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Spumanti & Champagne

LA PRIMA DELL’ALTA LANGA 2024 AL TEATRO REGIO DI TORINO

Lunedì 18 marzo, dalle 10 alle 17:30, 65 produttori e 150 cuvée 

La Prima dell’Alta Langa 2024 si terrà il prossimo lunedì 18 marzo, dalle 10 alle 17:30, al Teatro Regio di Torino, teatro tra i più grandi d’Europa e una delle più celebri istituzioni lirico-sinfoniche del panorama nazionale, con cui il Consorzio Alta Langa ha stretto una partnership dalla scorsa estate. La grande degustazione dei vini Alta Langa attualmente presenti sul mercato è riservata a un pubblico di operatori professionali: enotecari, ristoratori, barman, operatori HoReCa, buyer, distributori, giornalist Per accedere all’evento è necessario registrarsi nell’area dedicata del sito del Consorzio altalangadocg.com 

Si tratta della sesta edizione della manifestazione che negli anni si è spostata in luoghi diversi accomunati dalla bellezza: le prime due edizioni si sono svolte al Castello di Grinzane Cavour, un’edizione a Milano, a Palazzo Serbelloni, e una torinese, all’interno del Museo di Italdesign dove è stato presentato l’iconico calice “Terra”. L’edizione più recente, nel maggio 2023, si è svolta invece all’interno della suggestiva Reggia di Venaria. 

Sessantacinque produttori di Alta Langa saranno presenti alla grande degustazione al Teatro Regio con il proprio banco d’assaggio, oltre 150 etichette tra nuove cuvée e alcuni vecchi millesimi  Abrigo Fratelli; Agricola Brandini; Anna Maria Abbona;    Araldica - Il Cascinone; Banfi ; Bel Colle; Beppe Marino; Bera; Borgo Maragliano; Bosca; Calissano; Cantina Alice Bel Colle; Cantina Clavesana; Casa E. di Mirafiore; Cascina Bretta Rossa – Ravasini; Cascina Cerutti; Cavallero; Cerrino; Cocchi; Colombo;  Contratto;  Coppo; Daffara & Grasso;    Deltetto;    Enrico Serafino; Ettore Germano; Fabio Perrone; Ferraris Agricola; Fontanafredda; Fratelli Grimaldi; Gallo; Gancia; Garesio; Ghione; Il Falchetto; Ivaldi; La Fusina;    LHV Avezza;    Marcalberto; Mario Giribaldi;    Marziano Abbona;    Mascarello Michele & Figli; Matteo Correggia; Mauro Sebaste;    Monsignore; Paolo Berutti; Pecchenino; Pianbello; Piazzo Comm. Armando; Podere Gagliassi;    Poderi Cusmano;    Poderi Vaiot; Rapalino Fratelli; Rizzi;    Roberto Garbarino;    Roccasanta;    San Silvestro; Sara Vezza; Tenuta Carretta; Tenuta Rocca; Tenuta Santa Maria del Garino; Terrabianca; Terre del Barolo; Tosti1820; Vite Colte.

Due masterclass (a numero chiuso, su prenotazione) accompagneranno il pubblico all’approfondimento del potenziale di invecchiamento delle Alte Bollicine Piemontesi. Sarà inoltre possibile visitare i dietro le quinte del Teatro accompagnati da una guida.  Questo il commento di Mariacristina Castelletta, presidente del Consorzio Alta Langa: “Anno dopo anno, edizione dopo edizione, l’evento del Consorzio Alta Langa cresce e si consolida, così come la nostra compagine: se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti alla manifestazione erano 18, con circa 40 etichette in degustazione, l’anno scorso a Venaria eravamo in 60 aziende con 150 diversi vini. La Prima dell’Alta Langa si conferma l’occasione per poter assaggiare un’ampissima selezione di Alte Bollicine Piemontesi, incontrare i produttori ed entrare pienamente a contatto con lo spirito di una denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo”. 

Per informazioni scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. @altalangadocg #altalangadocg #laprimadellaltalanga 

I partner dell’evento sono:  Teatro Regio Torino

Consorzio per la tutela del formaggio Roccaverano dop Consorzio di tutela e promozione del Crudo di Cuneo Acqua S. Bernardo
Panificio Abrile
AIS Piemonte 

Con il patrocinio di: Regione Piemonte

Con il contributo di: Città di Torino

IL CONSORZIO ALTA LANGA 

Il Consorzio Alta Langa è nato nel 2001, dopo molti anni di ricerche e studi approfonditi e metodici sulla vocazione dell’area. È da sempre molto attivo: viticoltori e produttori sono coinvolti nello sviluppo di un vino, di una denominazione e di un territorio. Tutti legati da una grande scommessa: quella di un vino che non sarà pronto prima di sei anni dall’impianto dei vigneti, e che per questo deve necessariamente essere importante. A oggi il Consorzio conta più di 70 Case spumantiere e 90 viticoltori associati. 

Dal 2022 la presidente del Consorzio è Mariacristina Castelletta, vicepresidente è Giovanni Carlo Bussi

Il Consorzio vanta partnership di lunga data con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, di cui Alta Langa DOCG è Official Sparkling Wine, e con il mondo Slow Food in particolare con la Banca del Vino e con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo; il Consorzio è inoltre partner tecnico del Teatro Regio di Torino. 

L'Alta Langa Docg è il metodo classico frutto della tradizione spumantistica piemontese. La denominazione ha oggi una produzione di 3.200.000 bottiglie dalla vendemmia 2022 e una storia molto lunga alle spalle: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento. È fatto di uve Pinot nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi. A ulteriore testimonianza della perenne ricerca della migliore qualità, l’Alta Langa è esclusivamente millesimato, è cioè frutto di un’unica vendemmia e riporta sempre in etichetta l’anno della raccolta delle uve. 

Viene prodotto in un territorio collinare (dai 250 metri slm in su) che abbraccia le province di Asti, Cuneo e Alessandria: una terra che guarda le cime innevate delle Alpi e respira il mare e che raccoglie l’eredità conservata dagli avi, mantenuta intatta per molto tempo senza subire trasformazioni radicali come è avvenuto invece nelle basse colline. Quello dell’Alta Langa è un territorio prezioso, da sostenere, in cui è salvaguardata la biodiversità. Terra letteraria, terra straordinaria di resistenze - di guerre e di culture -, che ha fatto fronte ai cambiamenti e li ha assecondati senza perdere il suo bagaglio di memoria e la sua forte identità. 

L’Alta Langa ha ottenuto la Doc nel 2002 e la Docg nel 2011 (retroattiva al millesimo 2008). 

I NUMERI DEL CONSORZIO E DELL'ALTA LANGA DOCG: 

Oltre 70 Case spumantiere associate al Consorzio 

440,5 ettari di vigneto (215 in provincia di Cuneo, 178 in provincia di Asti, 47,5 in provincia di Alessandria) 

Il vigneto Alta Langa è coltivato per 2/3 Pinot nero e per 1/3 Chardonnay 

3.200.000 di bottiglie prodotte dalla vendemmia 2023 

Mercato interno: 90% 

Export: 10% 

Marianna Natale

LA PRIMA DELL’ALTA LANGA 2024 AL TEATRO REGIO DI TORINO

 

La Prima dell’Alta Langa 2024 si terrà il prossimo lunedì 18 marzo, dalle 10 alle 17:30, al Teatro Regio di Torino, teatro tra i più grandi d’Europa e una delle più celebri istituzioni lirico-sinfoniche del panorama nazionale, con cui il Consorzio Alta Langa ha stretto una partnership dalla scorsa estate.

La grande degustazione dei vini Alta Langa attualmente presenti sul mercato è riservata a un pubblico di operatori professionali: buyer, enotecari, ristoratori, sommelier professionisti, distributori, barman, giornalisti.

Per accedere all’evento è necessario registrarsi nell’area dedicata del sito del Consorzio www.altalangadocg.com 

 

Si tratta della sesta edizione della manifestazione che negli anni si è spostata in luoghi diversi accomunati dalla bellezza: le prime due edizioni si sono svolte al Castello di Grinzane Cavour, un’edizione a Milano, a Palazzo Serbelloni, e una torinese, all’interno del Museo di Italdesign dove è stato presentato l’iconico calice “Terra”. L’edizione più recente, nel maggio 2023, si è svolta invece all’interno della suggestiva Reggia di Venaria.

 

Più di sessanta produttori di Alta Langa saranno presenti alla grande degustazione a Teatro Regio, con oltre 150 etichette in assaggio; ogni banco sarà assistito da un sommelier dedicato; due masterclass (a numero chiuso, su prenotazione) accompagneranno il pubblico all’approfondimento del potenziale di invecchiamento delle Alte Bollicine Piemontesi. 

Sarà inoltre possibile visitare i dietro le quinte del Teatro accompagnati da una guida.

 

Questo il commento di Mariacristina Castelletta, presidente del Consorzio Alta Langa: “Anno dopo anno, edizione dopo edizione, l’evento del Consorzio Alta Langa cresce e si consolida, così come la nostra compagine: se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti alla manifestazione erano 18, con circa 40 etichette in degustazione, l’anno scorso a Venaria eravamo in 60 aziende con 150 diversi vini. La Prima dell’Alta Langa si conferma l’occasione per poter assaggiare un’ampissima selezione di Alte Bollicine Piemontesi, incontrare i produttori ed entrare pienamente a contatto con lo spirito di una denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo”. 

 

I partner dell’evento sono:

Teatro Regio Torino

Consorzio per la tutela del formaggio Roccaverano dop
Consorzio di tutela e promozione del Crudo di Cuneo
Acqua S. Bernardo
Panificio Abrile
AIS Piemonte

 

Per informazioni scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

IL CONSORZIO ALTA LANGA

Il Consorzio Alta Langa è nato nel 2001, dopo molti anni di ricerche e studi approfonditi e metodici sulla vocazione dell’area. È da sempre molto attivo: viticoltori e produttori sono coinvolti nello sviluppo di un vino, di una denominazione e di un territorio. Tutti legati da una grande scommessa: quella di un vino che non sarà pronto prima di sei anni dall’impianto dei vigneti, e che per questo deve necessariamente essere importante.
A oggi il Consorzio conta più di 70 Case spumantiere e 90 viticoltori associati.


Dal 2022 la presidente del Consorzio è Mariacristina Castelletta, vicepresidente è Giovanni Carlo Bussi.

Il Consorzio vanta partnership di lunga data con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, di cui Alta Langa DOCG è Official Sparkling Wine, e con il mondo Slow Food in particolare con la Banca del Vino e con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo; il Consorzio è inoltre partner tecnico del Teatro Regio di Torino.

 

L’ALTA LANGA DOCG

L'Alta Langa Docg è il metodo classico frutto della tradizione spumantistica piemontese. La denominazione ha oggi una produzione di 3.200.000 bottiglie dalla vendemmia 2023 e una storia molto lunga alle spalle: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento. È fatto di uve Pinot nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.  A ulteriore testimonianza della perenne ricerca della migliore qualità, l’Alta Langa è esclusivamente millesimato, è cioè frutto di un’unica vendemmia e riporta sempre in etichetta l’anno della raccolta delle uve.

Viene prodotto in un territorio collinare (dai 250 metri slm in su) che abbraccia le province di Asti, Cuneo e Alessandria: una terra che guarda le cime innevate delle Alpi e respira il mare e che raccoglie l’eredità conservata dagli avi, mantenuta intatta per molto tempo senza subire trasformazioni radicali come è avvenuto invece nelle basse colline. Quello dell’Alta Langa è un territorio prezioso, da sostenere, in cui è salvaguardata la biodiversità.  Terra letteraria, terra straordinaria di resistenze - di guerre e di culture -, che ha fatto fronte ai cambiamenti e li ha assecondati senza perdere il suo bagaglio di memoria e la sua forte identità.

L’Alta Langa ha ottenuto la Doc nel 2002 e la Docg nel 2011 (retroattiva al millesimo 2008).

 

I NUMERI DEL CONSORZIO E DELL'ALTA LANGA DOCG:

  • Oltre 70 Case spumantiere associate al Consorzio
  • 440,5 ettari di vigneto (215 in provincia di Cuneo, 178 in provincia di Asti, 47,5 in provincia di Alessandria)
  • Il vigneto Alta Langa è coltivato per 2/3 Pinot nero e per 1/3 Chardonnay
  • 3.200.000 di bottiglie prodotte dalla vendemmia 2023
  • Mercato interno: 90%
  • Export: 10%

Marianna Natale

ALTI DI BELLENDA: INTEGRALE, NON FILTRATO E SENZA SOLFITI AGGIUNTI

Un’unica fermentazione che termina in bottiglia. L’azienda di Vittorio Veneto si affida all’artista Maurizio Armellin per l’interpretazione grafica della nuova referenza

Bellenda presenta il nuovo Con Alti Colli Trevigiani IGT – Integrale Non Filtrato, un vino senza solfiti aggiunti con sola fermentazione in bottiglia da lieviti indigeni. L’azienda di Vittorio Veneto (Treviso) si è affidata alla creatività dell’artista Maurizio Armellin per ideare un’etichetta capace di descrivere la cifra stilistica del vino e di evocare attraverso semplici pennellate le colline delle Prealpi Trevigiane.

“Da oltre quindici anni lavoriamo sui nostri vini prestando attenzione alla loro integralità – dichiara Umberto Cosmo, titolare di Bellenda –, in bottiglia vogliamo portare un prodotto che rispecchi in modo fedele le uve delle nostre colline. Con Alti è infatti il risultato più recente di una lunga ricerca che propone un vino reso ricco dagli aromi tipici delle uve del territorio. Caratterizzato da un’unica fermentazione che termina in bottiglia, a differenza di altri rifermentati non prevede l’aggiunta di mosti conservati a freddo e mantiene il naturale deposito di lieviti, mostrandosi nel calice velato, con bollicine fini e delicate”.

Un vino sincero che si racconta in un’etichetta di carta cotone nero con tratti bianchi e verdi accesi, incorniciata a sua volta da una bottiglia di vetro trasparente chiusa con tappo a corona. Attraverso segni calligrafici fatti a mano che si ripetono nello spazio in modo continuo ma irregolare, Maurizio Armellin ha voluto richiamare da un lato le colline trevigiane, dall’altro sottolineare la naturalezza con cui il brand Bellenda vuole caratterizzare questa referenza.

Con Alti nasce nell’omonima frazione collinare di Vittorio Veneto da viti allevate su un suolo sciolto e calcareo, ricco dei residui di morena glaciale derivante dall’antico ghiacciaio del Piave, che un tempo scendeva dalla sella del Fadalto tra i monti Pizzoc e Visentin. Il clima, invece, vede l’alternarsi di inverni freddi a estati calde, non afose e ventilate. Proprio nel periodo estivo si registra una notevole escursione termica tra giorno e notte. Le uve derivano da un sistema di allevamento misto: a seconda dell’età delle viti variano dalla spalliera per passare poi alla bellussera, fino ad arrivare alle viti maritate, per una densità di impianto media di 3500 piante per ettaro. La vendemmia è manuale e inizia nella seconda decade di settembre, da qui seguono diraspamento e pigiatura con lieve macerazione durante la fermentazione, come vuole la tradizione. Il completamento della fase fermentativa avviene in bottiglia, quando il vino è ancora vivace e presenta un leggero residuo zuccherino. Il tutto avviene senza l’aggiunta di anidride solforosa, infatti i solfiti totali non superano il valore di 10 ppm (parti per milione).

Dopo la vinificazione Con Alti si presenta asciutto, fresco e sapido, con spiccati caratteri di frutti bianchi e sentori ben evidenti di caprifoglio, menta bianca, rosmarino e fiori di acacia. Note che si amplificano raggiungendo – se ben conservato – una buona complessità sia al naso che in bocca nei 10 anni successivi alla vendemmia. Un vino gastronomico sincero che accompagna pregevolmente pasti semplici e conviviali, regalando due diverse esperienze d’assaggio. “È possibile degustarlo limpido o velato – spiega Umberto Cosmo –. Nel primo caso aprite la bottiglia e, senza agitare, versatela in una caraffa; nel secondo invece servite direttamente nei calici, all’inizio il vino sarà limpido poi sempre più ricco dei suoi depositi naturali”.

Con Alti Colli Trevigiani IGT – Integrale Non Filtrato 2022 è disponibile nello shop online dell’azienda al prezzo di 12,00 euro.

 

Sara Stocco | 328 6424760 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

CHAMPAGNE DAY, IN ALTO I CALICI PER BRINDARE AL BOOM DEL MERCATO DELLE BOLLICINE FRANCESI (+71% ENTRO IL 2032): ECCO LE 5 MIGLIORI CANTINE PER CELEBRARLE

Con 247,9 milioni di fatturato e 10 milioni di bottiglie (+11,5%), l’Italia nel 2022 è stato il 5° mercato globale per le prestigiose bollicine francesi. Ma è tutto il mondo ad apprezzare sempre di più l’iconico vino d’oltralpe, che ha saputo far innamorare intere generazioni e riprendersi brillantemente dopo lo stop della pandemia. Le previsioni per il futuro sono decisamente positive con il business che, secondo le stime di GlobeNewswire, toccherà quota 12,5 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. “Da sempre è protagonista dei momenti più gioiosi delle nostre vite, un simbolo di riuscita e condivisione, emblema di soddisfazione e contentezza privata, sigillo del tempo sociale più meritevole ed eccitante   –  A confermarlo sono i numeri che hanno accompagnato di pari passo l’euforico trend di vendita dello Champagne e la crescita di Anthology, che nell’ultimo anno ha registrato un aumento a tripla cifra nel fatturato, contando un +205,4% nelle vendite.” spiega Stefano Ceccarel, Head of Sales di Anthology by Mavolo (mavolo.it).

 

Dalla Francia all’Italia, fino agli USA e non solo, il 27 ottobre si celebra lo Champagne Day. La ricorrenza, lanciata nel 2009 dal wine expert californiano Chris Oggenfuss, è stata poi riconosciuta e promossa dal Comité Champagne, l’interprofessione con sede a Epernay che riunisce oltre 16mila Vigneron della celeberrima regione vitivinicola transalpina. Per tutti gli appassionati, il quarto venerdì di ottobre è il momento tanto atteso per celebrare le bollicine più famose del mondo. La storia dello Champagne è un’epopea di oltre 300 anni, che affonda le sue radici nel Medioevo francese, quando, nei pressi della piccola cittadina di Reims, si inizia a produrre un vino raffinato ed esclusivo, riservato alle celebrazioni religiose e ai banchetti delle famiglie nobili. Attraverso i secoli, da Napoleone a Marylin Monroe, dalla Regina Elisabetta fino a Brad Pitt, in tantissimi lo hanno amato, e altrettanti continuano a farlo. Dopotutto, che festa sarebbe senza un calice di ottimo spumante? Sì, perché da che mondo è mondo, lo Champagne è il grande vino dei festeggiamenti. “Da sempre è protagonista dei momenti più gioiosi delle nostre vite, un simbolo di riuscita e condivisione, emblema di soddisfazione e contentezza privata, sigillo del tempo sociale più meritevole ed eccitante   – spiega Stefano Ceccarel, Head of Sales di Anthology by Mavolo (mavolo.it) – A confermarlo sono i numeri che hanno accompagnato di pari passo l’euforico trend di vendita dello Champagne e la crescita di Anthology, che nell’ultimo anno ha registrato un aumento a tripla cifra nel fatturato, contando un +205,4% nelle vendite.”

Lo Champagne si conferma anche dunque quest’anno re delle icone francesi, dal forte respiro internazionale. Secondo gli ultimi dati forniti dal Comité Champagne, le bollicine più amate del mondo rappresentano oggi il 10% del consumo mondiale di vini spumanti in volume e il 21% in valore. Con oltre 300 milioni di bottiglie raccolte, la vendemmia 2023 lascia ben sperare che si possa tornare a un trend che risponda con sempre più efficacia alle richieste degli appassionati. L'obiettivo è quello di tenere sotto controllo i prezzi, cavalcando l’onda di un paio di annate estremamente positive: il 2021, stagione di riaperture post-Covid di bar e ristoranti e il 2022, quando lo Champagne, con oltre 325 milioni di unità commerciate, ha registrato le più alte vendite degli ultimi 15 anni. I volumi dello Champagne promettono così di passare dai 253,5 milioni di litri del 2023 ai 311,1 milioni di litri entro il 2028. Il fatturato dello Champagne ha raggiunto un valore globale di circa 7,3 miliardi di dollari nel 2022 e si prevede che voli, secondo le stime di GlobeNewswire, a quota 12,5 miliardi nel 2032. Anche l’Italia ama lo Champagne. Il Belpaese è infatti il 5° mercato al mondo per la spumeggiante eccellenza d’oltralpe, con oltre 10 milioni di bottiglie vendute lo scorso anno e un business da 247,9 milioni di euro, posizionandosi davanti a Germania e Australia, con una crescita del 19% rispetto al 2021 secondo quanto riportato dal Comité Champagne. Già, perché gli italiani si confermano grandi conoscitori delle bollicine francesi: dalle bottiglie più classiche a quelle più esclusive, nel 2023 è stata registrata una crescita del 25% in fatturato e del 16% in quantità di bottiglie commerciate.

 

Ecco infine le migliori 5 cantine dove brindare in occasione dello Champagne Day secondo gli esperti di Anthology by Mavolo (mavolo.it):

 

·     Maison Météyer , Trelou-Sur-Marne (Francia): L’azienda ha conservato dopo ben sei generazioni i valori di autenticità appassionata dei viticoltori indipendenti, specializzandosi nella coltivazione delle tre varietà di uva della Champagne, Pinot Meunier, Pinot Noir e Chardonnay, delle quali è possibile organizzare delle degustazioni esperienziali ad hoc. Il cavallo di battaglia della cantina è il Météyer Expression Noir, un Pinot Nero adatto ad ogni occasione: aperitivo, antipasti, carni bianche, piatti gourmet.

·     Maison Saint Réol, Ambonnay (Francia): erede ideale delle grandi famiglie dello Champagne, di cui perpetuano con estro, sapienza ed esperienza l’inclinazione all’eccellenza. La volontà feroce di perseguire la qualità più alta e la benedizione di poterlo fare con le uve dei migliori terroir della Champagne fanno dell’ampia e ricca gamma di Saint-Réol un magnifico racconto di scoperte e incontri decisamente deliziosi. La famiglia presenta, come compagno perfetto di questo Champagne Day, un bicchiere di Saint-Réol Brut, che deriva dall’assemblaggio di due vitigni chiave di questa regione vitivinicola, il Pinot Noir e Chardonnay, entrambi provenienti dalle montagne de Reims. Il vino ideale per gli aperitivi più esclusivi.

·     Maison Diligent, Buxeuil (Francia): È nel sud della regione dello Champagne, nel cuore della Côte des Bar, che si trovano i vigneti della famiglia Diligent, per l’80% di Pinot Noir, per il 17% di Chardonnay e per il 3% di Pinot Blanc. I viticoltori della maison perpetuano il lavoro delle molte generazioni che li hanno preceduti e si impegnano a tramandare tutte le loro conoscenze ai loro figli. Continuità e miglioramento restano il loro proposito quotidiano e il loro obiettivo per il futuro. L’eccellenza di famiglia è l’André Diligent Véhémence Brut, che al naso sprigiona aromi di frutta matura, mentre all’assaggio si presenta fruttato e fresco con intense note agrumate.

·     Maison Jeeper, Faverolles et Coëmy (Francia): Jeeper è un nome piuttosto insolito per uno champagne e sebbene Armand Goutorbe lo abbia scelto per distinguersi dai numerosi viticoltori della regione con il suo stesso cognome, jeeper resta insolito e unico. La scelta è un omaggio alla Jeep Willys abbandonata da quelle parti dall’esercito degli Stati Uniti alla fine della guerra e dimostratasi utilissima per risalire i vigneti. Le cantine di Champagne Jeeper sono vicino a Reims, nel nord-ovest della Regione dello Champagne, e agli appassionati è offerta l’opportunità di scoprire i segreti del metodo di produzione dello Champagne, visitando i vigneti e scoprendo i segreti della coltura delle viti. Una bottiglia di Jeeper Cuvée Grand Assemblage o di Cuvée Grand Rosé è la proposta della cantina per questo giorno di festa. Si tratta di vini fruttati, corposi ed equilibrati, ideali per l’aperitivo.

·     Maison Loriot Pagel, Festigny (Francia): i Loriot sono una delle famiglie storiche di Festigny. Le generazioni si sono infatti susseguite tra questi vigneti, tramandandosi grappoli e sapere, fino ai giorni nostri. Gli champagne di Jean-Philippe sono rotondi e pieni di gusto, caratterizzati da un Pinot Meunier, espressione più tipica del terroir di Festigny, lavorato in maniera magistrale. La cantina apre al pubblico solo in via ufficiale, con un tour organizzato da un operatore del settore. Non può mancare per il brindisi un calice di Loriot Pagel Spécial Club Vintage 2015. Questo champagne millesimato, creato in esclusiva per il Club Trésors de Champagne, è una rapsodia della freschezza dolce e fruttata del Meunier, la firma del vitigno del vigneto di Festigny. Lo Spécial Club deve essere degustato con piatti raffinati e delicati, come il salmone marinato nel succo di pompelmo o il filetto di maiale dolcemente speziato.

 

 

Arianna Brasca

MODENA REGINA DELLO CHAMPAGNE. CHAMPAGNE EXPERIENCE CRESCE ANCORA   

 

Più aziende, più vini, più visitatori. È un bilancio ancora una volta positivo quello raggiunto dalla sesta edizione di Champagne Experience che si è svolta a Modena il 15 e 16 ottobre. Master class sold out e cena di gala con i produttori a Palazzo Ducale preparata dallo chef Massimo Bottura.    

La passione per le bollicine d’oltralpe non si ferma e Champagne Experience si conferma punto di riferimento a livello europeo per tutti gli operatori del settore e i wine lovers che desiderano conoscere le novità che animano la produzione del vino più famoso del mondo. Si è chiusa con un bilancio ancora una volta positivo Champagne Experience, manifestazione giunta alla sesta edizione e organizzata da Società Excellence, realtà che riunisce ventuno tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini e distillati d’eccellenza. 

Superano nuovamente quota 6000 gli accessi registrati all’ingresso dei padiglioni di ModenaFiere durante i due giorni di manifestazione, confermando i numeri dello scorso anno. In aumento i visitatori professionali che raggiungono il 78% del totale, confermando la vocazione e la missione di Champagne Experience, manifestazione che si rivolge principalmente agli operatori del mondo Horeca e del dettaglio specializzato. I visitatori, che sono giunti come di consueto da tutta Italia, hanno approfondito la loro conoscenza dello Champagne grazie alla presenza di 176 aziende, tra grandi Maison e piccoli vigneron, che hanno messo in degustazione più di 900 vini. 
“L’obiettivo era, come al solito, quello di mettere i tantissimi cultori dello champagne presenti in Italia nelle condizioni migliori per poter approfondire la conoscenza di questo magnifico vino” commenta Luca Cuzziol, Presidente di Società Excellence. “L’Italia è uno dei mercati di riferimento a livello mondiale per il consumo di Champagne, il più importante per quanto riguarda le cosiddette cuvée de prestige. Oggi possiamo dire che il nostro Paese, e Modena in particolare, ospita anche la manifestazione più importante d’Europa per quantità e qualità di aziende espositrici appartenenti al mondo dello Champagne”.   

 

Una considerazione, quest’ultima, ormai riconosciuta anche dai tanti produttori che di anno in anno aumentano sempre di più la loro presenza – quest’anno sono state 35 le aziende in più rispetto all’edizione 2022 – e dai tanti osservatori sia nazionali che esteri. Tra questi anche Michel Bettane, uno dei critici più influenti di Francia, presente a Modena per la prima volta come conduttore di una delle master class in programma. “Sono stato inizialmente sorpreso e poi particolarmente entusiasta durante la mia permanenza a questa edizione di Champagne Experience. Frequento da sempre manifestazioni dove lo champagne è uno dei protagonisti, ma questo è stato certamente l'appuntamento più importante, dedicato alle bollicine francesi, al quale io abbia mai partecipato”. Particolarmente numerosa anche la partecipazione dei produttori francesi alla esclusiva cena di gala preparata dallo chef tre stelle Michelin Massimo Bottura, che si è svolta presso il Palazzo Ducale di Modena, sede dell’Accademia Militare.  

Quest’anno il programma di master class è stato particolarmente ricco di appuntamenti, andati esauriti giorni prima della manifestazione. Molti gli approfondimenti tematici, come quello condotto da Geoffrey Orbán - "L'uomo che assaggia la terra" - che ha proposto un intenso viaggio tra i terroir della Champagne, con sorprendenti dimostrazioni basate su analisi tattili e olfattive.   

“Siamo molto soddisfatti dei grandi apprezzamenti che ogni anno Champagne Experience riceve da un po’ tutti i protagonisti, a partire dai produttori. Sono il frutto di un lavoro figlio di un modello imprenditoriale preciso, vale a dire quello portato avanti da Società Excellence e quindi dalle principali realtà nazionali che operano nel mondo della distribuzione dei vini e dei distillati di pregio. Siamo un esempio che non ha eguali in Europa, perché riesce a far coesistere insieme realtà che sono concorrenti sul mercato quotidianamente. Le migliaia di visitatori, per la maggior parte operatori professionali, che anche quest’anno sono giunte a Modena certificano la bontà del nostro progetto e la volontà di andare avanti con ancor più forza e determinazione” conclude Pietro Pellegrini, vicepresidente di Società Excellence.   

 

Silvia Roncaglia

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