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8 maggio incontro d’amore col Ruchè

 

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In una rara giornata di sole in questa stagione ancora incerta, siamo stati invitati dagli amici di GO WINE ad una degustazione di alcune tipologie del magico e misterioso Ruchè.

 

Arrivati in Castagnole Monferrato nella splendida location Palazzo dei Conti Rogeri di Villanova, accolti con simpatia.

 

 

Erano predisposte alcune salette con tavoli ben distanziati e mise en place tecnica , preso posto alle postazioni dedicate agli assaggi valutativi, ove un professionale sommellier AIS della delegazione di Torino, cultore del Ruchè a dato luogo al servizio con eleganza e discrezione utilizzando bottiglie mascherate.

 

Sono state servite alcune annate a partire dalla giovanissima 2009,per proseguire con 2008 & 2007 , nonché un unico campione di ruchè passito, molto interessante.

Conversando in seguito con alcuni produttori presenti abbiamo avuto conferma che alcune bottiglie erano state colmate direttamente dalla botte poco tempo prima della degustazione.

 

Che dire:

 

il Ruchè possiede una identità particolare , un coloro rosso rubino non molto carico che talvolta tende ai colori della viola e qualche altra volta ai riflessi aranciati,

l’aroma e tipico immediatamente riconoscibile, fruttato, fragante, aromatico, in alcuni testi abbiamo percepito note di frutti rossi, in alcuni pere, nocciole e mandorle tostate,in altri spezie quali il pepe bianco, la cannella e per i più esperti sentori di macis.

Al palato si percepisce freschezza, buona nota di sapidità e talvolta i tannini si fanno più consistenti

 

La Doc è ottenuta il 22 ottobre del 1987, certamente grazie all’impegno e dedizione di un sacerdote, Don Giacomo pare depositario di antiche viti di ruchè e dell’allora sindaco di Castagnole la Signora Lidia Bianco.

 

Pubblicato sulla gazzetta ufficiale il 30 marzo 1988 n° 75 il disciplinare prevede una resa uva /ha pari a 90 quintali, nonché una resa max uva/vino del 70%, un titolo alcolometrico naturale del vino pari al 12% nonché un residuo secco del 20%.

Sono consentite nella percentuale di legge max del 10% aggiunte di uve barbera e/o brachetto, anche se la tendenza attuale dei produttori e quella di vinificare il ruchè in purezza.

 

 

Un poco di storia.

 

Vitigno autoctono del quale non si conosce con esattezza la provenienza e l’etimologia del termine, alcune tradizioni legano il nome a S.Rocco, alcune ad una traduzione da rocche per via di alcuni rilievi aguzzi, certo è che nell’Astigiano e più precisamente nei comuni di Castagnole M., Grana, Scurzolengo, Montemagno, Refrancore, Viarigi e Portacomaro, il vitigno ruchè ha trovato la sua dimora di elezione.

Terra particolare quella delimitata dalla provincia di Asti;

nelle ondulate colline trovano perfetta sintonia tra l’orografia ed il clima i vitigni aromatici che rappresentano l’Italia nel mondo, il moscato a bacca bianca che origina il moscato d’Asti & Asti spumante, il brachetto ed il ruchè.

 

A degustazione conclusa siamo stati piacevolmente coinvolti da un tour fuori programma organizzato dai produttori Ferraris & Cavallero che ci ha portato itineranti per i vigneti ed alcune cantine.

 

Rientrati a Palazzo dei Conti Rogeri, oggi azienda agricola, con piacevole sorpresa era pronto un gradevole buffet l’offerta di prodotti locali come la lingua in salsa verde, vitello tonnato ecc…ovviamente il tutto maritato con un buon calice di Ruchè.

 

Un conviviale momento tra giornalisti, enoteche, ristoranti e produttori.

 

Bravi bravissimi gli amici di Go Wine per questa ben riuscita manifestazione che ha proseguito nel pomeriggio con la realizzazione di un convegno dibattito sul Ruchè

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