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LA TOSCA, PASTA NATA E CRESCIUTA IN TOSCANA, COMPIE UN ANNO E DIVENTA COMPLETAMENTE SOSTENIBILE
Prosegue l’impegno della cooperativa Terre dell’Etruria e di Unicoop Firenze per una pasta a filiera interamente toscana e no glifosate. Cresce la produzione – da 150 ettari a 480 – e arriva un nuovo packaging in cartone riciclabile.
E per portarla in tavola al meglio, una ricetta speciale della tradizione toscana.
Castagneto Carducci (Li), 09 febbraio 2021_Interamente toscana, prodotta senza uso di glifosate e da oggi anche completamente sostenibile: la Tosca, pasta “nata e cresciuta in Toscana” compie un anno e da marzo sarà presente sugli scaffali in un nuovo packaging realizzato in cartone riciclabile, punto di arrivo di un progetto di sostenibilità e filiera che comincia dai campi per coinvolgere tutto il processo produttivo.
Il nuovo packaging sostenibile e riciclabile della Tosca realizza l’idea di produrre una pasta toscana no glifosate nata da Terre dell’Etruria, la più grande cooperativa multifiliera della Toscana – capofila del progetto –, e da Unicoop Firenze, la più grande Cooperativa di Consumo in Toscana.
Trafilata al bronzo ed essiccata lentamente a basse temperature, la Tosca è una pasta dal gusto pieno e dall’aroma autentico, perfetta per essere abbinata ai sughi della tradizione toscana, come i Fusilli con cavolo nero e salsiccia, le Penne strascicate e le numerose ricette raccolte da Terre dell’Etruria e Unicoop Firenze nel ricettario Pasta La Tosca.
Ma non sono solo le sue caratteristiche organolettiche che l’hanno fatta scegliere da tantissimi consumatori nel suo primo anno di vita sullo scaffale: sulle confezioni si possono trovare infatti tutte le informazioni che permettono di risalire direttamente ai produttori che hanno coltivato il grano. Un processo a portata di smartphone del consumatore, che sfruttando il QR-Code presente sulle confezioni può facilmente individuare l’appezzamento di coltivazione e di provenienza dei vari lotti di produzione, oltre agli ettari impegnati, la lista dei produttori e persino le immagini dei campi da cui viene il grano.
A caratterizzare Pasta La Tosca è anche l’attenzione alla biodiversità e alla valorizzazione del suolo, condizione garantita dal divieto di utilizzare prodotti contenenti glifosato (principio attivo diserbante di largo uso, specialmente nei paesi esteri) su tutta la superficie dove cresce il grano destinato alla Tosca.
«In un anno di lavoro siamo andati oltre le aspettative – commenta Massimo Carlotti, presidente di Terre dell’Etruria – e possiamo affermarlo con grande soddisfazione soprattutto se pensiamo che siamo partiti da uno scaffale difficile come quello della pasta e siamo riusciti e posizionarci in maniera apprezzabile.
Ma ciò di cui andiamo più orgogliosi è che, anche con il nuovo packaging sostenibile che aumenta i costi di produzione, siamo riusciti a garantire lo stesso prezzo del grano ai nostri soci produttori di cereali. Per noi questo è “il” grande obiettivo che siamo riusciti a portare a casa».
Dopo essersi fatta conoscere dai consumatori dell’area fiorentina che hanno potuto apprezzare la filosofia di produzione pulita e trasparente, la Tosca sarà venduta da marzo anche da Unicoop Tirreno, mentre nel corso del 2021 arriverà anche sugli scaffali di Unicoop Centro Italia.
«Unicoop Firenze mette al centro del proprio operato il territorio, l’ambiente e l’etica – commenta Emidio Granchi, Business Manager del reparto Grocery di Unicoop Firenze –. Il progetto della Pasta Tosca, fortemente voluto, ha la forza di coniugare in modo semplice e comprensibile tutto questo. La filiera Toscana, la corretta remunerazione del lavoro e la sostenibilità raggiunta anche attraverso il nuovo packaging, unite alla convenienza di un prodotto di qualità eccellente e di consumo giornaliero rappresenta nel modo migliore lo stile del fare della nostra Cooperativa.
Siamo contenti di aver fin qui contribuito alla crescita del progetto e continueremo a sostenerlo anche attraverso la nostra proposta commerciale.»
Un successo che è sostenuto dai numeri: gli ettari di produzione crescono, da 150 ettari ai circa 480 ettari relativi all’annata agraria 2019/20 per una produzione di 20 mila quintali.
Anche le aziende agricole fornitrici passano da 20 a oltre 40, distribuite tra Pisa, Val di Cornia, Grosseto, colline livornesi e area costiera di Baratti e Populonia. Il grano duro, una volta raccolto, viene poi lavorato in un molino della zona della costa e trasformato in un pastificio lucchese, prima di arrivare sugli scaffali.
Filiera di produzione, trasformazione e lavorazione, sono così interamente toscane.
E anche quest’anno Terre dell’Etruria ha coinvolto altre strutture cooperative quali la Società Vallebruna di Roccastrada (Grosseto) e la Cooperativa Pieve di Santa Luce (Pisa), così da avvalorare ancora di più l’impronta regionale del prodotto e rafforzare il senso della cooperazione regionale.
Le caratteristiche
Nei fusilli, negli spaghetti, nei rigatoni e nelle farfalle di Pasta La Tosca è possibile ritrovare tutta la genuinità della tradizionale pasta toscana, trafilata al bronzo ed essiccata lentamente per preservarne un gusto pieno, ruvido, capace di legarsi alla perfezione ad ogni tipo di sugo. Il frutto di una filiera breve e pulita, segnata da un rigido disciplinare seguito dai produttori e vigilato dai tecnici di Terre dell’Etruria.
Oltre a garantire il rispetto da parte dell’azienda produttrice di grano delle normative vigenti e dell’assenza di glifosate, Terre dell’Etruria individua non solo le zone di coltivazione, ma anche le varietà delle sementi utilizzabili.
La ricetta:
Fusilli con cavolo nero e salsiccia
(Ricetta della Val di Bisenzio)
Ingredienti per 2 persone:
• 150 g di Fusilli la Tosca
• 350 g di cavolo nero in foglie
• 1 salsiccia di suino (circa 70 g)
• 1 cipolla bianca
• 1 spicchio d’aglio
• 15 g di olio EVO
In una pentola capiente mettiamo a lessare la pasta appena l’acqua salata in precedenza entra in ebollizione. Tagliamo finemente le foglie di cavolo nero privandole del nervo centrale. Tritiamo finemente la cipolla. In una padella versiamo tutto l’olio, la cipolla tritata e uno spicchio d’aglio in camicia. Appena soffritta la cipolla buttiamo il cavolo e lasciamolo appassire per 3 minuti, sfumando al bisogno con un po’ di acqua di cottura (quindi non aggiungiamo sale).
Con l’aiuto di un coltello, priviamo la salsiccia del budello esterno e la riduciamo in piccoli pezzetti da versare nel sughetto di cavolo nero.
Nel tempo di cottura della pasta il sugo di cavolo nero e salsiccia è pronto. Scoliamo e saltiamo la pasta in padella. Aggiungiamo a piacere dei commensali pecorino stagionato della Val D’Orcia o Pecorino Toscano DOP, che si sposano entrambi benissimo con questo sugo corposo.
Altre ricette sulla Pasta La Tosca si possono leggere a questo link: https://cutt.ly/hksTQd3
TERRE DELL'ETRURIA
Terre dell’Etruria è la più grande cooperativa agricola multifiliera della Toscana, risultato di una serie di aggregazioni di diverse cooperative, che affonda le proprie origini nella Cooperativa Produttori Donoratico, fondata il 14 Aprile 1950.
Con circa 3500 aziende agricole associate, si pone sul mercato della filiera agroalimentare con l’obiettivo di valorizzare le produzioni agricole toscane dei propri associati e di indirizzare, seguire e aiutare le aziende agricole nelle scelte agronomiche e produttive.
Attiva nei settori dei cereali, dell’ortofrutta, del vino, dell’olio e delle agroforniture, Terre dell’Etruria è dislocata sul territorio delle province di Pisa, Livorno, Grosseto e Siena, dove i soci produttori possono trovare tutto l’occorrente per la conduzione delle loro aziende.
Tutte le società del gruppo sono certificate in base alle norme Uni EN ISO 9001:2008 e autorizzate alla gestione del prodotto biologico. Tracciabilità e sostenibilità fanno parte del dna della cooperativa: dal campo alla tavola, passando attraverso i processi di lavorazione, stoccaggio e confezionamento.
Alessandra Iozzia
DAL RITORNO DEI CLIMATARIANI AL BOOM DEGLI INSETTI
NON SOLO BIO, DAGLI ESPERTI I 10 “FOOD TRENDS” DEL 2021:
DAL RITORNO DEI CLIMATARIANI AL BOOM DEGLI INSETTI, ECCO LE RIVOLUZIONI IN TAVOLA
Dai cibi creati con l’ausilio dell’intelligenza artificiale a quelli contenuti in imballaggi flessibili alternativi alla plastica, dal maggior consumo di fitonutrienti ai super-frutti dell’Amazzonia. Sono questi alcuni dei principali “food trends” che, secondo gli esperti del settore, segneranno il post pandemia. Da ricerche internazionali è emerso come a farla da padrone saranno anche il ritorno dei “climatariani”, attenti alla sostenibilità ambientale, e il consumo di insetti, ricchi di proteine.
L’emergenza sanitaria ha ridefinito i principali settori economici, in primis quello alimentare, cambiando i paradigmi attuali e le scelte di milioni di persone. Da una recente ricerca americana dell’International Food Information Council pubblicata su Forbes è infatti emerso come il 54% dei consumatori abbia deciso di adottare un’alimentazione più sana nel 2020 rispetto a dieci anni fa, prediligendo cibi biologici. E ancora, secondo un’indagine condotta da Innova Marketing Insights e pubblicata su Food Industry Executive, nei prossimi anni ci sarà un’impennata di consumi legati ai cibi plant-based, ovvero quelli a base vegetale, raggiungendo una crescita del 20% entro il 2024. Ma quali saranno, dunque, i principali trend alimentari del 2021 secondo gli esperti? Secondo la testata americana Glipsecorp il nuovo anno vedrà il ritorno dei “climatariani”, coloro che seguono una dieta indicata per combattere il cambiamento climatico. Un termine entrato nella lista dei più utilizzati secondo il New York Times e che segnerà anche il post pandemia. I cibi del futuro, invece, saranno a base di insetti, fonte di proteine più sostenibili grazie al minor impatto ambientale e all’alto valore nutrizionale, appena sdoganati dalla European Food Safety Authority: da una ricerca di Dealroom pubblicata su Bloomberg è infatti emerso come si tratterà di un business dirompente che supererà i 4,1 miliardi di dollari entro il 2025. Spazio anche al packaging alternativo alla plastica che, secondo una ricerca di Market Allied Research, aumenterà del 12,4% entro il 2022. “L’attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale saranno ancora più preminenti all’interno del settore alimentare del post pandemia. Per questo motivo, dopo un’esperienza ventennale nel mondo del bio, ho deciso di rimettermi in gioco ideando una linea di zuppe fresche pronte che, a differenza dei prodotti contenuti nella comune ciotola in plastica, sono confezionate in pack realizzati con carta dotata di certificazione PEFC e proveniente da filiera sostenibile – ha spiegato Marco Roveda - Il pioniere del biologico – Una soluzione ideale per abbracciare i trend del 2021 e rispondere alle esigenze delle persone che prediligono quotidianamente un’alimentazione sana, ricercando salute, benessere, innovazione di ricette e packaging”.
Tra le principali tendenze alimentari del 2021 figura anche quella dei fitonutrienti, composti vegetali ricchi di proteine e vitamine, ideali per migliorare le funzioni immunitarie: da una ricerca di Businesswire pubblicata su Glimpsecorp è emerso come il loro consumo raggiungerà i 24 miliardi di dollari entro il 2023. E ancora, sarà preminente la digitalizzazione della catena alimentare grazie alla presenza di cibi interamente creati da intelligenze artificiali secondo una ricerca riportata da Today. Spazio anche ai super-frutti dell’Amazzonia come buriti e camu-camu, alimenti ricchi di vitamina A e C, e minerali come ferro e calcio, utili per restare in forma e rinvigorire il benessere mentale messo a dura prova dai periodi di lockdown. L’emergenza sanitaria ha inoltre aumentato la necessità di trasparenza delle aziende nei confronti dei consumatori. Da un’indagine di Label Insight e Food Marketing Institute è emerso come il 75% dei consumatori vorrebbe informazioni precise riguardanti l’origine dei cibi che arrivano sulla tavola. Aumenterà la richiesta di cibi ad alto contenuto di vitamina D, magnesio, probiotici: 3 consumatori su 5, secondo una ricerca di Innova Market Insights, sono alla costante ricerca di alimenti che possano impattare in maniera benefica la salute mentale e garantire una migliore qualità del sonno. Ma non è tutto, perché spopolerà anche la pratica del foraging, ovvero il raccogliere piante e ingredienti che crescono in boschi e lungo i fiumi.
Ecco quali saranno i 10 principali trend alimentari del 2021 secondo gli esperti:
1. Il ritorno dei climatariani: l’emergenza sanitaria ha aumentato il desiderio, da parte dei consumatori, di ricercare alimenti che possano avere un impatto benefico sul cambiamento climatico.
2. Cibi creati con l’intelligenza artificiale: startup e multinazionali inizieranno ad avvalersi di macchine e robot per digitalizzare la catena alimentare.
3. Proteine degli insetti nel piatto: non saranno più un tabù e diventeranno una delle principali portate del 2021 grazie alle loro proprietà nutritive e al basso impatto ambientale.
4. Spazio ai fitonutrienti: gli alimenti che offrono benefici immunitari saranno un must del post pandemia. I consumatori cercheranno in tutti i modi di rafforzare la propria salute.
5. Imballaggi più flessibili: si cercherà di ridurre al minimo l’utilizzo di confezioni in plastica, prediligendo packaging alternativi.
6. I Super-frutti arrivano dall’Amazzonia: alimenti come buriti e camu-camu diventeranno un must sulla tavola per via dell’importante presenza di vitamine e minerali.
7. Più attenzione alla trasparenza: i consumatori presteranno molta più attenzione all’origine dei prodotti, chiedendo una maggiore trasparenza dalle aziende.
8. Boom del biologico: il settore sembra non aver risentito gli effetti della crisi e avrà una crescita miliardaria entro il 2025.
9. Crescita costante del food delivery: le richieste di consegna del cibo a domicilio sono aumentate in maniera esponenziale durante i mesi di lockdown e continueranno anche nel 2021.
10. Il trend del foraging: la pratica di raccogliere piante e ingredienti che crescono spontanei in boschi e prati o lungo i fiumi, già in crescita da diversi anni, sarà sempre più frequente anche nel post pandemia.
Matteo Gavioli
BENESSERE A TAVOLA: I CIBI SALUTARI CHE PENSAVI FACESSERO MALE E QUELLI CHE DOVRESTI INSERIRE E (FORSE) NON CONOSCI
Sì a pizza, fritti e cioccolato, prelibatezze di cui ci siamo privati per anni e che non sono nostri nemici. Importante anche il consumo di inulina e curcuma.
La dottoressa Chiara Manzi spiega come abbinare e cucinare i cibi, per non rinunciare a nulla, essere sani e restare o tornare in forma
La buona cucina è uno dei “vizi” più amati dagli italiani, che tendono a concedersi con una certa frequenza dei piccoli peccati di gola, salvo poi sentirsi in colpa nei confronti della linea o del benessere. In realtà, alcuni cibi vengono spesso considerati poco salutari, mentre non solo non fanno male, ma, inseriti nel modo corretto nella nostra alimentazione, possono essere dei fidati alleati del nostro benessere e della forma fisica, anche dopo gli eccessi delle feste.
“Fermo restando che ognuno di noi dovrebbe adottare una dieta varia e bilanciata pensata in base alle proprie esigenze, e che, in caso di patologie o sensibilità alimentari, è sempre opportuno consultare il proprio medico, credo sia arrivato il momento di assolvere quei cibi o quelle cotture che da tempo sono “accusati” ingiustamente. – Commenta la dottoressa Chiara Manzi, nutrizionista italiana e docente universitaria, massima esperta in Europa di Culinary Nutrition – La Dieta Mediterranea, che non esclude alcun alimento o macrocategoria, è ormai considerata come il miglior regime alimentare, inclusa dal 2010 addirittura nella lista UNESCO dei Patrimoni Immateriali dell’Umanità. Con la Culinary Nutrition, abbiamo una sorta di evoluzione di questo tipo di alimentazione. Recenti studi, infatti, hanno dimostrato come, abbinando un certo modo gli ingredienti e seguendo determinate procedure per la cottura, possiamo mangiare tutto ciò che amiamo, senza privarci di nulla, compreso pizza, fritti e cioccolato”.
Nel suo ultimo libro, “Cucina Evolution. In forma senza dieta”, edito da Art Joins Nutrition, la dottoressa Chiara Manzi illustra in modo approfondito i principi base da seguire per avere un’alimentazione che non escluda nulla, consentendoci di restare in salute e in perfetta forma. Per amplificarne i benefici, inoltre, la dottoressa consiglia di portare a tavola anche alcuni cibi che (forse) ancora si conoscono e si consumano poco. Sì a pasta e pizza, anche con farina raffinata, ma aggiungiamo fibre solubili
I carboidrati vengono spesso demonizzati, soprattutto quelli a base di farina raffinata. Sebbene, in effetti, siano da preferire i prodotti integrali, più ricchi di fibre, dobbiamo ammettere che spesso il gusto viene compromesso. Pensate a un soffice dolce, che risulterebbe meno lievitato, o ad un piatto di carbonara, non è certo la stessa cosa! La soluzione, dunque, è quella di aggiungere inulina a catena lunga, una fibra solubile non digeribile che potenzia la microflora e non altera il sapore. Il piatto risulterà ricco di fibre, gustoso e con un minor impatto glicemico.
2. Olio Extravergine di Oliva, un toccasana a crudo, che può essere usato anche in cottura
L’olio EVO è un grasso vegetale, ma, proprio come nel caso degli zuccheri, non ne esiste un tipo soltanto. Questo olio nello specifico è ricco di acidi grassi monoinsaturi, che proteggono cuore e arterie, è ricco di vitamina E, un potente antiossidante che contrasta l’invecchiamento cellulare, e di polifenoli, che migliorano la microflora intestinale. Questo, però, non significa che possiamo irrorare i nostri piatti di olio. Ricordate che è pur sempre un grasso, ed un consumo eccessivo è sconsigliabile. Inoltre, ogni cucchiaio apporta 90 kcal. Dunque, usiamolo nelle giuste quantità per insaporire i nostri piatti, senza eccedere.
3. Sì alla cottura
Sfatiamo subito il mito secondo il quale i cibi crudi siano più salutari. Se questo può essere vero per alcuni alimenti, che magari rischiano di perdere parte dei nutrienti durante la cottura, non vale per altri. Alcuni alimenti, infatti, consumati da crudi risultano essere meno nutrienti, come nel caso delle carote: i carotenoidi si assimilano solo al 5% se le consumiamo crude!
4. Uova, assolte in pieno dal “reato di colesterolo”
A sfatare il falso mito che facciano ingrassare e aumentino il colesterolo, ci hanno pensato diversi ricercatori, in particolare, un gruppo dell’Università di Sidney, ha appurato che, anche mangiando fino a 12 uova alla settimana, non si verifichino aumenti né di peso, né di colesterolo. Senza arrivare a queste quantità, le uova presentano proteine di alto valore biologico e importanti micronutrienti come la vitamina A, la B12, acido folico (importante in gravidanza), ferro, calcio, fosforo e potassio. Infine, il tuorlo è ricco di lecitine, che riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo
5. Cioccolato, un peccato di gola che puoi sempre concederti
Il cioccolato viene spesso utilizzato per premiarsi di qualcosa, o per tirarsi su, pensando che vada consumato solo raramente per evitare di ingrassare o pensando che possa far male. Al contrario, il cioccolato fondente al 70% o più, è ricco di flavonoidi, in grado di regolare la microcircolazione sanguigna e linfatica, favorire la protezione dei piccoli vasi venosi, proteggere il fegato e rinforzare il sistema immunitario. A patto di non assumerlo insieme ai latticini perché la caseina impedisce l’assorbimento intestinale dei flavonoidi. In questi grigi pomeriggi invernali, dunque, non neghiamoci una tazza di cioccolata calda, magari sostituendo il latte con acqua, o concediamoci della gustosa crema spalmabile alle nocciole, scegliendo quelle povere di zuccheri e grassi e arricchite con inulina.
6. Fritto, buono e salutare se lo fai così
Tutte le diete vietano la frittura, nonostante sia un metodo di cottura che conserva benissimo molte vitamine e che se fatta nel modo giusto può contenere meno grassi di un’insalatona. Seguendo questi accorgimenti 100 g di frittura infarinata con farina di riso assorbirà circa 4 g di olio: l’olio deve essere abbondante (1L ogni 100g di prodotto) e ad una temperatura costante di 170°C; prima di friggere l'alimento, mettetelo a raffreddare in freezer, assorbirà la metà del grasso; il fritto andrà scolato bene e poi tamponato tre volte in carta assorbente; infine, evitare la formazione di sostanze dannose come l’acrilammide, sostanza cancerogena che si forma quando le impanature passano da dorate a marroncine.
7. Curcuma e pepe nero, le spezie che riducono il girovita
Questa coppia vincente ha il potere di ridurre il girovita. La curcumina vanta molte proprietà positive, abbassa il colesterolo, inibisce la formazione di cellule grasse, aiuta l'umore, ma il suo assorbimento intestinale è molto basso se non viene accostata alla piperina del pepe nero, che stimola i villi intestinali e ne aumenta l’assimilazione fino a duemila volte. Dunque, aggiungi questa coppia vincente alle tue ricette dalla panatura della cotoletta (usa albume, curcuma e pepe nero) e alla marmellata.
8. Meno lattosio, più benessere
Per la preparazione di dolci, meglio scegliere i prodotti
(latte, ricotta, mascarpone…). Pur mantenendo gli stessi valori nutrizionali del latte con lattosio, è molto più dolce e ci consente di aggiungere meno zucchero. Contiene, infatti, un mix di zuccheri, glucosio e galattosio, che ha un potere dolcificante doppio rispetto a quello del lattosio.
9. Eritritolo, il dolcificante naturale a 0 calorie, che ti permette di non rinunciare ai dolci
Questo dolcificante naturale appartiene al gruppo dei polioli e si ottiene dalla fermentazione di zuccheri naturalmente presenti in frutta e altri alimenti di origine vegetale. Al contrario degli altri polioli ha zero calorie e non ha effetti lassativi. Ha un potere dolcificante pari al 70% del comune zucchero da tavola e non presenta alcun retrogusto, come, invece, la stevia. Non influisce sui livelli di glucosio e di insulina nel sangue, rendendolo adatto anche a chi soffre di diabete, e non causa carie! Usalo al posto del classico zucchero bianco per i tuoi dolci, potrai concederti una piccola coccola senza sensi di colpa.
10. Inulina, l’amica di ogni piatto
Si tratta di fibra di cicoria, in commercio ce ne sono di diversi tipi e solo quella a catena lunga (Inulina Excellence) ha sapore neutro, ed è in grado di abbassare l’indice glicemico delle ricette e ridurre l’assorbimento di grassi e carboidrati, facendo anche uno sconto sulle calorie! È un prebiotico in grado di aumentare la densità di Bifidobatteri e Lattobacilli nel nostro intestino, riducendo la carica di batteri nocivi. Dai primi piatti, ai secondi, fino ai dolci, aggiungendo Inulina Excellence ad ogni preparazione si ottiene immediatamente una pietanza più ricca di fibre, sana e adatta anche a chi deve perdere peso.
Nella foto Chiara Manzi
Alessandro Maola
IL COVID19 SI COMBATTE A TAVOLA, MANGIANDO CIÒ CHE TI PIACE, BASTA CUCINARLO E ABBINARLO SECONDO CUCINA EVOLUTION
Chiara Manzi
La ricerca dell’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina
La nutrizionista Chiara Manzi spiega come essere 3 volte più resistenti al virus senza rinunciare a dolci, fritti e pizza. Lo studio e le specifiche di questo regime alimentare sono illustrati nel libro “Cucina Evolution. In forma senza dieta”
Ormai da anni i medici sono concordi che la cura e la salute inizi a tavola, un assunto che sembra essere valido anche per la lotta al Covid19. Lo stile alimentare che sembra essere il più efficace, e che potrebbe ridurre di 3 volte l’incidenza della Polmonite da Coronavirus tra la popolazione è quello della Dieta Mediterranea, povera di grassi, zucchero e sale, ricca di fibre e antiossidanti con un consumo di massimo 2 dolci a settimana.
Secondo una ricerca condotta in collaborazione con il Professor Michele Rubbini*, Professore dell’Università di Ferrara e membro del comitato scientifico dell’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina, ora sarebbe possibile restare sani e mantenere alte le difese contro i virus come il Covid19, mangiando anche 2 dolci al giorno, fritti e pizza quando vogliamo, seguendo lo stile alimentare di Cucina Evolution. Si tratta di un’evoluzione della Dieta Mediterranea, applicando le più recenti ricerche scientifiche della Culinary Nutrition, innovativa branca della nutrizione che studia le interazioni e gli effetti dei nutrienti sull’organismo umano, e come varino a seconda di come vengono cucinati e abbinati i cibi, di cui la nutrizionista italiana Chiara Manzi è la massima esperta in Europa.
La ricerca condotta dall’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina insieme al Professor Michele Rubbini ha preso in esame un campione di oltre 900 persone che seguono i dettami di “Cucina Evolution”, ai quali è stato chiesto di rispondere a domande sulla propria alimentazione quotidiana e, in particolare, se seguivano le ricette proposte nel libro “Cucina Evolution”, con quale frequenza e da quanto tempo. Inoltre, sono state chieste informazioni in merito all’età, sesso, peso, altezza e stato di salute, ed eventuale di tosse, influenza, disturbi intestinali e possibile infezione da Covid19 con sviluppo di polmonite nei mesi tra gennaio e maggio 2020.
Il campione analizzato è composto principalmente da donne (94,7%), tra i 50 e i 69 anni (63,6%). La popolazione oggetto del questionario, dunque, è tra quelle maggiormente esposte, sia per fascia di età, sia per genere femminile. Il 49,9% aveva iniziato a seguire questa particolare alimentazione da oltre 3 mesi, il 31,5% da meno di tre mesi e il 9,1% non ha ancora iniziato questo stile alimentare.
Dai questionari è emerso che l’incidenza di Covid19 di chi seguiva Cucina Evolution da almeno 3 mesi è dello 0,22%, mentre per chi lo segue da meno o non lo segue affatto sale a 0,58%, un dato quasi 3 volte più elevato. A livello nazionale, secondo i dati ufficiali, l’incidenza del virus tra le donne di età compresa tra 50 e 69 anni (che rappresentano la maggior parte del campione dello studio) è dello 0,4%, circa il doppio di quanto evidenziato.
“Gli ultimi studi ci hanno dimostrato come uno stato di eubiosi produce un’emissione di interferoni (proteine antivirali) che porta ad una maggiore protezione antivirale e alla riduzione dell'immunopatologia del contagiato. Per questo è importante mangiare sano e nutrire il nostro intestino con fibre prebiotiche, antiossidanti e polifenoli, riducendo al contempo grassi, zuccheri e sale. – Spiega la dottoressa Chiara Manzi – Da questa ricerca non si possono trarre conclusioni certe e definitive, ma considerazioni basate sull’osservazione. Da quanto leggiamo dai dati, imparare ad abbinare gli alimenti e scegliere il giusto modo di cottura ci rende non solo più sani e in forma, ma anche più forti contro il Covid19. L’obesità, infatti, costituisce un fattore di rischio anche in questo caso. Il Coronavirus entra nel nostro tessuto polmonare attraverso l'enzima ACE2, espresso sulla superficie delle cellule polmonari, del tessuto adiposo viscerale, del cuore e dell’intestino. Perciò l’obesità predispone a immagazzinare una carica virale maggiore”.
Cucina Evolution insegna a friggere limitando l’assorbimento di grassi, a sostituire lo zucchero con dolcificanti naturali antiossidanti e a ridurre i grassi grazie all’uso di fibre prebiotiche. Inoltre, grande attenzione è riposta agli abbinamenti dei cibi e ai metodi di cottura. Dunque, non una dieta restrittiva, ma un’alimentazione sana, senza rinunciare al gusto.
Maggiori dettagli sulla ricerca sulla correlazione tra Covid19 e Culinary Nutrition sono riportati nel libro “Cucina Evolution. In forma senza dieta” della dottoressa Manzi.
DATI SULL’INDAGINE
56,5% consumano ricette di Cucina Evolution da oltre 3 mesi, nel dettaglio:
20,5% da 1-2 anni
15,8% da oltre 2 anni
13,6% da 6 mesi-1 anno
6,6% da 3 a 6 mesi
31,5% consumano ricette di Cucina Evolution da meno di 3 mesi o successivamente, nel dettaglio:
21% da 1-3 mesi
10,5% da meno di 1 mese
9,1% ancora non hanno iniziato a mettere in pratica
2,9% risposte non valide
FREQUENZA DI CONSUMO DI PRODOTTI E RICETTE EVOLUTION
61% consumo abituale a colazione
75% consumo abituale a pranzo
75% consumo abituale a cena
SESSO
94,7% donne
5,3% uomini
ETÀ
63,6% tra i 50 e i 69 anni
22,7% tra i 40 e 49 anni
10% under 40
3% over 70
INCIDENZA DI MALATTIE CRONICHE
4,4% diabete
10% patologie cardiovascolari
INCIDENZA DI OBESITÀ E SOVRAPPESO
Dal rapporto peso altezza si evince che l’80% della popolazione osservata è mediamente normopeso o leggermente sovrappeso.
* Direttore del Programma di Chirurgia Colonproctologia presso l’Università - AUSL di Ferrara, Italia;
International Fellow ASCRS; Fellow ISUCRS.
Membro del board di: Advisory Board Nursing Programme NUST; International Committee ASCRS; Program Committe ASCRS; Research Council University of Ferrara; Editorial World J of Gastrointestinal Surgery.
Alessandro Maola
EARTHMEALS, NASCE LA PRIMA ALIMENTAZIONE PLANT-BASED
Il primo servizio su misura di alimentazione funzionale,
che cucina piatti pronti a base vegetale, con ingredienti bilanciati.
Un’alimentazione plant-based consapevole aiuta a migliorare la vita delle persone.
Benefici per il proprio organismo, benessere interiore e stile di vita sostenibile
Nasce la prima alimentazione plant-based. Si chiama EarthMeals, è il primo brand al mondo basato su nutrizione, mindfulness e consapevolezza. Un nuovo modo di interpretare l’alimentazione e un servizio su misura che cucina piatti pronti a base vegetale, con prodotti freschi e ingredienti bilanciati, e li consegna ogni settimana a casa, in ufficio o in uno dei punti di ritiro presenti sul territorio.
L’impresa, iniziata dall’imprenditore friulano Stefano Bertoli, parte dal desiderio di voler aiutare le persone a riprendere il controllo della propria giornata iniziando dalla gestione quotidiana del cibo. A partire da un’alimentazione plant-based consapevole, infatti, è possibile ritrovare un nuovo benessere interiore.
La prima alimentazione plant-based migliora la vita delle persone
EarthMeals la prima alimentazione plant-based è un regime alimentare a base di ingredienti vegetali che esclude cibi di origine animali. È un’alimentazione che sceglie alimenti funzionali che, com’è stato più volte scientificamente provato, influisce positivamente sull’organismo. Gli alimenti plant-based aiutano a preservare la propria salute, in termini di prevenzione e longevità, permettono di ridurre l’insorgenza di gravi malattie e influiscono, anche, sul proprio stato d’animo. <<I cibi che decidiamo di mangiare influenzano il nostro umore, oltre che la nostra salute. I piatti che scegliamo non hanno, infatti, solo importanti conseguenze funzionali, ma anche emotive, relazionali, psicologiche>> afferma Bertoli, conoscitore delle patologie moderne che affliggono le persone. EarthMeals, grazie alla proposta di un’alimentazione a base vegetale, le aiuta a co-creare un nuovo benessere interiore.
L’aspetto rivoluzionario
EarthMeals permette dunque di vivere un’esperienza alimentare nuova, unica, in grado di cambiare la vita delle persone. In qualità di alimentazione funzionale permette all’organismo di diventare più forte, alla mente di essere più concentrata. Gli ingredienti funzionali, bilanciati e su misura, apportano infatti benefici importanti che preservano la giovinezza cellulare, rallentano gli effetti del naturale processo di invecchiamento cutaneo, prevenendo l’infiammazione che provoca le malattie, anche le più gravi, o i disturbi più comuni. In generale sono un alleato per la salute fisica e l’equilibrio interiore.
EarthMeals, la prima alimentazione plant-based, sceglie cibi naturali, predilige cerali integrali e verdure, è attenta alla provenienza degli alimenti, alle modalità di preparazione e cottura e alla tracciabilità dei circuiti di distribuzione. Rappresenta una scelta di vita sostenibile.
Perché scegliere EarthMeals
EarthMeals interpreta in maniera innovativa il concetto di alimentazione. Grazie alla possibilità di ordinare piatti su misura o seguire programmi alimentare personalizzati, le persone possono finalmente prendersi cura della propria salute, migliorare la qualità della loro giornata e vivere così in eco-relazione profonda con loro stessi, con gli altri e con l’ambiente. Ingredienti sani, bilanciati, equilibrati consentono di gestire, e superare, i propri disturbi alimentari e, insieme, ansie e stress. EarthMeals non solo vuole aiutare le persone a mangiare meglio, e quindi a godere di tutti i vantaggi di una nutrizione sana ed equilibrata, ma desidera renderli più consapevoli della stretta relazione tra alimentazione, benessere e vita quotidiana, grazie a benefici reali e scientificamente provati.
Il servizio e le sue caratteristiche
EarthMeals, la prima alimentazione plant-based, va oltre un semplice approvvigionamento di pasti pronti. Prepara piatti pronti su misura e non si limita a risolvere un problema funzionale, il poco tempo a disposizione per mangiare e cucinare piatti sani e gustosi. Consente di migliorare le proprie abitudini alimentari, di seguire un programma specifico, di non pensare più alla gestione quotidiana del cibo, di riprendere il controllo della giornata e di risparmiare tempo e denaro, eliminando gli sprechi.
Sul sito www.earthmeals.it (già on line, lo shop sarà attivato a fine ottobre) è possibile scegliere un piatto unico o più pietanze sane ed equilibrate. Una volta ricevute settimanalmente a casa o in ufficio, EarthMeals resta al fianco delle persone e, grazie a consigli e suggerimenti, le aiuta a raggiungere i loro obiettivi, che siano di mangiare meglio, cambiare stile di vita o dimagrire.
Prima di ordinare, senza che sia richiesto un abbonamento al servizio, le persone possono effettuare un test nutrizionale gratuito: a partire dal proprio peso e altezza e, soprattutto, dalle proprie abitudini quotidiane e dai propri desideri, possono conoscere quali sono gli ingredienti, e di conseguenza i cibi, più adatti per il proprio organismo. Una volta scoperto, hanno la possibilità di ordinare i piatti, o il programma più adatto, in linea con le proprie specifiche esigenze.
A prescindere dal test nutrizionale, in ogni caso tutti i piatti vengono diversamente bilanciati per uomo e donna, gli ingredienti vengono correttamene equilibrati perché eccedere in carboidrati, proteine o lipidi può portare a scompensi pericolosi per l’organismo. Collabora con EarthMeals il Dott. Patrizio Bianchi, un biologo nutrizionista professionista, promotore di stili di vita e regimi alimentari sani ed equilibrati, che studia quotidianamente pasti correttamente proporzionati.
Tutti gli ingredienti EarthMeals sono certificati OGM free, prevalentemente di origine italiana e a chilometro zero. Non vengono utilizzati né coloranti né conservanti. I piatti vengono cucinati con cottura a vapore o a bassa temperatura, un tempo molto più lungo rispetto alla cottura classica, così le proprietà nutrizionali non vengono disperse; le pietanze vengono sottoposte ad abbattimento e, infine, riposte in frigorifero. Per garantire la freschezza dei prodotti, i piatti vengono cucinati il lunedì e spediti una volta alla settimana, conservati in vaschette monoporzione in polipropilene, riciclabili al 100%. I contenitori nei quali sono confezionati i piatti sono isolati termicamente, con una fibra di canna da zucchero, quindi compostabili, è possibile aspettare anche fino a sera prima di riporli in frigorifero perché mantengono una temperatura di refrigerazione sotto i 4°C fino a 48 ore.
E, una volta in frigo, possono rimanere anche 14 giorni nella completa assenza di additivi conservanti. E quando è ora di mangiare, è sufficiente poco tempo per rigenerare il piatto.
EarthMeals, grazie al regime alimentare scelto, permette di non contribuire agli allevamenti intensivi di animali né all’estinzione delle specie marine, di essere attento alla natura, rispettoso dell’ambiente. EarthMeals, la prima alimentazione plant-based, è un'alternativa alimentare unica: benefici per la salute, nuovo benessere interiore, una vita più serena ed equilibrata, più tempo per le proprie passioni, una scelta di vita sostenibile. << Viviamo una vita frenetica, sempre di corsa, schiavi della nostra ambizione - spiega Bertoli, il fondatore – Ho lavorato diversi anni all’estero e ho provare in prima persona la frenesia creata dalla società moderna, sostenendo personalmente ritmi di lavoro troppo intensi. Diverse volte mi sono sentito in trappolato in una realtà che non mi apparteneva. Tante volte mi sono chiesto se ne valesse la pena. Rientrato in Italia, ho scelto di fondare un’azienda che potesse realmente fornire un contributo alle persone, che non si limitasse semplicemente a risolvere un problema funzionale, quale la gestione quotidiana del cibo, ma che le aiutasse a migliorare la qualità della propria vita, a partire da un nuovo regime alimentare >> afferma Stefano Bertoli, il fondatore.
“The future will be plant-based, the future is now”
“Sprigiona il tuo potenziale dalla natura!”
Founder & CEO è Stefano Bertoli, imprenditore friulano con esperienze professionali ed imprenditoriali, sviluppate in UK, Australia, Panama e Italia. Grazie agli approfonditi studi in gestione aziendale, marketing strategico e vendita svolti negli anni, ha sviluppato importanti modelli di business per diverse aziende, studiando il mercato di riferimento in modo da implementare le principali strategie commerciali e consolidare la loro presenza nei mercati stranieri. Esperto conoscitore del posizionamento di marca strategico, ha fondato EarthMeals, il primo brand al mondo basato su nutrizione, mindfulness e consapevolezza.
Greta La Rocca