PRESENTATA L’ANALISI ECONOMICA DI FILIERA

 

SULLA PESCA PROFESSIONALE NEI LAGHI INSUBRICI
Dalle risultanze del lavoro emerge la necessità di “fare
squadra” e di sfruttare al meglio le opportunità offerte
dalle normative vigenti

Tra le attività di rilievo finanziate dal progetto Interreg “Valorizzazione sostenibile dei prodotti ittici tradizionali e innovativi dei laghi insubrici” del quale la Provincia di Como è capofila, è giunta al termine anche l’analisi economica della filiera della pesca professionale, condotta  in tutte le aree lacustri interessate dal progetto. L’indagine, condotta dalla società specializzata Aquaprogram, ha preso le mosse dall’individuazione di un campione significativo di pescatori, oltre 30, dai quali si sono raccolti dati e informazioni sui principali topics gestionali, commerciali ed economici in grado di rendere una “fotografia” il più possibile attuale e realistica della situazione attuale della filiera della pesca lacustre insubrica. Nello specifico l’attenzione si è concentrata sulla struttura organizzativa delle aziende, i costi di produzione, le lavorazioni e le trasformazioni del prodotto svolte in azienda, i prezzi di vendita dei diversi prodotti, le strategie di marketing adottate e i trend del pescato e del mercato. I risultati più interessanti, illustrati anche nel corso del convegno finale svoltosi a Villa Gallia a Como il 14 luglio scorso, hanno messo in evidenza in modo particolare la grande frammentazione delle aziende in piccole realtà individuali a conduzione diretta. Il censimento del numero dei pescatori professionali presenti nelle diverse province interessate illustra particolarmente bene questa dinamica: in provincia di Como i pescatori di professione risultano essere 51, a Lecco 19, a Varese 27, a Novara 7, nel VCO 14, in Canton Ticino 30. La maggior parte delle aziende, circa il 70%, effettua anche la lavorazione del pescato, mentre il restante 30% vende il pesce intero direttamente al punto di sbarco. I canali di vendita largamente più utilizzati sono i privati, destinatari del 42% della produzione, e i ristoratori, destinatari del 26% del totale. “Lo scopo di questo lavoro – spiega Carlo Romanò, responsabile del progetto Interreg per la Provincia di Como – non è solo quello di rendere una fotografia il più possibile aggiornata sulla situazione attuale della filiera, ma soprattutto quello di fornire indicazioni per migliorare la sostenibilità economica dell’intero comparto, individuando i punti di forza e di debolezza e suggerendo possibili soluzioni a vantaggio sia degli operatori che dei consumatori. Sotto questo profilo l’indicazione più importante che emerge con forza dalla relazione finale (disponibile e scaricabile integralmente sul sito www.gustavopescedilago.it, ndr) riguarda proprio la necessità che le aziende comincino a “fare squadra”  fondando  un’organizzazione di produttori (OP) o utilizzando altri strumenti offerti dalla normativa vigente. L’estrema parcellizzazione degli operatori, infatti, non permette di sfruttare appieno le notevoli potenzialità del prodotto ittico locale” : Studio Alessia Zacchei & Partner Alessia Zacchei, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., cell 347 03 54 750