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“UN MERCOLEDÌ DA VIGNAIOLI”

Di Giovanni De Vecchis

“Un mercoledì da vignaioliI”:  mercoledì  25 ottobre 2017    

 

E’ già buio d’autunno, quando imbocchiamo la strada che dal fondo della Val Graveglia sale verso Campo di Ne. Nell’aria umida l’odore della prima legna bruciata nei camini. La via s’inerpica per qualche chilometro di curve e tornanti fino ad arrivare ad una strettoia appena sopra la chiesa di santa Maria. Sulla sinistra, sul muro di una casa, una lanterna ci illumina una scritta: La Brinca, trattoria e caneva con fùndego da vin. Siamo arrivati.

All’interno delle due ampie sale, ancora pochi ospiti, ma dal numero dei tavoli apparecchiati si intuisce che il locale è tutto esaurito. La serata, intitolata “Un mercoledì da vignaioli”, è stata organizzata da F.I.V.I. (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) in contemporanea in diversi ristoranti e trattorie, situati entro 100 km da Piacenza dove, nei giorni 25/26 novembre 2017, si terrà la settima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti.

Al centro della sala grande, un gruppetto in piedi discorre placidamente in attesa degli ospiti, tra questi Stefano Pizzamiglio della Tosa di Vigolzone e Luigi De Sanctis dell’omonima azienda agricola di Frascati. A loro spetta il ruolo di presentare l’attività della Federazione e i cinque vini in degustazione. Il titolo della serata è un chiaro riferimento al film di John Milius “Un mercoledì da leoni” ripreso anche nella felice immagine che la pubblicizza sul menù dove, in un asciutto stile grafico, un vignaiolo su una tavola da surf affronta con una bigoncia sulle spalle, una grossa onda rossa di vino all’interno di un bicchiere.

La cena inizia con un breve preambolo del patron di casa, Sergio Circella, che introduce la serata ed esorta Pizzamiglio e de Sanctis all’arduo compito di presentare i vini in degustazione dei colleghi vignaioli, nonché ad esporre l’attività della F.I.V.I.  

In apertura viene servito il Trento d.o.c. Brut Nature 2011 di Moser, in abbinamento con gli antipasti della campagna della Valgraveglia. Chardonnay in purezza, allevato a 350 metri di quota nei terreni argilloso-calcarei e porfirici della Val di Cembra. Affinato sui lieviti per cinque anni. Secco, sapido con una bella acidità, ideale abbinamento, tra gli altri, con la salvia pastellata e fritta, il raviolo anche lui fritto e ripieno di erbette, ricotta, pinoli e uvetta, la Baciocca e le Frisciulle condite con il pesto al mortaio.

Il secondo vino è il Colline Lucchesi d.o.c. - Palistorti 2015 della tenuta di Valgiano, servito con Picagge di farina bianca al sugo di cinghiale. Uve Sangiovese 70%, Merlot 20%, Syrah 10% . Maturazione in parte in cemento e in parte in legno e poi assemblato. Piacevolissimo berne un sorso tra un boccone e l’altro, gustandosi l’alternanza delle rustiche Picagge al ristretto sugo di cinghiale e il bouquet fruttato del vino, dai tannini maturi ed equilibrati.

Con una gustosa zuppetta di funghi selvatici, fagioli e patate quarantine è servito il terzo vino: Boca d.o.c. 2012 – Barbaglia, Cavallirio (No).  Nebbiolo 80% e Vespolina 20%. Poche le bottiglie prodotte. Le uve crescono in terreni vulcanici dall’elevata acidità, elementi che conferiscono al vino una spiccata mineralità.  Interessante la combinazione aromatica dei funghi con il profumo di mammola del vino supportato da sapidità, acidità e tannini fini ed eleganti. 

 

 

L’ultima portata prima del dolce è la Punta di vitello alle bacche di ginepro, abbinata al Cirò Rosso Classico Superiore Riserva d.o.c. 2013 – Cataldo Calabretta, Cirò Marina (Crotone). Uve Gaglioppo 100% da vigne vecchie allevate ad alberello su terreni calcareo-argillosi. Ventiquattro mesi di affinamento sulle fecce fini in tini di cemento. La tenera e succulenta Punta di Vitello, cucinata lentamente a riverbero nel forno a legna, viene esaltata da questa Riserva di Cirò in cui le note dei frutti rossi, del rabarbaro, della liquirizia e del cacao si avvicendano in bocca alle lievi note aromatiche del ginepro e dell’affumicato della carne.

Infine il dolce: Sacripantina e Canestrello con Muffa Nobile Orvieto Classico Superiore d.o.c. 2015  - Palazzone, Orvieto (Terni). Uve Grechetto 50%, Sauvignon Blanc 40% e Procanico 10% attaccate dalla Botrytis Cinerea e raccolte a mano in più riprese, solo quando il grappolo viene attaccato dalla Muffa Nobilis. Profumi di frutta secca e candita, note di miele ed albicocca. Una bella acidità che sorregge il residuo zuccherino e che ci piace ritrovare nel sorso finale che segue l’ultimo boccone dei dolci, tutti buonissimi.

A conclusione della piacevole serata Stefano Pizzamiglio e Luigi De Sanctis raccontano qualche aneddoto su se stessi e sugli altri vignaioli autori dei vini degustati, non mancando di ricordare quali sono gli obiettivi che i Vignaioli Indipendenti della FIVI si sono proposti:

rimanere sul territorio per fare il vino, conservare i terroir, difendere il paesaggio e la grande gioia del consumatore. Bella serata.

 

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