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Locali storici
FESTEGGIATI I PRIMI CENT'ANNI DELLA PASTICCERIA TAGLIAFICO
di Virgilio Pronzati
Giacomo Tagliafico con la moglie Mariarosa e i figli Lorenzo, Anna e Filippo, premiato dall’Assessore Paola Bordilli
Se Genova non l’avessero già definita La Superba (non per la ricchezza del patrimonio di fastosi palazzi, ma per la forza con cui difese la sua indipendenza e la strenua opposizione alle pressioni del Barbarossa), l’avrebbero sicuramente chiamata La Dolce. Alcune delle più antiche aziende dolciarie italiane sono nate e cresciute a Genova. Non solo, uno dei dolci più conosciuti nel mondo è nato a Genova. Il nome Pan di Spagna deve essere cambiato in Pan di Genova. Infatti, la sua origine non è spagnola ma italiana, e precisamente di Genova. La sua creazione è molto antica. Sue notizie risalgono al 1500, quando fu inserito tra i mangiari dei commensali della Repubblica genovese.
I Tagliafico con i loro dipendenti
Ma la sua notorietò si affermò soprattutto nella metà del secolo XVIII, quando col nome Pan di Genova, fu inserito dalla scuola di Berlino nella prova di esami per maestri pasticceri. A ricordo della Spagna, un interessante aneddoto. Nel 1749, quando l’ambasciatore della Repubblica di Genova, il marchese Domenico Pallavicini, ospite a corte di re Ferdinado, col fine di conquistarsi le simpatie del monarca, fece preparare dal suo cuoco personale Giovanni Battista Cabona, un dolce in onore del re spagnolo, che chiamò Pan di Spagna. Dolce già conosciuto e consumato dai genovesi circa due secoli prima. A confermare ulteriormente la vocazione di Genova per l’arte dolciaria, i cent’anni (i primi) della Pasticceria Tagliafico.
La speciale Torta dei 100 anni
I due giorni di festeggiamenti (18 e 19 novembre) di questa storica ed amata pasticceria, sono stati siglati da alcune migliaia di visitatori che, attraverso pannelli espositivi hanno conosciuto le tappe più significative della pasticceria. Clienti e non, oltre ad assaporare esclusive golosità, hanno avuto il piacere di ricevere un goloso cadeau e visitare i vari ed attrezzati laboratori dove Giacomo Tagliafico con la moglie Mariarosa e i sui figli (e diversi collaboratori) creano ogni giorno irrinunciabili ghiottonerie.
Ogni giorno, la Pasticceria Tagliafico offre ai suoi clienti una selezione di ben trenta tipi di torte e trentacinque tipi di mignon fresche. Non solo: dal 2007 è stata aggiunta la caffetteria dove la colazione è servita con croissants e brioches appena sfornate, una selezionata miscela di caffè con proposte d’autore con al vertice il "Marocchino Tagliafico”. Momento clou di questa celebrazione la Torta "100", appositamente ideata per l'occasione. Un capolavoro di sobria eleganza e di straordinaria armonia.
Un pò di storia
La Pasticceria Tagliafico è una storica azienda genovese che ha radici nel XIX secolo. La storia inizia con il bisnonno Giacomo, che lavorava come "lievitista" sulle navi che collegavano Genova all'America Latina. In quel periodo, Giacomo aprì una pasticceria insieme a un socio a Buenos Aires, in Argentina. Tuttavia, la sua futura moglie, Angiolina, non vedeva il loro futuro così lontano da casa.
Per amore, Giacomo decise di vendere la sua parte di pasticceria e si stabilì a Genova, dove nel cuore della città aprì la sua pasticceria in Piazza del Cavalletto. Era l'inizio del Novecento e Giacomo Tagliafico divenne il fondatore di un'azienda che sarebbe stata gestita dalla sua famiglia per generazioni.
Un classico di Tagliafico
Lorenzo, Annamaria e Filippo, oggi, rappresentano il presente di un racconto scritto da Giacomo Tagliafico con la moglie Mariarosa sulla trama dettata dal bisnonno Giacomo. La passione per i dolci lievitati caratterizza ancora oggi la produzione della pasticceria, che vanta specialità come il tradizionale Pandolce Genovese, i biscotti genovesi Lagaccio e il Panettone milanese. Negli anni, la produzione si è ampliata per includere anche una vasta gamma di prodotti come pasticceria mignon, torte moderne, pralineria, torroni, salatini e servizi di catering per rinfreschi.
La continua ricerca di miglioramento ha portato l'azienda a investire nell'aggiornamento tecnico, con esperienze di formazione presso rinomate pasticcerie come Gaston Lenôtre e Peltier a Parigi negli anni '70 e '80. Questo ha permesso di ottimizzare gli spazi per rendere la produzione veloce e al passo con i tempi.
Virgilio Pronzati mentre dialoga con il mitico Giacomo Tagliafico
Ogni giorno, la Pasticceria Tagliafico offre ai suoi clienti una selezione di trenta tipi di torte e trentacinque tipi di mignon fresche. La colazione è servita con croissants e brioches, e dal 2007 è stata aggiunta anche un'area caffetteria, che propone una miscela di caffè attentamente selezionata, accompagnata da delizie golose come il "Marocchino Tagliafico", il "Maxi cappuccino", la "Cioccolata del Pasticcere" e il cappuccino di soia.
La Pasticceria Tagliafico non ha confini geografici e spedisce i suoi prodotti in tutto il mondo. In particolare, il pandolce genovese è molto richiesto dai liguri che si trovano all'estero, diventando un must-have durante le festività natalizie.
L'azienda continua a tramandare il savoir-faire familiare e a portare avanti una tradizione di qualità e innovazione nella produzione di dolci prelibati. La Pasticceria Tagliafico è un punto di riferimento per chi cerca dolci eccellenti e autentici, e la sua storia è un esempio di passione, dedizione e impegno nella creazione di prelibatezze da gustare.
M. B.
La Pasticceria Tagliafico è situata in via Galata nel cuore della città
ACETAIA GIUSTI DIVENTA MEMBRO DELL’ESCLUSIVA ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE LES HÉNOKIENS
Acetaia Giusti entra a far parte dei membri della prestigiosa associazione internazionale Les Hénokiens, istituita per raggruppare e sostenere le aziende familiari bi-centenarie a livello globale.
La proclamazione è avvenuta durante l’annuale Congresso dell’associazione, tenutosi a Ginevra, Svizzera. A rappresentare la Giusti, il titolare e CEO Claudio Stefani Giusti, il quale rappresenta la 17esima generazione della famiglia Giusti e dal 2005 guida l’azienda con un approccio giovane e fortemente orientato al futuro.
In qualità di Acetaia più antica di Modena, la cui data di fondazione risale al 1605, Giusti entra di diritto tra le imprese a conduzione familiare del panorama mondiale, con un affascinante passato che attraversa quattro secoli di storia italiana e modenese.
In occasione dell’intervista rilasciata all’Associazione, Claudio Stefani espone il suo percorso professionale, il suo spirito di imprenditore e si esprime circa la cultura aziendale improntata sulle persone.
“Prima di entrare in Giusti nel 2005, ho trascorso 8 anni lavorando come consulente aziendale, ho viaggiato per l’Europa specializzandomi in riprogettazione dei processi aziendali per varie grandi aziende” - racconta Claudio Stefani - “Sono appassionato più di ogni altra cosa di persone, antropologia e culture del mondo. Tutto questo, unito a una grande passione per il cibo, mi ha permesso di realizzarmi come individuo nel creare un’impresa con le persone al centro, e il loro sviluppo personale, sia come individui sia come professionisti.
Oggi è con grande orgoglio che ricevo l’ammissione della nostra azienda all’esclusiva associazione Les Hénokiens, riconoscimento di un percorso lungo 400 anni, e sarà un piacere condividere con tutti i membri storie ed esperienze per continuare nel nostro percorso evolutivo”.
Con l’ingresso tra i membri de Les Hénokiens, l’azienda modenese si propone di perseguire con orgoglio e convinzione il motto dell’Associazione stessa «Inscrire la famille et le travail de l'homme dans la durée jusqu'à ce qu'il devienne une culture», vale a dire “Collocare la famiglia e il lavoro dell’uomo nel tempo fino a farne una cultura”.
L’Associazione Les Hénokiens si propone infatti di mostrare l’adattabilità di alcune delle aziende più antiche e competenti al mondo, proponendo risposte alle tante domande che i dirigenti aziendali si pongono per mantenere, sviluppare e tramandare la propria attività alle generazioni future, nelle migliori condizioni possibili
ACETAIA GIUSTI
Giusti è la più antica acetaia al mondo, fondata nel 1605 a Modena ed è il brand più rappresentativo tra i Balsamici di qualità. Oggi, la storica acetaia è guidata dalla 17esima generazione della famiglia: Claudio Stefani Giusti, porta avanti brillanti obiettivi di espansione, attraverso una gestione aziendale giovane e flessibile. La sede in un antico borgo agricolo alle porte di Modena ospita il cuore della produzione Giusti, tra cui le 600 botti storiche del 1700 e 1800 ancora in attività, e il Museo Giusti: uno spazio dedicato alla trasmissione della storia della famiglia e alla degustazione dell’”Oro nero di Modena”. I prodotti di Acetaia Giusti sono distribuiti nei corner dedicati all'interno dei punti vendita La Rinascente Milano e Roma, nelle migliori Boutique Enogastronomiche d’Italia e nelle Boutique Giusti, nuovo format retail lanciato nel 2019, oltre che tramite l’e-shop www.giusti.it
LES HÉNOKIENS
Fondata nel 1981 in Francia, Les Hénokiens riunisce aziende a conduzione familiare bi-centenarie, unite con spirito di collaborazione e stima reciproca. L’associazione conta oggi 56 membri, di cui, tra le altre, 14 imprese italiane, 16 francesi e 10 giapponesi.
A partire dal primo incontro a Bordeaux nel 1981, ogni anno l’associazione organizza un Congresso Generale in una città diversa, chiamando a rapporto i propri membri.
Per entrare tra i membri di questa rigorosa e storica associazione, Les Hénokiens cerca candidati che condividano valori comuni quali il rispetto per la qualità del prodotto e le relazioni interpersonali, il know-how trasmesso con passione da una generazione alla seguente e la costante valutazione critica dei propri risultati. Costituendo così un messaggio di speranza per le imprese familiari, specialmente quelle che gettano le basi per il tessuto sociale ed economico del futuro.
Federica Da Col
LOCALI STORICI: PRESENTATO DDL CON FONDO DA 150 MLN PER TUTELARLI
CENTINAIO: AIUTIAMO UN PATRIMONIO CULTURALE CHE È ANCHE PRODUTTORE DI REDDITO
MAGENES (ASS. LOCALI STORICI): SVOLTA IN FAVORE DI ICONE SECOLARI DELL’ITALIANITA’
Un disegno di legge in difesa di alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie che hanno fatto la storia dell’ospitalità italiana. È quanto presentato oggi a Palazzo Madama in una conferenza stampa organizzata dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (primo firmatario del ddl), alla presenza del presidente dell’Associazione Locali storici italiani, Enrico Magenes, e della docente di Economia del turismo all’Università Bocconi di Milano, Magda Antonioli.
Il disegno di legge riconosce – per la prima volta nella storia recente – un piano di sostegno a tutela e valorizzazione dei locali storici italiani, da realizzare attraverso un fondo di 150 milioni di euro in tre anni, istituito presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I beneficiari del fondo saranno le attività commerciali, gli esercizi pubblici, le imprese artigiane e gli esercizi alberghieri che abbiano svolto l’attività da almeno 70 anni, mantenuto arredi e ambienti originali, connotati da particolare interesse storico, culturale o artistico e legati alle tradizioni locali. Le stesse prerogative d’ingresso utilizzate dall’Associazione Locali storici italiani, che oggi conta 200 soci-avamposto dell’ospitalità italiana in tutto lo Stivale, sopravvissuti alle guerre mondiali, alle crisi economiche e alle catastrofi naturali e oggi sempre più provati prima dalla pandemia – che ha svuotato le città d’arte – e poi dalla crisi energetica e dall’aumento dei costi delle materie prime.
L’Associazione stima che siano circa 300 i locali storici italiani che rispondono ai requisiti previsti dal disegno di legge per poter essere censiti e accedere quindi alle risorse, che i singoli Comuni possono decidere di destinare a contributi per l’affitto o per il restauro, nonché a riduzioni o esenzioni dalle imposte. Sono previste anche campagne di sensibilizzazione nelle scuole per l’adozione di progetti educativi su storia, cultura e tradizioni legate ai locali storici.
“I locali storici rappresentano veri e propri beni culturali da sostenere e difendere – ha affermato il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio – in quanto esprimono la storia, l’arte e le tradizioni dei territori locali. Ma non si tratta di semplici ‘fotografie del passato’. Al contrario, sono vivi promotori di attività produttive, commerciali e ricettive, che rappresentano anche un importante attrattore turistico. Oggi molti di loro vivono una condizione di grande difficoltà, non solo per la pandemia e per l’aumento dei costi, ma anche per la concorrenza dei grandi gruppi multinazionali che occupano i centri storici, costringendo molte attività a chiudere e trasformando l’immagine delle nostre piccole e grandi città. Con questo disegno di legge, vogliamo aiutare i locali storici a sopravvivere e a mantenere la loro specificità come identità culturale collettiva, ispirandoci alle convenzioni Unesco che tutelano il patrimonio culturale immateriale”.
Per il presidente dell’Associazione Locali storici d’Italia, Enrico Magenes: “Il testo che abbiamo contribuito a realizzare segna senz’altro una svolta per le prospettive di autentiche icone dell’italianità, sempre più vessate da costi insostenibili, depresse dallo smart working e dai surplus di costi di gestione. I nostri locali storici hanno in media oltre 150 anni di storia ciascuno, per un totale di circa 40 mila anni di storia e rappresentano un inestimabile valore identitario. Icone del made in Italy nel mondo, questi pionieri del made in Italy rimangono ancora una discriminante fondamentale nella scelta del luogo di soggiorno da parte di un turismo internazionale di alto profilo, in grado di apprezzarne non solo lo stile e la qualità dell’accoglienza ma anche la storia, gli aneddoti e l’arte. Ringraziamo il senatore Centinaio per questa iniziativa di grande civiltà”.
Il progetto di legge prevede il censimento e l’istituzione dell’elenco regionale dei locali storici, con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) che provvede all’aggiornamento dell’elenco nazionale. Di concerto con il Ministero della Cultura e previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, il Mimit provvederà a stabilire i criteri e le modalità di ripartizione del fondo.
LOCALI STORICI D’ITALIA, PRESENTATO IL DDL PER SALVARE I LUOGHI SIMBOLO DELLA STORIA E DELLA CULTURA TRICOLORI
Custodi di un savoir faire di antiche radici e, al tempo stesso, trasformatori di trend in cult, i Locali storici d’Italia si ribadiscono presidio della cultura, della gastronomia e dell’ospitalità italiana. Sono infatti gli alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie con almeno 70 anni di attività i protagonisti di un disegno di legge promosso dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e presentato oggi a Palazzo Madama alla presenza anche del presidente dell’Associazione Locali storici d’Italia, Enrico Magenes, e della docente di Economia del turismo alla Bocconi di Milano, Magda Antonioli. Con un’età media di 150 anni, questi locali sono infatti sopravvissuti a guerre mondiali, catastrofi naturali, crisi economiche e anche ad una pandemia, ma rischiano ora di essere fagocitati dalla metamorfosi che sta lentamente e inesorabilmente trasformando i centri storici delle nostre città tra nuovi stili di vita e pressioni economiche congiunturali. Il provvedimento prevede quindi un quadro normativo che ne tutela e valorizza l’operato, attraverso anche l’istituzione di un fondo, sotto l’ombrello del ministero delle Imprese e del Made in Italy, pari a 50 milioni di euro l’anno da utilizzarsi tra il 2023 e il 2025.
A beneficiarne saranno non solo i 200 Locali storici d’Italia tutelati e valorizzati da oltre 45 anni dall’omonima associazione, ma anche le altre (si stima circa 100) attività che rispondono ai requisiti di storicità e autenticità previsti (sia dall’associazione che dal ddl) per il riconoscimento: devono avere almeno 70 anni di storia e conservare ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), oltre a presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri. Si va dal Caffè Greco di Roma, con il tavolino fisso di Giorgio de Chirico, al Ristorante la Bersagliera di Napoli, amato da Totò per gli spaghetti. E se la memorabilità passa spesso per il gusto, dal pesto preferito di Frank Sinatra proposto dal Ristorante Zeffirino di Genova al miracoloso brodo di carne del Ristorante Casa del Brodo “dal Dottore” di Palermo, non mancano i luoghi celebri per gli avvenimenti storici. Come l’Hotel Bernini Palace di Firenze, Hotel Parlamento quando, tra il 1865 e il 1871, Firenze divenne capitale del Regno d’Italia, o l’Antica Locanda Mincio a Valeggio sul Mincio (VR), dove sostò Napoleone nel 1796 dopo aver cacciato gli austriaci al di là del fiume. Tra i primati più curiosi, il Caffè Fiorio di Torino è passato alla storia per aver lanciato, sfidando il buon costume, lo scandaloso cono gelato da passeggio, mentre è al Caffè Paszkowski, nel capoluogo fiorentino, che si tenne il primo caffè-concerto con un’orchestra interamente al femminile, capace di innervosire il ministero della Cultura Popolare fascista con i primi foxtrot americani, allora banditi.
L’Associazione Locali storici d’Italia, che con cadenza biennale pubblica anche l’omonima Guida, vede tra le regioni più rappresentate Veneto (36 locali), Lombardia (33), Piemonte (28) e Toscana (23), seguite da Campania (19), Liguria (17) e Sicilia (8). Tra le province, si distingue Venezia, al comando con 20 referenze; tallonata da Torino (19) e Napoli (17). Seguono Genova (13), Milano (12) e Firenze (10).
Martina Catenacci
TONITTO DIVENTA MARCHIO STORICO DI INTERESSE NAZIONALE
Luca e Massimiliano Dovo
E’ l’unica azienda in Italia produttrice di sorbetti e gelati a far parte dello speciale registro istituto dal Ministero dello Sviluppo Economico
Tonitto è stata ufficialmente inserita all’interno del Registro dei Marchi Storici di Interesse Nazionale, istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico per tutelare e valorizzare le imprese produttive di eccellenza collegate storicamente al territorio italiano.
Da tre generazioni di proprietà della famiglia Dovo e con oltre 80 anni di storia, Tonitto 1939 è l’unica azienda in Italia produttrice di sorbetti e gelati (dati aggiornati ad aprile 2022) ad aver ottenuto il logo di “Marchio Storico di interesse nazionale”. Un riconoscimento che testimonia come l’autenticità, sia da sempre uno dei principi cardine dell’impresa di famiglia che si ritrova sia nei prodotti che realizza, sia nelle persone.
“Da oltre 80 anni Bontà, autenticità, sostenibilità e innovazione sono valori fondamentali per noi di Tonitto 1939 - sottolinea Luca Dovo, AD Tonitto 1939 -. Poter far parte del registro dei Marchi Storici di Interesse Nazionale è un traguardo che ci rende orgogliosi e testimonia come in tutti questi anni l’azienda sia stata capace di radicarsi nel territorio circostante, ma allo stesso tempo valorizzare l’italianità e conquistare grazie a tradizione, innovazione e una continua ricerca della qualità non solo il mercato di casa, ma anche quello estero”.
Tonitto 1939, azienda ligure leader in Italia per il sorbetto e per il mercato dei gelati senza zuccheri aggiunti, è nata più 83 anni fa come una latteria di città per poi diventare a Genova l’unica realtà che proponeva anche gelato. Un gelato d’altri tempi, con ingredienti semplici e “macchinari” di una volta come bastone di legno e paiolo. Poi l’evoluzione nei primi anni ’70 prima come bar e poi come punto di riferimento non solo della città ma anche delle regioni vicine come Lombardia, Sardegna e Costa Azzurra, fino alla definitiva esplosione negli anni ’90 con lo stabilimento di Campi, l’attuale sede, e la conquista del mercato italiano ed estero, in 30 Paesi del Mondo, con sorbetti e gelati.
“La nostra famiglia ha dedicato la sua vita per portare avanti la tradizione del gelato e del sorbetto - prosegue Luca Dovo -. I risultati ottenuti lungo questi 80 anni e i giudizi dei nostri consumatori ci riconoscono la grande qualità dei nostri prodotti. La scelta vincente è stata quella di rimanere fedeli nella produzione allo spirito di semplicità e genuinità inaugurato da nostro nonno e proseguito con nostro padre e Il nostro impegno resta quello di regalare a tutti un momento di gioia e felicità unico. Oggi, come ieri, infatti prepariamo il gelato con la stessa attenzione e passione di sempre puntando su un’alimentazione equilibrata, sana e naturale. Nel Mondo ci sentiamo dei piccoli ambasciatori del gelato e del sorbetto italiano e il nostro obiettivo è quello di continuare a diffondere una cultura vincente, fatta di tradizione, idee e valori”.
Per ottenere la registrazione di “Marchio Storico di Interesse Nazionale” è necessario che il marchio sia registrato da almeno cinquanta anni o sia possibile dimostrarne l’uso continuativo da almeno cinquanta anni, utilizzato per la commercializzazione di prodotti o servizi realizzati in un’impresa produttiva nazionale di eccellenza, storicamente collegata al territorio nazionale.
Grazie allo studio Praxi IP, è stato dunque possibile concretizzare e ottenere l’inserimento di Tonitto nel Registro ovvero dimostrando l’utilizzo del marchio TONITTO a partire dagli anni ’70, attraverso prove di varia natura: listini di prezzi, cataloghi, fatture, documenti di spedizione, fotografie, inserzioni su giornali e dichiarazioni scritte, oltre alla registrazione ufficiale del marchio TONITTO, del 1977.
Isaac Cozzi
NUOVA GUIDA DEI LOCALI STORICI
TURISMO: IL GUSTO ITALIANO NELLA NUOVA GUIDA DEI LOCALI STORICI, PER LA PRIMA VOLTA ANCHE IN APP. DA NORD A SUD, I 215 LUOGHI CULTO CHE HANNO FATTO LA STORIA DELL’OSPITALITÀ MADE IN ITALY
Hanno inventato l’aperitivo, il primo gelato da passeggio e il primo disco. Ma hanno dato vita anche alla prima orchestra interamente al femminile e ai primi tentativi di impiattamento. Pionieri ormai classici, datati ma senza crisi d’età, i “Locali storici d’Italia” (180 anni l’età media) si ripresentano nella 43^ edizione dell’omonima Guida, svelata oggi a Milano. Lanciata con la nuova versione in formato app, la Guida si concentra quest’anno sul “gusto italiano”, con un itinerario da Nord a Sud dello Stivale tra i più longevi santuari del palato tricolore. “Sono centinaia gli aneddoti sui grandi della storia, uniti da un comun denominatore: il buon gusto - ha detto il presidente dell’Associazione Locali storici, Enrico Magenes -. Storie che partendo da cibo, bellezza e ospitalità italiana incrociano in modo trasversale quelle del Paese: dal dominio straniero all’Unità d’Italia, al boom; dalla commedia dell’arte, al futurismo, al neorealismo”.
Si va dalla Torta Paradiso firmata dal pavese Vigoni, medaglia d'oro all’Esposizione Internazionale nel 1906, alla pastiera da record del Caffè Gambrinus di Napoli, dove la classica “tazzulella” di caffè lancia la sfida al Nord, raccolta ad ovest dal Caffè Al Bicerin di Torino, apprezzato da Alexandre Dumas, Giacomo Puccini, Friedrich Nietzsche e Italo Calvino, e ad est al Caffè Florian dalla miscela “Venezia 1720”, sospesa tra note di cacao e spezie orientali. Spazio alla dolcezza, ma anche alla curiosità al Museo del Confetto di Andria (BT), dove i segreti dei Tenerelli di Giovanni Mucci sono custoditi. E se al ristorante dell’Hotel Vittoria di Pesaro il menù offre le “Ricette di Rossini”, dai Cannelloni creati dal compositore agli “Spaghetti alla Scala” spolverati con il tartufo bianco di Acqualagna, in provincia di Bolzano il Ristorante museumstube Bagni Egart Onkel Taa propone i piatti preferiti dell’imperatrice Sissi, al “Ristorante Terrazza Danieli” dell’omonimo leggendario hotel di Venezia lo chef Alberto Fol firma dei piatti ispirati ai viaggi di Marco Polo in Oriente, mentre l’Antica Focacceria S. Francesco di Palermo può vantare di essere stata la prima “sosta gastronomica” di Garibaldi e dei Mille dopo lo sbarco a Marsala.
Sotto le stelle Michelin, brillano il ristorante "Le Petit Bellevue" del Bellevue Hotel di Cogne (AO), guidato dallo chef Fabio Iacovone (1 stella), e il “Ristorante Carignano” del Grand Hotel Sitea di Torino con lo chef Fabrizio Tesse e Marco Migliol (1 stella). Non mancano le prime volte, come quella dell’aperitivo, un rito inventato al Caffè Camparino in Galleria Vittorio Emanuele a Milano all’inizio del Novecento, o del discusso gelato da passeggio, novità scandalosa lanciata negli Anni Trenta dal Caffè Fiorio di Torino e destinata a diventare una consumazione d’abitudine nelle generazioni a seguire. Negli stessi anni, fu invece il genio combinato di Gabriele D’Annunzio e Antonio Gioco, patron del Ristorante 12 Apostoli di Verona, ad avviare l’impiattamento sulla via senza ritorno dell’estetica, a partire dagli accostamenti di colore tra cibo e stoviglie. Pionieri in cucina, ma non solo: al Caffè Paszkowski di Firenze, negli Anni Venti del Novecento, tenne il primo caffè-concerto un’orchestra tutta al femminile, sfidando il fascismo a suon di foxtrot, e fu nella camera 306 del Grand Hotel et de Milan di Milano che il tenore Enrico Caruso e il maestro Gaetano Donizetti al pianoforte registrarono con Frederick Gaisberg “Una furtiva lacrima”, il primo disco piatto della storia.
Tra i gusti della tradizione enogastronomica regionale, si passa dal classico risotto con l’ossobuco nel milanese ai cappelletti con tartufo, piatto forte del Ristorante Antica Trattoria Al Gallo di Ravenna, ma anche la bistecca alla fiorentina in Toscana, la jota carsolina, una zuppa con crauti, patate e fagioli dell'Antica Trattoria Suban di Trieste, i bucatini alla matriciana nell’omonimo ristorante della capitale.
I 215 Locali storici d’Italia rappresentano i più antichi e prestigiosi alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie protagonisti della storia d’Italia, sedi di eventi importanti o ospiti di personaggi illustri. Con almeno 70 anni di esercizio, i Locali devono avere ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), ma anche presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri. Le regioni più rappresentate sono il Veneto, con 35 Locali recensiti, seguito da Lombardia (32), Toscana (28), Piemonte (22), Liguria (21) e Campania (20). Tra le province, si distingue Venezia, al comando con 19 referenze; medaglia d’argento per Genova (17), mentre Torino e Napoli (entrambe a 15) si dividono il 3° posto subito prima di Milano e Firenze (14). Da 43 anni sono tutelati e valorizzati dall’Associazione Locali storici, un ente senza scopo di lucro patrocinato dal ministero per i Beni e le Attività Culturali.
TURISMO: QUASI 40MILA ANNI DI STORIA IN 215 LOCALI STORICI, PRESENTATA LA NUOVA GUIDA. I PIÙ ANTICHI, I PIÙ ARTISTICI, I PIÙ GRANDI I PIÙ PICCOLI: L’ITALIA PIÙ BELLA ANCHE IN UN’APP
Duecentoquindici locali per quasi 40mila anni di storia, un itinerario nell’Italia da gustare tra prime volte, curiosità, record e ospiti illustri dei più antichi ristoranti, hotel e pasticcerie cult. È la Guida 2019 ai “Locali storici d’Italia”, il volume gratuito curato dall’omonima associazione e presentato oggi a Milano, lanciato per la sua 43^ edizione per la prima volta anche in formato app. “Questi locali rappresentano dei veri e propri ‘musei dell’ospitalità’ - spiega Enrico Magenes, presidente dell’Associazione Locali Storici d’Italia -, una risorsa eccezionale per il turismo culturale che consente di scoprire concretamente, attraverso testimonianze, arredi e ricordi, il patrimonio storico del nostro Paese”.
Baluardi dello stile e del gusto made in Italy, i locali storici inseriti nella Guida sono infatti attivi in media da circa 180 anni e sono guidati nella metà dei casi da 2 o più generazioni della stessa famiglia, con storie che scavano nel passato fino a toccare le 12 generazioni. È il primato della famiglia Allegrina-Fontana, dal 1702 al timone del Ristorante Corona di San Sebastiano Curone (AL), seguito in provincia di Bolzano dall’Hotel Cavallino Bianco di San Candido - Innichen con la famiglia Kühebacher, giunta a 10 generazioni, e dall’Hotel Elefante di Bressanone con gli Heiss-Falk, a 8. A raggiungere le 7 e 6 generazioni sono rispettivamente 4 e 5 locali, mentre sono ben 16 quelli con la stessa famiglia alla guida da 5. Tra i più longevi, spiccano le storie pluricentenarie dell’Hotel Cavalletto e Doge Orseolo di Venezia e del Ristorante Oste Scuro Finsterwirt di Bressanone, nati entrambi nel 1200, e della Locanda del Cerriglio di Napoli, di “soli” 88 anni più giovane.
Sul fronte delle dimensioni, si trovano a Torino i più piccoli locali storici del Belpaese, il Caffè Mulassano e il Caffè al Bicerin, ma bisogna spostarsi a Padova e Ascoli Piceno per ammirare gli spazi più grandi, con il complesso monumentale del Caffè Pedrocchi e la palazzina sulla piazza del Popolo del Caffè Meletti. E le sorprese continuano nelle sale interne: con oltre 300 opere esposte l’Antico Caffè Greco di Roma è la più grande galleria d’arte privata al mondo aperta al pubblico, mentre sono i mobili originali Liberty del 1905 creati dal maestro ebanista milanese Eugenio Quarti a valere al Grande Albergo Ausonia & Hungaria del Lido di Venezia il premio per l’arredo più fedele all’originale.
Tra gli aneddoti più curiosi, il record per atti vandalici subiti nel 1987 dal Caffè Camparino in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, le cui vetrine furono vittime di dimostrazioni politiche per ben 87 volte, ma anche la lista dei debitori del Bar Jamaica di Milano, che nel 1922 vide l’allora direttore del “Popolo d’Italia”, Benito Mussolini, abbandonare il locale senza saldare il conto.
I Locali storici, tutelati e valorizzati da 43 anni dall’Associazione, devono avere almeno 70 anni di storia e devono conservare ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), ma anche presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri. Con 35 Locali recensiti, il Veneto è la regione più rappresentata, seguita da Lombardia (32), Toscana (28), Piemonte (22), Liguria (21) e Campania (20).
TURISMO: L’ITALIA PIÙ BELLA E MEGLIO FREQUENTATA NELLA GUIDA DELL’ASSOCIAZIONE LOCALI STORICI. DA MACHIAVELLI A DE CHIRICO, DA LIZ TAYLOR A GRETA GARBO A TOTÒ, LA STORIA D’ITALIA VISTA DAI SUOI LOCALI
(Milano, 21 giugno 2019). Un viaggio nell’Italia più bella, quella raccontata dalla Guida Locali storici d’Italia presentata oggi a Milano, ma anche nell’Italia meglio frequentata. Nel volume, gratuito e da quest’anno disponibile anche in formato app con geolocalizzazione, praticamente ognuna delle 215 strutture proposte lungo la Penisola ha almeno un aneddoto da raccontare che ha coinvolto personaggi famosi della storia, dell’arte, della politica e del jet-set internazionale. Tra caffè, confetterie, pasticcerie, grandi e piccoli hotel e ristoranti, l’associazione locali storici italiani (età media delle strutture: 180 anni) ha così voluto ricostruire nel volume anche le soste degli ospiti più illustri.
Si va dal Ristorante Albergaccio a Sant’Andrea in Percussina (Firenze), dove tra una partita a carte con l’oste e il mugnaio l’esiliato Niccolò Machiavelli scrisse Il Principe; al tavolino fisso di Giorgio de Chirico al Caffè Greco di Roma. Qui il pittore sedeva puntuale per l’aperitivo con i soldi contingentati dalla moglie e con un po’ di lapis in tasca con cui realizzava veloci disegni per i clienti e i camerieri per avere qualche banconota in più da spendere. Letteratura, pittura e ovviamente cinema, a partire da Greta Garbo e dal suo amato Grand Hotel Tremezzo, dal lei frequentato negli anni ’30 e citato anche nel film Grand Hotel del 1932. A Tremezzina, sul Lago di Como, la ricordano ancora e la vecchia suite nell’albergo belle époque oggi porta il nome della Divina.
Piccoli e grandi locali in grado di ispirare gli ospiti nel lavoro e nello svago. Come Richard Wagner, che dal 1879 al 1883 frequentò il Caffè Lavena a Venezia meditando e scrivendo, ispirato dalla vista veneziana su Piazza San Marco e Palazzo Ducale. Qui ultimò il duetto d’amore del secondo atto di Tristano e Isotta e lavorò al Parsifal. Ispirato anche Giosuè Carducci, che all’Albergo alla Posta di Caprile (Belluno) finalmente nel 1886 terminò la celebre poesia Davanti a San Guido. “M’addormento leggendo Shakespeare. Mangio carni ottime, trote che sanno di ninfe: gioco a briscola e farei poemi”, scrisse entusiasta il poeta toscano, primo italiano a vincere il Nobel per la Letteratura. Un altro Nobel, Luigi Pirandello, verso la fine degli anni Venti amava invece trattenersi nella terrazza marittima dell’Hotel Vittoria di Pesaro, per un cocktail inventato dal barman Alfredo e da lui chiamato ‘Calcio di mulo’ per la potenza della bevanda. Dai Nobel a un Pulitzer: Ernest Hemingway è tra i più ricordati nei locali storici del Paese. A Milano, al Bar Jamaica; a Verona, al ristorante 12 Apostoli assieme ad Arnoldo Mondadori; a Recco (Genova) dove gustò salame e focaccia al formaggio insieme a Ezra Pound, incidendo anche il proprio nome, ancora visibile, al Ristorante Manuelina. Oppure a Cuneo, quando si presentò al banco del Caffè pasticceria Arione per comprare due chili di Cuneesi al Rhum da portare alla moglie in vacanza a Nizza. I vini non erano ancora Doc quando al Negozio Sperlari di Cremona si presentava Giuseppe Verdi in persona per ordinare dolci e bottiglie di pregio per la sua casa/studio nel piacentino. Verso la metà del Novecento non poteva mancare Napoli e due mostri sacri della commedia: Totò ed Eduardo De Filippo. Il primo era così affezionato al Ristorante La Bersagliera (così veniva chiamata la proprietaria) che si fece riprendere in un filmato diffuso dal cinegiornale mentre gustava spaghetti e spigola con un bicchiere di vino. Il secondo, per anni mangiò al tavolo 19 del Ristorante Umberto, e spesso, quando recitava nel vicino teatro, chiedeva il pasto da asporto in scena. Per chiudere, arte e cinema anche a Firenze, con le risse tra i futuristi Marinetti e Soffici al Gran Caffè Giubbe Rosse, e con Franco Zeffirelli e Richard Burton accompagnato da Elizabeth Taylor, che si trovavano ogni sera al Ristorante Sabatini nel tragico novembre 1966, impegnati con la Rai al documentario post alluvione Per Firenze.
Marta De Carli