Ristoranti
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DA IL RISTORANTE IL GRAPPOLO UN RINGRAZIAMENTO A TUTTI I CLIENTI
Cari clienti e amici, dopo 41 anni di felice gestione del 'Grappolo', purtroppo ora devo dire basta. In questi ultimi cinque anni ho cercato qualche giovane che potesse entrare al mio posto nella società con Gianluca e Paolo. Ho offerto condizioni non solo favorevoli, ma molto di più, ma cionostante non ho avuto successo. L'incidente che ho subìto mi è costato tre interventi chirurgici, a causa del primo che è stato sbagliato, e non sono più riuscito a recuperare del tutto anche a causa della cattiva postura che mi ha provocato altri problemi.
Oggi anche i miei soci, per motivi personali, non se la sentono più di proseguire questa avventura che ci ha uniti per tanto tempo e non rimane altro che la chiusura dell'attività. Speriamo arrivino soggetti che possano continuare nella tradizione enogastronomica alessandrina e piemontese, quella che 'Il Grappolo' ha sempre, e con orgoglio, cercato di rappresentare.
Purtroppo è sotto gli occhi di tutti come sia cambiato lo scenario della ristorazione alessandrina. E mi permetto, in questa occasione, un piccolo sfogo. Il proliferare di locali 'all you can eat' e similari ha innescato una corsa al ribasso del prezzo, ovviamente a discapito della qualità. Chi gestisce questi locali ragiona in termini di business facendo leva proprio sul prezzo e questo forse è comprensibile.
Decisamente trovo poco giustificabili i colleghi ristoratori che hanno deciso di fare concorrenza esclusivamente a questi prezzi, anziché puntare sulla differenziazione del valore dei prodotti e dei servizi offerti. E, in ultimo, trovo difficile capire quegli avventori che non si chiedono come si possano fare prezzi così bassi. Il costo delle materie prime è sotto gli occhi di tutti, è sufficiente andare a fare la spesa.
Per un ristorante si aggiungono altre voci economiche: personale, costi fissi di gestione che vanno dall'energia al riscaldamento/condizionamento, imposte.
La crisi ha colpito duro tutti e la ristorazione medio-alta ha problemi a sopravvivere in tutta Italia, ma ad Alessandria, a mio avviso, è più accentuata. Detto questo, possono serenamente affermare che nei miei 41 anni di gestione del 'Grappolo', mai e poi mai mi sono permesso di gestire dei cibi scadenti. Oggi appendo i coltelli al chiodo, ma lo faccio con dignità.
Ho dato la mia vita al ristorante e, mi sento di dire, anche alla città. Ho dato, ma ho anche ricevuto, perciò mi sento appagato. Ci sono stati il dramma dell'alluvione e altri momenti negativi che ho vissuto, ma mi sono sempre ripreso e sono ripartito. Per questo posso ringraziare il mio carattere, ma soprattutto la clientela e i miei amici che mi sono sempre stati vicini.
Ormai la salute non mi permette di fare più questa vita con gli stessi ritmi, devo necessariamente ridurre (sono già anche ufficialmente un pensionato Inps da un anno!). Comunque continuerò con i corsi di cucina e di sala, le consulenze e le collaborazioni.
Per quanto possibile e di interesse per le istituzioni alessandrine, mi propongo di lavorare con le stesse per migliorare, o, forse, non perdere del tutto, la nostra cucina tradizionale che al momento mi sembra molto compromessa.
Una novità è che seguirò la vendita della mia Barbera fatta con il maestro Beppe Vessicchio!
Collaborerò più attivamente con Savino Vurchio con la Compagnia degli Chef, che è un gruppo in tutta Italia stupendo!
Certamente, e con immenso piacere, potrò dedicare un po' più di tempo alle mie figlie Mara ed Elisa e al suo locale 'Barlicin'. Infine, passerò un più tempo al mio paesello, Rocchetta Tanaro, ma sarò anche ad Alessandria, quindi ci incontreremo per un saluto o un caffè con chiunque lo vorrà.
Con il cuore pieno di nostalgia, dico a tutti grazie, grazie, grazie per tutti questi anni passati insieme
Noi vorremmo salutarvi tutti il più possibile di persona e, se vi va, vedervi al 'Grappolo' a mangiare l'ultimo bollitone. Io, Paolo e Gianluca saremo presenti fino al 31 dicembre!
Beppe Sardi
APRE OGGI IL YARD RESTAURANT
Apre oggi in Corso Cavour 17a Yard Restaurant, il primo ristorante di foggia internazionale della piazza di Verona. Un concept di cucina globetrotter che vede come protagonisti l’astice, il platano fritto, le patatine al tartufo, il granchio, la carne con tagli internazionali, ma anche le paste della tradizione italiana. Non mancheranno piatti dalle cotture healthy e una sezione del menu dedicata al sushi rivisitato in chiave cosmopolita. Una tipologia di ristorazione che mancava a una città internazionale come Verona e che vuole essere il punto di riferimento per tutti i cittadini che vogliono trovare lo stile Manhattan sotto casa, proprio accanto alla centralissima Porta Borsari, nel cuore della città Scaligera, a pochi metri a piedi da Piazza Bra e dall’Arena, sede di spettacoli internazionali.
Il nome prende spunto da back-yard – ovvero il cortiletto, il giardino dietro casa tipico delle società anglosassoni –, un richiamo a un ambiente familiare e rilassato in uno spaccato internazionale. La proprietà è giovane e globetrotter come il ristorante, tre giovani che hanno girato molto all’estero e hanno deciso di portare aria nuova e spunti internazionali in una ristorazione molto classica e tradizionale come quella del veronese.
Il locale:
Otto vetrine molto ampie che guardano Corso Cavour e Piazzetta Santi Apostoli, ma anche una piccola stanza riservata. Un originale Airstream portato direttamente dagli States, filari di luci che scendono dai soffitti e grandi piante arredano Yard Restaurant con uno spunto internazionale, easy, giovane quanto accogliente e familiare. E’ la giusta soluzione per consumare un buon cocktail, un piatto veloce e poi se si desidera arriva il momento di spostarsi nella zona più classica di ristorazione per una buona cena. L’area “Airstream” con gli ampi vani della roulotte è dedicata alla ristorazione veloce ed elaborati cocktail dallo stile cosmopolita. Gli interni strizzano l’occhio all’esterno di un giardino, con le luci a cascata, in un ambiente totalmente classico, con soffitti alti a cassettoni di legno.
Look industriale e di recupero per le due sale: da quella più ampia, che si affaccia sulla strada con sedute imbottite e rigogliose piante al muro e panchine in cemento vivo in stile industriale; a quella più riservata che si affaccia sulla strada con due tendoni da teatro in ingresso e un grande tavolone social per cene di gruppo o con diverse coppie. L’ampia cucina a vista si fonde con la zona Airstream: una cucina professionale delimitata da varie zone per la preparazione di antipasti, primi, secondi di carne e pesce, sushi e dolci.
La proposta:
Un ristorante con una bella proposta diversificata: dal Libano con i falafel alla newyorkese Waldorf con sedano rapa, mela verde e noci in salsa waldorf allo yogurt, dalla noodle soup orientale ai Mac&Cheese, i maccheroncini di pasta all’uovo gratinati al formaggio cheddar con polpa di granchio tartufata, dalla Francia con la Onion&Brie Cheese, zuppa di cipolle con formaggio brie e crostini di pane di grano duro agli States con la 50oz Tomahawk, passando dall’abbinamento Lobster&Chicken (astice, pollo, riso basmati alla curcuma e latte di cocco) al sushi. Per gli appassionati di aragoste è imperdibile il tris di lobster rolls. Immancabili anche i dolci da tutto il mondo come il Banana Tiramisù o il Caramel. Aperitivo e light brunch, una cena veloce, un buon cocktail (che viene sempre proposto in abbinamento ai piatti) e un’aria internazionale fino a una vera e propria dinner NY style accompagnano una proposta piatti suddivisi in starters, first courses, main courses, sides e dessert, come nella migliore tradizione internazionale.
The Yard Corso Cavour 17a – Verona 045 464506939
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IL GATTI-MASSOBRIO VERSUS LA FRANCESE MICHELIN: “E’ SEMPRE PIU’ DIFFICILE COMPRIMERE LA CUCINA ITALIANA: APPARE STRUMENTALE IL COLPO A CRACCO”
“Viva la France, che anche quest’anno non si smentisce, e continua a contenere il successo della cucina italiana”.
Lo dicono Paolo Massobrio e Marco Gatti dopo aver appreso i timidi riconoscimenti della nuova edizione della Guida Michelin: un tre stelle in più e un tris di due stelle nuove, mentre fa discutere la punizione di Cracco che perde una stella, alla vigilia dell'apertura del nuovo ristorante in galleria a Milano: “Quasi una tempesta perfetta per tagliare le gambe a un simbolo, anche mediatico, della nuova cucina italiana" affermano i due critici con il papillon.
“Eppure l’ascesa della cucina del Belpaese è inarrestabile – dice Paolo Massobrio - ancor più nella fascia media, che è quella che sta dando massime soddisfazioni in un’Italia dove si mangia bene ovunque”.
“Per questo – afferma Marco Gatti - abbiamo creato una guida diversa, che avendo la medesima impostazione di racconto agile della Michelin vuole tuttavua dar voce a questa qualità diffusa giacché verificando il rapporto qualità/prezzo, per noi merita la corona la trattoria come il ristorante gourmet".
Il GattiMassobrio giunge alla terza edizione con 3.000 segnalazioni giudicate con i faccini più o meno sorridenti, con l’apice del “Faccino radioso” e la sublimazione della “Corona”. Ma questa guida in crescita, che interagisce col web (IlGolosario.it) e l’app, per gli aggiornamenti continui di Marco Gatti e Paolo Massobrio con 95 collaboratori, ha anche una guida nella guida dedicata alle pizzerie d’eccellenza che fanno la “pizza contemporanea”, rifacendosi al manifesto di Vighizzolo d’Este del 2012.
Dei 3.000 locali recensiti, 2.700 hanno una recensione con un giudizio di valore; 300 vengono citati solo con una riga. Le corone sono in tutto 296 con 56 nuovi ingressi; i faccini radiosi 514 con 143 ingressi, a segnalare che un terzo dei ristoranti citati ha un valore alto di offerta dal punto di vista qualitativo. Seguono a ruota i locali con il faccino contento + + ovvero sulla soglia del radioso e infine quelli col solo faccino contento e il faccino normale.
E sono diverse le tipologie di locali raccontate: 248 pizzerie, 69 locali polifunzionali (ovvero con un'offerta che si declina in modi differenti durante tutto l'arco della giornata), 153 agriturismi oltre a ristoranti (suddivisi come trattorie, trattorie di lusso e ristoranti in base a servizio e prezzi), negozi con cucina, cantine con ristorazione, enoteche con cucina.
Novità di quest’anno è poi un nuovo pittogramma che indica i locali che offrono il servizio di doggy bag. E a sorpresa si scopre che sono 1623, ovvero oltre la metà dei locali citati.
La Miglior tavola dell’anno è ancora una volta siciliana: Accursio a Modica (RG).
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SERATA ESCLUSIVA AL TOE DRUE
Matrimonio d’amore tra Liguria e Friuli. I saporosi e raffinati piatti del Toe Drue e i grandi vini friulani di Borgo San Daniele
GIOVEDI’ 16 NOVEMBRE ORE 20,00
Panissette di Benvenuto
Trilogia di Antipasti:
Capasanta scottata su cannellini e pancetta croccante
Salmone selvaggio Scozia affinato al profumo di aneto
Flan ai Porri su crema di zucca
Malvasia Isonzo 2016
***
Il Risotto Carnaroli con latte di baccalà e riduzione al peperone di Prà
Friulano (Tocai) Isonzo 2016
***
Trancetto di Tonno alla “ parmigiana “
Jiasik Cabernet Sauvignon Venezia Giulia 2015
***
Cheesecake rivisitato con agrumi canditi
Vermouth Santon ….ovviamente di Borgo San Daniele ( novità assoluta!!! )
Caffè
Costo del menù con vini inclusi: € 45 a persona
Prenotazione obbligatoria (posti limitati)
Ristorante Toe Drue Antica Osteria
Via Carlo Corsi 44r - 16154 Genova
Info: 010/6500100
Chiuso la Domenica
“UN MERCOLEDÌ DA VIGNAIOLI”
Di Giovanni De Vecchis
“Un mercoledì da vignaioliI”: mercoledì 25 ottobre 2017
E’ già buio d’autunno, quando imbocchiamo la strada che dal fondo della Val Graveglia sale verso Campo di Ne. Nell’aria umida l’odore della prima legna bruciata nei camini. La via s’inerpica per qualche chilometro di curve e tornanti fino ad arrivare ad una strettoia appena sopra la chiesa di santa Maria. Sulla sinistra, sul muro di una casa, una lanterna ci illumina una scritta: La Brinca, trattoria e caneva con fùndego da vin. Siamo arrivati.
All’interno delle due ampie sale, ancora pochi ospiti, ma dal numero dei tavoli apparecchiati si intuisce che il locale è tutto esaurito. La serata, intitolata “Un mercoledì da vignaioli”, è stata organizzata da F.I.V.I. (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) in contemporanea in diversi ristoranti e trattorie, situati entro 100 km da Piacenza dove, nei giorni 25/26 novembre 2017, si terrà la settima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti.
Al centro della sala grande, un gruppetto in piedi discorre placidamente in attesa degli ospiti, tra questi Stefano Pizzamiglio della Tosa di Vigolzone e Luigi De Sanctis dell’omonima azienda agricola di Frascati. A loro spetta il ruolo di presentare l’attività della Federazione e i cinque vini in degustazione. Il titolo della serata è un chiaro riferimento al film di John Milius “Un mercoledì da leoni” ripreso anche nella felice immagine che la pubblicizza sul menù dove, in un asciutto stile grafico, un vignaiolo su una tavola da surf affronta con una bigoncia sulle spalle, una grossa onda rossa di vino all’interno di un bicchiere.
La cena inizia con un breve preambolo del patron di casa, Sergio Circella, che introduce la serata ed esorta Pizzamiglio e de Sanctis all’arduo compito di presentare i vini in degustazione dei colleghi vignaioli, nonché ad esporre l’attività della F.I.V.I.
In apertura viene servito il Trento d.o.c. Brut Nature 2011 di Moser, in abbinamento con gli antipasti della campagna della Valgraveglia. Chardonnay in purezza, allevato a 350 metri di quota nei terreni argilloso-calcarei e porfirici della Val di Cembra. Affinato sui lieviti per cinque anni. Secco, sapido con una bella acidità, ideale abbinamento, tra gli altri, con la salvia pastellata e fritta, il raviolo anche lui fritto e ripieno di erbette, ricotta, pinoli e uvetta, la Baciocca e le Frisciulle condite con il pesto al mortaio.
Il secondo vino è il Colline Lucchesi d.o.c. - Palistorti 2015 della tenuta di Valgiano, servito con Picagge di farina bianca al sugo di cinghiale. Uve Sangiovese 70%, Merlot 20%, Syrah 10% . Maturazione in parte in cemento e in parte in legno e poi assemblato. Piacevolissimo berne un sorso tra un boccone e l’altro, gustandosi l’alternanza delle rustiche Picagge al ristretto sugo di cinghiale e il bouquet fruttato del vino, dai tannini maturi ed equilibrati.
Con una gustosa zuppetta di funghi selvatici, fagioli e patate quarantine è servito il terzo vino: Boca d.o.c. 2012 – Barbaglia, Cavallirio (No). Nebbiolo 80% e Vespolina 20%. Poche le bottiglie prodotte. Le uve crescono in terreni vulcanici dall’elevata acidità, elementi che conferiscono al vino una spiccata mineralità. Interessante la combinazione aromatica dei funghi con il profumo di mammola del vino supportato da sapidità, acidità e tannini fini ed eleganti.
L’ultima portata prima del dolce è la Punta di vitello alle bacche di ginepro, abbinata al Cirò Rosso Classico Superiore Riserva d.o.c. 2013 – Cataldo Calabretta, Cirò Marina (Crotone). Uve Gaglioppo 100% da vigne vecchie allevate ad alberello su terreni calcareo-argillosi. Ventiquattro mesi di affinamento sulle fecce fini in tini di cemento. La tenera e succulenta Punta di Vitello, cucinata lentamente a riverbero nel forno a legna, viene esaltata da questa Riserva di Cirò in cui le note dei frutti rossi, del rabarbaro, della liquirizia e del cacao si avvicendano in bocca alle lievi note aromatiche del ginepro e dell’affumicato della carne.
Infine il dolce: Sacripantina e Canestrello con Muffa Nobile Orvieto Classico Superiore d.o.c. 2015 - Palazzone, Orvieto (Terni). Uve Grechetto 50%, Sauvignon Blanc 40% e Procanico 10% attaccate dalla Botrytis Cinerea e raccolte a mano in più riprese, solo quando il grappolo viene attaccato dalla Muffa Nobilis. Profumi di frutta secca e candita, note di miele ed albicocca. Una bella acidità che sorregge il residuo zuccherino e che ci piace ritrovare nel sorso finale che segue l’ultimo boccone dei dolci, tutti buonissimi.
A conclusione della piacevole serata Stefano Pizzamiglio e Luigi De Sanctis raccontano qualche aneddoto su se stessi e sugli altri vignaioli autori dei vini degustati, non mancando di ricordare quali sono gli obiettivi che i Vignaioli Indipendenti della FIVI si sono proposti:
rimanere sul territorio per fare il vino, conservare i terroir, difendere il paesaggio e la grande gioia del consumatore. Bella serata.
L’ESPRESSO: PIANO 35 RINNOVA IL “CAPPELLO"
Il ristorante più alto d’Italia ottiene il riconoscimento per il secondo anno consecutivo e a poco più di un anno dell’apertura.
Nell’edizione che segna il traguardo dei primi 40 anni della guida I Ristoranti d’Italia 2018 de l’Espresso, presentata oggi alla stazione Leopolda di Firenze dal direttore Enzo Vizzari, troviamo, tra oltre 2800 ristoranti, Piano35 - il ristorante al 35°piano del grattacielo Intesa San Paolo e gestito da Affida, società del gruppo CIR food - che si aggiudica per il secondo anno consecutivo il “cappello” a distanza di poco più di un anno dall’apertura avvenuta nel 2016.
Al timone del ristorante c’è il giovane Chef Fabio Macrì, trentenne romano di origine e torinese di adozione, che ha portato nella cucina di Piano35 l’esperienza maturata nelle migliori scuole di cucina italiane e nelle più innovative realtà di ricerca gastronomica all’estero.
“Questo riconoscimento, a cosi poco tempo dall’inizio di questa incredibile avventura, è la conferma che stiamo andando nella giusta direzione. Siamo un team affiatato, alla costante ricerca di equilibrio anche tra cucina e sala per offrire ai clienti un servizio di alto livello, la massima professionalità e accoglienza. Siamo in un luogo unico e vogliamo far vivere ai nostri ospiti un’esperienza indimenticabile. Guardiamo al futuro con maggiore passione ed entusiasmo”, commenta Fabio Macrì.
Le pareti in cristallo che dominano la vista a 360 gradi sullo skyline torinese a 150 metri di altezza, la serra bioclimatica, l’utilizzo di materiali naturali negli arredi conferiscono un’anima green al ristorante più alto d’Italia. La sostenibilità è il fil rouge di Piano35 che si ritrova non solo nell’architettura e nell’ambiente ma anche nei piatti dello Chef Macrì.
La sua è una cucina sostenibile a partire dalla scelta delle nobili materie prime del territorio, agli approvvigionamenti fino allo smaltimento dei rifiuti, senza trascurare la gestione della forza lavoro.
Piano35: Chiuso la domenica
Sito internet: www.grattacielointesasanpaolo.com
Indirizzo: Corso Inghilterra, 3 - Torino
Arianna Granata
Media Relation & Digital PR Senior Account
GIALLE&CO. BAKED POTATOES
Apre il prossimo 26 ottobre Gialle&Co. il primo ristorante a Milano che trasforma e reinterpreta in chiave italiana la tipica baked potato inglese.
Sarà in zona Moscova il ristorante meneghino interamente dedicato alla patata cotta al forno e declinata in quindici ricette signature e altre stagionali ideate dallo chef Andrea Vigna. Ce n'è per tutti: dalle Fishytariane alle Veggytariane, dalle Meatariane alle Vegane. Tutto nasce dall'idea di cinque amici, durante un viaggio a Londra. Cercando qualcosa di tipico e poco distante dall'albergo la compagnia approda in un pub dove la proprietaria acclama a gran voce che qui si possono trovare le migliori baked potatoes della città. Ne ordinano diverse, dalla classica burro panna acida e bacon alla variante con pollo e salse, ma il tasting non è soddisfacente: pesantezza e gusto sciapo. Uno di loro decide quindi di sfidare la proprietaria a cucinare una baked potato all'italiana, in cambio di carpire i segreti della ricetta tradizionale. Quella notte nasce la prima ricetta della baked potato di Gialle&Co., la Threecolore con stracciatella, songino e pomodorini. Le proposte:
Dai 7 agli 11 euro le proposte di Gialle&Co hanno nomi divertenti e ironici, come il concept del locale: si dividono in Fishytariane , per gli amanti del pesce, in Meatariane, per chi non può fare a meno della carne, in Veggytariane e Vegane per il popolo green. Dodici proposte classiche e altre tre stagionali che arricchiscono la scelta dei menu. I signature dishes di Gialle&Co sono senza dubbio la Controstream (con salmone, crème fraîche allo zenzero, aneto e anacardi); la Mortacci yours (con guanciale croccante, salsa carbonara e pecorino); la Ratatoma (con ratatouille di verdure al forno, toma, origano fresco) per finire la Molto Well (Olio al basilico, crema melanzane, origano fresco e pomodorini confit). Scarica il menù cliccando qui Il design:
Per creare Gialle&Co si è riunito un vero e proprio team composto da chef, esperti di marketing, art director ed interior designer, per creare un forte concept, non solo un locale, ma anche un brand con un DNA deciso da assaporare attraverso l’esperienza di tutti i sensi. Lo studio, curato da The Chic Fish, si è focalizzato sul prodotto, la baked potato, sulla sua genuinità, oltre che sulla capacità tutta italiana di trasformarlo in una prelibatezza, grazie alla creatività culinaria tipica del Bel Paese. L’interior design del locale si ispira a luoghi rurali e genuini, attraverso l’utilizzo di materiali grezzi, ma che trattati ed accostati nel giusto modo diventano raffinati e inusuali. Un design elegante ma nude, il locale è caratterizzato dalla ricerca di pezzi vintage e dalla sperimentazione attraverso le contaminazioni di materiali antichi con altri ultramoderni. Ma la vera innovazione è la costruzione di una serra all'interno del locale: cucina e bar sono racchiusi all’interno di un artistico collage di vecchie vetrate vintage recuperate in tutta Italia, per trasmettere la sensazione di mangiare all’esterno pur essendo all’interno, in un gioco di dentro e fuori che trasporta in un mondo rurale, lontano dalla caotica Milano.
Nella sala principale dalla fontana liberty da giardino recuperata da un'antica villa nobiliare, l'acqua potabile naturale e frizzante disseta gli amanti delle patate. I banconi ed i tavoli mostrano i segni del tempo e della natura: sono composti da antiche pietre vicentine del Gottardo rimaste all’aperto sotto le intemperie per anni. I muri sono decorati in un voluto unfinished mood, a testimoniare che la materia prima, da Gialle & Co. è la vera protagonista del locale, ancor prima di essere lavorata. La serra si completa con la particolare vetrina, che con un sistema unico nel suo genere studiato nei minimi dettagli permette al locale di aprirsi completamente alla città nelle giornate di bel tempo e diventando contemporaneamente nuovi posti a sedere. L'aperitivo: Non mancherà inoltre una proposta per l’aperitivo: le mini baked. Patate più piccole dai 3 ai 14 euro, farcite e servite come finger food, per una degustazione completa, adatta ai più curiosi. Dalle 19:00 alle 20:30 saranno accompagnate da un buon vino o una birra artigianale (è Canediguerra il birrificio di Alessandria selezionato dal team di Gialle). Orari: Aperti 7 su 7 dalle 12 alle
Gialle&Co Via A. Volta, 12 20121 Milano 333. 8255507 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ufficio stampa: Camilla Rocca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 392. 0531233
GIANNITESSARI INCORONA AL CJASAL COME MIGLIOR RISTORANTE EMERGENTE DEL TRIVENETO
Il premio della guida Venezie a Tavola consegnato dall'azienda agricola Giannitessari di Roncà a Stefano e Mattia Manias, giovani promesse veneziane
È la trattoria Al Cjasal di San Michele al Tagliamento (Venezia) il ristorante emergente dell'anno selezionato dal critico gastronomico Luigi Costa e premiato dall'azienda agricola Giannitessari di Roncà (Verona). Il premio è stato consegnato dallo stesso Tessari a Stefano e Mattia Manias ed Elena Falliero, gestori del locale, in occasione della presentazione dell'ottava edizione della guida Venezie a Tavola. Con oltre 150 ristoranti e 50 tra vini e prodotti artigianali, la guida pubblicata da Venezie Post anche quest'anno conduce alla scoperta delle eccellenze gastronomiche di una vasta regione che si estende dall'Alto Adige all'Istria.
“Giovani talenti ricchi di promesse che hanno struttura, sguardo all'orizzonte e profondità di ricerca” ha spiegato Costa, nella cui carriera ha scovato decine di talenti in cucina. E tale sembra essere il destino dei fratelli Manias e della pasticcera Elena Falliero che da quattro anni gestiscono il locale di famiglia dopo aver fatto esperienza nei ristoranti degli Alajmo e da Bartolini. Oggi propongono un ambiente caldo e accogliente con una formula del tutto originale: dello stesso piatto si può prendere la porzione, la mezza porzione, oppure il cicchetto. “La cena può diventare un lungo aperitivo, in cui provare decine di assaggi, abbinando ogni boccone ad un calice di vino” spiega Stefano Manias. Una cucina certamente informale che non trascura però la qualità delle materie prime. Come quelle dell'orto, coltivato personalmente da Mattia.
“Informalità e pragmatismo – spiega Gianni Tessari, titolare dell'omonima azienda agricola – sono questi gli elementi che mi fanno sentire particolarmente in sintonia con questi giovani chef che sono onorato di premiare. Anche a me piace andare alla sostanza delle cose, abbandonando inutili formalismi che il mondo del vino e quello della ristorazione devono oggi più che mai superare”.
Una strada che Gianni Tessari persegue attraverso vini in grado di coniugare piacevolezza e carattere. Tre i territori e le denominazioni nelle quali l'azienda opera: Lessini Durello di cui rappresenta uno dei principali produttori della versione Metodo Classico, Soave per i vini bianchi e Colli Berici per i vini da vitigni a bacca rossa.
Circa 55 gli ettari di vigneto distribuiti nelle tre DOC tra le province di Verona e Vicenza, una moderna cantina con circa 7.000 metri e 350.000 bottiglie prodotte, per un totale di quindici etichette.
Informazioni al sito: www.giannitessari.wine
Press info:
Michele Bertuzzo
347 9698760
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