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Viticoltura

IL PINOT NERO SEMPRE PIÙ PROTAGONISTA DELL’OLTREPÒ PAVESE

 

 

Una delegazione di 23 aziende di punta dell’Oltrepò fa squadra per valorizzare e far conoscere il territorio e i propri vini. 

A Milano giornalisti e produttori si sono confrontati su questo straordinario vitigno che, nelle colline a sud del Po, trova espressioni sempre più apprezzateMilano, 3 dicembre 2021_Cosa rende unico il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese? E qual è la direzione intrapresa dai produttori, negli ultimi anni, nei confronti di un vitigno così potente, elegante e poliedrico? Questi i temi dell’evento "Talk ’n’ Toast - Conversazioni sul Pinot Nero: terroir a confronto dalla Borgogna all’Oltrepò”, organizzato ieri presso DaDa in Taverna a Milano, dove si è parlato dei terroir e delle caratteristiche di queste due grandi aree, da sempre vocate alla produzione di Pinot Nero. 

In Oltrepò il Pinot Nero riesce, storicamente, ad esprimere con successo le sue due anime, quella importante e pregiata della vinificazione in rosso e quella della raffinata bollicina Metodo Classico: merito delle caratteristiche del suolo e del suo clima particolare, oltre che della capacità e dell'intraprendenza dei viticoltori e delle cantine - soprattutto a conduzione familiare - che guardano al futuro, ispirandosi certamente anche al mito della Borgogna, e continuando ad investire nella sperimentazione, nella sostenibilità e nella ricerca per delineare sempre più l’identità dei loro prodotti in modo che sappiano conquistare gli appassionati, esaltando tutte le caratteristiche del territorio e con un’impronta sempre più internazionale.

L'evento ha consentito di scoprire nuove sfumature attraverso la narrazione dei due terroir, in un interessante confronto tra Armando Castagno, critico e autore del libro “Le vigne della Côte d'Or” sulla Borgogna, e Filippo Bartolotta, da oltre vent’anni comunicatore del vino italiano nel mondo.

 

“Questi produttori stanno dimostrando che è arrivato il momento di prendersi onore e onere nell’annunciare di essere il più importante distretto del Pinot Nero in Italia. Tremila ettari di questa uva straordinaria coltivata in un terroir definito storicamente e geograficamente in modo inequivocabile: un triangolo equilatero con la base costituita dal Po e dalla via Emilia che sale a sud fino a 1700 metri. Un cuneo, nel lembo nord più estremo degli Appennini, confinante ad ovest con il Piemonte e ad Est con l’Emilia Romagna, con la Liguria che a piedi si può raggiungere attraverso la bellissima via del sale.  Viticoltura di montagna con pendenze che toccano anche i 45 gradi lasciando che la vista rimanga ingannata come se fossero della stessa verticalità di un muro di un edificio. Decine di colline che sembrano le quinte di un teatro cinese. Qui il Pinot Nero ha trovato i suoi natali verso la metà dell’800 e, nel 1965, nasce il primo metodo classico italiano grazie al lavoro del Conte Vistarino e dell’imprenditore Carlo Gancia. una storia costruita da una collettività che adesso ha deciso di crederci un po’ di più e di rivelare con più decisione il lavoro svolto in questi ultimi anni”, spiega Filippo Bartolotta.

"Siamo molto soddisfatti dei numerosi commenti positivi e di essere riusciti a confrontarci su un territorio che ha ancora molto da raccontare", affermano i produttori. " Si tratta di un ulteriore passo verso il nostro obiettivo comune che è quello di impegnarci a fare sempre del nostro meglio per la crescita della reputazione di tutto l'Oltrepò in Italia e all'estero, con il Pinot Nero che diventa, per noi, un vino sempre più identitario". 

Per scoprire la prossima edizione di “Oltrepò – terra di Pinot Nero” e per rivivere l’evento di settembre alla Tenuta Pegazzera: www.terradipinotnero.it.

 

Giulia Ledda

PASSEGGIARE TRA I VITIGNI STORICI DELLE LANGHE: LA COLLEZIONE GRINZANE CAVOUR È UN VIAGGIO NEL TEMPO

 

 

Un ettaro di terreno che ospita circa 500 vitigni storici, già scomparsi in diverse aree d’Italia e del mondo e ora visibili solo qui nelle Langhe, ai piedi di uno dei castelli di proprietà del Conte Camillo Benso di Cavour. Un’esperienza di visita esclusiva, dove il passato può essere visto e toccato con mano.

Un'esperienza unica nel tempo e nello spazio, alla scoperta di vigneti rari o ormai scomparsi provenienti dall’Italia settentrionale e dalle più remote aree del mondo. Questo e non solo è la Collezione Ampelografica Grinzane Cavour, museo a cielo aperto e scrigno dove vengono conservate anche le uve che hanno dato origine al pregiato Nebbiolo, il re dei vigneti. Una vera esperienza di scoperta storica ed enologica che il Consorzio Albeisa si impegna a sostenere, attraverso la cura dei vitigni antichi e rari che costituiscono la Collezione. Un luogo unico, visitabile esclusivamente poche settimane all’anno, nel periodo che precede la vendemmia e con la guida dei ricercatori Cnr Anna Schneider e Stefano Raimondi che quotidianamente animano l’attività di ricerca sulla biodiversità vinicola che avviene tra queste vigne.

 

 “Questo vigneto rappresenta per il visitatore un’esperienza di viaggio nel tempo e nella viticoltura italiana e internazionale grazie al quale può immergersi in pieno nella conoscenza di vitigni parte di un patrimonio storico e scientifico inestimabile. – commenta Marina Marcarino, Presidente di Albeisa – Per questo motivo stiamo lavorando per dare un nuovo impulso alle visite guidate e permettere a tutti i visitatori e agli appassionati di conoscere una parte importante della tradizione e della ricchissima cultura enologica che si respira su queste colline uniche”.

Il Consorzio Albeisa è quindi impegnato per incentivare le finalità didattiche della Collezione storica, in quanto vero e proprio esempio del mantenimento della biodiversità della zona, e regalare così al pubblico un’esperienza di visita unica attraverso il racconto e la scoperta del territorio e di quella cultura del vino che rendono le Langhe senza eguali al mondo.

 

La Collezione nasce nel 1992 quando il Centro Miglioramento Genetico della Vite del CNR di Torino piantò un primo vigneto rimasto attivo fino al 2014 in un lotto di terreno adiacente al vigneto attuale, oggi esteso più di un ettaro. Da quell’anno, il lavoro non si è mai fermato: molteplici varietà di uve sono state accolte nel vigneto, grazie anche agli studi dei ricercatori e alle segnalazioni di viticoltori, vivaisti, appassionati. Nell’ettaro e mezzo che la collezione occupa abbiamo la possibilità di studiare vigne che arrivano dalla Liguria, dalla Valle D’Aosta e anche da paesi come l’Armenia o l’Uzbekistan. - Spiega Stefano Raimondi, ricercatore - Addirittura, il vigneto più antico presente nel territorio risale al 1200, una particolare varietà di Pignolo Spano che ora sta man mano scomparendo in molte zone”.

Ora più che mai il desiderio è quello di riuscire a trasmettere al pubblico il valore di queste ricerche mettendo al centro proprio la Collezione Grinzane Cavour e il patrimonio che essa conserva.

 

Per info e visite: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Elena Gottardo

VINI "RESISTENTI", LA FONDAZIONE MACH ORGANIZZA LA PRIMA RASSEGNA NAZIONALE

L'evento si terrà in autunno e si articolerà in due eventi: la valutazione dei vini e la premiazione delle cantine vincitrici. Iscrizioni per le aziende aperte fino al 15 ottobre. 

La Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige organizza in autunno la prima rassegna, a livello nazionale, dei vini "resistenti". L'evento si articolerà in due giornate: il 18 novembre la valutazione dei vini a cura di una qualificata commissione e il 2 dicembre la cerimonia pubblica di premiazione. Le aziende vitivinicole interessate a partecipare possono presentare domanda di iscrizione, scaricabile sul sito www.fmach.it, entro il 15 ottobre. 

Facendo tesoro dell'eredità acquisita sia con l'attività di ricerca e sperimentazione sulle varietà tolleranti alle principali patologie fungine che hanno portato di recente la FEM ad iscrivere del Registro nazionale quattro nuove varietà che con il concorso dei vini del territorio ormai giunto alla sua quarta edizione, è nata l'idea di dar vita a questa manifestazione che intende valorizzare e promuovere i vitigni innovativi e sostenibili in gradi di offrire tolleranza alle malattie fungine riducendo sensibilmente l'uso degli agrofarmaci. La manifestazione ha lo scopo dunque di promuovere la conoscenza di queste nuove varietà attraverso un confronto tra vini prodotti con almeno il 95 per cento di uve provenienti da varietà PIWI (PilzWiderstandsfähig). 

I vini partecipanti saranno valutati da una commissione composta da 24 esperti selezionati tra enologi, enotecnici, giornalisti, sommelier e ricercatori afferenti al mondo agroalimentare attraverso una valutazione atta non solo a definire un punteggio ma anche ad attribuire parametri descrittivi ai vini per ogni singola categoria. La degustazione avverrà nella giornata di giovedì 18 novembre, mentre giovedì 2 dicembre si terrà la cerimonia di consegna dei premi ai vincitori, alla presenza di Luigi Moio presidente dell'OIV, organizzazione internazionale della vite e del vino, nonchè professore di Enologia presso l'Università di Napoli e direttore dell'Istituto di Scienza della Vigna e del Vino. 

I vini concorreranno nelle seguenti categorie: rossi, bianchi, bianchi a macerazione prolungata Orange, spumante metodo classico bianchi, spumante metodo classico Rosè, spumante metodo classico Charmat bianchi, spumante metodo charmat Rosè, vini frizzanti con fondo, vini da uve soggette ad appassimento. 

Le aziende potranno compilare la domanda di partecipazione disponibile sul sito FEM entro il 15 ottobre e farla pervenire a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

www.fmach.it/Comunicazione/Eventi/I-Rassegna-con-valutazione-vini-da-uve-PIWI 

Silvia Ceschini 

26 AGRICOLTORI PER IL PREMIO AL MIGLIOR VIGNETO

 

Il concorso, unico in Italia e in Europa, compie 20 anni

 

40 vigneti di Marzemino, per un totale di 22 ettari, in gara per conquistare l’ambìto riconoscimento nato per premiare il lavoro di chi si impegna non solo a dare vita  ad un’uva eccellente ma anche ad impreziosire e rendere unico il paesaggio. Tra i partecipanti, 4 donne e 5 under 40. Il podio verrà svelato domenica 12 settembre nell’ambito della giornata conclusiva della manifestazione “La Vigna Eccellente. Ed è subito Isera”.

Il Covid non ferma, anche quest’anno, l’originale concorso ideato nel 2001 dal Comune di Isera, Città del Vino della Vallagarina, Trentino, con il lungimirante obiettivo di premiare il lavoro svolto in vigna nel corso di tutto il ciclo produttivo dell'uva, nella consapevolezza di quanto i terreni vitati concorrano alla bellezza del territorio, a vantaggio sia di chi lo abita che di chi lo visita.

 

26 gli agricoltori in gara quest’anno, tra cui 4 donne e 5 under 40, a conferma di un importante ritorno dei giovani in agricoltura. A contendersi il titolo de “La Vigna Eccellente”, appezzamenti di Marzemino, varietà a bacca nera proveniente dal Caucaso che in queste terre ha trovato un habitat ideale per dare vita ad un grande vino, entrato a ragione tra le eccellenze enologiche trentine. 

40 i vigneti candidati, per un totale di 220 mila metri quadrati, dei Comuni di Isera, Nogaredo e Mori, che nell’ultimo periodo sono stati interessati da una prima visita di Bruno Matté, tecnico della Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario di San Michele all’Adige, per una scrematura orientata a selezionare i dieci migliori in base ad un'analisi generale del vigneto considerando posizione, esposizione, sesto di impianto, forma di coltivazione, tipo di conduzione - biologico, integrato, ecc. - e tecniche di gestione dell'interfilare, valutando al contempo la corretta gestione del vigneto, la gestione della chioma, lo sfalcio dell'erba, l'equilibrio vegeto-produttivo e, per ultimo, la quantità di uva.

 

A questa fase, seguirà la visita di tutta la commissione di esperti, presieduta dal Professore Attilio Scienza, Docente di Viticoltura alla Facoltà di Agraria dell'Università di Milano, e composta da Marco Stefanini, Duilio Porro e lo stesso Bruno Mattè, tecnici della Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario di San Michele all’Adige, dal giornalista e Gran Maestro della Confraternita della Vite e del Vino di Trento Enzo Merz, da Carlo Rossi che, nel 2001, ha tenuto a battesimo il concorso in qualità di Sindaco di Isera, e da Franco Nicolodi coordinatore regionale dell'Associazione Italiana Città del Vino.

I primi tre classificati, a cui verrà riconosciuto un premio in denaro, saranno annunciati durante la premiazione in programma domenica 12 settembre nell’ambito della giornata conclusiva de “La Vigna Eccellente. Ed è subito Isera", evento dedicato al Marzemino e nato a corollario del concorso, organizzato dal Comune di Isera con il supporto di Trentino Marketing, il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell'ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest, e la collaborazione di Apt Rovereto e Vallagarina.

 

Nonostante le forti grandinate che hanno interessato i vigneti soprattutto nel corso del mese di luglio e ad inizio agosto – commenta la giuria – si conferma la grande cura posta in generale nella gestione dei vigneti. La speranza è che in questo ultimo mese di maturazione il meteo sia favorevole: siamo in forte ritardo rispetto allo scorso anno ma più in linea con la media stagionale. Molto probabilmente – concludono – la vendemmia del Marzemino si svolgerà a fine settembre”. 

Nel corso dell’incontro, verrà inoltre conferito per il quinto anno consecutivo il premio letterario intitolato a Francesco Graziola, storico membro della giuria del concorso. 

 

Profilo La Vigna Eccellente. Ed è subito Isera

L'evento, organizzato dal Comune di Isera con il supporto di Trentino Marketing e il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell'ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest, vede la partecipazione di numerose realtà del territorio ed è possibile grazie alla collaborazione di APT Rovereto e Vallagarina, Cassa Rurale Vallagarina, Città del Vino, Slow Food Valle dell’Adige Alto Garda, ONAV – sezione di Trento, Famiglia Cooperativa di Isera, BIM dell'Adige, Comunità della Vallagarina, Bioverde, Montura.

 

Marzemino

Il vitigno Marzemino rappresenta una delle varietà più interessanti della vitivinicoltura trentina. Giunto in queste terre quando Venezia dominava i commerci in tutto l'Adriatico, è proprio in Vallagarina che, grazie ad un ambiente ideale e ad un clima subcontinentale, è cresciuto fino a diventare il grande vino di oggi. In particolare è nella zona di Isera e dei Ziresi che riesce ad esprimersi al meglio: è proprio qui che nasce infatti il Trentino D.O.C. Superiore Marzemino, un vino che risponde a standard qualitativi ancora superiori rispetto a quelli del Trentino D.O.C.

Di colore rosso rubino, scuro con tonalità violacee, presenta aromi e fragranze di frutti di bosco con sfumature floreali di viola mammola, frammisti a note leggermente speziate e vagamente balsamiche.

 

Stefania Casagranda

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