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Eventi culturali

LA GRANDE COMICITÀ AL TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI CON I BRUCIABARACCHE “ON THE ROAD”

Il collettivo genovese di otto comici, una vera task force della risata, sarà protagonista della serata di venerdì 25 febbraio, dalle 21:00.

Otto grandi cabarettisti, un collettivo comico genovese capace di fare ridere fino alle lacrime: i Bruciabaracche arrivano al Teatro Sociale di Camogli venerdì 25 febbraio, alle ore 21:00 nel format dell’aperitivo in cabaret con il loro show “On the road”. Sul palco otto maestri della comicità italiana: in ordine sparso, Enzo Paci, Andrea Carlini, Andrea Di Marco, Antonio Ornano, Andrea Possa, Marco Rinaldi, Daniele Raco e Daniele Ronchetti, riuniti per dare vita a una task force della risata. Un’incontenibile comicità a raffica, unica in Italia, che fa regolarmente sold out.

Uno show sempre diverso, due ore nelle quali si alternano personaggi già collaudati in tv e nuove performance, in un continuo interscambio di comicità tra i membri della formazione. Coordinati a livello autorale da Graziano Cutrona e per la parte organizzativa da Arianna Traverso, quello che doveva essere poco più di un esperimento, un modo per ritrovare vecchi amici e colleghi, si è rivelato essere da subito un successo clamoroso. Questa magnifica risposta ha spinto i Bruciabaracche a intraprendere una nuova sfida, per portare la scuola comica ligure in giro per l’Italia.

Al Teatro Sociale di Camogli la scelta della fascia oraria serale del dopocena è dettata dalle nuove regole dovute all’emergenza sanitaria, che al momento con consentono di consumare cibi e bevande all’interno dei teatri. Così l’apprezzato format dell’aperitivo, amatissimo dal pubblico nella stagione di riapertura del teatro, ha trovato ora un proprio nuovo spazio in prima serata, peraltro nella doppia veste di “Aperitivo in cabaret” e di “Aperitivo in musica”.

I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del teatro dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 12 (oltre che un’ora prima degli spettacoli), alla Proloco di Camogli e alla Proloco di Recco negli orari di apertura, oltre all’Hotel Cenobio dei Dogi. Si possono acquistare i biglietti anche online, tramite il sito Vivaticket. Tutte le informazioni sono sul sito www.teatrosocialecamogli.it e sui canali social del Teatro: su Facebook e su Instagram cercando @teatrosocialecamogli.

 

Gianluca Dotti

NIVOLA E NEW YORK

 

 

Dallo Showroom Olivetti alla Città incredibile

Museo Nivola, Orani

15 aprile - 15 luglio 2022

 

A cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Carl Stein

 

Costantino Nivola (Orani, 1911-East Hampton 1988), tra i protagonisti della scultura e della grafica italiane del Novecento, è stato una figura chiave nei rapporti tra Italia e America. Esule negli Stati Uniti perché antifascista, vi ha dato inizio a una carriera di “scultore per l’architettura” che lo ha visto collaborare con i più grandi maestri del Modernismo. Nel 1954 il suo rilievo per lo showroom Olivetti di New York ha segnato l’inizio del successo transatlantico del Made in Italy.

 

Il rapporto di Nivola con New York, la città “incredibile” e “meravigliosa” che lo aveva accolto nel 1939 dopo la fuga dall’Italia, ha segnato in profondità il suo lavoro di artista. Eccitante, coinvolgente e al tempo stesso destabilizzante, il panorama urbano di New York è metafora della condizione umana nella modernità e postmodernità. 

 

Il centro della mostra è il rilievo di Nivola per lo showroom Olivetti nella Fifth Avenue, realizzato dallo studio BBPR nel 1954, caposaldo dell’arte e dell’architettura italiane del dopoguerra e simbolo di un nuovo approccio alla comunicazione d’impresa.

 

Lungo 23 metri e alto 5, il monumentale fregio semiastratto, eseguito con la tecnica del sand casting (scultura in gesso da una matrice di sabbia), era l’elemento centrale di un’installazione che simboleggiava il cielo, il mare e la spiaggia mediterranei. Dopo la chiusura del negozio Olivetti nel 1969, fu ricollocato nel 1973 nello Science Center dell’Università di Harvard, per volontà dell’architetto Josep Lluís Sert.

 

In occasione della mostra ne è stata realizzata una ricostruzione fedele in scala 1:1 grazie all’utilizzo delle tecnologie di visual computing, stampa 3D e di videomapping.

Con i suoi 101 metri quadri di estensione, si tratta di uno dei più grandi progetti di riproduzione tridimensionale di beni culturali con fresatura robotica mai realizzato.

 

“La mostra - dice Giuliana Altea - ruota intorno a questo straordinario rilievo, esteso a coprire un’intera parete del museo, che ha esattamente le stesse misure dell’opera. La riproduzione consentirà di osservare da vicino i dettagli di una scultura il cui originale, conservato a Harvard, è difficilmente visibile dal grande pubblico. La sua realizzazione è frutto del progetto di digital humanities Nivola X Olivetti, che ha visto collaborare con la Fondazione Nivola le università di Harvard e di Sassari, il CRS4 – Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna, l’ISTI – CNR - Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione "Alessandro Faedo” di Pisa, Make in Nuoro – il fab lab della Camera di Commercio di Nuoro, l’Archivio Olivetti di Ivrea e la Fondazione Olivetti di Roma.”

 

Se il rilievo Olivetti è il punto di partenza della carriera americana di Nivola, la Combined Police and Fire Facility del 1984 ne è il punto di arrivo. Come osserva Carl Stein, autore del progetto architettonico e amico di Nivola, “l’artista, al termine della sua carriera, ha scelto un approccio narrativo e antimonumentale, raccontando il lato umano delle forze di polizia, mettendone in luce la responsabilità civica, concentrandosi su episodi di quotidiana presenza dello Stato invece di esaltare i valori assoluti dell’istituzione.”

 

Tra questi due capitoli della vicenda newyorkese di Nivola si situa, all’inizio degli anni Sessanta, il progetto della Stephen Wise Recreation Area, un insediamento di case popolari nell’Upper West Side per cui Nivola eseguì un grande graffito murale, delle sculture, una fontana e un playground con un gruppo di cavallini in cemento stilizzati. Una piccola mandria di questi cavallini, ricreati per l’occasione in scala 1.1 dalla designer Monica Casu, popolerà il parco del museo.

“I cavallini della Stephen Wise - afferma il direttore Luca Cheri - sono una delle invenzioni più felici e gioiose di Nivola, e dopo l’accesa protesta popolare sollevata dalla loro minacciata distruzione nel 2021 sono diventati il simbolo della capacità dell’arte di Nivola di toccare il suo pubblico.  Per questo vorremmo che al termine della mostra le riproduzioni rimanessero a Orani come parco giochi per i bambini.”

 

Completa la mostra una selezione di dipinti e disegni sul tema di New York. Oltre a intervenire nelle strade e negli edifici di New York con i suoi progetti - il cui tessuto connettivo è ricostruito in una timeline che mostra la presenza pervasiva dell’opera dell’artista sardo nella Grande Mela - Nivola è tornato a più riprese sul tema della metropoli nella sua produzione grafica e pittorica.  Le opere esposte colgono la natura caotica ed eccitante di New York, rendendo al tempo stesso l’incalzante fluire della vita urbana e il senso di spiazzamento e disorientamento che questo può produrre.

 

Questa mostra – dice Antonella Camarda - è il frutto della collaborazione fra umanisti, scienziati e imprese. È lo stesso spirito di sperimentazione e costante innovazione che ha caratterizzato l’approccio di Costantino Nivola ed è stato tratto distintivo dell’Olivetti. L’azienda di Ivrea ha fatto del binomio fra arte e tecnologia, antico e moderno, una bandiera negli anni cruciali della diffusione del Made in Italy negli Stati Uniti. 

Mostra a cura di

Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Carl Stein

 

In collaborazione con

Roger Broome e Steven Hillyer

 

Progettazione Allestimento

Alessandro Floris

 

Realizzazione allestimento

Artigianato e Design di Pietro Fois

 

Videomapping

Tokonoma (Chiara Ligi e Mauro Macella)

 

Grafica

Gianfranco Setzu

 

Fotogrammetrie

Visualization Research and Teaching Laboratory, University of Harvard

(Rus Gant)

Recap Robotics, LLC.

 

Ricerca in Visual Computing e Digital Modeling Rilievo Olivetti:

Visual and Data-intensive Computing, CRS4, Cagliari

(Enrico Gobbetti, Fabio Bettio, Fabio Marton)

 

Visual Computing Laboratory ISTI - CNR, Pisa

(Paolo Cignoni, Marco Callieri)

 

Digital modeling cavallini Stephen Wise

Monica Casu

 

Fabrication

Make in Nuoro

(Alessandro Lutzu, Paolo Ledda. Giuseppe Mignemi)

 

Sponsor istituzionali

Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Orani

 

Main sponsor

Fondazione di Sardegna

 

PartnerCRS4 – Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna

ISTI – CNR - Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione "Alessandro Faedo”, Pisa

Archivio Storico Olivetti, Ivrea

Fondazione Olivetti, Roma

Università degli studi di Sassari

The Cooper Union, New York

Make in Nuoro - Camera di Commercio di Nuoro

 

Si ringraziano

Agostino Cicalò, Enrico Bandiera, Beniamino de’ Liguori, Gaetano di Tondo, Giulio Iacchetti, Carlo Piccinelli, Giovanni Pirisi, Pierandrea Serra, Nader Tehrani. Un ringraziamento speciale va all’Università di Harvard e in particolare Jennifer Atkinson, Rus Gant, Michael Kelley, Oliver Knill, Curtis McMullen, Mark J. Pimentel.

 

Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI - Sergio Campagnolo

AL TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI MOLTO PIÙ CHE UN TRIBUTO AI BEATLES: IL 18 E 19 FEBBRAIO DOPPIO APPUNTAMENTO CON IL QUARTETTO THE BEATBOX

Venerdì 18 e sabato 19 febbraio, sempre alle 21:00, un grande appuntamento in musica con la “Magical Mistery Story” del mitico gruppo di Liverpool. Sul palco Marco Breglia, Filippo Caretti, Federico Franchi e Jacopo Finazzo, per due ore di energia e di indimenticabili emozioni. 

È un fine settimana all’insegna della grande musica anni Sessanta quello in arrivo al Teatro Sociale di Camogli. Venerdì 18 e sabato 19 febbraio, in entrambe le sere alle ore 21:00, un doppio appuntamento con The Beatbox, con uno straordinario quartetto a interpretare la “Magical Mistery Story” nell’apprezzato format “Aperitivo in musica”. 

Molto più di un semplice tributo ai Beatles, la performance dei Beatbox si propone di fare rivivere l’energia e il fascino del mitico quartetto di Liverpool. E per ottenere il risultato desiderato nulla è stato lasciato al caso: dalla strumentazione, identica a quella usata dai Beatles nei loro storici concerti, fino ai vestiti, confezionati su misura dalla stessa sartoria che li creò per la tournée americana dei ‘Fab Four’. 

A dare vita a questo progetto, quattro musicisti dal curriculum più che nobile: Marco Breglia (qui nello stesso ruolo di Paul McCartney), Filippo Caretti (John Lennon), Federico Franchi (Ringo Starr) e Jacopo Finazzo (George Harrison), che vantano collaborazioni con i grandi nomi del pop italiano. Il loro è uno show che attraversa i ricordi, le scoperte, gli entusiasmi di più generazioni, con esecuzioni fedelissime a quelle originali, che invogliano a ritrovare l’euforia e la positività dei mitici anni Sessanta del secolo scorso. 

La scaletta di “Magical Mistery Story” ripercorre le tappe fondamentali della grande carriera dei Beatles, dai primi successi al Cavern Club di Liverpool fino ha capolavori che hanno preceduto lo scioglimento della band nel 1970. I Beatbox ripropongono le hit beatlesiane con un’accuratezza e una fedeltà esecutive assolute, restituendo all’ascoltatore l’impatto sonoro e soprattutto vocale del leggendario quartetto. Reduci da un tour che li ha visti toccare diversi paesi, tra cui Francia, Belgio, 

Russia, Germania, Romania e Svizzera, e sempre ospiti d’onore nei più importanti “Beatles Day” Europei come quelli di Genova, Bellinzona, Sanremo e Salso Maggiore, i Beatbox richiamano non solo un pubblico ‘over 30’ ma anche folte schiere di giovanissimi che hanno fatto salire ai primi posti delle classifiche l’ultimo cofanetto dei loro successi. Musica senza età per chi ama un genere che non ha seguito la moda ma l’ha inventata, ponendosi all’origine del rock e del pop moderni. 

Oggi, l’esperienza professionale e l’entusiasmo dei Beatbox prendono forma in due ore di concerto sempre al top. “Love me do”, “She loves you”, “A hard day’s night”, “Yesterday”, “Yellow Submarine”, “Hello Goodbye”, “Hey Jude”, “Come together”, “Let it be” e “Get Back” sono solo alcune delle grandi hit della performance, a cui si aggiungono vere e proprie chicche per appassionati come “In my life”, “Girl”, “Norwegian wood” e tante altre. Riascoltare dal vivo pagine d’album e pietre miliari della musica moderna come le canzoni dei Beatles, restituite in maniera così perfetta, è un’esperienza irrinunciabile. 

Al Teatro Sociale di Camogli la scelta della fascia oraria serale del dopocena è dettata dalle nuove regole dovute all’emergenza sanitaria, che al momento con consentono di consumare cibi e bevande all’interno dei teatri. Così l’apprezzato format dell’aperitivo, amatissimo dal pubblico nella stagione di riapertura del teatro, ha trovato ora un proprio nuovo spazio in prima serata, peraltro nella doppia veste di “Aperitivo in cabaret” e di “Aperitivo in musica”. 

I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del teatro dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 12 (oltre che un’ora prima degli spettacoli), alla Proloco di Camogli e alla Proloco di Recco negli orari di apertura, oltre all’Hotel Cenobio dei Dogi. Si possono acquistare i biglietti anche online, tramite il sito Vivaticket. Tutte le informazioni sono sul sito www.teatrosocialecamogli.it e sui canali social del Teatro: su Facebook e su Instagram cercando @teatrosocialecamogli. 


Gianluca Dotti

IL FRAMMENTO DEL FREGIO DEL PARTENONE È TORNATO A CASA AD ATENE

È stato il Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis a ricevere dalle mani dell’Assessore ai Beni Culturali della Sicilia Alberto Samonà il frammento del fregio del Partenone che dal 1820 e sino a pochi giorni fa, era custodito al Museo Archeologico Salinas di Palermo. Alla cerimonia, svoltasi oggi 10 gennaio alle 13 (ora greca) al Museo dell’Acropoli di Atene, accanto al Premier Mitsotakis e all’Assessore Samonà, che ha rappresentato il Governo Musumeci, erano presenti la Ministra greca della Cultura e dello Sport, Lina Mendoni e i direttori del museo di provenienza del reperto,  Caterina Greco per il Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo e Nikolaos Stampolidis, Direttore del Museo dell'Acropoli di Atene che già da oggi lo espone, ricongiunto al fregio di provenienza.

La forte ufficialità e solennità che il Governo Greco ha voluto dare alla cerimonia testimonia l’altissimo valore simbolico che il ritorno in Grecia di questo reperto assume a livello nazionale e internazionale.

Su invito del Governo Greco, erano presenti anche i rappresentati della Stampa Internazionale accredita in Grecia.

Nelle prossime settimane arriverà in Sicilia un’importante statua acefala di Atena, databile alla fine del V sec. a.C. che sarà esposta proprio al Museo archeologico regionale Salinas di Palermo.

Commentando questo importante momento, l’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Alberto Samonà, ha affermato: “Il ritorno in Grecia di questo frammento appartenente al fregio orientale del Partenone rappresenta per noi non un momento conclusivo ma l'inizio di un nuovo rapporto con la Repubblica Greca che ci fa essere orgogliosi e consapevoli che stiamo scrivendo insieme una nuova pagina di storia: le iniziative in comune che nasceranno tra il nostro Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas diretto da Caterina Greco e il prestigioso Museo dell'Acropoli di Atene diretto da Nikolaos Stampolidis parlano la lingua di questo futuro:  oggi costruiamo insieme una nuova Europa della Cultura, che affonda le proprie radici nella nostra storia e nella comune identità mediterranea e che guarda al futuro”.

 

Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Museo A. Salinas

 

In collaborazione con

Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel +39 049.6634999

Ref. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.studioesseci.net

MARTEDÌ 11 GENNAIO, ORE 18:00, PALAZZO DUCALE DI GENOVA - SALA DEL MINOR CONSIGLIO

 

“Giù in mezzo agli uomini”, Sergio Luzzatto presenta con Monica Galfré nell’unica data italiana il suo più recente lavoro, dedicato a vita e morte dell’operaio Guido Rossa 

 

Un incontro tra due grandi esperti di storia moderna italiana, organizzato da Frame-Festival della Comunicazione per raccontare il volto vero del sindacalista che ha dato la vita per sfidare le Brigate Rosse. Introduce Danco Singer. 

 

È l’unico evento in Italia con Sergio Luzzatto, a pochi giorni dall’uscita del suo più recente e chiacchieratissimo libro, quello organizzato a Genova da Frame-Festival della Comunicazione. L’appuntamento è per martedì 11 gennaio a partire dalle ore 18:00 presso la magnifica Sala del Minor consiglio del Palazzo Ducale (Piazza Matteotti 9, Genova), e a dialogare con l’autore sarà la professoressa di storia contemporanea dell’Università di Firenze Monica Galfré, con l’introduzione del direttore del Festival della Comunicazione Danco Singer.

 

Punto di partenza dell’evento sarà il nuovo volume di Luzzatto "Giù in mezzo agli uomini. Vita e morte di Guido Rossa", edito da Einaudi, che è già un’opera miliare della storia recente: la parabola umana dell’operaio bellunese che ha osato sfidare – rimanendone ucciso – le Brigate Rosse in un’Italia confusa e spaventata, incerta sul proprio futuro.

 

All’alba del 24 gennaio 1979, sulle alture della Genova popolare, due colpi di pistola sparati a bruciapelo uccidevano il 44enne operaio comunista Guido Rossa. Lo uccidevano al buio, nell'ora in cui gli operai vanno a lavorare. Così quell'alba era anche un tramonto: annunciava la sconfitta politica delle Brigate Rosse, e segnava la fine della loro illusione di conquistare il favore delle classi lavoratrici. Ma la vita del “compagno Rossa” non si esaurisce nella sua morte, né si limita a riflettere la morte di un'utopia operaista respinta dal movimento operaio. Grazie allo scavo archivistico di Sergio Luzzatto – e al suo talento narrativo – la storia di un “fresatore meraviglioso” diventa il ritratto, sorprendente ed esemplare, di un italiano nel dopoguerra.

 

Insieme a Monica Galfré, Sergio Luzzatto restituirà nobiltà e debolezze, cadute e riscatti, ardimenti e sofferenze fino a oggi sconosciuti di un uomo intenso, complicato, sanguigno, un bellunese “razza Piave”, cresciuto a Torino da figlio di immigrati e trapiantato nella Genova del “miracolo economico”, che non può restare impresso nella memoria come un “santino laico”. “Compagno Rossa”, nietzschiano contaminato dal Superomismo, Guido Rossa fu campione d'arrampicata dalle Alpi all'Himalaya, paracadutista della Folgore e raffinato fotografo che amava scovare immagini di acquedotti romani insieme alla figlia Sabina nelle riviere liguri. Guido Rossa scese “giù in mezzo agli uomini” per cercare la strada della liberazione, giovane sindacalista in piazza con la bandiera rossa della Cgil e il pugno chiuso, capace di rischiare la vita per tenere ferme le sue idee, e lasciare un segno forte e indelebile con la sua militanza dentro e fuori dalle fabbriche.

 

L’incontro, che non a caso si tiene nella città dove Guido Rossa è stato sindacalista, esplorerà quel ritratto vivido e crudo che sta dietro quella “immaginetta” con cui solitamente sono consegnati alla memoria storica le vittime del terrorismo, facendo i conti con una personalità originale, irrequieta, scomoda, un uomo dal carattere poco tollerante, “provocatorio e attaccabrighe”, come lo definisce il compagno operaio Renato Penzo. Ed è in questa verità di uomo che emerge la sua forza come eroe autentico, come inedito baluardo democratico da riscoprire. Dapprima meccanico in un’officina a conduzione familiare, poi fresatore Fiat nei capannoni nuovi fiammanti di Mirafiori Sud, infine attrezzista Italsider nella città capitale delle partecipazioni statali, Guido Rossa incarna un po’ tutta la storia del trentennio durante il quale le cosiddette tute blu poterono sembrare il soggetto sociale portante di una Repubblica costituzionalmente fondata sul lavoro. Ma cercare l’uomo dietro l’icona ha comportato altro ancora: nell’oralità del dialetto piemontese da lui parlato con gli amici, nelle lettere scritte ai compagni di cordata, nelle poesie e nelle canzoni scrupolosamente ricopiate, nelle fotografie scattate in montagna come al mare, si scopre un Rossa totalmente inedito. Un carattere dissacrante e uno spirito artistico, oltre all’alpinista temerario e al sindacalista eroico.

 

L’incontro di Frame-Festival della Comunicazione farà da apripista anche a un’intensa mostra dedicata a Guido Rossa e curata dalla figlia Sabina, che si terrà proprio all’interno del Palazzo Ducale di Genova da venerdì 14 gennaio a domenica 20 febbraio e che ripercorrerà in un itinerario visivo la sua figura, dall’arrivo in fabbrica a 15 anni alla passione per il paracadutismo e al viaggio in Nepal nel 1963.

 

L’evento è gratuito, con ingresso libero fino a esaurimento posti. In linea con le disposizioni vigenti, l’accesso è consentito solo con Green Pass Rafforzato (Super Green Pass) e mascherina di tipo FFP2. Tutte le informazioni, e gli eventuali aggiornamenti sulle regole di accesso, sono disponibili al link http://www.framecultura.it/incontro-con-sergio-luzzatto-monica-galfre/.

 

Il Festival della Comunicazione ritorna dall’8 all’11 settembre 2022 a Camogli per la sua nona edizione, dedicata al tema della Libertà. E anche quest’anno il Festival accompagna il proprio affezionato pubblico con uscite settimanali, in formato audio e nelle due serie Storie che lasciano il segno e Replay. Contenuti nuovi e inediti dalla voce diretta dei grandi protagonisti del Festival, mescolati con alcuni degli interventi che hanno fatto la storia della manifestazione. E tra le uscite speciali di inizio anno c’è “Contro la perdita della memoria”, dedicata alla lectio tenuta all’ONU nel 2013 da Umberto Eco, “padrino” del Festival di cui il 5 gennaio 2022 è il 90esimo anniversario della nascita. Tutte le puntate sono disponibili cercando festivalcom sui principali canali digitali e le piattaforme podcast, oppure su festivalcomunicazione.it e framecultura.it.

 

Informazioni: www.festivalcomunicazione.it

Facebook: @FestivalComunicazione | Twitter: @FestivalCom | Instagram: @festivalcom

Principali piattaforme podcast: festivalcom
Canale Youtube: Festival della Comunicazione, Camogli

Ufficio stampa: Gianluca Dotti | cell. +39 333 4425539 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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