Home
Eventi culturali
INCIPIT OFFRESI PER LA PRIMA VOLTA APPRODA A SANTA MARGHERITA LIGURE
Dal vivo la settima edizione del primo talent letterario itinerante per aspiranti scrittori
La Biblioteca Civica di Santa Margherita Ligure ospiterà, per la prima volta, giovedì 12 maggio, dal vivo, la settima edizione di Incipit Offresi, il primo talent letterario itinerante dedicato agli aspiranti scrittori, ideato e promosso dalla Fondazione ECM - Biblioteca Archimede di Settimo Torinese, in sinergia con Regione Piemonte. A condurre l’incontro, vero e proprio spettacolo di intrattenimento, gli attori di B-Teatro, con le incursioni musicali del musicista Mattia Martino.
Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Lazio: Incipit Offresi toccherà, quest’anno, cinque regioni. È un format a tappe: la sfida si giocherà a colpi di incipit all’interno delle biblioteche e dei luoghi di cultura, in presenza e/o online, in diretta streaming, da ottobre 2021 a giugno 2022. L’obiettivo non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti. In 6 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 40 nuovi autori, pubblicato 60 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali. Incipit Offresi è un vero e proprio talent della scrittura, lo spazio dove tutti gli aspiranti scrittori possono presentare la propria idea di libro, incontrare e dialogare con gli editori coinvolti nelle varie fasi del progetto.
Durante ogni appuntamento (19 in totale, più un ballottaggio, due semifinali e la finale) gli aspiranti scrittori avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit o raccontare il proprio libro. La novità di quest’anno è la sfida uno contro uno tra i concorrenti che saranno giudicati dal pubblico in sala, nel caso degli eventi in presenza, e dalla giuria tecnica. Il/la concorrente che, tra i due sfidanti, avrà ottenuto più voti, passerà alla fase successiva, dove avrà ancora 30 secondi di tempo per la lettura del proprio incipit prima del giudizio della giuria tecnica che assegnerà un voto da 0 a 10. Una volta designato il/la vincitore/trice di tappa, si aprirà il voto del pubblico che, da casa, attraverso la piattaforma di voto predisposta dal Comitato Organizzatore, potrà esprimere entro 60 minuti dalla conclusione della gara, la propria preferenza per un altro concorrente. Chi otterrà più voti potrà partecipare alla gara di ballottaggio. I primi classificati di ogni tappa e gli eventuali ripescaggi potranno accedere alle semifinali per giocarsi la possibilità di approdare alla finale, in programma a giugno 2022. Le ultime tre finali sono state presentate da Neri Marcoré, Boosta dei Subsonica e Iaia Forte. I concorrenti primo e secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1.500 e 600 euro; saranno inoltre messi in palio, fra tutti i partecipanti alla finale, il Premio Italo Calvino, Indice dei Libri del Mese, Golem, Leone verde, Coop ed eventuali altri premi assegnati dagli editori.
La partecipazione a Incipit Offresi è gratuita e aperta agli scrittori, esordienti e non, maggiorenni, di tutte le nazionalità. I candidati dovranno presentare le prime righe della propria opera: l’incipit, appunto, un massimo di 1.000 battute con le quali catturare l’attenzione dei lettori e una descrizione dei contenuti dell’opera (max 1.800 battute). L’incipit deve essere inedito (le opere autopubblicate sono parificate alle inedite poiché prive di regolare distribuzione). La gara si svolgerà in lingua italiana. La possibilità di partecipare alle tappe è garantita fino ad esaurimento dei posti disponibili.
La gara di Incipit Offresi sarà trasmessa sulla rete 7WEB.TV e disponibile sulle pagine Facebook e Youtube di Incipit Offresi e sulle pagine delle biblioteche partner e altri canali collegati.
Incipit Offresi è un’iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese e Regione Piemonte, con la collaborazione della Scuola del Libro di Roma e con la sponsorizzazione di NovaCoop.
Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.
INFO E ISCRIZIONI
Giovedì 12 maggio, ore 18
Biblioteca Civica Francesco Domenico Costa e Achille e Amalia Vago, via Cervetti Vignolo 25, Santa Margherita Ligure (GE)
Silvia Bianco: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ';document.getElementById('cloakcab81042c7cf04c60e7e7cb8cefad6b9').innerHTML += ''+addy_textcab81042c7cf04c60e7e7cb8cefad6b9+'<\/a>'; - 333 809 8719
IL CORO MONTE CAURIOL AL TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI MANTIENE VIVA LA TRADIZIONE DEI CANTI DI MONTAGNA
Sabato 30 aprile alle 21:00 un concerto emozionante ed evocativo, diretto da Massimo Corso, per un appuntamento in musica con un coro che è punto di riferimento di assoluto rilievo per la coralità nazionale di origine popolare.
L’ultimo appuntamento di aprile al Teatro Sociale di Camogli è un evento emozionante nell’ambito della stagione concerti. Il Coro Monte Cauriol si esibirà infatti sul palco a partire dalle ore 21:00 di sabato 30 aprile, in un appuntamento in collaborazione con il Gruppo Musicale Golfo Paradiso e con la direzione di Massimo Corso.
Il Coro Monte Cauriol è nato a Genova nel 1950 con l’intento di mantenere viva la grande tradizione dei canti di montagna e degli Alpini. Nel corso degli anni il suo repertorio si è ampliato, aprendosi a brani corali di vario genere, fino a comprendere oggi oltre 240 pezzi. Emozionanti ed evocative, le esecuzioni del Coro Monte Cauriol hanno conquistato sia il pubblico italiano sia straniero, con oltre 1.200 concerti in Italia e all’estero.
Il Coro Monte Cauriol si pone come obiettivo la ricerca, la conservazione e la divulgazione del canto di montagna e popolare, ed è stato creato grazie ad alcuni studenti della Facoltà di Ingegneria appassionati di montagna e di canti alpini (da cui la scelta del nome Monte Cauriol) che già da tempo si riunivano a cantare le canzoni rese note dal Coro della SAT di Trento, capostipite di questo genere musicale. L’impostazione musicale del Coro Monte Cauriol, fin dagli esordi, è ispirata alla tradizione del “canto di montagna” inteso come canto corale armonizzato per voci virili, derivato dalle antiche forme di espressione musicale diffuse nelle regioni alpine.
Sotto l’influsso della personalità di Armando Corso, che ha diretto il complesso corale per oltre sessant’anni, si è formato un vasto repertorio autonomo, essenzialmente costituito da brani musicali “popolari” di autori rimasti ignoti, le cui tracce – spesso di difficile e incerta classificazione e datazione – sono diffuse nella tradizione musicale italiana ed europea. A questi si affiancano altri canti di origine popolare provenienti da aree geografiche più lontane ed alcuni brani d’autore, ormai entrati nella tradizione esecutiva, che hanno mantenuto, secondo la sensibilità e il gusto del coro, la genuinità e freschezza del canto popolare. Il materiale così scelto viene proposto, nel rispetto delle linee melodiche originali, in vesti armoniche ed esecuzioni che si rifanno al canto corale spontaneo, ricorrendo a ricercatezze vocali più sofisticate solo al fine di valorizzare con coerenza interpretativa il carattere delle melodie e dei testi poetici. Questo patrimonio musicale si è costituito sulla base di armonizzazioni per la massima parte dovute allo stesso Armando Corso, ma anche ad Agostino Dodero, musicista da sempre estimatore e collaboratore del coro, e infine all’attuale direttore Massimo Corso, figlio di Armando. Sono oltre 1.200 i concerti tenuti nel corso degli anni in ogni parte d’Italia ed all’estero, con lusinghieri giudizi da parte della critica e calorosa partecipazione del pubblico.
La produzione discografia del coro, avviata a partire dal 1960 con l’RCA e comprendente gran parte dei canti del proprio repertorio, prosegue con la ricerca di brani inediti e con la riproposizione di pezzi non più disponibili. Nel 2017 è stato inciso l’ultimo CD, “In guerra e in pace – canti alpini e popolari”. Il repertorio del coro, con testi e armonizzazioni, è stato raccolto nel “Canzoniere”, già pubblicato in tre edizioni e definito dalla critica del settore “sicuro punto di riferimento per la coralità nazionale”.
I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del teatro dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 12 (oltre che un’ora prima degli spettacoli), alla Proloco di Camogli e alla Proloco di Recco negli orari di apertura, oltre all’Hotel Cenobio dei Dogi. Si possono acquistare i biglietti anche online, tramite il sito Vivaticket. Tutte le informazioni sono sul sito www.teatrosocialecamogli.it e sui canali social del Teatro: su Facebook e su Instagram cercando @teatrosocialecamogli.
Gianluca Dotti
LA “ELENA” GHIANNIS RITSOS INTERPRETATA DA ELISABETTA POZZI ARRIVA AL TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI
Venerdì 29 aprile alle 21:00 sul palco va in scena una versione che ribalta il mito di Elena che la tradizione letteraria ci ha donato: un monologo d’autore che racconta una donna del presente, a noi più vicina e che riflette con autoironia su se stessa.
Ancora un grande appuntamento della stagione di prosa nell’aprile del Teatro Sociale di Camogli. Venerdì 29 aprile, alle ore 21:00, va in scena “Elena” di Ghiannis Ritsos, con Elisabetta Pozzi, la traduzione di Nicola Crocetti, la scenografia Matteo Patrucco, i costumi di Ilaria Ariemme, le luci di Marco Grisa, le musiche di Daniele D’Angelo – eseguite dal vivo dall’autore – e la regia di Andrea Chiodi, in una produzione del Centro Teatrale Bresciano.
Chi non è rimasto affascinato dalla figura di Elena, una delle più belle donne dell’antichità? Per lei si scatenò la sanguinosa guerra di Troia. Ma un’altra Elena si scopre nel monologo che Ghiannis Ritsos scrisse nel 1970: il poeta greco ribalta il mito di Elena che la tradizione letteraria ci ha donato. Ed Elisabetta Pozzi dà voce e corpo a questa Elena ormai vecchia e non più al centro del mondo, che riflette con autoironia su se stessa.
La Elena interpretata da Elisabetta Pozzi ha rinunciato alla bellezza effimera, scivolata via ormai molti anni addietro: la sua bellezza adesso è ben altra, quella dell’esperienza. L’esperienza di una vita vissuta all’insegna dell’amore, tra le braccia forti dei vari amanti trepidanti per lei: quell’amore diventato adesso un ricordo che non genera più alcuna passione, ma solo malinconia e forse rimpianto. Questa Elena è una donna del presente, a noi più vicina, quasi un’amica che tra un bicchiere di whisky e una sigaretta si confida a un soldato o al fantasma di un amante valutando la propria esistenza, eccezionale certo, ma che adesso sta volgendo alla fine.
In una scena che potrebbe evocare un vecchio locale o un’abitazione che porta il segno del tempo, si aggira, come una fantasma, una donna che torna con il pensiero – ossessivamente – a ciò che è stato, a un’esistenza lontanissima dal presente, una vita fatta di memoria, glorie e onori. Offre di sé un ritratto assai impietoso e ironico, non vergognandosi di presentare nella sua abitazione fatiscente quel degrado e senso di vuoto che ora la circonda, oramai derisa anche da ancelle irriverenti che le fanno dispetti. Eppure la “vecchia” Elena di Elisabetta Pozzi oltre a regalare memorie, riflessioni, immagini che il tempo non scalfisce offre al suo pubblico il fascino eterno di chi ha acceso i cuori degli eroi, rendendo per questo anche lei un’eroina immortale. Recitata con la classe della grande attrice al vertice della maturità espressiva, in un sapiente dosaggio di parole e gesti, sussurri e declamazioni, la storia della donna Elena si dipana di fronte agli spettatori, accompagnata dalle belle note della musica di Daniele D’Angelo.
I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del teatro dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 12 (oltre che un’ora prima degli spettacoli), alla Proloco di Camogli e alla Proloco di Recco negli orari di apertura, oltre all’Hotel Cenobio dei Dogi. Si possono acquistare i biglietti anche online, tramite il sito Vivaticket. Tutte le informazioni sono sul sito www.teatrosocialecamogli.it e sui canali social del Teatro: su Facebook e su Instagram cercando @teatrosocialecamogli.
Gianluca Dotti | cell. +39 333 4425539 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
I COLORI DELLA SERENISSIMA
Pittura Veneta del Settecento in Trentino
Trento, Castello del Buonconsiglio
2 luglio – 23 ottobre 2022
Mostra a cura di Denis Ton e Andrea Tomezzoli
Il ‘700 trentino tra sacro e profano
Grandi committenze. Opere disperse nel mondo.
La vicenda dei Guardi, trentini a Venezia.
Ulteriori informazioni e immagini: www.studioesseci.net
La grandiosa esposizione “I colori della Serenissima. Pittura Veneta del Settecento in trentino”, curata da Laura Dal Prà, Denis Ton e Andrea Tomezzoli, che il Castello del Buonconsiglio propone dal 2 luglio al 23 ottobre, riunisce una spettacolare compagine di splendide opere, spesso capolavori, che documentano un secolo di straordinaria pittura veneta settecentesca nelle vallate trentine.
Il racconto prende il via dal secolo precedente quando, nella sua seconda metà, l’arte veneta iniziò il suo processo di “penetrazione” nel Principato Trentino, con interventi di Sebastiano Mazzoni, Johann Carl Loth e Bernardo Strozzi per chiese del territorio.
La seconda delle settesezioni di questo affascinante percorso, si sofferma sugli anni ’30 del ‘700, anni che vedono grandi artisti veneti impegnati in fondamentali cantieri in città: Louis Dorigny, ormai ottantenne, realizza il suo capolavoro in Cattedrale, mentre Francesco Fontebasso è impegnato ad affrescare il soffitto e le lunette della Santissima Annunziata. Entrambi cicli di sublime bellezza, purtroppo dispersi o bombardati. Di essi la mostra propone i pochi lacerti superstiti accanto a disegni e bozzetti, uno dei quali eccezionalmente fatto arrivare dal Museo di Tokyo.
Dal sacro al profano. Sono stati ritrovati sul mercato antiquario e riuniti al Buonconsiglio i 5 dipinti a tema profano (storie della antichità) di Simone Brentana, opere anticonvenzionali e libere da schemi, così come lo era il loro autore.
Venezia fu città di riferimento per diverse prestigiose commissioni, decise dallo stesso Principe Vescovo o dalla nobile famiglia Giovanelli. Quest’ultima, per la “sua” Valsugana commissionò a Giambattista Pittoni opere notevoli come la pala con San Matteo per la chiesa di Borgo, dalla quale è stata tratta l’immagine dell’Angelo che funge da manifesto per la mostra. Mentre gli Asburgo chiamano Paolo Pagani a dare lustro alla chiesa dei Cappuccini a Chiusa d’Isarco.
Un capitolo importante della grande rassegna è riservato ai Guardi, giusto tributo ad una famiglia trentina: i Guardi giungono a Venezia dalla Val di Sole. Tra le loro opere in mostra, la Sacra Famiglia originariamente per la chiesa di Strigno, oggi al Museo di Toledo (Ohio) da cui torna per la mostra.
Al principe vescovo Francesco Felice Alberti d’Enno è legato lo spettacolare ciclo di diciannove tele di soggetto vetero-testamentario che Francesco Fontebasso eseguì nel 1759, destinate alla Sala Grande e alla Sala superiore del torrione del Buonconsiglio. Obiettivo della mostra non è soltanto quello di riunire le superstiti tele del ciclo ma anche i relativi modelletti, anch’essi dispersi. Il confronto tra bozzetti e opere finite consentirà sia di integrare visivamente i soggetti, sia di valutare le differenze tra fase progettuale e momento esecutivo.
Un capitolo a sé viene destinato alla presenza di artisti veronesi. Gli importanti dipinti allegorici di Antonio Balestra e Alessandro Marchesini per il Magistrato Mercantile di Bolzano, fanno da apripista a Giambettino Cignaroli, autore di notevolissime pale d’altare oltre che di raffinate opere destinate alla committenza privata. Il prestito di due superbi capolavori di Cignaroli dallo Szépmüvészeti Múzeum di Budapest, documenta il confrontarsi dell’artista veronese con tematiche eroiche dalla forte impronta morale, insieme al livello delle sue committenze, a partire da quelle di Carlo Firmian, trentino diventato ministro plenipotenziario di Maria Teresa per la Lombardia austriaca.
Con la Santissima Trinità e i santi Pietro e Paolo per Roncegno si consuma l’ultimo atto della presenza di Francesco Guardi in Trentino, nel 1775. La commissione è promossa dai Giovanelli per l’altare maggiore eretto da Tommaso Temanza. Francesco, tre anni dopo, torna in Trentino, e descrive la Valsugana in una serie suggestiva di grandi disegni, attualmente in collezioni pubbliche e private di Ginevra, e alla Morgan Library di New York. Sono autentiche poesie, intrise di profondo lirismo, per le quali basta un segno fratto di penna o una velatura trasparente di acquerello per evocare forme e atmosfere. Il viaggio attraverso la valle che conduce alla Serenissima, si conclude poi con uno straordinario dipinto rappresentante L’albero genealogico della famiglia Giovanelli, sullo sfondo di una veduta di Venezia. Ed è con quest’opera che si conclude simbolicamente questa sontuosa mostra.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
T 0461233770
Ufficio Stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
Referente: Simone Raddi, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
FOTOGRAFIA EUROPEA 2022 UN’INVINCIBILE ESTATE
|
|
|
|
|