nella maggior parte dei casi perché si ritiene che non abbiano modo di intervenire.

 

57,2 % delle donne che hanno subito ricatti ha cambiato volontariamente lavoro o ha rinunciato alla carriera, il 2,5 % è stata licenziata, il 3,3 % ha continuato a lavorare nello stesso posto, il 2,7 % si è messa in malattia, mentre nel 3,8 % dei casi non vi è stato alcun esito.

 


Marzia Morganti Tempestini

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