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Ristoranti

LA RISTORAZIONE LIGURE: UN PATRIMONIO DA RISCOPRIRE E TUTELARE

 

Le TavoleDOC della Liguria, riunite nell’iniziativa editoriale coordinata da Mediavalue, fanno sentire la propria voce sul tema della qualità della ristorazione nella loro regione di appartenenza.  

Placatosi il fermento autunnale che agita il mondo dei media e della critica gastronomica alle prese con l'uscita delle Guide e relativi verdetti, i ristoratori liguri ritengono opportuno stilare un bilancio e rimarcare quanto la loro offerta culinaria sia ricca e variegata, partendo dalla grande tradizione del territorio per arrivare alla moderna interpretazione della cucina contemporanea. 

 

Sempre, qualsiasi sia il modello, realizzata con grande impegno puntando senza indugi sulla qualità della proposta. Accade da anni ma ancora una volta ci preme rimarcare quanto gli sforzi profusi non vengano percepiti e premiati dagli addetti ai lavori.

Forse perché la Liguria è conosciuta solo per la sua vocazione turistica "comoda" rispetto alle grandi città del nord Italia?  Forse perché continua ad essere considerata statica nello sviluppo dell’ospitalità e della qualità della tavola? Non è più così: le TavoleDOC lo stanno a dimostrare ed invitano i professionisti del settore a prenderne atto.

 

Da Ponente a Levante, per un totale di 32 insegne e con altre pronte ad aggiungersi, il mosaico TavoleDOC 2020 invita tutti gli appassionati gourmet dal 15 marzo al 15 aprile e dal 1 al 31 ottobre, ad assaggiare i menu stagionali completi alle fasce di prezzo prefissate: 35, 50 o 70 euro. Un progetto nato solo da un anno ma già divenuto popolare tra i foodie di ogni età ed in particolare tra i più giovani,  allettati dal costo smart senza sorprese ma sempre di qualità del pranzo o della cena.

 

Mario Cucci di Mediavalue esprime il pensiero di TavoleDOC: “siamo convinti che la Liguria esprima a pieno due dei tratti identificativi della ristorazione italiana: qualità e segmentazione. La regione dà vita ad un'esplosione di piccole e grandi realtà legate sì alla cultura contadina e marinara, ma sempre più aperte a un universo di conoscenza, sperimentazione e innovazione ben più ampio. Tanta ricchezza e un tale impegno trovano un timido riscontro nelle pagine delle Guide di settore: basti pensare che delle 374 stelle totali assegnate nel 2020 solo 6 risiedono in Liguria, mentre altre realtà sono giudicate meritevoli di menzione perché propongono una piacevole esperienza gastronomica."

 

Riconoscere e promuovere le tavole di qualità in Liguria aiuterebbe anche a rimarginare più in fretta la ferita che ha segnato la città di Genova e l'intera area geografica dopo il crollo del ponte Morandi. L'alta cucina affonda le sue radici nella comunità e dialoga con il mondo esterno: anche con questo ideale si sostiene il progetto TavoleDOC, in Liguria e nelle altre regioni italiane che stanno per abbracciare questo format.

 

Mediavalue è Agenzia di comunicazione milanese specializzata nel settore food & beverage fin dalla fondazione. Casa editrice, ufficio stampa, curatrice di eventi, ma anche esperta di dinamiche digital, social e di reputation, costruisce strategie di comunicazione complete e personalizzate per ogni esigenza di budget del cliente.

 

Ufficio stampa & Comunicazione

 

Mediavalue

PIZZA DEL TERRITORIO EATALY

 

PIZZA DEL TERRITORIO EATALY: DIECI NUOVE RICETTE PER RACCONTARE LE STORIE

 DELL’ECCELLENZA ITALIANA

 

Le Pizze del Territorio Eataly create per la stagione fredda offrono

non solo un’esperienza di degustazione, ma un vero e proprio viaggio nelle storie

di prodotti e produttori che fanno grande il nostro Paese

 

C’è lo Straccone di Amatrice ma anche la Toma ligure di pecora brigasca o il Prosciutto in crosta di pane triestino che risale agli antichi romani. Senza dimenticare il Macagn e i Porri di Cervere piemontesi, il Cacioricotta barese, le Acciughe di Camogli, i Pioppini e il Cacio del Po di Piacenza, il Pecorino Bartarello fiorentino e tanti altri.

 

Debuttano il 12 novembre a Eataly Genova le nuove ricette della Pizza del Territorio, create da Eataly in collaborazione con Slow Food per la stagione fredda. Un modo per far degustare la Pizza Eataly in abbinamento ai migliori prodotti del patrimonio agroalimentare del nostro Paese, ma anche per scoprire con tutti e cinque i sensi alcune specialità ancora poco conosciute che hanno storie incredibili da raccontare.

 

La Pizza del Territorio nasce infatti dalla volontà di rendere omaggio e dare visibilità alle eccellenze delle regioni in cui Eataly ha sede. Le guarnizioni di queste dieci pizze, ciascuna presente in esclusiva nel menu del negozio Eataly di riferimento, sono state scelte da Francesco Pompilio, maestro pizzaiolo del gruppo, con il supporto dell’esperto di pizza di Slow Food Italia Antonio Puzzi. A guidarli, la ricerca della giusta combinazione di stagionalità – motivo per cui la Pizza del Territorio cambia ogni sei mesi – e la valorizzazione delle specialità locali, inclusi i Presidi Slow Food, non dimenticando gli ingredienti che più hanno soddisfatto il palato dei clienti.  

 

Prodotti d’eccellenza, storie di passione

A rendere unici i prodotti selezionati non sono solo il gusto e la particolare lavorazione, ma anche la loro storia e quella dei loro artigiani. Un esempio è lo Straccone di Amatrice della Pizza Roma. È un tipo di stracchino, ma si differenzia da quello tradizionale perché alla lavorazione segue una fase di stagionatura. E se l’origine del nome si rifà, enfatizzandola, alla parola lombarda stracch (stanco), “stanca” non lo è mai stata la famiglia Nibbi che lo produce e che ha saputo ripartire con ancora più passione dopo i gravi danni subiti dall’azienda a seguito del terremoto di Amatrice nel 2016. 

 

Dalle montagne di Amatrice a quelle liguri, condividono la stessa passione i pastori che producono la Toma di pecora brigasca, Presidio Slow Food e ingrediente della Pizza Genova. La loro è una vera e propria missione per difendere l’eredità di un prodotto storico, oggi a rischio. Se all’inizio del XX secolo in tutta l’area di diffusione della pecora brigasca - tra Liguria, Piemonte e Provenza - erano allevati 60.000 capi, oggi in Liguria si contano appena 1.800 esemplari.

 

Un’altra antica tradizione che viene raccontata grazie alle Pizze del Territorio è il Prosciutto in crosta di pane, specialità triestina le cui origini risalgono al tempo degli antichi romani. Un salume dal gusto delicato, rivestito da una sottile sfoglia di pane non lievitato, che arricchisce la Pizza Trieste. L’innovazione contraddistingue invece la Pizza Piacenza con la Pancetta Giovanna – Pancetta cotta al miele, creazione della famiglia Capitelli. Cotta in tre differenti fasi, questa pancetta ha un gusto unico che deriva dall’utilizzo del miele e dal leggero sentore di fumo.

 

Viaggio nell’Italia del gusto in dieci pizze

 

 

Riparte da Genova il 12 novembre il “Giro d’Italia in 10 pizze”: una cena che toccherà le diverse città in cui Eataly è presente proponendo in degustazione tutte le Pizze del Territorio. A raccontare le pizze è Francesco Pompilio insieme ai produttori.

 

“Il primo tour ha riscosso molto successo e sollevato la curiosità degli ospiti sulle specialità gastronomiche del nostro Paese”, commenta il maestro pizzaiolo di Eataly. “Non potevamo che ripeterlo proponendo nuove pizze con nuovi ingredienti e storie da raccontare”.

 

Dopo il debutto genovese, i prossimi appuntamenti saranno a Torino (14 novembre) e Milano (26 novembre). Da gennaio 2020 la cena-degustazione del “Giro d’Italia in 10 pizze” si replicherà a Roma, Trieste, Piacenza, Bari, Firenze, Forlì e Pinerolo.

 

Le nuove Pizze del Territorio

 

Pizza Torino e Pinerolo

Bianca con Fiordilatte, Macagn (Presidio Slow Food), Porri di Cervere (Presidio Slow Food) e Salsiccia di Bovino Piemontese (Presidio Slow Food)

 

Pizza Roma

Bianca con Fiordilatte, Broccoli (prodotto locale), Guanciale (prodotto locale) e Straccone di Amatrice (prodotto locale) 

 

Pizza Genova

Bianca con Fiordilatte, Toma di Pecora Brigasca (Presidio Slow Food), Acciughe di Camogli e Basilico Fresco

 

Pizza Bari

Bianca con Fiordilatte, Pomodorini Semisecchi, Cacioricotta (prodotto locale) e Cardoncelli

 

Pizza Piacenza

Bianca con Fiordilatte, Pancetta Cotta al Miele (prodotto locale), Pioppini e Cacio del Po (prodotto locale)

 

Pizza Forlì

Focaccia con Prosciutto Crudo di Parma, Fichi Caramellati (prodotto locale) e Formaggio di Fossa (prodotto locale)

 

Pizza Firenze

Focaccia con Lardo di Colonnata (prodotto locale), Miele di Castagno e Scaglie di Pecorino Bartarello (prodotto locale)

 

Pizza Trieste

Bianca con Fiordilatte, Cotto in Crosta di Pane, Tabor (prodotto locale) e Kren (prodotto locale)

 

Pizza Milano

Bianca con Fiordilatte, Pancetta (prodotto locale) e Pannerone (Presidio Slow Food)

 

La Pizza Eataly

Una pizza né napoletana, né romana, ma Eataly. La ricetta è stata ideata dal maestro pizzaiolo Francesco Pompilio, che ha messo a punto impasto, cottura e guarnizioni con il supporto dell’executive chef del gruppo Enrico Panero, del produttore di farine Fulvio Marino e dell'esperto pizza di Slow Food Italia Antonio Puzzi. Farine biologiche, esclusivamente italiane e macinate a pietra; impasto realizzato con metodo “indiretto” che richiede almeno 50 ore di lievitazione e assicura così digeribilità e gusto; alto livello di idratazione (70% di acqua sul peso della farina) per una pasta ricca di alveoli, soffice e morbida all’interno e croccante all’esterno; tempo di cottura di 3 minuti e mezzo a una temperatura di 330°C in forno a legna rotante “Marana”. Sono questi i segreti della Pizza Eataly. A cui si aggiungono gli ingredienti di base e le guarnizioni: eccellenze locali italiane, inclusi i Presidi Slow Food, tutti forniti da produttori con cui Eataly ha un consolidato rapporto di collaborazione e fiducia.

 

Elena Ubertazzi

A IL BONTA’ PREMIATI GLI AMBASCIATORI DELLA CUCINA ITALIANA

 

 

 

Lunedì 11 novembre a Cremona i locali selezionati per tutto il 2019 dal Tour del Gusto hanno ricevuto il premio “Ambasciatori della Cucina italiana”

 

Occhi puntati sulla ristorazione italiana in patria e in Europa a Il BonTà. Lunedì 11 novembre nel padiglione 2 di CremonaFiere sono stati assegnati i titoli di “Ambasciatori della Cucina Italiana” ai locali selezionati dal Tour del Gusto durante tutto il 2019. L’iniziativa si è articolata con una serie di gemellaggi tra chef attivi in Italia e all’estero, portabandiera dei sapori tricolori all’estero con la cucina cremonese in prima fila. I ristoratori del territorio cremonese che hanno ritirato il titolo di Ambasciatori della Cucina Italiana sono Villa Borghesi (ex Villa Belussi) di Cignone, La Resca di Vescovato, Al Balurdù di Crema, l’Osteria Aporti-25 di Cremona, La Bissola di Cremona, Trattoria Scolari di San Vito di Casalbuttano, La Rosa Gialla di Ripalta Cremasca, e Bistek di Trescore Cremasco.

Nella lista dei ristoranti top italiani figurano anche, Alla Corte dei Bicchi di Cavriana, La Filanda di Asola, La Locanda di Calvignano, Ristorante Bazzini di Canneto Pavese, La Trattoria Cattivelli di Monticelli d’Ongina, Antica Trattoria La Corte di Cortemaggiore, Da Alfonso a Peschiera del Garda, Trattoria Cantina Battisti di Vago di Lavagno, La Corte di Palazzolo a Palazzolo sull’Oglio. L’elenco si arricchisce con i ristoranti italiani esteri con Casa Antica di Bϋhl (Germania), La Bella Italia di Nizza (Francia), Ristorante Da Antonello di Emmendingen (Germania) Da Zeffirino Barcellona (Spagna), La Perla di Graz (Austria), Zeffirino di Las Vegas (Usa). Ristorante Zeffirino di Genova (Italia). Qui la famiglia Zeffirino ha sviluppato la sua espansione con i prodotti italiani in mezzo mondo e il famoso pesto genovese di Zeffirino.

L’Evento ha voluto mettere in luce il talento Italiano in cucina e a tavola e che non teme rivali per qualità dei prodotti, composizione dei piatti e per la capacità di richiamare e intrecciare le tradizioni locali dei cuochi Italiani anche all’estero. Questo è solo uno degli appuntamenti che sta animando Il BonTà, il  Salone delle Eccellenze Enogastronomiche dei Territori che continuerà fino a martedì 12 novembre nei padiglioni di CremonaFiere. Arrivato alla 16° edizione conta 2.000 prodotti artigianali dei territori e l’anno scorso è stato capace di attrarre più di 30 mila visitatori. Il Salone dedicato ai sapori autentici e al cibo di alta qualità è un evento unico in cui l’eccellenza enogastronomica dei prodotti tipici dei territori, unita all’educazione alimentare e alle nuove esigenze del mercato, incontra l’interesse dei consumatori e degli operatori del settore.

Martedì 12 Novembre, nell’ultimo giorno della manifestazione, è in programma anche un evento dedicato a dei ragazzi disabili. Si chiama “Impariamo a fare il caffè e il latte artistico” e si terrà martedì 12 novembre dalle 10.30 alle 12.30 negli spazi di CremonaFiere. A condurre il workshop sarà Silvana Maccarini, giovane Bar-Lady. L’evento che si terrà martedì a Il BonTà di Cremona sarà una sorta di workshop di preparazione di latte-art a cui prenderanno parte gli allievi dell’Ente Professionale “InChiostro” di Soncino (Cr) del Corso Sala e Bar personalizzato disabili. “So Stare con Me”: questo è il tema a cui daranno vita attivamente in questa lezione operativa. Un modo per dimostrare come le differenze e le disabilità possono essere superate con amore, passione e professionalità, sin dalla giovane età.

Nonostante la giovane età la lezione sarà tenuta da Silvana Marcarini, 17 anni a marzo 2020, nativa di Brescia, ma naturalizzata a Cremona, figlia di Sebastiano Marcarini noto Barista-Farmer di Cremona, balzata alla cronaca per il suo talento innato nella preparazione e gestione della macchina del caffè. Una vera Arte del Caffè e del Cappuccino, non solo nella presentazione, ma anche e soprattutto nella realizzazione. Silvana si è diplomata a pieni voti Barlady Cafè Academy del 2019.  Insomma, una ragazza dall’aspetto timido e riservato, che ha però in sè un talento grintoso e determinato da stupire i migliori istruttori e professionisti di questo settore e per questo gli allievi della scuola Professionale “InChiostro” di Soncino (Cr) la amano e la seguono nei suoi esercizi davanti alla macchina del caffè.

Il salone comprende poi anche uno spazio dedicato ai professionisti della ristorazione: il BonTà Professional, che permette di toccare con mano il meglio delle attrezzature professionali. Terzo filone della manifestazione è quello dedicato alla birra: Special Beer Expo. Qui le specialità birraie dei territori incontrano professionisti e appassionati del mondo della birra, creando il contesto ideale per scoprire abbinamenti originali, tendenze innovative e per confrontarsi sulle ultime novità in tema di somministrazione e consumazione delle birre speciali.

 

 

Alessia Testori

I SEGRETI DELLA CUCINA PANASIATICA

wagamama presenta i laboratori “I segreti della cucina panasiatica”,

un’esperienza multisensoriale e culturale per bambini.

 

Un progetto didattico per le famiglie e le scuole ad ingresso gratuito: 

fino al primo dicembre nei ristoranti wagamama di Milano e Bergamo

 

Ingredienti, modalità di cottura, origine delle ricette e poi sperimentazione attiva, per scoprire in modo divertente sapori e usi della cultura panasiatica. Un viaggio tra i principi gastronomici e alimentari per assaporare il profumo di una tradizione oltreoceano ed essere partecipi di un’integrazione multietnica.

 

 

 

Partono da qui i laboratori firmati wagamama “I segreti della cucina panasiatica”: gli appuntamenti a ingresso gratuito riservati alle famiglie con bambini da 5 a 10 anni e alle scuole. Lo staff dei ristoranti wagamama di Milano, via San Pietro all’Orto, e Bergamo, centro Oriocenter sono così pronti ad accogliere i piccoli ospiti e gli studenti fino al primo dicembre.

 

wagamama, il brand ispirato alla tradizione del Giappone, con la sua filosofia che profuma di benessere, incisa nell’iconico motto “diffondere positività dalla scodella all’anima”, dal 1992 porta in tavola una proposta culinaria ampia e variegata accomunata dalla cura nella selezione di elementi sempre freschi e di alta qualità, per una proposta sana, gustosa e bilanciata. Un’attenzione che si estende ai bambini, a partire dai mini-menù dedicati, per intensificarsi oggi con una proposta esperienziale che profuma di edutainment.

 

I laboratori, guidati dall’head chef wagamama, prevedono una prima fase dedicata alla formazione in cui vengono esposti i principali ingredienti utilizzati nei piatti del menu, l’utilizzo e l’origine, per poi proseguire con la parte dedicata alla sperimentazione. Qui i bambini diventano protagonisti e, sotto la supervisione del personale wagamama, si dedicheranno alla creazione di alcune ricette della tradizione panasiatica. Un’esperienza tutta da gustare insieme ai compagni d’avventura. 

 

Al termine dell’incontro, per ogni piccolo partecipante, un simpatico omaggio per vivere anche a casa un’esperienza da mini chef wagamama e far crescere la passione per la cultura asiatica.

 

Info e prenotazioni (fino a esaurimento posti):

Famiglie e scuole: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Incontri famiglie:

Sede Milano: sabato dalle 10.00 alle 12.00 (16, 23 e 30 novembre 2019)

Sede Bergamo: domenica dalle 10.00 alle 12.00 (17, 24 novembre, 1° dicembre 2019)

 

 

 

 

A proposito di wagamama: propone cucina di ispirazione giapponese in grado di unire cibo fresco e nutriente ad un servizio amichevole dal buon rapporto qualità-prezzo. Dall’apertura del primo ristorante a Londra nel quartiere di Bloomsbury nel 1992, wagamama ha proposto una nuova esperienza gastronomica nel Regno Unito ed è attualmente presente in 25 paesi.

wagamama ha aperto il primo ristorante in Italia nel 2017, all’interno della nuova area all’ Oriocenter di Bergamo, poi nell’area del Terminal 1 di Malpensa e nel 2018 nel cuore di Milano.

wagamama è stato insignito con numerosi premi, tra cui il “New Premium Foreign Retailer” da Confimprese Italia, nel 2018, il premio 2017 CGA Peach Hero & Icon Awards – un prestigioso riconoscimento inglese - assegnato come “Most Admired Company” e come “Best Company”. Sempre nel 2017, il “Multiple Casual Dining Brand of the Year Award”. Nel 2015, il CGA Peach Honours Award come “Best Evolutionary Brand”; il Consumer Choice Award nel 2014 (votato da oltre 20.000 consumatori inglesi) come brand numero uno del Regno Unito, sulla base del sondaggio condotto dalla CGA Peach per misurare la percezione del brand utilizzando i parametri “soddisfazione del cliente”, “l’intenzione di tornarci” e di “raccomandarlo ad un amico”. wagamama è arrivato secondo nella categoria “Best Brand” al Marketing Society Awards nel 2015, oltre ad aver ottenuto l’ambito ‘London's Favourite Chain Restaurant’ award nel 2013 della London Zagat Guide. wagamama è stato anche insignito con il ‘Best Places for Kid’s Meals’ dalla Soil Association nella campagna “Out to Lunch” del 2013.

Per ulteriori informazioni: www.wagamama.it

 

Antonella Laudadio

A CENA CON LA STELLA

Cena a quattro mani da  Lorenzina Mare con lo chef stellato Ivano Ricchebono

Un’esperienza gourmet per festeggiare insieme l’olio nuovo, il 9 novembre a Imperia

 

 

Il Ristorante Lorenzina Mare di Imperia, è protagonista di A Cena con la Stella, la cena stellata a quattro mani con lo chef Ivano RICCHEBONO creatore di The Cook Restaurant al Cavo di Genova, 1 stella Michelin. 

Appuntamento: Sabato 9 Novembre alle ore 20:00, Ristorante Lorenzina Mare - Via Boine, 15 Imperia. Prenotazioni al numero 011 666264. 

 

“Lo chef Ricchebono sperimenta senza perdere il concetto del piatto, accosta sapori e profumi originali senza mai forzare la mano, è un vero interprete della Liguria e non solo – dice Marco Pasquinelli, direttore del Ristorante Lorenzina Mare – Abbiamo invitato Ivano per celebrare insieme l’olio novello e offrire ai nostri Clienti un’esperienza polisensoriale nuova e sorprendente.”

 

Lo chef Genovese Ivano Ricchebono, insignito di una stella Michelin è noto anche per la sua presenza alla trasmissione televisiva “La Prova del Cuoco”. Il suo stile si distingue per creatività ed eleganza dei sapori, capacità di creare nuovi piatti e di interpretare ricette tradizionali con straordinario gusto artistico. “È un onore proporre i miei piatti nella mia amata Liguria in una cornice prestigiosa come il Ristorante Lorenzina Mare – racconta lo chef Ricchebono – La passione nel nostro lavoro c’è sempre e quando usiamo i prodotti d’eccellenza della nostra terra riusciamo a metterci quel qualcosa in più: ci mettiamo il cuore”.

 

Le chef  Cristina Bertora e Nicolina Boeri  del Ristorante Lorenzina Mare, spiegano “Siamo sempre alla ricerca di nuovi sapori e siamo molto in sintonia con lo chef Ricchebono. Non vediamo l’ora di cucinare insieme ed offrire una serata diversa ai nostri Clienti.”

 

Partner della serata il Frantoio di Sant’Agata di Oneglia e la Società Agricola Lupi.

Il Frantoio di Sant’Agata di Oneglia dal 1827 produce olio EVO sulle colline imperiesi e riceve in questi giorni un importante premio al Merano Wine Festival; offrirà la degustazione dell’olio nuovo, ottenuto con la tipica oliva taggiasca franta la mattina stessa della degustazione.   

La Società Agricola Lupi dal 1960 produce vini autoctoni di  lungo affinamento della Riviera di Ponente. Nella serata offrirà l'occasione di degustare vendemmie affinate per diversi anni.

 

Un appuntamento gourmet all’insegna dell’eccellenza che da sempre contraddistingue Lorenzina Mare, un ristorante nato con la montagna nel cuore ed il mare negli occhi.

 

Menu degustazione A cena con la stella

 

Degustazione olio novello EVO appena franto

Acciuga su tela

Gamberone Viola di Oneglia su vellutata di zucca e olio nuovo

Tartare di Fassona Piemontese e tartufo bianco

 

Riso Carnaroli, calamaretti, mandarino e cialda alle olive taggiasche

Pansotti ai carciofi di Albenga e triglia di scoglio

 

Brandade di baccalà con olio EVO polverizzato 

ed essenza di pomodoro e prezzemolo

 

Pre-dessert montebianco al gelato di castagne

Zabaglione con biscotti friabili all'olio EVO

 

Degustazione vini 

SCIAC-TRA’ 2018

PETRAIE 2017 

BRAJE 2014

 

Quota di partecipazione individuale:  70€  cena degustazione (degustazione olio e vini incluse). 

 

Valeria Carbone 

Augusto Cosulich: Premio Polis 2019

 

 

Premio Polis “Impegno e solidarietà” 21a edizione

15 novembre 2019

Ristorante Da O Vittorio – Recco (GE)

 

L’associazione POLIS, nata a Santa Margherita Ligure oltre 20 anni, conferisce annualmente un riconoscimento speciale a chi, con le proprie attività, contribuisce a valorizzare nel mondo la Liguria nelle sue mille sfaccettature.

Il suo Presidente, Guido Colella, con orgoglio comunica che il Premio Polis 2019 è stato riconosciuto all’imprenditore genovese dello shipping Augusto Cosulich. La cerimonia di premiazione, condotta da Paolo Lingua, giornalista e direttore di Telenord, coadiuvato dall’instancabile patron dell’associazione Giancarlo Mai, è in programma venerdì 15 novembre p.v. alle ora 20,00 a Recco, presso il ristorante Da O Vittorio, Locale Storico d’Italia.

Augusto Cosulich

Nato nel 1953 ed opera nel settore dell'Industria Armatoriale. 

E’ Amministratore Delegato dal 1982 del Gruppo di famiglia attivo dal 1857 a Lussino nel settore armatoriale, prima con velieri e poi con le prime navi a vapore destinate alle linee passeggeri e merci.  Oggi il Gruppo è stabilito a Genova e si è specializzato  nei diversi settori dello shipping.  E’ presente nell’attività armatoriale con 2 navi cisterna di proprietà, nella gestione di flotte, nei servizi di agenzia marittima di linea e nella movimentazione container grazie ad un accordo di partnership con la cinese COSCO, una delle prime compagnie al mondo nel settore.  Ha società operative ad Hong Kong, Singapore, Svizzera, Cina, Turchia, Regnpo Unito, Irlanda, Brasile e Stati Uniti. Occupa 450 dipendenti, dei quali 118 in Italia nelle sedi di Genova, Trieste, Napoli, Ravenna e Venezia. Il “ giugno 2014 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Cavaliere del Lavoro.   

 

MENU della Serata

Nel Salone delle feste accoglienza degli ospiti con isole del ristoro

L’isola dei drink:

Prosecco Superiore di Valdobbiadene d.o.c.g.

Aperol Spritz  e Analcoolico alla frutta fresca

La Focacceria:

La “Focaccia di Recco col formaggio IGP”  e la “Pizzata” del ristorante da O Vittorio

L’ isola dei Rustici:

La classica torta di riso e la baciocca della val d’Aveto

I cannoli croccanti con ricotta e pistacchio

I cobeletti allo zola e I ripieni di verdura alla genovese

Il cono di Sottoripa con i frittini della tradizione

L’ angolo del pescato:

Le acciughe di Camogli con i pomodori e la palamita affumicata

La capponadda del marinaio e i gamberi su trevisana e salsa rosa

Polpo e patate

 

… Una volta accomodati…

Pansotti della tradizione in salsa di noci

Chateubriand al pepe verde con carciofi saltati

Dolceacqua Superiore

 

La Torta della Polis con Spumante della Franciacorta d.o.c.g.

Biscottini tradizionali e passito

 

Caffe’

(Info: Ristorante Da O Vittorio, Recco - Tel. 0185 74029)

 

La Focaccia di Recco col formaggio IGP - Ristorante da O Vittorio

 

Bernini Daniela

Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio

Ufficio Stampa e Relazioni Esterne

Recco (GE) via XXV Aprile 14

Tel.: 0185730748 - 3357274514

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A TAVOLA CON NICCOLO' PAGANINI

Di Virgilio Pronzati 

 

Ravioli di Paganini

Genova dal 3 al 27 ottobre ha reso omaggio a Niccolò Paganini. Con la terza edizione del "Paganini Genova Festival”, si sono tenuti bel trentasei eventi di cui diciassette concerti, quattordici fra conferenze e incontri, una giornata di studio, visite guidate nei luoghi paganiniani, cene a tema, un gioco per le scuole dedicato all'illustre violinista, un prologo e un epilogo in Regione. Conosciuto universalmente come insuperato virtuoso del violino, Paganini ebbe anche un’insospettata notorietà nel campo culinario. Nel 1839 a cinquantasette anni, scrisse la ricetta dei ravioli e del sugo per condirli. Ricetta che nella versione originale, è costudita nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti a Washington. Peccato che il Comune di Genova non l’abbia mai richiesta.  

 

Da destra: Mina e Silvio Pintori, Giuliano Fiorentini, Gian Riccardo Paganini con la fidanzata Laura

Prendendo spunto da questo, Giuliano Fiorentini appassionato e competente rappresentante di vini, ha contattato tre ristoratori del centro storico proponendogli una simpatica iniziativa dal titolo “A pranzo e a cena con Paganini”. Ossia suggerendo ad ognuno di  inserire nel proprio menù i famosi Ravioli di Paganini. Non solo, ma facendoli abbinare a due vini liguri prodotti dal vignaiolo Gian Riccardo Paganini di Perti di Finale. Sempre dall’inventiva di Fiorentini, in ogni locale c’era un elegante portabottiglie con la sagoma di un violino, realizzato da un valente falegname.  Ecco i tre locali che hanno animato la simpatica e piacevole iniziativa.  

 

Egidio Soli co-patron con Debora dell’Antica Trattoria Archivolto Mongiardino

Pintori: una trattoria incastonata in un palazzo medievale, gestita dalla stessa famiglia da ben sessant’anni. La mamma Mina regna in cucina, mentre il figlio Silvio valente sommelier e sua moglie Monica curano la sala. Saporosi piatti della vera cucina sarda (malloreddus, culingiones e porchetta) ma non mancano certo i classici genovesi al pesto e liguri ed altre ghiottonerie. Cantina con grandi vini nazionali e francesi. Un locale ideale sia per veri gourmet che per famiglie di buongustai.  

Pintori Cibi & Vini Pregiati - Via San Bernardo, 68r. - Tel. 010 275 7507

 

Archivolto Mongiardino: storica trattoria fatta conoscere nel passato dal mitico Franco, oggi gestita al meglio dalla coppia Debora Cavallo e Egidio Soli compagni sul lavoro e nella vita. Debora esperta e appassionata cuoca, prepara tutti i piatti liguri  e in particolare di pesce e crostacei (tra cui non manca l’aragosta), bivalvi e cefalopodi (muscoli, seppie, polpi e pesci di mare spaziando dall’acciuga al branzino, abbinati a buoni vini liguri e di altre regioni, scelti e serviti da Egidio.

Antica Trattoria Archivolto Mongiardino - Via Archivolto Mongiardino 2 R - Tel. 0102477610

 

Cibus 13: Un locale a due passi dai precedenti, anch’esso raccolto ed accogliente,  dallo stile piacevolmente moderno (ottenuto da lunghi e costosi lavori di ripristino) ma accattivante, gestito da due giovani signore. In cucina Sara Salaris creatrice di piatti di grande saporosità ma equilibrati, tutti con attraenti presentazioni.  Una cucina   rivisitata e creativa, ma concreta, realizzata da scelte basi. Il sala Roberta Guido che accoglie, consiglia, e serve ai clienti le golosità della casa abbinate a ottimi vini.

Ristorante Cibus 13 -  Via San Bernardo 82r - Tel. 010 3003144

 

La costante che accomuna i tre locali, la limita quantità dei coperti. Quindi va da se che la prenotazione è quasi necessaria. 

Da sin. Roberta Guido e Sara Salaris del ristorante Cibus 13

Due cenni su Nicolò Paganini (1782-1840) 

Nacque a Genova il 27 ottobre del 1782 da una modesta famiglia originaria di Carro (nell'odierna provincia di La Spezia). Il padre Antonio faceva imballaggi al porto ed era appassionato di musica; con la madre Teresa abitavano in Vico Fosse del Colle, al Passo della Gatta Mora, un carruggio di Genova nella zona di via del Colle. Fu invogliato proprio dal padre allo studio della musica e del mandolino, dimostrando uno straordinario talento. Grande violinista, compositore, esecutore e direttore d'orchestra, fece vita movimentata e sregolata, morso dalla passione per il gioco d'azzardo e le avventure amorose che lo spingevano tra le braccia di principesse o di donne da taverna. Personaggio irrequieto ed appassionato, si dedicò interamente alla musica come necessità vitale. Amico di Rossini e Donizetti riscosse sempre un enorme successo negli oltre seicento concerti che tenne in tutta Europa. Grazie ad un’innata capacità d’auto promozione, divenne un "divo" del violino in un’epoca in cui le celebrità erano i cantanti, e fra i suoi vezzi ricordiamo che utilizzava la carrozza come mezzo di trasporto. 

Locandine con gli eventi Paganiniani

L’espressione corrente “Paganini non ripete”, con la quale si esprime la negazione di replicare un gesto o una frase, venne coniata durante un’esibizione di Paganini di fronte al sovrano Carlo Felice (1825), quando il violinista rifiutò di eseguire il bis chiestogli dal re. Sotto l’aspetto gastronomico Paganini è stato uno dei cultori e promotori dell’uso del pomodoro  in cucina, in un’epoca durante la quale l’ortaggio rosso stava iniziando ad imporsi come alimento. L’artista, oltre ai ventiquattro “Capricci” per violino, ha scritto di suo pugno anche la ricetta dei ravioli alla genovese e del sugo di manzo per condirli, il cui manoscritto è oggi disponibile presso la Library del Congresso di Washington (USA).  Morì a Nizza il 27 maggio del 1840.

Silvio Pintori al banco d’ingresso accoglie i clienti

Ricetta del sugo e dei ravioli

 

“Per una libbra e mezza di farina due libbre di buon manzo magro per fare il suco. Nel tegame si mette del butirro, indi un poco di cipolla ben tritolata che soffrigga un poco. Si mette il manzo, e fare che prenda un po’ di colore. E per ottenere un suco consistente si prende poche prese di farina, ed adagio si semina in detto suco affinché prenda il colore. Poi si prende della conserva di pomodoro, si disfa nell’acqua, e di quest’acqua se ne versa entro alla farina che sta nel tegame e si mescola per scioglierla maggiormente, e per ultimo si pongono entro dei fonghi secchi ben tritolati e pestati; ed ecco fatto il suco.

Ora veniamo alla pasta per tirare le sfoglie senza ovi. Un poco di sale entro la pasta gioverà alla consistenza della medesima. Ora veniamo al pieno. Nello stesso tegame colla carne si fa in quel suco cuocere mezza libbra di vitella magra, poi si leva, si tritola e si pesta molto. Si prende un cervello di vitello, si cuoce nell’acqua, poi si cava la pelle che copre il cervello, si tritola e si pesta bene separatamente, si prende quattro soldi di salsiccia luganega, si cava la pelle, si tritola e si pesta separatamente.

La casa dove nacque Niccolò Paganini 

 Si prende un pugno di borage chiamata in Nizza boraj, si fanno bollire, si premono molto, e si pestano come sopra. Si prendono tre ovi che bastano per una libbra e mezza di farina. Si sbattano, ed uniti e nuovamente pestati insieme tutti gli oggetti soprannominati, in detti ovi ponendovi un poco di formaggio parmigiano. Ecco fatto il pieno. Potete servirvi del capone in luogo del vitello, dei laccetti in luogo di cervello, per ottenere un pieno più delicato. Se il pieno restasse duro, si mette nel suco. Per il ravioli, la pasta si lascia un poco molla. Si lascia per un’ora sotto coperta da un piato per ottenere le foglie sottili.” 

 

(DaTaccuini Gastrosofici e Wikipedia)

 

LEON D'ORO DI MILANO

Per tartare, temaki e tempora a Milano, un leone ruggisce al grido di “buono, sostenibile e Il Leon D’Oro appare come uno spaccato della cultura asiatica in pieno centro a Milano.”

 

Caratterizzato da una cura meticolosa dei dettagli, da una contaminazione di sapori e ingredienti italiani e da un’attenzione scrupolosa per la qualità delle materie prime.

 

E' proprio questa volontà di offrire alimenti sani e sicuri ha indotto il ristorante a essere annoverato tra le realtà del Sustainable Restaurants, il progetto creato da Friend of the Sea che seleziona e premia i punti di ristorazione che utilizzano uno o più prodotti certificati Friend of the Sea.

 

Oltre all’impiego di prodotti da origini controllate per la preparazione dei propri piatti, il ristorante ha dato prova di avere a cuore la salute e il futuro del mare, schierandosi a favore di tecniche di pesca a impatto zero, nel rispetto dei lavoratori di tutta la catena di montaggio e contro il sovra-sfruttamento delle risorse ittiche

 

 

 

 

Il Leon D’Oro nasce nel 1979 nel cuore di Milano, distinguendosi fin da subito come punto di riferimento per la comunità cinese della metropoli. I proprietari, Stefano e Yulia, appartengono alla seconda generazione di ristoratori del locale e, negli anni, hanno elaborato un menu in grado di mixare tradizione e modernità, con uno stile Asian Crossover di piatti tipici dell’arte culinaria giapponese, malese, vietnamita e del continente asiatico in generale.

 

Stefano Loy, responsabile del ristorante, ci ha dimostrato grande solidarietà – ha dichiarato Paolo Bray, Direttore e Fondatore di Friend of the Seasostenendo la nostra missione. È motivo di grande orgoglio sapere di avere dalla nostra parte un ristorante che abbraccia i valori della sostenibilità e che sceglie prodotti certificati nella totale salvaguardia degli ecosistemi marini”. 

 

Ad oggi, sono oltre 500 i ristoranti che fanno parte del progetto Sustainable Restaurants. La lista completa, suddivisa per città, è disponibile scaricando l’App Sustainable Restaurants su Play Store ed Apple Store.

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