Ristoranti
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SAN VALENTINO DELL'ANTINOO’S LOUNGE & RESTAURANT DI VENEZIA
San Valentino: il menu dell'Antinoo's Lounge & Restaurant a Venezia celebra i cinque sensi
L’Antinoo’s Lounge & Restaurant celebra il giorno degli innamorati con un menu esclusivo per una serata indimenticabile, in uno dei luoghi più romantici di Venezia.
Affacciato sul Canal Grande il ristorante del Sina Centurion Palace, cinque stelle lusso della Sina Hotels, giovedì 14 febbraio propone un romantico tête-à-tête per una cena che, dall’antipasto al dolce, è stata studiata per giocare con i sensi.
Si comincia con il “crudo di gambero della passione con maracujà”, per poi proseguire con la “capasanta con spuma di cavolo nero, arancia e gocce di acciughe del Cantabrico”. Come primi piatti la cucina propone i “Tagliolini al limone con astice e caviale keta” e segue la “Triglia in crosta di mandorle tobinambur e terra di olive”. Si conclude con il “Fondente di Cupido”. I piatti sono accompagnati dai vini Franciacorta “La Santissima” (Castello di Gussago) e Rocco delle Cime (Venica & Venica).
Il prezzo per persona con acqua, caffè abbinati e vini inclusi è di 145.00 euro.
L’Antinoo’s Lounge & Restaurant, premiato dalla Guida Michelin con le Tre forchette rosse e con un Cappello dalla Guida Ristoranti d’Italia 2019 de L’Espresso, propone un menu ispirato alla tradizione culinaria veneziana, rivisitata per mantenere lo stile contemporaneo dell’hotel disegnato dall’architetto Guido Ciompi.
Nell’esclusivo ristorante affacciato sul Canal Grande è possibile assaporare il gusto contemporaneo di Venezia: è proprio qui che si può conoscere “la Venezia contemporanea” stando comodamente seduti a tavola della sala bianca, arricchita da eleganti forme geometriche in rilievo alle pareti, sempre sulle tonalità candide del bianco. Oppure, si può scegliere di essere avvolti dalle calde tonalità del rosso, seduti sul divano ondulato con vista sul Canal Grande della “red room”. Dalle poltroncine del ristorante è possibile ammirare lo spettacolo del Canal Grande attraverso un'ampia porta finestra.
Il SINA Centurion Palace fa parte della Small Luxury Hotels of the word e di Condé Nast Johansens, Luxury Hotels
Micaela Scapin
IL VICHINGO INNAMORATO
Da Valhalla, il primo ristorante vichingo d'Italia si festeggia il San Valentino con il menu "vichingo innamorato"
A San Valentino anche i vichinghi si innamorano, ovvero anche gli uomini più rudi e burberi si sciolgono per amore, anche a Milano, la città dei single per eccellenza.
Un menu pensato per un “vichingo urbano” innamorato: 130 euro alla coppia:
Antipasto
Tartare di agnello marinato al cassis e ribes nero, maionese affumicata e mandorle
Portata principale
Stinco di vitello e radicchio tardivo con contorno a scelta
Dessert
Mousse alla vaniglia, cioccolato al latte e gelatina di olivello spinoso.
Una bottiglia di vino a scelta tra Chianti Classico, Montepulciano d'Abruzzo, Nero d'Avola biologico, Lambrusco oppure un boccale di birra artigianale B-max da 65cl a testa.
Valhalla:
I vichinghi sbarcano sui Navigli: ha aperto il primo ristorante vichingo italiano a Milano in via Ronzoni 2 a pochi passi dalla Darsena. Selvaggina cotta alla brace o con la tecnica della bassa temperatura per quella è stata scelta come “la brace degli dei” milanese.
Un’approfondita ricerca sull’alimentazione delle antiche
popolazioni nordiche, reinterpretata in chiave moderna hanno portato alla definizione della carta di Valhalla: il focus è sulla selvaggina, che veniva cacciata tutto l’anno e sui pochissimi capi che erano allevati e uccisi poco prima dell’inverno, perché non sarebbero sopravvissuti alle temperature così rigide, come i vitelli, maiali e agnelli. La cottura era effettuata con le braci o bollita, che oggi viene riproposta con le tecniche del ventunesimo secolo.
Ogni piatto del ristorante Valhalla, il paradiso dei guerrieri valorosi del nord, ha un divertente nome vichingo che richiama la mitologia di Odino. L’idea è di due giovani imprenditori: Igor Iavicoli (32 anni) e Milena Vio (28 anni), già gestori del Vinyl Pub in zona Isola, appassionati di mitologia nordica.
Anche il logo, ripreso dal mitico Valknut, o nodo di Odino, rappresentato con tre triangoli intrecciati, è un cameo dei nove mondi mitologici norreni.
L’atmosfera ricorda con pelli, elmi e scudi quella dei popoli nordici e dei palazzi dell'Ásgarðr, il Valhalla appunto, dimora eterna per gli eroi caduti gloriosamente in battaglia.
In sala Diego Borella, 32 anni, che seleziona idromele, birre artigianali e piccoli produttori di vino e in cucina lo chef Mauro Molon, 34 anni, con importanti esperienze in hotel di lusso.
Le proposte:
Ullr, la tartare di cervo, Gulltopp gli sfilacci di cavallo marinati, Tanngnjostr la tagliata di capriolo, Munin petto d’anatra leggermente affumicato: sono solo alcuni dei piatti che sono stati reinterpretati dagli usi culinari degli antichi vichinghi, rivisitati e presentati in chiave gourmet per gli appassionati di carne alla brace di Milano. Per i “più valorosi” è consigliata Yimir ovvero il Tomahawk (per almeno 2 persone). Ma ci sono proposte nordiche anche per i vegetariani come Bifrost, il carpaccio di rapa rossa con seitan affumicato.
Il design:
Dalla Terra di Mezzo di Milano (il cosiddetto mondo sensibile
Dalla Terra di Mezzo di Milano (il cosiddetto mondo sensibile del Miðgarðr) i clienti entrano nel mondo sospeso del Valhalla, che secondo la mitologia è composto di muri fatti con le asce dei guerrieri più valorosi e panche ricoperte di armature e vesti dei combattenti per banchettare con carne di cinghiale, bere idromele e coppe di birra distribuite dalle Valchirie, questa è l’atmosfera evocativa a cui si è ispirato il primo ristorante milanese dedicato al mondo vichingo, a due passi dai Navigli studiato dall’architetto Andrea Murciano e dal designer Giampaolo Morelli.
Gli orari di Valhalla:
Dal lunedì al sabato dalle 19 alle 23
Domenica dalle 12 alle 15
Contatti:
Valhalla
Via Gaetano Ronzoni 2
20123 Milano
Telefono 02 8404 1503
Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Camilla Rocca
TAGLIENTI RACCONTA SAN VALENTINO
Un menu dai gusti indimenticabili per una cena romantica firmata LUME By Luigi Taglienti
Un menu che racconta una grande storia d’amore: è questa la proposta del ristorante LUME by Luigi Taglienti per festeggiare il giorno più romantico dell’anno. Il menu pensato dallo chef Taglienti per il 14 febbraio è un’alternanza di sapori decisi ad altri più delicati, è un insieme di gusti indimenticabili e accostamenti inediti, per un finale dolce ed emozionante.
In uno spazio bianco ed etereo, dove la cucina è custodita come un gioiello tra pareti ricamate, e dove tavoli eleganti e piatti sorprendenti accoglieranno gli ospiti più romantici, mancano solo due innamorati per rendere perfetto e indimenticabile il SanValentino firmato LUME.
MENU DI SAN VALENTINO
Ostrica strapazzata con datteri e zola
Mazzancolla, garcinia ed erbe
Seppia, granchio e tartufo nero
Lasagnetta di porri e fegato grasso
Mezzo astice
fonduta di Comptè e topinambur
Anatra muta al vapore, salmone e ibisco
Cioccolato bianco
ananas, ricci di mare e noce moscata
€ 190
Marta Mazzeo |
TUTTI I RISTORANTI di SAN VALENTINO … INNAMORATI A CAMOGLI 2019 - 32a EDIZIONE
È un’iniziativa promossa da Associazione Commercianti ed Operatori Turistici di Camogli e Comune di Camogli, coi patrocinio Regione Liguria e Camera di Commercio di Genova in collaborazione con Pro Loco di Camogli
Iniziativa d’immagine e di promozione turistica, SAN VALENTINO … INNAMORATI A CAMOGLI coinvolge i vari comparti economici, commerciali e turistici della città, dando vita a molteplici iniziative d’intrattenimento. Fra queste la collezione del PIATTO RICORDO SAN VALENTINO A CAMOGLI, ogni anno dalla diversa immagine, dato in omaggio dai ristoratori durante le giornate dedicate alla festa degli innamorati (il successo è stato tale da aver innescato una vera mania da collezionismo, con pezzi ormai considerati quasi introvabili). Durante il week end di San valentino e il 14 febbraio, all’info point, i collezionisti si incontrano per tentare provvidenziali scambi ed integrare la propria collezione.
Il PIATTO COLLEZIONE SAN VALENTINO A CAMOGLI 2019
“Un fondale capace di far innamorare” di Adriano Penco
Immortala i meravigliosi fondali marini dell’Area Marina Protetta, patrimonio del nostro territorio, con adagiate sul fondo due Stelle Marine rosse che pare si tengano per mano. Si toccano lievemente formando con le braccia un piccolo cuore: un inno all’amore e a tutti gli innamorati che a Camogli, con il suo meraviglioso mare, trovano il senso delle loro storie. Un piatto molto bello, colorato, tenero e romantico, “con quelle creature meravigliose che sono le nostre due stelle marine, vuole essere di buon auspicio alle coppie che fra questo mare hanno trovato o troveranno l’amore”, questo il regalo che ci fa Adriano Penco.
Per il Piatto collezione 2019 appuntamento nei ristoranti di Camogli a febbraio a San Valentino.
I RISTORANTI DI SAN VALENTINO … INNAMORATI A CAMOGLI 2019
Da sabato 9 a giovedì 14 febbraio ecco l’appuntamento tanto atteso da migliaia di affezionati clienti. I ristoranti più rappresentativi di Camogli con il menù per la coppia omaggeranno l’esclusivo piatto ricordo San Valentino 2019 per poter proseguirne la raccolta.
120,00 Euro tutto compreso per due persone
Cenobio dei Dogi via Cuneo Tel. 0185 7241 – 724407
Ostaia Da O Sigù via Garibaldi 82 Tel. 0185 770689
Cucù Camogli via Repubblica 64 Tel. 0185 774527
110,00 Euro tutto compreso per due persone
Da Paolo salita S. Fortunato 14 Tel. 0185 773595
La Camogliese via Garibaldi 76 Tel. 0185 776027
100,00 Euro tutto compreso per due persone
Enoteca La Bossa di Mario via Repubblica 124 Tel. 0185 772505
La Cucina di Nonna Nina Via Molfino 126 San Rocco di Camogli Tel. 0185 773835
La Piazzetta via Garibaldi 99 Tel. 0185 772072 – 340 9791512
La Trattoria del Pesce via Garibaldi 192 – Tel. 0185 771101
Vento Ariel calata Porto 1 Tel. 0185 771080
Osteria delle 7 Pance - via Garibaldi 133 (Lido) Tel. 0185 777961
90,00 Euro tutto compreso per due persone
Taberna Messicana Don Ricardo via Garibaldi 202 Tel. 0185 771142 – 340 3926434
Al Molo 16 via al Molo 16 Tel. 349 8750483
80,00 Euro tutto compreso per due persone
Tucca e Leva via F. Molfino 150 San Rocco di Camogli Tel. 345 5926154
60,00 Euro tutto compreso per due persone
Cafe Photo via XX Settembre 72 Tel. 0185 774011
Taverna Revello SS1 via Aurelia 249 Ruta di Camogli Tel. 0185 773842
50,00 Euro tutto compreso per due persone
Caffè del Teatro Piazza Matteotti 3 Tel. 0185 772572
Daniela Bernini
Il piattino di San Valentino
LA BUONA FARINATA DA FRANZ & CO
Di Virgilio Pronzati
Foto di Mara Daniela Musante
La farinata o meglio a fainâ, per i zeneixi non è solo una ghiottoneria ma un simbolo di genovesità. Una focaccia salata morbida e sottile alcuni millimetri, fatta con farina di ceci, acqua, olio d’oliva e sale, cotta nel forno a legna e, appena tolta dal forno, condita con un pizzico di pepe nero. Le sue origini affondano le radici in un lontano passato.
L’etimo del nome farinata è sempre più certo che derivi dalla voce dialettale scribilita, ossia una sorta di sottile focaccia citata da Catone nel suo De re rustica. In un decreto del 1447 emanato dal Governo di Genova si parla appunto della scribilita o scripilita, e delle norme che ne disciplinavano la produzione, la qualità dell’olio d’oliva, misura del testo e il prezzo: <Furnari quod pretium exigere debeant in coquendo scribilitas >. Quale prezzo debbono esigere i fornai, per cuocere le scribilite…
L’esterno della Pizzeria da Franz & Co di Genova Struppa
Le antiche botteghe dove si faceva la farinata si chiamavano sciammadde ed erano quasi tutte collocate nei carruggi del centro storico genovese. Il curioso nome, deriva dal genovese fiammata. Nei secoli scorsi, coloro che la preparavano era chiamati farinatarii, poi fainotti.
Termini usati nel Medioevo e coniati dalle Corporazioni della Repubblica di Genova, sotto il controllo del Magistrato delle Arti. L’Archivio di Stato di Genova, nel fondo Artium, conserva dei documenti molto antichi relativi ai Formaggiai e Fornai, risalenti, rispettivamente al 1458 e al 1464.
Prima e dopo quegli anni, le cosiddette Arti interessate all’alimentazione, esclusi vino e olio, erano i Cuochi, Farinotti et Rivenditori di Farina, Fidelari (pastai), Formaggiari, Fruttaroli, Furnarii, Macellai, Molinari, Negiari (vendevano ostie e canestrelli), Ortolani (diffusi nella bassa valle del Bisagno), Pollaroli, Pescivendoli, Rebaroli (che vendevano farina di castagna, segale, miglio ecc.).
Farinata classica, e con carciofi e gorgonzola
Unico anche il forno delle sciammadde, fatto a volta bassa, dove la temperatura del fuoco a legna è tra i 260° C ed i 315° C. Nella “sciammadda” venivano servite l’aurea farinata appena sfornata e le squisite torte di verdure caratterizzate dalla “prescinseua”. Un mangiare gustoso, nutriente e di poco costo, che si poteva consumare anche in piedi, in particolare la farinata che, spesso, si ci farciva un panino.
Nel ponente cittadino, a Sestri e a Voltri veniva arricchita con i “gianchetti” (avannotti di pesce azzurro), mentre nella parte occidentale della Liguria l’Imperiese, con cipolle affettate e rosmarino. A savona oltre a quella classica c’è quella bianca di farina grano. Nel levante genovese si trova nelle botteghe e trattorie di Chiavari, Sestri Levante, Santo Stefano d'Aveto e La Spezia.
Introdotta anche in Francia e nota col nome socca a Nizza e cade a Tolone. In Piemonte in particolare a Ovada e Acqui Terme è chiamata farinata e belecauda. In Toscana, calda calda a Massa e Carrara, cecina a Pisa e Lucca, torta di ceci a Livorno. In Sardegna fainè ad Alghero e Sassari, fainò a Carloforte.
Farinata a tre gusti prima di cuocere in forno
All’estero, a Buenos Aires Argentina e a Montevideo in Uruguay è fainà come a Genova, fatta e diffusa dagli emigranti genovesi. Lo stesso a Bonifacio in Corsica, introdotta dai genovesi. Non solo. Già i genovesi alcuni secoli prima, l’avevano introdotta in diverse regioni dell’Asia Minore. Le sciammadde erano frequentate non solo da scaricatori di porto e operai, ma da poeti, scrittori, pittori e cantanti, tra cui il futurista Farinetti e il cantautore De Andrè.
Dopo questo lungo prologo, è d’obbligo una domanda: dove si mangia a Genova una buona farinata ? In ben pochi locali. Non solo. La maggior parte delle botteghe e trattorie usano oli scadenti. Dove sicuramente troverete un’ottima farinata è nella Pizzeria “da Franz & Co “ a Struppa. Non lasciatevi condizionare dall’insegna. Oltre le pizze e la focaccia col formaggio, l’aurea farinata classica e in diverse versioni, con carciofi, asparagi, funghi porcini, gorgonzola, salsicce, baccalà, cipolline e stracchino. Quindi per tutti i gusti. Per i puristi, la classica, ma da provare anche quelle con le cipolline e con i carciofi.
Luigi Carbone co-patron della Pizzeria da Franz & Co di Genova Struppa
Singolare il locale. Saliti quattro gradini, superate la porta d’ingresso e vi troverete immersi nel vocio di soddisfatti avventori e da invitanti aromi. In fondo, il forno a legna. Gentile e premuroso il personale di sala che, appena entrati, vi danno la buonasera e vi dicono dove accomodarsi. Nel nostro caso, ad un tavolo per due nella saletta del primo piano. Per accedervi, si può notare che le varie sale che compongono il locale sono colme di clienti. Un segnale più che positivo. Una giovane e simpatica cameriera, presa l’ordinazione, dopo circa un quarto d’ora ci porta una fiammenghilla (dallo spagnolo flamenquilla) colma di farinata; metà classica ed il resto con carciofi e gorgonzola. Sottile, fragrante, morbida, di omogenea cottura e di molta saporosità la classica, gradevoli le altre due, in particolare quella con le “articiocche “.
Da un’antica stampa la venditrice di farinata
Il pepe nero lo abbiamo aggiunto noi. Anche se ci va, potrebbe non piacere a tutti. Al sabato ci sono due turni, dalle 19 alle 20, e dalle 20 alle 22. Anche se un pò rumoroso, il locale è accogliente, e ideale per gruppi familiari. Più che onesto il conto. Per la fiammenghilla di farinata di tre varietà che abbiamo assaporato (l’ordine minimo è di 4 porzioni, ossia mezzo testo), più una birra italiana di buona qualità, una bottiglia d’acqua minerale, una porzione d’ananas, due caffè e il coperto, è di 36,00 euro in due.
Pizzeria da Franz & Co.
Indirizzo: Via Struppa 81-83 r - 16165 Genova
Telefono: 010/8301025
Orari: Lunedi, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica 19 - 22,30
Chiusura settimanale: Martedì
Parcheggio: ai lati della strada e in un posteggio gratuito situato a poche decine di metri dal locale
Consigliabile la prenotazione⋅
AGRIPIZZERIA PRIANO
Di Mara Daniela Musante e Virgilio Pronzati
Foto di Mara Daniela Musante
La storia della pizza è certamente antica ma incerta. Le origini del nome "pizza" risalgono al latino volgare di Gaeta nel 997 e in un contratto di locazione con data sul retro 31 gennaio 1201 a Sulmona, ed in seguito in quello di altre città italiane del centro Italia. Nel XVI secolo a Napoli, ad un pane schiacciato venne dato il nome di pizza che deriva dalla storpiatura della parola "Pitta".
La pizza marinara risale al 1734, mentre la pizza margherita è degli anni 1796-1810; ben prima del giugno 1889, epoca in cui, come si narra, per onorare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito preparò la "Pizza Margherita", condita con pomodori, mozzarella e basilico, simbolizzando il tricolore della bandiera italiana.
La pizza assaporata nel giorno della nostra visita
Le pizzerie in Italia sono oltre 46 mila, quelle con asporto circa 27 mila che, con i 7400 bar, pub e chioschi estivi che servono la pizza, raggiungono la quota di 81.376 nel 2018. Nell’ultimo decennio le pizzerie hanno avuto una sicura crescita qualitativa, tanto che è sempre più difficile distinguere le pizzerie dai ristoranti-pizzerie. In quest’ultimi, la pizza fa parte integrante del menù.
La sua notorietà è pressoché mondiale. Come la paella è sinonimo di Spagna, la pizza lo è dell’Italia. Non a caso nel nostro Paese sono nate le manifestazioni più importanti: Giropizza d’Europa e il Campionato Mondiale della Pizza, che nel corso del 2019 raggiungeranno rispettivamente la sedicesima e la ventottesima edizione.
Maria Regina Ferrando e Luigi Cambiaso
Diverso il discorso commerciale. I maggiori profitti dalla commercializzazione della pizza nel mondo vanno agli USA e alla Francia. In Liguria, un tempo terra di torte di verdure, focacce salate e farinata, oggi la pizza è diffusa ovunque. Tasto dolente, quelle di qualità, purtroppo, sono ancora la minoranza.
Ma cercando minuziosamente nelle strade di Genova e nelle sue delegazioni, si trovano golose sorprese. Una di queste, l’abbiamo scoperta recentemente. Un locale fuori dagli schemi abituali, caratterizzato da precisi motivi d’interesse, partendo già dal nome, Agripizzeria Priano.
Attestati, diplomi e premi vinti da Luigi Cambiaso
Ossia dove le pizze sono farcite con i prodotti coltivati in loco? Sì, io e Mara ne abbiamo constatato la veridicità. L’agripizzeria e ristorante aperto nell’agosto del 2017, è situato all’interno dell’omonima azienda agricola, dove sottostante, ci sono campi coltivati ad ortaggi, basilico, frutti e zafferano, tutti da agricoltura naturale. Una storica villa poderale o meglio, come si diceva un tempo, un vero e proprio “scito”.
La pizza che abbiamo assaporato era decisamente di ottima qualità, caratterizzata da prodotti stagionali. Nel nostro caso oltre un misto di insalate, un buon caprino, zafferano, un pesto di cavolo nero e salumi di aziende artigianali. Speciale la base: leggera, soffice e appena croccante sul bordo. Giusta anche la dimensione. Per i ghiottoni, è possibile fare il giropizza, una ricca sequenza di tranci di pizza con diversi ingredienti.
Agriturismo Priano: antichi mortai, zucche, peperoncini sopra i troggi
Ad esempio, a novembre non è mancata la pizza con la zucca. Ovviamente oltre alle pizze, si possono gustare i classici piatti genovesi e liguri. Due parole sul locale e i suoi gestori. Attualmente sarete accolti in due piccole salette (altre sono in via di finitura) per complessivi quaranta coperti, di cui nella prima troneggia il forno rigorosamente a legna. Simpatici, volonterosi e fattivi i gestori: Luigi Cambiaso il patron con la sua fidanzata, Maria Regina Ferrando. Due giovani che assommandone gli anni, non raggiungono il minimo per andare in pensione.
A Luigi la Coldiretti ha conferito il prestigioso Oscar Green. Non solo, al Campionato Mondiale della Pizza a Due, dopo un attestato di partecipazione, Luigi si è aggiudicato meritatamente il secondo posto. Il locale è anche consigliato da Tripadvisor. Infine parliamo del conto, per una pizza a persona come quella che abbiamo mangiato noi, più una buona birra artigianale, una bottiglia d’acqua minerale, un dolce e un caffè, è di poco più di venti euro, decisamente ben spesi.
Le birre dell'agribirrificio artigianale Altavia di Sassello
Fin quì tutto OK. Meno piacevole, appena finito di mangiare, l’invito a lasciare il posto per i nuovi clienti arrivati, visto che al venerdì e al sabato sera sono previsti due turni. Come raggiungere da Genova l’Agripizzeria Priano: arrivati a Sestri Ponente, passate da Via Giotto e proseguite per Borzoli. Giunti al primo crocevia, girate a sinistra e poi prima del torrente Chiaravagna girate a destra, salendo la via fino ad arrivare davanti alla Chiesa di Virgo Potens, fate alcune decine di metri di strada, svoltate a destra e percorrete una salita per un centinaio di metri. Parcheggiate l’auto, più o meno nelle vicinanze, dipende dalla fortuna, poi proseguite a piedi per una “creuza” per circa 10 minuti, purtroppo non sono presenti cartelli o altre indicazioni, ma una volta raggiunta la destinazione vi attende Luigi con il forno caldo e pronto a deliziare il vostro palato.
Agriturismo Priano: Via Molotto 2 - 16153 Genova Sestri Ponente (GE)
Orari - Dal Mercoledì al Venerdì : 19:00–22:00
Sabato e Domenica : Pranzo 12:00–14:00. Cena 19:00–22:00
Consigliata la prenotazione telefonica
Tel. 010/6513722. Cellulare 3473823428
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
IL MENU' DI SAN VALENTINO AI TRE CRISTI
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MARCO LOCATELLI, DIRETTORE DI CASUAL RISTORANTE*, È IL NUOVO COORDINATORE DI ASPI BERGAMO
Marco Locatelli è il nuovo coordinatore di ASPI Bergamo. Attualmente direttore e socio dello chef Enrico Bartolini presso Casual Ristorante, una stella Michelin in Città Alta a Bergamo, Marco Locatelli è un volto noto non solo alla realtà locale, ma anche tra i professionisti di tutta Italia, grazie alla pluriennale esperienza nel settore della ristorazione.
Cresciuto a Bergamo, dove la sua famiglia, da sempre nel settore, gestisce La Caffetteria di Locatelli a Valtesse, Marco Locatelli ha scelto di intraprendere questa strada, mettendo da parte il diploma di ragioneria, muovendo i primi passi tra le mura de La Marianna e del Caffè del Tasso. Seguono le esperienze con lo Chef Antonio Guida al Ristorante Il Pellicano** a Porto Ercole e con lo chef Lorenzo Cogo al Ristorante El Coq* a Marano Vicentino, fino a giungere all’incontro con Enrico Bartolini, prima al Devero Ristorante** di Cavenago di Brianza e poi a Bergamo con Casual Ristorante*. Una sinergia, quella creatasi con Bartolini, che nel 2016 ha permesso di guadagnare la prima stella Michelin, con in cucina lo Chef Alex Manzoni.
«Ho fatto il primo passo verso il mondo del vino per passione prima ancora che per professione. Ed è proprio la mia passione a guidarmi nella scelta delle etichette da inserire nella carta dei vini, che risulta essere in costante movimento – spiega Marco Locatelli. - Il sommelier ha il compito di accompagnare l’ospite all’assaggio di eccellenze italiane ed estere, guidandolo e consigliandolo tra le numerose novità, senza dimenticare l’importanza dei blasoni che hanno reso salda l’enologia mondiale. Ma senza nemmeno dimenticare il vasto mondo delle birre, dei distillati e, in generale, di tutte le bevande: è un universo vasto che esige molto studio e soprattutto grande passione – quella che porto quotidianamente nel mio lavoro e che spero di trasmettere nel ruolo affidatomi da ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana nella mia città».
ASPI - Associazione della Sommellerie Professionale Italiana. Si propone come punto di riferimento per la Sommellerie professionale, con l'obiettivo di offrire opportunità di crescita ed affermazione ai Sommelier. Dal 2007, anno della sua nascita, è il solo membro per l'Italia dell'Association de la Sommellerie Internationale, A.S.I. I principali obiettivi di ASPI sono la formazione, a livello professionale, e la diffusione della cultura sul mondo del cibo e delle bevande. ASPI è presente, sul territorio nazionale, con corsi ed attività.
Alessandra Perrucchini