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Premi enologici

MEDAGLIA D’ORO PER IL “1924 PROSECCO” ALLA LONDON WINE COMPETITION

 

Il prestigioso riconoscimento al Vino Spumante della Carpenè Malvolti

 

Prestigioso riconoscimento internazionale per l'alfiere della Carpenè Malvolti, il “1924 Prosecco”. La selezione unica e prima - ispirata al Vino Spumante delle origini - lo scorso 7 Luglio ha ottenuto la Medaglia d’Oro alla London Wine Competition, la più prestigiosa competizione enologica del Regno Unito – organizzata da Beverage Trade Network - che riconosce, premia e promuove i Marchi di vino di successo sia nel canale Ho. Re. Ca. che nella GDO al fine di identificare ed indirizzare in modo specifico le scelte dei winelovers.

Una affermazione per la Carpenè Malvolti che assume un significato doppiamente simbolico; la prima tappa del tour internazionale del “1924 Prosecco” nel 2019 si era infatti tenuta proprio nel Regno Unito e l’odierno riconoscimento rappresenta la tangibile testimonianza di come tale Vino Spumante sia stato positivamente accolto da subito anche tra i consumatori d’Oltremanica. E poi, perché la Medaglia d’Oro alla London Wine Competition giunge proprio nel mese in cui la Carpenè Malvolti ed il Territorio celebrano il primo anniversario dal riconoscimento insignito alle colline di Conegliano e Valdobbiadene quale Patrimonio Unesco. 

Primo Vino Spumante ad essere denominato “Prosecco” nella storia del medesimo prodotto, il “1924 Prosecco” è entrato a far parte della produzione della storica Cantina nel 2019 per celebrare il 95° Anniversario dalla prima iscrizione in etichetta del termine Prosecco, avvenuta proprio nel 1924 per mano della seconda Generazione dei Carpenè, Etile. Rappresenta l’ultima declinazione del Prosecco Superiore D.O.C.G. firmato dalla storica Casa Spumantistica di Conegliano che in tale selezione, unica e prima ottenuta per il 90% da uve Glera e per il restante 10% da altri storici vitigni a bacca bianca del Territorio Trevigiano, ripropone i canoni qualitativi e sensoriali in linea con le caratteristiche del vino originario. 

A conferire la Gold Medal al “1924 Prosecco” è stata una giuria composta da 23 Giudici internazionali, appartenenti a varie categorie di esperti del mondo del vino, dall’editoria alla sommellerie ai rappresentanti dei canali distributivi.

 

Marte Comunicazione snc di Marzia Morganti Tempestini & C. 

È NICOLA BIASI IL MIGLIOR GIOVANE ENOLOGO D’ITALIA 2020

NICOLA BIASI MIGLIOR GIOVANE ENOLOGO D’ITALIA 2020 SECONDO VINOWAY 

La premiazione avverrà il 10 ottobre a Bari durante la Vinoway Wine Selection 2021 

È Nicola Biasi il Miglior Giovane Enologo d’Italia 2020 secondo l’autorevole associazione Vinoway Italia, presieduta da Davide Gangi. La premiazione, che si terrà a Bari il 10 ottobre, avverrà in occasione dell’evento Vinoway Wine Selection 2021 giunto alla sua IV edizione. Nicola Biasi è un wine-maker di grande talento con un’esperienza solida e internazionale nonostante la giovane età e un approccio al mondo della vitivinicoltura pratico, sperimentale e cosmopolita, sempre alla ricerca del nuovo e della migliore qualità. 

Dopo anni di esperienza in affermate cantine in Italia e all’estero, nel 2015 intraprende l’attività di consulente come enologo libero professionista fino ad arrivare, all’inizio del 2020, a fondare la Nicola Biasi Consulting – uno studio di consulenza alle aziende vitivinicole che si avvale della collaborazione di diversi professionisti del settore tra cui un esperto agronomo, specialisti nel marketing e nel posizionamento di prodotto e di un laboratorio specializzato per il controllo della qualità dei vini. In portfolio aziende italiane che Biasi segue a 360° insieme al suo team di tecnici e professionisti. Dopo il diploma di enotecnico, inizia la carriera nel mondo del vino con le cantine Jermann e Zuani della famiglia Felluga. 

Si trasferisce poi nell’australiana VictorianAlps di Gapsted e successivamente nella sudafricana Bouchard Fialayson. Approda in Toscana, prima in Marchesi Mazzei poi in Allegrini in cui diventa capo enologo di Poggio al Tesoro a Bolgheri e San Polo a Montalcino e Amministratore Delegato di quest’ultima. Non solo, Biasi ha avuto anche l’opportunità di affiancare i più grandi nomi italiani del panorama enologico internazionale: Lanati, Antonini, Ferrini, Terzer e Cotarella che hanno contribuito alla sua preparazione e a forgiarne la professionalità. 

È dalla forma mentis scientifica, dalla visione aperta propria di chi gira il mondo e dall’acume manageriale maturato durante le esperienze in cantina che Biasi nel 2013 ha dato vita al progetto Vin de la Neu: un vino prodotto nella Val di Non, nella vigna di Còredo, a quasi 1000 metri d’altitudine sulle Dolomiti, battezzato così per la grande nevicata caduta durante la prima vendemmia. Qui Biasi ha deciso di realizzare la propria azienda agricola e impiantare vigneti di Johanniter, una varietà resistente alle malattie fungine della vite, tra cui oidio e peronospora, ottenuta dai parentali nobili Riesling e Pinot Grigio. 

 

Questa caratteristica, insieme alle condizioni pedoclimatiche del vigneto, consente di ridurre quasi a zero i trattamenti anticrittogamici rendendo ancora più concreta la fattibilità di un progetto sperimentale e la produzione di un vino che si contraddistingue non solo per il varietale e per le caratteristiche organolettiche e qualitative eccellenti, ma anche per la quantità limitatissima, pari a meno di 1.000 bottiglie l’anno. Un’iniziativa così coraggiosa che nel 2015 gli fa aggiudicare il premio Next in Wine di Simonit&Sirch in collaborazione con Bibenda: un riconoscimento dedicato ai talent under 35 del vino italiano per aver dimostrato una profonda conoscenza delle risorse ambientali del territorio e audacia nel portare avanti un tale progetto. 

Nicola Biasi è inoltre coordinatore tecnico del Wine Research Team di Cotarella che raggruppa oltre 35 cantine italiane e straniere sperimentali e innovative nel settore enologico. “Sono onorato di ricevere questo premio che per me rappresenta la conferma di aver intrapreso la strada giusta. Credo fermamente che l’enologo oltre a ‘fare’ il vino debba essere una figura chiave, insieme a tutto il suo team, nelle attività di gestione aziendale, dal vigneto alla cantina fino alla comunicazione e alla gestione dei costi di produzione. Affiancare l’imprenditore nelle scelte decisionali, definendo insieme i progetti strategici e gli obiettivi da raggiungere, è il suo ruolo. Un lavoro di squadra pianificato e monitorato in ogni passaggio, gestito con professionalità e grande passione. Ringrazio Davide Gangi, Presidente dell’associazione Vino Way Italia: il premio di Miglior Giovane Enologo d’Italia 2020 è uno stimolo a migliorare e crescere sempre di più e, insieme alle aziende che danno fiducia al mio lavoro, a portare ancora più in alto il valore dei vini italiani” – queste le parole di Nicola Biasi. 

Leila Caramanico

INVITO AI PRODUTTORI DI TUTTA ITALIA PER IL 27° PREMIO VERMENTINO DI DIANO CASTELLO

Appuntamento a fine agosto: venerdì 28 e sabato 29, con un ricco programma di iniziative e la consegna della bandiera di "Uno dei Borghi più Belli d'Italia". Previsto un gemellaggio con il Comune di Neive (Cn). La rassegna, che ha ottenuto anche il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, è aperta a tutte le aziende italiane: i vini partecipanti (obiettivo superare le 40 etichette, prime adesioni da Liguria, Sardegna, Toscana e Umbria) saranno giudicati da una commissione presieduta dal noto giornalista ed esperto Paolo Massobrio.

 

Tante novità per Premio Vermentino, la rassegna - a carattere nazionale - che il Comune di Diano Castello dal 1994 dedica ad uno dei vini bianchi più pregiati d'Italia, prodotto con l'omonimo vitigno.

Un vitigno che ha trovato un primo ideale terreno proprio intorno al borgo medievale, dopo un lungo viaggio che lo ha portato, secondo illustri studiosi, dal Medio Oriente alle coste tirreniche, con una decisa affermazione già nel XIV secolo. O, secondo altre fonti, è approdato sulle colline circostanti Diano Castello proveniente dalla Penisola iberica, via Francia (Corsica). Un vitigno, comunque, che predilige terreni come quelli delle valli dianesi: soleggiati, ventilati, vicini al mare, poco fertili e asciutti. Terreni che propongono sfide e impegno. Il Vermentino, meno di un mese fa, grazie ad una cantina ligure (spezzina, tra l'altro premiata nel 2019 a Diano Castello), si è aggiudicato il riconoscimento di "Miglior vino bianco d'Italia" nell'ambito del concorso, targato Vinitaly, "5 Star Wines". Questo prestigioso risultato, unitamente alla cancellazione di molte iniziative enologiche previste nei mesi scorsi, fa decisamente crescere l'interesse intorno al Premio Vermentino 2020.

 

 

L'edizione numero 27 è fissata per venerdì 28 e sabato 29 agosto, per la prima volta su due giorni, con un ricco programma di iniziative, che sarà a breve ufficializzato. Oltre ai lavori della commissione degli esperti, alle degustazioni aperte al pubblico ed all'esposizione delle bottiglie dei produttori partecipanti, sono previste visite guidate, conferenze, presentazione di libri, punti ristoro, un mercatino di prodotti tipici, spettacoli serali, passeggiate per i sentieri della zona, iniziative in alcuni ristoranti del comprensorio (che proporranno i Dian, corzetti de.co. di Diano Marina, che prevedono il Vermentino nell'impasto) ed un gemellaggio con il Comune di Neive, nelle Langhe, una delle capitali del vino, che sarà presente con i suoi pregiati "rossi" (Barbaresco, Barbera e Dolcetto). Diano Castello e Neive sono tra l'altro accomunati da alcuni fattori: fanno parte entrambi dell'Associazione dei Borghi più Belli d'Italia (sabato 29/8 è prevista la consegna ufficiale della bandiera per Diano Castello, seconda località del Golfo Dianese dopo Cervo a potersi fregiare di questo riconoscimento); hanno un aspetto insediativo molto simile, ritti su di una dominante collina; vivono la passione per la pallapugno, tanto che le due formazioni locali, Neivese e Amici del Castello, dovrebbero dar vita alla Coppa Vermentino, competizione che si è già svolta più volte in passato e che per l'occasione riprenderebbe vigore.

 

 

Nei giorni scorsi sono partiti gli inviti alle aziende vinicole della nostra regione e di altre zone d'Italia, ovvero Sardegna e Toscana, in cui la produzione di Vermentino è storicamente diffusa e solida. Si susseguono le prime  adesioni, sia dalle due riviere liguri, dalla Versilia, dalla Gallura, ma anche - per la prima volta - dall'Umbria. Quest’ultima regione rappresenta una delle nuove frontiere del Vermentino, vitigno sempre più versatile ed apprezzato.  I campioni devono pervenire entro il 7 agosto. L'obiettivo è quello di raggiungere almeno quaranta "etichette". 

A presiedere la commissione giudicatrice, composta da otto sommelier, espressi in pari numero da Ais e Fisar, sarà il noto giornalista Paolo Massobrio, uno dei maggiori esperti enogastronomici italiani. 

L'evento, che si avvale della compartecipazione dell'Azienda Speciale Riviere di Liguria e della collaborazione dell'Enoteca Regionale della Liguria, è patrocinato da Ministero delle Politiche Agricole, Regione Liguria, Camera di Commercio delle Riviere di Liguria, Prefettura e Provincia di Imperia, Gal Riviera dei Fiori, Associazione Borghi più Belli d'Italia e Associazione Nazionale Città dell'Olio. 

Titolare dell'evento è il Comune di Diano Castello, il cui sindaco e il suo vice, Romano Damonte e Massimo Calcagno, sono molto orgogliosi di questa storica rassegna, di gran lunga la più longeva tra quelle dedicate a questo vitigno. Il regolamento e il modulo per l'adesione dei produttori sono disponibili sul sito www.premiovermentino.it. Il Premio Vermentino, la cui organizzazione è stata affidata all'agenzia Immedia di Carlo Ferraro, è anche sui social: aperta anche la pagina Facebook, che sarà man mano arricchita di contenuti.

 AZIENDE PARTECIPANTI

 

Al 27° Premio Vermentino hanno aderito 59 produttori da 7 diverse regioni.Alcuni hanno presentato più di una etichetta (il totale è di 78). Ecco l'elenco completo delle aziende, divise per territorio

 

Liguria Ponente 

Ada Musso - Diano Arentino (Im)

Ardissone Giovanni - Chiusanico (Im)

Balin - Diano Castello (Im)

Bianchi Carenzo - Diano San Pietro (Im)

BioVio - Albenga (Sv)

Cantine San Steva - Imperia

Casa Lupi - Pieve di Teco (Im)

Cascina Nirasca - Pieve di Teco (Im)

Deperi - Ranzo (Im)

Enrico Dario - Bastia d'Albenga (Sv)

Fontanacota - Imperia

La Ginestraia - Cervo (Im)

Le Rocche del Gatto - Albenga (Sv)

Lombardi - Terzorio (Im),

Maria Donata Bianchi - Diano Arentino (Im)

Mauro Zino - Dolceacqua (Im)

Muntà di Fratti - Diano San Pietro (Im)

Nicola Novaro - Diano Castello (Im)

Peq Agri Cascina Praiè - Andora (Sv)

Poggi dell'Elmo - Soldano (Im)

Poggio dei Gorleri - Diano Marina (Im)

Saguato Rosella - Diano San Pietro (Im)

Tenuta Maffone - Pieve di Teco (Im)

Viticoltori Ingauni - Ortovero (Sv)

 

Liguria Levante

Andrea Bruzzone Vini - Genova

Bisson - Sestri Levante (Ge)

Cà du Ferrà - Bonassola (Sp)

Cantina Dell'Ara - Santo Stefano Magra (Sp)

Cantina Vermenting - Reggimonti (Sp)

Cantine Federici - Luni (Sp)

Cantine Lunae Bosoni - Luni (Sp)

La Cantina Levantese - Levanto (Sp)

La Carreccia - Luni (Sp)

La Pietra del Focolare - Luni (Sp) 

Linero - Castelnuovo Magra (Sp)

Tenuta La Ghiaia - Sarzana (Sp)

Terra della Luna - Luni (Sp) 

Zangani - Santo Stefano Magra (Sp)

 

Toscana 

Bonacchi - Quarrata (Pt)

Campo al Noce - Bolgheri (Li)

Colle Massari - Cinigiano (Gr)

Il Moretto - Massa

L'Aurora - Romagnano (Ms) 

Petricci e Del Pianta - Suvereto (Li)

Vignaioli del Morellino - Scansano (Gr)

Vini Apuani - Carrara (Ms)

 

Sardegna 

Càlibri - Berchidda (Ss)

Cantina Su'entu - Sanluri (Su)

Cherchi Giovanni Maria - Usini (Ss)

Contini - Cabras (Or)

Sabresenò - Olbia (Ss)

Tenute Soletta - Florinas (Ss)

Viticoltori della Romangia - Sorso (Ss)

Vitivinicola Carlo Cau - Sestu (Ca) 

 

Umbria (2)

Il Poggio - Macchie (Pg)

Podere Marella - Castiglione del Lago (Pg)

 

Lazio (1)

Antica Cantina Leonardi Cardinal Marcantonio Barbarigo - Montefiascone (Vt)

 

Puglia (1)

Otri del Salento - San Pancrazio Salentino (Br)

 

Sicilia (1)

Oddo Vini - Trapani

 

Carlo Ferraro

ALOIS LAGEDER TRA I VINCITORI DI SAVE THE BRAND 2020

 La cantina altoatesina insignita per il “passaggio generazionale” 

in occasione della settima edizione dell’evento che premia le eccellenze Made in Italy nel Food&Beverage

 

L’azienda è portata avanti dalla quinta e sesta generazione della famiglia con un approccio biodinamico e promuovendo un’economia circolare”, è con questa motivazione che la Tenuta Alois Lageder si è aggiudicata il riconoscimento “passaggio generazionale” in occasione della settima edizione di Save The Brand, l’evento organizzato da Foodcommunity, testata giornalistica digitale di LC Publishing Group, che mira a esaltare quelle realtà che si sono distinte per il valore che negli anni sono riuscite a costruire intorno al marchio (il Brand, appunto).

 

Alois Lageder entra di diritto in questo prestigioso palmares per il lavoro fatto negli anni, dove la passione e la tenacia della famiglia è stata tramandata di generazione in generazione, fino alla quinta e sesta che oggi sono alla guida della tenuta. 

 

Negli anni abbiamo rafforzato le nostre convinzioni e il nostro approccio biodinamico, muovendoci come sostenitori di un’economia circolare che mira a un uso più efficiente e sostenibile delle risorse”, afferma Alois Lageder “Per noi questo modus operandi è ormai una filosofia di vita, in vigna e in cantina. E ovviamente in bottiglia.” 

 

La Tenuta ha un’anima green consolidata e convinta, investe sempre più in ricerca e innovazione per esaltare nei vini la vivacità e la freschezza che incarnano tutte le diversità dell’Alto Adige e che da sempre li contraddistinguono, grande attenzione e rispetto è riservato alle forze e ai segreti della natura. Sperimentazione, cura del dettaglio, biodiversità, artigianalità, creatività questi i valori della Tenuta da cui è impossibile prescindere. Un bagaglio valoriale che si tramanda e rafforza di generazione in generazione.  Da qui il riconoscimento da parte di Foodcommunity.it.

 

Durante la serata, per la prima volta in web edition, sono stati 35 i premiati - tra aziende e imprenditori del food&beverage – “davanti” a oltre 300 persone collegate in live streaming.A proposito di Alois Lageder

 

La Tenuta familiare Alois Lageder è un sinonimo di vini d’eccellenza prodotti in Alto Adige. Con un approccio consapevole alle risorse naturali, creatività e uno spirito innovativo Alois Lageder produce vini che incarnano la diversità dell’Alto Adige. Ispirata ai principi dell’agricoltura biologico-dinamica, la Tenuta continua ad acquisire nuove conoscenze, condividendole con i propri partner viticoltori, e applicandole in nuovi settori. Fondata nel 1823, oggi la Tenuta è gestita dalla quinta e sesta generazione.

 

Simonetta Gerra – cell 347 1735429 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

CANTINA ANDRIANO TRA LE MIGLIORI  

 

3° posto al “Concorso Nazionale del Pinot Nero 2020” con il suo Anrar – “L’Alto Adige leader in Italia per il Pinot Nero”  

 

È la più piccola cooperativa vinicola dell’Alto Adige, sempre capace di distinguersi nelle degustazioni comparative. È Cantina Andriano che con il suo Pinot Nero Riserva Anrar 2017 si è recentemente classificata nelle prime posizioni tra gli 81 partecipanti provenienti da tutta Italia al “Concorso Nazionale del Pinot Nero 2020”. Con questo prestigioso risultato, Cantina Andriano ha dimostrato ancora una volta il suo profondo know-how in materia di vini rossi.   

I principali produttori di Pinot Nero dell’Alto Adige, del Trentino, del Friuli, della Lombardia, della Toscana, dell’Abruzzo e della Sicilia hanno schierato i loro migliori Pinot Nero. I primi 10, che hanno ricevuto il punteggio più alto in una degustazione alla cieca da parte della giuria di esperti composta da 30 tecnici, sono stati premiati lo scorso fine settimana a Castel d’Enna (Montagna/Alto Adige). Cantina Andriano si è classificata al terzo posto grazie al suo Pinot Nero Riserva Anrar 2017 con una media di 88,5 punti.  

“Per noi, conquistare il podio in questa competizione dedicata al Pinot Nero, probabilmente la più importante in Italia, è un grande onore. L’Alto Adige è all’avanguardia nella produzione italiana di Pinot Nero e offre le condizioni ottimali per la coltivazione di questo vitigno. Il microclima e i terreni che si trovano qui permettono alle uve di maturare perfettamente”, spiega Rudi Kofler, enologo di Cantina Andriano. “In generale, il Pinot Nero si sente particolarmente a suo agio dove prosperano anche i buoni vini bianchi. Luoghi climaticamente più freschi e ben ventilati posti tra i 500 e i 650 metri sopra il livello del mare, ideali per questa varietà e posizionati nella regione di coltivazione più settentrionale d'Italia. A Pinzano, vicino a Montagna, nella pianura altoatesina, patria della Riserva Anrar, il Pinot Nero trova proprio queste condizioni ideali”, aggiunge Kofler. L’enologo di Cantina Andriano descrive il 2017 come un’annata che ha prodotto vini eleganti. “La Riserva Anrar 2017 possiede una grande finezza, gli aromi tipici del Pinot Nero, di lamponi e frutti rossi, oltre a una acidità croccante. Al palato, il vino si presenta con tannini morbidi e a grana fine e corpo compatto”, conclude Kofler.   

Ottimo compagno per un viaggio gastronomico 

È proprio questa struttura complessa ma mai invadente, unita a un frutto molto presente, a rendere il Pinot Nero “Made in Alto Adige" così attraente per gli amanti del vino: “I vini sono molto versatili, hanno un’ottima bevibilità e godono quindi di una crescente popolarità sul mercato italiano. A seconda dello stile e della vinificazione, il Pinot Nero dell’Alto Adige può essere abbinato non solo con piatti di carne, ma anche di pesce”, spiega Philipp Nocker, Direttore di Cantina Andriano. “Ci sono buone ragioni per cui tra tutte le linee di prodotto, il Pinot Nero può essere annoverato tra le eccellenze dell’offerta di Cantina Andriano. L’Anrar, lanciato per la prima volta sul mercato nel 2012, rappresenta quindi la punta di diamante della produzione di Cantina Andriano”, sottolinea Nocker. 

Fondata nel 1893, Cantina Andriano è la cantina più antica dell’Alto Adige. Con una produzione di 500.000 bottiglie tra vino rosso e bianco è anche la più piccola cooperativa vinicola altoatesina. Il comparto del vino altoatesino è apprezzato a livello nazionale e internazionale soprattutto per la elevata qualità dei suoi vini rossi, sempre premiati con il massimo dei voti.  

 

DAVISO

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