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Premi enologici
FALSTAFF PREMIO ALLA CARRIERA A MARCO CAPRAI
Dal suo primo numero nel 1980, Falstaff è diventata la più importante rivista nella comunicazione enogastronomica, travel e design nei Paesi di lingua tedesca ed è per questo che il Premio alla Carriera assegnato a Marco Caprai ha un grande valore internazionale.
«Un riconoscimento bellissimo, che premia un impegno lungo 40 anni non solo mio, ma di tutti i nostri collaboratori», afferma Caprai, orgoglioso e sorpreso.
Tanto che nelle pagine della Falstaff Wein Guide Italien 2025 dedicate al Premio alla Carriera assegnato all’imprenditore umbro, si legge: “Premio alla carriera, per me? Ma non sono ancora così vecchio, ha detto Marco Caprai quando gli abbiamo comunicato la notizia del suo premio. Sì, di solito riconoscimenti di questo tipo vengono assegnati alla fine di una lunga carriera lavorativa. Con i suoi 60 anni, Marco Caprai non è sicuramente alla fine della sua attività creativa. Ma nei quasi quarant'anni dedicati al vino, ha realizzato qualcosa di straordinario. Il nome di Marco Caprai e della cantina Arnaldo Caprai a Montefalco, in Umbria, è indissolubilmente legato al Sagrantino di Montefalco. Il Sagrantino è considerato la varietà d'uva con il più alto contenuto di tannini al mondo e negli anni '70, a causa della sua bassa resa e della struttura generosa dei suoi vini, era quasi caduto nell'oblio. Caprai ha riportato in auge il Sagrantino. In origine, però, tutto era iniziato in modo molto diverso. Marco aveva studiato scienze politiche e non aveva molto a che fare con il vino e la viticoltura. Tuttavia, c'era la tenuta Val di Maggio, che suo padre, l'imprenditore tessile Arnaldo Caprai, aveva acquistato all'inizio degli anni '70. Dopo qualche esitazione, Marco iniziò comunque a lavorare nella tenuta e si occupava inizialmente soprattutto della gestione. Ma presto fu colto dall'ambizione”.
Colpa del Sagrantino, varietà attorno alla quale circolano ancora oggi molti miti. «Tradizionalmente – prosegue Falstaff – il Sagrantino veniva spesso vinificato come vino dolce con una dolcezza residua evidente. La dolcezza permetteva di ammortizzare la struttura massiccia dei tannini. Il risultato era un affascinante gioco tra dolcezza e note amare, un vino dolce opulento che sicuramente doveva abbinarsi alla perfezione a molti piatti medievali. Ma il Medioevo era finito, i vini dolci non erano più di moda e tutti volevano vini secchi e soprattutto economici. Marco Caprai, però, non si lasciò scoraggiare, piantò Sagrantino e iniziò a produrre Sagrantino secchi e potenti. Negli anni '90 tutti chiedevano vini di potenza, e il Sagrantino era il vino del momento. Con il suo Collepiano conquistò gli esperti di vino e nel 1996 alzò ancora l'asticella con il Sagrantino 25 anni. Ma Marco Caprai fu abbastanza lungimirante da capire che il boom sarebbe finito. Con entusiasmo, quindi, lavorò per rendere il Sagrantino più raffinato ed elegante. Nel 2015 chiamò Michel Rolland a Montefalco per questo scopo. Rolland ha sviluppato una vinificazione integrale specifica per il Sagrantino, che ha permesso di dare al vino più frutta e di rendere i tannini un po' più morbidi. Ma niente paura: il Sagrantino non è certo diventato un vino facile e ruffiano».
L'espressione più significativa della vinificazione integrale secondo Falstaff «si trova nello Spinning Beauty, che si distingue per un profumo fine con molta frutta, e al palato offre tannini impressionanti, ma scorre comunque morbido».
La cerimonia di premiazione si svolgerà presso Eataly a Monaco di Baviera il prossimo 26 novembre.
Michela Pesenti
ALBINO ARMANI CONQUISTA IL PREMIO BEST RED WINE AI BEST WINE STARS AWARDS 2024 CON IL SUO EGLE VALPOLICELLA DOC CLASSICO SUPERIORE 2022
Albino Armani Viticoltori dal 1607 trionfa a Best Wine Stars, la manifestazione meneghina che celebra la cultura e le eccellenze enogastronomiche italiane che anche quest’anno, dal 18 al 20 maggio, si è tenuta al Palazzo del Ghiaccio di Milano registrando un’affluenza record a sfiorare i 6.000 ingressi tra buyer, stampa ed appassionati.
Domenica 19 maggio, durante la cerimonia di premiazione dei Best Wine Stars Awards 2024 svoltasi nella Sala Piranesi di Palazzo del Ghiaccio, il Valpolicella Classico Superiore DOC Egle 2022 firmato Albino Armani è stato infatti proclamato vincitore per la categoria Best Red Wine “per aver individuato e investito sulle colline più alte della Valpolicella Classica, a Marano, dove i vigneti occupano l’ultima fascia di terra coltivabile prima del limite estremo della montagna”. Unico vino rosso premiato tra le 250 cantine espositrici e in gara agli Awards dell’edizione numero cinque di Best Wine Stars – che come sempre premiano una sola etichetta per categoria – Egle è stato selezionato dalla sommelier esperta, imprenditrice e wine writer Adua VillaA vincere è stato lo stile inconfondibile Egle Valpolicella DOC Classico Superiore, a rappresentare il marchio di fabbrica della storica azienda familiare, figlio di un approccio da sempre volto alla valorizzazione del terroir e ad enfatizzare una chiara riconoscibilità legata alle alte quote. Nello specifico i vini Albino Armani prodotti a Marano di Valpolicella, con le vigne posizionate tra i 400 e i 600 m slm, offrono un sorso che esalta i descrittori della parte più alta della Denominazione, con la tipica croccantezza del frutto ed eleganza che si uniscono alla piacevole freschezza dovuta al clima d’altura. Non solo, scegliendo vent’anni fa di vinificare uve di Corvina, Corvinone e Rondinella a Marano, Albino Armani ha anche riportato in auge l’origine collinare dei vini della Valpolicella, che negli ultimi decenni è stata abbandonata in favore di produzione di bassa valle, come richiedeva il mercato. Uno stile che oggi il consumatore torna a riscoprire e preferire, considerandolo più autentico, ma che per Albino Armani rappresenta da sempre una filosofia produttiva, una vera e propria missione che accompagna l’azienda da oltre trent’anni.
Valentina Fraccascia
VINITALY: I VINCITORI DEL “PREMIO ANGELO BETTI – BENEMERITI DELLA VITIVINICOLTURA”
Sono stati proclamati ieri a Vinitaly i vincitori del “Premio Angelo Betti – Benemeriti della vitivinicoltura”, l’annuale medaglia alle istituzioni o personalità che, con la propria attività professionale o imprenditoriale, più hanno contribuito al progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e alla crescita del mondo del vino italiano.
“Giunto alla sua 51^ edizione, il Premio Angelo Betti si conferma tra i più sentiti e prestigiosi riconoscimenti del settore – ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, ieri assieme all’amministratore delegato Maurizio Danese alla cerimonia di premiazione –. Si tratta di un’iniziativa volta a valorizzare non solo l’eccellenza ma anche la tipicità dei territori e che, proprio per questo, richiede ogni anno la preziosa collaborazione degli Assessorati regionali all’Agricoltura. Quest’anno – ha proseguito – abbiamo voluto fortemente ricordare assieme alla Regione Sicilia l’impegno civile e la straordinaria luce di Marisa Leo, ‘Donna del vino’ innamorata della sua terra e del suo lavoro, vittima dell’ennesimo femminicidio. Vinitaly e tutto il mondo del vino ne celebrano con questo riconoscimento la memoria. Infine, ma non per importanza – ha concluso Bricolo – ricordiamo anche le doti umane e professionali di Matteo Mattei, protagonista del mondo vitivinicolo del Trentino prematuramente scomparso”.
Per il 56° Vinitaly, vanno ad arricchire l’Albo d’Oro del “Premio Angelo Betti – Benemeriti della Vitivinicoltura”:
- Riccardo Iacobone (Abruzzo);
- Francesco Perillo (Basilicata);
- Salvatore Molettieri (Campania);
- Luigi Nola (Calabria);
- Associazione “Modigliana Stella dell’Apennino” (Emilia-Romagna);
- Daniele Drius (Friuli Venezia-Giulia);
- Azienda agricola Villa Simone (Lazio);
- Giacomo Cattaneo Adorno (Liguria);
- Andrea Virgili(Lombardia); Mario Lucchetti (Marche);
- Roberto De Stefano (Molise);
- Michela Marenco(Piemonte);
- Alois Frotscher (Provincia Autonoma di Bolzano);
- Matteo Mattei (Provincia Autonoma di Trento);
- Alessandra Quarta (Puglia);
- Salvatore Elio Carta (Sardegna);
- Marisa Leo (Sicilia);
- Maddalena Guidi (Toscana);
- Tenute Lunelli – Tenuta Castelbuono(Umbria);
- Andre’ Gerbore (Valle d’Aosta);
- Andrea Sartori (Veneto).
CONSORZIO ASTI DOCG: ALLA STATUNITENSE DOPPIO ZERO L’ASTI DOCG AWARD PER LA MIGLIOR CARTA VINI DI 50 TOP WORLD ARTISAN PIZZA CHAINS 2023
Doppio Zero, catena di pizzerie a stelle e strisce, si aggiudica l’Asti DOCG Award, il premio per la miglior carta dei vini firmato Consorzio Asti Docg assegnato ieri sera al Teatro San Ferdinando di Napoli nel corso della tappa speciale di 50 Top World Artisan Pizza Chains 2023, che ha visto l’incoronazione delle cinquanta migliori catene di pizzerie artigianali al mondo. Il franchising statunitense, posizionatosi 18° nella classifica mondiale, ha ricevuto anche il riconoscimento dell’ente consortile piemontese grazie ad una wine list che risalta il pairing tra pizza gourmet e bollicine.
Giunge così al termine il lungo viaggio di 50 Top Pizza 2023 iniziato lo scorso maggio a Barcellona con l’assegnazione dell’Asti DOCG Award a Via Toledo Enopizzeria di Vienna per una wine list che conta oltre 150 referenze provenienti esclusivamente dall’Italia, il quale ha bissato il successo anche nella tappa mondiale di settembre. A seguire, a maggio, l’appuntamento Asia – Pacific che ha visto assegnare il premio a L’Oliva di Bangkok per una carta beverage del respiro internazionale. Dalla Thailandia all’America con l’Ops di Brookyln riconosciuto a giugno come il locale americano dalla miglior carta vini grazie ad una selezione aggiornata settimanalmente. A luglio poi è stata la volta dell’Italia con il Meunier Champagne & Pizza di Corciano (PG) premiato per una wine list in grado di valorizzare il binomio bollicine e pizza.
La cerimonia di premiazione di 50 Top World Artisan Pizza Chains 2023 si è conclusa con il Party After Prize a Palazzo Caracciolo, dove gli ospiti hanno degustato il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante sia in purezza che in mixology.
Il Consorzio Asti Docg è l’unico wine partner di 50 Top Pizza 2023, la prima guida online dedicata alle migliori pizzerie mondiali curata da Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere.
Sara Faroni
AIS VENETO CONSEGNA IL PREMIO FERO E IL PREMIO RISTORATORI AL 150 LISON CLASSICO DOCG DI STAJNBECH
Ottimi i riconoscimenti anche dalle guide nazionali
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Stajnbech sale in vetta alla classifica di AIS Veneto. Il 150 Lison Classico DOCG dell’azienda di Pramaggiore (Venezia) si è infatti aggiudicato il Premio Fero come miglior vino bianco regionale. Il riconoscimento è stato consegnato a Venezia in occasione della presentazione della 10° edizione della Guida Vinetia 2024. Lo stesso vino si è inoltre aggiudicato il Premio Ristoratori, assegnato da una giuria di professionisti del settore, come migliore in assoluto tra 21 finalisti.
Una nutrita giuria composta da ristoratori, giornalisti e degustatori ufficiali ha complessivamente valutato, con degustazione alla cieca, oltre 2000 vini provenienti da oltre 400 cantine. Obiettivo primario di questa guida, frutto di un lavoro corale a più voci, è di raccontare il Veneto come terra di eccellenze enologiche da scoprire, perché ogni produttore col proprio lavoro contribuisce alla narrazione di una terra che racchiude storia, cultura, bellezza.
A livello nazionale invece, il 150 ha ottenuto le 4 viti sulla Guida Vitae Ais, il premio per il miglior rapporto qualità-prezzo dalla Guida BereBene 2024 del Gambero Rosso, e i due bicchieri rossi sulla Guida Vini d’Italia 2024 sempre del Gambero Rosso, la Corona di Vinibuoni d’Italia e la menzione speciale dal Winehunter Award del Merano Wine Festival.
150 LISON CLASSICO DOCG
Proviene dal vitigno autoctono Tocai Friulano in purezza. Il suo nome é dedicato alla nostra bella Italia che nel 2011, anno in cui è stata riconosciuta la DOCG, festeggiava i 150 anni di unità. Presenta un classico colore giallo paglierino con delicati riflessi verdognoli. All’olfatto risulta intenso, con note floreali di tiglio, glicine e acacia, passando poi a fragranze di frutta esotica. Al palato è complesso e offre una forte persistenza aromatica. Ha grande equilibrio grazie ai 12 mesi di affinamento in bottiglia prima di essere commercializzato. E’ morbido, strutturato ma elegante, persistente con caratteristico retrogusto di mandorla.
Abbinamento: molto piacevole coi crudi di pesce e di carne (tartare), oppure con i formaggi erborinati di media intensità o con coniglio con olive e pomodorini. Accompagna bene anche un antipasto con prosciutto crudo e fichi.
Stajnbech
Stajnbech è un’azienda vitivinicola a conduzione familiare situata a Pramaggiore (VE), tra Venezia e Trieste, nel cuore di una terra dal ricco passato, anticamente chiamata il Vigneto della Serenissima.
Risale al 1990 il primo vigneto piantato da Giuliano Valent e Adriana Marinatto, che poi nel 1991 fondano la cantina. Nata dall’ambizione di raccontare una storia in un bicchiere di vino, questa realtà veneta si distingue per la cura meticolosa riservata ad ogni fase della produzione. Da sempre infatti, Giuliano e Adriana hanno scelto di puntare alla qualità, ricercando costantemente l’eccellenza, applicando una filosofia che crede nel valore di un prodotto sincero e genuino, e nella passione per il proprio lavoro. Uno stile perfettamente racchiuso nel motto di famiglia: “Coltiviamo Armonie”. Le armonie per Stajnbech sono quelle della natura ma anche delle persone che condividono i medesimi valori di professionalità e dedizione, uniti all’amicizia e al senso di condivisione, tutti elementi che risuonano tra vigneti, cantina e azienda come in una grande sinfonia corale. L’area in cui sorge la cantina, al confine tra Veneto e Friuli, gode di un clima temperato che unito al suolo ricco di argille grigie consentono alla vite la sua massima espressione. Dai 17 ettari di uve di proprietà, rigorosamente selezionate, si producono vini artigianali di altissima qualità, ottenuti ponendo molta attenzione al rispetto dell’ambiente sotto il segno dell’ecocompatibilità, in vigneto come in cantina. I vini si distinguono per la spiccata personalità che sanno esprimere e raccontano le tradizioni enologiche del Veneto, coniugandole coi gusti internazionali. Le linee di produzione si dividono in Superiori e Classici ai quali si aggiunge anche la bollicina con il Metodo Classico pas dosé Imagine. Negli anni, Stajnbech si è affacciata con successo al mercato internazionale, dove oggi gode di un posizionamento ben definito. La personalità dei vini ha conquistato nel tempo un pubblico di esperti e intenditori, raccogliendo importanti consensi ai più prestigiosi concorsi enologici.
Lorella Casagranda