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FIPE

COVID, FIPE-CONFCOMMERCIO RISPONDE A BERSANI: “HA PRESO A SCHIAFFI CHI È IN DIFFICOLTA, CHIEDA SCUSA”

 

“Le parole di Bersani hanno fatto più male alla categoria dei ristoratori di quanto abbia fatto il coronavirus. Non tanto e non solo perché dimostrano un retro pensiero superficiale e falso, ma soprattutto perché nascondono la voglia di una certa politica di dividere tra imprese di serie A, che meritano di essere salvate, e imprese che possono essere lasciate morire.

Non intendiamo accettare questa logica vergognosa e pretendiamo le scuse pubbliche immediate da parte dell’ex ministro Bersani che, è bene non dimenticarlo, con le sue riforme ha contribuito a penalizzare le realtà più piccole, cambiando il volto dei centri storici delle nostre città”.

Così Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi risponde a Pier Luigi Bersani che, durante una trasmissione televisiva, giovedì aveva accusato i ristoratori di evadere il fisco.

“Bersani si dovrebbe scusare per queste parole, pronunciate in un momento in cui ci sono 400mila lavoratori dei pubblici esercizi a casa in cassa integrazione e il rischio concreto che entro fine anno muoiano 50mila imprese – aggiunge Cursano -. Non per colpa del virus, ma per la mancanza di un’adeguata copertura finanziaria necessaria a compensare le perdite delle imprese. Perché una cosa deve essere chiara: il governo ha il diritto di attivare le restrizioni che ritiene necessarie, ma non quello di scaricare i costi solo sui privati”.

“Il settore dei pubblici esercizi, in barba ai luoghi comuni di Bersani – conclude Cursano -, ha contribuito a tenere in piedi il sistema fiscale del Paese e ora chiediamo solo che un po’ di quanto abbiamo dato ci venga restituito per permetterci di sopravvivere. Il nostro settore conta 1,3 milioni di lavoratori, in larga maggioranza donne, e crea un valore aggiunto di oltre 90 miliardi di euro l’anno e merita qualcosa di più delle livorose parole di Bersani”.

 

Andrea Pascale

BONUS RISTORAZIONE

FIPE-CONFCOMMERCIO: “DAL MINISTRO BELLANOVA UN SEGNALE IMPORTANTE DI VICINANZA” 

 

Roma, 16 ottobre 2020 – “Il bonus ristorazione approvato oggi dalla Conferenza Stato-Regioni rappresenta uno strumento importante di valorizzazione dell’intera filiera agroalimentare italiana, che ha nei ristoranti il terminale più importante. È chiaro che questa misura non è sufficiente a risolvere tutti i problemi che affliggono il settore dei pubblici esercizi in questa drammatica fase, ma sicuramente la direzione è quella giusta. Ringraziamo il Ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, per aver promosso e difeso il bonus in tutte le sedi, dimostrando una vicinanza al mondo della ristorazione che speriamo si traduca in ulteriori provvedimenti mirati alla valorizzazione e alla tutela di un settore prezioso dell’economia e dell’offerta turistica italiana”.

Così Fipe – Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, commenta l’approvazione del fondo per la ristorazione da parte della Conferenza Stato-Regioni.

 

 

Andrea Pascale

COVID, CUOCHI E RISTORATORI: “I LOCALI SONO SICURI, PER GLI ESPERTI IL 77,6% DEI CONTAGI AVVIENE IN CASA”

 

 

 

I ristoranti e i bar non sono tra i luoghi più pericolosi per eventuali contagi. A dirlo non è la Fipe, ma l’Istituto superiore di Sanità nel suo monitoraggio settimanale, secondo cui il 77,6% dei contagi, attualmente, avviene in ambito domestico. Un dato riproposto dal dottor Luca Richeldi, membro del Comitato tecnico scientifico, nel corso della puntata di venerdì sera di Otto e Mezzo su la7.

“La stragrande maggioranza dei contagi avviene in luoghi privati - ha detto lo pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma, incalzato dalla conduttrice del programma –. Io non credo che ridurre di un paio d’ore l’apertura degli esercizi pubblici, quando siano ben regolamentati, possa fare una grande differenza”.

Una posizione che fa il paio con quella espressa poche ore prima dal professor Massimo Galli, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, intervenuto ai microfoni di Radio24.

“Queste due prese di posizione sono molto nette – commenta il Direttore generale della Fipe Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, Roberto Calugi – e dimostrano che in questo momento i ristoranti sono un luogo sicuro, anche grazie alle misure messe in campo con la collaborazione dei ristoratori”.

“Condividiamo quanto sostenuto dal prof. Richelli – aggiunge il presidente della Federazione Italiana CuochiRocco Pozzulo -Non sono certo i ristoranti e le sale di ricevimento a creare l’incremento del COVID. Questi sono locali in cui ci sono controlli rigorosi su distanziamento e dispositivi di protezione. Chiediamo che si consenta ad una categoria già duramente colpita di chiudere in serenità la stagione, che a novembre volge al termine, e soprattutto di effettuare i controlli nelle strade e nei luoghi di assembramenti”.

“Mi auguro che sia il governo che le Regioni tengano conto di questi pareri – conclude Calugi – prima di tornare a prendere in considerazione misure tanto drastiche quanto inutili, che avrebbero come unico effetto la morte di un settore cruciale per l’economia italiana. È impensabile che il popolo della notte torni a casa alle 23, la sfida per tutti è quella di incrementare i controlli sia dentro che fuori dai locali”. 

 

Tommaso Tafi

FIPE-CONFCOMMERCIO: POS UNICO PER I BUONI PASTO

 

 

 ATTIVO DA OGGI FIPE-CONFCOMMERCIO: “BATTAGLIA VINTA! ORA GIÙ LE COMMISSIONI”  

 

Riforma approvata lo scorso giovedì 10 settembre alla Camera e stamattina in Gazzetta Ufficiale. Cursano: “Risultato importante per la nostra Federazione. In un momento difficile come questo ogni aiuto è una boccata d’ossigeno per il comparto”.

Ora è ufficiale: dopo anni di lotta, finalmente, i pubblici esercizi potranno leggere i buoni pasto elettronici su un unico dispositivo, a prescindere da quale sia la società emettitrice. L’importante novità proposta nei due emendamenti a firma del Sen. Dell’Olio e del Sen. Manca, ha visto la sua approvazione definitiva lo scorso 10 settembre, giorno in cui il DL semplificazioni è diventato legge, e stamattina è in Gazzetta Ufficiale.

Diciamolo chiaramente, questo importante risultato è una vittoria della Federazione che per anni ha denunciato quanto fosse complesso e costoso il sistema dei buoni pasto - commenta il Vice Presidente Vicario di Fipe-Confcommercio, Aldo Cursano - Come già detto tante volte, il POS unico consentirà ai nostri imprenditori di ridurre le spese in maniera significativa. Con il vecchio sistema si era costretti a sostenere il 25% di spese ogni 1.500 euro di fatturato, solo per installazione, commissioni e contratti di affitto dei vari lettori elettronici. Mai come ora ogni tipo di taglio ai costi di gestione di un’attività è ossigeno puro per un settore in crisi come il nostro”.

“Ora guardiamo avanti, perché i problemi e le distorsioni che riguardano il sistema buoni pasto non sono certo finiti, anzi. Auspichiamo quanto prima anche un intervento per ridurre le commissioni che oggi toccano il 20% - conclude Cursano - La scontistica sul valore nominale del buono pasto, imposta dalle gare al massimo ribasso, è insostenibile per gli esercenti e confermiamo con forza il nostro impegno a cambiare questo stato di cose. Il plauso per l’introduzione del POS unico resta tale, ma fatto 30 proviamo a fare 31 e speriamo che l’attenzione dimostrata al nostro comparto non si affievolisca”.

 

Andrea Pascale

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NEL DL SEMPLIFICAZIONE IL POS UNICO PER I BUONI PASTO MENO BUROCRAZIA E COSTI PIÙ BASSI PER I RISTORATORI

Approvato un emendamento che accoglie una battaglia storica della Fipe-Confcommercio. Cursano: “Un passo avanti verso la modernizzazione. Ora il governo intervenga per abbassare le commissioni”

 

L’epoca dei 5 Pos diversi accanto al registratore di cassa di bar e ristoranti sembra essere finita. Finalmente anche i pubblici esercizi potranno leggere i buoni pasto elettronici su un unico dispositivo, a prescindere da quale sia la società emettitrice.

La buona notizia per migliaia di ristoratori arriva dal Senato. Le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro di Palazzo Madama hanno approvato due emendamenti al Dl Semplificazioni presentati a firma del Sen. Dell’Olio e del Sen. Manca, sostenuti dalla maggioranza di Governo, che fanno propria una battaglia storica di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici Esercizi. Un risparmio non da poco per titolari e gestori dei locali che si muovono all’interno del circuito dei buoni pasto, che fino ad oggi si sono visti costretti a sostenere il 25% di spese ogni 1.500 euro di fatturato, solo per installazione, commissioni e contratti di affitto dei vari lettori elettronici.

“Quella del POS unico è una battaglia di semplificazione e modernizzazione che porterà importanti risparmi all’interno di un sistema costoso come quello dei buoni pasto. – sottolinea il Vice Presidente Vicario di Fipe-Confcommercio, Aldo Cursano In questo momento di gravissima difficoltà per gli operatori del settore ogni euro risparmiato diventa vitale. Le realtà piccole e piccolissime che hanno minore possibilità negoziale grazie a questo intervento normativo non saranno più costrette a tenere accanto al registratore di cassa un dispositivo per ogni società emettitrice. È un risultato importante che ci auguriamo venga confermato anche nelle aule del Parlamento e auspichiamo nei prossimi mesi un ulteriore intervento del legislatore per ridurre drasticamente le commissioni che oggi toccano il 20%”.

Ogni giorno, negli esercizi convenzionati grandi e piccoli, in Italia si spendono in media 13 milioni di euro sotto forma di buoni pasto. Per un valore complessivo di circa 3,2 miliardi di euro. Un servizio sostituivo di mensa essenziale sia per i lavoratori, per i quali rappresenta una componente netta del salario, sia per gli imprenditori, trattandosi di un contributo esentasse.

“Purtroppo – aggiunge Cursano– le distorsioni di questo sistema, come abbiamo denunciato più volte, non si limitano al Pos unico. La vera tassa occulta per i ristoratori è infatti rappresentata dalla scontistica sul valore nominale del buono pasto, imposta dalle gare al massimo ribasso condotte dallo Stato attraverso Consip alle società emettitrici, che poi lo scaricano per intero sugli esercenti. La nostra battaglia su questo ulteriore aspetto non si fermerà, ma per il momento apprezziamo la volontà della maggioranza di andare incontro a un settore martoriato dalla crisi post Covid. Un settore che, non ci stancheremo mai di ripetere, rappresenta una componente essenziale della filiera agroalimentare italiana, nonché il fiore all’occhiello dell’offerta turistica del nostro Paese”.

 

Andrea Pascale

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