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FIPE

FIPE:STOP ALL’IMU 2021 E MENO VINCOLI SULLE ASSUNZIONI

 

 

COSÌ I PUBBLICI ESERCIZI MONTANI SI PREPARANO ALLA NUOVA STAGIONE

 

Esentare i Pubblici esercizi che operano in montagna dal pagamento della seconda rata dell’Imu 2021. Prorogare a fine anno il credito d’imposta sulle locazioni, ma soprattutto rivedere il Decreto flussi e rafforzare i corridoituristici per fare in modo di accogliere sia la forza lavoro provenienti da paesi extra Ue, sia gli sciatori in arrivo dalla Federazione Russa, entrambi essenziali per le sorti della stagione invernale ormai alle porte.

Dopo un inverno e mezzo di effettivo lockdown, il mondo dei pubblici esercizi montani sogna la piena ripresa. L’imperativo è porre le basi per una ripartenza in sicurezza del comparto ed è su questo che si è concentrato Marco Fontanari, presidente dei ristoratori di Fipe-Confcommercio Trentino e consigliere di Fipe nazionale, intervenuto oggi pomeriggio in audizione di fronte alla Commissione Attività produttive della Camera.

“Il 2021 ha posto l’intero settore dei Pubblici esercizi di fronte a una vera e propria emergenza, quella di reperire personale – ha sottolineato Fontanari –. A maggior ragione per le attività a forte connotazione stagionale, come quelle montante. Ecco perché sono necessarie tre cose: l’approvazione immediata di un Decreto flussi che ci consenta di avviare le procedure per l’assunzione di lavoratori stagionali, la proroga almeno a marzo 2022 dei permessi di soggiorno per i lavoratori stagionali extracomunitari presenti attualmente in Italia e il riconoscimento delle vaccinazioni Sputnik, Sinovac e Sinopharm per l’ottenimento del Green pass. Quest’ultimo adempimento risulta indispensabile sia per consentire l’ingresso di nuova forza lavoro, sia per l’accesso dei turisti dalla Russia e non soltanto. Tutto questo nella consapevolezza che i rifugi e i punti di ristoro di alta montagna svolgono la funzione di presidio di sicurezza imprescindibile anche in cas di maltempo”.

Richieste puntuali che si aggiungono a quelle avanzate tradizionalmente dal comparto dei Pubblici esercizi, in quanto componente fondamentale del turismo, con la spesa turistica per i servizi della sola ristorazione che in pre pandemia valeva 18,5 miliardi di euro, di cui 8,4 miliardi dai visitatori stranieri. Prima tra tutte l’estensione del superbonus “turistico” anche alle attività di ristorazione e non solo a quelle di accoglienza: un credito di imposta dell’80% indispensabile per chi vuole investire nell’efficientamento energetico del proprio locale o nell’eliminazione delle barriere architettoniche.

 

Tommaso Tafi 

AGENZIA ICE E FIPE INSIEME PER LA VALORIZZAZIONE DELLA RISTORAZIONE ITALIANA ALL’ESTERO

 

Testimonial del progetto 5 tra i migliori chef italiani, protagonisti di eventi e manifestazioni in USA, Russia, Inghilterra, Francia e Germania

 

I ristoranti italiani, ambasciatori del nostro stile di vita nel mondo, sono senza alcun dubbio uno straordinario veicolo di conoscenza e promozione delle nostre eccellenze, un valore aggiunto per due filiere fondamentali per l’economia italiana, quella turistica e quella agroalimentare. Non è un caso, infatti, che nella classifica delle cose che i turisti apprezzano di più del nostro paese al primo posto c’è proprio la ristorazione, con un indice di gradimento superiore perfino a quello registrato nei confronti del nostro patrimonio artistico. È per questo motivo che, l’ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, l’organismo attraverso cui il Governo favorisce il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale delle nostre imprese sui mercati esteri, e la Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, hanno deciso di collaborare per valorizzare al meglio la ristorazione italiana e il suo ruolo promozionale all’estero.

L’iniziativa, presentata a Milano in occasione della fiera di settore Host, ha come obiettivo principale quello di raccontare l’abilità con cui gli Chef trasformano prodotti di eccellenza, espressione del territorio e delle tradizioni regionali, nei piatti che diventano una vera e propria esperienza dell’agroalimentare made in Italy sia in Italia che all’estero. Cinque di loro, scelti anche grazie alla collaborazione con Le Soste, l’associazione che riunisce i migliori ristoranti di cucina italiana nel nostro paese e in Europa, sono i testimonial del progetto. Massimiliano Alajmo, Silvia Baracchi, Herbert Hintner, Claudio Sadler e Giuseppe Santoro saranno protagonisti di attività promozionali in Francia, Stati Uniti, Germania, Russia e Inghilterra, partecipando a eventi e fiere di settore e girando delle pillole video che verranno promosse durante la settimana della cucina italiana nel mondo. Tutto questo per mostrare al pubblico come, frequentando i ristoranti certificati, sia possibile vivere una esperienza gastronomica 100% italiana anche all’estero.

Un marchio, quello del made in Italy, che è garanzia di qualità e che quindi fa gola a molti, tanto da generare spesso maldestri tentativi di imitazione. Un percorso di valorizzazione è, dunque, quanto mai opportuno, soprattutto se consideriamo i rischi generati dall’italian sounding, da un lato per i locali certificati, la cui reputazione è messa in pericolo da imprenditori che poco hanno a che fare con la professionalità e la competenza che ci contraddistinguono, dall’altro per tutti i nostri prodotti di eccellenza, che trovano una vetrina fondamentale nei pubblici esercizi e che come noto subiscono contraffazioni di ogni sorta. A conferma di questo i dati. Ben il 94% dei ristoratori certificati italiani all’estero si è trovato davanti a prodotti contraffatti, il 60% ha rilevato falsi ristoranti italiani, mentre l’89% ha notato ricette non congrue ma spacciate per originali. Il 43%, seppur senza certezze, ha avuto seri dubbi sull’origine dei prodotti utilizzati. Trend evidentemente opposto se consideriamo ciò che fanno i ristoratori italiani certificati in prima persona. La totalità, il 99%, controlla sempre l’origine dei prodotti utilizzati, e il 62% contatta direttamente il produttore. 

“La ristorazione italiana è da sempre un fiore all’occhiello dell’offerta agroalimentare del nostro paese, anche all’estero. - dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio - Il suo ruolo di vetrina è assolutamente essenziale per la promozione del nostro stile di vita e dei prodotti di eccellenza che rendono possibile la realizzazione dei piatti che il mondo ci invidia. Il progetto messo in piedi con ICE vuole valorizzare tutto questo, attraverso una serie di iniziative in Italia e all’estero che vedranno protagonisti alcuni tra i migliori chef. Tutelare il Made in Italy e promuovere il comparto della ristorazione, quale componente essenziale per il rilancio del settore del turismo, è necessario, soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, nel pieno di una difficile ripresa dopo la crisi generata dalla pandemia”.

“Agenzia ICE è da sempre impegnata nel sostegno di progetti promozionali per il settore agroalimentare Made in Italy di cui la ristorazione italiana, nel nostro Paese e nel mondo, rappresenta uno straordinario veicolo di conoscenza e diffusione – afferma Roberto Luongo, Direttore Generale di Agenzia ICE -. L’obiettivo di questo progetto è di sensibilizzare i clienti esteri sulla salubrità e genuinità dei prodotti agroalimentari del Made in Italy che potranno gustare presso l’autentica ristorazione italiana e le grandi catene di distribuzione organizzate estere con le quali abbiamo raggiunto numerosi accordi negli ultimi mesi al fine di rafforzare la presenza di prodotti Italiani già in assortimento e introdurre nuove aziende fornitrici. Questa iniziativa, e molte altre che abbiamo in programma nei prossimi mesi, rientrano nell’ambito del nostro sforzo a sostegno dell’export agroalimentare Italiano che, nonostante la crisi pandemica, ha fatto registrare una crescita del 10,42% nel primo semestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020.”

I ristoranti all’estero

La rete dei ristoranti italiani nel mondo conta 2.218 locali certificati in 60 Paesi esteri, in 451 diverse città, per un totale di 250.875 coperti per pasto. Per quanto riguarda la ripartizione continentale vediamo circa il 33% concentrato nei paesi UE, il 23,3% tra Asia e Oceania, quasi il 30% in America del Nord, circa il 13% in America latina e il restante 10% tra Africa, Medio Oriente e Europa non UE. Interessante notare che questi locali riescono a coprire l’offerta gastronomica regionale nella sua interezza e che nel 77% non si limitano a offrire un servizio di ristorazione ma anche di vendita di prodotti tipici. Tanti i ristoratori che cercano di tenersi aggiornati: quasi tutti, il 92%, tornano in Italia almeno una volta all’anno, e molti di loro ne approfittano per visitare i locali e i produttori italiani, rispettivamente nel 75% e nel 68% dei casi.

 

Andrea Pascale

GREEN PASS, FIPE-CONFCOMMERCIO: “NELLA RISTORAZIONE NON VACCINATI SOTTO IL 10%. C’È TANTA VOGLIA DI LAVORARE”

 

Sono 35, massimo 40mila i lavoratori dei pubblici esercizi che ancora non si sono sottoposti a vaccinazione. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, insomma, meno del 10% di chi lavora in bar e ristoranti sarebbe al momento senza green pass. Una percentuale quasi dimezzata rispetto alla media nazionale che si registra negli altri comparti.

“Lo shock del primo e del secondo lockdown, che hanno visto decine di migliaia di dipendenti di bar e ristoranti restare senza lavoro per mesi, ha scatenato una reazione forte di auto protezione – spiega Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio -. Il risultato è che la stragrande maggioranza dei nostri collaboratori è corsa a vaccinarsi appena possibile. Il desiderio di lavorare senza rischi e con continuità si è rivelato più forte di qualsiasi altra considerazione”.

“Rimane – aggiunge Calugi – la preoccupazione per i dipendenti non vaccinati che per accedere ai luoghi di lavoro dovranno effettuare ripetutamente il tampone. Dopo i chiari di luna del primo lockdown e i lunghi mesi di misure restrittive, abbiamo bisogno di ogni singolo lavoratore per poter offrire ai nostri clienti un servizio all’altezza e questa nuova complicazione, pur necessaria, non aiuta”.

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Tommaso Tafi

 

 

ITALIA CAMPIONE DEL MONDO DI PASTICCERIA

 

 FIPE-CONFCOMMERCIO: “ECCELLENZA GASTRONOMICA DA VALORIZZARE”

 

Roma, 26 settembre 2021 “Il 2021 ci sta regalando soddisfazioni incommensurabili: dopo l’Italia dello sport anche l’Italia della gastronomia ha dimostrato di non essere seconda a nessuno, aggiudicandosi a Lione la sua terza Coppa del Mondo di pasticceria. Un risultato frutto di un lungo lavoro e della capacità del nostro settore di formare professionisti di primissimo livello. La strada è quella giusta, ma è necessario continuare a investire come sistema Paese nella ristorazione e nella gastronomia di qualità, vero e proprio biglietto da visita dell’Italia nel mondo. Alle congratulazioni ai tre maestri pasticceri, Lorenzo Puca, Andrea Restuccia e Massimo Pica, per la loro prestazione, aggiungo l’invito alla politica a non disperdere questo patrimonio di professionalità e fantasia, valorizzandolo adeguatamente e investendoci per fare in modo di consolidarlo ulteriormente”.

 

Così Matteo Musacci, vice presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, commenta la vittoria della Coppa del Mondo di pasticceria 2021 da parte dell’Italia.

 

Tommaso Tafì

MAGISTRATURA E PUBBLICI ESERCIZI INSIEME CONTRO ABUSIVISMO E MALA MOVIDA

L’Associazione Nazionale Magistrati e Fipe-Confcommercio sottoscrivono un protocollo per diffondere legalità e consapevolezza sui rischi per chi somministra alcol ai minori

 

Roma, 30 settembre 2021 – L’unico vero antidoto alla mala movida, che stravolge i centri storici e le periferie di molte città italiane, è la consapevolezza sui rischi, di natura penale, amministrativa e sanitaria, che corrono da un lato i consumatori, anche minorenni, troppo spesso protagonisti di notti alcoliche sregolate che mettono a repentaglio la loro stessa salute, dall’altro i gestori dei locali, non sempre consci delle conseguenze legali di alcune loro scelte.

Quali sono i rischi se si viene trovati a somministrare alcol a un minore di 16 anni? E quali altri se si vende o somministra un superalcolico a una donna incinta? Inoltre, se si ordina un cocktail alcolico, mentendo sulla propria età, in quali tipo di sanzioni si incorre?

Domande meno scontate di quanto si possa pensare. Per diffondere legalità e buoni comportamenti, Fipe-Confcommercio, la Federazione comparativamente più rappresentativa dei Pubblici esercizi italiani, e l’Associazione Nazionale Magistrati, che rappresenta il 90% circa dei 9.657 magistrati italiani, hanno deciso di collaborare. La ANM, attraverso la XV Commissione “Educazione alla legalità” - presieduta da Giacomo Ebner - promotrice dell’iniziativa, affiancherà Fipe in una serie di attività di sensibilizzazione nei confronti di clienti e gestori dei locali. “Bevi consapevolmente!”, il titolo dell’intesa siglata oggi nella sede della Anm dal presidente, Giuseppe Santalucia, e dal presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani.

L’idea è quella di coinvolgere istituti scolastici e universitari nella predisposizione del materiale formativo sui corretti comportamenti da adottare. Inoltre, è prevista la diffusione dei materiali realizzati nel progetto #BereConsapevole, tra cui la ‘Guida al servizio per un consumo consapevole’ predisposta dalla Federazione in collaborazione con Federvini. Un pamphlet che analizza il fenomeno del consumo di alcol sia dal punto di vista del gestore del locale, che da quello dei consumatori, e punta a diffondere una serie di buone pratiche da adottare.

“I pubblici esercizi italiani – sottolinea il presidente della Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppanida sempre puntano sulla qualità della loro offerta e sulla professionalità del personale. Siamo convinti che solo attraverso le competenze e una costante attività di formazione e sensibilizzazione degli operatori, sia possibile arginare un fenomeno dilagante quale è quello della mala movida, lontana dalla nostra cultura e dalle nostre tradizioni, che è quotidianamente alimentata da chi vende e/o somministra, spesso abusivamente, alcol a basso costo o infrangendo leggi e regole. Siamo particolarmente contenti che questa responsabile posizione abbia raccolto l’interesse dell’Associazione Nazionale Magistrati, con la quale avviamo questo percorso di collaborazione con l’obiettivo di favorire una socialità corretta e coerente anche con i valori etico-morali, attenti cioè al benessere delle persone, contrastando eccessi e devianze che alimentano poi disagio sociale e malattie alcol correlate”.

“L’Associazione nazionale magistrati – osserva il presidente Giuseppe Santalucia - è impegnata da tempo in una serie di iniziative volte a stimolare la collaborazione con società civile, parti sociali e istituzioni per sensibilizzare cittadine e cittadini sui temi della legalità, della convivenza civile, del rispetto dei diritti di tutti e della tutela della salute. Perché oltre ad applicare, rispettare e far rispettare le leggi dello Stato nell’interesse collettivo, la magistratura è chiamata a confrontarsi con una società in continua evoluzione e siamo convinti che il nostro lavoro contribuisca al benessere della collettività. Per questo, avviamo con entusiasmo la collaborazione con Fipe, volta a promuovere comportamenti responsabili e consapevoli tra i gestori di pubblici esercizi e tra i consumatori di alcol, soprattutto minorenni, pur nel ri spetto della libertà d’impresa e delle esigenze di svago e divertimento, ma convinti che il rispetto delle regole e della salute possa favorire una movida più sana e una qualità della vita migliore per tutti. Oltre ad evitare spiacevoli episodi”.

 

Tommaso Tafi

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