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ARRIVA IL PICNIC PIÙ LUNGO D’ITALIA 18, 19 E 20 GIUGNO 2021
In occasione della giornata internazionale del picnic e del solstizio d’estate, Picnic Chic organizza il picnic chic più lungo d’Italia
Un intero weekend dedicato al picnic e a esperienze speciali organizzati lungo tutta la penisola grazie anche alla nuova edizione di Picnic in Cantina, che vede Picnic Chic ancora una volta partner del Movimento Turismo del Vino. Un weekend open air, tra spazi verdi e cantine, per sostenere la ripresa e riscoprire il lusso delle cose semplici e della vita all’aria aperta.
Dove: c/o agriturismi, strutture e cantine aderenti all’iniziativa
Info e prenotazioni: PICNIC PIÙ LUNGO D’ITALIA
Bergamo, giugno 2021 – Il picnic, i suoi cesti e le tovaglie a quadretti da stendere su un tavolo all’aperto o in un prato sono così amati da esser celebrati ogni anno con una giornata speciale: il picnic day. Proprio nel weekend del 18, 19 e 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Picnic del 18 giugno, Picnic Chic organizza il più lungo picnic d’Italia: stile “rigorosamente chic” per un evento che porta la filosofia e il gusto del picnic lungo tutto lo stivale.
Turismo slow, enogastronomia territoriale, possibilità di usufruire di esperienze open air in tutta sicurezza insieme al desiderio di passare una giornata fuori porta e all’aria aperta scoprendo le eccellenze del nostro territorio e luoghi speciali dove godersi una giornata in pieno relax.
Sono questi gli ingredienti della prima edizione del Picnic più lungo d’Italia: protagoniste, oltre ai cesti e le proposte di picnic, le aziende che aderiscono a Picnic Chic, il primo booking del picnic e dei pasti open air in Italia che mette in contatto strutture ricettive, agriturismi e cantine immersi nel verde con chi desidera concedersi una coccola per il palato in scenari senza eguali.
L’evento, previsto per il fine di settimana di giugno che coincide con il solstizio d’estate, si svolgerà in 13 regioni italiane: dal Trentino alla Sicilia, dalla Lombardia all’Abruzzo, dal Piemonte alla Toscana, che apriranno le porte di moltissime strutture, agriturismi, aziende agricole, ristoranti, che per l’occasione offriranno esperienze davvero uniche.
Come il picnic sotto l’ulivo o in un campo di lavanda. O il picnic a bordo piscina, per iniziare a vivere l’estate, o quello in abbinata al tour naturalistico a Volterra. E ancora: picnic e trekking con gli asinelli, picnic e visita guidata al forte militare, Picnic e tour in Vespa o con vista mare e visita all’orto sinergico.
Picnic Chic - È il primo booking per il picnic, nato nel 2017 da un’intuizione di Antonietta Acampora, cresciuta a pane e picnic - inteso come stile di vita all’aperto: è Picnic Chic, portale con sede a Bergamo che permette di vivere una food experience in stile picnic e di approfondire la conoscenza dei prodotti locali, delle tradizioni e della cultura di un territorio. Ma non solo. Picnic Chic è una filosofia e offre un’idea e un nuovo stile di vita in grado di regalare al consumatore un piccolo momento di felicità. Grazie a un portale organizzato intuitivamente, Picnic Chic permette di prenotare il picnic e in tempi rapidi direttamente alla struttura ricettiva, che prepara il cesto per la data scelta: la rete di partner specializzati (cantine, ristoranti, agriturismi) offre picnic experience di diverso tipo, per soddisfare qualunque esigenza.
Virginia Coletta
UN MARE DI BRODETTO A PORTO RECANATI
Il Grand Tour delle Marche approda a Porto Recanati (MC), a sud del suggestivo promontorio del Conero, per festeggiare il gusto del brodetto nella rinomata versione locale. Il Brodetto alla portorecanatese è conosciuto per la particolarità della sua ricetta che non prevede l’aggiunta di pomodoro, bensì di zafferano, che rende il piatto elegante, appetitoso e con la classica colorazione “dorata”. A Porto Recanati il brodetto è parte integrante dell’identità cittadina! Cinque anni fa qui è nata l’Accademia del Brodetto alla portorecanatese: i ristoratori che ne fanno parte proporranno, insieme all’Assessorato al Turismo del Comune, la succulenta specialità ad un prezzo convenzionato per tutta la settimana dal 12 al 19 giugno.
In questa edizione sono ben 18 i locali nei quali sarà possibile assaggiare il piatto nelle diverse interpretazioni degli chef . Gran finale a partire dalle ore 18.30 di domenica 20 giugno! Un mare di brodetto è il titolo della serata condotta da Tinto di Decanter RAI Radio 2 nella suggestiva Arena dedicata a Beniamino Gigli, in pieno centro, a due passi dal mare. A traghettare gli ospiti in una vera e propria “traversata dei sapori” anche il celebre biologo marino Corrado Piccinetti, profondo conoscitore del mare e dell’ecosistema marino. Nel massimo rispetto delle disposizioni anti-covid, i partecipanti potranno degustare le preparazioni di brodetto approntate dagli chef dell’Accademia, ma anche originali rielaborazioni che esaltano l’attenzione al giusto connubio tra il mare e l’ambiente.
Di fatto, il brodetto è nato dalla necessità e dalla saggezza dei pescatori, preparato con pescato di stagione e quindi frutto del risultato di un’azione non invasiva. Poi, sul finire dell’Ottocento, è entrato nell’Olimpo dei piatti gourmet con la ricetta dello chef Giovanni Velluti. Inoltre, proprio a sottolineare l’attenzione all’ecosostenibilità, tutti i materiali usati per la degustazione saranno compostabili. Ospite della serata il Comune di Castelraimondo, conosciuto per la colorata “Infiorata del Corpus Domini”, che proporrà uno speciale quadro floreale dedicato al tema del mare.
L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria presso lo IAT di Corso Matteotti, tel. 071.9799084 www.portorecanatiturismo.it/. Per chi vuole degustare le proposte realizzate dagli chef ed accompagnate dai vini locali, è prevista una quota simbolica di € 3. Per chi non potrà essere fisicamente presente, la piattaforma di Tipicità offre comunque l’opportunità di seguire l’interessante serata in modalità “live” o in streaming. Un mare di Brodetto è una manifestazione promossa dal Comune di Porto Recanati ed è la terza tappa del Grand Tour delle Marche 2021, organizzato da Tipicità ed ANCI Marche con la partnership progettuale di Banca Mediolanum e Mediolanum Private Banking.
Tutte le info sulla manifestazione nel sito www.tipicitaexperience.it
Angelo Serri
ORDINA, CLICCA E DEGUSTA IL 19 DICEMBRE SCOPRI DA CASA LE CANEVE, I CEMBRANI DOC, I VINI, LE GRAPPE E LA VAL DI CEMBRA!
Caneve En Festa per il 2020 si sposta on-line con l'edizione Home Edition, un tour virtuale tra le Caneve più caratteristiche del centro storico di Cembra, le degustazioni con i produttori, video alla scoperta del territorio e videoclip musicali per accompagnare la degustazione anche da casa.
L’utente acquistando il kit riceverà a casa vini, spumante e grappa che dal 19 dicembre potrà degustare in compagnia virtuale del produttore.
Il 19 dicembre sarà infatti inviato a tutti i partecipanti link e password per accedere al canale dedicato dove l’utente troverà caricati i video delle degustazione nelle diverse Caneve dei vini proposti dai produttori stessi e quattro extra credits di approfondimento della linea 708km realizzati dai nostri Cembrani DOC.
Si aggiungono dei contributi video della Val di Cembra messi a disposizione da APT Pinè Cembra, nonché delle videoclip musicali con brandi propri dei gruppi che solitamente accompagnano come sottofondo il tour delle Caneve En Festa in presenza. Il canale rimarrà attivo fino alla fine di gennaio 2021, in modo da dare al visitatore virtuale il tempo di degustare i prodotti a suo piacimento.
In questo modo viene mantenuto l’obiettivo di valorizzazione dei prodotti tipici made in Valle di Cembra nelle tradizionali Caneve, ovvero gli avvolti delle case private dove i contadini erano soliti vinificare le proprie uve e dove si coltiva la cultura del vino nel senso più stretto del termine. Qui la cultura si esprime nel senso etimologico del termine latino da cui deriva: colere, coltivare. Prima si coltiva la vigna in campagna e poi, nella caneva, si coltiva una passione e una tradizione.
Le degustazioni proposte sono sette e riguardano le principali produzioni del territorio: Metodo Classico Trento Doc, Müller Thurgau, Gewürztraminer, Schiava, Pinot Nero, Grappa e Amaro alle erbe.
Un percorso all'insegna dello Slow Wine alla scoperta della Val di Cembra e delle sue produzioni grazie al video “madre” che lega tutte le degustazioni e presenta il territorio Paesaggio Rurale Storico d'Italia tra un tasting e l’altro.
La manifestazione è organizzata con il supporto di Apt Pinè Cembra, Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, BIM dell'Adige e Comunità della Val di Cembra.
Mara Lona
PASQUA NEL CUORE DI GENOVA
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NATALE NELLE MARCHE PIATTI TIPICI DA PORTARE IN TAVOLA, BORGHI E CIASPOLATE
In questo inverno così strano e particolare, in cui dobbiamo e dovremo rinunciare a molte delle cose a cui siamo stati abituati, è ancora possibile pensare al Natale come a un momento magico e felice.
Siete dunque in cerca di idee per trascorrere le festività natalizie in luoghi magnifici, ma in completa sicurezza?
La Regione Marche offre una miriade di borghi, tra i più belli d’Italia, da ammirare con una semplice passeggiata, e altrettanti itinerari nella natura più isolata da percorrere, perché no, ciaspolando. E se l’emergenza sanitaria in atto ci dovesse costringere in casa, non c’è da allarmarsi. Si possono sempre “gustare” la specialità regionali a casa propria riproponendo un menù tipico marchigiano.
Siete pronti a immergervi nelle tradizioni culinarie delle Marche? Ecco di seguito i piatti tipici da portare in tavola durante le feste di Natale.

Falerone, Ph. Enrico Pighetti
Le Marche in tavola
La Vigilia
Il 24 dicembre, come da tradizione, è giorno “di magro”. Sulla tavola non potranno quindi mancare i Maccheroncini di Campofilone. Sembrerà strano dirlo, ma qui la vera prelibatezza è proprio la pasta: tipicamente marchigiani, – insigniti della denominazione di indicazione geografica protetta IGP e quindi prodotti solo a Campofilone – i maccheroncini si presentano come spaghettini finissimi, lunghi fino a 60 cm e fatti solo con farina di grano duro e uova. Sono talmente fini che spesso non vengono nemmeno lessati, ma cotti direttamente nel condimento, e talmente buoni da essere gustosi anche con un semplice sugo di pomodoro.

I maccheroncini di Campofilone - Ph Maurizio Paradisi
Per gli estimatori del pesce, poi, non bisogna dimenticare che la Regione Marche è la patria del Brodetto. Nato come piatto povero destinato al riutilizzo degli scarti del pescato, il brodetto si è poi sviluppato in diverse varianti, basti pensare che quasi ogni città sulla costa ne custodisce una propria ricetta segreta. Ma di qualsiasi brodetto si parli, Anconetano, Fanese, Recanatese, Sangiorgese o Sanbenedettese, l’avvertimento è sempre lo stesso: la zuppa non deve mai risultare troppo asciutta, ma anzi deve essere tanto succulenta da poter intingere fette di pane abbrustolito in abbondanza. Arriviamo infine al piatto principe della Vigilia, la prelibatezza simbolo del capoluogo di regione Ancona: lo Stoccafisso all’anconitana. Si tratta di un piatto a tal punto radicato nella tradizione culinaria marchigiana che, per tutelarne la ricetta, è nata l’Accademia dello Stoccafisso.

Stoccafisso all'Anconitana, Ph. Accademia dello stoccafisso
Il pranzo di Natale
Ed eccoci al pranzo del 25 dicembre con una carrellata di antipasti, primi, secondi e dolci che permetteranno di gustare appieno le tradizioni delle Marche. Si parte con le Coppe maritate: si tratta di un piatto semplicissimo, ma davvero gustoso, composto da semplici fette di pane passate nell’uovo e poi fritte. Si possono mangiare calde o fredde, da sole o accompagnate a formaggi e salumi. Non possono mancare le Olive all’ascolana: un involucro croccante e un ripieno saporito di carne contraddistinguono questa prelibata ricetta che si tramanda di generazione in generazione nella provincia di Ascoli Piceno. Qui sotto la ricetta:

Olive all'ascolana
Ingredienti
500 grammi di Oliva Tenera Ascolana denocciolata, 400 grammi di carne magra di maiale, 300 grammi di carne magra di vitellone, 200 grammi di carne di pollo o tacchino, 150 grammi di parmigiano reggiano grattugiato di almeno 24 mesi di stagionatura, 4 uova intere, noce moscata, buccia grattugiata di limone non trattato, farina, pane grattugiato, mezza cipolla, 1 carota, 1 gamba di sedano, vino bianco tipo “Falerio dei Colli Ascolani”
Preparazione
Tagliare a piccoli dadi la carne e farla rosolare in un capiente tegame con carote, sedano e cipolla. Sfumare con il vino e farla cuocere per almeno 50 minuti. A cottura ultimata, lasciare raffreddare e macinare il tutto. Aggiungere il parmigiano, la noce moscata e la buccia grattugiata del limone. Amalgamare il tutto con le uova e riempire con il composto le olive denocciolate facendo si che l’oliva assuma una forma simile alla oliva originaria. Lasciare riposare per alcune ore le olive in frigo. Impanare con farina, uovo e pane grattugiato e friggere in abbondante olio d’oliva o di semi di arachide. Servire calde accompagnate dai cremini.
Poi, passando ai primi, i Vincisgrassi, una speciale pasta al forno (guai a chiamarla lasagna!) composta di vari strati di sfoglie di pasta all’uovo, condita con un ragù di carne mista, arricchito di frattaglie. Alcuni aggiungono la besciamella, altri preparano una pasta fresca aromatizzata con marsala o vino cotto, altri ancora aggiungono le creste di gallo.
E ancora, non possono mancare in tavola i Cappelletti, un piatto davvero tipico del Natale marchigiano da gustare in brodo. Qui sotto la ricetta e, la preparazione è rigorosa: come da tradizione inizia una settimana prima e ogni componente della famiglia deve dare il suo contributo!

Cappelletti in brodo, Ph. Giorgia Barchi
Ingredienti:
Per la sfoglia: 600 g di farina, 6 uova
Per il ripieno: 400 g di macinato di filetto di maiale (o di manzo), 150 g di petto di pollo, 100 g di mortadella, una piccola salsiccia, 100 g di parmigiano, sale q.b., pepe q.b., noce moscata q.b., burro q.b.
Preparazione
Cuocere il petto di pollo in padella con una noce di burro; tritare il petto di pollo cotto, la mortadella e la salsiccia; aggiungere il macinato di filetto di maiale, il parmigiano, sale, pepe e noce moscata, e amalgamare tutti gli ingredienti per il ripieno; dopo aver preparato il ripieno, impastare gli ingredienti per la sfoglia: disporre la farina a fontana e al centro metterci le uova; aggiungere un po’ d’acqua, se è necessario per rendere la pasta più elastica, e lavorarla finché diventa liscia; stendere la sfoglia sottile; tagliare la sfoglia in dischetti; farcire i dischetti con il ripieno di carne macinata; chiudere i cappelletti, ripiegando il dischetto di sfoglia su se stesso e unendo le due estremità.
Per il secondo, da menzionare il coniglio in salmì, una ricetta originale a base di coniglio, tonno e peperoni che vi stupirà di certo. Ecco come prepararla:
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Coniglio in Salmì, Ph. Sonia Darini
Ingredienti:
1 coniglio a pezzi di circa 1,2 kg di peso 3 cucchiai d'olio extra vergine di oliva 120 grammi di tonno sgocciolato, 2 filetti di alici sott'olio, 2 spicchi d'aglio senza camicia, 2 filetti di peperoni in agrodolce gialli e 2 rossi peperoncino a piacere, 1 cucchiaiata di capperi sciacquati dal sale, una manciata di prezzemolo, 100 grammi di oliva tenera ascolana
Preparazione
Cuocere il coniglio a pezzi. Lo mettiamo in una larga casseruola con l'olio e 2 spicchi d'aglio schiacciati. Dopo circa 10 minuti di cottura versare un bicchiere di vino bianco tipo "Falerio" e far sfumare. Aggiustare di sale e peperoncino e proseguire la cottura a tegame coperto molto lentamente fino a rosolatura uniforme. Tritare nel tagliere tonno, alici, aglio capperi, prezzemolo, olive, peperoni. Versare e scaldare il preparato in poco olio d'oliva e aggiungerlo al coniglio cotto facendo insaporire per circa 5 minuti a fuoco acceso.
Arriviamo al “dulcis in fundo”. Qui c’è davvero da sbizzarrirsi: si possono preparare i Cavallucci di Apiro, dolci di origine contadina a base di sapa, il mosto cotto; il Frustingo, il dolce tipico marchigiano del Natale a base di frutta secca, uvetta e fichi; Lu serpe, tipico in particolare di Falerone, tanto che si dice che la sua ricetta sia stata inventata nel monastero di questo piccolo paese nel fermano. Prende la forma di un serpente di pasta frolla con un ripieno di mandorle e amaretti aromatizzato alla cannella. Infine, il Dolce 3-6-9, tipico della tradizione di Offida, il cui nome curioso deriva dalle dosi che vengono utilizzate per realizzarlo. Necessita di pochi e semplici ingredienti (latte, cacao, farina, zucchero e buccia di limone) ed è molto facile da preparare.

Cavallucci, Ph. Giorgia Barchi
Passeggiando per i borghi
Non esiste niente di più suggestivo che passeggiare tra la storia e l’arte dei meravigliosi borghi marchigiani, godendosi l’atmosfera natalizia di questi splendidi luoghi. Ecco un excursus provincia per provincia.
Pesaro - Urbino
Fano, candidata a città della cultura 2022, stupisce con il suo Arco d’Augusto, la porta di accesso alla città romana voluta dall’Imperatore Augusto nel 9 d.C.. Dall’alto dei giardini del Pincio, attentamente recuperati, è possibile ammirarlo in tutto il suo splendore. Lì vicino le Mura Augustee, anch’esse realizzate nell’ambito dell’importate progetto di monumentalizzazione della città di epoca augustea, che oggi si conservano per circa due terzi del percorso originario. Poi Urbino, la città di Raffaello, con il suo centro storico patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1998. Si può visitare il magnifico Palazzo Ducale, uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici dell’intero Rinascimento italiano, e anche la Fortezza Albornoz, un imponente edificio realizzato nella seconda metà del XIV secolo, il punto più panoramico della città, da cui ammirare tutta la città adagiata sulle sinuose colline marchigiane. Il tour artistico può proseguire a Urbania, dove visitare il Palazzo ducale e il Barco, residenza estiva dei duchi, con la misteriosa chiesa dei morti e fare shopping di ceramiche d’arte.

Urbino
Ancona
Assolutamente da esplorare Corinaldo, con le sue viuzze, la cinta muraria e la Piaggia, una magnifica scalinata di 109 gradini che si staglia nel mezzo delle abitazioni e che a metà presenta il “pozzo della polenta”. Poi Arcevia e i suoi nove castelli, un tempo teatro di scontri e combattimenti, oggi paradiso di pace e tranquillità, tra cui Loretello, con i camminamenti lungo le mura esterne, le due torri e la porta che un tempo era dotata di ponte levatoio. E ancora Osimo, città dalla storia millenaria, cinta da potenti mura romane risalenti al 174 a.C.. Dalla la Piazza del Comune, cuore del centro storico, salendo la via dell’Antica Rocca, si arriva al punto più alto della città, la sommità del Gòmero dove appare la splendida Cattedrale di San Leopardo e Santa Tecla, uno degli esempi più belli di architettura romanico-gotica delle Marche. Dal corso centrale si dipanano poi i vicoli dove perdersi fino a raggiungere il parco cittadino: i Giardini di Piazza Nuova dove si ammira un panorama mozzafiato sui Monti Sibillini e le dolci colline verdi, fino al mare azzurro della Riviera del Conero.

Corinaldo, Ph. Sergio Ramazzotti
Macerata
A Montecassino si può raggiungere il centro storico, racchiuso in potenti cinta murarie, accedendo attraverso due porte, Porta di San Giovanni, l’antico ingresso, o Porta Diaz. In Piazza Unità d’Italia si affacciano meravigliosi edifici di architettura civile e religiosa come il Palazzo dei Priori, il Palazzo Compagnucci, sede della pinacoteca civica ed il monumentale complesso dell’ex Convento degli Agostiniani (ora sede municipale), con l’annessa Chiesa dei SS. Marco, Agostino, e Madonna del buon Consiglio. E ancora Sarnano, che conserva la struttura medievale di “castrum”, ovvero un impianto fortificato che si snoda in cerchi concentrici dalla Piazza Alta. Imperdibile una visita alla Pinacoteca con capolavori di Simone De Magistris, Vittore Crivelli e tanti altri.

Sarnano
Fermo
Nel capoluogo culla del Rinascimento è d’obbligo un tour del centro storico da Piazza del Popolo - sulla quale si affacciano il Palazzo dei Priori e la Pinacoteca, che custodisce la Natività di Rubens e la Sala del Mappamondo - si sale fino al Colle Grifalco, dove si può ammirare il Duomo, fondato su un antico tempio pagano di cui sono ancora visibili alcune tracce nella facciata. E poi si riscende per visitare le Cisterne Romane. Addentrandosi nell’entroterra Montefortino, uno dei più importanti e antichi borghi dei Monti Sibillini, è una vera e propria cartolina dove ogni angolo e scorcio è una scoperta continua di storia e di fascino. Immancabile una visita al vicino Santuario della Madonna dell’Ambro, il più antico della regione delle Marche e a La Roccaccia, un’antica torre medievale di avvistamento ricca di storie e leggende.
Montefortino
Ascoli Piceno
Ad Ascoli Piceno, la città delle cento torri, interamente edificata sul travertino, è imperdibile Piazza del Popolo, considerata una della più belle d’Italia, e Piazza Arringo, la più antica piazza monumentale della città, abbellita da importanti palazzi, il Duomo di Sant’Emidio, e il battistero. E poi Offida in cui è ancora viva l’arte del merletto a tombolo con il suo Museo, ispirata ai fregi incisi sul portale della stupenda chiesa romanico-gotica di S. Maria della Rocca. E infine Ripatransone, chiamata il ‘Belvedere del Piceno’, in cui da non perdere è l’imponente Palazzo del Podestà e il vicolo più stretto d’Italia (43 cm), oltre al Museo civico archeologico Cellini nel palazzo comunale, il Museo storico etnografico di Palazzo Bonomi Gera, che espone manufatti provenienti dai cinque continenti e il Museo della civiltà contadina.

Offida
Un po’ di ciaspole
Infine, per chi volesse fare un po’ di movimento dedicandosi a un’attività sportiva all’aria aperta, ma sempre in completa sicurezza, nelle Marche vi sono numerosi itinerari da percorrere con le ciaspole, le racchette da neve che vi permetteranno di godere appieno di momenti magici “galleggiando” sul manto bianco. L’Appennino Umbro-Marchigiano, per esempio, offre numerosi percorsi perfetti per famiglie con bambini ma anche per ciaspolatori più esperti.

Alba al Monte Carpegna, Ph. Il Ponticello Trekking Viaggi & Natura
Una meta ideale è il Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello, in particolare sul Monte Carpegna, partendo dal parcheggio che si trova ai piedi del rifugio e del Santuario della Madonna del Faggio nel di Villagrande di Montecopiolo (PU), è possibile ciaspolare ammirando scenari che si trovano al crocevia di tre regioni, anche in orari e modalità inconsuete come ad esempio all’alba.
Indicato per itinerari accessibili a tutti è anche il massiccio del Monte Nerone, come ad esempio la strada - d’inverno ricoperta di neve - che dal rifugio La Cupa conduce fino a Secchiano di Cagli (PU).
Spostandosi in direzione sud, è possibile ciaspolare sul Monte San Vicino dalla località di Pian dell’Elmo. Nel Parco Nazionale dei Sibillini invece la località di Piani di Ragnolo, a pochi passi dagli impianti sciistici di Sarnano, è sicuramente una delle mete più attrattive per i “ciaspolatori in erba”.
Infine, al confine tra Umbria e Marche, sempre sui Sibillini si trova il Pian perduto, da cui è possibile fare ciaspolate di diversa lunghezza e difficoltà.
Rimango a disposizione per fornire ulteriori informazioni.
Un cordiale saluto,
Maria Chiara Salvanelli
Maria Chiara Salvanelli