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FIPE

LOTTA ALL’EVASIONE, FIPE: “SENZA COMMISSIONI, IL CAFFE’ SI PAGA COL BANCOMAT”

 

 

 

 

Il Direttore Roberto Calugi: “Non si possono pagare 15 centesimi di commissione per una spesa di 1 euro” 

 

“Se si vuole incentivare l’uso della moneta elettronica è indispensabile semplificare la vita sia ai cittadini che agli esercenti. Il primo passo deve essere quello di azzerare le commissioni bancarie sui micropagamenti e dare così la possibilità a milioni di persone di pagare anche solo un caffè ogni mattina al bar con il bancomat. 

 

Oggi come oggi non è possibile, perché gli esercenti finiscono per dover versare 15 centesimi di commissione per una spesa di un euro. E questa è un’anomalia che va sanata al più presto se vogliamo davvero disincentivare l’uso del contante”. 

 

Così Roberto Calugi, Direttore Generale di FIPE, Federazione italiana Pubblici Esercizi, commenta la notizia che il Tesoro starebbe lavorando a un progetto proprio per azzerare le commissioni sui micropagamenti.

 

Ufficio Stampa FIPE

 

Andrea Pascale, 393 8138965, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

FALSO EXTRAVERGINE, FIPE: “I RISTORATORI SONO LE PRIME VITTIME”

 

Il Vicepresidente Cursano: “Il tappo antirabbocco non è sufficiente. Servono più controlli nella fase di produzione, imbottigliamento ed etichettatura”

 

“Se vogliamo combattere il fenomeno delle frodi alimentari, a cominciare da quelle sull’olio, è indispensabile effettuare una serie di controlli serrati che coinvolgano l’intera filiera produttiva. Chi pensa di poter risolvere il problema soltanto imponendo ai ristoratori di servire al tavolo oliere con il tappo antirabbocco, guarda la pagliuzza e ignora la trave. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, l’olio contraffatto arriva nei ristoranti già imbottigliato ed etichettato. Senza un controllo a monte, il tappo antirabbocco diventa inutile”.

 

Così Aldo Cursano, Vicepresidente vicario della Federazione italiana dei pubblici esercizi (FIPE) e Presidente toscano, commenta l’operazione dei Nas di Firenze che ha portato alla scoperta di una maxi truffa alimentare, con circa 50 tonnellate di olio di semi appositamente contraffatto e venduto a ristoranti ed esercizi commerciali come extravergine d’oliva. 

 

“E’ gravissimo che ci sia anche un ristoratore coinvolto in questa inchiesta - aggiunge Cursano - se le accuse dovessero essere confermate saremmo davanti a un danno enorme per l’intera categoria. I ristoratori sono infatti le prime vittime delle frodi alimentari, che finiscono per compromettere il fondamentale rapporto di fiducia con i clienti. Per questo noi siamo i primi a invitare tutti gli esercenti a rispettare le normative vigenti sull’utilizzo del tappo antirabbocco. 

 

Ma non basta. E’ indispensabile adottare nuove tecniche di investigazione a monte, in modo da mettere in condizione il ristoratore di non avere dubbi sulla provenienza di un determinato prodotto e sulla veridicità di quanto riportato sull’etichetta. Sono certo che il neo ministro Bellanova saprà darci risposte importanti su questo tema cruciale”.

  

 

Andrea Pascale

 

AGOSTO 2019: BAR E RISTORANTI MOTORE DELL’OCCUPAZIONE TURISTICA


  •        925.000 gli occupati in bar, ristoranti, discoteche e stabilimenti balneari nel mese di agosto. Se si aggiungono gli indipendenti si supera quota 1,3 milioni;
  •        L’analisi per genere vede una sostanziale parità con il 51,5% di uomini e il 48,5% di donne; gli stranieri rappresentano il 25,2%;
  •        Nei 4 mesi estivi il numero degli occupati cresce del 13% rispetto alla media annua. Le figure più richieste sono camerieri e barman;

I pubblici esercizi legati al settore turistico vedono una crescita della mole di lavoro molto importante nei mesi estivi, in particolare ad agosto, col picco di spostamenti nelle principali località meta dei vacanzieri italiani e non. Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha fotografato la situazione delle attività maggiormente coinvolte: ristoranti, bar, stabilimenti balneari e discoteche, per dare un quadro dello scenario occupazionale.

Nel solo agosto di quest’anno i lavoratori dipendenti occupati sono oltre 925.000 (12.000 in meno rispetto al precedente mese di luglio). Se si considerano anche i lavoratori indipendenti, 416.000, il numero arriva a circa 1.341.000. Dei lavoratori dipendenti la stragrande maggioranza lavora nei ristoranti: 575.544 persone, poco più del 62% del totale. A seguire, 302.847 lavorano nei bar, 41.710 negli stabilimenti balneari e 5.361 nelle discoteche. Focalizzandosi sul profilo dei lavoratori emerge che, per quanto riguarda il genere, c’è una sostanziale parità. Il 51,5% degli occupati sono uomini, il 48,5% sono donne. A questo proposito si segnala come ad agosto il numero di lavoratrici donne sia leggermente inferiore alla media annuale, che si attesta al 49,4%. Per quanto riguarda la nazionalità si segnala un 25,2% di stranieri, con contestuale 74,8% di Italiani. Tra i lavoratori a tempo pieno (369.724) e quelli part time (555.738) c’&e grave; una prevalenza di questi ultimi che arrivano fino al 60% del totale.

Infine, Tra le professioni più richieste troviamo il cameriere di sala e il banconiere di bar. A seguire cameriere di bar, aiuto cuoco, barista, banconiere di gelateria, cuoco di ristorante, cuoco pizzaiolo, banconiere di tavola calda e cuoco di albergo.

Tra il livello medio dell’occupazione nei quattro mesi estivi, da giugno a settembre, e il livello medio dell’occupazione durante tutto l’anno c’è uno scarto di oltre 105.000 unità, pari al 13% - dichiara Lino Stoppani, Presidente FipeSi tratta di numeri importanti che confermano come i nostri settori di riferimento rappresentino un vero e proprio traino per l’occupazione in Italia, anche nei mesi estivi. Tuttavia, ci sono ancora margini di miglioramento, se consideriamo che per un imprenditore su 4 resta difficile reperire le figure professionali richieste”.

 

Andrea Paascale

SAGRE: AD AGOSTO IL PICCO DI EVENTI  32MILA LE MANIFESTAZIONI PRIVE DI REQUISITI DI AUTENTICITA’ PIU’ BUSINESS, MENO TRADIZIONI

 

 Scenario: ogni anno in Italia si svolgono oltre 42 mila sagre, in media 5 per ogni comune, per un complesso di 306.000 mila giornate di attività ed un fatturato di 900 milioni di euro;

  • L’80% delle sagre si concentra nei mesi estivi, da giugno a settembre. Picco assoluto nel mese di agosto con Il 34% delle giornate complessive dedicate;
  • La Federazione Italiana Pubblici Esercizi fa il punto sull’abusivismo e sulle false sagre denunciando oltre 32.000 eventi privi di requisiti di autenticità e legami con il territorio;

   

La stagione estiva arriva al suo apice nel mese di agosto e proprio in questo periodo si concentra il maggior numero di eventi di piazza, in particolare di sagre. A questo proposito, Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi – denuncia che sono circa 32.000 le manifestazioni prive di requisiti di autenticità che non promuovono prodotti tipici e non hanno legami con il territorio di riferimento. Una deriva commerciale che rischia seriamente di modificare la natura stessa di eventi che dovrebbero raccontare ed esaltare le tradizioni degli italiani.

Assistiamo sempre più spesso a eventi a dir poco paradossali: la sagra del pesce di mare in alta montagna, con tanto di paella spagnola, a centinaia di km dalla costa, la sagra dell’arrosticino abruzzese nel varesotto, o le migliaia di feste della birra che fanno sembrare l’Italia una provincia tedesca. Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come, purtroppo, stiamo andando nella direzione sbagliata.

Lo scenario analizzato da Fipe ci dice che ogni anno nel nostro Paese si svolgono oltre 42 mila sagre, in media 5 per ogni comune, per un complesso di 306.000 mila giornate di attività, con una durata media di 7 giorni, ed un fatturato notevole che arriva a 900 milioni di euro. Come detto, il fenomeno è fortemente concentrato nei mesi estivi e nelle destinazioni turistiche.

Ben 8 sagre su dieci si svolgono tra giugno e settembre, e proprio in questo periodo i giorni di attività si allungano fino a coprire il 90% del totale. In particolare solo nel mese di agosto si realizzano circa 15000 sagre ovvero oltre 104mila giorni dedicati a questi eventi, pari al il 34% delle giornate complessive dedicate ad esse.

"I dati che riguardano il fenomeno delle sagre sono davvero impressionanti, ma ciò che ci spaventa di più è l’abusivismo dilagante. Sono tantissime le manifestazioni che non hanno requisiti di autenticità e non raccontano nulla dei territori dove vengono organizzate, mettendo da parte tradizioni e cultura in nome del profitto. - commenta Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe Inoltre, c’è da segnalare che questi eventi generano un volume d’affari di circa 600 milioni di euro su cui non ci sono imposte e contributi, con grave danno, non solo per l’erario, ma anche per tutti quei pubblici esercizi che devono rispettare leggi molto stringenti in materia di fisco, di sicurezza alimentare, di igiene, di accessibilità per disabili. Se le regole non sono uguali per tutti le “finte” sagre diventano una concorrenza che erode spazio e mercato ai pubblici eserci zi onesti, obbligati sempre e comunque ad avere tutte le carte in regola”.

"In generale la Federazione non è assolutamente contraria a queste manifestazioni - prosegue Stoppani - Tuttavia, crediamo sia importante dare priorità a quegli eventi enogastronomici con una riconosciuta valenza di tradizione, magari coinvolgendo gli operatori del territorio con la possibilità di creare partnership con i ristoranti della zona per proporre menù tipici ad hoc. Inoltre, sarebbe opportuno un intervento delle Istituzioni, con la creazione, da parte di ogni Regione, di un proprio registro delle sagre autentiche, per fornire ai Comuni delle linee guida da seguire".

  

Andrea Pasquale

IL SENATORE CASTALDI INTERROGA IL SENATO SUI BUONI PASTO

FIPE: IL NOSTRO PIENO APPOGGIO A CHI SI ESPRIME PER CAMBIARE IL SISTEMA IN VIGORE

 

Come riportato puntualmente nel testo dell’interrogazione al Senato a prima firma del Senatore Castaldi, capogruppo M5S della Commissione Industria, il caso Qui!Group ha fatto emergere le storture e le inefficienze delle attuali modalità di assegnazione delle gare di appalto dei buoni pasto. Come espresso dal Senatore Castaldi, è necessario assumere con carattere di urgenza iniziative per ripensare questo sistema. Il rischio, infatti, è che il prossimo bando Consip contenga modalità di assegnazione che, ancora una volta, espongono ad un eccessivo rischio la rete degli esercizi convenzionati.

La Federazione sta seguendo ormai da tempo e con grande preoccupazione le conseguenze delle distorsioni del sistema di aggiudicazione dei buoni pasto di cui il fallimento della società Qui!Group s.p.a, che ha lasciato in eredità agli esercizi convenzionati un buco economico di circa 320 milioni di euro, è il più recente e tragico esempio dichiara Aldo Mario Cursano, Vice Presidente Vicario Fipe – federazione Italiana Pubblici Esercizi.

La situazione attuale, correttamente definita “incresciosa”, ha messo a rischio il lavoro quotidiano degli operatori del mondo dei pubblici esercizi, oltre 300.000 imprese rappresentate, coinvolte nel mercato del servizio sostitutivo di mensa.  

“Proprio per questo, come Federazione avevamo apprezzato gli emendamenti che autorevoli esponenti della maggioranza di Governo avevano presentato nello “Sblocca Cantieri” che intervenivano per escludere il ribasso del valore facciale del buono pasto quale criterio di aggiudicazione della gara d’appalto. Questi emendamenti sono stati cancellati dalla fiducia apposta al provvedimento. Bene fa adesso il Senatore Castaldi, insieme agli altri onorevoli interroganti, a riprendere il tema. La Federazione continuerà a sostenere in tutte le sedi la necessità di porre rimedio ad un mercato divenuto insostenibile per migliaia di operatori”, conclude Cursano. 

 

 

 

Greta Di Fiore

 

 

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