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Ristoranti

CASA & PUTIA RACCONTA LA CUCINA DEL MEDITERRANEO E LA SUA BIODIVERSITÀ AL FOOD TO ACTION ACADEMY 2023

 

 

 

Ecco le tre ricette presentate al programma di educazione alimentare di Slow Food 

 

Il ristorante messinese è stato scelto per raccontare il patrimonio della cucina di mare siciliana ma anche la fragilità di questo ecosistema attraverso l'esecuzione di tre ricette con gli ingredienti simbolo del territorio: il tortino di alici, il tonno alletterato alla cacciatora e la millefoglie di spatola con vongole dei laghi d Ganzirri

Il ristorante messinese Casa e Putia, recentemente premiato con l'ambito riconoscimento della Chiocciola di Slow Food, è stato scelto per partecipare alla lezione “In Cucina con Slow Food” dedicata al Mediterraneo, nell'ambito del programma di educazione alimentare Food To Action Academy 2023. Un incontro dove, attraverso la preparazione di tre ricette, tutte caratterizzate dall’utilizzo del pesce in chiave pop, ovvero popolare e del territorio,  è stata raccontata la ricchezza e la biodiversità del messinese.  

 

Protagoniste dell'incontro le ricette del tortino di alici, del tonno alletterato alla cacciatora e della spatola insieme alle vongole dei laghi di Ganzirri.

Piatti scelti per la loro componente simbolica e culturale che raccontano di un mare che nei secoli è stato un ponte tra terre, genti e culture ma anche un ecosistema da tutelare. Tre ricette in cui le contaminazioni sono presenti sia tra i vari ingredienti che nelle tecniche culinarie utilizzate, dove il Mediterraneo è luogo di incontro e scambio di ingredienti, conoscenze e tradizioni.

Adriana Sirone e Emanuele Gregorio hanno eseguito tre piatti che raccontano l’impegno che ogni giorno Casa e Putia mette in cucina, nel selezionare materie prime buone, pulite e giuste e nel proporre ricette sempre nuove ma ben radicate nella tradizione del territorio.

"Le tre ricette proposte, pur apparentemente non tradizionali, sono il risultato di una lunga ricerca sull’utilizzo di materie prime di eccellenza da parte dei popoli che ci hanno dominato - racconta Adriana Sirone, socia fondatrice di Casa e Putia - Ogni giorno cerchiamo di recuperare e rielaborare tutte quelle preparazioni, sempre più spesso dimenticate, che le nostre mamme hanno imparato dalle loro, e così, indietro nel tempo sino a chi ha costruito ingrediente dopo ingrediente questa eredità. Quando pensiamo a un nuovo piatto, ci piace muoverci tra memoria e ricordo, giocando sulla sottile  differenza che li lega. È questo il nostro modo di proporre una critica alla standardizzazione delle culture e alla globalizzazione del gusto. "

 

Tre ricette che come la cucina di Casa e Putia, si basano sullo scambio, sull’idea della contaminazione, sulla ricerca di punti di contatto di tanti popoli diversi che a tavola parlano la stessa lingua. Eccole!

 

Alicia Sagona

 

Leggi le ricette:

ALICI
IL TONNO E LA CACCIATORA
LA SPATOLA

CANTINE CATTANEO A RITMO DI JAZZ

 

Una serata tutta da assaggiare e ascoltare, connubio perfetto tra una cucina raffinata e musica dal vivo

 

Sestri Levante, 8 maggio ‘23 – L’energia di un jazz club e l’eleganza di Cantine Cattaneo: l’incontro perfetto è previsto per il 12 maggio, quando il ristorante ospiterà il quartetto jazz formato da Giampaolo Casati, Marco Borella, Aldo Zunino e Giorgio Griffa, per una cena imperdibile. In un ambiente suggestivo, cucina e musica dal vivo si fondono in una proposta artistica che coinvolge tutti i sensi: per garantire un’atmosfera d’intimità e dedicare la massima attenzione agli ospiti, il numero di posti disponibili sarà contenuto.

 

Studiato per l’occasione dallo chef Enrico Bo, il menu racchiude una sinfonia di sapori, arrangiati a partire da una profonda conoscenza della materia prima, aspetto che da sempre contraddistingue la sua proposta. Lavorati con sensibilità, raffinatezza e un tocco di audacia, gran parte degli ingredienti provengono infatti dalla sua tenuta e da fornitori locali. In occasione di questa cena, l’abbinamento vini è tutto da scoprire: ci si affiderà ai suggerimenti del sommelier Vito Santolla, che proporrà una degustazione su misura, attingendo dalla più che fornita cantina e dallo studio del menu.

 

Ad animare la sala, un quartetto che riunisce alcuni dei musicisti più rappresentativi della scena jazz odierna: Giampaolo Casati alla tromba, Marco Borella al pianoforte, Aldo Zunino al contrabbasso e Giorgio Griffa alla batteria. Nata da un fortunato incontro al Conservatorio di Genova, la band proporrà un coinvolgente repertorio di brani provenienti dagli standard americani degli anni ‘50 e ‘60. “Cerchiamo sempre di creare occasioni per collaborare con artisti che stimiamo. Questa è una serata non è rivolta solo agli intenditori di jazz e di buon cibo: siamo certi che ogni ospite resterà stregato dalla magia del dialogo tra piatti e musica” spiega Nadia Massucco, padrona di casa e da sempre attenta interprete dell’arte dell’accoglienza. 

 

La serata del 12 maggio prevede una degustazione gastronomica al costo di euro 90, vini esclusi. 

 

Per i più curiosi, ecco un’anteprima del menu che li attende:

 

MENU 12 MAGGIO 2023

 

Benvenuto dall’orto 

 

Calamaretti ripieni di tarassaco

 

Dashi di calamaro 

 

Seppiolina su brace di ulivo 

 

Tonno rosso miso bianco

 

Triglia di scoglio all’amatriciana

 

Panino d’astice

 

Guancette di iberico

 

Shabu shabu di Vieja Gallega e brodo ponzu

 

Dessert

 

 

Per info e prenotazioni:

Tel. 0185 487431

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Via Vicinale della Madonnetta

Sestri Levante

 

VENERDI 28 APRILE SERATA GOLOSA ALL'AGRITURISMO BRASINO

 

Non perde un venerdì il calendario dell'Agricuoco che questa settimana incontra l'Agriturismo Brasino. Venerdi 28 aprile (si parte alle 19.45) sarà la volta di un appuntamento con i vini di questa piccola azienda agricola a conduzione famigliare di Fosdinovo. Siamo in Lunigiana, al confine tra Toscana e Liguria. <<E' una zona particolarmente dedicata, vitigni posti su un territorio collinare ad altezza di 40 metri tutti aperti verso il mare con belle escursioni termiche >> ci racconta Anna Mascheroni che, con la mamma, conduce questa azienda tutta al femminile.

<<Accogliere i vini di Anna è un onore per me. L'eleganza ed equilibrio di questi vini mi hanno subito affascinato, così come l’evoluzione a seconda delle annate> > commenta Emanuele Revello l'Agricuoco.

Qui si lavora, da sempre, rigorosamente in bio, del resto <<Questi prodotti li consumiamo anche noi>> ci assicura Anna.

Un ettaro in totale tra bianco e rosso, tra Vermentino, Merla rosso, Canaiolo e Syrah.

Benvenuto della cucina

Focaccetta di granoturco fritta

con spuma di prescinseua e gambero rosa

 

Cappon Magro

verdure e pesce, salsa verde e alla barbabietola, uovo,

crostacei, olive (1,2,3,4,14)

Vermentino bianco 2020 - Vermentino

 

Risotto pecorino e fave

Riso carnaroli dell’az. Agr. Grangia,

Con pecorino di…… e fave scottate  

 

Rollata di coniglio

Rollata di coniglio alle erbe cotto a bassa

temperatura con crema di cannellini pigna

 

Sorbetto all’erba luisa  

Sorbetto all’erba luisa del nostro orto servito con una cialda caramellata

 

Cena degustazione €45 a persona

 

Nel corso della serata sarà possibile degustare un Vermentino 2021 vinificato in acciaio inox con  fermentazione spontanea e  affinamento sulle fecce per 4 mesi. 
Un Vermentino  2022 con un 5% di Malvasia e vinificato allo stesso modo del 2021.
Passando al rosso è previsto un Canaiolo 2019 con  vinificazione a cappello sommerso anche detta piemontesina.

L'invecchiamento è in legno medio piccolo (barriques e tonneau per un anno, 6 mesi di ulteriore affinamento in cemento e 6 mesi di bottiglia).

 

RISTORANTE AGRICUOCO

 VIA MONSIGNOR VATTUONE 105

Sestri Levante - 3518556126

 

Marco Benvenuto

UN EVENTO, NATURALMENTE, DI-VINO

 

Mercoledì 19 aprile si terrà una serata speciale al ALTO - il sofisticato rooftop restaurant di Fiorano Modenese (MO) - destinata a soli 12 (fortunati) commensali, che potranno degustare i più grandi vini naturali del mondo, abbinati al menu gourmet ideato per l’occasione dallo Chef Mattia Trabetti. ’evento “Natural Wine Monsters” nasce in collaborazione con il Wine Club Guido Bucciardi. Il menu scelto da Mattia Trabetti è il nuovo “A MENTE APERTA”, uscito appena la settimana scorsa… all’entrée: “Carota, limone, amaranto e rooibos” seguiranno “Asparago, Piselli, Semi di Zucca e Ruta”, “Roveja, Estratto di Funghi, Olive Nere e Sfilacci di Cavallo”. Si passerà poi ai primi: il divertente “Pici di Pasta Madre, Burro e Parmigiano Reggiano” inverte i ruoli degli ingredienti, lasciando la bocca perfettamente bilanciata e leggermente umami, pronta per i l “Fusillone, garum di trota, gruè di cacao e arancia”. I secondi saranno invece “Animella, Rafano, Ginepro e Foglie di Fico” e “Piccione, Rape, Pepe fermentato e Vaniglia”, nel finale, un dolce che ti lascia a bocca aperta: “Pane e pomodoro”. 

In abbinamento a questo grande menu:

 

Richard Leroy - Les Noels De Montebenault 2018,

Domaine De Cavarodes - Ostrea Virgula 2015,

Domaine Labet - Les Varrons Chardonnay 2015,

Jean Francois Ganevat - Florine 2015,

Domaine Dandelion - Hautes Cotes Nature Beaune 2019,

Marc Soyard - Hermanion 2019,

L’Arbre Blanc - Les Orgues 2018,

Pierre Overnoy - Poulsard 2018,

Thierry Allemand - Cornas Chaillot 2014,

Thierry Allemand - Cornas Reynard 2014. 

 

Il finale, sempre alla cieca. Il costo della cena, il cui inizio è fissato per le ore 20 è di 285 euro. Prenotazione obbligatoria: tel. 0536 1753281, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Ella Studio

A RADICI UN GRANDISSIMO DELLA CÔTES DU RHONE: E. GUIGAL 

Venerdì 21 aprile secondo appuntamento de “I Grandissimi” al ristorante Radici di Costigliole d’Asti 

A Radici è tutto pronto per il secondo appuntamento de “I Grandissimi”, il ciclo di cene a cadenza mensile, ideato da Guido Martinetti e dallo chef Marco Massaia: un viaggio tra gli aromi e i sapori dei territori del mondo più vocati alla produzione vitivinicola accompagnati da piatti della tradizione locale 

Dopo il successo della prima cena che ha messo in scena “I Grandissimi di Bordeaux” con etichette di Domaine de Chevalier, Château Margaux, Château Haut Brion e Château d’Yquem, venerdì 21 aprile nel ristorante in vigna sulle colline di Costigliole d’Asti, guidato dal giovane chef torinese Marco Massaia - si andrà alla scoperta di una delle più vaste e rinomate aree vitivinicole francesi: la Côthes du Rhone, con un focus specifico sui vini E. Guigal. 

Le etichette protagoniste della seconda serata, La Tourque Côte Rôtie Aoc E.Guigal 2019, Ex-Voto Ermitage blanc Aoc E.Guigal 2017, La Mouline Côte Rôtie Aoc E.Guigal 2017 e Famille Perrin Mouscat de Beaume 2018, saranno esaltate dalla proposta culinaria dello chef Marco Massaia: grazie a una cucina raffinata e distintiva, che del rispetto e della cura per la materia prima ne ha fatto la sua filosofia, il menù per il secondo appuntamento sarà un tripudio di sapori e suggestioni, una narrazione enogastronomica che rende omaggio alla ricchezza sensoriale della Valle del Rodano. 

 

Il Menù dedicato:

Amuse-bouche di stagione
Baccalà mantecato, tuile salata ai ceci, tapenade di oliva Taggiasca 

Ex-Voto Ermitage blanc Aoc E. Guigal 2017 

Tortello al Comté 24 mesi, fave fresche, fiore di borragine 

La Turque Côte Rôtie Aoc E. Guigal 2019 

Caillettes di capriolo, il suo lombo al rosa, finocchietto selvatico 

La Mouline Côte Rôtie Aoc E. Guigal 2017 

Semifreddo allo yogurt, ganache alla vaniglia Bourbon, coulis di fragole 

Famille Perrin Mouscat de Beaume 2018 

Anche in questa occasione un abbinamento inedito arricchirà l’esperienza. Ogni Grandissimo sarà affiancato da un vino Mura Mura, Bianca Piemonte Bianco Doc Mura Mura 2021, Romeo Piemonte Rosso Doc Mura Mura 2017, Faset Barbaresco Docg Mura Mura 2018, Ofelia Moscato Passito Doc 2020 (in anteprima), voci narranti di due territori unici e complementari: le Langhe e il Monferrato. Un confronto tra il mondo e questi luoghi attraverso un calice di vino, un dialogo di culture e terroir. 

A guidare il secondo appuntamento di venerdì 21 aprile sarà un ospite d’eccezione: Mauro Carosso, Presidente AIS Piemonte. 

Le prossime due cene saranno venerdì 25 maggio con i vini della Borgogna e venerdì 30 giugno con i vini dell’Alsazia. 

Per un’esperienza immersiva nel silenzio e nella bellezza delle langhe gli ospiti potranno prenotare una camera presso il Relais Le Marne alle seguenti tariffe speciali a persona (cena + pernottamento + colazione ed accesso alle aree sport e benessere): Camera Superior a 385€, Camera Deluxe a 490 €, Junior Suite a 595 €, Suite a 695 € e Suite Deluxe a 790 €. 

Il costo per la cena di venerdì 21 aprile è di 250€ a persona, per un massimo di 30 coperti. 

Per informazioni e prenotazioni cena chiamare +39 0141 185 5773 oppure scrivere una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Per informazioni e prenotazioni pernottamento (e cena) chiamare +39 0141 1852115 Oppure scrivere una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

RADICI - RISTORANTE IN VIGNA 

Un luogo dove regna l’armonia della natura.
Circondato da vigneti e alberi da frutto, immerso nella bellezza della natura e nel silenzio, il ristorante Radici si trova sulle colline di Costigliole d’Asti, al confine tra le Langhe e il Monferrato, e si sviluppa nell’antica cantina a volta della Dimora degli Artisti, parte del Relais Le Marne e dell’azienda agricola Mura Mura, di proprietà di Guido Martinetti e Federico Grom. Da Radici, lo chef Marco Massaia esprime una cucina elegante e dai sapori netti e ricchi di personalità, esaltando materie prime povere locali ed erbe di vigna, la storia del Piemonte, della sua agricoltura e dei più straordinari artigiani del cibo e i fornitori del territorio. 

Ristorante Radici 

Strada Pasquana, 3 14055 Costigliole d’Asti - Italia https://radicimuramura.it/ 

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. +39 0141 185 5773 

Francesca Pelagotti Cell: +39 366 7062302

I SUCCESSI DELLO CHEF IVAN MANIAGO DI IMPRONTA D’ACQUA PREMIATI DAL SINDACO DI LAVAGNA

Una giornata emozionante per il territorio del Tigullio

 

Lavagna (GE), 14 aprile 2023 – Ieri, 13 aprile 2023, è stata una giornata emozionante per lo chef Ivan Maniago di Impronta d’acqua: il Sindaco di Lavagna lo ha premiato per gli eccellenti risultati raggiunti e il costante impegno nella valorizzazione del territorio della città.

 

La Stella Michelin è solo il più celebre dei tanti riconoscimenti ottenuti da Ivan Maniago, di origini friulane, che ha deciso di dare vita al suo progetto a Lavagna, un piccolo comune del Levante ligure. Lo chef infatti, dopo essersi avvicinato al mondo della ristorazione per caso, manifesta subito una creatività e un estro straordinari. Gualtiero Marchesi, Massimo Bottura, Massimiliano Alajmo e Philippe Léveillé sono solo alcuni dei maestri da cui assorbe tecnica e passione già in giovane età. Fondamentali nella sua formazione sono poi le esperienze presso Miramonti l’Altro, Le Calandre e Lord Nelson dove ottiene nel 2015 il desiderato Cappello su Le Guide L’Espresso. Dopo una piccola parentesi Piemontese dove gli viene affidata la cucina di un noto ristorante storico bistellato, Antica Corona Reale, nel 2017 dà vita al concept di Impronta d’acqua, ottenendo presto la prima Stella Michelin, 3 Cappelli dell’Espresso, 2 forchette del Gambero Rosso, la Corona radiosa del Golosario, la presenza all’interno di Identità Golose e il 45° posto nella lista dei migliori ristoranti italiani di 50 Top Italy. Fondamentale nel raggiungimento di questi successi anche la presenza di Sophie Madeleine che coordina l’attività dalla sala alla cantina e che, grazie ai passati studi ed esperienze in vari ambiti, scova nuovi ingredienti, nuove combinazioni ed è la prima cliente dello chef. Insieme sono l’anima di Impronta: indissolubile e unica, due metà che creano l’intero.

Gian Alberto Mangiante, Sindaco del Comune di Lavagna, è orgoglioso e fiero che Ivan Maniago abbia scelto proprio questo piccolo comune del Levante Ligure per dare vita alla sua attività. “Ivan è l’unico chef stellato presente nel Tigullio e il fatto che lavori a Lavagna è motivo per noi di grande vanto. La filosofia dello chef è un tumulto di sapori, gusti che non sono rinvenibili in altre cucine”. Lo chef è stato omaggiato di una targa creata con la pietra di Lavagna e di un mortaio, simbolo inequivocabile della Liguria e della provincia di Genova.

Ivan Maniago, visibilmente emozionato, si è detto onorato per l’importante premiazione: Impronta d’acqua è un progetto in cui ha creduto tanto. “Impronta d’acqua è un ristorante che cerca di fare ricerca e per ricerca intendo andare a prendere tutti quegli ingredienti che il territorio mi può offrire. La Liguria è una terra che mi piace da morire perché consente di spaziare con una serie di ingredienti che mi permettono di divertirmi. Quando mi diverto riesco a creare, riesco a ottenere cose inimmaginabili ed è uno dei motivi per cui lavoro: cerco di dare ai clienti qualcosa di diverso. Questa regione mi ha esaltato, mi ha fatto crescere e mi ha dato la possibilità di diventare uomo. Spero che in futuro ci siano altre soddisfazioni a Lavagna con Impronta d’acqua”. Infine, ha ringraziato la sua famiglia, i genitori e la socia Madeleine che gli ha permesso di dare uno sviluppo al ristorante.

 

Dopo la premiazione, si è tenuto un aperitivo presso Creazione, il nuovo ristorante di Ivan Maniago e Sophie Madeleine: nel centro di Lavagna, i due, forti della loro esperienza a Impronta d’acqua, hanno scommesso su un nuovo progetto che mette al centro la formazione. Il menu, ha dato modo ai presenti di conoscere il percorso enogastronomico fresco, moderno e delicato creato dalla brigata.

 

Impronta d’acqua è un concept nato nel 2017 a Cavi di Lavagna dall’incontro tra le esperienze dello chef Ivan Maniago e il territorio del Levante Ligure che offre materie prime di terra e di mare spesso ancora poco valorizzate. Impronta d’acqua è un teatro dove i piatti che vanno in scena sono unici e irripetibili: chi ne assapora l’essenza vivrà ogni volta un viaggio diverso. Il direttore d’orchestra e il regista sono lo chef Ivan Maniago e Sophie Madeleine che pongono grande attenzione ai prodotti locali, non solo quelli ittici, ma anche dell’entroterra grazie a un proficuo rapporto con pescherecci, coltivatori e allevatori del luogo con i quali hanno instaurato un rapporto di rispetto e fiducia. Una stella Michelin nel 2020, il riconoscimento sancisce un punto nel lungo percorso di crescita ed evoluzione del ristorante, che fa della ricerca il modus operandi fondamentale e punta a diventare collettore delle prestigiose realtà del territorio lavagnese, i cui prodotti valorizzano il patrimonio enogastronomico ligure e non solo.

 

 

Petra Cucci

CÀ PEO: A TAVOLA TRA GLI ULIVI

 

Nella foto del 1980: Bice e Pippo Parodi, Edmondo Ferrero, Luigi Veronelli, Agostino Solari, Franco Solari e Domenico Pastorino

 

Il ricordo di un amico Ecco il perchè a distanza di diciassette anni ripubblico un articolo sul ristorante Cà Peo di Franco e Melly Solari. 

Due anni fa mancò Franco Solari.  Una immane perdita per la moglie Melly, le figlie Alessandra e Nicoletta, i nipoti ed il fratello Giovanni. Non solo. Mancò molto anche ai tanti amici e colleghi che ebbero il piacere di conoscerlo. Ricercatore appassionato e scrupoloso di vini e basi alimentari di qualità, nel1973, cinquant’anni fa, con la moglie Melly dette vita a Leivi (suo paese natale) a un ristorante che ben presto ottenne lusinghieri consensi da autorevoli guide gastronomiche ed esigenti gourmet. Melly in cucina e Franco in sala ottennero meritatamente l’ambita stella Michelin. Durante i trentacinque anni di attività (1973-2008) i coniugi Solari valorizzarono al meglio i piatti ed i vini liguri, rendendoli noti sia in Italia che all’estero. Golosità apprezzate da personaggi del mondo del cinema, televisione, sport, politica e cultura, tra cui Rockefeller. Se oggi i vini liguri sono presenti in guide e ristoranti prestigiosi,  parte del merito va a Franco Solari.  Nel 1980 creò il Ronseggin d’Ou. Massimo riconoscimento enoico regionale per premiare i migliori vini di Liguria, consegnati nel corso di quattordici anni da famosi personaggi del mondo del vino, quali Luigi Veronelli, Vincenzo Buonassisi, Cesare Pillon, Adriano Ravegnani, Massimo Alberini e Giorgio Mistretta.    V.P.

 

Melly mentre fa il pesto al mortaio, una giornalista e il marito Franco 

 

Cà Peo: a tavola tra gli ulivi

 

Di Virgilio Pronzati

 

Il posto

 

E’ normale che se si vuole qualcosa, ci si muove e si va a cercarla. Questo vale quasi per tutto. Lo stesso, anche per i migliori posti di ristoro, quasi sempre, situati lontano da grandi centri e strade trafficate. Ora, senza voli pindarici, ma cercando di soddisfare umani desideri edonistici, cosa c’è di meglio che un pranzo o una cena dove, golosi e raffinati piatti, vi rimangono nella mente come ricordi indelebili. Lo stesso come avviene colpendoci, per una persona a noi cara, un quadro, un libro, una canzone e perché no, un vino. Se a tutto questo si aggiunge la suggestività del luogo, l’intima e romantica atmosfera che vi si respira, nonché la calda e professionale accoglienza dei patron del locale, andarci è d’obbligo. Per arrivare alla nostra meta, il ristorante Cà Peo,  basta uscire dal casello autostradale di Chiavari, e prendere una delle due strade che portano a Leivi. La prima, è ad alcune centinaia di metri dall’uscita dell’autostrada. Un percorso di circa 5 km, che, inizialmente piano, sale in collina, caratterizzato da fasce con ordinati oliveti. Di fronte, l’incantevole Golfo del Tigullio. Il locale, dal nome del padre di Franco Solari, Pietro, è situato in una casa contadina ristrutturata, immersa tra gli ulivi. Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio privato, fate due passi, e vi troverete su un terrazzino con pergolato che precede l’ingresso. All’interno, una piccola entrata dalle bianche pareti con antichi motivi d’ardesia  e mobili in legno, da cui si accede a sinistra, al piccolo bar. Dopo, una saletta rettangolare con un angolo panoramico con un tavolo per 4 persone,  un mobile di pregio (quasi una cave du jour) dove troneggiano regali Barolo e Barbaresco, blasonati Brunello di Montalcino e Chianti Classico, aristocratici Chateaux del Medoc,  Pomerol e Saint Emilion e tanti altri ancora. In fondo a destra, la linda ed attrezzata cucina e, al centro, divisa da un’arcata, l’ampia e panoramica sala dove trovan posto non più di 35 gourmet. Pochi tavoli in maggioranza rotondi, apparecchiati con piatti, posate  e bicchieri di gran pregio. Al centro un gran tavolo tondo, con sopra motivi ornamentali sempre diversi, rappresentati in quest’occasione da vari tipi di zucca dipinte da una nota pittrice. Bianche pareti in giusto contrasto col pavimento di cotto e, il tutto, illuminato naturalmente da tante e grandi finestre, da cui si scorge tra i rami d’ulivo, un triangolo di mare. Per gli amanti di Bacco, dalla piccola entrata, scendendo pochi gradini, dopo i servizi e, più in basso, accoglienti  cantine: quella del giorno e le altre di affinamento, con oltre 10.000 grandi etichette. Non manca l’infernotto: dietro una robusta inferriata, c’è l’antico frantoio di famiglia con macina in pietra colombina (non più in uso), contornato da nicchie  dove riposano grandi bottiglie italiane (di cui poche bottiglie di un superbo Cinque Terre Sciacchetrà) e straniere. 

 

Un particolare della panoramica ed elegante sala

 

 

I patron del locale: la famiglia Solari

 

A fare gli onori di casa, la simpatica e dinamica Nicoletta Solari, figlia di Melly e Franco,  provetta sommelier, che vi consiglierà, realizzando i vostri desideri, piatti d’autore abbinati magistralmente a vini esclusivi, frutto di lunghe e meditate ricerche. 

In cucina Melly Bianco Solari (aiutata dal giovane chef, omonimo del marito Franco e da uno stagista giapponese) veneta Doc: donna di molta personalità e carattere, col DNA per la cucina. Suo gran merito, oltre a rivisitare al meglio i mangiari tipici regionali, è di creare dei piatti con qualsiasi prodotto, sia di terra che di mare - o unendo entrambi -  realizzati con sceltissime basi stagionali. Nel 1969 convola a nozze con Franco Solari. Nel 1973 aprono il loro ristorante: un successo sin dall’inizio, tanto che nell’84, ottengono l’ambita stella michelin. Non solo, la terranno alla grande per ben 20 anni. La loro filosofia è sempre stata quella di cercare il meglio che il mercato offriva, migliorando i “veri” piatti del passato, rendendoli non solo invitanti all’aspetto, ma più leggeri, più equilibrati e di straordinaria saporosità e armonia. Molti dei piatti di Melly che hanno giustamente reso famoso Cà Peo, traggono in gran parte origine da ortaggi ed erbe aromatiche. Ossia la sintesi della cucina ligure. I pansoti (cioè panciuti) con la salsa di noci: un classico piatto dal lontano passato ma proiettato nel futuro. La farcia è caratterizzata non certo dagli spinaci, ma con l’insieme di oltre dieci erbe spontanee, e la salsa fatta nel rispetto della tradizione con la prescinseua (cagliata), senza panna!  Per non parlare del pesto. Da Cà Peo il pesto è solo di mortaio. Non solo, Melly e Franco lo hanno portato e fatto conoscere non solo in tutta Italia, ma addirittura negli USA. Le lasagnette di farina di castagne al pesto di mortaio con patate e broccoletti, hanno fatto il giro del mondo, tanto da finire sul New York Times. Le lattughe ripiene in brodo (derivate dal Medioevo), oggi desuete, sono tra i piatti forti del locale. E che dire delle tomaxelle: ghiotti involtini di carne di vitella (più tenera) con tipica farcia genovese, i cui antenati erano i tomaculum, serviti nei banchetti dell’antica Roma. A queste e ad altre ligustiche ghiottonerie, si sono aggiunte via via (tanto per citarne alcune), lo zimino (da zema, casseruola di coccio usata da Apicio) di novellame in salsa all’olio extravergine di Leivi (un cru) e il fagottino di melanzane con caprino, salsa di pomodoro, pinoli e olive taggiasche, tra gli antipasti. Le irrinunciabili zuppe di astice e di funghi porcini, tortelli di melanzane e sarazzu (ricotta stagionata del Tigullio) al pomodoro fresco e timo, e ravioli di triglia nel loro sugo, tra i primi piatti. Il raffinato bianco di branzino (del Golfo Ligure) al forno con dadolata di pomodoro e timo, Scaglie di stoccafisso con patate, in salsa di pinoli, aglio e prezzemolo (innovativo), la tradizionale cima pinn-a (ripiena), piatto del Buon Ricordo), sella di coniglio alla sanremasca con pinoli e olive taggiasche, nonché d’inverno, il piccione farcito di foie gras in salsa di vino rosso, tra i secondi piatti. Dulcis in fundo con bavaresi di cioccolato Valrhona con gelatina alla menta e di limone in salsa di fragole, tortino di mele, gelato di crema e salsa alla vaniglia e la sfogliatina calda di lampone e cioccolato con crema inglese

 

Franco Solari

 

Anche se oggi, per motivi di salute, Franco non gira più tra i tavoli, scambiando due parole sui vini e i piatti con i sui clienti, rimane sempre la memoria “storica” del locale, dove attingere momenti e fatti che ne hanno caratterizzato l’attività. Ma ancor più importante, la sua lunga e fattiva opera di valorizzazione dei vini liguri. Per alcuni decenni ha battuto le vigne di Liguria, scoprendo e valorizzando, quei vini che oggi conoscono ed apprezzano tutti. Si deve a lui il più importante premio regionale sul vino. Nel 1980, dette vita al “Ronseggin d’Ou” (piccola roncola d’oro, usata sin dall’antichità, per potare, innestare e vendemmiare). Un ambito trofeo, da assegnare ogni anno al miglior viticoltore (e vino) ligure. Tenne a battesimo la prima edizione, il sommo Luigi Veronelli. Nell’occasione furono premiati i viticoltori Bice e Pippo Parodi col Riviera Ligure di Ponente Pigato 1979. Un successo che proseguì per altri 10 anni premiando grandi viticoltori e vini. Ad alternarsi alla consegna del premio, autentici personaggi ed amici di Franco, tra cui Massimo Alberini, Piero Antolini, Vincenzo Buonassisi, Adriano Ravegnani, Edoardo Raspelli e Giorgio Mistretta. 

 

Una delle innumerevoli golosità di Melly

 

Le tappe del cammino di Melly e Franco

 

Dall’ottobre 1973 hanno aperto il Cà Peo. Nel 1975, invitati dal grande Bergamasco, sono stati tra i protagonisti nella manifestazione del “Cuoco d’Oro” ad Aosta, nella prima versione internazionale. Dopo altre partecipazioni in altre rassegne, nell’80, danno vita al Ronseggin d’Ou. Poi il gran salto. Melly e Franco sono tra i big di “Saperi e Sapori”: un’it parade di grandi chef di livello internazionale, dei veri e propri artisti del fornello che, come avviene per un abbonamento ad una stagione sinfonica, deliziano per più sere prenotati gourmet. Appuntamento, che li vede in scena per circa dieci anni. Poi per una settimana, con un piatto al giorno, ospiti di Carla Urban, conduttrice della fortunata serie televisiva “Che fai, mangi”. Nel 1986, sono ancora protagonisti negli USA: i loro piatti trionfano all’Hotel Plaza di San Francisco, alla Nacional Gallery di Washington in occasione delle Celebrazioni Colombiane, con ospiti senatori e personalità e, al famoso ristorante di New York, “Le Circle”, in occasione della presentazione della cucina italiana, abbinata ai grandi Chianti Classico, promossa allora dal Consorzio di Tutela. Sei anni dopo, allo Show Room di Los Angeles, ancora di scena con piatti della cucina italiana. Nel 2001 ancora negli States, al Westin Hotel Chicago, sotto l’egida del C.O.I. (Council International Oil), con piatti caratterizzati dall’olio extravergine d’oliva italiano e, al Metropolitan di New York, con piatti d’autore in una cena di beneficenza. Poi, in collaborazione con colleghi, pranzi e cene per i grandi statisti del mondo, riuniti a Genova per il G 8. L’ultima e recente partecipazione: la realizzazione del pesto, fatta sulla piazza della Baia del Silenzio in mezzo ai turisti, ripresa da Rai 2.   

 

 

14° Ronseggin d’Ou

 

Infine…

 

Due parole sul conto: un ottimo pranzo o una cena, con alcuni dei piatti citati, vi costerà, senza vini, sui 60 - o qualcuno in più - euri (ben spesi). Allora vi chiederete come mai non ha più la “stella”? Questioni di punti di vista. Per noi, facendo le dovute comparazioni, ne merita addirittura “una e mezza”. Per chi si attarda piacevolmente a tavola, c’è la possibilità di pernottare in uno dei mini appartamenti situati sotto il posteggio. Dormirete tranquilli in un anfiteatro d’olivi. Carte di credito: quasi tutte. Quasi indispensabile la prenotazione. Giorno di chiusura totale: lunedì. Chiusura parziale: martedì e mercoledì a mezzogiorno. Ferie: nel mese di novembre.  

 

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Quattro ricette d’Autore

di Melly & Franco

 

Zimino (Flan) di novellame in salsa all’olio extravergine d’oliva di LeiviDosi e ingredienti per 4 persone: 1 kg di spinaci freschi; 160 gr di code di gamberi freschi sgusciate; 150 gr di muscoli sgusciati; 250 gr di calamaretti freschissimi e già puliti; 250 gr di besciamella fatta con il fumetto delle teste di gambero, e un po’ d’acqua dei muscoli; 2 uova freschissime intere; 50 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato; sale e pepe q.b. Preparazione: lavare accuratamente gli spinaci, farli scottare in acqua salata per alcuni minuti, scolarli e tritarli grossolanamente. Tagliare i calamaretti a pezzetti assieme alle code di gambero e i muscoli e, unire, poi tutto alla besciamella. Amalgamare per bene, salare e pepare. Imburrare e infarinare alcuni stampini, riempirli con la farcia per ¾, porli nel forno caldo a bagnomaria, e far cuocere per 40 minuti. Si servono condendoli con un’emulsione d’olio extravergine di Leivi e acqua fredda.   

 

Gnocchi di patate con vongole veraci e zucchine  -  Dosi e ingredienti: 800 gr di patate quarantine; 150 gr di farina setacciata; 1 tuorlo d’uovo; 1 pizzico di sale; 60 gr di vongole veraci; 1 spicchio d’aglio di Vessalico; 1 zucchina; 30 gr di peperone rosso; qualche foglia di timo.  Preparazione: lessare le patate con la buccia, pelarle e passarle allo schiacciapatate. Aggiungere la farina, il tuorlo, il sale ed impastare. Formare dei cordoli, tagliarne dei piccoli gnocchetti e lasciarli riposare. In una padella scaldare un po’ d’olio, farvi rosolare l’aglio e poi toglierlo. Tagliare la zucchina a listarelle sottili e metterle nella padella a rosolare con il peperone tagliato a dadini. Aggiungere le vongole, porvi sopra il coperchio finchè non si aprono. Far cuocere per qualche minuti col timo. Nel frattempo, cuocere gli gnocchi in acqua salata, scolarli, versarli in padella, mescolarli delicatamente con la salsa.  

 

Scaglie di stoccafisso in salsa con prezzemolo, aglio, olio extravergine d’oliva di Leivi.  Dosi e ingredienti per 4 persone:  500 gr di stoccafisso bagnato; 4 patate quarantine medie. Per la salsa: 1 mazzetto di prezzemolo; 1 spicchio d’aglio; 50 gr di pinoli di Pisa; ½ dl d’olio extravergine d’oliva di Leivi.  Preparazione: lessare le patate con la buccia. Cuocere lo stoccafisso in acqua salata per 30 minuti. Per la salsa: lavare il prezzemolo, prenderne solo le foglie, asciugarlo e frullarlo con l’aglio e i pinoli, fino ad ottenere una salsina omogenea. Togliere lische e pelle allo stoccafisso e farlo a pezzettini. Pelare le patate, tagliarle a pezzetti, e condire il tutto con la salsa di prezzemolo. Se rimanesse asciutto, aggiungere un po’ d’olio. Per dargli una forma rotonda, riempire un coppapasta (formina rotonda) col composto, porla nel piatto e, fare in modo, che quando si toglie lo stampo, sia perfettamente tondo. Prima di servire versarvi sopra un filo d’olio. 

 

Sfogliatina di lamponi e cioccolato Valrhona, salsa alla vaniglia e al cioccolato.  

Dosi e ingredienti per 4 persone: 250 gr di pasta sfoglia; 2 piccoli cestini di lamponi freschi; 100 gr di cioccolato amaro; 100 gr di crema pasticcera. Preparazione: Stendere la sfoglia e ricavarne 8 dischetti sottili del diametro di 10-11 cm. Su quattro dischetti porvi un cucchiaio di crema pasticcera e attorno disporre a ruota i lamponi. Al centro del dischetto aggiungere il cioccolato fatto a scaglie. Inumidirne i bordi, coprire con gli altri dischetti e, con una forchetta, schiacciarne delicatamente i bordi. Spennellarli con un tuorlo sbattuto e farli cuocere in forno per 10 minuti a 190°c. 

 

HOSTARIA DUCALE SI PREPARA AL PROSSIMO APPUNTAMENTO 4 MANI

 

DUE IMPERDIBILI DATE PER VALORIZZARE LA CUCINA LIGURE D’AUTORE INSIEME AD A SPURCACCIUN-A

 

Creatività, estro ed esperienza legano i due giovani cuochi Daniele Rebosio e Simone Perata.  Creatività, estro ed esperienza legano i due giovani cuochi  Daniele Rebosio e Simone Perata.  Il 20 aprile e il 18 maggio Hostaria Ducale e il Ristorante A Spurcacciun-a diventano teatro di due cene speciali in cui gli chef Daniele Rebosio e Simone Perata prepareranno un menu indimenticabile con i loro piatti iconici.

 

Un viaggio culinario ligure alla volta di sapori contemporanei: così potremmo definire il menu creato da Daniele Rebosio e Simone Perata, i due giovani chef accomunati dalle numerose esperienze all’estero e dalla scelta di fare poi ritorno nella loro terra natale, Genova per il primo e Savona per il secondo.

I viaggi oltralpe hanno permesso a entrambi di crescere e formarsi nelle cucine dei grandi chef, acquisendo la creatività che permette di distinguersi e farsi notare da guide e gastronomi.

Hostaria Ducale e il Ristorante A Spurcacciun-a sono diventate delle mete gourmet dove poter assaporare l’anima della Liguria con contaminazioni provenienti dalle realtà in cui gli chef si sono formati.

 

Per chi ama pregustare l’evento, il menu delle cene del 20 aprile presso Hostaria Ducale e del 18 maggio al Ristorante A Spurcacciun-a, è il seguente:

 

Entreè

 

“Cuore Di Bue”

Simone Perata

 

Seppia, nocciola, bergamotto e aglio nero

Daniele Rebosio

 

Spaghettone Benedetto Cavalieri, murici, prezzemolo, focaccia

Simone Perata

 

Riso Riserva San Massimo, anguilla affumicata e cavolo viola

Daniele Rebosio

 

Tonno in “capponadda”

Daniele Rebosio

 

Rombo chiodato alla mugnaia, limone fermentato

Simone Perata

 

Gin tonic alle rose di Tiglieto

Simone Perata

 

Miele, arachidi e timo limone

Daniele Rebosio

Daniele Rebosio. Classe ‘95, Daniele Rebosio come tanti genovesi prima di lui, si è avventurato in terre straniere per poi tornare e valorizzare la sua città. Dopo l’istituto alberghiero compie i primi passi ai fornelli presso il Macellaio RC Londra e prosegue poi in contesti di lusso come il Belmond Hotel Splendido di Portofino e l’Aman di Venezia, dove si avvicina alla scuola di pensiero di Davide Oldani. Nel 2017 intraprende un approccio più intellettuale alla gastronomia nelle cucine creative del ElBulli di Ferran Adrià a Barcellona: qui porta avanti una ricerca concettuale sugli ingredienti e sulla loro lavorazione, a partire dalla loro storia ed evoluzione.

Collabora in prima persona alla stesura del libro Bebidas, volume dell’eclettica Bullipedia che concretizza una meticolosa indagine sul mondo delle bevande. Con il trasferimento a Parigi si apre una nuova pagina: in qualità di sous chef a La Grande Cascade e in seguito a Le Jules Verne, Daniele lavora a stretto contatto con due grandi nomi della cucina d’oltralpe, Frédéric Robert e Alain Ducasse, assorbendone la tecnica. Al ritorno a Genova diventa executive chef del ristorante all’interno del MOG, per poi nel 2021 approdare all’Hostaria Ducale dove mette a frutto le sue esperienze: ognuna ha lasciato un segno che si evince in ogni suo piatto.

 

Simone Perata. Nasce nel 1988 a Celle Ligure, a pochi km da Savona.

Dopo essersi diplomato come geometra, si arruola nella Marina Militare e viene impiegato nel reparto cucina della Guardia Costiera, circostanza “fatale” che fa nascere in lui la passione per la cucina e la consapevolezza che “da grande” avrebbe fatto il cuoco.

Al termine di un periodo al prestigioso ristorante Del Cambio di Torino, l’incontro con Claudio Tiranini, chef patròn del Ristorante A Spurcacciun-a da cui apprende le basi della cucina tradizionale ligure e l’importanza della materia prima. Dopo due anni, spinto dall’ambizione, prosegue la propria formazione a Milano con Gualtiero Marchesi, che a sua volta lo indirizza al Taillevent di Alain Solivéres a Parigi. Il suo percorso prosegue in Spagna, e precisamente a Barcellona, al Lasarte di Martin Berasategui con Paolo Casagrande, dove rimane quasi quattro anni facendo parte della brigata che conquista nel 2016 la terza stella Michelin.

Pronto per il ruolo di Chef, nel 2018 ritorna nella sua terra natale per accettare una nuova sfida: tornare con la famiglia Tiranini per seguire la cucina del Ristorante A Spurcacciun-a dove propone un menu che attinge alla tradizione, ma è anche aperto all’esplorazione e ad abbinamenti sorprendenti frutto delle sue esperienze internazionali.

Hostaria Ducale. Non solo un ristorante, ma un’esperienza indimenticabile: con questa vocazione Enrico Vinelli ha dato vita a Hostaria Ducale, un angolo raccolto ed elegante nel centro di Genova.

Il numero limitato di coperti si traduce in un’atmosfera intima che fa da sfondo a una proposta gastronomica delicatamente gourmet. La cucina è affidata alle giovani e talentuose mani dello chef Daniele Rebosio che sintetizza nei suoi piatti una raffinatezza di sostanza. Le rinomate realtà internazionali in cui ha lavorato hanno contribuito alla sua ricerca artistica: idee e ingredienti di diverse provenienze si intrecciano agli stimoli creativi che la ricca cultura ligure offre.

 

Ristorante A Spurcacciun-a. Il Ristorante A Spurcacciun-a di Savona, tra i più celebrati della Riviera di Ponente, affonda le proprie radici in una lunga tradizione familiare che ha centovent’anni di storia. Situato all’interno del Mare Hotel, sul lungomare savonese, il ristorante è caratterizzato dall’importante cucina a vista, che fa da palcoscenico allo chef Simone Perata e alla sua brigata. La sala accoglie sedici tavoli in un’atmosfera moderna ed elegante; in estate è a disposizione degli ospiti l’ampia terrazza affacciata sulla piscina a sfioro e circondata da un esotico giardino per un’esperienza ancora più immersiva a pochi metri dal mare. Ingredienti locali, freschezza e stagionalità della materia prima sono da sempre al centro della proposta gastronomica dell’A Spurcacciun-a. In sala da oltre trent’anni il maitre Giuseppe D’Angelo accoglie gli ospiti con cordialità e maestria. L’importante carta dei vini propone oltre settecento etichette provenienti dall’Italia e dal mondo: circa sedicimila le bottiglie custodite nella Cantina Teatro (al piano interrato sotto il ristorante) con controllo di temperatura, umidità e luce.

 

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