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LE OPERE GENOVESI DELL’ANNO VI

A COMPAGNA

 

Articolo a firma Cesmar, pubblicato sul bollettino n° 8 – novembre 1928

 

 

Il ventotto Ottobre, chiudendosi l’anno sesto, in ogni terra d’Italia, attraverso opere concrete, s’è levato altissimo un inno al lavoro, e Genova, che dal lavoro trae nobiltà ben antica, portò generoso e degno contributo di opere all’attivissimo annuale bilancio. Ed i copiosi frutti della diuturna fatica genovese furono ampiamente illustrati anche da quotidiani aventi diffusione nazionale – primo fra tutti “Il Popolo d’Italia” – i quali ebbero frasi d’elogio che ci son giunte sommamente care.

Certo, le opere inaugurate a Genova nel sesto annuale della Marcia di Roma furono particolarmente numerose e di importanza veramente grande, ma ciò che riesce maggiormente degno di rilievo nel bilancio del lavoro di Genova nel sesto anno è, oltre che la mole delle opere e l’imponenza delle cifre, la caratteristica sua omogeneità.

Ed in fatti se noi, ad esempio diamo uno sguardo all’elenco dei lavori di pubblica utilità compiuti, e per un momento ripensiamo a quelli che notoriamente sono i maggiori problemi che assillano le moderne metropoli, ed alle provvidenze che gli studiosi di urbanistica indicano come necessarie ed utili nelle grandi città, allora noi non possiamo – e con piacere – non constatare come per ciascuna di queste provvidenze e previdenze sieno state compiute una o più opere relative, e sempre importanti e risolutive.

E così, al grande bacino di carenaggio, strumento magnifico di potenza e di lavoro del porto, fa degno riscontro la presa di possesso della stupenda Villa di Pegli; all’ardita, modernissima strada galleria Regina Elena si abbina l’amoroso restauro di S. Agostino; accanto alla nuova arteria Giosuè Carducci, abbiamo Villa Scassi tornata qual era nel seicento; alle strade turistiche del Peralto e dei Camaldoli, ed a quella rurale di Cesino si aggiunge la prima parte di quella industriale sulla destra del Polcevera; mentre Ospedali ed Istituti si aprono per i cronici, per i vecchi operai, per le puerpere e per i tubercolotici, aprono i battenti il Campo della Dominante e la Palestra Balilla; il Fascio prende possesso del sontuoso Palazzo Patrone, e l’Istituto per le Case Popolari inaugura oltre 72000 vani, la riordinata Pinacoteca di Palazzo Bianco e la Galleria di Villa Serra sono state predisposte contemporaneamente al nuovo mercato di Corso Sardegna; in uno con i palazzi universitari di S. Martino si inaugurano l’Asilo e la Scuola media, e mentre nel raccolto tepore della casa i cittadini udiranno la miracolosa voce della radio della nuova stazione trasmittente, chi è senza casa troverà rifugio nei padiglioni della Volpara...

 

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ALLA VILLA DI PEGLI: IL PODESTÀ ON. BROCCARDI RICEVE LE CHIAVI D’ARGENTO

 

Tutto questo insieme di opere disparatissime ed imponenti, costituisce il monumento della laboriosità, genovese, cui ogni giorno si aggiunge nuova pietra, e rivela in modo indubbio un popolo completo e maturo, intuitivo e riflessivo insieme, e rivela altresì in coloro che degnamente ne reggono le sorti una chiara visione di tutte quante le sue necessità, senza sproporzioni particolaristiche, ed un metodo amministrativo sano ed organico, fatto di elevato equilibrio, squisitamente genovese, che sa offrire ad ogni problema, anche se poco appariscente, tempestivi ed adeguati mezzi per la sua soluzione.

E queste considerazioni, che spontanee sorgono da un esame complessivo del quadro offertoci dal 28 Ottobre genovese, se ci rendono lieti per quanto è stato fatto, sono per noi anche sicura garanzia di sempre maggiori risultati per l’avvenire, verso quelle mete di maggiore potenza e di maggiore prosperità cui si è avviata – per la strada maestra – Genova nostra, finalmente unificata anche nel territorio, come la era nello spirito e nel carattere degli abitanti dei venti Comuni.

 

***

 

Ed ora che, per dovere di cronisti, dobbiamo compiere una particolar visita a ciascuna delle opere inaugurate, ci piace e ci è caro cominciare da quelle specialmente vòlte all’educazione dello spirito ed all’estetica cittadina.

Riordinamento della pinacoteca di Palazzo Bianco, sistemazione della Galleria d’Arte Moderna a Palazzo Serra di Nervi, restauro di S. Agostino, ripristino di Villa Scassi, e, infine, passaggio a proprietà comunale della Villa Durazzo Pallavicini: cinque fatti sui quali dovrebbero non poco meditare quanti, con incauta leggerezza e con mal celata antipatia, negano amore e senso d’arte nei genovesi, sol perché essi sono abili commercianti ed inesausti lavoratori.

Per confutare, se ve ne fosse bisogno, l’asserita antitesi, pur limitandoci alle cinque inaugurazioni, possiamo ben dire che esse da sole bastano a confermare quella sensibilità artistica e quella profonda spiritualità che sono virtù fondamentali del popolo nostro e che permangono anche se tutto il giorno si commercia, anche se si vive nel secolo delle macchine, della velocità e di tante barbarie musicali.

Il riordinamento della Galleria di Palazzo Bianco, legato al nome magnifico della Duchessa di Galliera, si imponeva, avendo essa ancora il carattere e la sistemazione di una raccolta privata. Orlando Grosso, Capo del Civico Ufficio di Belle Arti e Storia, ha degnamente realizzato il desiderio del Podestà, ed oggi le pregevolissime opere (che illustreremo a parte prossimamente) ci appaiono logicamente ed esteticamente disposte per nazioni, per epoche, per scuole, secondo le sale – nuovamente tappezzate a tinta neutra – e gli stessi mobili sono stati collocati in modo da intonarsi con le opere esposte.

 

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PALAZZO BIANCO, DOVE VERRÀ RIORDINATA LA GALLERIA D’ARTE

 

La Galleria d’Arte Moderna, di recente formazione e già così ricca di opere, ha trovato sede degna ed adatta a quegli sviluppi che immancabilmente le destinerà il mecenatismo di Genova, nella graziosissima Villa Serra di Nervi, che il Podestà seppe assicurare al patrimonio cittadino. Anche qui i quadri appaiono tutti quanti a posto, ciascuno nella sua giusta luce, e ciascuno sembra più bello che nella vecchia sede, grazie al buon gusto che ha diretto l’assegnazione dei posti.

 

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VILLA SERRA, A NERVI, SEDE DELLA GALLERIA D’ARTE MODERNA

 

Il vetusto tempio gotico di Sant’Agostino, tanto caro al popolo cui un tempo era affidato, era ridotto in tale stato di abbandono e, diremmo quasi, di abbrutimento che ne provavamo pena, ogni qual volta transitavamo su per l’erto e caratteristico stradone. Oggi, invece, grazie al volere del Podestà, on. Broccardi, esso ci riappare qual era, bello ed imponente, con il tipico campanile cuspidale, dalla guglia nuovamente rivestita dalle originali piastrelle policrome. Anche l’interno si avvia a nuovo splendore, mentre il chiostro triangolare è tornato completamente alla luce, mostrandosi in tutta la sua graziosa originalità. Anche questo lavoro venne diretto dal prof. Grosso ottimamente coadiuvato, per la parte tecnica, dagli ingegneri municipali cav. Daglio ed Odino.

La Villa Scassi è troppo nota perché si ricordino qui le sue origini e le sue... disgrazie. La parte superstite dell’antico parco, posta fra l’Ospedale e la nuova via Carducci, di fronte all’antico palazzo Alessiano, è stata amorosamente ricostruita, ed il giardino ora inaugurato, graziosissimo per disposizione delle piante e delle aiuole, per le fontane e le statue e le nicchie originali, è la fedele riproduzione del gioiello secentesco ideato da Galeazzo Alessi.

Il Podestà, che così ha voluto compensare i concittadini per la perdita della spiaggia... incamerata dal porto, ne affidò i lavori all’ing. cav. Contini, che egregiamente seppe condurli a termine.

Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli meriterebbe un articolo a parte. Ricorderemo che gli è grazia al gesto di munificenza regale e genovese insieme di S. E. la marchesa Negrotto Cambiaso Giustiniani che questa celeberrima villa – vera e stupenda oasi di sogno della Grande Genova, e dove i doni superbi della natura sono stati resi ancor più belli dal sorriso dell’arte degli uomini – è venuta a far parte del patrimonio di tutti.

La flora di tutti i paesi, anche dei più caldi, è qui rappresentata, rigogliosa e sicura, al riparo dai venti freddi, e piante altissime e fiori esotici si specchiano nelle acque tersissime del lago, incorniciando il candore marmoreo dei templi di Diana e di Flora.

 

***

 

Se dal regno dell’arte discendiamo nelle tormentate strade, sature del traffico cittadino, troviamo anche qui del nuovo, del grande e – cosa che non sempre succede – del bello.

A parte le pavimentazioni, quasi ovunque modernamente rifatte, opere imponenti sono state compiute.

S. E. il Prefetto ha tagliato il cordone della grandiosa Galleria Regina Elena, che con elegantissima curva, dal rumore di piazza Portello ci porta d’un tratto alla serena visione di Piazza Corvetto.

La nuova arteria, che completa la Corridoni Portello, è dovuta all’Ufficio Tecnico Municipale, e particolarmente all’ing. comm. Tomaso Badano, ed è lunga, per la parte coperta, 200 metri, larga 15 ed alta da m. 9,50 a m. 7,50, grazie alla decrescenza dei piedritti, che rendono minore la luce dell’imbocco di piazza Corvetto.

 

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GALLERIA REGINA ELENA: l’imbocco da Piazza Portello

 

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GALLERIA PORTELLO-CORVETTO: l’imbocco da Piazza Corvetto

 

Via Serra e dei Santi Giacomo e Filippo, per merito di un’energica disposizione podestarile, e grazie all’intelligenza con cui, dall’ing. cav. Contini, vennero diretti i lavori, hanno in brevissimo tempo cambiato aspetto: l’una s’è fatta meno ripida, e l’altra s’è fatta piana: tutte e due rendono più agevole l’aumentato traffico, sia tramviario che automobilistico, grazie anche alla pavimentazione moderna ed alle traversine sotto i binari del tram.

 

 

 

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I LAVORI DI ABBASSAMENTO IN VIA DEI SS. GIACOMO E FILIPPO

 

 

 

La grande arteria sulla destra del Polcevera, destinata a grande traffico industriale, con immensi benefici economici e di viabilità, ha veduto inaugurarsi il primo tronco, intitolato a Ferdinando Maria Perrone, della larghezza di ben 18 metri, e pavimentato in modo da poter sopportare il carriaggio più pesante.

Cesino s’è finalmente congiunta con Pontedecimo, vedendo esaudito dal Comune unificato il desiderio di tanti anni, e già è previsto un prolungamento della nuova strada, che è di grande vantaggio al traffico rurale.

 

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STRADA F. M. PERRONE A CORNIGLIANO

 

Abbiamo detto che anche in fatto di strade s’è pensato al bello: alludevamo alle vie “aeree” per il Peralto e per i Camaldoli, strade panoramiche e bellissime, destinate a gran traffico turistico, ed a dare ai visitatori la completa e suggestiva visione dall’alto di Genova magnifica e del porto fremente di traffico, cuore pulsante fra la città ed il mare.

 

 

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STRADA E PARCO AL PERALTO

 

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NUOVA STRADA DA VIA DONGHI AI CAMALDOLI

 

Dì grande vantaggio per tutta la cittadinanza è il completamento del grande mercato all’ingrosso delle frutta e delle verdure, situato in Corso Sardegna, su di un’area di 16 mila mq. (fu appunto l’on. Broccardi che la volle aumentata, in modo da consentire sviluppi futuri), circondato da capaci strade, e costruito parte in muratura e parte a capannoni di ferro e vetri. L’architettura felice, la sua ampiezza, la modernissima dotazione di impianti, servizi accessori ecc., ne fanno un mercato modello.

Venne Costruito su disegni dell’ing. Braccialini e dell’arch. Zappa, del Comune, dall’impresa Garbarino e Sciaccaluga.

 

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MERCATO DI CORSO SARDEGNA: la seconda parte ultimata

 

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L’educazione della gioventù ha trovato a Genova un’Amministrazione veramente conscia dell’enorme importanza del problema.

Gli è grazie a questa coscienza delle necessità della scuola che il Podestà ha saputo superare tutti gli innumerevoli ostacoli finanziari che impedivano la prosecuzione degli edifici di San Martino, destinati ad ospitare gli Istituti universitari e le Cliniche.

Finalmente ripresi i lavori, ecco che in un anno ben tre palazzi - Clinica Generale, Clinica Farmaceutica e Fisica – sono stati compiuti ed inaugurati, mentre il programma di costruzioni continua nell’anno settimo.

Sempre a S. Martino, si è pure aperto il grande Asilo Infantile, modernamente concepito e costruito, in tre piani, capace di accogliere ben 250 bimbi, e dotato di ampi locali e giardini per la ricreazione dei piccoli ospiti, vigilati da ottime suore.

In salita Battistine, e stato compiuto l’ultimo degli edifici scolastici della zona di via Bertani. Si tratta di una grande costruzione, dovuta all’ingegnere municipale cav. Canella, che ospiterà l’Istituto Commerciale, già insufficientemente alloggiato in via San Vincenzo, ove s’è ora trasferita la scuola di pratica commerciale Vivaldi.

 

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EDIFICIO SCOLASTICO IN SALITA BATTISTINE

 

In via Ettore Vernazza, nei locali del Dopolavoro municipale, è stata in brevissimo tempo preparata una vera palestra modello, che per il luogo e per il fatto che oggi i giovani tutti d’Italia temprano il corpo e lo spirito nel nome dell’eroe di Portoria, il Podestà ha intitolato a Balilla. La palestra, di circa 508 mq., è pavimentata in piche-pine essiccato del Canadà, e dotata di termosifoni e di ampi e comodi locali per i servizi accessorii ed igienici, ed è stata magnificamente attrezzata a cura della presidenza centrale dell’O. N. B. [Opera Nazionale Balilla, ndr.]

Pure destinata all’educazione del fisico è la grandiosa costruzione del Campo sportivo della Dominante a Genova-Cornigliano, voluto e costruito dal comm. Diana e da altri benemeriti sportivi in appena tre mesi. Il nuovo campo, per dimensioni, per la capacità (15 mila spettatori seduti, 20.000 in complesso) e per la felicità del disegno è veramente degno della Genova nuova, e bene ha fatto il Comune a contribuire, acquistando, per circa un milione e mezzo, il terreno. Oltre che per i suoi pregi intrinseci, la costruzione appare ammirabile per la fascistica celerità con cui è stata condotta. Sotto le tribune trovano posto vasti locali accessori e palestra.

L’Istituto per le Case Popolari, cui presiede l’attivissimo nostro Vice Podestà cav. Aldo Gardini, molto ha fatto e sta facendo per la soluzione dell’imponente problema della casa, ed il bilancio dell’anno sesto lo ha chiuso allestendo 12 case, 364 appartamenti e 2197 vani. L’eloquenza di queste cifre basta a confermare la fama di attività e di fiducia che l’Istituto si è conquistato. Delle case inaugurate, 8 sono a Genova Centro, 2 a Genova Sampierdarena, 1 a Genova Pra ed una a Genova Bolzaneto, e sono di tipo popolare a semplice affitto, 6 dello stesso tipo, ma a proprietà divisa, e 5 di tipo economico.

 

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CASE POPOLARI DI VIA TORTOSA

 

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CASA POPOLARE DI PRÀ

 

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CASA POPOLARE DI BOLZANETO

 

Per i senza tetto, popolazione fluttuante di instabile residenza, si è saggiamente provveduto mediante la costruzione di 12 comodi padiglioni presso Ponte Carrega, sulla sinistra del Bisagno, che costituiscono un piccolo villaggio, dotato di tutti quei servizi che erano indispensabili.

 

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I PADIGLIONI PER GLI SFRATTATI

 

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Abbiamo veduto, in molte delle opere passate in rassegna, quante cure si abbiano per i servizi igienici, tuttavia altre e speciali opere ospedaliere sono state compiute nel sesto anno.

Anzitutto si sono sistemati i cronici, togliendoli da palazzo Vernazza, turbato dai mille rumori del traffico centrale, e soffocato dalle case circostanti, e trasferendoli nell’arioso e vasto Ospedale di Coronata, ove non mancano certo né l’aria né la luce, né quella tranquillità ch’è necessaria ai malati.

Nell’ospedale di Genova-Sampierdarena è stato ultimato il padiglione per i tubercolotici, a Genova Centro in via Bianchetti, si è inaugurato un nuovo ambulatorio, aperto dalla benemerita Opera Nazionale per la Maternità e per l’Infanzia.

Una comoda e tranquilla Casa di riposo per i vecchi operai e stata aperta a Genova Sampierdarena. Si tratta di un vasto palazzo settecentesco, con annessa una casa per le suore ed una chiesa, capace di ospitare 56 operai.

Nel nostro Istituto dei Ciechi David Chiossone, la tanto benemerita istituzione cittadina, è stata aperta la biblioteca, destinata a un’intima e spirituale luce nell’animo degli infelici ricoverati.

 

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OSPEDALE DI SAN RAFFAELE DI CORONATA

 

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Non possiamo passare sotto silenzio la inaugurazione dei nuovi uffici demografici comunali, in via Ettore Vernazza. Prima di tutto perché essi dimostrano le cure che si portano anche a quelle branche amministrative meno appariscenti, eppure di vitale importanza, e poi perché i locali inaugurati sono di una grandiosità e di una razionalità tali da non poter essere confrontati che con quelli delle più grandi capitali straniere.

Grazie all’intelligente direzione dell’ing. Capo Servizio cav. Pietro Daglio ed alla attività del sig. Bertoni, che assunse l’impresa dei lavori, con una velocità che ha del fantastico, là dove poche settimane prima erano ospitati dei cronici, sono sorti, eleganti, grandiosi, razionalmente disposti, i nuovi uffici demografici. Com’è noto il grande salone a T, che ospita i principali servizi, copre una superficie di ben 2170 mq.!

Nello stesso palazzo, per generosa concessione del Podestà on. Broccardi, è stata preparata una degna sede al Dopolavoro dei Funzionari Municipali, dotata di vastissime sale per riunioni, gioco, bigliardo, lettura, conversazione, refezione, etc., oltre alla grande palestra Balilla.

 

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Ed eccoci all’ultima, e per importanza, prima delle opere genovesi dell’anno VI: il grande bacino di carenaggio.

Esso rappresenta una arditissima costruzione ed è capace di ospitare le più grandi navi. La sua lunghezza è di 240 m., la larghezza di m. 32, e la quota della soglia esterna è di m. 11 sotto il livello del mare.

Occorse, per costruirlo, scavare oltre 110.000 mc. di terra e 40.000 di roccia, su cui poggiano completamente la platea e le fiancate. Vennero eseguiti ben 52.000 mc. di muratura in calcestruzzo cementizio con pozzolana.

Questo bacino, dovuto all’operosa amministrazione del Presidente del Consorzio Autonomo del Porto, S. E. Cagni, è costato circa 32 milioni, è munito delle più moderne opere, ed è fra i più vasti del mondo.

 

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LE AUTORITÀ AL NUOVO BACINO DI CARENAGGIO ALLE GRAZIE

 

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Ed ora, con il Bacino, simbolo della nostra potenza e del nostro avvenire marinaro, abbiamo terminato la nostra rapida rassegna alle opere che ha dato superba impronta di operosità alla Genova dell’anno sesto, e ricordando quanto abbiam detto in principio, non ci rimane che rivolgere un riconoscente pensiero al Podestà On. Eugenio Broccardi ed al Vice Podestà cav. Aldo Gardini che con diuturna fatica e sacrificio grande, sospinti e confortati dall’immenso amore che portano alla loro città, e dalla ferma fiducia del suo fulgido avvenire, con intelligenza e genovese silenzio tutto questo hanno saputo realizzare con la loro saggia e sana amministrazione.

E mentre noi, da questa rivista che dall’amore per Genova trae la sua ragione d’essere, porgiamo il nostro grazie, essi già sono intenti alla nuova fatica, del VII anno: infatti un piccone già lavora sulla sponda del Bisagno mentre un altro si accinge ad aprirsi potentemente il varco tra le vecchie case di Ponticello e la viva roccia di Carignano, er gli ulteriori sviluppi della nostra città.

 

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