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GENOVA: MALCONTENTO E RABBIA DEI TITOLARI DI BAR E RISTORANTI PER IL REPENTINO PASSAGGIO IN ZONA ARANCIONE
Fotoservizio di Claudia Paracchini
Oggi pomeriggio, dopo le precedenti e pacifiche manifestazioni contro i “caroselli” di possibilità e divieti, un migliaio di manifestanti armati di fischietti, cartelli e striscioni, totalmente inascoltati dalle istituzioni, ha protestato civilmente di fronte alla Prefettura, oltrepassato piazza De Ferrari e, raggiunto, occupandola, la sopraelevata Aldo Moro. Uno dei pochi mezzi possibili per richiamare l’attenzione di chi doveva prenderne giustamente le parti e far valere i loro sacrosanti diritti.
Il corteo partito da piazza Corvetto mentre transita in via XXII Ottobre
Malgrado il disagio degli automobilisti e quelli di altri mezzi, la quasi totalità dei cittadini ha manifestato la loro solidarietà nei confronti degli operatori della ristorazione.
Tutto questo dovuto al repentino e cervellotico passaggio improvviso alla zona arancione, togliendo ai già martoriati e depredati titolari di bar e ristoranti, anche l’incasso del pranzo di San Valentino!
Gli oltre mille dimostranti mentre bloccano la sopraelevata e Corso Aurelio Saffi
Chiari e propositivi anche nella protesta i promotori di “ristoratori uniti Liguria”. Nei cartelloni e striscioni gli slogan: Fateci lavorare, Non siamo interruttori da accendere e spegnere quando volete, Abbiamo rispettato le regole….rispettateci! Domenica a Camogli (dove è nata la prima manifestazione gastronomica nazionale dedicata al santo degli innamorati) e a Genova, ristoratori ”ribelli” che hanno aperto i propri locali sono stati puniti con multe salate.
Occupazione della sopraelevata
Non si può non essere solidali e vicini agli esercenti “giustamente ribelli”. Nei ristoranti liguri già colmi di prenotazioni, quarantott’ore prima del pranzo di San Valentino, è arrivata come una mannaia, la nefasta notizia diramata dal Ministero della Salute che, a partire da domenica mattina, la Liguria passava in zona arancione. Oltre il danno la beffa.
L’occupazione della sopraelevata è stata una logica conseguenza. Ma c’è ben di più. Oltre il mancato introito, i costi per l’acquisto delle basi alimentari, i ritardati e carenti aiuti di sostegno da parte dello Stato per gli affitti, bollette da pagare, tasse e balzelli vari.