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Eventi culturali

LIBERA POESIA TRA LE MURA E CAPPELLO DI PAGLIA!

Serra Sant’Abbondio e Montappone  protagonisti del Grand Tour delle Marche

 

Il 30 luglio,Libera poesia tra le muraè l’evento che a Serra  Sant’Abbondio (PU) celebra l’ancestrale tradizione della rima libera, improvvisata, contadina e d’osteria!

Quassù, alle pendici del Monte Catria, nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano, contadini, pastori, boscaioli, carbonai e minatori componevano poesie fino a non molti decenni addietro! Quassù si è diffusa la popolare pratica dell’ottava rima appenninica, purtroppo scemata a partire dall’ultimo dopoguerra.

 

Ma c’è una notte, a Serra Sant’Abbondio, nella quale i poeti si danno appuntamento per declamare le proprie composizioni, utilizzando le mura cittadine come palcoscenico naturale. Nel borgo è tutto un fluire di esperienze, con proiezioni dedicate a personaggi che hanno fatto la storia della “rima improvvisata” e performance musicali con la mitica fisarmonica di Castelfidardo. Nell’occasione sarà anche possibile assaggiare le introvabili “Pencianelle”, secondo la tradizionale ricetta gelosamente detenuta dalle donne del paese.

Imperdibile un’escursione lungo “la via dei pastori” con destinazione l’Eremo di Fonte Avellana, maestoso monastero citato da Dante nel XXI canto del Paradiso. Sembra che l’illustre autore della Divina Commedia abbia addirittura soggiornato tra queste possenti mura che racchiudono la farmacia camaldolese, lo scriptorium ed il refettorio che accoglie viandanti e pellegrini. Altrettanto imperdibile è la passeggiata ludica, vera e propria caccia al tesoroalla scoperta della poesia nascosta nel paesaggio, da vivere tra amici e familiari.

 

Il 28 e 29 luglio a Montappone (FM) ci si immerge nelle atmosfere di una vera e propria capitale europea… del copricapo! Il Cappello di Paglia è la festa che celebra le virtù di un oggetto che è tradizione, creatività e glamour. Siamo nell’alta collina del Fermano, nel distretto che sulla paglia, elemento fondamentale della civiltà contadina, ha costruito l’epopea dell’eleganza e della moda, con i copricapo apprezzati da vip e influencer di tutto il mondo.

Da non perdere la visita al “Museo del Cappello” ed all’inconsueta “Mostra del Cappellaio Pazzo”. Per i più curiosi ci sarà la possibilità di cimentarsi nella lavorazione della paglia, con la sapiente assistenza delle pagliarole di Montapponedivenute, nel tempo, vere e proprie star della manualità tradizionale marchigiana.

 

Dress code “cappello” per l’apericena di sabato, con passeggiata nel centro storico e degustazione a Palazzo Riccucci, affacciati al tramonto davanti allo splendido scenario dei Monti Sibillini, indossando rigorosamente un… copricapo! Sfilate, fuochi pirotecnici, musiche popolari e l’opportunità di degustare le specialità della cucina locale, animeranno le magiche atmosfere del borgo.

Sulla piattaforma “tipicitaexperience.it” e sull’app di Tipicità tutte le info per costruire la propria esperienza di viaggio nel Grand Tour delle Marche promosso da Tipicità ed ANCI.

                                                                                                                              

Angelo Serri

INFO: 0734.225237, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.tipicitaexperience.it

ARTE E CONFLITTI

 

 

Il Comune di Ravenna–Assessorato alla Cultura e il Museo d'Arte della città di Ravenna, presentano dal 6 ottobre 2018 al 13 gennaio 2019 la mostra ?War is over ARTE E CONFLITTI tra mito e contemporaneità a cura di Angela Tecce, storica e critica d’arte e dirigente del MiBACT, e Maurizio Tarantino, direttore del MAR.

«Pólemos è padre di tutte le cose, di tutte è Re» Eraclito
«Ma la guerra è finita! - Guerra è sempre»


Primo Levi 
Non si dà pace senza guerra e viceversa: sembra questo il modo inevitabile di affrontare la questione, ma la mostra propone un altro punto di vista: il contrario della guerra non è la pace ma il dialogo, il conflitto dominato, la dialettica.
Il progetto espositivo si articola intorno a tre temi: Vecchi e nuovi miti, sulle ideologie che in passato come oggi sono state spesso alla base di conflitti, o sulle mitologie che ne sono derivate; Teatri di guerra. Frontiere e confini, che restituisce la rilettura data dagli artisti delle immagini di guerra che si susseguono sotto i nostri occhi, dove i confini dividono ciò che è “dentro” da ciò che è “fuori”; infine Esercizi di libertà, più specificamente rivolto a ciò che l’arte può dirci sul nostro futuro, non come proiezione di un presente conflittuale, ma come spazio libero di creatività.

Il percorso espositivo
Le scelte curatoriali di Angela Tecce e il punto di vista filosofico e letterario di Maurizio Tarantino si completano con l'intervento di Studio Azzurro: quattro installazioni creano un continuum, un legame tra i diversi piani e livelli su cui si distribuisce la mostra e integra le opere con le sue classiche suggestioni audiovisive e interattive. La scala, in cui suoni e immagini accompagnano la salita del visitatore, e le sue domande. La sala d'ingresso, dove, attraverso una feritoia, ci si cala nei miti e nelle tragiche realtà della prima guerra mondiale. Il corridoio del primo piano, dove i calchi di cavalli e cavalieri del Partenone della gipsoteca del MAR si rianimano al passaggio del visitatore evocando tematiche dantesche. E infine la rilettura e ricontestualizzazione del monumento simbolo delle collezioni del MAR, la struggente lastra funeraria di Guidarello Guidarelli, recentemente restaurata e riallestita.

 

L’ordinamento dell’esposizione procede per assonanze, contrasti, armonie e disarmonie. La decisione di non seguire un criterio cronologico deriva dalla volontà di rispettare il qui e ora che non solo presiede alla realizzazione di un’opera d’arte, ma che è il portato inevitabile del suo essere storia e del suo destino. Ed è proprio per sottolineare la contemporaneità assoluta di ogni opera – tanto più in un tema sempre presente come quello della guerra – che ognuna di esse è stata scelta in modo da farne risuonare le motivazioni più profonde e poetiche, attraverso il confronto con altre opere, portatrici di sensibilità differenti se non opposte.
Il fulcro della mostra è costituito da un nucleo di artisti “storici” che hanno declinato le tematiche della guerra in modi diversi e financo opposti, dalla propaganda bellico-futurista di Marinetti a De Chirico che con I gladiatori, 1922, rilegge la violenza della guerra mondiae con il filtro di una classicità depurata ed eterna. 

 

Picasso con l’opera in mostra, Jeux des pages, 1951, torna a una riflessione sui disastri della guerra iniziata nel 1937 con Guernicae che si concluderà con le due grandi composizioni del 1952 intitolate La Guerre e La Paix.I nostri due più grandi artisti del secondo Novecento, Lucio Fontana e Alberto Burri, esprimono con sensibilità diversissime la lacerazione che i danni del secondo conflitto hanno provocato prima di tutto nelle coscienze, cui si unisce la voce sonora e indignata di Renato Guttuso.
Un nucleo di grande suggestione della mostra è costituito dal “corpo a corpo”, attraverso i secoli, di immagini guerresche: il vaso con scene di battaglia tra greci e troiani e il frammento marmoreo con un legionario romano, Il Portabandiera di Rubens e l’addio di Ettore e Andromaca di De Chirico, fino al guerriero postmoderno per eccellenza, il maestro Joda di Guerre Stellari.
I tre grandi temi che hanno ispirato la scelta degli artisti si intersecano ad ogni piano per rendere più fitta la trama della mostra: ai teatri di guerra fanno riferimento, tra gli altri, Christo, William Kentridge (che si ricollega a De Chirico), Jake & Dinos Chapman, col loro minuzioso catalogo degli orrori, Gilbert&George, reporter dei conflitti urbani, Alfredo Jaar e Robert Capa. I vecchi e nuovi miti aleggiano nell’opera di Robert Rauschenberg, nel denso e magmatico mare di Anselm Kiefer, nella denuncia di Fabre (nascosta sotto una coltre cangiante) in Andy Warhol e Hermann Nitsch, mentre sono esercizi di libertà le opere di Mimmo Paladino, Marina Abramovic, Michelangelo Pistoletto, Emilio Isgrò.

Il contrappunto filosofico letterario
Quando c'è la guerra, a due cose bisogna pensare prima di tutto: in primo luogo alle scarpe, in secondo alla roba da mangiare: perché chi ha le scarpe può andare in giro a trovar da mangiare, mentre non vale l'inverso
. È questa la lezione che Mordo Nahum impartisce a Primo Levi; e alla sua obiezione: ma la guerra è finita!, il greco risponde: Guerra è sempre
Un altro greco, Eraclito, 2500 anni prima, chiamava Polemos padre di tutte le cose. In questo lungo arco di tempo grandi pensatori ci hanno ricordato che il conflitto è connaturato all'essere umano: da Kant, che giudica lo stato di guerra e non quello di pace lo stato naturale tra gli uomini che vivono gli uni a fianco degli altri, a Hegel, che ricorda come persino gli eterni Dei del politeismo non vivono in pace perpetua. Dal Machiavelli dell'Arte della guerra a Hobbes, per il quale non esiste per alcun uomo mezzo di difesa così ragionevole quanto l'assoggettare, con la violenza o con l'inganno, tutti gli uomini che può, fino a che non vede nessun altro potere abbastanza grande da metterlo in pericolo.

 

Ancora all'inizio del Novecento i futuristi inneggiavano alla guerra “igiene del mondo” e persino nell'ambiente rarefatto della famiglia Montale, la sorella del poeta poteva scrivere a un'amica che a Eugenio Farà bene la vita militare, gioverà moralmente – perché era troppo sognatore, passivo, sulle nuvole, inadatto alla vita pratica.
Negli stessi anni Benedetto Croce, alla domanda Si può abolire la guerra ? rispondeva che una qualche forma di guerra continuerà sempre, perché la guerra è insita alla vita, e che semmai si trattava di provare a evitare nel secolo ventesimo e nei paesi di Europa, quella empirica guerra, che si fa coi cannoni e con le navi corazzate; che costa miliardi, quando non si fa, e decine di miliardi, quando si fa; e da cui il vincitore stesso esce spossato e vinto.

 

Come si sa, la speranza di Croce è stata crudelmente disillusa, e il secolo ventesimo ha visto strumenti di guerra ben più potenti e atroci dei cannoni e delle corazzate, a partire dalla prima guerra mondiale. Il mito degli uomini e dei popoli che si rinnovano, delle nazioni che ringiovaniscono, delle masse che fanno la storia, diede vita a un'orribile carneficina. E invece di un nuovo Eden scrive Claudio Magrisin cui avrebbe dovuto vivere felice e buono il nuovo Adamo, vennero a regnare e a incrudelire Mussolini, Hitler, Stalin.
Dai mostri e dalle apocalissi delle guerre del Novecento è nato il pacifismo, ben sintetizzato nel preambolo alla Costituzione dell'UNESCO del 1945: Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace. Ma ben più potente del grido degli slogan e delle canzoni rintrona ancora oggi il rumore della violenza e della sopraffazione dell'uomo sull'uomo.
I testi e le opere esposte, colloquiando tra loro, ci ricordano che il dialogo, la gestione dei conflitti e delle tensioni, la dialettica fondata sulle ragioni di ognuno non sono la pace, anzi ne sono ben lontani, ma rappresentano l’unica vera alternativa alla guerra.



ARTISTI IN MOSTRA
Marina Abramovic, Marisa Albanese, Alighiero Boetti, Maria Pia Borgnini, Botto&Bruno, Alberto Burri, Davide Cantoni, Robert Capa, Jota Castro, Jake & Dinos Chapman, Christo, Alessandra Cianelli, Giorgio De Chirico, Jan Fabre, Lucio Fontana, Regina José Galindo, Gilbert&George, Eugenio Giliberti, Paolo Grassino, Renato Guttuso, Thomas Hirschhorn, Emilio Isgrò, Alfredo Jaar, Francesco Jodice, William Kentridge, Anselm Kiefer, Jannis Kounellis, Domenico Antonio Mancini, Filippo Tommaso Marinetti, Ana Mendieta, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Gian Marco Montesano, Shirin Neshat, Hermann Nitsch, Nam June Paik, Mimmo Paladino, Pino Pascali, Perino&Vele, Pablo Picasso, Lamberto Pignotti, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Melita Rotondo, Michal Rovner, Pieter Paul Rubens, Pietro Ruffo, Salvo, Mario Schifano, Andres Serrano, Wael Shawky, Shozo Shimamoto, Studio Azzurro, Tato, Eugenio Tibaldi, Vedovamazzei, Kara Walker, Andy Warhol, Lawrence Weiner.

Mostra:  
War is over 
ARTE E CONFLITTI tra mito e contemporaneità

Sede:
  
Museo d’Arte della città di Ravenna
Enti organizzatori:
  
Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura, 
Mar -Museo d’Arte della città di Ravenna
Progetto scientifico: 
Angela Tecce e Maurizio Tarantino
Periodo: 
6 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019
Inaugurazione

5 ottobre ore 18.00
Orari mostra

martedì - domenica: 9 – 18 (chiuso lunedì)
Ingresso: 
intero € 10.00 
ridotto € 8.00
studenti € 5.00 
audioguida compresa biglietto ingresso 


Mar - Ufficio relazioni esterne e promozione  
Francesca Boschetti- Daniele Carnoli
tel +39 0544 482775 – 482487
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mar.ra.it

Ufficio stampa esterno  
Studio Esseci di Sergio Campagnolo
tel. +39.049.663499
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www.studioesseci.net

 

 

 

MONTEPULCIANO E LA CITTA' ETERNA

 


Vernice per la Stampa 14 luglio 2018, ore 18.00 

Montepulciano (Siena), Museo Civico Pinacoteca Crociani alla presenza del Prof. Claudio Strinati
Mostra a cura di Roberto Longi

 
Sarà Claudio Strinati, illustre storico dell’arte, esperto di pittura e scultura dal Rinascimento al Seicento, curatore di mostre di rilievo intenzionale come quelle dedicate a Sebastiano del Piombo, Caravaggio e i caravaggeschi, Raffaello, Tiziano, Tiepolo, a fare da prestigioso testimone all’inaugurazione della mostra “Montepulciano e la Città Eterna. Paesaggi e vedute dall’estetica del Grand Tour alla metà del XX secolo”, sabato 14 luglio, alle 18.00, al Museo Civico Pinacoteca Crociani di Montepulciano.
Il professor Strinati, che dal 1991 al 2009 è stato Soprintendente per il Polo Museale Romano, è conosciuto al largo pubblico anche per la sua attività di divulgatore di storia dell'arte in popolari trasmissioni televisive, come Divini Devoti, andata in onda su Rai5. Accanto a Strinati ad illustrare l’esposizione sarà il Direttore del Museo Civico Pinacoteca Crociani, Dott. Roberto Longi, curatore scientifico della mostra.

Andrea Rossi, Sindaco di Montepulciano e Franco Rossi, Assessore alla Cultura, annunciano intanto che la rassegna si è arricchita di un’ulteriore opera che il curatore Longi riteneva fondamentale per illustrare Montepulciano nei secoli del Grand Tour. Si tratta dell’opera seicentesca “Panorama di Montepulciano”, grande tela di eccezionale valore storico ed iconografico in quanto è l’unica testimonianza dell’epoca non solo dell’abitato cittadino ma anche della campagna circostante; in essa figurano gli edifici storici e sono anche immaginate strutture che non saranno mai realizzate come il secondo campanile di San Biagio o la cupola della Cattedrale. L’opera, che rientrava allora nel patrimonio di Banca Etruria, era già stata scelta nel 2005 per rappresentare Montepulciano, il suo territorio e il suo vino a Bruxelles, al Parlamento Europeo, dove venne temporaneamente esposta ed ammirata.

Il celebre dipinto era entrato nella collezione di Banca Etruria nel 1972, allorché l’istituto di credito aretino acquisì la Banca Popolare di Montepulciano che, a sua volta, aveva acquistato il prezioso dipinto negli anni Sessanta ad una asta d’arte. Per le note vicende di Banca Etruria il quadro è ora nella disponibilità di UBI Banca che lo ha straordinariamente concesso per la mostra.
Qui avrà un posto d’onore accanto alla spettacolare sequenza di oltre cento dipinti, acquerelli, disegni e incisioni concessi da Renato Mammucari e Fabrizio Nevola, raffinati collezionisti romani, e da cultori d’arte del territorio poliziano che, con il Dott. Longi, hanno collaborato alla realizzazione dell’esposizione.

Con il Comune di Montepulciano, titolare dell’iniziativa, collaborano alla Mostra la Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte, la Fondazione Musei Senesi, Vernice Progetti Culturali, la Pro Loco di Montepulciano e l’Università Telematica Pegaso – Sede di Montepulciano. 

Info: www.museocivicomontepulciano.it tel. 0578 717300

Ufficio Stampa Comune di Montepulciano – Diego Mancuso 348 3986239 – Luigi Pagnotta 0578 712258
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in collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499 
Referente Simone Raddi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

CORTONA MIX FESTIVAL: LE PAROLE E LE LORO FORME

Chiunque si sia trovato davanti alla pagina bianca lo sa: la partita tra incanto e abisso, a volte, si gioca nello spazio di poche lettere. Ecco perché Le parole sono importanti, ecco perché scegliere quelle giuste è fondamentale. In un’epoca in cui, paradossalmente, l’ipertrofia della comunicazione rende quasi impossibile comunicare davvero, il Cortona Mix Festival recupera questo messaggio e chiama alcuni dei protagonisti della scena culturale a confrontarsi sul tema. In programma dal 18 al 22 luglio 2018, il Festival coinvolgerà il proprio pubblico nel tradizionale “mix delle arti”, fra narrativa e poesia, cinema e musica, giornalismo e teatro, alla ricerca di quell’armonia che solo il perfetto bilanciamento degli equilibri sa dare.

Ad inaugurare il ciclo Gli incontri di Cortona (tutti in programma al Centro Sant’Agostino, a ingresso libero e accompagnati da un aperitivo offerto dall’Azienda Agricola Leuta) è Goffredo Fofi, che mercoledì 18 alle 17.15 spiega in che senso Le parole sono pietre, come titola il saggio di Carlo Levi dal quale parte la sua riflessione, abbracciando tanto la parola scritta o dichiarata quanto quella agita. La stessa di cui si intende Roberto Olivi, esperto comunicatore, fermamente convinto che sarà la letteratura a salvare il marketing: La comunicazione è un posto dove ci piove dentro, recita il titolo del suo libro, e a Cortona, insieme a Giuseppe Fantasia, spiegherà perché e in quali contesti è salutare “farsi bagnare” (ore 18.15). Chiude la giornata d’apertura Laura Morante, a Cortona nella speciale veste di esordiente. Dopo una lunga carriera accanto ai più importanti registi, l’attrice si allontana per un attimo dal palcoscenico cinematografico e, insieme a Wlodek Goldkorn, accende i riflettori su quello narrativo, calcato oggi per la prima volta con Brividi immorali (ore 19.15).

Dai meccanismi dell’efficacia comunicativa si passa, giovedì 19, alle suggestioni della parola poetica grazie all’intenso reading di Valerio Magrelli, appassionante e deciso già dal titolo, Potere alla poesia (ore 17.15). Dalla melodia dei versi a quella delle note musicali, sarà Pietro Grossi a compiere un viaggio Negli abissi e ritorno (ore 18.15) intrecciando le parole di Orrore, suo ultimo romanzo, con le ipnotiche musiche dei “The Doors” suonate dal vivo da Matteo Urro (voce), Filippo Regoli(chitarra), Giacomo Bianchi (batteria) e Gianluca Caprili(tastiera). E, per continuare con le analogie canore, la chiusura del secondo giorno di incontri è un vero e proprio acuto di livello internazionale: alle 19.15 arriva a Cortona il premio Pulitzer 2018 per la narrativa Andrew Sean Greer, protagonista di un incontro insieme alla sua traduttrice italiana Elena Dal Pra sulla preziosa capacità delle parole di unire lingue, paesi e culture diverse nel comune segno del loro significato. Una curiosità caratterizza il dialogo, moderato da Anna Cherubini: Less, romanzo vincitore del prestigioso premio, inizia proprio con il protagonista Arthur in procinto di partecipare al primo di una lunga serie di festival letterari… Casualità o fortunato presagio?

Venerdì 20 luglio torniamo agli avvenimenti della nostra contemporaneità con il giornalista Sergio Rizzo che alle 18.15 fa luce su una delle inchieste più note e complesse degli ultimi anni (al centro del suo ultimo libro Il pacco), le cui tracce portano Dal “quartierino” all’Europa, sul sentiero della finanza, lasciandosi dietro una scia di famiglie e piccoli risparmiatori sul lastrico. Sul crinale di verità più o meno camuffate si muovono anche i protagonisti del primo degli incontri del weekend: sabato 21 alle 17.15, i redattori Andrea Michielotto e Augusto Rasori giocano con il verosimile e l’inversione dei luoghi comuni spiegando le ragioni che hanno portato “Lercio” ad affermarsi come uno dei più noti siti web di satira, con notizie così assurdamente sbilanciate rispetto ai canoni del reale da sembrare vere. Una professione di fede è invece quella di Annalena Benini che alle 18.15 dà voce alle storie di coloro che hanno fatto della scrittura la ragione profonda del loro stare al mondo: ad Alessandra Tedesco, la giornalista e scrittrice racconta il momento in cui gli autori da lei intervistati hanno preso consapevolezza di essere diventati scrittori, quel momento in cui, come afferma il titolo, tra La scrittura o la vita non c’è più differenza. Dai diversi spaccati di vita, a uno solo: alle 19.15 Marco Damilano chiama tutti a rievocare una storia in particolare, quella del caso Aldo Moro, ancora oggi caratterizzata da ombre: Un atomo di verità nella materia del presente è tutto ciò che possiamo trarre da quella vicenda, abbastanza però per riflettere su cosa è stato e su chi siamo oggi.

Basta invece il titolo di una canzone ormai famosissima per introdurre il dialogo tra Gino Paoli e Amanda Sandrelli di domenica 22 luglio (ore 17.15): Una semplice magia, colonna sonora del cartone animato La bella e la bestia interpretato dai due in un memorabile duetto. Tra parole pubbliche e confessioni private, padre e figlia si racconteranno al Cortona Mix Festival, prima del concerto del cantautore con i Tri(o)Kàla. È invece un’atmosfera davvero insolita, nella Toscana del Festival, quella portata dalla scrittrice siciliana Giuseppina Torregrossa con i profumi del Sud del suo ultimo romanzo. Insieme ad Alessandra Tedesco, due storie di passione intrecciate in una trama fitta e tutta da scoprire, con un avvertimento: Prima ‘i parari mastica i paroli (ore 18.15). A chiudere il ciclo Gli incontri di Cortona, con un deciso richiamo al problema politico e culturale del fondamentalismo, Gabriele Del Grande (ore 19.15). Con il suo reportage su Dawla, lo Stato islamico, il giornalista incarcerato lo scorso anno in Turchia spinge alla riflessione con una domanda che riporta al centro il tema del Festival: se le parole sono importanti, quanto c’è di autentico nella nostra convinzione di vivere nella Fortezza Europa?


Segreteria organizzativa Cortona Mix Festival
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Ex Libris Comunicazione
Tel. 02 45475230, ufficiostampa@

ZORZETTIG A MITTELFEST: IL VINO COME IDENTITÀ CULTURALE

 

 

 

Il 5 luglio l'azienda di Annalisa Zorzettig sarà al festival di Cividale del Friuli dedicato alla cultura mitteleuropea. In degustazione Malvasia, Friulano e Pinot Nero

 

I vini di Zorzettig tornano al Mittelfest. La cantina friulana collabora anche quest’anno con il festival di Cividale del Friuli che dà spazio alle espressioni culturali dell'area Mitteleuropea. Zorzettig porterà in degustazione tre vini dalla storia mittleuropea durante l’inaugurazione di giovedì 5 luglio in Palazzo De Nordis alle 19.00: la Malvasia, il Friulano e il Pinot Nero. La scelta dei tre vini è stata fatta pensando non solo ai paesi coinvolti, ma anche agli artisti che si esibiranno nelle varie performace. Il Malvasia Myo' – Vigneti di Spessa è stato scelto perchè questa varietà è giunta in Italia da Malta e dalla Grecia, passando dalla Croazia e dalla Slovenia attraverso confini nazionali nati, spezzati e trasformati negli anni.

 

Proprio nei paesi dell'ex Jugoslavia si possono trovare le prime tracce di impianti di Malvasia d'Istria già nel Trecento. Il Friulano, un tempo Tocai, lega il bel Paese all'Ungheria con il racconto intriso di leggenda del matrimonio tra la baronessa friulana Aurora Formentini e il conte ungherese Giovanni Batthyany. E infine il Pinot Nero, un antico vitigno che arrivò in Friuli dalla Francia nella seconda metà del XIX secolo e qui ha raggiunto espressioni tra le più rilevanti in Italia. Durante il Mittelfest i brindisi con le etichette della cantina Zorzettig diventeranno segno di ospitalità e condivisione tra i popoli.

 

“Quella del 2018 – spiega Annalisa Zorzettig, titolare dell’azienda – è la nostra quinta partecipazione a Mittelfest, evento in cui crediamo molto e a cui ci ispiriamo per Convivio Zorzettig, la rassegna che si svolge in primavera al nostro Relais La Collina a Ipplis. A Convivio ogni anno proponiamo incontri che inneschino un circuito virtuoso di sinergie tra il mondo dell'enogastronomia, della cultura e dell'informazione. Il vino è un dono della natura e della maestria dell'uomo, uno strumento per realizzare ciò che il Mittelfest si propone: creare un terreno comune per l’identità europea.”

 

Dal 1991 questo evento esplora la storia e le identità dei popoli Mitteleuropei, proponendo al pubblico le tradizioni e l’eredità culturale di quest’area geografica di cui anche Zorzettig è parte integrante, valorizzando l'Alpe Adria come crocevia di popoli e culture. “Il nostro lavoro è imprescindibile dal territorio, dalle passioni, dalla natura, dall'arte, dalla cultura e dalle emozioni che ci circondano – prosegue Annalisa – e mai come in questa edizione del festival, dedicata ai Millennials, ritroviamo espressi questi elementi con una semplicità che sa coinvolgere ogni età. Il calendario di quest'anno prevede spettacoli adatti ai bambini di oggi come ai Ragazzi del 99”.

 

I Millennials, sono la generazione nata tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, cresciuta insieme all’Unione Europea e che si muove disinvolta oltre i confini degli stati, ed è già proiettata verso il futuro. Il festival porterà in città concerti, spettacoli di teatro e balletti di alcuni brillanti giovani talenti europei, con artisti da 20 paesi diversi. 31 i progetti artistici in totale.

Il programma completo su www.mittelfest.org.

 

 

Anna Sperotto

349 8434778

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