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Anteprime vini - Toscana

Chianti Lovers & Morellino 2021

di Virgilio Pronzati

 

Pur con dei cambiamenti, le Anteprime Toscane, restano uno dei maggiori eventi internazionali del vino. Cambiamenti drastici ma necessari dovuti agli effetti nefasti della pandemia. In primis lo slittamento dal mese di febbraio a maggio, e un numero ridotto di giornalisti presenti. Di positivo la qualità dei vini e le vendite in aumento. Alla Fortezza dal Basso in Firenze, l'anteprima Chianti Lovers, con un centinaio di giornalisti impegnati nella degustazione di oltre centosessanta Chianti Docg prodotti da ottanta aziende, nelle tre tipologie. Annata 2020, Superiore 2019 e Riserva 2018 in commercio da quest'anno.

Tre valide annate, in particolare la prima. Molto fruttati, freschi e sapidi, invitanti e di buon corpo i 2020; bouquetè, di decisa struttura e discreta armonia i  Superiore; al naso intensi e complessi, pieni e abbastanza persistenti in bocca i Riserva. Di ulteriore interesse i Chianti prodotti nelle sette menzioni aggiuntive. Complessivamente, un livello qualitativo che va dal buono all'ottimo. Pochi vini come i Chianti possiedono il dono di abbinarsi a innumerevoli piatti. In Italia era scontato; all’estero è necessario fare più promozione. Chianti non è solo vino!

E’ una terra unica: un contenitore colmo di storia, tradizioni e cultura. E’ il territorio da vino più antico del mondo. L'attuale evento che ha posto  all'attenzione di operatori del settore e della stampa le ultime annate, ha registrato un successo completo. All'alta qualità globale si è unito quest'anno un aumento delle vendite del 11% rispetto al 2020.  Soddisfatto  il presidente del Consorzio Giovanni Bus: Questi dati sono un’ottima notizia per il nostro Consorzio. Confermano che nonostante la pandemia i consumatori continuano ad apprezzare questo prodotto che illustra sia la Toscana che l’Italia.

Adesso l’obiettivo principale è ripartire al più presto presentandoci in manifestazioni mondiali per  per promuovere al meglio la denominazione e le sue aziende”. Il Consorzio del Vino Chianti è uno dei primi natii in Italia, essendo stato costituito nel 1927 da alcuni viticoltori. Oggi i soci viticoltori sono quasi 3.000, operanti su una superficie vitata di circa 15.500 ettari, che ogni anno esprime una media di produzione di circa 800 mila ettolitri, da cui derivano quasi 100 milioni di bottiglie.

Anche il Morellino di Scansano ha saputo meritatamente collocarsi tra io migliori vini Docg di Toscana.  Superato lo stallo  dei primi anni con vini pieni ma un pò opulenti e di limitata finezza ed armonia, i Morellino di Scansano sono oggi di buon pregio, sempre più apprezzati sia da operatori del settore che da consumatori esigenti. All’assaggio settantatré vini prodotti da ventotto aziende delle seguenti annate: 2020 Annata e 2018 Riserva con 41 etichette, 2019, 2017 e 2016 (quest’ultime Riserva) per altre trentatré. Dal buono all’ottimo i 2020: fruttati, freschi, sapidi e persistenti. Di buon livello i 2019: intensi e persistenti, fruttati e speziati, sapidi e continui. 

Dal medio al buono le Riserve: fruttati e speziati al naso, secchi e sapidi, divisi tra tannici e quasi morbidi in bocca.  Interessanti e godibili le Riserve 2016 e 2017, in particolare la prima.  Il Morellino di Scansano ha compiuto 43 anni. Doc nel 1978 e Docg nel 2006 con la vendemmia 2007. Lo tutela il Consorzio costituito nel 1992 da pochi produttori, saliti oggi ad oltre 200. La produzione media globale dei due tipi di Morellino dii Scansano  è di circa 10 milioni di bottiglie all’anno. Non solo: il Consorzio Tutela Morellino di Scansano ha creato Visitmorellino.com. Un  portale dedicato all’offerta turistica del territorio del Morellino di Scansano. Dati comunicati dal Direttore del consorzio Alessio Durazzi.   

 

Foto: Consorzio Vino Chianti  e  Consorzio Tutela Morellino di Scansano

 

IL BRUNELLO ? SEMPRE IL BENVENUTO! XXVIII EDIZIONE

di Virgilio Pronzati

 

Montalcino e il Brunello

Se il Brunello di Montalcino è oggi uno dei vini più conosciuti e apprezzati nel mondo, il merito è in gran parte della famiglia Biondi Santi. Una lunga storia iniziata con Clemente Santi, che prosegue oggi con Franco e i suoi figli Jacopo e Alessandra. Quasi alla fine dell’Ottocento, da una felice intuizione del garibaldino Ferruccio Biondi Santi, nacque il Brunello di Montalcino. Un vino divenuto mito, che oggi occupa le posizioni di vertice nel mondo del vino. Da quella bottiglia datata 1888, una pietra miliare del vino toscano, sono seguiti i tempi duri e bui, prima della fillossera e poi quelli ancor più nefasti del periodo bellico. Per merito d’alcuni produttori come i Santi e i Colombini, il vino locale, iniziò il lento ma graduale riscatto che condusse Montalcino all’attuale prosperità.  

 

Panorama di Montalcino

Non solo. A Montalcino c’è l’esempio (tra i pochi al mondo) di come il vino dia più reddito dell’industria, salvaguardando inoltre la salute dell’uomo e dell’ambiente. Un vino carismatico che valorizza non solo il territorio da cui nasce, ma tutta l’enologia italiana. Da qualche decennio, il Brunello di Montalcino si pone accanto ai grandi chateaux bordolesi. Malgrado la grave crisi economica che ha colpito non solo i Paesi del vecchio continente, il Brunello di Montalcino mantiene un trend positivo, che lo fa attestare tra i pochi grandi vini di fascia alta tra i più venduti. 

 

Benvenuto Brunello 

Si conferma da anni, manifestazione d’assoluto rilievo internazionale. In ogni edizione è presente il meglio della stampa mondiale, buyer e operatori del settore, nonchè enoappassionati di vari Paesi.  

 

Vigneti di Montalcino

Location e il Tasting

Nella due giorni ilcinese, il 21 e 22 febbraio scorso, nel suggestivo Chiostro del Museo di Montalcino, c’è stata la presentazione e l’assaggio della nuova annata 2015 (Cinque Stelle) di Brunello di Montalcino, la Riserva 2014 (Tre Stelle) dello stesso vino, nonché Rosso di Montalcino 2018, i Moscadello e Sant’Antimo. Una kermesse oltremodo impegnativa per tutti i partecipanti, pensando che totalmente i vini in degustazione erano ben 351, di cui 143 Brunello di Montalcino, 56 Selezione, 3 Riserva, 130 Rosso di Montalcino, 12 Sant’Antimo e 7 di Moscadello di Montalcino. Precisando che, sebbene alto il numero di vini in degustazione, li abbiano assaggiati tutti nell’arco dei due giorni, 

 

Parte dei giornalisti degustatori 

Dalle nostre personali valutazioni, sono emerse le seguenti considerazioni. L’annata 2015 considerata ottima per l’andamento climatico favorevole, ha dato vita a vini dall’intenso profumo, caldi e di buona struttura. Ovvio che essendo “ancora” giovani, hanno bisogno di alcuni anni per divenire più armonici. Su quelli Riserva, derivati dall’infelice annata 2014 (sarebbe più giusto dire “piccola”) caratterizzata da temperature variabili, con molte piogge e poco sole. ha dato uve con pochi zuccheri, limitata sanità e maturazione, che ha costretto a severe selezioni. I vini prodotti, in generale, erano di molta freschezza, un pò magri, con profumi discretamente intensi e persistenza. Le tre Riserve presentate, erano sicuramente piacevoli e invitanti, ma di limitata struttura e persistenza. Facendo il quadro della situazione, gran parte dei Brunello di Montalcino 2015 avranno si una buona longevità, ma già ora in grado di esprimersi. 

 

Altri giornalisti degustatori al lavoro

Globalmente dei Brunello di buona personalità, che spiccano per l’intensità olfattiva (fruttati, speziati e balsamici) e la grande ed equilibrata struttura. Entrando nel dettaglio, secondo i nostri personali giudizi, dei centoquarantatre campioni di Brunello,  venticinque ottimi, quarantuno buoni, quarantacinque medio-buoni e trentaquattro discreti. Simili, i risultati emersi dalla valutazione delle Selezioni/Vigna: dieci ottimi, dodici buoni, tredici medio-buoni e venti discreti. Quelli di maggiore qualità e armonia, presentavano un color rosso granato, un bouquet intenso e persistente, fine, discretamente ampio e composito, con netti sentori fruttati e, in parte vegetali e balsamici, speziati, discretamente boisé, dal sapore secco, fresco e sapido, giustamente astringente, caldo, di buona struttura e continuità, dal retrogusto netto che richiama le note olfattive.   

 

Da sin. Il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci

 

Gli altri vini

Valutando attentamente i Rosso di Montalcino 2018 li abbiamo trovati per la metà validi, un terzo sul medio e, discreti i restanti. Quest’ultimi, dal medio al discreto, erano si ottimali all’aspetto, ma dai profumi ancora vinosi e appena fruttati, poco  fini e ancora in gran parte tannici e poco morbidi per la giovane età.  Eccone il quadro: sedici ottimi, quaranta buoni, trentadue sul medio.buono e quarantadue discreti.  Mentre tra i Sant’Antimo, cinque si attestavano sul buono e sette sul discreto. Dei sette Moscadello di Montalcino,  ben cinque sul buono e due sul discreto. 

 

Formella della vendemmia 2019

Dal 1992, con l’assegnazione delle stelle all’annata, c’è la posa sulle mura del duecentesco palazzo comunale, di un’artistica formella in ceramica di cm 30x30, con l’anno e le stelle assegnate. Quest’anno la formella 2019 con cinque stelle, è firmata dal presidente del Coni Giovanni Malagò.    

 

Fabrizio Bindocci e Giacomo Pondini che indicano la formella inserita nel muro esterno del municipio di Montalcino

Leccio d’Oro 2020

Grand’attesa nello storico Teatro degli Astrusi al gran completo, per l’assegnazione del Leccio d’Oro. Un importante trofeo di livello internazionale, che annualmente è assegnato a operatori del settore, quali un ristorante, un’osteria e un’enoteca, che si sono distinti nella presentazione, nel servizio, nella diffusione e nella valorizzazione del vino, in particolare del Brunello di Montalcino, che abbiano una Carta dei Vini, con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello di Montalcino e degli altri vini di Montalcino, in relazione sia alle diverse annate che al numero di etichette di aziende produttrici. Al patrons dei locali è inoltre valutato il livello di conoscenza e preparazione riguardo alla realtà della zona, nonché alle caratteristiche di produzione dei vini. 

 

Quest’anno l’ambito riconoscimento è stato assegnato a Adler Thermae Spa Resort di Bagno Vignoni (SI), Enoteca Italiana di Bologna, Ferraro’s di Las Vegas, Praelum di Singapore. Premio speciale Leccio d’Oro alla catena di enoteche Signorvino e a Ilio Raffaelli, il già sindaco di Montalcino e più amato dai concittadini.  Infine al Teatro degli Astrusi di Montalcino Vittorio Sgarbi ha tenuto una applaudita lezione sul tema del vino nella storia dell’arte. 

 

Vittorio Sgarbi nella sua applaudita lezione 

I Produttori

Col d’Orcia, Collemattoni, Cordella, Corte dei Venti, Corte Pavone, Cortonesi, Cupano, Donatella Cinelli Colombini, Elia Palazzesi Collekceto, Fanti, Fattoi, Ferrero, Fornacella, Fornacina, Fossacolle, Franco Pacenti, Fuligni, Gianni Brunelli - Le Chiuse di Sotto, Giodo, Greppone Mazzi Ruffino, Il Marroneto, Il Pino, Il Poggiolo, Il Poggione, La Colombina, La Fiorita, La Fornace, La Fortuna, La Gerla,  La Lecciaia, La Magia, La Togata, Lçambardi, Lazzeretti, Le Chiuse, Le Gode, Le Macioche, Le Ragnaie, Lisini, Mastrojanni, Maté, Mocali, Musico, Padelletti, Palagetto, Palazzo, Paradiso di Cacuci, Pian delle Querci, Pian delle Vigne, Piancornello, Pietroso, Piombaia, Podere Brizio, Poggio Landi, Podere Martoccia, Podere Le Ripi,  Poggio Antico, Poggio dell’Aquila, Poggio di Sotto, Tenuta San Giorgio, Poggio la Croce, Poggio Lucina, Querce Bettina, Quercecchio, Renieri, Ridolfi, Roberto Cipresso, Salvioni La Cerbaiola, San Giacomo, San Polino, San Polo, Sancarlo, San Lorenzo, Santa Giulia, Sassodisole, Scopetone, Scopone, Sesta di Sopra, Sesti, Solaria, Talenti, Tassi-Franci, Tenuta Buon Tempo, Tenuta Crocedimezzo, Tenuta di Sesta, Tenuta La Fuga, Tenuta Le Potazzine, Tenute Silvio Nardi, Terre Nere, Tiezzi, Tornesi, Uccelliera, Voliero, Val di Suga, Vasco Sassetti, Ventolaio, Verbena, Villa al Cortile, Villa I Cipressi, Villa Le Prata, Villa Poggio Salvi, Agostina Pieri, Aisna, Albatreti, Altesino, Caparzo, Argiano, Armilla, Baccinetti, Banfi, Barbi, Baricci, Beatesca,  Bellaria, Belpoggio, Bonacchi, Bottega, Camigliano, Campogiovanni, Canalicchio di Sopra, Canneta, Cantina di Montalcino, Capanna,   Capanne Ricci, Caprili, Carpineto, Casa Raia, Casanuova di Neri, Casanuova delle Cerbaie, Casisano, Castello Romitorio, Castello Tricerchi, Castiglion del Bosco, Cava d’Onice, Celestino Pecchi, Cerbaia, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Col di Lamo, Poggio Il Castellare.

 

Fabrizio Bindocci presidente del Consorzio di Tutela Brunello di Montalcino

Valutazioni del Consorzio del Brunello di Montalcino per le annate dal 1945 al 2014. Le annate sottolineate sono quelle tuttora in corso di affinamento in botte o bottiglia. In grassetto le annate a cinque stelle.

 

1945 ***** 1946 **** 1947 **** 1948 ** 1949 *** 1950 **** 1951 **** 1952 ***   1953 *** 1954 **   1955 ***** 1956 ** 1957 **** 1958 **** 1959 *** 1960 *** 1961 ***** 1962 **** 1963 *** 1964 ***** 1965 **** 1966 **** 1967 **** 1968 *** 1969 ** 1970 ***** 1971*** 1972 * 1973 *** 1974 ** 1975 ***** 1976 * 1977 **** 1978 **** 1979 **** 1980 **** 1981 *** 1982 **** 1983 **** 1984 * 1985 ***** 1986 *** 1987 *** 1988 ***** 1989 ** 1990 ***** 1991**** 1992 ** 1993 **** 1994 **** 1995 ***** 1996 *** 1997 ***** 1998 **** 1999 **** 2000 *** 2001 **** 2002 ** 2003 **** 2004 ***** 2005 **** 2006 ***** 2007 ***** 2008 **** 2009 **** 2010 ***** 2011 **** 2012 ***** 2013****   2014 *** 2015 ***** 2016 ***** 2017 **** 2018 **** 2019 *****

 

Il Brunello & C.  in cifre 

(Fonte: Consorzio del Vino Brunello di Montalcino)

La superficie complessiva vitata del territorio di Montalcino è di 3.500 ettari, così ripartiti: 2.100 ettari coltivati a Brunello di Montalcino, 510 ettari coltivati a Rosso di Montalcino, 50 ettari coltivati a Moscadello di Montalcino, 480 ettari coltivati a Sant’Antimo Doc, mentre i restanti 940 ettari sono a Igt.  La produzione media annua dei vini prodotti a Montalcino: Brunello di Montalcino 8.500.000 bottiglie, Rosso di Montalcino 4.000.000 di bottiglie, Sant’Antimo 500.000 bottiglie e Moscadello di Montalcino 80.000 bottiglie. Complessivamente sul territorio operano 250 produttori di cui 208 imbottigliatori, tutti associati al Consorzio. Dimensione delle aziende: il 22% è inferiore ad un ettaro, il 29% sono tra i e 3 ettari, il 15% sono tra i 3 e 5 ettari, un altro 15% è tra i 5 e i 15 ettari, il 9% sono tra i 15 e i 100 ettari, l’1% è sopra i 100 ettari; il 9% sono imprese esclusivamente commerciali. il valore per ettaro tocca quasi quota 1 milione di euro, per un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro. Il 4.500% in più, secondo il sito winenews.it, rispetto a cinquant’anni fa. Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è nato nel 1967 all'indomani del riconoscimento della D.O.C., come libera associazione fra i produttori, intenzionati a tutelare il loro vino il cui prestigio sempre più andava affermandosi. Ha rappresentato in questi anni uno strumento di scrupolosa e responsabile autodisciplina, sollecitando un coagulo fra aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, così che le consolidate e sagge abitudini sono diventate una comune strategia per il successo qualitativo. Il Consorzio tutela e valorizza tutti e quattro i vini a denominazione di Montalcino: Brunello di Montalcino, Rosso di Montalcino, Moscadello di Montalcino e Sant’Antimo.

 

Castello di Montalcino

Trend & Marketing

Crescono infatti le vendite all’estero, che si attestano al 70% della produzione totale (l’anno scorso era stato del 67,5%). A trainare il mercato estero sono gli USA, con oltre il 30%, seguiti da Europa (con UK ancora in crescita, Germania e Svizzera in testa) col 20%, l’Asia (Cina, Giappone, Hong Kong ecc.) che realizza il 15%, il Canada (12%) e il centro e sud America (8%). Il restante 15% è occupato dagli altri mercati. Sale la produzione, con 14.620.000 bottiglie immesse sul mercato nel 2015 (+11% rispetto allo scorso anno), così suddivise: 9.800.000 di Brunello (+17%), 4.500.000 di Rosso, 300.000 di Sant’Antimo e 20.000 di Moscadello. Il giro d’affari del settore del settore vitivinicolo a Montalcino nel 2015 è aumentato di oltre il 10% rispetto allo scorso anno, passando dai 168 milioni di euro nel 2014 agli oltre 187 milioni, dovuto principalmente all’aumento delle vendite di Brunello. Nel 2015 a Montalcino si è registrato un boom di turisti, con oltre +20% rispetto all’anno scorso, quando i turisti furono 1 milione.

 

Montepulciano: l’autentico Nobile

Di Virgilio Pronzati

La Toscana come gran parte d’Italia si potrebbe definire un museo a cielo aperto.  Antiche città patrie d’illustri personaggi di ogni forma di cultura. Nelle vaste e suggestive zone verdi, dominano la vite e l’ulivo.  Colline ornate da castelli, pievi e cipressi. Un altro patrimonio storico paesaggistico che si coniuga con tutto il resto. Montepulciano ne è un validissimo esempio. Poche città al mondo vantano simili preziosità.  Non solo. L’economia di questa città d’arte poggia sul vino e sul turismo.  “Montepulciano d’ogni vino è Re”. Così lo definisce Francesco Redi nel ditirambo della sua opera Bacco in Toscana. Una delle tante citazioni e lodi fatte secoli fa da illustri personaggi storici. 

 

Nella foto: giornalisti-degustatori al lavoro 

Ampio e ricco in suo bagaglio storico. Più che meritato il suo inserimento tra le prime Doc nazionali. Non solo. Nel 1980 il Vino Nobile di Montepulciano è la prima Docg d’Italia a essere immessa in commercio con le prime fascette statali con la serie dalla n°1 alla n° 50, custodita dal Consorzio.  Quest’anno il Vino Nobile di Montepulciano festeggia il suo 54° anniversario. Naturale quindi, che Montepulciano ospiti da anni, una delle maggiori manifestazioni internazionali legate al suo storico vino. L’edizione 2020 di Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano ha richiamato circa 400 giornalisti provenienti da vari Paesi del mondo. 

 

 Da sinistra: Paolo Massobrio e Gigi Brozzoni 

L’evento, ideato e promosso dal Consorzio di tutela del vino omonimo, costituito nel 1965, col sostegno di Enti e Istituzioni, si è tenuto nei giorni 19 (pomeriggio) e 20 febbraio, in un grande salone della storica Fortezza, ripristinata recentemente per ospitare l’anteprima e il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Nella mattina del 19 dopo gli interventi del sindaco di MontepulcianoMichele Angiolini e del Presidente del Consorzio del Nobile Andrea Rossi che oltre avere presentato l’evento e annunciato l’assegnazione di Cinque Stelle alla vendemmia 2019, è iniziata la degustazione comparata delle annate 2017, 2017 Selezione, 2016 Riserva, annate 2016, 2015 e 2013 di Vino Nobile di Montepulciano.  

 Nan-Young Baek 

La degustazione (anonima nel nostro caso) comprendeva settantatré campioni di Vino Nobile di Montepulciano di 45 aziende, con le seguenti annate: 2017 con trentadue vini di cui quattro Selezione. L’annata 2016 Riserva con sedici. Infine venticinque vini con le seguenti annate: 2016 con quindici vini, 2015 con nove vini e 2013 con un vino. Avendoli doverosamente assaggiati tutti, a mio parere si sono così espressi: dei primi trentadue 2017, otto ottimi, dodici buoni, sei dal medio al buono e sei discreti. Tra gli ottimi e i buoni  ci sono rispettivamente, i quattro Selezione.  

 

Quelli migliori si presentavano con profumi intensi e ampi, fruttati e speziati, mentre in bocca erano freschi, sapidi, pieni e persistenti, discretamente armonici sia per gioventù che il boisé. Leggermente diverso per i sedici Riserva 2016: sette ottimi, cinque buoni, uno dal medio al buono e tre discreti. Ancora più frazionati i venticinque Nobile di Montepulciano di varie annate. Dei quindici 2016 quattro ottimi, cinque buoni, tre dal medio al buono e tre discreti.  I nove 2015: due ottimi, cinque buoni, uno medio e uno discreto. Quasi pronto ma ottimo l’unico 2013. In sintesi, vini con bouquet discretamente intenso e persistente, di buona sapidità, equilibrata tannicità, pieni ma snelli e continui. Quest’anno, molto limitati, i campioni affinati troppo in legno. Al naso oltre le note fruttate, vegetale-balsamiche e speziate, tabacco e lieve boisé. In generale, vini di buon livello, caratterizzati da un esclusivo terroir: un compendio pedoclimatico abbastanza omogeneo.

 

 

La prima fascetta Docg d’Italia 

I giornalisti dopo la degustazione effettuata nel Salone della Fortezza, scesi al piano inferiore della storica struttura, hanno avuto l'occasione di assaggiare altre annate di Rosso di Montepulciano, Vino Nobile di Montepulciano e altri vini presso il banco d'assaggio con tutti i produttori. In questo contesto, tra alcuni produttori è stata discussa l’annosa questione che riguarda il Vino Noble di Montepulciano e il Montepulciano d’Abruzzo. Quesito che a detta dei produttori, crea certamente confusione nel consumatore estero. Cosa che l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Toscana avrebbe già dovuto risolvere. Nella legislazione vitivinicola comunitaria (come avvenuto per la causa persa dall’Italia con l’Ungheria per il Tocai) il nome del territorio (zona di produzione) deve prevalere sul vitigno!

La suggestiva bottaia della Vecchia Cantina di Montepulciano 

Nel pomeriggio gli stessi giornalisti divisi in piccoli gruppi, hanno visitato le aziende associate, continuando gli assaggi su altre annate di Vino Nobile di Montepulciano, di Rosso di Montepulciano, di Vin Santo di Montepulciano e, chi lo gradiva, di ottimi extravergini di oliva, terminando l’interessante percorso enologico, dei produttori. Nel nostro caso, la visita a due aziende. La prima: Icario, un’azienda giovane di appena 21 anni, dal designer moderno ma in perfetta simbiosi con l’ambiente, dotata di tutte le attrezzature d’avanguardia con cui realizza vini di pregio. Di notevole impatto visivo: dal pavimento in cristallo della sala di degustazione, si vede la schiera dei tonneaux di rovere. La seconda, la Vecchia Cantina di Montepulciano è la più antica cooperativa vitivinicola toscana. Per anni fu il principale sostegno economico di Montepulciano. Ruolo, che passati i momenti nefasti del dopoguerra, con i circa mille ettari di vigneto dei propri soci, continua ad esserlo ancor oggi. Di notevole attrattiva la bottaia sotterranea che si estende per 2800 mq. 

 Una giovane e professionale sommelier mentre serve tre giornalisti stranieri 

In serata, l’assegnazione del Grifo Nobile: riconoscimento per gli ambasciatori del vino italiano. In questa occasione sono stati premiati Luca Martini (miglior sommelier del mondo), Raffaele Porceddu (maitre dell’Adler di Bagno Vignoni), Nicola Masiello (presidente onorario della Fisar), Ida Walters (sommelier emergente) e Roberto Rossi (chef stellato del ristorante Il Silene) autore della cena di benvenuto. 

 

Alcuni dati 

(Fonte: Consorzio del Vino Nobile di Montepuciano)
Circa 16.500 ettari di superficie comunale, di cui quasi 2000 sono vitati, ossia il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.377 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 571 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 78 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2019 sono state immessi nel mercato 6,2 milioni di bottiglie di Vino Nobile e circa 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano. In media ogni anno sono prodotti circa 55.000 ettolitri di Vino Nobile e circa 18 mila destinati a divenire Rosso di Montepulciano.

 La barricaia della Cantina Icario 

 

Trend produttivo ed export 

Il Nobile di Montepulciano in numeri

Un miliardo di euro circa è il valore patrimoniale dei vigneti, Mentre il valore medio annuo della produzione vitivinicola, è di 65 milioni di euro. Quasi il 70% dell’economia locale deriva del vino. Buono l’export nel 2019 con il 78%, il restante 22% è commercializzato in Italia. In continua ascesa, negli ultimi anni, la vendita diretta in azienda che nel 2019 ha toccato il 22%. Nel mercato nazionale, le maggiori vendite sono in Toscana per il 48,5%. Al Nord è stato venduto il 14,% del totale nazionale, mentre nel restante centro-Italia sud e Isole il 15,5%. Tornando all’estero, la Germania è al primo posto con il 43%. Al secondo posto gli Stati Uniti con il 22%, seguiti nell’ordine dalla Svizzera con il 14,5%, Asia e Paesi  extra Ue con il 7% e il Canada con il 3,5%.  

 

I vini dei produttori presenti 

 

Vino Nobile di Montepulciano 2017

1   Dei 

2   Il Molinaccio La Spinosa 

3   La Braccesca                                                   

4   Cantina Chiacchiera 

5   De ‘ Ricci

6   Antico Colle

7   Boscarelli

8   Vecchia Cantina di Montepulciano

9   Podere Casanova

10  Icario

11  Fattoria della Talosa Alboreto

12  Gattavecchi

13  Lombardo

14  Le Bèrne                                   

15   Fattoria  Svetoni

16   Podere Casa al Vento

17   Poliziano

18   Tenuta Trerose Santa Caterina

19   Tenuta Valdipiatta  

20   Romeo

21   Tenuta di Gracciano della Seta

22   Vecchia Cantina di Montepulciano - Redi

23   Metinella Burberosso

24   Le Bertille

25   La Ciarliana 

26   La Combarbia 

27   Fanetti

28   Fattoria Fattoria del Cerro

 

Vino Nobile di Montepulciano  Selezione 2017

29   Tenuta Valdipiatta  Vigna d’Alfiero

30   Lunadoro Pagliareto

31   Bindella I Quadri

32   Gattavecchi Parceto

 

Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2016

33   Carpineto

34   Bindella Vallocaia 

35   Boscarelli

36   Il Molinaccio La Poiana

37   La Braccesca  Vigneto Santa Pia 

38   Fanetti

39   Le Bertille

40   Lombardo

41   Tenuta di Gracciano della Seta

42   Tenuta Trerose Simposio

43   Podere Casa al Vento

44   La Combarbia 

45   Le Bèrne

46   Fattoria del Cerro

47   Icario Vitaroccia

48   Fasssati Salarco 

 

Vino Nobile di Montepulciano 2016 

49   Az. Agr. Tiberini Podere Le Caggiole 

50   Montemercurio Messaggero

51   Croce di Febo

52  Cantina del Giusto San Claudio II 

53   Godiolo

54   Villa Sant’Anna 

55   Il Macchione

56   Manvi  Arya 

57   La Ciarliana

58   Croce di  Febo  Amore mio 

59   De ‘ Ricci Sor Aldo

60  Canneto Casina di Doro

61   Lunadoro  Granpagliareto

62   Fassati Gersemi

63  Metinella 142-4

 

Vino Nobile di Montepulciano 2015

64   Nottola Il Fattore

65   Contucci  Pietra Rossa

66   Cantina Chiacchiera Mahti 

67   Casa Vinicola Triacca Poderuccio

66   Contucci Riserva   

69   Cantina del Giusto San Claudio II

70   Dei Riserva Bossona  

71   Fattoria della Talosa Riserva 

72   Podere Casanova Riserva   

 

Vino Nobile di Montepulciano 2013

73   Az. Agricola Tiberini Riserva Vignerto Fossatone 

 

15A ANTEPRIMA DELLA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO: LA SIGNORA IN BIANCO DI TOSCANA

                                                          

di Virgilio Pronzati 

 

Anteprima e….

La Signora in bianco ha compiuto cinquantaquattro anni, portati benissimo! Anzi dimostra la verve di una ragazza. Non solo: Le sue anteprime sono salite a quindici. Un vino dall’antico e illustre passato che, superato l’usura dei tempi e delle mode, è attuale ancor oggi. Un meritato traguardo raggiunto dopo annose tappe difficili.  Merito di ostinati e bravi produttori e del proprio Consorzio di tutela che, oltre a far ottenere nel 1993 la Docg, ha via via elevato sia la qualità globale del vino che la sua immagine.  

 

Uno sguardo al passato

Già nel 1276 il commercio della Vernaccia prosperava. In certi documenti di quell’epoca, per la precisione gli “Ordinamenti della Gabella del Comune di San Gimignano”  si parla dell’imposizione di una tassa di “tre soldi per ogni soma di Vernaccia fuori Comune” e dell’istituzione di un registro dei Provveditori o Pesatori di Vernaccia. Anche se controversa l’origine del vitigno, i secoli di ambientazione in loco, ne fa ormai un vitigno autoctono.

 

  Nella foto: Convegno sull’annata 2019 

L’elogio del Redi 

<.…bacia, morde, lecca e picca e punge>. Così descrisse la Vernaccia  Michelangelo Buonarroti il Giovane,  ne  “L’Aione”  edito nel 1643.  Un giudizio che, umanizzando il vino, gli si addice perfettamente. Non fu il solo. Lo precedette nel 1541 Sante Lancerio bottigliere di Sua Santità Paolo III, elogiandone le qualità.  Lo stesso il Redi nel suo Ditirambo.  La fama del Vernaccia di San Gimignano vanta ben cinque secoli. 

 

Le annate 

La 2019 si è confermata ottima. L’andamento stagionale ha permesso di vendemmiare sino a fine settembre. Mentre la 2018 ha mostrato  in parte disomogeneità, dovuto al diverso andamento climatico che, la paura delle piogge e delle temperature in calo, ha fatto anticipare la vendemmia. Delle altre annate, in gran parte bene la 2017, dove alla scarsità produttiva, ha fatto riscontro la qualità.  Buone le rimanenti annate 2016 e 2015.  

 Panorama di San Gimignano 

Location e tasting 

Dopo quasi tre lustri, il cambio della location, passando dal Museo e Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Raffaele De Grada, alla storica Rocca di Montestaffoli che nell'Alto Medioevo appartenne al vescovo di Volterra, e oggi centro “Vernaccia di San Gimignano Wine Experience”. Storiche salette che hanno ospitato oltre trecento giornalisti italiani ed esteri (e sommelier e buyer), impegnati a valutare ben ottantuno campioni di Vernaccia di San Gimignano, tra Annata 2019 e Riserva 2018 (e annate precedenti), prodotti da trentotto aziende. Entrando nel dettaglio del tasting, l’annata 2019 comprendeva trentanove campioni, mentre le ventuno riserve provenivano da diverse annate: sette 2018, undici 2017, due 2016 e uno 2015. 

 

Secondo il mio personalissimo giudizio, i campioni 2019, rigorosamente degustati  anonimi, si sono così espressi: tredici ottimi, sedici molto buoni, sette discreti e tre tra il comune e il sufficiente. I migliori si presentavano all’aspetto: cristallini e di color paglierino con riflessi verdolini.  All’olfatto: abbastanza intensi e persistenti, fini, con sentori floreali, fruttati, vegetali e minerali di fiori d’acacia, pesca bianca quasi matura,  cedro e pompelmo bianco appena maturi, mandorla quasi fresca e pietra focaia. 

 Grappoli di Vernaccia di San Gimignano 

Alcuni con lievi note minerali (ardesia bagnata) e iodate. Al sapore: secchi, molto freschi e sapidi, delicatamente caldi, pieni na snelli, di buona persistenza. Vini che miglioreranno nell’arco di 2-3 anni, acquisendo maggiore armonia. Dal 2018, vini in gran parte validi di cui quattordici dal buono all’ottimo, con sentori prevalentemente fruttati, di buona sapidità, struttura e persistenza.  Dai cinque 2017, positive conferme: ricchi al naso e in bocca; già discretamente equilibrati e godibili. Due 2016 ottimi. Da ricordare.  

 

Passiamo alle Riserve: 2018 sei campioni di cui quattro ottimi (intensi e fruttati al naso, sapidi, pieni e persistenti in bocca) e tre dal medio al discreto.  2017 dieci vini, di cui sette ottimi, superiori ai migliori 2018 per struttura e persistenza, e tre discreti. Deludenti i due 2016. Lo stesso l’unico 2015.     

   

In sala Dante: “La Vernaccia di San Gimignano: un grande classico toscano incontra i nuovi classici del mondo. Alla ricerca dei vini di territorio”.

Interessante tasting condotto da Alessandro Torcoli, Direttore di Civiltà del bere.  Sei Vernaccia selezionate tra oltre 60 campioni, di zone e stili diversi e di più annate, in grado di dare una esposizione reale sulla Vernaccia di San Gimignano. Di fronte 6 vini da vitigni “internazionali”, provenienti da California, Sudafrica, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Argentina.

Paolo Valdastri e Lorenzo Colombo

Le Vernaccia di San Gimignano in degustazione

 

Mormoraia- Ostrea 2017

Fattoria Poggio Alloro- Le Mandorle Riserva 2014. 

Teruzzi – Sant’Elena 2016. 

Il Colombaio di Santa Chiara- L’albereta Riserva 2014. 

Panizzi- Riserva 2013. 

La Lastra- Riserva 2013

 

I vini degli altri continenti

 

Francis Ford Coppola- Director’s Cut Russian River Chardonnay 2017 (Stati Uniti). 

The Society’s- Stellenbosch Chenin Blanc 2019 (Sudafrica). 

Grosset-Polish Hill Vineyard Claire Valley Riesling 2019 (Australia). 

The Society’s- Hunter Valley Semillon 2018 (Australia). 

Greywacke- Wild Sauvignon Marlborough 2017 (Nuova Zelanda).

Bodega Catena- Adrianna Vineyards White Bones Chardonnay Mendoza 2016 (Argentina).

 

 I produttori di Vernaccia di San Gimignano incontrano i numerosi visitatori 

Premio Giulio Gambelli

Preceduto dall’interessante convegno sull’annata a cui hanno partecipato Irina Strozzi, Presidente del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano, Andrea Marrucci, Sindaco di San Gimignano, Paolo Caciorgna, enologo, Valerio Zorzi, agronomo, Leonardo Tozzi, Direttore Firenze Spettacolo e Presidente di Aset, Valentino Tesi, Miglior Sommelier AIS della Toscana e d’Italia 2019 e Ambasciatore della Vernaccia di San Gimignano, c’è stata l’attesa assegnazione del “Premio nazionale Giulio Gambelli per giovani enologi” (under trentacinque) che realizzano vini alla maniera dell’illustre scomparso. A vincere meritatamente l’edizione 2020 il giovane e bravo enologo Ivan Misuri, premiato con targa e un assegno da 1.500 euro da Irina Strozzi e Leonardo Tozzi Nasello.

 

Numeri della Vernaccia & C nel 2019

Nella vendemmia 2019 sono stati prodotti 39.381 ettolitri di Vernaccia di San Gimignano dai 693 ettari dichiarati, dato pressoché stabile rispetto al 2018, quando la produzione fu di 39.618 ettolitri.

Anche i dati dell’imbottigliamento 2019 sono perfettamente in linea con quelli del 2018, a dimostrazione di una sostanziale stabilità nei mercati: nel 2019 sono state prodotte 4.672.253 bottiglie di Vernaccia di San Gimignano, contro le 4.630.241 bottiglie del 2018.

Il giro di affari della denominazione si attesta quindi sui 13,2 milioni di euro, come anche la percentuale di Vernaccia di San Gimignano destinata all’export, che si è attestata su circa il 52%, di cui il 30% è venduto sul mercato europeo, il 18% a quello americano,  il 4,7% è destinato ai mercati asiatici.

Del  42% di Vernaccia destinata al mercato italiano circa la metà viene venduta a San Gimignano, direttamente nelle aziende e nei locali del territorio.

 Riccardo Gabriele 

Le aziende presenti all’Anteprima  Vernaccia di San Gimignano 2020

Agricoltori del Chianti Geografico, Alessandro Tofanari, Cantine Guidi, Cappella Sant’Andrea, Casa alle Vacche, Casa Lucii, Casale  Falchini, Castello Montauto - Famiglia Cecchi, Cesani, Collemucioli, Collina dei Venti, Fattoria di Fugnano e Bombereto, Fattoria Poggio Alloro, Fattorie Melini, Fontaleoni, Fornacelle, Guicciardini Strozzi, Il Colombaio di Santa Chiara, Il Lebbio, Il Palagione, La Lastra, Macinatico - Massi, Montenidoli, Marmoraia, Panizzi, Pietrafitta, Podere Le Volute, Poderi Arcangelo, Poderi del Paradiso, San Benedetto, San Donato, San Quirico, Signano, Tenuta La Vigna, Tenuta Le Calcinaie, Tenuta Montagnani, Teruzzi, Tollena. 

 

Chianti Lovers & Morellino di Scansano 2020

 Anteprima del Chianti Lovers & Morellino di Scansano 

Il Chianti, primo nelle anteprime, da tre anni insieme al Morellino di Scansano.  Il motivo è semplice. Il Chianti vanta antica e prestigiosa notorietà mondiale.  In questo caso ne trasmette gran parte al Morellino di Scansano. Può essere l’inizio per creare un Consorzio globale, ossia costituito da tutti i maggiori consorzi dei vini DOCG toscani. Domenica 16 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze c’è stata la sesta edizione di “Chianti Lovers” promossa dal Consorzio Vino Chianti insieme al Consorzio Tutela Morellino di Scansano che, nell’occasione, era alla sua terza partecipazione. Appuntamento che nella scorsa edizione richiamò quattromila visitatori.  

 Grande affluenza di pubblico per Chianti Lovers & Morellino di Scansano  

Un grande evento che ha posto sotto i riflettori ben 488 etichette in degustazione di cui 206 in anteprima, prodotti da 122 aziende chiantigiane e 24  aziende grossetane. Circa quattrocento giornalisti del settore hanno potuto degustare le nuove annate di Chianti DOCG 2019 e Riserva 2017 ed altre, mentre delle 24 aziende di  Morellino di Scansano DOCG, le annate 2019, la Riserva 2017 ed altre. Di ulteriore interesse i Chianti prodotti nelle sette menzioni aggiuntive. Questa la suddivisione delle aziende nel grande padiglione.  Trentuno in provincia di Firenze. Chianti Colli Fiorentini: 15.  Chianti Rùfina: 13.  Chianti Montespertoli: 12.  Chianti Montalbano: 8.  Chianti Colli Aretini: 13.  Chianti Colline Pisane: 6.  Chianti Colli Senesi: 24.    

Chianti Rùfina: Marchesi Gondi 

I Chianti, compresi quelli delle sottozone, hanno espresso in generale un buon livello qualitativo.  Freschi, fruttati e di buona struttura quelli dell’annata 2019.  Dal discreto al buono i 2018. Decisamente dal buono all’ottimo le Riserve 2017, malgrado l’annata siccitosa e carente, si presentavano sufficientemente freschi, varietali, molto fruttati, pieni ma di buon equilibrio e invito a ribersi.  Più caratterizzati quelli delle sottozone e le riserve, in particolare i Rufina per l’altitudine. Pochi vini come i Chianti possiedono il dono di abbinarsi a innumerevoli piatti. In Italia era scontato; all’estero è necessario fare di più. Nel recente passato altri vini, sia pure solo in parte, ne hanno preso il posto.  Proprio su questo è necessario intervenire. Il Chianti non è solo vino! E’ una terra unica: un contenitore colmo di storia, tradizioni e cultura. E’ il territorio da vino più antico del mondo.

 Degustazioni non stop a Chianti Lovers & Morellino di Scansano 

Anch’esso molto positivo, il riscontro sul Morellino di Scansano: sia l’ultima annata sia le Riserve hanno dato esiti convincenti. Alcuni anni fa, questi vini erano in gran parte molto tannici, di gran corpo, alcolici, poco freschi, opulenti e meno invitanti. Oggi resi più snelli, più equilibrati e armonici, stanno aumentando di qualità e immagine. Entrando nel dettaglio, l’annata 2019 ha espresso vini fruttati pieni e caldi ma anche freschi e giustamente tannici.  Ottime le Riserve: ricche al naso e in bocca. Dal medio al buono anche quelli dell’annata 2018. Di buona complessità e longevità le Riserve 2016.  In sintesi, un successo di consensi e pubblico, come è emerso dagli interventi dei presidenti dei rispettivi consorzi, Giovanni Busi e Rossano Teglielli.

 

 Visitatori a Chianti Lovers & Morellino di Scansano 

Chianti Lovers è cresciuto e ha contribuito a consolidare il prestigio della denominazione sul mercato nazionale e internazionale; è uno dei primi, importanti eventi dell’anno, che apre una stagione che ci auguriamo sia positiva come il nostro ultimo bilancio. Abbiamo registrato un 1% di crescita, che in numeri significano un milione di bottiglie in più vendute sui mercati di tutto il mondo. La vendemmia 2019 è in linea con le aspettative, abbiamo raggiunto l'obiettivo della riduzione del 10% delle quantità che ci eravamo dati per mantenere i magazzini in linea con l'andamento commerciale. La qualità è ottima. Il merito di tutto ciò è delle aziende che negli anni scorsi hanno fatto importanti investimenti e oggi oltre il 75% dei vigneti è stato rinnovato”.

 Continuo afflusso di visitatori a Chianti Lovers & Morellino di Scansano 

"Anteprima Morellino e Chianti Lovers sta diventando un appuntamento fisso nel panorama delle Anteprime toscane ed è il primo grande evento del 2020, attraverso cui presentare le novità del Morellino di Scansano (Annata 2019 e Riserva 2017). Il 2020 sarà un anno importante per la denominazione che guarda al futuro con ottimismo, forte di una vendemmia 2019 di alto livello, che ha dato grandi soddisfazioni sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo. 

Maggiore notorietà e immagine al nostro vino che, nato da un clone di Sangiovese, evidenziano il terroir della Maremma. Quest’anteprima che coincide con i 40 anni della denominazione, è foriera di futuri successi”. 

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