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Consorzio Vino

VINI D'ABRUZZO: LA PROMOZIONE TRASCINA L’EXPORT IMBOTTIGLIATO IN LINEA CON GLI ULTIMI ANNI

 

Secondo i dati dell'Osservatorio Permanente attivato dal Consorzio, in un decennio l'Abruzzo ha aumentato del 90% l'export dei suoi vini, solo nel 2021 la crescita dovrebbe chiudersi al10% (a valore).  I mercati più reattivi sono stati gli “storici” di riferimento, USA e Germania, ma anche la Svizzera, Cina e Giappone, tutti Paesi dove il Consorzio sta investendo molto in termini di promozione.  Fine anno è tempo di bilanci per l'enologia abruzzese e quelli presentati dal Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo sono più che soddisfacenti, con l'export che paga l'impegno delle molteplici attività di promozione all'estero, continuate anche durante la pandemia. In particolare, l'analisi realizzata dall’Osservatorio Permanente Wine Monitor Nomisma - attivato nel 2019 dal Consorzio per rilevare in modo puntuale i trend dei vini regionali sui principali mercati e attuare una strategia di promozione e comunicazione sempre più efficace - mette in evidenza la ripresa dell'export nel 2021 (+10% rispetto al 2020) nei principali Paesi target per un fatturato complessivo superiore ai 205 milioni di euro: Germania (+25%), Usa (+12%), Svizzera (+45%), Cina (+33%), Giappone (+26%). "In realtà i vini abruzzesi avevano subito solo una leggera riduzione dell'export in termini di valore tra il 2019 e il 2020, di poco superiore all’1%, soffrendo molto meno di altre regioni italiane la contrazione degli scambi internazionali. Certamente è l'effetto del trend che ha portato dal 2010 a oggi a una crescita del 90% delle esportazioni dei nostri vini", afferma Valentino Di Campli, presidente del Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo. 

 

Bene anche il mercato nazionale dove, dopo il boom generale delle vendite di vino nella distribuzione moderna fino ai primi sei mesi del 2021 e il tendenziale riallineamento verso i valori pre-pandemia nel terzo trimestre, il Montepulciano d'Abruzzo si mantiene invece su livelli superiori a quelli del 2019. 

Negli ultimi quattro anni (2018-2021, periodo cumulato gennaio-settembre), le vendite della principale Denominazione regionale (ora pari a 43 milioni di euro) sono cresciute del 12% a valore per quanto riguarda il totale dei formati e del 6% in relazione alle bottiglie (da 0,75 litri). Al di là del trend complessivo, nel 2021 si registra un calo delle vendite nelle fasce di prezzo più basso (le bottiglie sotto i 3 euro, destinate principalmente al canale Discount, in linea con la tendenza nazionale) e un parallelo incremento in tutte le altre. In particolare le bottiglie di Montepulciano d’Abruzzo di prezzo superiore ai 7 euro hanno raddoppiato le vendite nel periodo analizzato.

“Questo trend ci lascia ben sperare per il futuro e comincia a ripagare gli sforzi fatti da anni per riposizionare i vini d’Abruzzo e per dare sempre più valore al lavoro dei nostri produttori”, commenta Di Campli sottolineando come la “premiumisation dei consumi in Italia sta interessando anche il Montepulciano d’Abruzzo, vino portabandiera della regione e attorno a cui ruota gran parte della programmazione promozionale del Consorzio per aumentarne anche la percezione da parte di operatori e wine lover. La crescita delle vendite dei vini abruzzesi collocati nelle fasce più alte di prezzo ha portato ad un aumento del prezzo medio delle bottiglie della denominazione regionale vendute in GDO pari al 19% e questo è un segnale molto importante”. Anche per quanto riguarda l’imbottigliamento Di Campli spiega: "Se a questo aggiungiamo che il trend a 12 mesi della richiesta di fascette per le diverse Denominazioni fa registrare una continuità con gli ultimi due anni, nonostante il Covid, possiamo affermare che l'interesse nazionale e internazionale per la nostra produzione enologica, con il Montepulciano d’Abruzzo in testa, sta percorrendo una strada ormai ben delineata".

Sono risultati che non arrivano per caso, ma frutto del lavoro portato avanti negli anni dal Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo e sostenuto dai soci, cresciuti nell'ultimo triennio del 20% fino agli attuali 204, rappresentanti di oltre 4.000 produttori di uve doc e igt. Con un fitto programma promozionale che non si è mai fermato, nonostante la pandemia, il Consorzio ha puntato sia sui mercati internazionali sia su quello interno: masterclass e attività dedicate per raccontare i vini d'Abruzzo a buyer, operatori e wine lover si sono susseguite in Italia e nel mondo, dal Giappone al Canada, dagli Usa alla Cina al Nord Europa.

 

Simonetta Gerra

LA PROMOZIONE INTERNAZIONALE DEL CONSORZIO DEL CHIANTI FA TAPPA IN GIAPPONE E BRASILE


Il presidente Busi: "Mercati su cui poniamo molta attenzione"

 

Il Consorzio Vino Chianti accelera sulle attività di promozione internazionale con due appuntamenti in Giappone e in Brasile. Si parte lunedì 13 dicembre con una masterclass diretta dal giornalista Isao Miyajima che consiste in una degustazione orizzontale di Chianti annata 2019: sette vini, ognuno dei quali proveniente da una delle sette sottozone di produzione della denominazione. Il seminario si svolgerà in forma ibrida e vedrà coinvolto un pubblico di circa 30 giornalisti selezionati che hanno ricevuto uno speciale ‘Chianti kit’ istituzionale con i sette vini in assaggio e degli attrezzi del mestiere per poter assistere alla masterclass nella maniera più comoda possibile stando nelle loro abitazioni. La diretta dell’evento permetterà ai professionisti del settore di confrontarsi sullo stato attuale di salute della denominazione attraverso il prodotto toscano per eccellenza: il vino Chianti di annata.

La seconda iniziativa internazionale è in programma il 15 dicembre a São Paulo di Brasile e sarà riservata ai professionisti locali. L’evento, che si terrà presso una prestigiosa location della città paulista, consisterà stavolta in un'inedita degustazione verticale di Chianti Superiore dal titolo: ‘Chianti Superiore d.o.c.g.: energia ed attitudine del più versatile tra i vini a base Sangiovese, in un’unica degustazione verticale 2019 – 2012. Saranno sei i vini in degustazione. La conduzione e la presentazione dell’evento saranno a cura di Jorge Lucki, tra i principali specialisti brasiliani, e di Luca Alves, Wine Ambassador del Consorzio, che sarà collegato dall’Italia. 

“Il Consorzio Vino Chianti sta puntando con decisione sull’attività di promozione internazionale nonostante le difficoltà logistiche che ancora permangono a causa delle pandemia - commenta il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi -. Giappone e Brasile sono due mercati su cui poniamo molta attenzione. In Giappone abbiamo già moltissimi Chianti Lovers e vogliamo consolidare la nostra presenze nel Paese, mentre il Brasile rientra tra i paesi target dei nostri programmi di internazionalizzazione. Auspico di poter tornare quanto prima a proseguire il nostro lavoro didattico e promozionale in presenza, non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno”.

 

Lorenzo Galli Torrini

IL CONSORZIO CHIANTI CHIEDE DI ANTICIPARE LO SBARCO SUL MERCATO DELL'ANNATA 2021

 

Il Consorzio di Tutela Vino Chianti chiede alla Regione Toscana di anticipare di due mesi l'immissione sul mercato  dell'annata 2021, spostandola al 1 gennaio 2022. Una mossa necessaria, secondo il Consorzio, per evitare scarsità di prodotto in vendita alla luce del calo della produzione. L'anticipo di due mesi potrà essere adottato in modo volontario da parte delle aziende, e per quelle produzioni che avranno già acquisito le caratteristiche qualitative previste dal disciplinare di produzione: riguarderebbe anche i vini Chianti delle sottozone e Chianti Superiore.

I primi riscontri provenienti dalle cantine sociali indicano per la vendemmia 2021 perdite dei conferimenti uve fra il 30% e il 35%, a causa della gelata dello scorso aprile, e della siccità patita nei mesi estivi. Considerato anche il buon andamento delle vendite di Vino Chianti, le giacenze previste per fine 2021 saranno al livello minimo registrato dal 2005 a oggi. Le uve del Chianti hanno raggiunto quotazioni fra i 90 e i 105 euro al quintale, contro i 55-70 euro del 2020.

"I prezzi sono già aumentati del 25% - spiega il direttore Marco Alessandro Bani - e la domanda continua ad aumentare: non possiamo permetterci di far rimanere il mercato senza prodotto, e non possiamo far uscire il Vino Chianti Dogc dagli scaffali della grande distribuzione, a favore di altre denominazioni concorrenti che vengono commercializzate a prezzi più contenuti. Per rientrare sugli scaffali occorrerebbero anni e una politica di prezzi al ribasso. Avere un mercato con prezzi fortemente altalenanti non è nell'interesse di nessun attore della nostra filiera, e non è positivo nemmeno per la Denominazione stessa".

 

Lisa Baracchi

IL CHIARETTO DI BARDOLINO ENTRA NELL’ASSOCIAZIONE ROSÉS DE TERROIRS

 

Le Fraghe e Guerrieri Rizzardi, unici produttori italiani, sono stati invitati a far parte del gruppo francese per il riconoscimento e la valorizzazione dei vini rosè.

“La sensazione è quella che credo abbiano provato i Måneskin quando sono stati invitati ad aprire il concerto dei Rolling Stones”: è così che il presidente del Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino, Franco Cristoforetti, commenta la notizia dell’ingresso di due produttori di Chiaretto di Bardolino nell’associazione internazionale dei Rosés de Terroirs, fondata in Francia da alcuni dei più prestigiosi nomi del mondo del vino rosé transalpino. Le aziende produttrici del Chiaretto bardolinese invitate a far parte del gruppo francese, per ora come uniche realtà italiane, sono Guerrieri Rizzardi (Agostino Rizzardi, che guida l’azienda insieme al fratello Giuseppe, è vicepresidente del Consorzio del Chiaretto) e Le Fraghe della vignaiola Matilde Poggi, che ha partecipato lo scorso 30 novembre alla prima assemblea generale dell’Association Internationale des Rosés de Terroirs, svoltasi a Tavel, cittadina nota per aver dato nome alla prima denominazione di origine al mondo dedicata esclusivamente al rosé, nel 1936. “Siamo orgogliosi – continua Cristoforetti – che il vino rosa del lago di Garda veronese rappresenti il nostro Paese tra i più prestigiosi dei rosé francesi: segno ulteriore del successo della nostra denominazione, leader di mercato in Italia”.

L’associazione Rosés de Terroirs è nata dai produttori del Tavel nel 2020 con l’idea di fondare un movimento dedicato alla promozione del rosé di territorio, concretizzatasi nella primavera di quest’anno. “Il rosé – spiega la coordinatrice del gruppo, Sandra Gay-Moulines – è ormai diventato uno stile di vino a sé stante, ma deve ancora farsi spazio nel mondo dei vini di terroir. I rosé di terroir esistono, ma la loro visibilità e la loro valorizzazione rimangono insufficienti”. L’obiettivo dell’associazione è dunque quello di “accelerare il riconoscimento dei rosé di terroir in Francia e nel mondo” e di “sviluppare un vero e proprio segmento di mercato dedicato a questo tipo di rosé”, caratterizzati, come il Chiaretto di Bardolino, da una profonda radice storica e da una fortissima identità territoriale.

Presidente dell’associazione è Guillaume Demoulin di Château de Trinquevedel, celebre produttore di Tavel, mentre il vicepresidente è Etienne Portalis di Château Pradeaux, uno dei nomi più conosciuti della denominazione di origine del Bandol, in Provenza. Tra i fondatori del sodalizio compaiono aziende famosissime del rosé francese, come Château de Pibarnon, La Bastide Blanche, Domaine La Suffrène, Domaine de Terrebrune, Château de Roquefort. Ora ne fanno parte anche Le Fraghe e Guerrieri Rizzardi, con il Chiaretto di Bardolino a fare da capofila degli storici vini rosa italiani di territorio. La prima uscita pubblica avverrà a Wine Paris & Vinexpo Paris, in programma a Parigi dal 14 al 16 febbraio del prossimo anno.

 

Beatrice Bianchi

IL BRUNELLO DI MONTALCINO HA IL SUO GRAAL. DEBUTTA OGGI IL SUO CALICE PERFETTO

 

 

Il Brunello di Montalcino ha il suo ‘Graal’. Dopo un anno di studi, ricerche e oltre 300 degustazioni, debutta oggi nella prima giornata della 30^ edizione di Benvenuto Brunello (19-29 novembre) il calice ufficiale del Consorzio del vino icona più conosciuto dai consumatori italiani secondo il report annuale di Wine Intelligence.

Realizzato da Italesse, storico marchio del settore, il progetto “Senses” del calice del Brunello ha coinvolto enologi e produttori impegnati, con il Consorzio del vino Brunello di Montalcino e il primo Master of the Wine italiano, Gabriele Gorelli, a individuare forma e materiale di questo speciale glass. Il risultato è un calice performante (T-made70) con coppa a fondo piatto e il corpo affusolato, in vetro cristallino soffiato in automatico in assenza di piombo che esalta le caratteristiche organolettiche del Brunello, per un’esperienza sensoriale totalizzante sia per un pubblico professionale che per i winelover. E come primo banco di prova è stato scelto proprio Benvenuto Brunello, l’evento capostipite delle anteprime italiane che quest’anno compie 30 anni. Undici le giornate di degustazioni per stampa e operatori nazionali ed esteri, sommelier di ristoranti stellati e Master of The Wine, influencer, blogger ed enoappassionati per tenere a battesimo il Brunello 2017, il Brunello Riserva 2016 e il Rosso di Montalcino 2020 di 119 cantine. 

 

Sara Faroni

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