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Alimentazione

VITELLONE BIANCO DELL’APPENNINO CENTRALE IGP: AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA ISTITUZIONALE CHE RACCONTA L’AMORE PER LA QUALITÀ

 Con lo slogan “T’amo Vitellone Bianco”, la campagna sarà su canali online e offline a livello nazionale

“T’amo Vitellone Bianco”. Prende spunto dalle celebri parole di Giosuè Carducci la nuova campagna di comunicazione del Consorzio di Tutela “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” che, a partire dai prossimi giorni, sarà diffusa sui canali del Consorzio, dal sito internet ai social, e promossa a livello nazionale su alcune emittenti televisive, mentre è già partita la diffusione su quotidiani del centro Italia e riviste di settore. L’obiettivo è promuovere sempre di più la qualità garantita dal marchio del Consorzio, che certifica solo carne proveniente dalle tre razze bovine tipiche dell’Appennino Centrale IGP - Chianina, Marchigiana e Romagnola - e unisce la territorialità, la tipicità e la tradizione di una filiera interamente italiana. A questo si unisce la volontà di educare il consumatore a un utilizzo consapevole della carne per apprezzarne al meglio la qualità e le caratteristiche nutrizionali che la contraddistinguono.

 

La campagna istituzionale “T’amo Vitellone Bianco” racconta, con ‘una storia d’amore da condividere ogni giorno’ e con diversi strumenti di comunicazione, l’intera filiera del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP: dall’allevamento all’apposizione del marchio del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP fino all’utilizzo in cucina per gustare al meglio la carne con la famiglia, gli amici e gli affetti più cari. Sul canale YouTube del Consorzio di Tutela “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” è possibile vedere i materiali video realizzati per la nuova campagna.  

 

“Abbiamo realizzato la nuova campagna istituzionale - spiega Andrea Petrini, direttore del Consorzio di Tutela “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” - per aumentare sempre di più la conoscenza del marchio ‘Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP’ ed educare il consumatore a un utilizzo consapevole della nostra carne. Con un linguaggio semplice e con immagini immediate abbiamo voluto raccontare l’intera filiera e la passione e la professionalità che unisce ogni giorno allevatori, macellai e chef passando per il nostro Consorzio, garante di un marchio che certifica il rispetto del disciplinare di produzione per offrire al consumatore una carne di qualità e una filiera certificata. Con questi obiettivi - aggiunge Petrini - la campagna si rivolge sia ai clienti finali che agli addetti ai lavori, per condividere ogni giorno la storia d’amore con il Vitellone Bianco”.

 

Sempre più social e a portata di click. La nuova campagna istituzionale rafforza gli strumenti di comunicazione del Consorzio di Tutela “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP”, che ha promosso recentemente il restyling del sito www.vitellonebianco.it con una veste grafica più semplice e moderna per avvicinare sempre di più il consumatore alla conoscenza della filiera e del prodotto. Visitando le diverse sezioni, infatti, è possibile approfondire la storia del Consorzio, il Disciplinare di produzione, la descrizione dettagliata di ogni razza e il corretto utilizzo in cucina, con ricette in continuo aggiornamento e consigli utili sulla scelta dei tagli e degli abbinamenti. Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP punta forte anche sui social, con un crescente coinvolgimento del pubblico sulla Pagina Facebook del Consorzio, che conta circa 9.600 fan, e sul profilo Instagram, con circa 1.840 follower.  

 

Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale ha ottenuto la certificazione IGP nel 1998, primo marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato dall’Unione Europea per l’Italia, indirizzato a qualificare la carne prodotta dalle razze bovine tipiche dei territori dell’Appennino centrale: Chianina, Marchigiana e Romagnola. I bovini devono essere nati e allevati nell’area tipica e in aziende assoggettate ai controlli per la verifica del rispetto del disciplinare di produzione. La carne certificata con il marchio “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” può essere venduta esclusivamente nei punti vendita autorizzati e controllati.

 

ROBESPIERRE

UN APPETITO SPORTIVO

 

Il potere delle proteine del pesce per gli atleti

 

I ricercatori dicono che il pesce è un'eccellente fonte di proteine di alta qualità e contiene importanti vitamine e minerali. Delizioso, nutriente e facile da preparare, non c'è da stupirsi che il pesce compaia nella dieta dei migliori atleti.

Il Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 ha scelto Marine Stewardship Council (MSC) come uno dei sistemi di certificazione raccomandato per il suo Codice di approvvigionamento sostenibile per i prodotti della pesca – una scelta che promuove la nostra salute e quella degli oceani.  MSC fa il punto sui benefici delle proteine del pesce nella dieta degli atleti che si apprestano a partecipare ai Giochi Olimpici.Poche persone hanno l'appetito di un atleta. Durante l'allenamento, i nuotatori, i vogatori, i sollevatori di pesi e i podisti spesso consumano più del doppio delle calorie giornaliere raccomandate, e spesso iniziano le loro giornate con due colazioni per alimentare un corpo che insegue costantemente le migliori prestazioni. Gli atleti hanno esigenze nutrizionali diverse a seconda della loro disciplina, di una competizione imminente e delle esigenze del loro regime di allenamento. "Una buona fonte di proteine ad ogni pasto aiuta la riparazione e il recupero muscolare", dice il dottor Mayur Ranchordas, esperto di nutrizione e metabolismo dell'esercizio presso la Sheffield Hallam University, che ha lavorato con numerosi atleti olimpici e campioni del mondo, tra cui il tuffatore Tom Daley, squadre di calcio della Premier League e sportivi di alto livello nella boxe e nel ciclismo. Secondo il dottor Ranchordas, un atleta necessita da 1,4 g a 2 g di proteine per kg di peso corporeo al giorno. Questo significa 140 g per un ciclista di 70 kg, ad esempio, che sono circa cinque o sei porzioni di salmone selvaggio o di petto di pollo, ciascuno contenente circa 25 g di proteine.

 

Per soddisfare il proprio fabbisogno, molti atleti assumono fino al 30% dell’apporto proteico giornaliero tramite integratori come frullati proteici. Per il resto, le carni magre sono una scelta ovvia, ma il pesce "oleoso" come il salmone selvatico, le sardine, lo sgombro e la trota (e in misura minore i crostacei come cozze, ostriche e granchi) ha il valore aggiunto di fornire acidi grassi omega-3, che hanno dimostrato di avere un impatto positivo sulla salute e sulle prestazioni degli atleti, nella gestione delle infiammazioni, nel miglioramento del recupero muscolare, nella prevenzione e nelle funzioni del cervello. "La maggior parte degli atleti tende ad avere un basso apporto di omega-3, soprattutto perché sono una grande fonte di grassi e agiscono come un anti-infiammatorio", dice il dottor Ranchordas. "Per molti aspetti, il sushi è il cibo perfetto per le prestazioni: ha carboidrati sani che forniscono energia, è ricco di proteine per il mantenimento dei muscoli e l'alga fornisce elettroliti naturali come sale e potassio per sostituire quelli persi con il sudore”. Gli atleti hanno da tempo riconosciuto i benefici di una dieta a base di pesce. La leggenda della maratona Paula Radcliffe apprezza il salmone e altri pesci per i loro "grassi sani", elencando il pesce come un alimento fresco chiave nei suoi cinque tipi di alimenti essenziali. L'asso del basket LeBron James ha condiviso di recente il suo piano giornaliero, che includeva salmone, ricco di omega 3, sia a colazione che a pranzo. Mentre la superstar del tennis Rafael Nadal, più volte vincitore del Grand Slam e dell'oro olimpico, non fa mistero della sua dieta 'seafood first' scelta sia per gusto che per salute. Infatti, se si devono mangiare proteine animali, molti sostengono che sia preferibile assumere prodotti del mare. Una porzione di pesce fornisce proteine complete di buona qualità in una piccola porzione, ma salmone, tonno, sardine, vongole e trote contengono anche vitamina B12, che aiuta a ridurre la fatica e quindi aumenta la resistenza muscolare, e vitamina D, che aumenta la forza muscolare e aiuta a proteggere dalle lesioni. 

 

E non è tutto. Alcune proteine complete contengono anche creatina, che i muscoli possono usare per generare il tipo di potenza usata dagli atleti per saltare più in alto o fare uno sprint più veloce, dice il dottor Ranchordas. Aringa, salmone e tonno sono buone fonti di creatina naturale.  Nicolas Guichoux, Chief Program Officer of the Marine Stewardship Council aggiunge: "I prodotti del mare sono facili da preparare, convenienti, e chiaramente offrono molti benefici nutrizionali, sia che tu sia un atleta d'élite o un consumatore ordinario. Assicuratevi solo di controllare la presenza del marchio blu MSC sui prodotti ittici sostenibili per essere sicuri che non solo faccia bene a voi, ma anche alla salute futura dei nostri oceani". Il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo ha scelto Marine Stewardship Council (MSC) come uno dei sistemi di certificazione raccomandati per il suo Codice di approvvigionamento sostenibile per i prodotti della pesca.  MSC è il programma di etichettatura ecologica più rigoroso e riconosciuto a livello mondiale per il pesce sostenibile. Questa è la terza volta, dopo Londra (2012) e Rio (2016), che MSC ha svolto un ruolo nel sostenere i comitati organizzativi dei Giochi Olimpici e Paralimpici nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del più grande evento sportivo del mondo. Con il suo concetto di sostenibilità "Be Better, Together - for the planet and the people", e il Sustainable Sourcing Code for Fishery Products, il Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 stabilisce che i fornitori devono acquistare prodotti della pesca che soddisfino una lista di condizioni riguardanti l'impatto ambientale sugli ecosistemi marini. I prodotti ittici che sono certificati in modo indipendente secondo lo Standard MSC soddisfano queste condizioni.

 

Testo estrapolato da un articolo di Nick Wyke, giornalista di The Times, realizzato per Marine Stewardship Council

CARNI BIANCHE: LE PIÙ ACQUISTATE DAGLI ITALIANI

Il Covid non ferma l’ascesa delle carni bianche. Con il 35% delle quote di mercato a volume, le carni avicole rimangono le più acquistate dagli italiani, seguite dalle carni bovine (33%) e dalle suine (21%).

Crescono anche gli acquisti domestici (+10% a valore e +7,7% a volume sul 2019) e i consumi pro-capite arrivati a 21,5 kg (+1,93%).

Il trend della spesa in aumento è confermato anche nel primo trimestre 2021: +1% sullo stesso periodo dell’anno precedente (dati Ismea). Merito della parziale conversione dei consumi fuori casa in consumi domestici, combinata al valore aggiunto dei prodotti. L’avicolo è infatti il settore zootecnico che più di tutti ha sviluppato la linea degli elaborati e dei confezionati, riuscendo nel 2020 quanto nel 2021 a dar maggior durabilità e flessibilità a una buona parte della produzione.

È anche exploit per le uova: dopo il boom del lockdown, si confermano il segmento più dinamico nella spesa degli italiani con +14,5% (dati Ismea-Nielsen). Oggi se ne consumano circa 12,9 miliardi, pari a 216 a testa (+3,23% sul 2019), e sempre più da galline allevate a terra (+21,1%), all’aperto (+13,4%) e da allevamenti bio (+4%) (elaborazioni dati Ismea-Nielsen Market Track). E le stime 2021[1] parlano di una produzione stabile, con una lieve crescita, nell’ordine del 0,3% a volume (Fonte tavolo esperti Commissione Ue).

Secondo i dati diffusi oggi dal presidente di Unaitalia Antonio Forlini, nel 2020 crescono sia il fatturato (+3,82%), che si attesta a 5,7 miliardi di euro (4,56 mld per le carni e 1,15 miliardi per le uova per la sola parte agricola), che la produzione di carni bianche (pari a 1.389.900 tonnellate +1,8 % sul 2019) e di uova (12,3 miliardi, + 0,7%). A registrare il trend migliore sono soprattutto il tacchino (+4%, 313mila tonnellate) e il pollo (+1,68%), che rappresentano il 74% della produzione di carni bianche.

Per il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini: “Il settore delle carni avicole italiane nell’anno del Covid ha mostrato la sua forte resilienza confermandosi al quinto posto tra i produttori Ue, con una produzione in crescita dell’1,8%, in controtendenza alla media europea (-0,1%).

E secondo le stime della Commissione Ue l’Italia nel 2021 sarà l’unico fra i primi cinque Paesi produttori Ue a segno più (+0,1%) con una produzione sulle 1,39 mln di tonnellate, in linea con l’anno precedente.

Il settore ha tenuto meglio degli altri grazie a una filiera nazionale caratterizzata da forte integrazione verticale e autosufficienza (107,5%) che ha permesso di adeguare in tempo reale la produzione alla domanda.

Permane però una forte incertezza sul fronte della redditività, visto il rialzo vertiginoso dei prezzi delle materie prime, cresciute da gennaio a maggio del 42%, che deve essere riconosciuto dalla Grande distribuzione per non indebolire la produzione italiana, al pari dei maggiori costi di produzione, inevitabili per conseguire gli obiettivi sulla sostenibilità richiesti dalla strategia From Farm to Fork.

Se da una parte, questa strategia genererà prodotti Ue più sostenibili e a maggior valore aggiunto, dall’altra aumenterà il gap in termini di costi di produzione e competitività dei prezzi tra le produzioni europee e quelle dei Paesi terzi. E c’è un altissimo rischio di un aumento di importazioni extra Ue nel nostro Paese, in favore di consumi più a buon mercato ma meno sostenibili. Fondamentale sarà tutelare le produzioni Ue dall’importazione indiscriminata di materia prima estera, che metterebbe a rischio non solo l’autosufficienza dell’avicoltura italiana ma l’intera zootecnia italiana ed europea. In questo senso avvertiamo la ratifica dell’accordo Ue- Mercosur, che aumenterà la quota di import di carni bianche dal Sudamerica, ancora come una forte minaccia”.

 

agricultura.it

18 GIUGNO È LA GIORNATA INTERNAZIONALE DEL SUSHI

Voglia di sushi? Lo sapevi che il 18 giugno è la Giornata Internazionale del Sushi?

Per festeggiare questo piatto, amato da tanti anche nel nostro paese, San Carlo ha ideato una ricetta originale e golosa, il Virtual Sushi Salmon

 

Voglia di sushi? Nessun problema, per festeggiare la Giornata Internazionale del Sushi, che cade il 18 giugno, San Carlo ha ideato una nuova ricetta della sua rubrica social “In cucina con San Carlo”, stupendo con l’uso inaspettato dei suoi prodotti più iconici, per realizzare un piatto semplice da preparare, sfizioso e cool.

Sei pronta a cimentarti nella preparazione del virtual sushi salmon? Per due persone ti occorreranno: 100g riso per sushi, 100g acqua, 75g aceto di riso o di vino bianco, 19g sale, 30g zucchero, 120g salmone abbattuto, 30g Virtual San Carlo, mezzo avocado, 1 foglio di alga nori, olio, sale, pepe, Salsa di soia q.b. e Maionese q.b. 

 

Lava il riso sotto l’acqua corrente per fargli perdere l’amido e poi cuocilo in acqua a fuoco medio per 5 minuti, quindi abbassa al minimo la fiamma e lascia cuocere ancora per 7 minuti. Trascorso questo tempo, spegni il fuoco e fai riposare il riso per 5 minuti. Nel frattempo, miscela aceto, sale e zucchero in un pentolino e fai sciogliere il tutto. Sistema il riso in una bowl per farlo raffreddare e pesalo nuovamente, (perché da cotto sarà aumentato) e aggiungi il 10% del suo peso di emulsione realizzata precedentemente (es. se abbiamo 100g di riso cotto, aggiungere 10g di emulsione di aceto, sale e zucchero).

 

 

 

Ora, il riso è pronto per essere lavorato. Prendi 40g di salmone, realizza una tartare e condiscila con sale, salsa di soia e olio, poi taglia la restante parte di salmone a bastoncini di 1cm di altezza e l’avocado a cubetti piccoli. Prendi il foglio di alga nori, taglialo a metà per il lato lungo, sistemalo su una stuoia da sushi in modo che il foglio sia a contatto della stuoia con la parte liscia e lucida, disponi circa 60/70g di riso in maniera omogenea sull’alga, lasciando 2cm di spazio dai bordi. 

Stendi un velo di maionese al centro e posiziona il salmone. Rompi sopra grossolanamente 10g di Virtual San Carlo, chiudi il tutto aiutandoti con la stuoia e taglialo in modo da ottenere 6/8 pezzi; disponili su un piatto e decora con qualche cubetto di avocado e con Virtual San Carlo. Il tuo Virtual Sushi Salmon è pronto... Buon appetito!

Ricetta al link: https://incucinaconsancarlo.it/#/ricette/virtual-sushi-salmon

 

Teresa Baroni

GIORNATA MONDIALE DELL’OCEANO 2021: OCEANO FONTE DI VITA E SOSTENTAMENTO GLOBALE

 

In occasione della Giornata Mondiale dell'Oceano 2021, Marine Stewardship Council MSC, organizzazione no profit che promuove la salute degli oceani, ricorda a tutti l’importanza di una pesca sostenibile come fonte di sostentamento che rispetta la salute delle popolazioni ittiche pescate e degli ecosistemi in cui essa avviene. La case history della pesca al polpo delle Asturie occidentali per testimoniare i benefici di una pesca sostenibile.

“Vita e sussistenza”: è questo il tema celebrato quest’anno dalle Nazioni Unite nella Giornata Mondiale dell’Oceano. Oceano fonte di vita, che fornisce il 20% dell’assunzione media pro capite di proteine animali per più di 3,3 miliardi di persone a livello globale e lavoro a 260 milioni di persone lungo la filiera dei prodotti ittici, incluse le circa 60 milioni di persone che lavorano direttamente o indirettamente nel settore della pesca e dell’acquacultura (FAO, SOFIA report 2020).

 

Secondo la Banca Mondiale, la sussistenza del 90% delle persone impiegate nella pesca dipende dalla pesca di piccola scala; di questi, il 97% è rappresentato da comunità in Paesi in via di sviluppo che presentano alti livelli di povertà.

Una pesca sostenibile che favorisce la resilienza degli ecosistemi è più importante che mai: non solo per la necessità di preservare le popolazioni ittiche e gli ecosistemi marini, ma anche per garantire che le comunità che dipendono da essa sopravvivano e prosperino. Favorire la sostenibilità della pesca a lungo termine in modo da permettere alle comunità di prosperare è un punto centrale del programma MSC: la sua certificazione della pesca si è dimostrata in grado di migliorare la produzione di informazioni scientifiche e lo sviluppo di capacità locali, e in determinati casi anche della governance locale, e dello sviluppo e dell'attuazione di piani di ricerca. Oltre 80.000 persone coinvolte nelle attività di pesca di piccola scala certificate MSC

Il 17.41% delle catture globali è certificato MSC grazie a oltre 400 attività che pescano secondo lo Standard MSC a livello globale (Annual report MSC 2019-20); tra queste, 62 sono attività di piccola scala che impiegano oltre 80.000 persone (Making Waves, MSC 2019).

 

Le attività di pesca certificate costituiscono una fonte vitale di impiego, non solo nella pesca ma anche nella trasformazione, nel commercio e in altre attività relative alla pesca. Accesso a nuovi mercati e prezzi di vendita più vantaggiosi possono essere degli effetti positivi della certificazione per le piccole attività di pesca, come dimostra il caso della pesca al polpo nelle Asturie occidentali.

I benefici della sostenibilità per la pesca al polpo delle Asturie occidentali

Nel Mar Cantabrico che bagna le coste della regione delle Asturie, nel nord-ovest della Spagna, la pesca del polpo è una tradizione secolare che fornisce reddito e sostentamento ai pescatori e alle loro famiglie.

 

Quella di Félix López Rua è una delle famiglie, circa 12, che pescano polpo attraverso nasse fin dal XIX secolo. Le trappole usate non lasciavano quasi nessuna traccia sul fondale marino e mantenevano al minimo gli scarti e le catture accessorie; inoltre, in collaborazione con il governo regionale, i pescatori avevano messo in atto un piano di gestione che prevedeva una chiusura della pesca da dicembre a luglio, un peso minimo di cattura di 1 kg, e un limite di 350 nasse per barca, con una quota complessiva di 10 tonnellate per imbarcazione per anno o per stagione. “Guadagniamo di più pescando meno” spiega Felix. "È più sostenibile per noi e per il polpo”.  I pescatori erano convinti di partire da una buona base in termini di sostenibilità del proprio operato, ma erano alla ricerca di un metodo per svilupparlo e valorizzarlo appieno dal punto di vista economico, stabilizzando i prezzi e le catture. Essi avrebbero voluto un maggiore coinvolgimento nel processo decisionale e nella governance e soprattutto un modo per distinguere gli esemplari da loro pescati in modo sostenibile da quelli che non lo erano.  La soluzione a questi problemi è stata individuata nella certificazione MSC. Per ottenerla, nel 2014 quattro delle otto associazioni di pesca artigianale delle Asturie occidentali (note come "cofradías") si sono sottoposte  a un’impegnativa pre-valutazione sulla base dello Standard MSC che ha messo in luce la salute della popolazione di polpo e il basso impatto della pesca sull’ecosistema, ma allo stesso tempo li ha indirizzari verso l’implementazione di regole di controllo delle catture (Harvest Control Rules in inglese) più stringenti e nella necessità di favorire conoscenze scientifiche più approfondite a livello di governo regionale.

 

Realizzati questi fondamentali miglioramenti, e a conclusione di un processo di valutazione della conformità allo Standard MSC condotto da un ente certificatore indipendente, quella delle Asturie Occidentali è diventata la prima pesca al polpo al mondo a essere certificata secondo lo Standard MSC.  Il processo di certificazione ha portato a numerosi cambiamenti positivi nella pesca. Gli scienziati e i pescatori hanno lavorato insieme per scoprire le debolezze nell'applicazione delle norme, e anche il governo regionale ha migliorato i suoi strumenti e la sua capacità amministrativa. Le quattro cofradías hanno mantenuto le loro identità distinte pur collaborando strettamente tra esse e con tutte le organizzazioni e le autorità coinvolte.  Da quando ha ottenuto la certificazione, la pesca ha ottenuto una serie di benefici economici, sociali e ambientali, tra cui prezzi più vantaggiosi, nuovi mercati, una migliore governance e una migliore salute degli stock. Il polpo pescato certificato MSC viene venduto a un prezzo più alto del 15,2 - 24,6% rispetto al polpo non certificato e anche se le cofradías si assicurano che una percentuale del loro pescato venga venduto a livello locale, la certificazione ha anche permesso ai pescatori di accedere a nuovi mercati negli Stati Uniti, in Svizzera, Danimarca e Spagna.

 

Maria Chiara Salvanelli

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