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ENOGASTRONOMIA
FRANCIACORTA IN BIANCO
FRANCIACORTA IN BIANCO VA IN TOUR
La rassegna casearia di Castegnato (Bs) cambia formula, diventa anche Convivium e coinvolge tutta la Franciacorta in un progetto che parlerà al pubblico e agli operatori.
Castegnato (Bs), 30 ottobre 2021. Torna Franciacorta in Bianco per la XXVI edizione, anche se potremmo parlare di un "nuovo" numero uno. Infatti quella che prenderà il via il 27 novembre, dopo l'anno di stop dovuto al Covid, è una rassegna completamente rinnovata, nella formula e nei temi, con l'innesto del nuovo progetto Convivium Visioni di Franciacorta, una serie di tavoli di lavoro tematici tesi a conciliare cultura, storia ed enogastronomia.
Il biennio trascorso ha permesso al comune di Castegnato e agli organizzatori di ripensare radicalmente calendario e spazi, trasformando quella che era una mostra mercato di primo piano in una proposta di turismo enogastronomico imperniato sul mondo caseario e sulle tipicità franciacortine che andrà a toccare 11 comuni del territorio bresciano. Una serie di weekend e domeniche dedicate al mondo dei formaggi e del vino, che vedranno la prima tappa (il 27 e 28 novembre 2021) proprio nel comune che storicamente ospita questa rassegna, Castegnato, in una location scelta per l'occasione: Cascina Baresi. Seguiranno Ome (5 dicembre 2021) nel Borgo del Maglio, Passirano (23 gennaio 2022) a Villa Fassati Barba, Rovato (20 febbraio 2022) nel Salone del Pianoforte in Municipio, Cazzago San Martino (27 marzo 2021), Monticelli Brusati (24 aprile 2022), Gussago (29 maggio 2022) in Sala Civica, Provaglio (19 giugno 2022) nel monastero di San Pietro in Lamosa, Cortefranca (24 luglio 2022), Adro (25 settembre 2022) in Sala Mostre Palazzo Municipale per poi chiudersi di nuovo a Castegnato, il 14-15-16 ottobre 2022.
Dieci tappe a cui si aggiunge la presentazione ufficiale, sabato 30 ottobre, all'Abbazia Benedettina Olivetana di Rodengo Saiano che vedrà la partecipazione della madrina e vice sindaco di Castegnato Patrizia Turelli e degli amministratori degli altri comuni coinvolti insieme a Paolo Massobrio, giornalista e autore de ilGolosario, testimonial da anni della manifestazione, che anche quest'anno accompagnerà in più tappe la nuova Franciacorta in bianco in tour.
Le domeniche di Franciacorta in bianco in tour sono state ideate per avere un triplo canale di comunicazione che comprende progettualità, divulgazione e degustazione. Nel primo caso saranno coinvolti gli operatori e gli esperti chiamati a confrontarsi nelle tavole rotonde del progetto Convivium, seguirà la parte di talk show aperta al pubblico per poi arrivare, nel pomeriggio, alle degustazioni e agli abbinamenti condotti dagli esperti Onav e Onaf. La fruizione sarà quindi a moduli o complessiva per l'intera giornata in modo da rivolgersi al pubblico più ampio possibile, riuscendo nel contempo a ottemperare alle esigenze di contingentamento richieste dalle misure anti Covid 19.
Ufficio Stampa Franciacorta in Bianco
Silvia Benzi
tel. 0131 261670 (int. 214)
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CESARINE, LA RETE DI CUOCHE DI CASA, LANCIA LA SUA PRIMA LINEA DI PRODOTTI
Cesarine, la rete di cuoche di casa, lancia la sua prima linea di prodotti
Ricette di famiglia, materie prime di qualità e preparazioni rigorose per portare sulle tavole di tutto il mondo specialità come il ragù bianco di cortile, il friggione bolognese e la marasca
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Bologna, 13 ottobre 2021 – Il profumo del ragù delle domeniche dell’infanzia o una cacio e pepe perfetta, come quella delle ultime vacanze romane, ma preparata e gustata oltreoceano? La linea di prodotti che il network delle 1.500 cuoche e cuochi di casa di Cesarine sta lanciando in questi giorni vuole mettere a disposizione, di buongustai italiani e stranieri, proprio questo: prodotti e ricette “speciali” che racchiudono il sapere e la cura della cucina tradizionale italiana.
Il progetto che parte in questi giorni, e raggiungerà dapprima l’Europa continentale, ed entro fine anno le destinazioni oltreoceano, prevede la proposta di circa 50 referenze (destinate ad aumentare) di specialità introvabili sugli scaffali della grande distribuzione tra cui la cremosa cacio e pepe, il ragù bianco di cortile. E, ancora, il crostino toscano, la marasca e lo zabaione di casa: una vera e propria incursione nella dispensa di una nonna italiana.
Sissi / Milano
100% made in Italy, artigianali e sostenibili i prodotti ad oggi disponibili sono stati realizzati con i ricettari tramandati da generazioni di cuoche e cuochi di casa e saranno abbinati ad una serie di contenuti digitali tra cui corsi di cucina e “tocchi segreti del cuoco” per la riuscita del piatto.
L’idea di questo progetto è nata durante la pandemia: nell’anno in cui è venuta meno la possibilità di ospitare, Cesarine sono entrate in una veste diversa nelle case dei loro “ospiti”, costretti a casa dai lock-down: dapprima con una piccola serie di lezioni di cucina su Zoom; poi attraverso sessioni interattive di cucina online e numerose dirette social, consolidando e ampliando la propria community di amanti del buon cibo italiano.
Sono stati oltre 10.000 gli estimatori della cucina italiana tradizionale che si sono collegati da tutto il mondo (tra i più numerosi e affezionati americani, canadesi e inglesi) per imparare i segreti del ragù alla bolognese, della pizza napoletana e dell’autentico sugo all’amatriciana.
L’idea della linea di prodotti “Cesarine” è nata come una risposta all’esigenza del turista straniero, costretto nei confini del proprio Paese, ma anche della clientela nazionale, che durante il lockdown ha riscoperto l’amore per la cucina e le tradizioni culinarie locali. Una linea di prodotti che – come tutte le esperienze proposte da Cesarine – promuove la dieta mediterranea come scelta alimentare e modello sano, salutare e sostenibile, privilegia i prodotti tipici dei territori e protegge l’ambiente combattendo lo spreco alimentare grazie ad un consumo responsabile di cibo fatto di prodotti di stagione e ricette di recupero.
“A Bologna, la città in cui vivo, gestisco una gastronomia e uno dei piatti tipici più richiesti è la gramigna con la salsiccia: nel mio negozio vendo quella delle Cesarine perché – oltre ad essere buonissima e a tenere molto bene la cottura – è per me una grande soddisfazione pensare a tutte le persone che potranno portare sulla loro tavola questo piatto che amo molto e gustarlo proprio come se fossero a casa mia” dice Diva, Cesarina di Bologna.
“Il piatto della mia infanzia è senza dubbio la polenta con il ragù di cinghiale. Mi ricorda le domeniche che precedevano il Natale, quando, tornando dalla Messa, ne sentivo il profumo appena entrato nel cortile della corte lombarda, dove vivevo con la mia famiglia e dove la mamma o le zie erano solite prepararlo. Nel profumo e nel sapore del ragù di cinghiale delle Cesarine ho ritrovato la stessa atmosfera magica di quelle domeniche: condividerla anche con chi non si è mai seduto alla mia tavola è qualcosa che mi rende orgoglioso e felice allo stesso tempo” ha aggiunto Damiano, Cesarino di Como.
A TAVOLA CON I VINI E I CIBI DELLE MARCHE: RI-CONVIVIAMO
I ristoranti delle Marche e la Regione si uniscono per celebrare la qualità di vini e prodotti locali: un calendario di 15 appuntamenti conviviali volti a valorizzare l’intera filiera enogastronomica marchigiana
Nella fase di ripartenza dell’economia italiana nasce il progetto “Marche: dalla vigna alla tavola”, voluto fortemente dalla Regione Marche con lo scopo di sostenere le imprese del settore enologico regionale di qualità con il coinvolgimento della ristorazione, il cui ruolo è stato rallentato, quando non completamente bloccato, dalla crisi pandemica. Nel contesto di “Marche: dalla vigna alla tavola”, Ri-Conviviamo è il nome scelto da 15 ristoranti per augurare un ritorno alla convivialità tipica di questa regione accogliente.
Valorizzare la filiera e favorire la sua ripartenza: con questo obiettivo è stato pensato un calendario di serate di degustazione aperte al pubblico, durante le quali i ristoratori proporranno i vini di 35 cantine coinvolte e le migliori materie prime del territorio marchigiano, risaltandone l’eccellenza tramite i propri piatti e le etichette in abbinamento.
Ri-Conviviamo è quindi un invito alla ripartenza, ma anche e soprattutto un messaggio di fiducia nelle enormi potenzialità del territorio, basate proprio sul turismo e sull’ospitalità. Si tratta di un’iniziativa realizzata con il contributo fattivo della Regione, a favore dei produttori e dei ristoratori marchigiani.
Di seguito la lista dei ristoranti, con le date in cui rispettivamente saranno realizzate le serate di degustazione, con l’elenco dei produttori vinicoli che partecipano all’iniziativa.
Ogni altra informazione è reperibile su: facebook.com/marchedallavignaallatavola.riconviviamo e sui portali www.cuocicuoci.com, www.lamadia.com e www.festivaldellacucinaitaliana.it.
I RISTORANTI
• Ristorante “Amabile” - Frontone (PU) > 16 Settembre 2021
• Ristorante “20-15” - Marotta di Mondolfo (PU) > 19 Settembre 2021
• Hotel-Ristorante “Alla Lanterna” - Fano (PU) > 22 Settembre 2021
• Ristorante “Due Cigni” - Montecosaro Scalo (MC) > 5 Ottobre 2021
• Ristorante “Il Cuciniere” - Fano (PU) > 14 Ottobre 2021
• Ristorante “Osteria L’Angolo Divino” - Urbino (PU) > 22 Ottobre 2021
• Ristorante “Gibas” - Pesaro (PU) > 10 Novembre 2021
• Ristorante “Da Tano” - Fano (PU) > 18 Novembre 2021
• Ristorante-Pizzeria “Il Portico” - Fano (PU) > 19 Novembre 2021
• Ristorante-Pizzeria “Da Farina” - Pesaro (PU) > 23 Novembre 2021
• Ristorante “Il Grottino” - Gabicce Monte (PU) > 25 Novembre 2021
• Ristorante “Amarantos” - Porto Recanati (MC) > 26 Novembre 2021
• Ristorante “Bagni da Federico” - San Benedetto del Tronto (AP) > Novembre
• Ristorante “Zasa” - San Benedetto del Tronto (AP) > Novembre
• Ristorante “Antico Furlo” - Acqualagna (PU) > 10 Dicembre 2021
LE CANTINE
Az. Agraria Guerrieri
Il Conventino Monteciccardo
Colonnara Soc. Coop. Agricola
Az. Agrobiologica San Giovanni
Cantine Moroder
Terre di San Ginesio
Santa Barbara
Cantina Rovelli
Luca Cimarelli Staffolo
Cantina Di Sante
Roberto Lucarelli
Bruscia
Fattoria Villa Ligi
Az. Agr. Mariotti Cesare
Terracruda
Fattoria Mancini
Selvagrossa
Az. Agr. Mencaroni Federico
Cantina Santi Giacomo e Filippo
Vigna della Cava
Il Gelsomoro
Cantina Mezzanotte
Az. Agr. Claudio Morelli
Soc. Agr. Ciù Ciù
Az. Agr. Mazzola
Fattoria San Lorenzo
Agri La Fonte
Piantate Lunghe
La Lepre e La Luna
Cantina Rovelli
La Torre del Nano
Podere sul Lago
Tenuta Ca’ Sciampagne
Serenelli
Cantina Colleminò
Filippo Fabbri
VETRINA TOSCANA: IN VIAGGIO CON IL GUSTO. DAL SAPORE DELLA SCOPERTA, ALLA SCOPERTA DEI SAPORI
Al caffè de La Versiliana narrazione e degustazioni per la promozione di percorsi enogastronomici. Martedì 3 agosto alle 18,30 nell'ambito del Caffè de La Versiliana, in Viale Morin 16 a Marina di Pietrasanta, si terrà l'incontro: “Vetrina Toscana: in viaggio con il gusto. Dal sapore della scoperta, alla scoperta dei sapori”.
Se il sapore della scoperta è da sempre insito nel fascino del viaggio, il turismo di oggi si caratterizza sempre più anche come scoperta di sapori. L'enogastronomia, infatti, si posiziona al primo posto per attrattività e competitività, come rileva l'indagine condotta su oltre 1.500 operatori riguardo al contesto competitivo dei prodotti turistici della Toscana (ricerca Ciset Novembre 2020).
Clara Svanera, Giornalista di cultura e viaggi, interviene su: “Cibo e viaggio tra fascino e fascinazione” raccontando l'importanza del cibo nell'esperienza di viaggio, dal punto di vista di un viaggiatore esperto e l'importanza del Fattore C per gli stranieri: Cibo Cultura Civiltà nel senso più ampio del termine.
Roberto Scalacci, Direttore presso la Direzione Agricoltura e sviluppo rurale della Regione Toscana parla dell'ingresso di agriturismi e cantine, frantoi e tutte le realtà di produzione che permettono “esperienze” nella rete di Vetrina Toscana e dell'importanza dei prodotti agricoli per la comunicazione del territorio.
Francesco Tapinassi, Direttore Toscana Promozione Turistica, parla di un viaggio nel gusto iniziato oltre 20 anni fa quello di Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana tra i primi esempi di turismo enogastronomico che lega territorio, ristoranti botteghe e prodotti ad itinerari all'insegna del gusto. Un'innovativa operazione di marketing territoriale che è valsa il riconoscimento della Commissione Europea come «best practice» italiana per la promozione agroalimentare. Un progetto che si rinnova e che racconta le forti radici identitarie come base per un salto nel futuro. “In viaggio con Vetrina Toscana” presenta l'evoluzione del progetto che si riallaccia alla campagna: "Toscana Rinascimento senza fine" emblema di una Toscana dalla tradizione millenaria, ma sempre attuale.
Si parla anche di: “Vetrina Toscana in viaggio”. L'itinerario enogastronomico si mette in viaggio per raccontare la Toscana, aldifuori dei confini regionali, attraverso un percorso di scambio di pratiche ed eventi, in un dialogo con altre realtà che si pongono come eccellenze nel panorama enogastronomico.
A tal proposito, Cristiano Casa, Presidente di Destinazione Turistica Emilia ed Assessore Agricoltura, Turismo, Progetto UNESCO Città di Parma, racconta l'esperienza della transizione da territorio produttivo a territorio a vocazione turistica e racconta la giornata dedicata a “Vetrina Toscana” nell’ambito del Settembre Gastronomico della “Food Valley”.
L'evento, condotto da Irene Arquint, rientra tra le iniziative di Toscana Promozione Turistica ed è organizzato da Vetrina Toscana il progetto di Regione e Unioncamere Toscana, in collaborazione con le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti.
Il Caffè de La Versiliana è promosso e organizzato da Fondazione Versiliana in collaborazione con Comune di Pietrasanta e con il sostegno di Regione Toscana, Toscana Promozione Turistica.
Il racconto si chiuderà con una degustazione di piatti, prodotti e vini del territorio: “Un viaggio nel gusto con Vetrina Toscana” a cura dell' Unione Regionale Cuochi Toscani.
La Fondazione Versiliana ricorda che l'ingresso agli Incontri al Caffè è come sempre libero fino ad esaurimento posti. Gli incontri al Caffè saranno trasmessi in diretta streaming sulle pagine facebook “La Versiliana” e “Comune di Pietrasanta” e saranno in onda anche su Noi Tv, TV Parma, Tele Etruria, Umbria Tv e Toscana TV.
Daniela Mugnai
DIECI MOTIVI PER SOSTENERE IL PIEMONTE COME CAPITALE MONDIALE DEL FOOD
Dai paesaggi vitivinicoli riconosciuti dall’Unesco al riso del Vercellese e del Novarese, dai mercati contadini agli ecomusei passando per i Presìdi Slow Food, le fiere e gli agriturismo: questi sono solo alcuni dei motivi per sostenere la petizione lanciata da Torino-Piemonte World Food Capital per trasformare il Piemonte in una Food Valley
Il Piemonte è la regione che ha visto nascere alcuni tra i più importanti brand alimentari del Paese e reti collaborative di rilevanza internazionale come Slow Food, che ospita il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato nominato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e che, a partire dalla filiera automotive, ha saputo creare innovazione in ogni settore. In particolare nel food. Ed è proprio da questo che il Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital, attraverso una petizione su change.org, è partito per contribuire al rilancio della regione, con l’obiettivo di trasformare il Piemonte in una vera e propria Food Valley, valorizzando le eccellenze del territorio e creando nuove opportunità di business.
In Piemonte l’economia del cibo genera ogni anno 8 miliardi di euro. Nella regione sono attive 50.600 aziende agricole che coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico. Quasi 4.390 imprese, pari al 7% del totale nazionale, operano su questo territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e ristoranti. Complessivamente il comparto food piemontese impiega 242.000 addetti. Professionisti dell’ambito che si sono formati in larga misura nei 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia o grazie ai 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5 master dedicati a questo mondo, capaci di produrre più di 5.500 pubblicazioni scientifiche internazionali. In Piemonte, dove sono state fondate la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo e il Salone del Gusto, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, e 6 musei tematici.
Ecco dieci motivi per sostenere l’iniziativa e contribuire a trasformare il Piemonte in Capitale Mondiale del Food.
1) LANGHE ROERO E MONFERRATO PATRIMONI DELL’UNESCO
I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, sono sei aree di eccellenza, che si estendono per 10.789 ettari lungo dolci colline coperte da vigneti a perdita d’occhio, inframmezzati da piccoli villaggi di altura e castelli medievali. Qui, all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale, tanto da trovare un ricco e diversificato sistema di cascine, aziende vitivinicole, industrie enologiche, cantine sociali, enoteche pubbliche e private, che in alcuni casi costituiscono luoghi simbolo per la storia e lo sviluppo della viticoltura e dell’enologia nazionale e internazionale.
2) 58 VINI DOP E 25 PRODOTTI FOOD DOP, IGP E STG
Secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2020, il Piemonte conta 25 prodotti Food di cui 14 DOP, 9 IGP e 2 STG, e 58 vini DOP ai quali si è aggiunto, nel 2019, il Nizza DOP. A livello nazionale e in termini quantitativi, quindi, il Piemonte è sul podio, terza regione in classifica dopo il Veneto e la Toscana che ne hanno in totale 92. L’impatto economico dei prodotti DOP, IGP e STG (Food e Wine) è di grande rilievo per l’intera regione: nel 2019 sono valsi all’economia locale 1,31 miliardi di euro, portando il Piemonte al quarto posto della classifica nazionale dopo Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, con un aumento di 90 milioni rispetto all’anno precedente. Di particolare rilievo il formaggio, su cui il Piemonte vanta 10 certificazioni (di cui 7 esclusive regionali), la frutta (33) e le carni (3).
3) I MERCATI ALIMENTARI DI TORINO
I mercati dei contadini e quelli di alimenti freschi sono presenti in ogni provincia del Piemonte. In particolare, a Torino sono 42 i mercati alimentari organizzati ogni giorno. Di questi, 38 ospitano i banchi di vendita diretta di agricoltori e allevatori, la maggior parte dei quali è riunita nell’associazione Coldiretti. Nella Città Metropolitana di Torino, i produttori Coldiretti che effettuano vendita diretta sono 405, di cui 300 nei mercati ordinari. A questi numeri vanno aggiunti quelli dei produttori che non sono inseriti in circuiti associativi ed effettuano vendita diretta con propri banchi: per avere un’idea dei numeri, se si conta solo il mercato di Porta Palazzo, nella giornata di sabato, i produttori agricoli che partecipano alle reti di vendita dirette sono circa 90.
4) ENOTECHE REGIONALI E BOTTEGHE DEL VINO
Il Piemonte ha istituito 14 Enoteche Regionali e 34 Botteghe del Vino o Cantine Comunali, con la legge regionale n. 37 del 1980, che hanno sede presso castelli e dimore storiche nei principali territori viticoli piemontesi, dove si può trovare la migliore selezione dei vini DOC e DOCG del territorio di riferimento e che accolgono circa un milione all’anno di visitatori e turisti.
5) IL RISO DI VERCELLI
Nel vercellese vengono coltivate più di 100 varietà di riso, tra cui il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, l’unica DOP italiana dal 2007. Presente nella zona di Vercelli a partire dal Rinascimento, la coltivazione del riso ha contribuito alla bonifica del territorio e alla creazione di quelle che oggi vengono definite le Piane del Riso, diventando in poco tempo «coltivazione tipica». Nel 2019 le esportazioni del Riso di Vercelli sono aumentate del 7,8%, per un totale di 18 milioni di euro, che ha portato il distretto a conseguire un nuovo massimo storico di export pari a 243 milioni di euro.
6) AZIENDE AGRITURISTICHE
In Piemonte sono presenti 1.316 aziende agrituristiche autorizzate, di cui i due terzi localizzate in zone collinari, poco meno di un quinto in montagna e la restante parte in pianura. Oltre la metà, circa 793, si occupano anche di somministrazione di alimenti e ristorazione. Si tratta di una cifra importante, superiore a quasi tutte le altre regioni. Cuneo è la provincia che conta il maggior numero di agriturismo coprendo circa un terzo del totale.
7) 25 ECOMUSEI E 6 MUSEI DEDICATI AL CIBO
Il territorio piemontese presenta una ricca rete di musei che contribuisce alla valorizzazione e diffusione della conoscenza legata alla cultura del cibo, offrendo la possibilità ai turisti di approfondire la conoscenza del territorio piemontese e permettono al sistema scolastico di poter attivare laboratori e percorsi didattici. Tra questi, sono 6 i musei tematici dedicati al food e 25 gli ecomusei. A proposito di questi ultimi, il Piemonte è stata la prima regione in Italia a dotarsi di una legge regionale per istituirli e riconoscerli. Sono, infatti, strumenti importanti per la cura e la gestione del patrimonio culturale locale perché contribuiscono a favorire uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile. Nel 2019, gli ecomusei della Regione Piemonte sono stati visitati da 29.239 persone.
8) QUASI 1.000 SAGRE E FIERE AGROALIMENTARI NAZIONALI E INTERNAZIONALI
Degna di nota sul suolo piemontese è anche la rete di sagre e fiere agroalimentari promosse dalla Regione. Queste costituiscono un’importante vetrina di promozione del territorio e delle sue risorse: prodotti, territori e paesaggi, enogastronomia, agricoltura, storia, tradizione e cultura. Nel 2019 nella Regione Piemonte si sono svolte 8 manifestazioni fieristiche internazionali, 34 nazionali, 57 regionali e 246 locali, a testimoniare la vivacità di un comparto che occupa un significativo ruolo nel mantenimento e nello sviluppo del sistema economico regionale. A questi numeri si aggiungono i 512 appuntamenti delle sagre e fiere-mercato regionali, che tradizionalmente offrono diversificate occasioni di svago e di turismo e che, tutte, vivono di un nucleo centrale legato ad agricoltura o enogastronomia.
9) 36 PRESÌDI SLOW FOOD IN PIEMONTE
Dall’aglio storico di Caraglio al Cappone di Morozzo, dal Moscato passito della Valle Bagnario di Strevi alla tinca di Ceresole d’Alba: sono 36 i Presìdi Slow Food, ovvero tutti quei prodotti, lavorazioni tradizionali, razze autoctone che rischiano di scomparire in Piemonte. Attorno ai sapori che rischiano di estinguersi, quindi, Slow Food ha creato una comunità di contadini, artigiani, pastori, pescatori, ristoratori, che si prendono cura delle tradizioni alimentari del proprio territorio, preservando la biodiversità, tramandando tecniche di produzione e mestieri in via di estinzione.
10) ISTRUZIONE E FORMAZIONE: DALLE SCUOLE SUPERIORI A UNIVERSITÀ E MASTER
Gli studenti piemontesi che intendono dedicarsi al settore del food hanno una vastissima possibilità di scelta: nella regione si contano, infatti, 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia e 1 Liceo Linguistico con curvatura Artistica ed Enogastronomica, nato dalla collaborazione tra il Liceo “Madre Mazzarello”, Fondazione Torino Musei e Slow Food. L’Università degli Studi di Torino offre 12 corsi di laurea di I livello, e altrettanti di II livello, che vanno dalle biotecnologie e alle scienze chimiche, agrarie e ambientali, fino alle tecnologie alimentari, alle scienze veterinarie e dell’alimentazione. Ha, inoltre, 3 corsi di dottorato e 5 Master, di cui 1 internazionale, con focus su tematiche agrarie, biologiche, veterinarie e alimentari. Il Politecnico offre, invece, un percorso di studio di ingegneria chimica e alimentare, l’Università del Piemonte Orientale eroga il corso di Laurea Magistrale in “Food, Health and Environment”, mentre la ESCP Business School mette a disposizione il Master in International Food & Beverage Management. Il Piemonte ospita poi l’Università di Scienze Gastronomiche, nata nel 2004 da Slow Food in collaborazione con Regione Piemonte e Regione Emilia Romagna, che intende formare la nuova figura professionale del gastronomo.
Torino-Piemonte World Food Capital è sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.