TRENT’ANNI DI VIGNE VECCHIE, LA LUNGA VITA DELLA BARBERA D’ASTI

 

 

 

Di Luciano Scarzello

Grande successo della storica verticale

organizzata dalla Cantina Vinchio – Vaglio Serra, in una giornata interamente dedicata al suo miglior vino.

 

La Barbera o il Barbera? Da anni si discute se uno dei più noti e antichi vini del Piemonte (ma presente, ad esempio, anche nell’Oltrepò pavese e nel Piacentino) sia “maschile” o “femminile” e alla fine si è deciso per questa seconda definizione. Del resto si è sempre chiamata così. Culla per eccellenza della Barbera è l’astigiano che alcuni anni fa ha visto il riconoscimento della docg. Un vino molto apprezzato, impegnativo, diciamo quasi “Da meditazione” come  il Barolo docg pur non possedendone proprio lo stesso impatto anche mediatico e le stesse caratteristiche. Specie se si tratta di “Vigne vecchie”, la produzione per eccellenza della Cantina cooperativa di Vinchio Vaglio nel territorio di Nizza Monferrato terra della “Bagna caòda” in autunno che in abbinamento alla Barbera ha dato origine ad un  fantastico connubio.

 Ispirato dal grande enologo Giuliano Noè, uno dei padri della Barbera, il “Vigne vecchie” è frutto delle uve raccolte in vigneti con oltre 50 anni di vita. Nel corso di una manifestazione svoltasi  proprio nella sede della Cantina sono state degustate bottiglie di “Vigne vecchie” di 9 annate a partire dal 1987 e tutte accomunate da una stupefacente longevità. È questa la caratteristica evidenziata da giornalisti nazionali ed esteri, esperti di marketing e comuni amanti del buon bere  che han fatto ressa al banco di degustazione.

“Oltre alla grande soddisfazione per i risultati della degustazione – afferma il Presidente della Cantina, Lorenzo Giordano – questa giornata è stata importante poiché ci ha offerto fondamentali spunti di riflessione. Il grande panel delle persone presenti, in primis giornalisti del settore, oltre a certificare la qualità del nostro vino, la sua grande longevità e le sue potenzialità, ci ha consentito anche di analizzare i principali mercati a cui il nostro Vigne Vecchie si rivolge”.

Dello stesso parere i curatori delle guide presenti, Antonio Paolini (de “L’Espresso”) , Gianni Fabrizio, Paolo Massobrio e Fabrizio Gallino, sulla longevità del ‘Vigne Vecchie’: “Le annate in degustazione  hanno mostrato una grande una indiscutibile attitudine all’invecchiamento. È giunto il momento di considerare la Barbera d’Asti alla stregua dei principali vini italiani. Grande è dunque la versatilità di questo vino, in grado di collocarsi nel novero dei principali vitigni”. Opinione questa condivisa anche da Alfonso Cevola, curatore del blog On the Wine Trail in Italy e grande conoscitore del mercato statunitense. “Oltre ad essere personalmente entusiasta di questa degustazione – ha detto - ritengo che ‘Vigne Vecchie’ possa diventare un brand vincente nel mercato americano. La grande bevibilità e piacevolezza della barbera d’Asti, si sposano perfettamente con le attese dei wine lovers statunitensi, sempre più alla ricerca di esperienze organolettiche alternative”. “La Barbera – aggiunge il presidente del Consorzio di Tutela Filippo Mobrici – deve acquistare una importanza sempre maggiore e curare costantemente la qualità. La crescita di interesse sui mercati internazionali  dimostra che abbiamo ancora molto spazio”. La Cantina di Vinchio è nata nel 1959 ed è un’importante realtà dell’astigiano. Oltre alla Barbera produce altri noti vini tra cui Grignolino, Freisa, nebbiolo, Bonarda, Brachetto e il Ruchè.