NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo
image1 image2 image3 image3

Alimentazione

Piatti buoni e giusti

Ecco un pasto salutare e gustoso. Anche l’ambiente ne va orgoglioso

 

 

Prodotti controllati? Piatti leggeri e al contempo sfiziosi? La rivoluzione delle bowl sconvolge e catapulta il cliente in un mondo nuovo: riso rosso, lenticchie di montagna, gamberi al ginger, semi di girasole, edamame, crema di avocado… Tutto questo oggi è possibile da Bul Milano, il ristorante in cui “più un cibo è buono, più ti aiuta a stare in forma”. 

 

Strano ma vero. Inoltre, questo leitmotiv è un chiaro segnale della filosofia del locale: da un lato, prendersi cura della salute del cliente deliziandolo con piatti ricercati, materie prime sicure e sapori delicati, dall’altro rispettare l’ambiente, gli ecosistemi e i lavoratori di tutta la filiera di produzione, sia nell’ambito della pesca sia in quello agroalimentare.

 

Da qui scaturisce l’appoggio concreto del ristorante al progetto Sustainable Restaurants, l’iniziativa di Friend of the Sea, lo standard di certificazione internazionale per la pesca e l’acquacoltura, che seleziona e premia le realtà che abbracciano i valori della sostenibilità, utilizzando uno o più prodotti certificati Friend of the Sea. 

 

Bul nasce in Viale Premuda, a Milano, per soddisfare tutta quella clientela esigente che intende concedersi una pausa fit & tasty. Il menu è pianificato in base alla stagionalità e alla freschezza degli ingredienti, sia all’interno di bowl sia in versione crêpes alla tapioca, e i nomi delle pietanze sono già tutti un programma: Detox, Monday, Funday, Pre-Meeting, Study Fuel, Pre-Workout, Post-Workout, Hangover, solo per citarne alcuni. Ovviamente, non mancano anche piatti vegetariani, barrette energetiche, bevande Babasucco e dolcetti appetitosi.

 

“Bul rappresenta la migliore ‘strada da imboccare’ per tutti quelli che tengono alla propria linea, - ha commentato Paolo Bray, Fondatore e Direttore di Friend of the Sea – senza rinunciare al gusto e, in più, contribuendo alla conservazione delle risorse ambientali. Per tutte queste ragioni, sono entusiasta di accoglierlo a gran voce nel nostro Sustainable Restaurants”.

 

Ad oggi, sono oltre 500 i ristoranti che fanno parte del progetto Sustainable Restaurants. La lista completa, suddivisa per città, è disponibile scaricando l’App Sustainable Restaurants su Play Store ed Apple Store.

ESTATE: È IL CIBO L’ARGOMENTO PIÙ CHIACCHIERATO E FOTOGRAFATO IN VACANZA

ESTATE: È IL CIBO L’ARGOMENTO PIÙ CHIACCHIERATO E FOTOGRAFATO IN VACANZA

  • La spesa per il cibo degli italiani in vacanza è di 6,5 miliardi. Si tratta della prima voce nel budget del turista;
  • Il fenomeno dell’estate è il food sharing, la condivisione sui social di foto di piatti e pietanze,da quelli degli chef a quelli “casalinghi”;
  • Il bilancio dei consumi estivi rimane comunque precario, tra i ristoratori la maggioranza pensa che la stagione chiuderà pari, o anche peggio, di quella dello scorso anno.

 

Roma, 31 luglio 2019 – È il food sharingil fenomeno dell’estate, che trascorre tra la fotografia di un piatto e l’altra. Di cibo si parla in spiaggia, in montagna e tra le vie delle città d’arte, ma è soprattutto sulla rete che si “scatena” la discussione. Con il selfiefood, il cibo diventa quasi un rito, con una regola fondamentale, prima di essere gustato, un piatto deve essere fotografatopostato. Anche per questo cresce sempre più l’attenzione verso il lato estetico dei piatti, i ristoratori non possono che adeguarsi ed assecondare la crescente propensione dei consumatori a pubblicare i piatti sui social attraverso foto e video, al fine di esaltarne forme e cromatismo. 

Il food sharing è un fenomeno ormai globale, che riguarda tanto i piatti cucinati dagli chef quanto quelli “casalinghi”e, soprattutto se italiano, il food è un valore aggiunto, tanto da dare vita a decine di hashtag a tema, tra gli altri: #italianfood, #italianfoodlover, #italianfoodstyle. 

“Anche in estate il rapporto con il cibo si dimostra un tratto distintivo della cultura degli italiani, ma non solo: il proliferare di hashtag che sintetizzano in una parola la ricchezza della nostra tradizione culinaria è l’ulteriore dimostrazione del fatto che lacucina italiana è una passione e un’ispirazione anche per milioni di turisti”, dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe.“Sono orgoglioso di rappresentare una categoria che ancora una volta si dimostra fondamentale per la valorizzazione della filiera agro-alimentare del Paese in quanto vetrina del Food in Italy e formidabile strumento di promozione della cultura e dei valori dell’Italia”.

I PIATTI DELLE VACANZE

Ma quali sono i piatti delle vacanze?   Al primo posto il piatto unicomeglio se vegetariano, forse non tanto o non solo per esigenze salutistiche quanto piuttosto perché in vacanza il tempo dedicato alla cucina non è poi così tanto. Sul podio anche pasta e pesce, mentre si consuma meno la carne. Per le bevande, invece, tanta acqua per rimanere idratati e birra più che vino.

LA SPESA FUORICASA E L’ANDAMENTO DEI CONSUMI ESTIVI

La spesa per il cibo dei 24 milioni di italiani che andranno in vacanza quest’estate - 11 milioni solo ad agosto - è di 6,5 miliardi, tant’è che quella per pranzi e cene in locali e ristoranti è la prima voce di spesa nel budget dei turisti.

Numeri importanti che, tuttavia, non sono sufficienti a fornire un quadro positivo dei consumi estivi dei due mesi già conclusi(giugno e luglio) e neppure di quello che sta per iniziare(agosto). 

 

Tra i ristoratori i pessimisti prevalgono nettamente sugli ottimisti, e la maggioranza pensa che l’estate 2019 sarà come l’estate 2018. I risultati di giugno sono più o meno in linea con quelli dello scorso anno, è a luglio che la valutazione diventa più negativa, con un saldo tra chi ritiene che il mese sarà migliore dell’anno scorso e chi, al contrario, ritiene che sarà peggiore pari a -21,9%. Ad agosto la situazione migliora, ma sempre con molte riserve (-15,8%).

È tuttavia sul turismo interno che i giudizi sono più cauti, mentre per gli stranieri le indicazioni risultano improntate a maggior ottimismo. Nel dettaglio, il saldo tra chi dice che sono in aumento i flussi di italiani e chi dice che sono in flessione è pari a -9,6%,mentre il saldo delle risposte sui flussi degli stranieri è positivo (+5,7%)

È già tempo di tirare le somme anche se la stagione è ancora lontana dalla chiusura. Il sentimentdella ristorazione è fortemente negativo con un saldo tra chi si aspetta una stagione migliore dell’anno scorso e chi, al contrario, se l’aspetta peggiore pari a -22%.

"Anche quest’anno la stagione estiva, complici le sempre più ricorrenti condizioni meteo sfavorevoli,ha faticato a prendere il via. - commenta Stoppani– Ma il meteo da solo non basta a spiegare un quadro di pessimismo così accentuato tra i nostri imprenditori. Il clima di incertezza che si respira nel Paese è la vera zavorra che impedisce ai consumi, anche a quelli turistici, di spiccare il volo.  Ma siamo ancora nel pieno della stagione e solo alla fine tireremo le somme”

 

 

Andrea Pascale, 3938138965, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ARRIVA IN ITALIA LA PRIMA POLPETTA REALIZZATA CON LA CARNE 100% VEGETALE IDEATA NEGLI USA

 

Grazie a un’idea di Viviana Veronesi, fondatrice del bistrot Paulpetta, arriva in Italia la prima polpetta preparata con la carne vegetale di Beyond Meat, l’azienda californiana che ha creato la “100% plant-based meat” ottenuta dalle proteine dei piselli

 

È contraddistinta da un gusto che stupisce e soddisfa anche i palati più esigenti, la materia prima con cui è preparata permette una riduzione del consumo di acqua (-99%), suolo (93%) ed energia (-50%), oltre che l’abbattimento delle emissioni di gas serra (-90%) rispetto a quelle prodotte grazie all’allevamento animale e, a livello nutrizionale, non contiene glutine, soia e OGM, fattori che implicano una lunga serie di benefici per la salute e l’ambiente. La prima polpetta realizzata con la “100% plant-based meat” di Beyond Meat nata negli Stati Uniti è stata ideata in Italia da Viviana Veronesi, fondatrice del brand Paulpetta (www.paulpetta.it), il primo bistrot italiano che propone un menù unicamente composto di queste specialità. Infatti, ai 14 tipi di polpette tra cui figurano le Libanesi, le India, le Messicane, le Greche, le Brooklyn, ovvero gli immancabili spaghetti meatballs, le Persiane, le Crucche, naturalmente le Italy, le tanto amate prelibatezze al sugo, si sono aggiunte le rivoluzionarie polpette di carne vegetale, le “Beyond Polpette” ribattezzate LA, il cui nome s’ispira alla sede californiana di Beyond Meat a Los Angeles; un’azienda che crea deliziose carni a base di piante utilizzando semplici ingredienti vegetali applicati in modi freschi: le nuove polpette contengono infatti solo proteine di pisello, succo di barbabietola e olio di cocco.

 

“Siamo partiti dalla nostra città, Monza, per aprire il primogenito di Paulpetta. Abbiamo testato il prodotto, analizzato le reazioni e ora, confortati dagli ottimi risultati di apprezzamento e di vendite, siamo pronti ad allargare la nostra offerta con questa polpetta unica in Italia – spiega Viviana VeronesiPaulpetta apre nel 2015 con un menù che fin da subito si differenzia per la sua offerta connotata principalmente dal gusto internazionale e da un richiamo forte con le origini, che pone sempre l’attenzione alla salute del Pianeta, perché partendo da un singolo progetto si possa espandere il concetto di consumo etico e consapevole. Per questa ragione abbiamo fortemente voluto la carne vegetale di Beyond Meat perché ci pare uno splendido punto di partenza per una ri-evoluzione in campo alimentare. Un prodotto eccezionale che consente quindi una riduzione del consumo di carne animale e un successivo ridimensionamento di allevamenti intensivi e, di conseguenza, delle emissioni di CO2 nell’atmosfera”.

 

Una scelta coerente quindi con la filosofia di Paulpetta, secondo cui non c’è evoluzione senza innovazione, e che parte da uno sguardo sempre rivolto alle tendenze che tengano conto non solo del mangiare bene, ma anche consumare in senso etico e consapevole: “Fin da subito abbiamo scelto di utilizzare carne di manzo certificata biologica senza che questo, che per noi è un valore, vada ad appesantire il conto dei nostri clienti – conclude Viviana Veronesi – Anche i vini che selezioniamo sono a certificazione biologica, come anche le bibite in bottiglia. Di recente inoltre abbiamo scelto di sospendere la vendita di bottiglie di plastica a favore di acqua microfiltrata a chilometro zero e continueremo a perfezionare sempre di più la nostra proposta, in linea con i nostri principi”.

 

 

 

Matteo Gavioli

INSETTI COME CIBO

 

 

I consumatori europei più disponibili a cibarsi di insetti sono giovani, maschi e di buona cultura

E’ quanto emerge da un articolo pubblicato sulla rivista Food Research International da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa

 

Giovani maschi e di buona cultura, ecco gli europei più propensi a consumare gli insetti come cibo. L’identikit emerge da un articolo pubblicato sulla rivista “Food Research International” da un team del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa guidato dalla professoressa Gisella Paci e composto dai dottori Simone Mancini, Roberta Moruzzo e Francesco Riccioli. I ricercatori hanno messo insieme e confrontato i dati provenienti da una quarantina di studi pubblicati dal 2012 ad oggi per capire quali categorie di persone più disponibili ad accettare gli insetti nel proprio piatto.

“Gli uomini fra i venti e i trenta anni sono i consumatori più interessati, soprattutto per una questione di curiosità – spiega Simone Mancini che sta svolgendo alcuni progetti di ricerca sul tema degli insetti edibili – e questo vale sia al livello italiano che europeo, come indicano le ricerche svolte sulle fasce di popolazione più giovani come ad esempio gli studenti universitari”.

Fattore curiosità a parte, dalla rassegna condotta dai ricercatori dell’Ateneo pisano emerge che le persone preferiscono comunque consumare gli insetti come ingredienti piuttosto che interi. Il disgusto provocato dal vederli gioca infatti un ruolo fondamentale, soprattutto perché nella cultura occidentale sono spesso associati all’idea di sporco e di contaminazione. Se invece gli insetti edibili sono trasformati in “polvere” e addizionati come ingrediente a un prodotto noto, la repulsione scende notevolmente.

“Gli insetti fanno parte della dieta tradizionale e sono storicamente consumati come animali di allevamento e di cattura in Asia, Africa, Sud America e Centro America – sottolinea Gisella Paci – la sfida è di capire come anche in occidente si possa accettare culturalmente questo nuovo cibo”.

A favore del consumo degli insetti giocherebbero infatti molti fattori. Numerosi studi scientifici per esempio evidenziano il loro alto valore nutrizionale come fonte proteica, di lipidi, minerali e vitamine, caratteristica che unita alle ridotte richieste di superficie, ha spinto le agenzie spaziali a studiarli come possibile cibo nelle missioni spaziali. Ma considerata la questione dell’impatto ambientale, gli insetti si candiderebbero come nutrimento del futuro anche per il nostro pianeta. Non a caso le Nazioni Unite li hanno individuati come una possibile risposta al crescente bisogno di proteine dovuto all'incremento della popolazione umana stimata in 9,7 miliardi nel 2050.

“L’interesse verso gli insetti ci riguarda direttamente dato che nei prossimi anni, specie dopo la direttiva europea sul novel food in vigore dal gennaio del 2018, troveremo sicuramente questi prodotti negli scaffali dei supermercati come già accade nel nord Europa, Belgio e Olanda in primis, e fuori l’Unione europea, nella vicina Svizzera – conclude Gisella Paci - in questa ottica sarà quindi necessario pensare ai processi di allevamento e di trasformazione in termini di investimento e di nuove strategie gestionali, il tutto unito ad un imprescindibile impegno informativo e comunicativo per aumentare l'accettabilità degli insetti nella cultura occidentale, che faccia leva sugli aspetti economici, ambientali e sociali”.

 

 

 

Dott.ssa Marina Caterina Magnani

IL CONTROCENONE DEL PIATTO DI NETTUNO AL CIRCOLO DEI NOBILI

Di Virgilio Pronzati

                                                                   

Guglielmina Costi Monaci creatrice e presidente dell’Associazione Piatto di Nettuno, per l’ edizione 2019 del Controcenone si è superata. L’ormai nota iniziativa per mantenere la salute a tavola ed il piacere della convivialità e dell’’amicizia, quest’anno si è tenuta nello splendido salone dell’esclusivo Circolo dei Nobili situato nel seicentesco Palazzo Lomellini-Doria Lamba, uno degli storici Palazzi dei Rolli di Genova, fatto erigere per Stefano Lomellini.

 

Guglielmina Costi Monaci col sindaco Marco Bucci,  Samir Sukkar, Odo Tinteri e Gianpaolo Belloni

 

Il Circolo fu istituito nel 1836 dal Marchese Stefano Giustiniani ed altri quarantaquattro notabili appartenenti all’aristocrazia filo-sabauda della città. Ancor oggi il Circolo raggruppa in gran parte le grandi famiglie genovesi, contando  ben 336 soci tutti uomini. 

 Guglielmina Costi Monaci col sindaco Marco Bucci, Samir Sukkar e Odo Tinteri 

Federico Alizeri, nel suo Manuale del forestiere per la città di Genova (Genova, 1846 pag. 330-331) scrive: «In questo palazzo è stabile da parecchi anni un così detto casino, nel quale si riunisce in dilettevoli e splendidi trattamenti il fiore della genovese società. Si regola lo stabilimento con appositi statuti: ed è presieduto da una direzione che ogni anno elegge ufficiali.

Guglielmina Costi Monaci mentre presenta l'Associazione il Piatto di Nettuno

 

- Trovansi in questo tutti li onesti sollazzi che uomo possa desiderare, giuochi, danze, concerti musicali, fogli periodici, ed altri di simil genere. — Ogni socio è obbligato ad un'annua contribuzione, ed ha in sua facoltà di condurvi alcun forestiere, purché l'intervento di lui non oltrepassi il corso di tre mesi, e presenti prima alla direzione il proprio nome e quel della patria»

 

 

Guglielmina Costi Monaci e l'Assessore comunale Paola Bordilli

In questo suggestivo e regale contesto, la serata condotta con la consueta signorilità da Guglielmina Costi Monaci, è stata siglata dalla partecipazione del dinamico sindaco Marco Bucci e dall’avvenente Assessore Paola Bordilli. 

Il Consigliere comunale Claudio Villa, Guglielmina Costi Monaci col marito ing. Roberto   

Nell’incontro con le signore socie del Piatto di Nettuno, il primo cittadino Marco Bucci oltre l’immediata simpatia, ha rivelato un’ottima conoscenza della gastronomia tipica genovese.  

Maria Pia Cioncoloni, Fiorella Gaetti, Maura Nicora, Maria Antonietta Casareggio, Maria Serra e Guglielmina Costi Monaci 

Non è mancato l’incontro con l’arte.  Il virtuoso violinista Andrea Cardinale, ha deliziato i presenti con un’esecuzione impeccabile, interpretando una parte dei famosi “ventiquattro Capricci” dell’indimenticato Maestro Niccolò Paganini.   

 Guglielmina Costi Monaci con Samir Sukkar

Durante la riuscita serata, l’ingegnere Roberto Monaci donava un grande mazzo di fiori alla moglie Guglielmina. per il trentennale del Piatto di Nettuno.  

 

 

  Emilia Biancelli, Virgilio Pronzati, Giampaolo Belloni, Mario Giacompol, Samir Sukkar e Guglielmina Costi Monaci

 

Anche la cena ha riservato gradite sorprese. Preceduti da stuzzicanti frittini e altre golosità, dei piatti sobri ma raffinati in linea col Piatto di Nettuno - ossia che tengono conto di una giusta alimentazione - come Anello di riso con crema di piselli e ragù di pesce; Branzino in crosta con contorno di carote, cavolini di Bruxelles e patate novelle. 

 

 

 

 

Maria Serra, Mario Giacompol, Guglielmina Costi Monaci, Giampaolo Belloni e Odo Tinteri

 

Dulcis in fundo, Bavarese al cioccolato e panna. Il tutto, consigliato dal sommelier Ais Mario Giacompol e abbinato ai pregiati vini della Cantina Lunae di Paolo Bosoni (Millenium Brut, Colli di Luni Vermentino, Circus e Spumante dolce).  Impeccabile il servizio effettuato da camerieri in livrea.  

 

 

 Il violinista Andrea Cardinale

 

Dono graditissimo a tutti gli invitati, l’artistica stampa del Maestro Odo Tinteri, realizzata in occasione del trentennale del Piatto di Nettuno. 

  Maria  Antonietta Agnese Stretti, Roberto Monaci, Paolo Silvestri, Zertollo e Maretta  Oddone 

 

 

Tra i numerosi ospiti, l’illustre Prof. Samir Sukkar, il Consigliere comunale Claudio Villa, il Maestro Odo Tinteri, la professoressa Maria Leone Messeni Nemagna, la professoressa Giustina Greco e la dottoressa Maretta Odone. 

 

 Guglielmina Costi Monaci con l'opera di Odo Tinteri dedicata al 30le del Piatto di Nettuno 

 

Foto Studio Uno  

2024 © Enocibario P.I. 01074300094    Yandex.Metrica