Vini
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VINO ITALIANO. QUANDO IL VALORE DELLA MARCA CONTA
Ernesto Abbona (UIV): “L’efficacia di penetrazione nei mercati del brand privato deve saldarsi con la garanzia e credibilità offerta dalle denominazioni”
“Il vino italiano ha vinto solo in parte la sfida del valore: se dal 2008 ad oggi l’export è cresciuto da 3,7 a 6 miliardi di euro e la graduale ripresa dei consumi interni è guidata più dall’aumento dei prezzi che non dai volumi acquistati, il trend virtuoso che ha portato alla crescita del vino a ‘Denominazione di Origine’ ed all’apprezzamento delle nostre migliori produzioni sui mercati deve trovare un suo consolidamento. In questa prospettiva gioca un ruolo determinate la dinamica, non sempre sinergica, tra marchi d’impresa e marchi collettivi. L’agilità ed efficacia di penetrazione nei mercati del brand privato deve incontrare e saldarsi con la solidità del messaggio, la garanzia e credibilità offerta dalle denominazioni. In Italia non abbiamo aziende in grado di competere, in termini di dimensione e investimenti promozionali, con i colossi mondiali del vino, ma vantiamo un sistema di ‘Denominazione di Origine’ unico al mondo per rigore di regole e serietà dei controlli. È qui la nostra forza che dobbiamo mettere a sistema con la grande capacità e intelligenza manageriale dimostrata dagli imprenditori italiani. Uno sforzo che coinvolge direttamente anche le istituzioni e la politica, che devono impegnarsi a difendere e a ben utilizzare gli strumenti messi a disposizione dall’OCM per favorire la competitività delle imprese”.
Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, ha aperto la tavola rotonda, organizzata da UIV e moderata da Chiara Giannotti, "La creazione del valore: identità, reputazione e crescita del made in Italy", tenutasi al Castello di Nipozzano (FI), ospiti del vicepresidente di UIV Lamberto Frescobaldi.
Il tema, particolarmente attuale e di grande importanza per il comparto, viste le implicazioni sul mercato interno ed estero, è stato approfondito da Tiziana Sarnari - ISMEA, che ha fotografato “La crescita del valore del vino italiano esportato negli ultimi anni”; Brunella Saccone - ICE Agenzia con un focus su “Il vino: un benchmark nell’export italiano”; Andrea Rea - Wine Lab Bocconi che ha approfondito “Il valore del vino tra brand privati e territoriali”.
La qualità del prodotto e il prezzo sono leve insufficienti per posizionare il vino, che nel frattempo ha acquisito elevati valori simbolici – ha commentato Rea. I nuovi consumatori in realtà, attraverso il vino, vogliono acquistare esperienze: conviviali, di scoperta, memorabili. Oggi nel vino esistono almeno 3 distinti mercati e quindi tre diverse tipologie di esperienza - un mercato Trendy legato alle mode, un mercato Fine motivato dall’esperienza del territorio ed un mercato Icon che richiede prodotti di assoluto prestigio, più vicini al consumo di prodotti di lusso. Il vino italiano è leader internazionale e deve, quindi, crescere nelle competenze di management per sostenere la sua crescita. Lavorando sulle tecniche di architettura di brand è possibile superare dannose conflittualità e sviluppare in armonia marche aziendali e di territorio, senza rinunciare al valore indiscutibile del brand Italia”.
Uno degli obiettivi che si prefiggono le aziende del settore del vino è infatti quella di consolidare, in alcuni mercati, e costruire, in altri, una solida e riconosciuta reputazione che, conferendo al prodotto identità in quanto made in Italy, sia in grado di generare valore, soprattutto nei mercati internazionali ed elevare i prezzi medi.
“È sul fronte export che l’Italia, chiaramente, gioca un ruolo fondamentale – sottolinea Tiziana Sarnari – con la sua seconda posizioni tra i paesi fornitori sia in volume, dietro la Spagna, sia in valore, dietro la quasi irraggiungibile Francia. Nel 2017 l’Italia ha raggiunto il traguardo dei sei miliardi di euro di export, in linea con le previsioni elaborate da Ismea, nel primo trimestre del 2018 le cose sembrano iniziate bene, con aumenti sia in Usa che in Cina, e appare sempre più vicino quello dei 6,5 miliardi previsto prima del 2020. Ma nel risultato 2017 vanno letti anche segnali di delusione da parte degli operatori che auspicavano una maggior accelerazione delle esportazioni italiane e, soprattutto, un aumento della quota di mercato su alcuni mercati target. Per l’Italia resta, quindi – continua Sarnari – da una parte il gap con i prezzi dei vini francesi, mentre dall’altra non si riacquista abbastanza competitività sulla fascia bassa per incrementare la vendita di prodotto di massa e riconquistare la leadership mondiale in volume. È proprio il segmento delle Dop ferme che rappresenta un altro punto critico dell’attuale quadro delle esportazioni italiane. Nel 2017, infatti, hanno perso il 3% a volume ed è già da qualche anno che questo ramo non offre i risultati sperati”.
All’interno dell’indubbio successo del vino italiano sono infatti diversi i punti critici da esaminare, per poi elaborare strategie diversificate a seconda del prodotto e del Paese di destinazione.
“L’Italia è tra i leader mondiali nella produzione di vino non solo per quantità, ma soprattutto per l’altissima qualità e l’ampia biodiversità – conclude Brunella Saccone. È un messaggio che come Sistema Paese dobbiamo comunicare con forza e sempre maggiore incisività perché si diffonda una conoscenza più approfondita dei nostri prodotti, insieme a una vera e propria cultura del vino italiano e del suo necessario e fondamentale contributo che può dare alla costituzione identitaria del nostro Paese nell’immaginario straniero”.
A conclusione della Tavola rotonda tre grandi imprenditori del vino italiano (Lamberto Frescobaldi - Marchesi Frescobaldi, Sandro Sartor - Ruffino e Enrico Viglierchio - Banfi, in un confronto con Stefano Campatelli - già direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino e oggi alla direzione del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano) hanno raccontato le loro best practice sul campo e come, negli anni, abbiano accolto le sfide del mercato creando valore per la propria marca, nella dialettica con i brand di territorio, dandole identità, brand awarness ed esportando il made in Italy all’estero con successo.
CON I PERSONAL SOMMELIER DI STAPPO ALLA SCOPERTA DEL VERO VINO BIO
Degustazione guidata di alcune preziose storie di vini Bio
Sabato 12 Maggio ore 15,30_18,00
Fabbrica del Vapore di via Procaccini, 4 Milano
Oltre la moda, oltre il consumismo.
Il reale valore del vino biologico e sostenibile va ricercato nelle radici, in quella nostra inimitabile millenaria tradizione enologica dove la mano dell’uomo si fonde con la natura più fertile.
Dove il rispetto e la cura dell'ambiente sono fondamentali per ottenere un prodotto di qualità, preservando vigna e terra per le generazioni future.
Dove la tecnologia entra scientemente in piccole dosi come fattore di miglioramento e non nella logica industriale del profitto e dei grandi numeri.
I Personal Sommelier di Stappo, che in questo quadro ritrovano gli elementi portanti della propria mission, hanno dunque scelto di raccontare sabato 12 Maggio dalle ore 15,30 alle 18 a Milano presso la Fabbrica del Vapore di via Procaccini, 4, attraverso una degustazione guidata, alcune preziose storie di vini "veri e umani".
Una selezione accurata di 12 etichette di quattro aziende: diverse per geografia e tipologia ma accomunate dalla passione di saper fare vino autentico con rispetto.
Ad accompagnare l'esclusiva degustazione, assaggi di sfiziosi prodotti biologici del Panificio Eden, delizie "come una volta" di pane, grissini, focacce e varie specialità realizzate con cereali antichi e lavorazioni artigianali.
In vino STAPPO veritas...
In degustazione:
Az. Agr. LA DAMA di Negrar (VR) con i suoi rossi della Valpolicella
Az. Agr. SAN GIAIME di Gangi (PA) con il Grillo e lo Syrah della Madonie
Az. Agr. PIEVALTA di Maiolati Spontini (AN) con tutte le declinazioni del Verdicchio
Az. Agr. VALLE DELL’ACATE di ACATE (RG) con tutte le tipicità che la Sicilia può offrire
Ingresso: €15
Per iscrizioni:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (pagamento il giorno dell’evento)
Servizi, eventi, degustazioni e l’esclusivo eno-commerce su www.stappo.wine
Eventbrite: https://bit.ly/2GQHbxo
Testi e foto nel link
ufficio stampa Stappo Your personal sommelier
Manuela Caminada
FESTA DEL RUCHE’
Castagnole Monferrato, venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 maggio 2018
Degustazioni di Ruchè e prodotti tipici del Monferrato
…Torna la Festa del Ruchè!
La formula e gli obbiettivi della Festa si confermano: promuovere e divulgare la conoscenza del Ruchè. Proporre un evento mirato per creare interesse attorno alla nuova annata sia verso gli operatori, sia verso il grande pubblico degli enoappassionati.
Infatti a Castagnole Monferrato per tre giorni si degusta solo Ruchè! E questo grazie allo spirito di intraprendenza di una nutrita pattuglia di produttori che ha scelto anni fa di celebrare il gioiello del loro territorio e di fare squadra con il Comune di Castagnole Monferrato (che conferisce anche il nome alla doc) e con l’associazione Go Wine.
Una scelta che ha poi condotto a costituire l’Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato che, con il sostegno del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, promuove un importante calendario di eventi e momenti promozionali che hanno nella Festa di Castagnole il momento più importante.
Novità di questa edizione l’apertura già dal venerdì 11 maggio della manifestazione e proseguirà fino a domenica 13 maggio.
E’ l’occasione per fare il punto sui vini dell’ultima vendemmia e sulla produzione. E’ anche l’occasione per riflettere su come il Ruchè abbia interpretato in modo virtuoso il ruolo dei vini autoctoni, sapendo legare più fattori positivi.
Sabato pomeriggio alla ore 17.30 convegno di presentazione ospite Magda Antonioli Corigliano (professore di Macroeconomia ed Economia del Turismo all'Università Bocconi, direttore del Master in Economia del Turismo), nell’occasione sarà attribuito a Paolo Massobrio (giornalista enogastronomico, direttore di www.ilgolosario.it) il Premio Vin diVino.
E poi, a seguire, il banco d’assaggio con protagoniste le aziende vinicole che incontreranno il pubblico all’interno delle splendide sale della Tenuta La Mercantile fino alla tardo pomeriggio della domenica.
Sempre durante la giornata della domenica si svolgeranno due wine tasting, relatore Gianni Fabrizio (curatore della guida ai vini del Gambero Rosso) e dedicati ai giornalisti, agli operatori di settore ed agli enoappassionati che vogliano approfondire la loro conoscenza sul Ruchè.
Uno spazio sarà riservato ai prodotti tipici, con la presenza dei ristoranti e della proloco dei Comuni della denominazione che porteranno le loro specialità direttamente alla Tenuta La Mercantile, creando un menù da gustare di accompagno ed in abbinato alla degustazione del Ruchè.
E ancora: animazioni musicali e passeggiate nei vigneti completano la proposta per un itinerario in un territorio di particolare fascino che, anche grazie al vino, sta conoscendo un nuovo sviluppo.
La Festa del Ruchè si svolgerà nel suo paese d’origine, Castagnole Monferrato, ma con produttori di tutti e sette i Comuni della sua delimitazione zonale: Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi.
Le aziende presenti al banco d'assaggio:
AMELIO LIVIO, Grana - BERSANO, Nizza Monferrato
BOSCO TOMMASO, Castagnole Monferrato - CALDERA FABRIZIA, Portacomaro
CANTINE SANT’AGATA, Scurzolengo- CANTINA SOCIALE DI CASTAGNOLE MONFERRATO
CAPUZZO RENATO, Castagnole Monferrato - CASCINA TERRA FELICE, Castagnole Monferrato
CRIVELLI, Castagnole Monferrato - FERRARIS AGRICOLA, Castagnole Monferrato
GARRONE EVASIO & FIGLIO, Grana - GATTO PIERFRANCESCO, Castagnole Monferrato
GOGGIANO, Refrancore - LA CASCINETA, Viarigi – LA MIRAJA, Castagnole Monferrato
MARENGO MASSIMO, Castagnole Monferrato - MONTALBERA, Castagnole Monferrato
TENUTA DEI RE, Castagnole Monferrato - TENUTA LA FIAMMENGA, Penango
TENUTA MONTEMAGNO, Montemagno.
PROGRAMMA E COME PARTECIPARE
Venerdì 11 maggio (Tenuta La Mercantile)
Ore 19.0 – 24.00: apertura dei banchi d’assaggio alla presenza diretta dei produttori,
apertura punti gastronomici, apertura enoteca (vendita delle bottiglie) e intrattenimento musicale a cura di Triolina
Sabato 12 maggio (Tenuta La Mercantile)
Ore 17.30: convegno inaugurale, consegna del premio VindiVino a Paolo Massobrio, ospite Magda Antonioli Corigliano.
Ore 19.0 – 24.00: a seguire apertura dei banchi d’assaggio alla presenza diretta dei produttori, apertura punti gastronomici, apertura enoteca (vendita delle bottiglie) e intrattenimento musicale a cura di Climax Blunote
Domenica 13 maggio (Tenuta La Mercantile)
Ore 11.30 e ore 15.30: wine tasting condotti da Gianni Fabrizio (curatore della guida ai vini del Gambero Rosso) con invito ad operatori professionali ed enoappassionati.
Ore 12.00: apertura punti gastronomici.
Ore 10.30 – 18.00: apertura dei banchi d’assaggio, festa con i produttori, apertura enoteca (vendita delle bottiglie) e intrattenimento musicale a cura di Bobby Soul Blind & Bonobos
In mattinata: passeggiata nei vigneti
Nel pomeriggio: esibizione di caccia con i rapaci presso l’area del campo sportivo.
Il costo della degustazione è di € 12,00 con 8 buoni degustazione.
(€ 10,00 soci Go Wine e altre associazioni di settore)
Per informazioni:
Associazione Go Wine Via Vida, 6 Alba CN tel. 0173 364631 fax. 0173 361147
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.gowinet.it
MERLOT ROSATO DI PRIME ALTURE
Arriva il nuovo Merlot Rosato di Prime Alture, un dono di natura dedicato a nonno Michele
Prime Alture, il progetto familiare di Roberto Lechiancole nato poco più di dieci anni fa tra le prime colline di Casteggio, nel pavese, compie un nuovo significativo passo di crescita. Alla gamma di produzione si aggiunge infatti il nuovo Merlot Rosé. Un vino che può essere a ragione considerato come un vero outsider oltre che un grande dono offerto dalla natura, dedicato a nonno Michele. E’ un IGT da uve Merlot in purezza raccolte secondo il metodo tradizionale a mano e sottoposte a prima spremitura soffice. Presenta un colore rosato lucente, un profumo delicato di frutti rossi e un aroma di fragoline di bosco su trama minerale, al palato risulta morbido con un finale fresco ed elegante.
Un segnale importante che si collega alla recente collaborazione tra la cantina e l’enologo francese Jean François Coquard, annunciata a Vinitaly proprio un anno fa. Una scommessa partita dalla condivisione della medesima passione, da una grande amicizia e profonda fiducia, un impegno realizzato scommettendo sul capitale umano e sul lavoro di squadra insieme all’enologo Alessandro Rovati e all’uomo di vigna Fausto Comotti verso un obiettivo chiaro, l’orientamento a un livello sempre più alto di qualità.
‘Abbiamo deciso di produrre un Merlot rosato nel pieno rispetto della nostra filosofia – spiega il patròn Roberto Lechiancole – ovvero adattandoci al naturale ciclo della natura ed accettando i suoi doni. All’inizio del mese di agosto scorso le uve merlot avevano una gradazione bassa ma tenerle ancora sulla pianta, visto l’andamento climatico, avrebbe significato rischiare il loro appassimento. Da qui è partita la decisione di produrre un rosato con una vendemmia leggermente anticipata che, in ricordo di un’annata molto calda come riportato in etichetta, abbiamo voluto dedicare a nonno Michele.’ La gamma di produzione di Prime Alture comprende oggi sei vini le cui uve vengono tutte rigorosamente raccolte a mano.
Il Pinot Noir ‘CentoperCento’, un IGP in purezza vinificato in rosso e il Merlot IGP in purezza ‘L’Altra Metà del Cuore’ che riposano un anno in barrique di rovere francese e successivamente dai 12 ai 36 mesi in bottiglia; il Metodo Classico ‘Io per Te’ un Blanc de Noir brut Sans Année sottoposto invece a un lungo affinamento in bottiglia. A questi si aggiungono altre tre tipologie che passano in acciaio. ‘ilbianco’ Est 60x40 IGP, un blend di uve Moscato 60% e Chardonnay 40%, ‘ilrosso’ Ovest 60x40, un IGP Provincia di Pavia da uve Barbera 60% e Croatina 40% ‘ilmosso’ Nord, Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC da uve Croatina 100%.
Ogni passo compiuto da Prime Alture è sempre guidato da un atteggiamento di grande determinazione e positività, soprattutto guardando sempre all’obiettivo finale: ottenere il massimo in termini di qualità. Una direzione questa, che unisce tutte le risorse che compongono questa promettente realtà pavese, nella convinzione condivisa che solo così è possibile raggiungere sempre nuovi stimolanti traguardi. Prime Alture Wine Resort Prime Alture viene fondata nel 2006 da Roberto Lechiancole e la moglie Anna tra le colline di Casteggio nel pavese. In questo luogo che li affascina da subito realizzano il loro progetto familiare ristrutturando la vecchia Cascina Campone, dove l’uva è padrona di casa da almeno due secoli. Dall’unione di due forti passioni, il vino e l’accoglienza, nasce ciò che oggi è Prime Alture Wine Resort azienda vitivinicola di alta qualità e insieme struttura ricettiva di livello dotata di tutti i comfort, vera oasi del soggiorno agreste. L’azienda situata a 250 mt s.l.m. ha oggi un’estensione di 8 ettari e produce 40.000 bottiglie. La cantina di nuova costruzione, è stata pensata per poter vinificare le uve proteggendo le qualità distintive, Pinot Nero e Merlot che con impegno si ottengono in vigneto. La raccolta manuale in cassetta, la pigiatura tempestiva e la protezione dall’ossigeno in ogni fase, dalla raccolta all’imbottigliamento, sono gli elementi più importanti del rispetto della materia prima. La bevibilità e la riconoscibilità dei vitigni che li generano sono i caratteri distintivi dei vini a marchio Prime Alture. L’attenzione per i dettagli fa la differenza anche nel confezionamento, che valorizza il prodotto rendendolo distinguibile e identificabile.
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Lorella Casagrande
Ufficio Stampa Carry On
PINOT BIANCO E PINOT NERO IN ALTO ADIGE: UNA MOLTITUDINE DI SFUMATURE
Sono due vitigni internazionali che in questo angolo vitato nell’estremo nord dell’Italia affondano le proprie radici con risultati sorprendenti. Proprio a queste uve sono dedicati due eventi, in programma nei prossimi giorni in Südtirol
Con l’arrivo della primavera, si risvegliano le viti e con esse prendono il via numerosi eventi che nel periodo primaverile animano i borghi dell’Alto Adige, per celebrare uno dei prodotti di punta del territorio: il vino. Tra i venti vitigni coltivati in Südtirol ce ne sono due – diffusi a livello internazionale – che nel territorio altoatesino acquisiscono caratteristiche di particolare pregio. Il primo è il Pinot Nero, il vitigno “madre” non solo di tutti i Pinot, ma anche di molte altre varietà europee, le cui origini risalgono ad almeno 2.000 anni fa. Il secondo è il Pinot Bianco, nato da una mutazione del Pinot Nero attorno al XIV secolo.
In Alto Adige, le prime coltivazioni di Pinot Nero avvennero tra il 1835 e il 1840, con impianti a Bolzano e poi a Bressanone, Merano, Egna e Appiano. La produzione di questa varietà, che ha trovato in Alto Adige il proprio habitat ideale, si concentra oggi nell’Oltradige, e più precisamente nei comuni di Appiano e Caldaro, e sui versanti occidentali della Bassa Atesina, soprattutto a Montagna, Egna e Salorno.
Per quanto riguarda il Pinot Bianco, il primo impianto documentato risale al 1852, in un vigneto di Bressanone, cui seguirono immediatamente dopo altri impianti a Nalles, Appiano, Terlano e Marlengo e ancora ad Andriano, Caldaro, Termeno, Magrè, Salorno e Bolzano. Questa grande diffusione dimostra come, già un secolo fa, questa varietà fosse coltivata in modo capillare in tutte le zone vinicole dell’Alto Adige. D’altra parte, per moltissimi anni il Pinot Bianco fu coltivato in vigneti misti insieme allo Chardonnay, senza essere considerato come una varietà a sé stante. Solo a partire dal 1985, sul territorio, si comincia a distinguere in modo sistematico tra i due vitigni.
“Dei nostri 5.400 ettari vitati, oggi il 10,2% - pari a 552 ettari – è dedicato al Pinot Bianco e l’8,4% - ovvero 450 ettari - al Pinot Nero” commenta Werner Waldboth, direttore marketing del Consorzio Vini Alto Adige. “Queste due varietà sono coltivate in diverse aree dell’Alto Adige e in una fascia collinare ad altitudini variabili. Grazie a questi fattori e alle tecniche di vinificazione adottate dalle cantine, è possibile apprezzarle in un’ampia gamma di interpretazioni”.
Sarà possibile avvicinarsi a questi due vitigni grazie a due appuntamenti che avranno luogo nei prossimi giorni sul territorio altoatesino. Da giovedì 3 a venerdì 4 maggio ad Appiano (BZ), Spatium Pinot Blanc punterà i riflettori su questo eccezionale vitigno a bacca bianca, che colpisce per i suoi spiccati profumi fruttati che ricordano in particolare la mela e la sua vivace freschezza, conferita anche dalla posizione delle vigne che in Alto Adige si sviluppano fino ad altitudini piuttosto elevate.
Nei giorni immediatamente successivi, spazio invece al Pinot Nero: vitigno ampiamente diffuso in tante aree del mondo, che in Alto Adige è in grado di regalare vini che spiccano per eleganza, colpiscono grazie al loro profumo di frutti rossi e incantano con il loro sapiente equilibrio tra freschezza e morbidezza. Dal 5 al 7 maggio sono infatti in programma ad Egna (BZ) le Giornate del Pinot Nero, storico appuntamento che proprio quest’anno celebra il suo ventennale.
Per il programma completo dei due appuntamenti e informazioni sulle modalità di registrazione e costi di partecipazione:
Spatium Pinot Blanc: www.spatium-pinotblanc.it
Giornate del Pinot Nero: www.giornatepinotnero.it
Jessica Busoli e Alice Camellini
E. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
T. 059-7863894