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I PIGATO AL VAGLIO DEI SOCI GO WINE DI SAVONA

 
Di Virgilio Pronzati

Nel panorama enologico ligure spicca, più di altri, il Pigato. Un vitigno che trova nell’Albenganese e in parte nell’immediato Imperiese, i suoi territori ideali. Della stessa famiglia del Vermentino e coltivato nelle medesime zone, il Pigato rispetto al Vermentino, da vini di minor acidità fissa ma di maggior morbidezza e profumi. Come tutti i vitigni “intelligenti” da origine a vini diversi, passando dai secchi ai dolci e, da alcuni anni, agli spumanti. Negli abbinamenti, è insuperabile nei piatti col pesto. Due cenni storici sul vitigno e sul vino: il vitigno pigato, secondo alcuni accreditati studiosi, sarebbe originario della Tessaglia, antica regione della Grecia. La sua introduzione in Liguria risale presumibilmente alla fine del 1600. Per le sue caratteristiche ampelografiche (l’ampelografia è la scienza che studia i vitigni), potrebbe derivare da un clone di Malvasia.

Il suo nome deriva dal termine dialettale ligure (in particolare d’Albenga) “pigau” o “pigou”, per le sue piccole macchie di colore marrone ruggine presenti sull’acino, chiamate localmente “pighe”. Sebbene fosse già noto nel Savonese, il vitigno pigato fu citato per la prima volta, nel Bollettino ampelografico del 1883. Pochi anni fa nell’Albenganese erano prodotti – oggi, purtroppo, rari – dei Pigato amabili, dolci e passiti. La sua zona elettiva è situata nell’Albenganese (dove è massicciamente coltivato), mentre nell’Imperiese è presente in certa misura nell’alta Val d’Arroscia; quasi raro, sebbene raccomandato, nel Genovesato e sconosciuto nello Spezzino. Se impiantato fuori della sua naturale zona elettiva, perde le sue caratteristiche “pighe”. Le sue uve danno origine a uno dei migliori vini della Liguria. Per anni confuso col vermentino, in quanto entrambi appartengono alla stessa famiglia.

Per far meglio conoscere e approfondire le qualità del Riviera Ligure di Ponente Pigato, il dr Gioacchino La Franca, già funzionario dell’ICE in Inghilterra e Germania, e da tempo Presidente

del Club Go Wine di Savona, ha promosso per i suoi associati, una degustazione di otto grandi Pigato Doc 2015 nell’Enoteca Regionale della Liguria di Ortovero. Una bella struttura diretta dall’agronomo dr Jacopo Fanciulli, che funge validamente da enoteca, per professionali degustazioni, convegni sul tema e, ottimo posto di ristoro per assaporare molti dei più noti piatti liguri, abbinabili con vini Doc regionali. La degustazione, guidata da chi ha scritto e da Gioacchino La Franca, comprendeva otto Riviera Ligure di Ponente Pigato 2015, serviti impeccabilmente dal Delegato AIS di Savona Giancarlo Alfano.

 

 

Ecco nell’ordine i produttori degli otto vini:
La Vecchia Cantina - Pigato di colore paglierino con lievi riflessi dorati, dal profumo intenso e persistente, ampio e varietale dove spiccavano la pesca gialla, salvia, miele e fiori di ginestra; in bocca, secco ma morbido, sapido, caldo, pieno ma snello e di buona persistenza.

Poggio dei Gorleri - Pigato Cycnus di colore paglierino scarico ma brillante, dal bouquet fine e composto dove emergono note di pera, fiori di basilico secchi e erbe balsamiche e aromatiche; in bocca, secco, fresco, discretamente morbido, delicatamente caldo, di buona struttura e persistenza.

Feipu dei Massaretti - Pigato La Palmetta di colore paglierino intenso, dal profumo ampio e persistente, con note di pesca gialla e pompelmo, salvia e timo; in bocca è secco ma morbido, leggermente sapido, caldo, di buona struttura e persistenza.

Tenuta Maffone - Pigato di colore paglierino scarico con riflessi verdolini, dal profumo un po’ sottile ma molto persistente, varietale, con sentori floreali, vegetali e fruttati di acacia e narciso, erbe di montagna, corbezzolo e pesca di vigna; in bocca è secco, molto fresco e sapido, pieno ma snello e continuo.

 

Riccardo Bruna - Pigato Le Russeghine di colore paglierino un po’ carico, dal profumo intenso e persistente, composito, con sentori di fiori d’acacia, pesca di vigna, balsamico e lieve di anice e vaniglia; in bocca è secco, sapido e fresco, di buona struttura e persistenza.

Enrico Dario - Pigato Superiore U Baletta di colore paglierino un po’ carico, dal profumo pronunciato e persistente, varietale, con sentori fruttati di pesca gialla, pompelmo, salvia e miele; in bocca è secco ma morbido, caldo, lievemente sapido, di buona pienezza e continuità.

Durin - Pigato I S-cianchi di colore paglierino deciso, dal profumo intenso e persistente, varietale, con sentori fruttati, floreali-vegetali di pesca bianca, lieve mandorla amara, salvia e erbe aromatiche leggermente appassite; In bocca è secco ma morbido, appena fresco ma sapido, pieno e persistente.

Bio Vio - Pigato Grand Père di colore quasi ambrato. Dal profumo abbastanza intenso, persistente, con sentori di frutti gialli maturi quasi avvizziti, (pesca e albicocca), erbe aromatiche secche dove spiccano i fiori di basilico secchi; in bocca è secco, poco fresco ma sapido, con piacevole vena tannica, pieno e continuo.

Terminata l’interessante degustazione, la visita a un vigneto locale guidata dal dr Fanciulli. Rientro nel ristorante dell’enoteca per assaporare le golosità realizzate per l’occasione dal produttore Lorenzo Turco (autore tra i vari vini del Granaccia), sposate ai vini presenti in enoteca e da quelli portati da Antonio Basso patron dell’azienda Durin. Prima di ritornare a Savona, una doverosa tappa al Centro di sperimentazione e assistenza agricola di Albenga, sede della Commissione d’assaggio per i vini Doc Riviera ligure di ponente. Ad attenderci Max Berriolo, giovane e valente enologo e presidente della commissione che, illustrando chiaramente quanto è sfatto nel centro, ha risposto esaurientemente alle numerose domande fatte dai soci Go Wine di Savona.

I soci presenti: Marina Artioli, Ivano Becattini, Giuseppe Bona, Anna Maria Fufardeci, Nicolò Canepa, Monica Caviglia, Rosalba De Falco, Giovanna Delpiazzo, Angelo Fabbri, Mario Gallo, Luigina Gentile, Mirella Grasso, Nicola Isetta, Gioacchino La Franca, Giuseppe Macis, Luigi Maggiali, Bruna Marchese, Domenico Massobrio, Maura Minetti, Antonio Nervi, Giovanni Oliveri, Maria Rosa Panigada, Graziella Ricino, Enzo Sangiorgi, Giulio Tassara, Italo Vignale, Franco Zanelli e Giorgio Zavaglia. 

 

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