NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo

Le delizie dell’amico - Mangiare genovese

di Virgilio Pronzati

 

Parlando di farinata e torte di verdure, è naturale pensare a Genova. Ghiottonerie, che superando l’usura dei tempi e delle mode, sono ancor oggi apprezzate da genovesi e foresti.  Per i zeneixi la farinata o meglio a fainâ, non è solo un mangiare ma un simbolo di genovesità. Una focaccia salata morbida e sottile alcuni millimetri, fatta con farina di ceci, acqua, olio d’oliva e sale, cotta nel forno a legna e, appena tolta dal forno, condita con un pizzico di pepe nero. 

 

La bottega Le delizie dell’amico in via Canneto il Lungo di Genova  

 

 

Le sue origini affondano le radici in un lontano passato. L’etimo del nome farinata è sempre più certo che derivi dalla voce dialettale scribilita, ossia  una sorta di sottile focaccia citata da Catone nel suo De re rustica. In un decreto del 1447 emanato dal Governo di Genova si parla appunto della scribilita o scripilita, e delle norme che ne disciplinavano la produzione, la qualità dell’olio d’oliva, misura del testo e il prezzo: <Furnari quod pretium exigere debeant in coquendo scribilitas >. 

 Manuel, sempre sorridente, mentre taglia porzioni di torte salate 

Quale prezzo debbono esigere i fornai, per cuocere le scribilite… Le antiche botteghe dove si faceva la farinata si chiamavano sciamadde ed erano quasi tutte collocate nei carruggi del centro storico genovese. Il curioso nome, deriva dal genovese fiammata. Nei secoli scorsi, coloro che la preparavano era chiamati farinatarii, poi fainotti. Termini usati nel Medioevo e coniati dalle Corporazioni della Repubblica di Genova, sotto il controllo del Magistrato delle Arti. 

Manuel Cabras mostra soddisfatto la focaccia col formaggio

 

L’Archivio di Stato di Genova, nel fondo Artium, conserva dei documenti molto antichi relativi ai Formaggiai e Fornai, risalenti, rispettivamente al 1458 e al 1464. Prima e dopo quegli anni, le cosiddette Arti interessate all’alimentazione, esclusi vino e olio, erano i Cuochi, Farinotti et Rivenditori di Farina, Fidelari (pastai), Formaggiari, Fruttaroli, Furnarii, Macellai, Molinari, Negiari (vendevano ostie e canestrelli), Ortolani (diffusi nella bassa valle del Bisagno), Pollaroli, Pescivendoli, Rebaroli (che vendevano farina di castagna, segale, miglio ecc.). 

Torta di bietole con prescinseua 

Unico anche il forno delle sciamadde, fatto a volta bassa, dove la temperatura del fuoco a legna è tra i 260° C ed i 315° C. Nella “sciamadda” venivano servite l’aurea farinata appena sfornata e le squisite torte di verdure caratterizzate dalla “prescinseua” che, Caterina de Medici, inseriva nei menù per la nobiltà francese, col nome di Torte di verdure all’uso di Genova. Un mangiare gustoso, nutriente e di poco costo, che si poteva consumare anche in piedi, in particolare la farinata che, spesso, si ci farciva un panino. 

L’aurea farinata

Ma tutto questo ben di Dio, si può trovare ancora nelle poche botteghe di torte e farinata del centro storico genovese. A due passi da Palazzo Ducale, in pieno centro storico c’è l’antica via di Canneto il Lungo, così chiamata sin dai tempi medievali per un rivo che la percorreva per tutta la lunghezza. E come si sa, dove c’è l’acqua ci sono le canne. Al numero 31 r troverete la bottega Le delizie dell’amico, gestita dal giovane Manuel Cabras, genovese di nascita ma sardo d’origine. Poco più che trentenne, Manuel realizza e sforna farinata e torte salate e dolci da oltre un decennio. La sua specialità è la torta di bietole, una delle più antiche torte salate genovesi.

Appena entrati, sul cavalletto una locandina redatta dal giornalista Marco Benvenuto  

Ma non solo. Fragranti frisceu di baccalà e stoccafisso, cuculli (frisceu di farina di ceci), verdure ripiene e panissette. Dal mare:acciughe ripiene, polpo con patate, muscoli e totani ripieni e, irrinunciabili, primi come trenette col pesto e ravioli col tocco, e  stoccafisso e trippe entrambi accomodati. Dolce: diversi tipi di crostate.  Il tutto accompagnato da buoni vini sardi. Tipico locale d’asporto ma che permette però di mangiare a pranzo seduti. Capita - ci ha raccontato Manuel - che diversi stranieri, in particolare statunitensi, entrano nel locale, avendolo già visto sui social. 

Manuel Cabras con due sue torte al Salone delle feste del porto antico

Anzi, gli ha fatto già visita la TV di stato giapponese per intervistarlo sulle specialità gastronomiche genovesi. Parlando del conto - in base alle golosità servite - è sicuramente molto onesto. Usciti dal locale, avrete il piacere di ammirare i famosi Rolli di via Canneto il Lungo. Palazzi del XVI e XVII secolo appartenuti a famiglie nobili e abbienti che per la loro magnificenza e valore artistico, rappresentano il primo esempio in Europa di un progetto urbano. Oggi tutelati dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.  Premiato da Tripadvisor nel 2017-2019  con il certificato di eccellenza.

Da sin. Chi ha scritto, Manuel Cabras e Marco Benvenuto

 

Le Delizie Dell’amico - Via di Canneto il Lungo 31r - Genova

Tel 010/2477438  Vendita per asporto dal lunedì al sabato

Orari: 9,30-14,30 - 16.15-20

2024 © Enocibario P.I. 01074300094    Yandex.Metrica