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Consorzio Vino

UZBEKISTAN E CHIANTI PIÙ VICINI PER PROMUOVERE IL PRODOTTO TOSCANO

 

 

Una delegazione uzbeka in visita al Consorzio. Il direttore Bani: “Messe le basi per una proficua collaborazione”

 

Montespertoli, 8 gennaio 2022 – Un festival dell'uva e un'Università dell'enologia: sono alcune delle iniziative per suggellare l'amicizia e la collaborazione tra Uzbekistan e Toscana, nel segno del vino Chianti. Oggi una delegazione del paese dell'Asia centrale, composta dal vice governatore  della regione di Tashkent Jasmhid Babajanov, dal governatore del distretto  di Parkent Shokhrukh Shoakhmedov, dal console onorario Leonardo Comucci e da una funzionaria dell’ambasciata uzbeka in Italia, ha fatto visita al Consorzio Vino Chianti: il direttore Marco Alessandro Bani e il vice presidente Ritano Baragli hanno mostrato la regolamentazione, le fasi di produzione, l’attività di promozione, di tutela e vigilanza. La visita si è conclusa con una degustazione di vini Chianti docg di diverse tipologie ed annate per presentare tutte le sfaccettature della denominazione, compresa un'etichetta di Vin Santo del Chianti Doc.

“La delegazione uzbeka si è mostrata molto interessata ai nostri vini: l'Uzbekistan è un paese che ha grandi potenzialità, produce grossi quantitativi di uve, all’80% destinate al consumo come frutta e per la restante quota oggetto di vinificazione. Al momento sono poche le aziende che esportano vini Chianti, ma è un mercato in forte espansione che guardiamo con attenzione” afferma Marco Alessandro Bani. Per diffondere il consumo consapevole del vino il governo uzbeco ha intenzione di organizzare un Festival dell’uva nella capitale Tashkent nel prossimo autunno e ha chiesto al Consorzio un supporto organizzativo per realizzazione dell’evento. Tra i progetti in cantiere c'è anche la realizzazione di un'Università dell’enologia.

 

Franca Taras

LA CINA RICONOSCE IL PROSECCO

Importante conferma sul fronte della tutela internazionale

 

Il Consorzio del Prosecco DOC, guidato da Stefano Zanette, chiude l’anno ottenendo un importante riconoscimento internazionale. Una partita cominciata nel lontano 2014 quando il Consorzio, per garantire la protezione della denominazione, ha depositato in Cina il marchio collettivo PROSECCO.

In seguito alla pubblicazione del marchio, il Consorzio ha ricevuto una opposizione da parte dei produttori di vino australiano rappresentati dall’AUSTRALIAN GRAPE AND WINE INCORPORATED, volta ad ostacolare la protezione della IG (indicazione Geografica) Prosecco. L’opposizione mirava infatti a non far riconoscere il marchio e ad impedirne la registrazione.  

L’ufficio marchi cinese (in sigla CNIPA) invece ha rigettato l’opposizione australiana decidendo che il marchio "PROSECCO" - essendo un'indicazione geografica- è idoneo a svolgere la funzione di marchio per distinguere l'origine dei prodotti. 

Si tratta di un risultato particolarmente importante, anche considerato il ruolo strategico del mercato cinese.

Un successo attestato anche dall’Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese, Luca Ferrari, che in una lettera inviata al Presidente Zanette esprime i suoi “personali rallegramenti per la positiva conclusione del procedimento in questione, che rappresenta un passo avanti nella difesa della denominazione “Prosecco” in questo Paese.  Si tratta di un ottimo risultato ottenuto grazie alla costante sinergia fra l’Ambasciata d’Italia a Pechino, le istituzioni italiane sul territorio nazionale e il Consorzio”.

 Pronta la risposta di Zanette che ringraziando l’Ambasciatore Ferrari per la gentile testimonianza, conferma che “il successo dell’operazione va ascritto al costante lavoro di tutela svolto dal Consorzio, supportato dalla grande collaborazione dell’Ambasciata Italiana a Pechino e della Commissione Europea che con il loro contributo hanno aiutato il Consorzio a raggiungere questo importante risultato internazionale, dimostrando ancora una volta quanto la sinergia tra istituzioni pubbliche e private risulti vincente”. 

 

www.prosecco.wine/it

 

 Albina Podda

ALTA LANGA DOCG: NEL 2021 + 42% DELLE VENDITE RISPETTO AI VALORI PRE-PANDEMIA

A marzo prossimo, a Torino, la nuova edizione de La Prima dell’Alta Langa

 

Cinquanta case associate al Consorzio che producono 80 diverse etichette di Alta Langa Docg; 90 viticoltori, circa 300 ettari di vigneto (1/3 chardonnay, 2/3 pinot nero) e un + 42% di vendite rispetto ai valori pre-pandemia del 2019: le alte bollicine piemontesi chiudono l’anno con un sold-out che lascia ben sperare per il 2022, quando gli ettari di vigneto si assesteranno a quota 350, per una produzione attesa di oltre tre milioni di bottiglie.

Diverse le attività svolte quest’anno dal Consorzio, una su tutte l’avvio del progetto pilota di sensibilizzazione dei soci viticoltori per dedicare una porzione di terreno alla piantumazione di alberi simbionti del tartufo ideato insieme al Centro Nazionale Studi Tartufo.  

“Questi alberi – spiega il presidente del Consorzio Alta Langa Giulio Bava - potranno essere curati direttamente dagli agricoltori, o si potranno stabilire accordi con associazioni di trifolao che se ne occupino in modo da favorire buone pratiche di sviluppo e mantenimento delle tartufaie sul territorio delle colline alte di Langa. Il progetto è stato annunciato lo scorso settembre e acquisisce tanta più importanza in relazione all'iscrizione ufficiale della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ nella lista UNESCO del Patrimonio culturale immateriale”. Il legame tra i vini Alta Langa Docg e il Tartufo Bianco d’Alba in questi anni si è fatto via via più stretto: un comune territorio di origine, un comune senso del gusto, un comune sentire che ha avvicinati e ha permesso di vivere un’esperienza che parte dalla tavola ma va ben oltre. Ormai l’abbinamento fra le bollicine di Alta Langa e il Tartufo Bianco si è fatto strada e si è affermato tra le ricette degli chef e nei desideri di chi ama il buon vivere: prova ne è stata la fortunata collaborazione, per il sesto anno consecutivo, tra Consorzio e Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, soprattutto durante i cooking show della manifestazione.

 

Ancora uno sguardo all’anno che verrà: nel 2022 tornerà il grande evento di degustazione del Consorzio: “La Prima dell’Alta Langa”, che riunisce tutti i produttori e le loro cuvée per un tasting riservato al trade e alla stampa, stavolta farà tappa a Torino, dopo le due edizioni ospitate nel castello di Grinzane Cavour e quella di Palazzo Serbelloni a Milano. 

ALTA LANGA DOCG - L’Alta Langa Docg è il metodo classico tradizionale del Piemonte. Una denominazione con una storia molto lunga: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” oggi riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco.È fatto di uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.

L’Alta Langa è esclusivamente millesimato, riporta cioè sempre in etichetta l’anno della vendemmia.

 

 

Marianna Natale

CONSORZIO CHIANTI: REGIONE APPROVA L’ANTICIPO SUL MERCATO DELL'ANNATA 2021

 

 

Direttore Bani: “Necessario per evitare scarsità prodotto dopo calo produzione”  

 

Firenze, 22 dicembre 2021 - La Regione Toscana ha accolto la richiesta del Consorzio Vino Chianti approvando l’anticipo dell’immissione sul mercato dell’annata 2021. Con una delibera, proposta dall’assessore regionale all’Agricoltura Stefania Saccardi, la Giunta toscana ha anticipato di due mesi lo sbarco sul mercato del Chianti, fissandolo al primo gennaio 2022. L'anticipo di due mesi potrà essere adottato in modo volontario da parte delle aziende, ed è valido per quelle produzioni che hanno già acquisito le caratteristiche qualitative previste dal disciplinare di produzione con riferimento al vino Chianti, anche con la menzione Superiore e ai vini Chianti con riferimento alle sottozone. 

 

“Ringraziamo la Regione Toscana per aver accolto la nostra richiesta - commenta il direttore Marco Alessandro Bani -. L’anticipo dell’immissione sul mercato è necessario per evitare scarsità di prodotto in vendita alla luce del calo della produzione causata dalla gelata dello scorso aprile e dalla successiva siccità. La domanda di prodotto sta continuando ad aumentare e non potevamo lasciare il mercato e gli scaffali della grande distribuzione senza vino Chianti”.

 

Lisa Baracchi 

 

CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG NEL 2021 TAGLIATO IL TRAGUARDO DEI 100 MILIONI DI BOTTIGLIE

 

L’anticipazione della chiusura dell’anno offre l’immagine di una Denominazione dinamica che ha continuato a lavorare sull’esperienza del 2020, confermando il valore del prodotto

 

Si è tenuto oggi in videoconferenza il consueto evento di presentazione del Rapporto economico della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, che il Consorzio di Tutela organizza per analizzare in profondità l’andamento dell’anno precedente e per fornire una proiezione della chiusura dell’anno in corso.

Il 2021 ha rappresentato un momento di transizione sia per l’economia italiana sia per il Conegliano Valdobbiadene” afferma Elvira Bortolomiol, Presidente del Consorzio di Tutela. “Per la denominazione in particolare è stato un anno in cui siamo riusciti a raggiungere grandi risultati quantitativi, superando i 100 milioni di bottiglie, ma il traguardo che tagliamo con più orgoglio è quello della qualità. Il consumatore, nonostante lo scenario economico, continua a riconoscerci un valore di cui siamo fieri. Credo che questo sia anche il frutto della sintonia raggiunta con i consumatori, in particolare rispetto ai valori come la sostenibilità della filiera produttiva e la tutela dei territori. Per noi il territorio è parte integrante del valore del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, insieme sono il patrimonio futuro della nostra comunità”.

Il risultato positivo del 2021 è il frutto del grande sforzo che la Denominazione ha affrontato nel 2020 per mantenere e rinnovare le relazioni con il mercato che hanno comportato la ricerca di nuovi canali di vendita e di innovazioni nelle attività di comunicazione e promozione. Le esperienze maturate nel 2020 hanno indotto molte delle aziende della Denominazione a incrementare nel 2021 alcune delle attività già implementate nell’anno precedente e risultate particolarmente efficaci, in particolare tutte le attività legate alla digitalizzazione. 

L’ampliamento delle vendite ha riguardato sia il mercato italiano sia quello estero” afferma il professor Eugenio Pomarici, responsabile della stesura del Rapporto economico. “Relativamente all’Italia, risultano in crescita rispetto all’anno precedente le vendite nella grande distribuzione (+24% in volume e in valore nei dodici mesi tra ottobre 2020 e ottobre 2021). Per quanto riguarda i mercati esteri, è possibile stimare incrementi rispetto al 2020 (che avevano fatto registrare una modesta contrazione) piuttosto significativi, orientativamente vicini in valore al 30%”.

 

Per avere maggiori elementi di analisi il Consorzio ha commissionato una ricerca al Consorzio Aaster, fondato e guidato dal sociologo Aldo Bonomi, con l’intento di indagare le ragioni del successo della Denominazione ma anche avere strumenti conoscitivi efficaci per affrontare un futuro di sviluppo del territorio.

L’analisi di Aaster approfondisce in prima istanza le ragioni economiche e sociali che sono state alla base del successo del prodotto nel mondo e che ne hanno anche determinato la sua immagine di simbolo del made in Italy. Riguardo al futuro, emerge che oggi si tende a guardare ai flussi per decifrare l’impatto che l’economia globale avrà sulle imprese e sull’economia locale. Non è l’unica strada, è anche necessario comprendere quale impatto abbiano avuto le recenti evoluzioni del mercato sulla società locale e sul posizionamento stesso del territorio. L’indicazione che affiora dalla ricerca riguarda la necessità di porre grande attenzione alla società locale e alla cura che richiedono le “reti corte di comunità e di territorio” per poter affrontare con convinzione “le reti lunghe delle relazioni globali” che sempre più si alimentano di identità, cultura, comunicazione, ospitalità. In questa prospettiva un approccio territoriale condiviso è particolarmente efficace, perché un’economia che risponda ai bisogni essenziali delle persone e al loro benessere deve partire da condizioni, esperienze e pratiche legate alla vita quotidiana, quindi ai territori locali e alla loro patrimonializzazione, con effetti positivi che riguardano poi livelli superiori, fino a quello globale.

 

Turismo: lo stato dell’evoluzione delle strutture d’accoglienza nel Conegliano Valdobbiadene

Il 2021 è stato segnato da una parziale ripresa del turismo rispetto a quanto avvenuto nell’anno precedente, soprattutto a partire da maggio/giugno. I flussi sono aumentati decisamente rispetto al 2020. La ripresa nella provincia di Treviso è dimostrata da un +31,6% degli arrivi e +37% delle presenze rispetto al 2020.

Si è osservato, inoltre, un recupero rispetto al 2020 sia della domanda domestica (+28,2% e +34%) sia di quella internazionale (+38,7% e +43,5%). Anche se per quanto riguarda gli stranieri va considerato che nel 2020 la loro presenza è stata praticamente azzerata.

Focalizzando l’attenzione sull’offerta turistica della denominazione Conegliano Valdobbiadene è interessante osservare che, ad eccezione dei primi quattro mesi del 2021, in cui il Veneto era ancora in fascia arancione e gli spostamenti vietati, negli altri mesi gli arrivi e le presenze degli italiani non solo sono cresciuti rispetto al 2020 ma anche rispetto al periodo pre-pandemia. A luglio gli arrivi sono cresciuti del +27,6% rispetto allo stesso mese del 2019, ad agosto del +46,7%, a settembre e giugno di circa il +9%. Simili anche i tassi di crescita delle presenze (+57,8% ad agosto). In riferimento, ai turisti stranieri si registra sempre nel mese di agosto 2021 un + 11,2% rispetto al 2019.

Per quanto riguarda la capacità della Denominazione di accogliere ospiti gli ultimi dati disponibili si riferiscono al 2020. Nella denominazione erano presenti 514 esercizi e 5.289 posti letto, di cui 37 strutture per 1.753 posti letto nel comparto alberghiero e 477 strutture e 3.536 posti letto nell’extralberghiero.

Nonostante la pandemia abbia impattato negativamente sul turismo, nell’area della denominazione la capacità ricettiva è aumentata di 45 esercizi e 284 posti letto, in particolare grazie al comparto complementare. Quest’ultimo infatti è diventato così ancora più forte ed è arrivato a rappresentare il 92,8% delle strutture (92,1% nel 2019) e il 66,9% dei posti letto (64,8% nel 2019). La dimensione media delle strutture si conferma di 48 posti letto nell’alberghiero e di 7 posti letto nell’extralberghiero.

 

Performance del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG in GDO nel 2021

Per quanto riguarda la grande distribuzione organizzata possiamo analizzare l’andamento dei primi 10 mesi dell’anno che evidenziano una vera impennata della crescita del prodotto con un segno positivo a doppia cifra nei canali Iper e Super e in tutte le aree geografiche. In particolare, nei canali Iper si registra una crescita a valore del 26,7% e a volume del 30,3% mentre nel canale Super + 25,9% a valore e +25% a volume. Dal punto di vista della distribuzione geografica guida il Centro e la Sardegna con +29,2% a valore e +29,1% a volume, segue la crescita del Sud con un +27,4 % a valore e un +28,7% a volume; crescita ancora importante al Nord dove si registra nel Nord Ovest un + 25,1% a valore e un +25,7% a volume e chiude il nord est con un + 21,4% a valore e + 21,1% a volume.

 

 Rapporto economico 2020

Evoluzione dell’offerta nel mercato italiano

Nel 2020 si conferma la vendita di 92.105.416 bottiglie per un valore di 526 milioni di euro. Il mercato italiano, che rappresenta il 58,5% delle vendite, nel 2020 ha assorbito 51 milioni di bottiglie, per un valore pari a 291,7 milioni di euro. Per quanto riguarda la suddivisione per aree geografiche si evidenzia che il Nord est assorbe ancora la quota maggiore di prodotto con il 40,5% dei volumi, segue il Nord ovest con il 29,5%, il Centro e la Sardegna con il 20% e chiude il Sud con il 9,9% .

Evoluzione dell’offerta nel mercato estero

Il mercato estero vede ancora saldamente in testa il Regno Unito che nonostante la Brexit e poi gli effetti della pandemia non rinuncia al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. La Gran Bretagna con una quota del 22% del mercato estero si conferma il Paese che importa più prodotto (8mln di bottiglie) e che rende il maggior valore (€ 46mln). Segue la Germania con quasi 7 mln di bottiglie per 42 mln di euro in valore e la Svizzera con poco più di 5 mln e mezzo di bottiglie per quasi 29 mln di euro. 

 

Silvia Minoggio

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