NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo

TASTING NEL REGNO DEL TIMORASSO

di Virgilio Pronzati

Foto di Claudia Paracchini

 

Claudia Paracchini, amica, sommelier professionista e collaboratrice ai miei stessi siti  Tigulliovino e Enocibario, circa due mesi fa mi ha coinvolto in un viaggio enologico nel Tortonese alla ricerca del Timorasso, con tappe nelle cantine di tre produttori: Luigi Boveri, Claudio Mariotto e Walter Massa. Ma prima di passare al tasting dei vini dei produttori citati, parliamo un po della zona.  

Luigi Boveri con i figli

Sino a vent’anni fa, il Tortonese era considerato la Cenerentola del Piemonte vitivinicolo. Tra le cause, la mancanza di grandi e blasonate cantine, i prezzi più bassi sia delle uve che dei vini rispetto alle altre zone produttrici, la gran vendita di vini sfusi in damigiane e taniche e, la mancata citazione di questi vini sulle riviste cosiddette specializzate o un certo disinteresse da parte della stampa di settore.   

Uno dei vini di Luigi Boveri

Oggi fortunatamente le cose sono cambiate. Il merito di ciò va in primis al viticoltore Walter Massa che, col suo Timorasso, ha richiamato l’attenzione su di se, facendo non solo parlare e scrivere del territorio, ma stimolando altri produttori a produrre vini di pregio.  Oggi la qualità dei vini dei vari produttori è certamente di buon livello. Così anche il loro numero. Dai pochi produttori del passato recente, oggi sono più di cinquanta, di cui oltre  trenta associati al Consorzio di Tutela Colli Tortonesi.  

Claudio Mariotto

Strumento creato con le finalità di fornire alle aziende vitivinicole associate, i mezzi tecnici per migliorare non solo nel vigneto ed in cantina per produrre così vini di qualità, ma anche – fattore tra i più importanti – per promuoverne l’inserimento nei vari segmenti del mercato e diffondere e valorizzare l’immagine delle cinque valli, Curone, Grue, Ossona, Borbera e Scrivia.  Da alcuni lustri i vini Doc tortonesi di vari produttori, sono inseriti sulle più importanti e seguite guide nazionali di settore.  

 

Uno dei vini di Claudio Mariotto

Il Tortonese è terra di confine, crocevia strategico di antichi popoli, dove la vite è coltura millenaria.  Il comprensorio viticolo D.O.C. tutelato dal Consorzio Colli Tortonesi presieduto da Gian Paolo Repetto è costituito da quarantasette comuni, aventi tutti un denominatore comune: la predisposizione geologica e climatica ad ospitare una viticoltura di elevata qualità. La superficie vitata è di circa 300 ettari con un milione di bottiglie commercializzate, di cui 170 ettari di Timorasso da cui derivano circa 500 mila bottiglie dell’omonimo vino.   

Walter Massa e Claudia Paracchini

I Vitigni 

La coltivazione della vite nel Tortonese risale ad oltre 2000 anni fa. Tortona, l’antica Derthona fu città dei Liguri, poi occupata dai Romani.  Sin da quei tempi, arroccata in collina, la vite era presente. Quindi la sua vocazione viticola può stare alla pari di altre di maggior notorietà. I vitigni coltivati maggiormente sono il cortese e il barbera, in minor misura il dolcetto, chiamato in loco nibiò o nebiò, il riscoperto timorasso, e altri a bacca bianca e nera, raccomandati e autorizzati nella provincia di Alessandria.   

Alcuni vini di Valter Massa 

I Vini 

La Doc Colli Tortonesi comprende 30 comuni con epicentro Tortona, in provincia di Alessandria. Undici vini che con indicazione aggiunta diventano ben 21 tipologie di vino.  Quindi un ventaglio di vini per accompagnare molteplici piatti.

I vini  “Colli Tortonesi” D.O.C. 

“Colli Tortonesi” Bianco

“Colli Tortonesi” Bianco frizzante

“Colli Tortonesi” Cortese

“Colli Tortonesi” Cortese Frizzante

“Colli Tortonesi” Cortese Spumante

“Colli Tortonesi” Cortese Riserva

“Colli Tortonesi” Favorita

“Colli Tortonesi” Timorasso

“Colli Tortonesi” Timorasso Riserva

“Colli Tortonesi” Moscato

“Colli Tortonesi” Chiaretto

“Colli Tortonesi” Chiaretto frizzante

“Colli Tortonesi” Rosso

“Colli Tortonesi” Rosso frizzante

“Colli Tortonesi” Barbera

“Colli Tortonesi” Barbera Superiore

“Colli Tortonesi” Barbera Riserva

“Colli Tortonesi” Dolcetto

“Colli Tortonesi” Dolcetto novello

“Colli Tortonesi” Freisa

“Colli Tortonesi” Croatina

Nella medesima Doc sono previste le sottozone Monleale (un vino) e Terre di Libarna    (4 vini). 

 

DOC del 1973 con modifica del disciplinare nel 7 ottobre 2011 (G.U. n°253 del 29 ottobre 2011 e 2012). “Nell’87 - ci dice soddisfatto Gian Paolo Repetto - di Timorasso c’era solo mezzo ettaro. Oggi gli ettari sono ben 170 (non tutti in produzione), mentre la produzione di vino è di quasi 500.000  bottiglie." 

Da sinistra: Virgilio Pronzati, Gian Paolo Repetto e sua moglie Marina

Il Tasting

Prima tappa alla cantina Boveri Luigi di Costa Vescovado. Un’azienda a carattere famigliare diretta dal nipote del fondatore, che si estende su una superficie complessiva di 15 ettari coltivati a Barbera, Timorasso, Cortese, Croatina e Moscato. Dal 1992 Luigi Boveri, abbandona altre colture indirizzandosi verso una viticoltura specializzata. Dalle uve selezionate e vinificate nella nuova cantina costruita nel 1997, Boveri realizza vini di buon livello qualitativo. Ecco i Colli Tortonesi degustati. Filari di Timorasso 2017: floreale-vegetale, fruttato ed ampio al naso; sapido, minerale, caldo, di gran corpo e persistenza in bocca. Derthona Timorasso 2017:  sentori varietali e floreali al naso; sapido, fresco e minerale, di buona struttura e continuo in bocca. Vignalunga Barbera 2015: intenso, fruttato e speziato al naso; caldo, di gran corpo e persistenza in bocca. Sensazioni Croatina 2016: vinoso e fruttato al naso; caldo, leggermente tannico e pieno in bocca.  

 Uno dei vini di Gian Paolo Repetto 

Seconda tappa da Claudio Mariotto di Tortona. La cantina Claudio Mariotto è un’azienda a conduzione familiare che si trova a Vho, a pochi chilometri da Tortona, fondata dal bisnonno Bepi nel 1920, è gestita ora da Claudio Mariotto. Dai 26 ettari vitati di proprietà con viti di oltre cinquant’anni, in particolare Barbera e Timorasso, Mariotto produce vini di grande spessore, personalità ed armonia. I vini Colli Tortonesi degustati. Tre Derthona Timorasso 2017: Cavallina, Bricco San Michele e Derthona. Tre vincenti alfieri del Timorasso, che al naso spaziano dalle note composite vegetale-floreali al deciso bruttato. Al sapore sono di molta ma equilibrata struttura e persistenza.  Una testimonianza della longevità del Timorasso: Il Derthona 2007 è godibile ancor oggi.  Il Barbera Vho 2015 oltre l’indubbia impronta varietale, promette di migliorarsi nell’arco di un lustro. 

Paolo Ghislandi mentre presenta i suoi vini

Terza tappa un bar trattoria di Monleale, poi la cantina di Walter Massa. Infatti essendo già in notevole ritardo, Walter ci aspetta con l’inseparabile Pigi, il presidente del Consorzio di Tutela Colli Tortonesi Gian Paolo Repetto e sua moglie Marina, ed altri amici ad un tavolo dove troneggiano bottiglie, salumi e formaggi. La famiglia Massa coltiva vigneti sin dall’800. Un retaggio storico invidiabile. Ma è nella storia recente che Massa ottiene unanimi consensi ed importanti riconoscimenti. Negli anni Ottanta, Walter intuisce le potenzialità dell’antico vitigno Timorasso e, sperimentando tecniche diverse in vigneto ed in cantina, ottiene vini compositi e col tempo complessi, che possono competere con i blasonati bianchi nostrani ed esteri. Non solo: Risolleva l’immagine e la qualità del Barbera locale e fa da traino all’intera zona produttiva, creando nel contempo altri bravi produttori. 

Uno dei vini di Paolo Ghislandi

Ecco i vini Derthona assaggiati. Sterpi 2017: sentori intensi di resine boschive, nocciola e mandorla secche; in bocca e secco, sapido e minerale, pieno e continuo. Costa del Vento e Montecitorio 2016. Il primo è floreale-vegetale, di molta persistenza al naso. Secco, molto sapido, minerale, di gran corpo e continuità. Il secondo ha sentori floreali e di erbe officinali e agrumi; in bocca è decisamente secco, sapido, minerale, di buon corpo e persistenza. Di seguito, il Derthona Timorasso 2017 dell’Azienda Agricola Repetto Gian Paolo: intensi sentori floreali e di agrumi, in bocca spiccano sapidità e mineralità. 

La zona di produzione dei vini Colli Tortonesi DOC

Altri vini da citare, quelli della Cascina I Carpini di Pozzol Groppo. Paolo Ghislandi il patron dell’azienda, essendo stato assente nel nostro tour di assaggio, ci ha inviato i seguenti cinque vini. Timox Vino Bianco da uve Timorasso: sentori floreali-fruttati di fiori d’acacia, pesca selvatica e mandorla amara. In bocca è molto secco e sapido, minerale, caldo, pieno e persistente. Colli Tortonesi Timorasso 2017: al naso fiori d’acacia e narciso e umori boschivi. Secco, caldo e sapido, minerale con lieve percezione tannica, pieno e continuo.

 

Spumante di Qualità (uve Timorasso) con perlage fine, discretamente fitto e continuo. Intenso al naso con netti sentori di limone verde, acacia e umori boschivi. Fresco, sapido, minerale, di buon equilibrio al salire.  Colli Tortonesi Timorasso Rugiada del Mattino 2017: Naso intenso e persistente, con sentori di limone, melissa, salvia e pesca bianca selvatica. Secco ma equilibratamente morbido, sapido, leggermente minerale, di buon equilibrio. Colli Tortonesi Timorasso Riserva Brezza d’Estate 2012: fine, complesso e persistente con sentori di fiori di campo, d’acacia e mentastro un pò appassiti. In bocca è decisamente secco, sapido e  minerale, caldo, pieno e persistente.   

 Grappoli di Timorasso 

Il Timorasso: Un vino un po’ fuori dagli schemi, di molta personalità, con sentori vegetali-fruttati, di netta e piacevole mineralità, pieno ma snello e, per un bianco, di non comune longevità. Caratteristiche organolettiche riscontrate con percezioni variabili in tutti i Timorasso. Ovvio, che quelli più giovani marcavano sentori fruttato-vegetali, sapidità, freschezza e mineralità.  Quelli di 3-4 anni, hanno evidenziato sentori più compositi, struttura equilibrata e buona persistenza.  Di più anni, hanno espresso sentori più complessi (fiori d’acacia appassiti, frutti bianchi e agrumi quasi maturi e un po’ piacevolmente avvizziti, mentre in bocca erano secchi ma discretamente morbidi, sapidi e minerali, caldi, pieni e continui, con fondo minerale-amarognolo. Un filo conduttore che unisce terroir e produttori. Segno distintivo della vocazione del Tortonese.  

2024 © Enocibario P.I. 01074300094    Yandex.Metrica