Ristoranti
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Alla Brinca si Studia
Alla vigilia del solstizio d’estate, ecco il grande evento alla Brinca di Ne! L’incontro con tre grandi interpreti del Vino Naturale, l’occasione per conoscere da vicino la storia, il territorio, i Vini di gente che ha fatto del rispetto della Terra un motivo di vita. Ecco il programma Alla Brinca si Studia Si torna a scuola: le nostre serate di degustazione sono un classico che abbiamo iniziato vent’anni fa e hanno sempre avuto un grande successo. Tantissimi produttori ed esperti di Vino hanno partecipato e ci hanno fatto conoscere meglio questo meraviglioso mondo. Questa volta abbiamo deciso di rendere i nostri incontri più tecnici, ma sempre adatti anche ai meno esperti. Nel trentesimo anno dalla nascita, ora che è anche Caneva cioè Bottega in Cantina, La Brinca diventa anche scuola, dove il relatore sta davanti alla platea di tavoli degli Ospiti prenotati, non più di 40, e spiega passo passo tutto quello che è in degustazione in maniera molto approfondita. Arrivo Ospiti ore 20,00 in punto, se il tempo lo permette, aperitivo sul terrazzo con un po’ di assaggi. Ore 20,50 precisi, tutti seduti in “aula” e si inizia, Al Vino spiegato e assaggiato, seguono la merenda rinforzata e in fine un ricco buffet di dolcetti servito in piedi nella saletta del camino con il caffè. Dopo il grande successo delle prime due serate di “Scuola” ecco il nuovo evento con ben 11(!) Vini in degustazione… La Filosofia del Vino Naturale in Liguria i Colli di Luni di Andrea Kihlgren, Stefano Legnani, Andrea Marcesini Mercoledì 14 Giugno 2017 Tre personaggi che hanno fatto e che stanno facendo la storia del Vino nei Colli di Luni. Tre diverse filosofie nella visione del Vino Naturale che fanno scuola non solo nell’ultimo lembo di Liguria che va verso la Toscana. Il filosofo Andrea Kihlgren e la sua preziosa azienda agricola Santa Caterina di Sarzana, Stefano Legnani ovvero la bevibilità e complessità dei Vini dell’eretico foresto di Sarzana, Andrea Marcesini e la sua Felce di Ortonovo, storia d’amore per questa terra… Dalle 20 aperitivo in terrazza con tanti nostri assaggi e... Poggi Alti Liguria di Levante 2015 (vermentino) –Santa Caterina, Sarzana Non Sempre Liguria di Levante 2015 (vermentino) – La Felce, Ortonovo Bamboo Road ’2015 (vigne vecchie di vitigni vari) – Stefano Legnani, Sarzana In aula: Poggi al Bosco Liguria di Levante 2015 (albarola) –Santa Caterina, Sarzana In Origine Liguria di Levante 2015 (vermentino+malvasia+albarola) – La Felce, Ortonovo Ponte di Toi 2016 (vermentino) – Stefano Legnani, Sarzana. Ponte di Toi 2015 (vermentino) – Stefano Legnani, Sarzana. Pausa per la merenda rinforzata accompagnata da Bamboo Road 2016 in magnum spillato dalla botte – Stefano Legnani, Sarzana ...e poi si continua in aula con ReConteso Liguria di Levante Rosso 2016 (alicante+massaretta) – La Felce, Ortonovo …e dalle segrete cantine, l’eccezionale assaggio di… Ghiaretolo 2006 (merlot) – Santa Caterina, Sarzana Redimacchia 2004 in magnum - La Felce, Ortonovo Finale con i dolci a buffet, caffè e grappa Prezzo a persona € 60,00 Prenotazione urgentissima, max 40 persone. Inoltre Vi segnaliamo lo straordinario evento a cui parteciperemo LUNEDI’ 3 LUGLIO: a Savigno (Bologna) dall’Amico Alberto Bettini “AMERIGO”, la grande cena delle PREMIATE TRATTORIE ITALIANE! Tutte le Premiate riunite per l’annuale cena nelle vie del centro! Per chi può, prenotazione urgente da Amerigo al 051 6708326. In ultimo, segnateVi la data di Venerdì 30 giugno, ma di questo Vi scriveremo più avanti.... Un caro saluto a tutti dalla Brinca di Ne!
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Il Vietnam arriva a Firenze, apre il ristorante COM SAIGON
Stretta una collaborazione con l'Associazione degli chef di Ho Chi Minh city
Il Vietnam sbarca a Firenze. Con i suoi sapori e i suoi piatti di alta cucina. Sbarca nel centro Unesco della città, in via dell’Agnolo 93/r, per iniziativa di alcune vietnamite residenti a Firenze e di un gruppo d’italiani. Si tratta di un ristorante interamente al femminile, con tre cuoche vietnamite in cucina e una responsabile di sala italiana. Si chiama COM SAIGON, che semplicemente si può tradurre con ‘Il riso di Saigon’. Anche se la parola ‘Com’ significa sia riso che pasto: nella lingua vietnamita non c’è del resto una distinzione netta tra le due cose. I valori perseguiti da COM SAIGON sono quelli di un’autentica cucina vietnamita. Senza declinazioni o cedimenti revisionisti, se non quelli imposti dalla sostituzione di ingredienti introvabili alle nostre latitudini.
“Quella vietnamita non è solo una cucina esotica mediamente sconosciuta a Firenze. E’ una cucina con propri principi, che seguono gli antichi criteri sapienziali dello Yin e dello Yang. In pratica, una cucina dell'equilibrio che impone di ricercare in ogni piatto il contraltare ‘freddo’ di ogni ingrediente ‘caldo’ e viceversa”, spiega Nguyen Thi Thuy Lan, amministratrice unica di COM SAIGON e una delle tre cuoche in cucina. Per questo COM SAIGON ha inteso stringere una collaborazione con l'Associazione degli chef di Ho Chi Minh city, la vecchia Saigon, che fa capo al ministero del turismo vietnamita. Una collaborazione che si è tradotta nell’invio di una cuoca a Firenze e nella visita degli esponenti della stessa Associazione.
Cosa si mangerà nel ristorante vietnamita di Firenze? Il piatto nazionale vietnamita è il Phõ, una zuppa che ė quasi un piatto unico e che arriva dal nord del Vietnam. La base è il brodo di manzo, ma si tratta di una definizione limitativa visto che il brodo comprende oltre 20 ingredienti tra verdure e spezie. Dentro, spaghetti di riso, carpaccio di manzo a pezzettini e verdure. Poi gli involtini, popolari quanto e più del Phō. Declinati con ampia varietà di ingredienti e di cotture ma con lo stesso tema: un foglio di carta di riso arrotolato con dentro verdure, carne o pesce. L'altro piatto simbolo è il Banh Cuon, nato al nord. Si tratta di sottili e delicate sfoglie di pasta di riso, quasi una crêpe di pasta di riso cotta al vapore, con dentro funghi e carne. Altro piatto caratteristico è il Banh Xeo, che arriva invece dal sud, dalle regioni del delta del fiume Mekong: una crêpe a base di farina di riso, latte di cocco e curcuma, con dentro pesce, carne e germogli di soia.
Il ristorante avrà due cucine. Una è stata montata in forma aperta all’ingresso, per consentire a chiunque di vedere la preparazione di alcuni piatti tradizionali e di familiarizzare con una tradizione culinaria lontana da noi. E proprio all’ingresso si potranno degustare anche piatti ‘finger-food’, molto popolari in Vietnam, per venire incontro alle esigenze diffuse di un pranzo veloce e a basso costo.
Sul retro, nella sala che dà su via de’ Pepi, per almeno tre pomeriggi alla settimana, il giovedì, venerdì e sabato, si potranno degustare a partire dalle 17 in poi i tè del Vietnam.Dall’aromatico tè al ginger al tè al riso rosso tostato, ma tutti quanti accompagnati dai dolci tradizionali. E in occasione delle degustazioni si terranno vari incontri a tema. Sul Vietnam e non solo.
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Lorenzo Galli Torrini
Continuano le serate di Sinergie al ristorante Tre Cristi Milano: tra cultura, cibo e il riordino in cucina di Roberta Schira
“Il libro è servito”, il ciclo di eventi Sinergie al ristorante Tre Cristi continua, inarrestabile, mese dopo mese: l’unione tra un’esperienza gourmet e la lettura dei passi di un buon libro affascina il pubblico, il ristorante diventa il punto di riferimento della vita culturale della città di Milano, non sono di quella prettamente gastronomica, espressione di amore per il bello e il buono e di tutte le sue forme d’arte.
Il prossimo appuntamento è l’8 giugno, con la lettura dell’ultimo libro di Roberta Schira, scrittrice gourmand e storica firma del Corriere della Sera, “La gioia del riordino in cucina”: la cucina intesa come cuore emozionale della casa, un riordino che deve partire dalle emozioni; una profonda intesa con la filosofia dello chef Dario Pisani, con cui l’autrice è entrata subito in sintonia. Una serata a 35 euro vini inclusi, un assaggio della cucina mediterranea in quattro portate da degustazione: merluzzo sfogliato e insalata russa; risotto alle erbe fini, gamberi e lime; trancio di salmone arrostito con spuma al curry e bietole; cheesecake ai frutti di bosco e Girardi Valdobbiadene Grande Cuvée Brut in degustazione. Roberta Schira Storica collaboratrice del Corriere della Sera, di Style, Grande Cucina e Fine Dining, si occupa di enogastronomia e viaggi. Ha pubblicato alcuni romanzi di successo, tra cui “Il nuovo bon ton a tavola”, “Piazza Gourmand”, “Amore Goloso” e “Mangiato bene? Le 7 regole”. La gioia del riordino in cucina: “Poiché la cucina è il cuore emozionale della casa e il nutrirsi tocca la parte più profonda e antica di noi, il percorso del riordino deve partire dalle emozioni. Per restituirci il piacere di abitare la cucina e, nello stesso tempo, la nostra anima”. Un libro che rappresenta l’unione delle due più grandi passioni della Schira: la cucina e la psicologia. Roberta apre le porte della sua cucina e delle molte altre che ha avuto modo di visitare per piacere e per lavoro, dal monolocale al ristorante stellato e spiega come programmare, organizzare e riordinare tutti quegli oggetti e strumenti che abitano il cuore della casa. Dal frigorifero alla dispensa, dai pensili alla pattumiera: attraverso una serie di accorgimenti ispirati alla psicologia come all’economia domestica, l’autrice dimostra che dal buon ordine inizia il vero cambiamento di se stessi. Perché la cucina è la stanza più importante della casa, in ogni civiltà del mondo. Tre Cristi Milano: la scommessa sui giovani, lo chef Dario Pisani Nelle cucine del Tre Cristi di Milano si insediano solo anime che hanno qualcosa da scrivere nella storia della cucina italiana, la banalità e la sicurezza la si lascia a chi non ha più voglia di crescere. E il Tre Cristi scommette sui giovani, età media 25 anni: a partire da Dario Pisani, lo chef napoletano che ora è a capo della brigata, nuovo astro nascente che guarda in alto, racchiuso tra i grattacieli del quartiere futurista di Porta Nuova Varesine a Milano. Tre anni da Enrico Crippa al Piazza Duomo di Alba, che gli ha trasmesso l'importanza del valore estetico dei piatti, Carlo Cracco a Milano, dove ha appreso il rigore e il rispetto del lavoro di squadra, e forse uno degli ultimi allievi di Gualtiero Marchesi, presso l'omonimo ristorante sotto i portici del Teatro alla Scala, da cui ha interiorizzato il culto per la materia prima e la raffinata sintesi dei piatti; poi ha preso il volo, senza rinnegare le origini partenopee, la sua vena creativa si rispecchia in uno stile essenziale ed elegante. Al ristorante si privilegia l’interazione, il rapporto diretto con gli ospiti e la sorpresa; un piatto cult, il cannolo scomposto, dalla cialda più leggera del tradizionale, può trasformarsi da uno a sette cannoli con diverse granelle, creme e delicatezze. Eleganza e privacy sono protagonisti dei 35 coperti scelti del Tre Cristi: un leggero restyling che ha recentemente rinnovato gli spazi mantenendo la classicità. |
DA POCHE SETTIMANE AD ARMADI TAGGIA, LO CHEF MARCO BERARDINELLI i HA APERTO IL NUOVO GIUAN
Ospitalità antica, cucina trasformata, materie prima di qualità, minuziosa cura degli abbinamenti tra i cibi, lavorazioni delicate, scrupolosa cura delle presentazioni. E' aperto da poche settimane il nuovo Albergo Ristorante Giuan di Arma di Taggia. Definire "nuova" un’attività che significa ospitalità turistica dal 1863 potrebbe sembrare audace, ma la svolta impressa da Alberto Nattero (società Gli Ulivi sas, la stessa che gestisce il Ristorante Buca Cena del Circolo Golf degli Ulivi di Sanremo, insieme allo Chef manager Davide Bisato) è di quelle che sicuramente lasciano il segno. Le 7 camere del piccolo albergo sono state completamente ristrutturate, in stile ligure-provenzale, e sono dedicate ad ognuno dei paesi della valle Argentina (Taggia, Triora, Badalucco, Carpasio, Castellaro, Montalto Ligure, Molini di Triora), come per definire la provenienza dei prodotti per la cucina del Ristorante, che è stata totalmente rinnovata, non soltanto nelle strutture, ma soprattutto nella preparazione e nella presentazione dei piatti.
Lo Chef Marco Berardinelli e il sous-Chef Andrea Scarella, dopo un breve periodo di rodaggio, hanno presentato in questi giorni il Menù per la stagione estiva, che ha l’ambizione di proiettare Giuan tra gli indirizzi da non perdere della Riviera. La scelta di materie prima di qualità, prevalentemente locali, la minuziosa cura degli abbinamenti tra i cibi, le lavorazioni delicate che non alterano i sapori, la scrupolosa cura delle presentazioni, sorprenderanno senz'altro i palati gourmet di Arma di Taggia e della Riviera ligure di ponente.
Albergo Ristorante Giuan è infatti un luogo noto per aver saputo evolvere nel tempo, trasformandosi per interpretare in modo sempre più innovativo le tendenze della ristorazione e i desideri di un pubblico raffinato, che non cerca solamente un posto dove ristorarsi, ma piuttosto una esperienza gastronomica di qualità.
Lo Chef Marco Berardinelli arriva da Giuan dopo una lunga e consolidata esperienza in numerosi e qualificati ristoranti della Riviera e della Costa Azzurra. Ha lavorato sei anni al Royal Hotel di Sanremo, è stato poi sous-chef alla Meridiana Relais & Chateaux di Garlenda (Savona), chef de Partie al Castello del Nero Hotel & Spa di Tavarnelle Val di Pesa (Toscana), chef de Partie al Twiga di Monaco, chef de Partie all'Hotel Les Bories di Gordes (Provenza, Francia), sous chef al Ristorante Scola di Castelbianco (Savona). Il sous-Chef Andrea Scarella Lo sous chef Andrea Scarella, classe 1990, Diplomato alla Scuola Alberghiera di Arma di Taggia, è un "enfant du pays". Nonostante la giovane età, ha già maturato esperienze qualificate: da citare un periodo come sous-chef al Ristorante dell’Yacht Club di Sanremo e uno ancor più prestigioso come sous-chef al Fish Market di Monaco, dove ha lavorato con lo chef Massimo Bruzzone, stellato Michelin.
Albergo Ristorante Giuan Giuan è il nome dell'ospitalità ad Arma di Taggia, dal 1863. Prima albergo e poi osteria, ha saputo rappresentare nei decenni l'evoluzione dell'offerta turistica della brillante cittadina a est di Sanremo. Oggi, Giuan è un moderno piccolo albergo 3 stelle a conduzione famigliare e un osteria ligure chic. La cura del particolare, la selezione dei prodotti all'origine, la professionalità degli operatori, fa di Giuan un posto unico, per riposare e ristorarsi dopo una giornata in spiaggia o dopo un’escursione a piedi o in bici sulle alpi liguri.
Informazioni per il pubblico:
Albergo Ristorante Giuan
Via C. Colombo, 290
18018 Arma di Taggia IM
Tel. +39 0184 43 059
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Inaugura a Malamocco, Relais Alberti
Inaugura a Malamocco,
Relais Alberti
il primo relais de charme nel cuore della laguna di Venezia
La scelta del turista alla ricerca di una Maison Emozionale
lontana dai riflettori del centro città affollato,
per una dimensione più reale, a portata d’uomo, vera
Il lusso discreto di un Palazzo della fine del XIV secolo unito ad accoglienza, eleganza, cura dei dettagli ed esaltazione dei sapori antichi: inaugura a Malamocco, nella laguna di Venezia, Relais Alberti, Maison Emozionale e residenza della famiglia Alberti, per secoli fidati amministratori e Tesorieri della Repubblica Veneta. La dimora sorge proprio nel cuore di Malamocco, borgo storico del Lido di Venezia: un’incantevole oasi di pace caratterizzata dalle basse case dalle facciate allegramente variopinte. Lontano dal caos del centro storico, il borgo conserva ancora l’atmosfera di altri tempi. Il Relais Alberti rappresenta una scelta precisa da parte del cliente che sceglie di soggiornarvi: la volontà di vivere una local experience veneziana lontana dai riflettori del centro città affollato, per una dimensione più reale, a portata d’uomo, vera. Il silenzio della laguna, il panorama del sole che tramonta, il piccolo e antico borgo di pescatori, carpentieri e ortolani, la possibilità di girare in bicicletta oppure utilizzare l’auto, godendo della brezza marina. Un luogo per riscoprire una zona importante di Venezia, spesso dimenticata, ritrovando così il piacere per le piccole cose.
Il Relais è composto di due splendide ville a pochi passi l’una dall’altra. Ca’ Alberti e Ca’ del Borgo, formano un grande complesso alberghiero con circa venti camere: dalle grandi e spaziose suite alle accoglienti e confortevoli garden suite. Tutte le camere sono affacciate sui cortili interni o sul canale che abbraccia l’intero borgo. I locali comuni e le camere sono arredati rigorosamente in stile, come si addice ad un’abitazione dell’antica nobiltà veneziana. Con l’arrivo dell’inverno, i caminetti scoppiettanti, caldi e accoglienti, completano l'arredo creando un’atmosfera intima e romantica.
Il Relais conserva, come uno scrigno prezioso, ancora le antiche glorie della Serenissima: i tessuti preziosi adornano mobili antichi dal design caldo, familiare, elegante e avvolgente, tipico delle case d’epoca veneziane. L’ospitalità è creata ad hoc dalle locandiere, la tipica figura femminile del mondo veneziano che aveva il compito di accogliere e coccolare ogni cliente.
Al Relais Alberti si presta molta attenzione ai dettagli curati con particolare attenzione dalle stesse locandiere che hanno fatto della cura per le piccole cose il vero concept della location: dalla scelta della tipologia di cuscino per un riposo perfetto, alla scelta della fragranza per profumare le stanze, alla marmellata home made servita alla prima colazione, consumata in camera oppure nell’apposita sala. Ogni attenzione è un atto d’amore verso i clienti e verso questo territorio meraviglioso, tutto da vivere.
All’insegna della creatività della passione per la genuinità. Le Locandiere è anche un laboratorio enogastronomico dove dar vita a ricette gustose con i prodotti a km zero dell’orto Alberti: raccogliere con le proprie mani i frutti, le erbe aromatiche e tutti i prodotti della terra per farne prodotti finiti, da portare a casa e conservare. L’orto, poco distante dalla struttura ricettiva, sarà a disposizione degli ospiti per raccogliere i prodotti della terra che saranno poi lavorati e trasformati, dalle abili mani de Le Locandiere, nella grande cucina con il caminetto dell’‘800 in marmellate, in centrifughe a base di frutta bio e sfiziosi stuzzichini a base di verdure per accompagnare gli aperitivi.
L’accoglienza è personalizzata per ciascun ospite. Il maggiordomo è il vero padrone di Casa Alberti: sarà a conoscenza di tutte le esigenze dell’ospite e pronto a soddisfare ogni desiderio. Coadiuvano dall’aiuto dello staff rimarrà a disposizione durante tutto il suo soggiorno. Un servizio taxi navetta personalizzato da Santa Maria Elisabetta attenderà gli ospiti al loro arrivo all’Isola del Lido di Venezia per poi accompagnarli direttamente all’entrata del Relais Ca’ Alberti.
A dirigere il Relais ci sono due donne imprenditrici: Micaela Salmasi e Michela Cafarchia lidensi DOC da generazioni e profondamente legate al territorio, al rispetto, alla valorizzazione della cultura e della storia del Lido di Venezia. Micaela e Michela hanno deciso di utilizzare il loro know how e la loro conoscenza nel settore dell’hotellerie e dell’imprenditoria turistica ricettiva per recuperare la struttura, chiusa da tempo, con l’obiettivo di offrire agli ospiti la possibilità di scoprire questa zona magica della laguna, ma allo stesso tempo per rinvigorire la vita del borgo. Infatti, saranno organizzati incontri culturali nel salotto dove domina un grande caminetto; corsi di cucina con l’Associazione Le Locandiere, ma anche serate musicali ed eventi aperti agli abitanti.
Micaela Salmasi, lidense doc da generazioni è la Presidente della Proloco Lido e Pellestrina e la titolare dell’hotel Rivamare, a pochi passi dal red carpet del Palazzo della Mostra del Cinema di Venezia. Michela Cafarchia è invece la Presidente del Consorzio Venezia e il suo Lido e titolare dell’hotel Villa Stella. «L’idea di rendere il servizio esclusivo adattandolo alle esigenze del cliente rappresenta la nuova frontiera del lusso - spiega Michela - Certo l’ospitalità cucita su misura non è una novità per il mercato luxury dell’hotellerie, però la differenza nasce proprio dal nostro bisogno di capire più a fondo gusti e desideri della clientela. Inoltre, volevamo essere certe di offrire il miglior servizio possibile. Il passo successivo era quello di mettere assieme una squadra dedicata, che studi le esigenze dei clienti per progettare parallelamente l’accoglienza e, perché no, la tipologia del soggiorno». «Dal nostro punto di vista - conclude Micaela - serviva un’offerta di viaggio modulabile più intensa, capace d’integrare l’esperienza di un soggiorno unico, con la bellezza dell’hotel; il solo e semplice fatto di alloggiare in una suite o in un appartamento di lusso non è più sufficiente».
Relais Alberti è molto più che un soggiorno turistico: è prima di tutto un turismo esperienziale. Le locandiere guidano gli ospiti alla scoperta di Venezia, la sua Laguna e le isole sconosciute. Gite, visite in barca e al museo, guide oppure tour personalizzati, personal shopper o personal trainer per scoprire le botteghe artigianali esclusive del centro storico, oppure l’entroterra della laguna veneziana attraverso esperienze uniche e irripetibili.
La storia del Palazzo è affascinante e si lega a quella della ricca e potente famiglia Alberti. La famiglia cadde in miseria a seguito della guerra dei trent’anni, tantoché Pietro Cesare Alberti, figlio del segretario del Tesoro Ducale, partì a bordo della nave olandese King David per cercare fortuna nel Nuovo Mondo. Pietro mise piede come primo italiano nei territori del Nord America il 2 giugno del 1635. Da allora in questa data si festeggia "l’Alberti Day". Infatti, Alberti è stato solo il primo di milioni di Italoamericani che sarebbero poi venuti a formare una parte vitale della cultura americana. Con la partecipazione e il supporto della National Italian American Foundation, il 2 giugno si commemora il "Pietro Alberti Day" a New York: un giorno speciale per tutta la comunità italiana d’America nel quale gli Italiani ricordano le loro origini in un momento di gioia e convivialità. Foto, storie e filmati curati dall’Italian American Museum di New York, rievocano suggestivamente il coraggio della popolazione italiana trasferitasi in una terra sconosciuta, in cui ricominciare una nuova vita. Una lastra di pietra a Battery Park, nel cosiddetto Bowling Green, segna il punto di arrivo di Pietro: un luogo di ritrovo e di commemorazione che tocca il cuore della Madre Patria.
DIMITRI RESTAURANT: MIGLIOR RISTORANTE EMERGENTE DELL'ALPE ADRIA ESPORTA L'HOSTARIA ITALIANA IN INDIA
Sala del Restaurant Dimitri
Lo chef di Altavilla Vicentina, Dimitri Mattiello, apre il secondo locale in India. Per la guida Magnar Ben Best Gourmet 2017 il Dimitri Restaurant è il miglior ristorante emergente dell'Alpe Adria
Il 2017 si apre con due importanti novità per il Dimitri Restaurant di Altavilla Vicentina, il ristorante del giovane e vulcanico chef Dimitri Mattiello. La guida Magnar Ben Best Gourmet 2017 lo ha nominato miglior ristorante emergente dell'Alpe Adria. Notizia che raggiunge Mattiello a Bangalore, in India, dove si trova per inaugurare il suo secondo ristorante nel paese asiatico.
Il premio internazionale Alpe Adria, giunto alla sua quinta edizione, ha assegnato quest'anno 11 Awards nel mondo della ristorazione e 9 nella sezione vini, scelti tra gli interpreti dei territori che vanno dall'entroterra veneziano ai Balcani, fino alle regioni mitteleuropee, che furono un tempo dominio della Serenissima Repubblica di Venezia. La nuova edizione della guida, curata da Maurizio Potocnik con i maggiori nomi del giornalismo enogastronomico del NordEst (tra questi Morello Pecchioli, Giuseppe Casagrande, Furio Baldassi, Cristiana Sparvoli, Francesco Lazzarini e Wladimiro Gobbo) ha selezionato e recensito 350 locali, di cui più di 80 fuori dai confini italiani, e 150 vini, di cui 40 esteri.
"Nonostante la giovane età – spiegano i curatori della guida – lo chef Dimitri Mattiello ha dimostrato una grande tenacia, che unita all'esperienza maturata nel ristorante di famiglia e ad un'immensa voglia di scoprire e sperimentare, l'hanno portato a realizzare una cucina molto personale, dove conoscenza delle materie prime, tradizione e tecniche innovative si fondono. Il premio come emergente gli è stato attribuito proprio per questa sua nuova concezione di cucina, che l'ha portato a creare piatti straordinari".
Dimitri Mattiello, classe 1984, nato e cresciuto professionalmente nella cucina del ristorante di famiglia, l'Osteria da Penacio, ha aperto il Dimitri Restaurant nel 2012. Un locale moderno, con un'offerta articolata che cerca di intercettare le diverse esigenze del pubblico che si rivolge alla ristorazione contemporanea. Nella stessa struttura di Altavilla oltre al Dimitri Restaurant trova spazio infatti l'Hostaria Italiana, dove vengono proposti i grandi classici della cucina italiana, come l'amatriciana o le lasagne al forno o la pizza.
Lo stesso format viene presentato nei ristoranti Pasta Street a Bangalore, capitale del Karnataka, stato dell'India Sud-Occidentale, importante centro d'affari. Il primo locale, aperto da un anno, ha raccolto grande consenso e convinto Mattiello, in partnership con altri soci, ad inaugurarne in questi giorni un secondo, nella stessa città. Un locale pensato per far conoscere i prodotti italiani nel mondo attraverso i piatti che hanno fatto la storia culinaria del nostro paese, dove si può ritrovare in una sorta di racconto tutta l'Italia del cibo. Un centinaio i coperti e una squadra di lavoro ampia e ben amalgamata: tra i due locali e il catering connesso sono impiegate 80 persone. Entro l'anno è prevista l'apertura di altri due locali della stessa tipologia a Mumbai e Dehli.
Press info:
Anna Sperotto
349 8434778
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