MONTEROSSO: OTTAVA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLO SCIACCHETRA'

 Di Virgilio Pronzati

Foto di Mara Daniela Musante

 

Monterosso al Mare - Agriturismo Buranco -10 agosto 2019 ore18

 

Le Cinque Terre attirano ogni anno alcuni milioni di turisti. Un dato quanto mai significativo per l’economia locale, se pensiamo che molte delle città italiane non l’hanno mai avuti e visti.  Questo merita una seria riflessione.  Se nelle Cinque Terre il turismo è la fonte primaria del proprio reddito, è assolutamente necessario mantenerne un costante flusso ma, ancora più importante, è l’assiduo controllo e salvaguardia del territorio. Lembo di terra di straordinaria bellezza ma anche di non poca fragilità. Il nubifragio di qualche anno fa ne ha evidenziato le carenti difese.  

Certo che le istituzioni hanno il dovere di assicurare la stabilità idrogeologica del territorio e la sicurezza dei suoi abitanti, ma qualcosa deve essere fatto anche da chi ci vive che, come per le imposte ognuno deve contribuire secondo le proprie possibilità, può e “deve” aiutare e sostenere col lavoro e col denaro l’ambiente paesaggistico e produttivo. Un connubbio inscindibile per affrontare con più sicurezza il sempre incerto futuro.  Se il vino contribuisce in minor parte, le vigne a strapiombo sul mare da cui proviene, hanno dato vita ad un ambiente unico al mondo che l’Unesco ha nominato Patrimonio dell’Umanità. 

 

 Monterosso al Mare 

Ma parliamo un po’ dei vini. Entrambi sono ottenuti dai vitigni Bosco (minimo 40%), Vermentino e Albarola da soli o congiuntamente (non più del 40%) e massimo 20% di altri vitigni raccomandati-autorizzati per la provincia spezzina, sono unici nel suo genere: il primo, Cinque Terre è un vino bianco dal colore paglierino con riflessi verdolini, dal profumo delicatamente floreale-vegetale e fruttato: vi si colgono sentori di fiori di d’acacia leggermente essiccati, erbe montane e aromatiche, agrumi verdi come limone e cedro, e netta e inconfondibile nota iodata.  In bocca è secco, molto sapido e iodato, caldo, di buon corpo, persistenza e carattere. Il secondo, il Cinque Terre Sciacchetrà è un passito di buona longevità, che si esprime al meglio, evolvendosi nel tempo.

Da sin. Heydi Bonanini, Luigi Grillo e il giornalista Franco Antola

Di colore paglierino carico a giallo dorato da giovane (2-3 anni), si fa dorato carico con riflessi ambrati se mediamente affinato (5-6 anni), assume un colore ambrato con nuances rossicce se molto affinato (10-15 anni). Dopo un lunghissimo affinamento in bottiglia (dai 20 ai 30 anni) si presenta ambrato molto carico con netti riflessi rossicci tendenti al marroncino. Da giovane, al naso si presenta intenso, persistente e ampio con sentori d’albicocca e pesca e mature, e lieve di semi d’anice.  Se mediamente affinato, si fa più composito e ampio, dove spicca la confettura d’albicocca e pesca, erbe secche aromatiche e lieve di vaniglia.

 

Se lungamente affinato in bottiglia, si presenta con netti sentori di pesca gialla e albicocca mature e un po’ essiccate, fico secco, prugna secca cotta, miele di castagno, e sempre di molta finezza e personalità. Dal sapore dolce ma non stucchevole, molto sapido, caldo, pieno, vellutato e suadente, di buona persistenza aromatica se mediamente affinato.   Se molto affinato, diventa delicatamente dolce, sapido, caldo, vellutato ma nervoso per la piacevolissima vena tannica, di gran corpo e continuità, di estrema persistenza aromatica. Dopo questo prologo, entriamo nel reale contesto del Cinque Terre Sciacchetrà.

 Da sin. Sergio Papalardo, Fabrizio Capellini, Virgilio Pronzati, Franco Antola, Luca Fontana e Gabriele Gadenz 

Un vino mitico e d’indubbia qualità che, come per tutto, presenta luci e ombre. A favore: un ricco bagaglio storico, una buona qualità globale, una discreta notorietà in Italia. A sfavore: l’esigua superficie vitata di soli 100 ettari, la limitata produzione, la poca notorietà all’estero e l’alto costo.  In sintesi, benché sia considerato uno dei più famosi vini passiti italiani, in realtà è conosciuto solo da una limitata parte d’intenditori o del settore. I più ne hanno solo sentito parlare, poiché il vino è omonimo della celebrata zona turistica.

 

Alcune soluzioni a questi non pochi ostacoli, sono state dette nel convegno "I produttori dello Sciacchetrà a difesa del territorio: recupero e valorizzazione delle terre incolte nelle Cinque Terre “, tenutosi nell’ambito dell’Agriturismo Buranco di Monterosso di proprietà di Luigi Grillo, già senatore e attuale presidente dell’Associazione Culturale Amici delle Cinque Terre. Tra i vari interventi, significativi quelli di Grillo e di Heydi Bonanini presidente del Consorzio Produttori dello Sciacchetrà. 

 

 Da sin. Roberto Bagnasco, Giovanni De Paoli, Franco Antola, Pierluigi Peracchini e Luigi Grillo 

"Oggi le Cinque Terre - ha affermato Luigi Grillo - sono consolidate come traino di tutta l'economia turistica della Liguria del levante.  Abbiamo deciso di organizzare un convegno sullo Sciacchetrà, un passito unico che tutti apprezzano (11mila bottiglie all'anno), per richiamare l'attenzione sulla necessità di recuperare le terre incolte, c'e un problema drammatico di abbandono delle terre. Cosa sarebbero le Cinque Terre senza Sciacchetra e senza vigneti? 

 

Oggi nel bilancio dello stato si continua a finanziare la cassa integrazione, ovvero un aiuto a quelle aziende che, data la crisi, hanno la necessità di riorganizzarsi visto che non riescono a mantenere tutti i dipendenti. Perché in alcune aree speciali, lo Stato non applica gli stessi concetti per favorire la riorganizzazione delle imprese industriali fornendo ulteriori contributi speciali?” Impossibile poi parlare di Sciacchetrà e tipicità delle Cinque Terre e non toccare il tema del turismo: "Il turismo alla Spezia è stato riscoperto per merito delle 5 terre - ha proseguito Luigi Grillo -non per merito della vocazione turistica della città".

 Luigi grillo con la moglie Loredana, la figlia Mariolina e due dipendenti del Pae Veciu 

"Un tema centrale è quello del diritto di reimpianto - ha sottolineato Heydi Bonanini - È impensabile che in un territorio come il nostro, a fronte di una determinata richiesta di reimpianti, ne arrivi solo il 5%. Alle Cinque Terre ci sono 3/4 ettari annui di reimpianto (ovvero la possibilità di ripiantare la vigna e riscriverla alla categoria Doc). La Liguria, nonostante le dimensioni, ha molte richieste. Inoltre vogliamo riproporre una seconda fondazione che si occupi dei paesi di Monterosso e Riomaggiore per portare avanti i progetti lanciati 3 anni fa al riguardo. Quando si parla di PSR il 70% delle aziende delle Cinque Terre non vi rientra perchè sono troppo piccole. Se c'e la volontà di salvaguardare il territorio, bisogna mettersi ad un tavolo ed avere un vero occhio di riguardo per le Cinque Terre".

 

Di seguito, guidati dal giornalista Franco Antola, gli interventi degli enologi Gabriele Gadenz e Sergio Papalardo, di Fabrizio Capellini presidente Fondazione Manarola, di Luca Fontana direttore del Dipartimento Agricoltura Regione Liguria, del direttore generale dell'Ente Parco Cinque Terre Patrizio Scarpellini, del parlamentare Roberto Bagnasco, dei consiglieri regionali Juri Michelucci e Giovanni De Paoli, del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e di chi ha scritto. Terminato il convegno, l’attesa degustazione di Cinque Terre Sciacchetrà di aziende e annate diverse. Quest’anno lo sponsor è stato San Lorenzo spa, società leader nel mondo della nautica.  Per gli ultimi rimasti, un gradito finale al  piccolo e accogliente ristorante Pae Veciu, gestito da Mariolina, figlia di Luigi Grillo, dove servono ghiotte proposte  ittiche.  

 Una delle tante ghiottonerie servite al ristorante Pae Veciu 

 

 

Aziende presenti

Albana La Torre - Campiglia; Possa - Riomaggiore; Cantine Litan - Riomaggiore; Riccardo Fino . Riomaggiore; Arrigoni Riccardo - Volastra; Forlini Capellini - Manarola; Burrasca - Manarola; Luciano De Battè - Manarola; La Polenza - Corniglia; Cheo - Vernazza; Buranco - Monterosso al Mare; Begasti - Monterosso al Mare