In viaggio in provincia di Terni

 

Di Luciano Scarzello

 

Come un rombo. L’impetuoso scroscio delle cascate delle Marmore offre una dimensione differente al panorama ternano, ricco di silenzi e di pievi apparentemente disinteressate al trascorrere dei secoli. La natura si può indirizzare, mai dominare: questo il messaggio che la maestosità dei tre salti più alti d’Europa lasciano al visitatore che voglia concludere il proprio viaggio in provincia di Terni a proprio ai piedi delle cascate, per le quali è in corso il riconoscimento Unesco di patrimonio dell’umanità.

 

Ma il nostro viaggio e concentrato soprattutto sulla Valnerina e il primo incontro e' con l’abbazia di san Pietro in Valle. Inserita in uno scenografico contesto paesaggistico, il chiostro e il caratteristico campanile lasciano già intendere la ricchezza dei luoghi e la storia che qui non è stata studiata. E' stata,invece, vissuta. Monumento nazionale, racchiudendo testimonianze d’arte di epoche differenti (dalla romana alla longobarda, passando per quella romanica), a Ferentillo l’omonima abbazia può essere visitata senza dimenticare di fare un salto al museo delle Mummie, proprio sotto la chiesta di Santo Stefano, dove la mummificazione di alcuni corpi è frutto della naturale opera di alcuni micro organismi e di favorevoli condizioni ambientali.

 

L’Umbria è terra generosa per la mente quanto per il corpo, vista la qualità universalmente riconosciuta della sua ricca cucina. A testimoniarlo prodotti della terra quali vini, olio d’oliva o tartufo nero, immancabili ingredienti nei menù di trattorie, agriturismi o ristoranti d’alta scuola. Tra questi, coloro che hanno saputo affiancare l’originaria attività agricola dell’azienda di famiglia all’alta cucina, ci sono i titolari dell'elegante ristorante “Piermarini” di Ferentillo che hanno saputo valorizzare al meglio anche la cerealicultura locale, con grandi piatti a base di farro e lenticchie. Il ristorante è stato scelto a rappresentare l'Umbria a Expo 2015 a Milano.

 

Ma in Umbria il viaggio nel tempo non si può arrestare. Basta inerpicarsi ad Arrone per rendersene conto. Varcate le antiche mura, la salita al castello lascia immaginare che qualche personaggio della serie de “Il trono di spade” possa comparire ad ogni angolo, magari prima di rifugiarsi, a fianco del maniero, tra le forme gotiche della chiesa di San Giovanni Battista. Ma è la vicina chiesa di santa Maria Assunta a custodire alcuni dei cicli di affreschi più interessanti dell’intero territorio umbro, con la raffinata pittura di Filippo Lippi e le opere del Tamagni e di Giovanni da Spoleto, oltre ad una straordinaria collezione di terrecotte del '500.

 

E che dire allora del borgo di Amelia, resa quasi impenetrabile dalla combinazione di una cinta muraria che gli antichi credevano inespugnabile e dalla nuda roccia che la protegge. Ma è ciò che non si vede all’occhio, che ad Amelia è davvero notevole. A partire dalle enormi cisterne costruite in epoca romana, che dovevano garantire l’approvvigionamento per più giorni in caso di assedio. Lunghe una ventina di metri e con dimensioni di 6 metri per 6 costituivano una preziosissima risorsa per la difesa ma costituiscono ancor oggi una inequivocabile testimonianza di quanto la macchina militare imperiale fosse sofisticata e imponente. (segue)

 

Ma se è nel medioevo che si vuole concludere la visita, meta d’obbligo è sicuramente Narni. Suggestiva già nella sua posizione, l’antica Narnia sembra rimandare all’immaginifico mondo nato dalla fantasia di Clive Staples Lewis, che diede proprio questo nome, forse involontariamente o forse no, all’ambientazione dei suoi romanzi fantasy. Un’architettura che sembra aver fermato il tempo, con palazzi nobiliari e solide chiese a condurre i visitatori a zonzo nel centro storico, senza perdersi il passaggio sul monumentale ponte di Augusto, che collega il monte Maggiore (dove la città è eretta) con il monte Corviano.

 

Un passo indietro e, per concludere, torniamo al ricco patrimonio enogastronomico di questo territorio i cui comuni fanno parte del Gal Ternano. La cucina è contadina con sapori semplici e genuini. Molto saporiti i piatti a base di carne, in particolare segnaliamo il cinghiale, il capocollo e l'agnello arrosto. Poi i salumi e i formaggi e, visto che siamo in stagione, funghi e tartufi. Senza dimenticare la già segnalata cerealicoltura. Per quanto riguarda i vini il territorio del Gal Ternano essi fanno parte della “Strada dei vini etrusco-romana” ma dal 2011 esiste anche la Doc Amelia che prende nome dall'omonima località e alla cui tutela provvede il Consorzio di Tutela. L'obbiettivo è quello di valorizzare i vitigni autoctoni come il Ciliegiolo, il Grechetto, il Sangiovese oltre ai passiti Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice. Che vanno ad aggiungersi ad Aleatico, Malvasia e Trebbiano della “Strada dei vini etrusco-romana”.